Impiego illecito di anabolizzanti nei bovini da carne • • • • • Gli anabolizzanti, naturali o di sintesi, influenzano il metabolismo dell’animale migliorando il rapporto di conversione tra assunzione di alimento ed incremento ponderale, favorendo lo sviluppo dei tessuti muscolari. La massa muscolare può essere incrementata o con un aumento del numero delle miofibre o con un aumento del loro diametro –ipertrofia-. Gli anabolizzanti più usati sono sostanze ad azione ormonale che si distinguono in estrogeni, androgeni e progestinici e in relazione alla loro origine in ormoni steroidei naturali o endogeni (17-beta estradiolo, testosterone e progesterone) e in ormoni artificiali (trenbolone e zeranolo). Gli ormoni artificiali si dividono inoltre in steroidi in grado di liberare rapidamente in vivo l’ormone naturale (estradiolo benzoato e testosterone palmitato); in steroidi a lenta metabolizzazione (trenbolone) ed in composti non steroidei ad azione ormonale (dietilstilbestrolo o DES). Si ritiene che gli anabolizzanti ormonali determinano un aumento della ritenzione di azoto in forma di proteine muscolari, che si accompagna ad una minore tenerezza delle carni. • • • • • • • • • • • • • Anabolizzanti Le molecole, naturali o di sintesi, utilizzate a scopo anabolizzante appartengono principalmente alle seguenti c a t e g o r i e : Ormoni sessuali e analoghi di sintesi E s t r o g e n i: 17-b-estradiolo; etinilestradiolo; dietilstilbestrolo. ·Androgeni: testosterone; stanozololo; metiltestosterone; trenbolone. G e s t a g e n i: progesterone; clormadinoneacetato; medrossiprogesteroneacetato. Beta-agonisti clenbuterolo; salbutamolo; mabuterolo; mapenterolo. Cortisonici prednisolone; desametazone; beclometazone. Tireostatici metiltiouracile; tapazolo. Ormone della crescita somatotropina; somatotropina ricombinante. • Gli ormoni sessuali, i cortisonici e i beta-agonisti sono quelli più utilizzati dal mercato illegale. Spesso vengono impiegati sotto forma di associazioni quali ad es.: • ·Estrogeni + Androgeni (estradiolo + testosterone). • ·Estrogeni + Gestageni (estradiolo + progesterone). • ·Ormoni sessuali + beta-agonisti + Corticosteroidi (cocktails con 5-30 componenti, estrogeni, androgeni, gestageni, beta-agonisti e corticosteroidi). • La somministrazione avviene per: • via parenterale (iniezione) • via transcutanea (pour-on) • via orale • impianto sottocutaneo • Effetti degli anabolizzanti sul bovino • Gli animali trattati con anabolizzanti vanno incontro a: • alterazioni del comportamento; • modificazione dei parametri zootecnici caratteristici della razza e alterazioni morfo-funzionali di alcuni organi ispezionabili alla visita clinica; • alterazioni morfologiche e funzionali a carico di diversi organi interni. • Alterazioni del comportamento • Sintomi Molecola responsabile • Ipereccitabilità, tremori, sudorazione b-agonisti • Aumento della libido Androgeni, estrogeni • Ipereccitazione, aggressività Androgeni • Sottomissione, movimenti lenti Progestinici • Modificazione dei parametri zootecnici caratteristici della razza e alterazioni morfo-funzionali di alcuni organi ispezionabili alla visita clinica • Maschi • muscolatura molto sviluppata; • testicoli di dimensioni ridotte; • ghiandola mammaria aumentata di volume; • Femmine • muscolatura molto sviluppata, soprattutto dei quarti anteriori e del collo; • aumento di dimensioni del clitoride; • edema della vulva; • ghiandola mammaria e capezzoli aumentati di volume nei soggetti impuberi; • aumento delle secrezioni vaginali; • inserzione “alta” della coda. • Alterazioni morfologiche a carico dei principali organi bersaglio-Effetti degli estrogeni • Effetti sui maschi • Quadro macroscopico: testicoli ridotti in dimensione e sviluppo, aspetto biancastro della superficie di taglio della prostata, aumento di dimensioni dei capezzoli, sviluppo della ghiandola mammaria. • Quadro istologico: atrofia testicolare, iperplasia/metaplasia e fibrosi nella prostata e nelle ghiandole bulbo-uretrali, differenziazione della mammella • Effetti sulle femmine • Quadro macroscopico: aumento di volume dell’utero; ovaie cistiche o atrofiche; aumento di volume della ghiandola vestibolare maggiore, della ghiandola mammaria e dei capezzoli nei soggetti impuberi. • Quadro istologico: metaplasia nella cervice e iperplasia/ metaplasia e fibrosi nella ghiandola vestibolare maggiore; • ovaie cistiche o atrofiche; mucometra, sviluppo precoce della porzione ghiandolare secernente (differenziazione) della ghiandola mammaria nei soggetti impuberi • Effetti degli androgeni- Effetti sui maschi • Quadro macroscopico: testicoli ridotti in dimensioni e sviluppo; • aumento di volume delle ghiandole bulbouretrali. • Quadro istologico: ipersecrezione, formazione di cisti e fibrosi a livello di prostata e ghiandole bulbo-uretrali; • atrofia testicolare • Effetti sulle femmine • ·Quadro macroscopico: aumento di volume del clitoride. • ·Quadro istologico: aumento di dimensioni del clitoride e separazione del prepuzio. A livello della ghiandola vestibolare maggiore ipersecrezione, formazione di cisti e fibrosi • Effetti dei tireostatici Quadro macroscopico: aumento di volume e di peso fino a tre volte della tiroide. tiroide normale vitello: 11-20 g (>35 g: sospetto trattamento con tireostatici); tiroide normale vitellone 20-40 g. Quadro istologico: iperplasia/struma tiroideo Effetti dei corticosteroidi Quadro macroscopico: riduzione del volume e del peso del timo (50-100 g, sino all’atrofia completa, contro i 400-800 g di un timo normale) e delle ghiandole surrenali. Quadro istologico: atrofia e deplezione linfocitaria del timo; involuzione adiposa e fibrosi; • ipotrofia della corticale del surrene • • • • • • • Effetti dei b-agonisti • Quadro macroscopico: rilassamento della muscolatura liscia tracheale con aumento del diametro trasversale dell’organo associato a scomparsa della cresta tracheale; riduzione del grasso sottocutaneo e perirenale Effetti tossici sugli animali Gli anabolizzanti possono causare: epatotossicità; nefrotossicità; ridotta fertilità; aborto o mummificazione del feto nelle vacche gravide; infezioni dovute all’immunodepressione (mastiti, artriti, peritoniti, metriti); • trauma a livello del punto di inoculazione della sostanza; • cancerogenicità: dimostrata negli animali da laboratorio • • • • • • • • • • • • • • • • SCREENING Significato e indicazioni dello screening Lo screening utilizza metodiche di indagine ad elevata sensibilità i cui esiti sono caratterizzati da pochi falsi negativi. Nel caso specifico, consente di comprendere le dimensioni e la diffusione del fenomeno legato all’uso fraudolento degli anabolizzanti. Indagini utilizzabili per lo screening Esame clinico dell’animale pre-macellazione Esame macroscopico degli organi bersaglio Esame istologico degli organi bersaglio Esame clinico pre-macellazione “Alterazioni del comportamento” - “Modificazione dei parametri zootecnici caratteristici della razza e alterazioni morfo-funzionali di alcuni organi ispezionabili alla visita clinica”. • Nel vitello e nel vitellone l’esame istologico degli organi bersaglio consente di stabilire con elevato grado di affidabilità : l’avvenuta somministrazione di ormoni sessuali o analoghi di sintesi, cortisonici e tireostatici. • L’esame clinico, la valutazione della carcassa e l’esame macroscopico degli organi: hanno valore orientativo sia per quanto riguarda gli ormoni steroidei citati sia i beta-agonisti. • Organi sottoposti ad esame istologico • Prostata, ghiandola bulbo-uretrale, timo, tiroide- vitelli e vitelloni maschi • Ghiandola vestibolare maggiore, ghiandola mammaria, timo, tiroide vitelle femmine • Ghiandola vestibolare maggiore, timo, tiroide manzette (scottone: 15-18 mesi) Ghiandola vestibolare maggiore (di Bartolino), standard normale e patologico dovuto all’effetto degli ormoni sessuali NORMALE La ghiandola si trova sulla parete laterale esterna del vestibolo vaginale a 3-5 cm dalla vulva, ha forma globosa e un diametro di circa 2 cm. Prelievo: la ghiandola si può raggiungere direttamente dall’esterno del vestibolo o dall’interno localizzando lo sbocco del dotto escretore principale sulla parete laterale vestibolare. Al fine di meglio evidenziare istologicamente il tessuto ghiandolare, deve essere prelevata la parte distale della ghiandola che si trova al polo opposto del dotto escretore principale. • • • • • • • Istologicamente è una ghiandola tubulo alveolare composta a secrezione mucosa, suddivisa in lobuli da setti di connettivo denso. Presenta tre componenti principali: 1) il parenchima funzionale, formato da adenomeri a carattere mucoso poco rappresentato nelle femmine impuberi; è ben sviluppata negli animali in età pubere e nelle vacche; 2) il tessuto stromale mio-connettivale: tessuto di sostegno, contenente il sistema vasale emo-linfatico. 3) dotti escretori: monostratificato in sede lobulare, a più strati nei dotti intermedi, pavimentoso stratificato, simile all’epitelio di rivestimento della cavità vaginale, nel dotto principale. Negli acini e nei dotti delle vitelle impuberi modesto o assente è il riscontro muco-secretivo mentre può essere presente in quantità moderata nei soggetti puberi. PATOLOGICO Valutazione macroscopica: negli animali trattati con ormoni sessuali la ghiandola può aumentare di volume e di consistenza. Possono essere presenti cisti visibili macroscopicamente. • Quadro istologico: iperplasia/metaplasia squamosa dell’epitelio sia ghiandolare sia duttale, associato talvolta a quadri di ipersecrezione, ipertrofia dello stroma fibro-muscolare. • Ectasia pronunciata dei dotti, formazione di cavità cistiche e cisti intraepiteliali a livello dei dotti escretori sono le conseguenze dell’ipersecrezione che può essere o meno associata ad iperplasia. • • • • Prostata e uretra, standard normale e patologico dovuto all’effetto degli ormoni sessuali NORMALE L’organo consta di due parti: una parte esterna, c o r p o della prostata, e una parte interna, porzione disseminata. Il corpo della prostata è costituito da due lobi appena accennati, collegati fra loro mediante un istmo connettivale ed è disposto sulla superficie dorsale dell’uretra pelvica, caudalmente alle vescicole seminali, presentandosi come un corpo piccolo e appiattito. Ha uno spessore, dorso-ventralmente, di 0,5-1,5 cm, è lungo 0,5-1 cm circa e largo 2-3 cm. La parte disseminata è ben sviluppata ed è incorporata nella parete dorsale dell’uretra per una lunghezza dai 7 ai 15 cm circa, in rapporto all’età degli animali. Questa porzione, visibile solo quando si seziona l’uretra, è avvolta a manicotto dal muscolo uretrale. • Struttura: il corpo della prostata è avvolto da una capsula da cui deriva uno stroma abbondante e ricco di cellule muscolari lisce. • Il parenchima viene ad essere suddiviso dai setti in lobuli irregolari che convergono verso l’uretra. • Lo stroma è qui ancora abbondante e sostiene, oltre ai vasi ed ai nervi, un insieme di ghiandole tubuloalveolari, ogni gruppo delle quali è incentrato su un collettore che sbocca nell’uretra. • Gli alveoli sono rivestiti da un epitelio di aspetto variabile che riposa su una membrana basale esile e spesso indistinta: si presenta basso e con cellule cilindriche o cubiche in certi punti, dotate di espansioni apicali che indicano una secrezione di tipo apocrino. Queste cellule, con nucleo ovoidale e basale, presentano tutte le caratteristiche di un’attività secernente nei vitelloni; mentre è per lo più assente nei vitelli. • I condotti escretori sono dapprima irregolari e provvisti di numerose dilatazioni e di diverticoli secernenti. • Dotati di epitelio prismatico, confluiscono nei canalicoli prostatici, più stretti e meno irregolari, che sboccano nell’uretra modificando il loro epitelio che diventa progressivamente del tipo di transizione per unirsi a quello dell’uretra. Una lieve attività secernente con accumulo di modeste quantità di secreto nei dotti rientra nella norma. • L’uretra è rivestita da un epitelio di transizione dalla superficie liscia, formato da circa sei file di cellule sovrapposte, aventi il rapporto N/C a favore del nucleo. L’età degli animali normalmente non determina variazioni di assetto degne di nota. • P r e l i e v o : una volta evidenziata l’uretra pelvica e la vescica urinaria, si esegue una sezione dello spessore di 1 cm trasversalmente all’uretra pelvica a 1 cm di distanza e caudalmente al corpo della prostata. • PATOLOGICO • Valutazione macroscopica: negli animali trattati la prostata può essere aumentata di volume sia a livello del corpo sia nella parte disseminata accompagnato da un aspetto biancastro dell’organo. • Quadro istologico: iperplasia/metaplasia squamosa dell’epitelio sia ghiandolare sia tubulare. • Ipersecrezione e formazione di cisti di discrete dimensioni associate o meno alle lesioni iperplastiche. • L’epitelio uretrale è ispessito, metaplastico e forma delle pieghe, il citoplasma delle cellule degli strati più superficiali è aumentato di volume, il rapporto N/C è a favore del citoplasma. • I trattamenti anabolizzanti possono determinare anche atrofia, con diminuzione delle file di cellule. • • • • Ghiandola bulbo-uretrale, standard normale e patologico dovuto all’effetto degli ormoni sessuali NORMALE Omologhe delle vestibolari maggiori nella femmina, di forma globosa lievemente allungata, sono disposte sulla superficie dorsale dell’uretra, una a destra ed una a sinistra,poco prima che questa esca dalla cavità pelvica, in stretto rapporto con il bulbo del pene. Le dimensioni variano da 0,5-1 cm nei vitelli a 2-3 cm nei soggetti puberi. Le due ghiandole possiedono ognuna un dotto escretore che sbocca nella parete dorsale dell’uretra. Struttura: possiedono una capsula di rivestimento e uno stroma denso, ricco di cellule muscolari lisce e di fibre striate, che racchiude lobuli ghiandolari, composto da ghiandole tubulo-alveolari/acinose, a carattere mucoso, con al centro un dotto escretore che termina in uno o più dotti collettori aventi lo stesso epitelio dei dotti ghiandolari. L’ epitelio di rivestimento degli adenomeri mostra aspetto variabile a seconda della zona e dello stadio funzionale: nel vitello dove si trova in condizioni di riposo, è cubico o • L’ epitelio di rivestimento degli adenomeri mostra aspetto variabile a seconda della zona e dello stadio funzionale: nel vitello dove si trova in condizioni di riposo, è cubico o prismatico semplice; nei soggetti puberi le cellule secernenti appaiono cilindriche o piramidali. La composizione acinosa a carattere mucoso nei bovini adulti risulta determinante per tutto lo spessore ghiandolare, mentre nei vitelli il tessuto è decisamente immaturo. • Prelievo: dopo aver prelevato la prostata, si localizzano le ghiandole bulbo-uretrali nella porzione caudale dell’uretra sotto al muscolo bulbo-spongioso e si preleva un campione delle dimensioni di 1´1´2 cm. • PATOLOGICO • Iperplasia/metaplasia squamosa dell’epitelio alveolare e dei dotti escretori, ipersecrezione, formazione di cisti, iperplasia fibro-muscolare. Lesioni iperplastiche e ipersecretive possono essere presenti sia singolarmente sia associate. • Tra le sostanze ormonali utilizzate fraudolentemente, il 17β- estradiolo rappresenta una delle molecole di cui si sospetta ancora l’utilizzo illecito negli allevamenti, malgrado il suo divieto assoluto in Europa ed in Italia a causa della carcinogenicità nell’uomo. • Nell’ambito del PNR la ricerca di questa molecola è prevista tramite l’applicazione di analisi di screening con tecniche Enzyme Linked ImmunoSorbent Assay (ELISA), radioimmunoassay (RIA) e di conferma con gas cromatografia (GC) o cromatografia in fase liquida (LC) associate a spettrometria di massa (MS) effettuate sul siero degli animali. • Tuttavia la molecola va incontro a rapida biotrasformazione,che la rende difficilmente identificabile o viene somministrata in associazione ad altre molecole a dosaggi sempre minori, non individuabili dalle tecniche diagnostiche in uso. A: Ghiandola bulbo-uretrale normale con assenza di ipersecrezione (score 0) EE; B: Ghiandola bulbo-uretrale con grave e diffusa metaplasia (score 3) ghiandolare e con ipersecrezione moderata e diffusa (score 2) EE. • • • • I risultati della ricerca evidenziano come il metodo istologico sia stato in grado di evidenziare l’avvenuto trattamento con 17β-estradiolo anche se somministrato a basso dosaggio. L’osservazione microscopica ha potuto evidenziarne l’utilizzo illecito dopo quindici giorni di sospensione. È inoltre importante sottolineare che durante tutto l’esperimento le analisi chimiche eseguite sul siero hanno evidenziato residui nella totalità dei soggetti solo 12 ore dopo il quarto inoculo della molecola, dimostrando che i prelievi eseguiti da parte del servizio sanitario nazionale negli allevamenti risulterebbero quasi sempre negativi in seguito a somministrazioni a basso dosaggio. Dalla ricerca è quindi emerso come la rilevazione di un’unica lesione, ossia la metaplasia a carico delle ghiandole bulbo-uretrali, identifichi il trattamento con 17β-estradiolo con elevato grado di affidabilità, permettendo un’estrema semplificazione dell’interpretazione microscopica. • • • • • • Ghiandola mammaria, standard normale e patologico nella vitella impubere dovuto all’effetto degli ormoni sessuali NORMALE Fino alla pubertà la ghiandola mammaria mantiene inalterata la morfologia mentre, con l’avvio del ciclo sessuale inizia lo sviluppo della porzione secernente e, con l’allattamento conseguente al parto, vengono raggiunti il pieno sviluppo e la piena funzionalità. Ogni complesso mammario è costituito da due parti: il corpo ghiandolare semisferico e il capezzolo. Il corpo ghiandolare è formato dal parenchima ghiandolare e dal tessuto connettivo interparenchimatoso dei dotti ed è rivestito dalla cute. Il sistema cavitario è composto da tre segmenti: il dotto papillare, il seno galattoforo e i dotti lattiferi. La ghiandola mammaria è una ghiandola tubulo-alveolare. Il quadro istologico presenta nella vitella i dotti escretori ramificati rivestiti da epitelio monostratificato immersi in tessuto connettivo lasso e tessuto adiposo, circondati inoltre da cellule mioepiteliali, cellule muscolari lisce e fibre elastiche. • Nel soggetto impubere sono completamente assenti alveoli secernenti. • P r e l i e v o : occorre prestare molta attenzione poiché nella vitella il parenchima è ristretto a pochi cm di tessuto di colore rosa pallido localizzato alla base del capezzolo dal quale si preleva un cubetto delle dimensioni di 1´1´1 cm. • PATOLOGICO • Valutazione macroscopica: negli animali trattati con estrogeni/progesterone la ghiandola mammaria è aumentata di volume e i capezzoli possono essere allungati e lasciar fuoriuscire secreto. • Quadro istologico: presenza più o meno pronunciata di tessuto ghiandolare differenziato attorno ai dotti e negli spazi prima occupati dal tessuto adiposo. • • • • • • Timo, standard normale e patologico dovuto all’effetto dei cortisonici NORMALE Il timo del bovino consta di una parte toracica e una parte cervicale. La parte toracica, impari, è posta nella metà dorsale del mediastino asimmetricamente a sinistra. La sua faccia destra è in rapporto con la trachea e con l’esofago. La sua faccia sinistra è in parte rivestita dalla pleura. Il timo toracico è connesso al tratto cervicale, impari, tramite l’istmo cervicotoracico, anch’esso impari, che va a costituire un ponte parenchimatoso che decorre a sinistra della trachea. Nella parte cervicale del timo si distinguono un tratto caudale impari (corpo) e due branche pari poste cranialmente. Così il tratto cervicale del timo assume all’incirca la forma di una “V” con l’apice rivolto verso il torace. • • • • • • Il corpo del timo cervicale giace dorsalmente alla trachea e viene affiancato dalle due vene giugulari. Le branche si dispongono lateralmente alla trachea e raggiungono cranialmente la ghiandola tiroide. Il tratto cervicale del timo è ricoperto lateralmente e centralmente dal muscolo sternocleidomastoideo e dai muscoli ioidei inferiori. Istologicamente il timo presenta una struttura lobulare. I lobuli sono costituiti da una corticale più scura, e una midollare, più chiara, per la presenza di linfociti in quantità maggiore nella prima e più diradati nella seconda. Nella midollare sono presenti i corpuscoli di Hassall, del diametro di 20-100 μm formati da lamine concentriche di cellule reticolari epiteliali in vari stadi di degenerazione. Nella corticale si notano sparsi fenomeni apoptotici a carico dei timociti che vengono inglobati dai macrofagi (tingible body macrophages). Nei vitelli la corticale può presentare alla periferia piccole aree o strati sottili di tessuto adiposo ma rimane comunque sempre chiaramente evidenziabile e supera quantitativamente la midollare. Prelievo: è sufficiente prelevare un frammento, 1´1´2 cm, dal timo toracico chiaramente evidenziabile sulla porzione craniale del mediastino davanti al cuore. • PATOLOGICO • Valutazione macroscopica: gli animali trattati con corticosteroidi evidenziano riduzione di volume dell’organo sino alla sua scomparsa. • Quadro istologico: i cortisonici causano la scomparsa dei timociti. Il timo va incontro ad atrofia e il tessuto ghiandolare è sostituito da tessuto adiposo. Tale fenomeno è più evidente a livello della corticale la quale si assottiglia progressivamente a partire dalla periferia sino alla midollare. • Nei casi più gravi il timo non è più riconoscibile ed è trasformato in una massa di tessuto adiposo che ingloba sparsi cumuli di cellule linfocitarie. • Tiroide, standard normale e patologico dovuto all’effetto dei tireostatici • NORMALE • La tiroide è localizzata anteriormente alla trachea, caudalmente alla laringe. Essa risulta costituita da due lobi addossati alle superfici laterali della trachea, e di una parte mediana o istmo, che aderisce alla faccia ventrale della trachea. • I due lobi laterali, dei quali il sinistro è generalmente più sviluppato, sono appiattiti, consistenti al tatto e a contorno irregolarmente triangolare o quadrangolare. L’istmo unisce tra loro i due lobi e risulta formato per lo più da un cordone trasversale di tessuto ghiandolare, largo 1-1,5 cm, applicato al secondo anello tracheale. Istologicamente possiede un parenchima costituito da follicoli più o meno sferici • Istologicamente possiede un parenchima costituito da follicoli più o meno sferici delimitati da un epitelio semplice, piatto o cubico. Le cavità dei follicoli sono ripiene di sostanza colloide, eosinofila, nella quale è contenuto il secreto ghiandolare. Il volume ed il peso della tiroide variano considerevolmente da soggetto a soggetto e secondo la razza, l’età ed il sesso, ed anche con il variare delle condizioni climatiche e stagionali. • Nel vitello ha un colore che varia dal bruno-grigiastro al bruno-scuro, mentre nell’adulto è di color bruno-rossastro chiaro. La circolare 29.09.00, n. 14 (GU 268, 16.11.2000) identifica il peso normale della tiroide nel vitello tra gli 11 e i 14 grammi. • Prelievo: la tiroide è addossata ai primi anelli tracheali, i lobi sono disposti in posizione laterale e sono uniti dall’istmo costituito da tessuto ghiandolare e connettivo. Il prelievo si esegue asportando un lobo della ghiandola. • PATOLOGICO • Valutazione macroscopica: nei soggetti trattati con tireostatici le alterazioni macroscopiche sono rappresentate da un semplice aumento di volume e di peso dell’organo. • Quadro istologico: le alterazioni istopatologiche dell’epitelio sono di tipo iperplastico caratterizzate da proliferazione dell’epitelio follicolare con formazioni di aspetto papillare o a cuscinetto associate a deplezione della sostanza colloide, sino alla proliferazione pluristratificata che, nei casi più gravi, determina la scomparsa del lume follicolare. • L’aspetto generale dell’alterazione può essere quindi riferito ad uno “struma iperplastico” che può aggravarsi sino allo “struma parenchimatoso” in cui il tessuto ghiandolare assume un aspetto compatto. • • • • • • I glicocorticoidi di sintesi (es. desametasone, betametasone, prednisolone, metilprednisolone e flumetasone) sono molecole largamente impiegate nella pratica clinica veterinaria. In particolare, il desametasone (DEX) è un agente terapeutico che trova numerose applicazioni nelle specie da reddito. Negli ultimi anni si è andato diffondendo in Europa l’utilizzo di tali farmaci come promotori di crescita soprattutto nella specie bovina, sia da soli, sia in associazione ad altri principi attivi non consentiti, quali estrogeni, androgeni e/o β-agonisti. l’impiego illecito di questi composti pone un serio problema per la salute del consumatore: l’eventuale accumulo di residui negli organi edibili del bovino, infatti, è potenzialmente pericoloso. I possibili effetti nocivi comprendono: azione immunodepressiva alterazioni del metabolismo glicidico, con aumento della glicemia e resistenza all’insulina. • il passaggio dei cortisonici e dei loro metaboliti attraverso la barriera placentare è stato associato ad aborti, parti prematuri, insufficienza surrenalica dei neonati e ritardi nella crescita corporea e nello sviluppo dell’encefalo. • l’esposizione attraverso il latte materno può esitare in diminuito accrescimento, • disturbi del metabolismo e problemi di mineralizzazione ossea. • la pericolosità dei residui dei glicocorticoidi sintetici è ben documentata dalla fissazione nei Paesi dell’Unione Europea di valori estremamente bassi relativi alla Dose Giornaliera Accettabile, pari a soli 0,9 µg totali • • • • • • • • INDICAZIONI TERAPEUTICHE I corticosteroidi naturali sono una famiglia di ormoni a struttura steroidea, prodotti dalla corteccia delle ghiandole surrenali. glicocorticoidi, dotati di azione antiinfiammatoria e antiallergica e intervengono sul metabolismo di carboidrati, lipidi e proteine mineralcorticoidi, che svolgono importanti funzioni per la regolazione dell’equilibrio idro-elettrolitico. In condizioni di stress o di ipoglicemia l’ormone adrenocorticotropo (ACTH) secreto dall’ adenoipofisi stimola, a partire dal colesterolo, la sintesi del cortisolo il principale ormone glicocorticoide, il quale favorisce le reazioni di gluconeogenesi, attivando lipolisi e catabolismo proteico con un aumento del tasso glicemico. A livello cardiovascolare si verifica un incremento della forza di contrazione cardiaca, della pressione sanguigna e della perfusione tissutale. Parallelamente vengono inibite le reazioni immunitaria ed infiammatoria, mediante la depressione della sintesi anticorpale, la riduzione del numero dei linfociti e degli eosinofili circolanti, e la stimolazione della lipocortina che reprime l’attività della fosfolipasi A2, enzima coinvolto nell’insorgenza del processo infiammatorio. Gli effetti fisiologici dei mineralcorticoidi, sono legati all’aumento della ritenzione di sodio, cloro e acqua, a fronte di una maggiore escrezione di potassio, fosforo e calcio, con conseguente aumento della pressione arteriosa. • Le molecole sintetiche utilizzate a scopo farmacologico derivano dal cortisolo ma, grazie ad alcune modificazioni della struttura chimica, sono dotate di una maggiore attività antiinfiammatoria (glicorticoidea) associata ad un minor effetto sodio-ritentivo (mineralcorticoideo). • Per quanto riguarda il bovino, il DEX (soprattutto sodio-fosfato) viene largamente utilizzato in caso di disordini muscolo-scheletrici, chetosi primaria, reazioni allergiche, shock ipovolemico e affezioni cutanee di diversa natura. • Inoltre, viene spesso associato ai chemioantibiotici per la terapia di supporto delle malattie batteriche ad evoluzione iperergica, e impiegato nelle vacche durante le ultime fasi della gestazione per indurre il parto. FARMACOCINETICA • I glicocorticoidi sono caratterizzati da un rapido assorbimento: • In circolo vengono veicolati principalmente dalla transcortina, una α-globulina specifica, e in misura minore dall’albumina; la percentuale di legame dei composti di sintesi con le proteine plasmatiche è inferiore a quella dei corrispondenti ormoni endogeni (pari a circa il 90%), pertanto tendono a trasferirsi con maggiore facilità ai tessuti, esplicando un’azione farmacologica più rapida ed intensa. • La biotrasformazione di tali molecole avviene prevalentemente nel fegato tramite reazioni di ossidazione, catalizzate principalmente dal citocromo P450 e dalle steroido-deidrogenasi, e di coniugazione con acido glucuronico e solfato. IMPIEGO ILLECITO • In riferimento al DLgs. 158/2006, per trattamento illecito si intende “l’utilizzazione di sostanze o prodotti non autorizzati, ovvero di sostanze o prodotti autorizzati, a fini o a condizioni diversi da quelli previsti dalle disposizioni vigenti”. • L’impiego dei corticosteroidi al di fuori della regolare prescrizione da parte del Medico Veterinario e della conseguente annotazione su apposito registro, si configura pertanto come trattamento illecito. • Il razionale per l’impiego dei glicocorticoidi quali promotori di crescita si basa sui numerosi effetti “favorevoli” determinati dalla somministrazione dei farmaci a bassi o bassissimi dosaggi, ben inferiori a quelli utilizzati a scopo terapeutico. • A dosi farmacologiche, infatti, i glicocorticoidi di sintesi riducono l’indice di accrescimento e conducono ad atrofia muscolare, in seguito al già citato aumento del catabolismo proteico. • Al contrario, la somministrazione di basse dosi per lunghi periodi (3-6 settimane) attraverso la via orale, o l’impiego i.m. di preparazioni ritardo capaci di garantire un lento rilascio del principio attivo, possono influenzare positivamente l’accrescimento degli animali e la qualità delle carni. • In particolare, studi sperimentali condotti sia sui vitelloni sia sui vitelli a carne bianca hanno dimostrato come, utilizzando tali protocolli di trattamento, il DEX sia in grado di migliorare l’indice di conversione e la conformazione delle carcasse, e di aumentare moderatamente il volume delle masse muscolari. • Quest’ultimo effetto, rilevato nel muscolo longissimus dorsi, è stato messo in relazione con un incremento dei livelli plasmatici di insulina, che riduce il catabolismo proteico e favorisce la sintesi di nuove proteine aumentando la captazione degli aminoacidi. • L’utilizzo dei glicocorticoidi a scopo illecito è spesso associato alla somministrazione di altri promotori di crescita, quali i βagonisti o gli steroidi anabolizzanti, allo scopo di sfruttare gli effetti sinergici tra i diversi principi attivi. • In particolare, il DEX ha la capacità di attenuare la sottoregolazione dei recettori β-adrenergici indotta dal trattamento a dosi auxiniche con il clenbuterolo, aumentando quindi l’efficacia di quest’ultimo quale agente di ripartizione. • Inoltre, i cortisonici sono in grado sia di potenziare la lipolisi sia di attenuare la glicogenolisi epatica e alcuni degli effetti negativi sul muscolo (es. colorito scuro, aumento della resistenza al taglio e diminuzione della sapidità) indotti dai composti β-adrenergico-mimetici. • L’associazione dei glicocorticoidi ad altri promotori di crescita è giustificata anche dalla possibilità di contrastare in parte le indagini degli organi di controllo. • L’azione inibente sull’ormone antidiuretico (ADH) esercitata da tali composti determina, infatti, poliuria e polidipsia, diminuendo la concentrazione urinaria di altre molecole somministrate a scopo illecito. • Infine, l’attività antiinfiammatoria viene sfruttata fraudolentemente per ridurre, a livello del punto di inoculo, le lesioni derivanti da ripetute somministrazioni i.m. di sostanze più o meno consentite. METODOLOGIE DIAGNOSTICHE TRADIZIONALI • Le alterazioni cliniche ed anatomo-patologiche derivanti dalla somministrazione prolungata di glicocorticoidi a basse dosi sono spesso difficilmente evidenziabili. • E’ possibile riscontrare fenomeni di poliuria e polidipsia • alla macellazione, l’organo maggiormente interessato è il timo, che può presentarsi atrofico e diminuito di peso, con un aumento della componente adiposa e connettivale. • Tale riscontro è evidente soprattutto nei vitelli a carne bianca • Nei vitelloni, invece, le alterazioni si evidenziano maggiormente all’esame istologico, con la presenza nella corticale di un caratteristico quadro definito “a cielo stellato”, per i numerosi linfociti apoptotici e fagocitati dai macrofagi. • Per quanto riguarda le indagini ufficiali, i campioni da sottoporre ad analisi sono l’urina (in allevamento) e il fegato (al macello). • l’escrezione urinaria dei glicocorticoidi è rilevabile sia durante la somministrazione, sia per un periodo variabile dopo la sospensione del trattamento, a seconda della via di somministrazione, della dose e della natura del composto impiegato; gli stessi fattori influenzano la persistenza dei residui nel fegato, che si aggira intorno ai 6-8 giorni dall’ultimo trattamento. • Per le analisi di screening, le metodiche impiegate sono quelle basate sui saggi immunoenzimatici, quali l’ELISA, con un valore di cut-off pari a 2 ng/ml; per l’eventuale conferma si ricorre, invece, alla cromatografia liquida accoppiata alla spettrometria di massa (LC-MS/MS). • una scarsa efficacia dei controlli ufficiali nel contrastare il ricorso illegale ai promotori di crescita, sono da ricercare soprattutto nelle mutate strategie di trattamento adottate dagli allevatori. Queste ultime, infatti, prevedono l’impiego di dosaggi molto bassi e/o di molecole di struttura sconosciuta, capaci di limitare notevolmente l’efficacia dei controlli ufficiali METODOLOGIE DIAGNOSTICHE COMPLEMENTARI • Metodi innovativi che non si basano sull’identificazione delle molecole, bensì sulla messa in evidenza degli effetti specifici causati dall’impiego illecito delle stesse. • Tale approccio consentirebbe di rilevare casi di sospetta positività indipendentemente dalla natura e dalla dose del composto utilizzato, permettendo di orientare le indagini chimico analitiche e di contrastare più efficacemente le nuove strategie di trattamento. • In relazione al DEX, diversi lavori sperimentali hanno proposto alcuni parametri quali biomarcatori di trattamento illecito con tale farmaco nel bovino da carne • a) Morfologia del timo • Le alterazioni di quest’organo in seguito alla somministrazione del DEX sono state studiate sperimentalmente soltanto nei vitelli a carne bianca. Negli animali trattati secondo un dosaggio terapeutico (due somministrazioni i.m di 15 μg/kg a distanza di una settimana) o anabolizzante (0,4 mg al giorno per os per 23 giorni), il timo presenta una progressiva atrofia, deplezione linfocitaria e aumento della componente adiposa, con conseguente diminuzione di peso dell’organo, soprattutto in rapporto al peso corporeo. • nel vitello a carne bianca l’atrofia timica regredisce velocemente al termine del trattamento, sia esso per via i.m. o orale, e che l’organo mostra una rigenerazione completa a distanza, rispettivamente, di 25 e 11 giorni dall’ultima somministrazione, compatibile con il tempo di attesa previsto per alcune fra le specialità medicinali più impiegate. • Poiché i trattamenti illeciti, invece, vengono protratti fino a pochi giorni dalla macellazione, per garantire gli effetti anabolizzanti desiderati, le lesioni timiche potrebbero essere ancora evidenziabili. • Nel complesso, l’esame istopatologico viene proposto come un efficace test di screening per contrastare l’uso illegale dei corticosteroidi nella produzione dei vitelli a carne bianca. • Recentemente, infatti, la morfologia timica è stata impiegata, insieme alla determinazione chimica nel fegato, quale parametro per valutare la positività ai più comuni glicocorticoidi in uno studio di campo condotto sia sui vitelli a carne bianca sia sui vitelloni • Modulazione degli enzimi farmaco-metabolizzanti • Gli enzimi biotrasformativi hanno un ruolo chiave nella conversione delle sostanze endogene e xenobiotiche in composti più polari ed idrosolubili. • In particolare, i corticosteroidi costituiscono il substrato di numerosi enzimi, e sono in grado, a loro volta, di incrementarne l’espressione, così come riportato per il citocromo P450 (CYP) 3A epatico sia nell’uomo sia nel ratto. • gli studi condotti finora nel bovino non hanno confermato tali dati. In due esperimenti simili ma indipendenti, condotti rispettivamente nei vitelli a carne bianca e nei vitelloni, è stato osservato come la somministrazione di DEX sia per os sia i.m. non moduli in modo significativo nel fegato l’espressione genica del CYP3A, misurata mediante la PCR quantitativa (real-time PCR) • Tasso di cortisolo ematico • Uno degli effetti del trattamento con i glicocorticoidi è l’inibizione dell’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, che determina una riduzione della sintesi endogena di cortisolo. • Pertanto, in uno studio condotto in campo, un gruppo di ricercatori italiani ha valutato la possibile correlazione tra i livelli ematici di tale ormone e l’impiego illecito dei corticosteroidi • Da queste indagini è emerso che il tasso di cortisolo ematico è inversamente proporzionale alla severità delle lesioni timiche, e che concentrazioni inferiori a 2 ng/ml sono correlate in modo significativo con la presenza di residui del glicocorticoidi nel fegato. • Modulazione dei recettori linfocitari • L’azione dei glicocorticoidi a livello cellulare è mediata dal legame con recettori citoplasmatici (glucocorticoid receptors,GR), che regolano l’espressione genica e, quindi, proteica di specifici effettori. • Tra questi ricordiamo la tirosina aminotransferasi (TAT), un enzima a prevalente localizzazione epatica il cui ruolo fisiologico consiste nell’avviare la gluconeogenesi a partire dagli aminoacidi. In particolare, l’incremento di espressione della TAT, dimostrato nell’uomo e nel ratto, rappresenta una delle risposte più precoci e sensibili in seguito alla somministrazione dei glicocorticoidi • Peraltro, i GR sono essi stessi regolati dall’azione dei cortisonici secondo un meccanismo di feed-back negativo che determina nei tessuti bersaglio una riduzione dei livelli recettoriali e della conseguente risposta biologica • In tre esperimenti distinti, condotti su vitelli a carne bianca o vitelloni trattati con il DEX per os secondo diversi protocolli anabolizzanti, l’espressione genica nel fegato sia del recettore sia dell’enzima non è risultata significativamente modificata dalla somministrazione del farmaco. • Analogamente, non sono stati riscontrati incrementi apprezzabili dell’attività catalitica della TAT nei vitelloni, che si presenta addirittura ridotta nei vitelli a carne bianca. • Al contrario, la modulazione recettoriale in seguito al trattamento con il DEX risulta evidente e specifica nei linfociti periferici provenienti da vitelli a carne bianca trattati con una delle più utilizzate combinazioni di promotori di crescita (17β-estradiolo, clenbuterolo e DEX). • Nel suddetto studio, la significativa riduzione della concentrazione dei GR in queste cellule, determinata con tecniche R.I.A. (radioimmunoassay), coincide in particolare con il periodo di somministrazione orale del glicocorticoide, dimostrando la causalità del fenomeno, ed è in accordo con quanto riportato per i linfociti umani • • • • • • Approccio proteomico La maggior parte dei promotori di crescita e delle molecole ad effetto anabolizzante, agisce prevalentemente attraverso meccanismi di tipo trascrizionale, che determinano un incremento/decremento della sintesi di proteine specifiche. Le indagini di proteomica consentono di individuare, nelle proteine differenzialmente espresse, dei biomarcatori indiretti del trattamento. Applicando la tecnica dell’elettroforesi bidimensionale (2D-E) a fluidi (siero, plasma) e omogenati di tessuti o frazioni subcellulari, è possibile discriminare ciascuna proteina sottoforma di un punto (spot) colorato su un gel di poliacrilamide. L’analisi quantitativa dell’intensità di tali spot per mezzo di appositi software consente di rilevare le eventuali differenze fra una situazione di “controllo” ed una situazione “alterata”. L’identificazione delle proteine d’interesse avviene, quindi, determinando le sequenze peptidiche con l’ausilio di particolari spettrometri di massa (MALDI-TOF), e confrontandole con banche dati specifiche disponibili in rete. • Recentemente l’applicazione di tale approccio ha permesso di identificare per la prima volta un marcatore proteico nelle frazioni subcellulari epatiche di vitelli a carne bianca trattati con 17β-estradiolo, clenbuterolo e DEX. • L’espressione dell’ adenosina chinasi (ADK), un enzima citosolico coinvolto nel metabolismo glicidico, è risultata diminuita di circa il 50% rispetto agli animali di controllo • In considerazione del ruolo dell’ADK nel metabolismo glucidico, sarebbe lecito attendersi un coinvolgimento dei glicocorticoidi nella modulazione di tale enzima. • Approccio genomico • la modulazione dell’espressione proteica indotta dai promotori di crescita può essere determinata anche a livello genico, mediante tecniche che consentono di rilevare differenze della quantità di RNA messaggero. • In particolare, la real-time PCR viene più frequentemente utilizzata con un approccio di tipo gene-candidato, ossia nello studio mirato, in specifici organi o tessuti, dell’espressione di geni ritenuti coinvolti in un determinato processo cellulare • I microarray (matrici ad alta densità), invece, consentono di confrontare i profili di espressione di due o più campioni, utilizzando supporti solidi su cui vengono “fissate” migliaia di sequenze nucleotidiche corrispondenti ad altrettanti geni. • Questo secondo tipo di approccio ha il vantaggio di poter analizzare contemporaneamente moltissimi geni appartenenti a differenti categorie di processi cellulari e, anche se necessita di una successiva validazione mediante real-time PCR dei risultati ottenuti, può evidenziare variazioni geniche altrimenti non rilevate. • Nel 2009 è stato pubblicato il primo lavoro nel quale la combinazione di tali metodologie è stata impiegata per la caratterizzazione del profilo genico muscolare di vitelloni (Charolaise x Limousine) trattati sperimentalmente con dosi auxiniche di DEX (0,75 mg/capo per os per 43 giorni), da solo o in associazione con tre iniezioni intramuscolari di 17βestradiolo (20 mg/capo) a intervalli di 14 giorni. I risultati delle analisi di microarray rivelano che il trattamento con il glicocorticoide determina l’aumento della trascrizione di un elevato numero di geni (609), la funzione biologica dei quali può essere ricondotta a tre categorie principali di processi cellulari: motilità e comunicazione, trasmissione del segnale e metabolismo proteico. • Di particolare rilievo è risultata la sovra-regolazione di geni associati con la miogenesi e l’ipertrofia muscolare e la sotto-regolazione del gene codificante per la miostatina, una proteina che svolge un ruolo chiave nel controllo (negativo) della proliferazione muscolare. • Tali effetti sono significativamente attenuati dalla somministrazione degli estrogeni, con un numero di geni regolati in senso positivo rispetto ai controlli pari a 77, di cui poco meno della metà coincide con quelli identificati negli animali trattati con il solo glicocorticoide. • La successiva validazione dei dati mediante real-time PCR su alcuni dei geni maggiormente modulati ha permesso di identificare una serie di marcatori molecolari, specifici per la somministrazione del DEX. • Per quanto riguarda l’associazione glicocorticoide-estrogeni, invece, i risultati sono meno affidabili, e sottolineano come il ricorso a più sostanze illecite favorisca, ancora una volta, il mascheramento degli effetti indotti dai singoli composti. Parametro tecnica matrice caratteristiche vantaggi svantaggi referenze Morfologia/ist ologia timo Atrofia e assottigliamen-to corticale Sensibilità elevata Facilità esecuzione Analisi post-mortem Discrezionalità operatore Possibili falsi positivi per pregressa terapia cortisonica Biolatti et al., 2005 Enzimi farmaco metabolizzant i fegato Modulazione positiva o negativa di CYP3A, CYP2E1 Facilità esecuzione Analisi post-mortem Specificità non elevata Giantin et al. 2010 Cortisolo ematico Siero Diminuzione Analisi in vivo Facilità di esecuzione Costo contenuto Adattabilità ad indagini su vasta scala Recettori glicorticoidei Linfociti periferici diminuzione Analisi in vivo Separazione dei linfociti indaginosa Tecnica analitica complessa (RIA) Odore et al., 2006 Proteomica Siero, plasma, tessuti Identificazione di biomarcatori proteici Analisi in vivo e post mortem Indagine di validazione e screening, costi bassi, Variabilità individuale Nebbia et al., 2008 Vascellari et al., 2008 Marin et al., 2008 • I biomarcatori non potranno mai sostituire le metodiche previste nell’ambito dei controlli ufficiali, ma potrànno fornire un utile ausilio in sede di screening, in modo da orientare le indagini di conferma. • A tale proposito è bene ricordare come l’impiego di test di screening basati sull’azione biologica delle molecole in questione è stato ufficialmente riconosciuto dalla Comunità Europea per la ricerca dei PCB e dei composti diossino-simili (Regolamento (CE) n.1883/2006). • la disponibilità di biomarcatori affidabili può costituire un importante strumento per le associazioni di allevatori e produttori e le grandi catene di distribuzione, al fine di mantenere un elevato standard di qualità e sicurezza della filiera animale.