Elettroscopio a foglie - Liceo Classico Dettori

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Codice strumento: 2
ELETTROSCOPIO A FOGLIE
Tipo di scheda
Livello di ricerca
Codice regione
STS
Catalogazione
20
Ente schedatore
A.R.P.S. - O.N.L.U.S. Associazione per il Recupero del Patrimonio Scientifico
Localizzazione geografico amministrativa
Stato
Provincia
Comune
Italia
CA
Cagliari
Collocazione specifica
LICEO GINNASIO STATALE “G.M. DETTORI”
Riferimento pianta istituto: piano secondo
Condizione Giuridica
Proprietà Liceo Ginnasio Statale “G.M. Dettori”
Dati di inventariazione
Numero inventario presente sullo strumento: (?)18
Inventario Gabinetto di Fisica dal 20/10/34 al I semestre 1940
Aggiornato al 15 febbraio 1935 XIII:
-N° d’ordine: 310 ; N° inventario vecchio: 418; N° inventario nuovo: 2893; “Elettroscopio”; Quantità:
1; Valore: 53.00
Registro cronologico delle operazioni inventariali aggiornato al 1° marzo 1936:
-N° inventario: 2893; “Elettroscopio”; Quantità: 1; Valore: 53.00
Inventario rifatto fino al 31 Dicembre 1960:
-N° inventario: 8064; “Elettroscopio a foglie d’oro”; Quantità: 1; Valore: 10.600
Registro inventario aggiornato al 27 marzo 1980:
- N° d’ordine: 420; N° d’inventario: 8064; “Elettroscopio a foglie d’oro”; Quantità: 1; Condizione:
Buona; Valore: 150
Responsabilità: ideato da: Abraham Bennet (1749-1799);
non firmato
costruito da:
Categoria: Elettricità e magnetismo
Campo di applicazione: permette la verifica dell’esistenza di elettricità in un
corpo e la sua natura.
Data di costruzione: ultimo ¼ XX secolo
Materia e tecnica: ottone, legno, acciaio, alluminio.
Misure: altezza: 390 mm; diametro: 150 mm;
Stato di conservazione: insufficiente
Indicazioni specifiche: il rivestimento interno dello strumento risulta molto danneggiato.
Descrizione ed uso:
Da una base circolare in legno si diparte una colonnina in ottone sulla
quale è inserito lo strumento costituito da un
cilindro chiuso da due vetri circolari. Nella parte
superiore dello strumento è inserita, attraverso
un tappo di sambuco, un’asticella metallica.
Nell’estremità
interna
dell’asticella
sono
attaccate due sottili lamine di alluminio dorato,
mentre l’estremità esterna termina con una sfera. Le pareti interne dello
strumento sono rivestite di un materiale non ben identificato e molto
danneggiato, probabilmente utilizzato per mantenere ben asciutta l’aria all’interno dello strumento.
L’elettroscopio viene utilizzato per sapere se un corpo è caricato positivamente o negativamente.
Se infatti si caricano le foglie, ad esempio positivamente, queste si
aprono perché cariche uguali si respingono, se alla sfera
dell’elettroscopio viene avvicinata una bacchetta di vetro strofinata
con la lana si osserverà che le due foglie si allontanano di più; se
invece si avvicina una bacchetta di ceralacca, anch’essa
precedentemente strofinata con la lana, le due foglie tendono a
chiudersi. Da ciò si può dedurre che, essendo le due foglie cariche
positivamente, se si avvicina un corpo elettrizzato allo stesso modo,
esse tendono ad aprirsi di più se invece si avvicina un corpo
elettrizzato in senso contrario tendono a chiudersi.
Iscrizioni: nessuno
Stemmi, emblemi, marchi: nessuno
Fonti e documenti di riferimento
Riferimenti fotografici
Percorso immagine
Numero d’ordine
Immagini digitali
Annotazioni:
Sir William Gilbert, medico personale della regina Elisabetta I
d’Inghilterra, è stato il primo scienziato a costruire un elettroscopio,
chiamato “versorio” nel 1600. L’apparecchio era costituito da un
semplice filo metallico, incardinato su una base e libero di ruotare.
Lo stesso Gilbert distinse chiaramente le interazioni magnetiche da quelle elettriche e scoprì che
anche altri materiali, oltre l’ambra, potevano essere elettrizzati.
Intorno al 1660 Otto von Guericke scoprì che toccando due oggetti leggeri con un oggetto
elettrizzato, anche essi divenivano elettrizzati e si respingevano. Scoprì inoltre che il contatto
diretto poteva essere anche sostituito da un filo metallico o da una corda umida.
Il primo elettroscopio vero e proprio fu costruito da Francis Hauksbee il vecchio, membro della
Royal Society, nel 1705. Tale sperimentatore usò dei fili di lana che Abraham Bennet, nel 1786,
sostituì con due foglie d’oro come nei moderni apparecchi.
Bibliografia:
Biblioteca Liceo Ginnasio G. M. Dettori:
- P. Burgatti e Q. Majorana “Elementi di Fisica”. Bologna Nicola Zanichelli Editore. 1927. Pag.119
- Francesco Reuleaux “Le grandi scoperte”. Torino Unione Tipografico-Editrice 1886. Pagg.467469.
- Oreste Murani “Trattato Elementare di Fisica” Vol. II Ottica e Elettricità. Ulrico Hoelpi Editore
Libraio della Real Casa Milano. 1924 Pag. 344
- Luigi Palmieri “Lezioni di Fisica Sperimentale” Vol.I. Napoli Giovanni Jovene Libraio-Editore. 1878
Pag.270
- M. J. Jamin “Cours de Physique de l’École Politechnique” Troisième édition. Tome premier
Paris, Gauthier-Villars, Imprimeur-Libraire. 1871. Pagg. 426-429
Biblioteca privata:
- Daguin P.A. “Traitè Elèmentaire de Physique” Troisième Edition. Tome Troisième. ToulouseImprimerie Paul Privat. 1878. Pag. 187
- Meyer M. Wilhelm “Le Forze della Natura”. Casa Editrice Dott. Francesco Vallardi. Milano 1912.
Pag. 316
- Ganot “Trattato Elementare di Fisica” Pag.524
Compilatore della scheda
Ruolo
Lingua
Data di compilazione
Pibiri Michela
Estensore
Italiano
2003
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