seminario del 5 maggio 2009 (XII incontro)

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Università degli Studi di Torino
DIREZIONE AMMINISTRATIVA
“STAFF CULTURA D’IMPRESA E DEL LAVORO”
Il giorno 5 Maggio 2009 si è tenuto presso la Sala “Principi d’Acaja” dell’Università degli Studi di
Torino, Via Verdi 8, il dodicesimo seminario dell’VIII Ciclo formativo sulla Cultura d’Impresa.
All’incontro sono intervenuti l’Ing. Giovanni Ferrero, Direttore Amministrativo dell’Università degli
Studi di Torino e il Dott. Giovanni Bruno, fondatore ed Amministratore Delegato della IO ADV s.r.l..
Dopo la rituale presentazione l’Ing, Giovanni Ferrero ha specificato che avrebbe fornito ai
partecipanti una panoramica generale di internet perché parlare di reti telematiche significa spiegare
internet .
Ha quindi illustrato TOP IX: il consorzio “Torino Piemonte Internet Excange”, di cui fa parte anche il
nostro Ateneo e che offre alle nuove imprese consulenze a titolo gratuito. Uno dei principali problemi
delle piccole imprese è, infatti, quello di non riuscire a fare tutto da sole; usare internet significa entrare
in una comunità, usarne le infrastrutture tecnologiche ed entrare in contatto con altre persone.
L’Università ha 250 chilometri di tubi in fibra ottica, in quanto è necessario che anche gli studenti che
abitano fuori Torino accedano ad internet.
Per tutti gli utenti di internet, ed in particolare per chi lo usa per fare business, uno dei principali
problemi, anche se spesso è sottovalutato, è che in rete si diventa una molteplicità di soggetti diversi,
mentre un’impresa deve essere sempre rintracciabile.
Ormai molti hanno l’agenda su facebook, e-mail aziendali ed e-mail private, un account su e-bay ed usa
Skype per telefonare.
Internet è un ambiente cooperativo, ma la molteplicità degli ambienti cooperativi dà luogo a numerose
comunità non sempre coerenti.
Esiste anche il problema della firma digitale, esiste il divario tra l’identità generica e quella che
coincide con la specializzazione.
Per le future imprese è importante scegliere se specializzarsi in prodotti mirati a delle nicchie di
mercato o di largo utilizzo. Si deve anche considerare che, con ogni probabilità, gli Stati Uniti
cercheranno di uscire dalla crisi puntando sulla green economy.
Le statistiche mondiali evidenziano il digital divide: mentre nel nord America il 73,6% della
popolazione usa internet, in Africa ha il collegamento alla rete solo il 3,5%. In Europa la penetrazione è
del 48% circa, ma l’Italia si colloca agli ultimi posti delle statistiche europee.
Nel nostro Paese ci sono, infatti, molti telefonini e pochi computer.
Il sistema economico italiano è, tra quelli europei, quello che usa meno internet ed è un problema di
mentalità, non di costi.
Internet è nato nel 1969 come ARPA con i fondi dell’esercito statunitense, ed avrebbe dovuto essere un
sistema che permetteva alle comunicazioni di funzionare in caso di un attacco termonucleare. L’ultima
mappa di internet risale al 1980, mentre attualmente sarebbe pressoché impossibile farne una.
Internet si è evoluto da sistema ingegneristico a sistema naturale e nel tempo necessario a misurare la
rete essa è già cambiata. La sfida delle generazioni future sarà sfidare le reti formate da gruppi compatti
con collegamenti remoti.
Le tecnologie alternative sono quelle wireless: bluetooth, WI FI ed i satelliti e si distinguono tra loro
per le distanze che possono coprire. Il wireless genera delle tecniche di comunicazione molto
complesse: la rete sarà basata su un sistema dinamico di comunicazione.
In Italia, però, il decreto Pisanu sull’antiterrorismo ha posto un forte limite alla diffusione di questa
tecnologia, stabilendo che le reti wireless devono essere in grado di identificare gli utenti, e le reti a cui
si accede con password sono molto più costose delle reti aperte.
La tecnologia mette a disposizione mezzi potenti a prezzi molto bassi, creando un mercato che unifica e
contemporaneamente frammenta.
L’esempio dei “giardini murati” (che Giovanni Ferrero ha presentato in una slide) spiega che chi è
nell’area verde guadagna, mentre chi è al di fuori non esiste: Ci sono Aziende che hanno una posizione
abbastanza forte da costringere i piccoli operatori a fare accordi per non essere destinati a sparire.
Tutto tende verso la convergenza che, essendo un termine che ha molti significati, è opportuno chiarire
cosa vuol dire in campo tecnologico ed informatico: essa è l'unione, resa possibile dalla tecnologia
digitale, di tanti strumenti. Convergenza significa utilizzare uno schermo per tutti i servizi: educazione,
sorveglianza, commercio, servizi bancari, intrattenimento, ricerche, medicina, ecc.. Il digitale porta (o
fa convergere) le attività locali a livello globale e viceversa.
Internet moltiplica le relazioni e mette insieme denaro, lavoro e idee. In un mondo che si globalizza si
aprono opportunità di mercato di nicchia; gli operatori dei Media vedono nello sviluppo delle reti la
possibilità di profilare i clienti e fornire servizi personalizzati.
Il Dott. Giovanni Bruno, fondatore e Amministratore Delegato della IO ADV s.r.l., si occupa di
pubblicità, internet e pubbliche relazioni.
Si è laureato dieci anni fa in lettere moderne, coltivando contemporaneamente altre passioni. Ritiene
che la sua laurea dia un bagaglio culturale ed una flessibilità mentali molto utili. Dopo la laurea ha
seguito un corso in marketing e comunicazione organizzato dalla Regione Piemonte, al termine del
quale ha svolto uno stage in un’azienda, dove gli facevano fare fotocopie dei depliant pubblicitari.
Durante questo stage dopo tre settimane parlò con l’Amministratore Delegato comunicandogli che se
non gli avessero assegnato dei compiti più consoni ai suoi studi se ne sarebbe andato.
L’Amministratore Delegato gli rispose di lasciare l’azienda, ma di restare in contatto perché aveva in
mente di offrirgli un altro lavoro in futuro ed effettivamente dopo sei mesi gli propose di occuparsi
della comunicazione di alcune aziende di cui era manager.
Con molto entusiasmo accettò, ma dopo un po’ iniziò a cercare nuovi clienti proponendo se stesso,
poiché questo gli dava la sensazione di farsi identificare. Per questo motivo propose di chiamare “Io” il
settore marketing dell’impresa dove lavorava; gli piaceva inoltre la somiglianza grafica con il 10, che
dava l’idea del massimo. In quel periodo iniziò a dedicare quattro ore della giornata alle telefonate, e
questo gli procurò i primi piccoli lavori.
La svolta professionale avvenne quando telefonò al direttore marketing della Gancia. Fu richiamato
dopo due giorni e questo diede a Giovanni Bruno sia molto coraggio sia l’opportunità di avere contatti
con altri clienti importanti.
Dopo un anno decise di mettersi in proprio. Rassegnò le dimissioni e insieme a due colleghi fondò la
IO ADV s.r.l., i clienti con cui era a contatto mantennero i rapporti con lui e da lì nacque il suo
business.
IO ADV è un’agenzia di pubblicità, all’interno del suo sito ha un blog che rende meno statici rispetto
ad un sito internet “classico”. E’ socialmente attiva su internet, flicker, facebook e youtube; cerca di
usare la rete per fare rete in quanto le reti di persone sono fondamentali per fare business. Dott.
Giovanni Bruno ha sostenuto che è importante tenere alta l’attenzione e farsi notare.
Il sito è anche un’opportunità per entrare in contatto con nuovi talenti.
Dal blog hanno un buon ritorno e anche su facebook le richieste di amicizia provengono da persone
qualificate: altre agenzie o programmatori.
Un’altra cosa importante per un aspirante imprenditore è avere dei modelli. Lui, durante un seminario,
era rimasto colpito da Adriano Marconetto della Vitaminic, gli chiese l’e-mail e iniziarono a scriversi,
in seguito fissarono un appuntamento per parlarsi di persona.
A Torino sono presenti molte agenzie pubblicitarie, ma c’è spazio per le nuove imprese perché il
mercato è molto frammentato.
La IO ADV è una piccola azienda che lavora per grandi clienti, ha instaurato delle partnership con
aziende informatiche per creare portali ai clienti che lo richiedono. Il Dott. Giovanni Bruno ha concluso
affermando che oggi è difficile trovare nuovi clienti e dunque è essenziale mantenerli attraverso la
fidelizzazione.
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