PRONUNCIA E ORTOGRAFIA Simboli fonetici Pronuncia Accento Ortografia Divisione sillabica Segni di interpunzione PAROLE COMPOSTE CASI ARTICOLO DETERMINATIVO ARTICOLO INDETERMINATIVO SOSTANTIVI Declinazione maschili dei sostantivi Declinazione femminili dei sostantivi Declinazione dei sostantivi neutri Sostantivi particolare con declinazione Sostantivi mancanti di plurale Sostantivi con doppia forma di singolare e di plurale Sostantivi con doppio plurale Sostantivi di nazionalità AGGETTIVI QUALIFICATIVI Comparativo Superlativo Comparativi e superlativi irregolari Aggettivi con preposizioni Aggettivi con genitivo o dativo Aggettivi sostantivati AGGETTIVI CARDINALI NUMERALI Età Ore AGGETTIVI ORDINALI NUMERALI Data AGGETTIVI POSSESSIVI E PRONOMI AGGETTIVI E DIMOSTRATIVI PRONOMI AGGETTIVI E INTERROGATIVI PRONOMI AGGETTIVI INDEFINITI PRONOMI E PRONOMI PERSONALI PRONOMI RIFLESSIVI PRONOMI RECIPROCI PRONOMI RELATIVI VERBI VERBI AUSILIARI Sein Haben Werden VERBI COMUNI FORMAZIONE TEMPI Infinito Participio Imperativo DEI MODI E Indicativo Congiuntivo Condizionale Uso DEI MODI Infinito Participio Indicativo Congiuntivo FORMA PASSIVA Modello di coniugazione passiva VERBI MODALI Indicativo Congiuntivo preterito condizionale presente / Verbi che si comportano come i modali VERBI RIFLESSIVI VERBI IMPERSONALI AVVERBI PREPOSIZIONI CONGIUNZIONI STRUTTURA DELLA FRASE Frase principale Frasi secondarie Apposizione Negazione Discorso indiretto Traduzione del gerundio ELENCO DEI PRINCIPALI VERBI SEPARABILI ELENCO DEI PRINCIPALI VERBI IRREGOLARI L'alfabeto tedesco ha 26 lettere: diamo la pronuncia secondo il "Phonetic System" della International Phonetic Association. Lati non è una lettera vera e propria, ma una grafia che si usa al posto della doppia s se questa è preceduta da una vocale lunga o da un dittongo (quando nella radice della parola la f3 non è seguita da una consonante): Vocali Dittonghi Consonanti b-d-f-h-k-1-m-n-p-r-t presentano segni particolari. non fonetici Il segno [:] indica che il suono della vocale che precede è lungo. Vocali ■ Sono sempre lunghe: ■ le vocali seguite da h muta ■ la i seguita da e muta ■ le vocali doppie ■ la a e la a nei suffissi non accentati bar, sal, sam, tum ■ le vocali accentate in fine di parola ■ Sono sempre brevi: ■ la e nei prefissi e suffissi non accentati ■ le vocali seguite da x ■ Sono quasi sempre brevi: ■ le vocali non accentate ■ le vocali accentate seguite da più consonanti ■ Ie ha la e muta: ■ in parole di origine tedesca ■ nel suffisso accentato ie ■ nel suffisso accentato ieren ■ Ie si pronuncia i-e: ■ nelle parole di origine straniera quando la ie non è accentata ■ nelle parole straniere quando non si trova in fine di parola ■ Le vocali a, o, u possono essere raddolcite in d, S, ii con l'Umlaut ("): Dittonghi Sono ai, au, iiu, ei, eu. In essi la prima vocale è pronunciata leggermente più forte della seconda: Consonanti ■ La b finale si pronuncia [p]: ■ La c si trova solo in parole straniere; seguita dalle vocali e, i, d, ii si pronuncia [ts]: ■ La ch: ■ preceduta da a, o, u, au ha un suono gutturale duro [x] ■ preceduta da e, i, d, ii, ii, eu, au ha un suono palatale [9] ■ seguita da a, o, u oppure da 1, r si pronuncia [k] ■ nelle parole di origine francese conserva la pronuncia che ha in tale lingua ■ La ck corrisponde a una doppia k: ■ La d finale si pronuncia [t]: ■ La g: ■ si pronuncia generalmente dura come nell'italiano gara ■ nelle parole di origine italiana o francese conserva la pronuncia originaria ■ L'h, se è iniziale, si pronuncia con un suono aspirato; altrimenti è muta e indica che la vocale precedente è lunga: ■ La k corrisponde alla c dura dell'italiano casa: ■ La qu si pronuncia [kv]: ■ Las: all'inizio di parola o sillaba è sempre sonora come nell'italiano rosa ■ in fine di parola è sorda come nell'italiano sole ■ all'inizio di parola o dopo prefisso seguita da p, t si pronuncia come la se dell'italiano scena ■ La sch si pronuncia sempre come la se dell'italiano scena: ■ Il suffisso tion si pronuncia sempre [tsio:n]: ■ La v si pronuncia: ■ [f] nelle parole tedesche ■ [v] come in italiano all'inizio o all'interno di parole straniere ■ La w si pronuncia come la v italiana: Non esistono accenti grafici nella lingua tedesca. ■L'accento tonico cade generalmente sulla prima sillaba: ■ Cade sulla seconda o terza sillaba: ■ se la parola è formata da un prefisso inseparabile ■ in alcuni nomi propri ■ Cade sull'ultima sillaba: ■ nelle abbreviazioni pronunciate come le lettere dell'alfabeto ■ nelle parole terminanti in ei ■ nelle parole terminanti con il suffisso ieren ■ Si usa la maiuscola: ■ per i sostantivi ■ per i pronomi personali di seconda e terza persona singolare e plurale, usati quale forma di cortesia nella corrispondenza ■ per gli aggettivi dopo espressioni di quantità ■ Si usala minuscola: ■ per tutte le parole che non siano nomi propri o sostantivi ■ per le parole derivate da sostantivi quando non sono usate come tali Divisione sillabica ■ Avviene secondo la pronuncia: ■ I gruppi eh, sch non si dividono: ■ Anche il gruppo st non si divide mai: ■ I gruppi tsch, tzt si dividono solo se segue una vocale: ■ Le consonanti doppie si dividono come in italiano: ■ La ck diventa k-k: ■ In presenza di più consonanti all'interno di parola solo l'ultima va all'inizio della riga seguente: ■ Alla fine della riga, lati seguita da vocale va a capo: ■ Una sola vocale iniziale non fa mai sillaba: ■ Due o più vocali si possono dividere se non formano dittongo: ■ Le parole composte e le parole con prefisso vengono divise secondo le loro componenti: ■ Il punto si usa: ■ dopo i numeri ordinali ■ dopo le abbreviazioni che si pronunciano per esteso ■ La virgola si usa: ■ per dividere due o più frasi principali ■ per dividere la frase secondaria dalla principale ■ per dividere due o più secondarie, se non sono collegate da und o da oder ■ dopo un participio con complementi o davanti a frasi infinitive ■ nella data ■ prima e dopo das heii it cioè, vale a dire ■ davanti a und das, und noch dazu, und zwar che significano precisamente ■ La lineetta si usa: ■ per facilitare la lettura nelle parole composte ■ se in una sequenza di parole composte uno degli elementi si ripete ■ Molto frequenti nella lingua tedesca, sono formate da due o più parole ma vengono considerate come una sola, che prende le caratteristiche grammaticali dell'ultimo termine. L'accento cade, invece, sempre sul primo termine: ■ L'ultima parola può essere: ■ un sostantivo ■ un aggettivo ■ un verbo ■ In tedesco gli articoli, i sostantivi, gli aggettivi e i pronomi si declinano secondo il genere (maschile, femminile, neutro), il numero (singolare, plurale) e la funzione che essi hanno nella frase. ■ nominativo, cioè il caso del soggetto ■ genitivo, cioè il caso del complemento di specificazione: risponde alla domanda di chi, di che cosa? s dativo, cioè il caso del complemento di termine: risponde alla domanda a chi, a che cosa? ■ accusativo, cioè il caso del complemento oggetto ■ Caratteristica del genitivo singolare maschile e neutro è la desinenza s per i polisillabi e es per i monosillabi e per quei sostantivi che terminano in s,fi, x, z, tz, sch, tsch, st: Non prendono s o es i sostantivi maschili deboli (vedi pag. 28): ■ Caratteristica del dativo plurale per tutti i sostantivi è la desinenza n: ! Non prendono n al dativo plurale i sostantivi che terminano al plurale in n o s: ■ Traduce il, lo, la, i, gli, le, precede il sostantivo e ne indica il genere e il caso: ■ Può fondersi preposizioni: con alcune ■ I partitivi del, della, dei, degli, delle non si traducono: ■ L'articolo determinativo non si usa: ■ se il sostantivo è inteso in modo generico ■ se si tratta di nomi di stati o città non preceduti da aggettivi qualificativi ■ se il sostantivo indica una malattia ■ dopo alle ■ con un nome proprio anche se è preceduto da un titolo, dall'indicazione della parentela, dai sostantivi Herr signore, Frau signora, Friiulein signorina: L' articolo si usa con un nome proprio se questo è preceduto da un aggettivo qualificativo: ■ Traduce un, uno, una, precede il sostantivo e ne indica il genere e il caso: ■ Kein, keine, kein si usa: ■ come negazione dell'articolo indeterminativo ■ per negare un sostantivo senza articolo ■ L'articolo indeterminativo non si usa se il sostantivo indica: ■ professione ■ caratteristiche di una persona ■ Possono essere maschili, femminili o neutri; singolari o plurali: ■ In tedesco possono avere un genere diverso da quello che hanno in italiano. Pertanto devono essere studiati accompagnati dall' articolo determinativo: ■ Non esistono regole fisse per determinare il genere di un sostantivo. ■ Sono solitamente maschili: ■ i sostantivi indicanti persona o animale di sesso maschile ■ i nomi di stagioni, mesi, giorni ■ i punti cardinali ■ i nomi dei venti ■ le precipitazioni atmosferiche ■ i nomi di pietre e minerali ■ molti nomi di montagne, la maggior parte dei fiumi stranieri e pochi fiumi tedeschi ■ i seguenti nomi geografici ■ i sostantivi derivanti da un verbo che non aggiungono alcun suffisso ■ i sostantivi che terminano in el, en, er, ig, ling, s ■ i sostantivi di origine straniera terminanti in ant, dr, ast, ent, eur, ier, iker, ikus, ismus, ist, or ■ Sono generalmente femminili: ■ i sostantivi indicanti persone o animali di sesso femminile ■ i nomi di alberi e di molti fiori ■ i nomi di nazioni e territori terminanti in a, e, ei, ie ■ i nomi di molti fiumi tedeschi e la maggior parte dei fiumi stranieri terminanti in a o in e ■ i seguenti nomi geografici ■ i sostantivi derivanti da un verbo che terminano in t ■ i sostantivi terminano in e bisillabici che ■ i sostantivi in ei, in, heit, keit, schaft, ung ■ i sostantivi di origine straniera terminanti in a, ade, age, afille, elle, enz, ette, euse, ie, ik, ille, fine, ion, isse, ive, ose, Sse, sis, tilt, ur, iire ■ Sono generalmente neutri: ■ i nomi dei metalli ■ quasi tutti i nomi di stati e zone geografiche, che però vengono usati con l'articolo solo se preceduti da un aggettivo qualificativo o seguiti da una specificazione ■ i nomi collettivi ■ gli aggettivi, gli infiniti e tutto ciò che può essere sostantivato ■ i diminutivi in chen e lein ■ i sostantivi di origine straniera terminanti in ett, ium, ment ■ i sostantivi che terminano in tum e mal Fanno eccezione: Declinazione maschili, dei sostantivi A seconda delle desinenze che i sostantivi prendono al singolare e al plurale si ha una declinazione forte, debole o mista. Declinazione forte ■ Fanno parte della declinazione forte i sostantivi che al plurale rimangono invariati o aggiungono (')e, ()er, s: ■ Rimangono invariati al nominativo plurale i sostantivi che terminano in el, en, er: Fanno eccezione i seguenti sostantivi che al plurale raddolciscono la vocale tematica: ■ Tra i sostantivi che aggiungono e al plurale, solo i monosillabi raddolciscono la vocale: ■ Prendono er e l'eventuale raddolcimento al plurale i seguenti sostantivi: ■ Prendono s al plurale i sostantivi tedeschi che terminano per vocale (tranne e) e molti sostantivi di origine straniera: Declinazione debole ■ Fanno parte della declinazione debole tutti i sostantivi che formano il plurale in n o en e precisamente: ■ i sostantivi che terminano in e ■ alcuni monosillabi fra cui ■ i sostantivi di origine straniera che hanno l'accento sull'ultima sillaba ■ Il sostantivo der Herr (pl. die Herren) perde la e della desinenza in tutti i casi del singolare: ■ Alcuni sostantivi che terminano in e prendono regolarmente n in tutti i casi del singolare e del plurale tranne che al genitivo singolare dove aggiungono ns. Declinazione mista ■ Ne fanno parte: ■ i sostantivi di origine straniera che terminano in or non accentato ■ alcuni sostantivi, tra i quali Tutti i sostantivi femminili rimangono invariati al singolare. Al plurale possono prendere desinenze della declinazione forte o debole. Declinazione forte ■ Ne fanno parte: ■ i sostantivi che terminano in nis e sal. Quelli in nis raddoppiano la s prima di prendere la desinenza del plurale: ■ una quarantina di monosillabi che raddolciscono tutti la vocale. I più comuni sono: Declinazione debole ■ Ne fanno parte: ■ i sostantivi che terminano in e, ei, el, er, heit, in, keit, schaft, ung. Quelli in in raddoppiano la n prima di prendere le desinenze del plurale Fanno eccezione i sostantivi die Mutter e die Tochter che formano il plurale solo con il raddolcimento della vocale: ■ la maggior parte dei polisillabi e alcuni monosillabi, tra i quali Tutti i sostantivi neutri prendono s o es al genitivo singolare. Al plurale possono prendere desinenze di declinazione forte o debole. Declinazione forte ■ Fanno parte della declinazione forte i sostantivi con plurale invariato o che aggiungono e o Oer: ■ Rimangono invariati al plurale: ■ i sostantivi che terminano in chen, el, en, er, lein, sel ■ gli infiniti sostantivati ■ i sostantivi che iniziano per Ge- e terminano in e ■ Aggiungono e al plurale: ■ i sostantivi che terminano in nis. Essi raddoppiano la s prima di prendere la desinenza del plurale ■ molti sostantivi che iniziano per Ge- e terminano in consonante, ma non in el, en, er I seguenti sostantivi, pur iniziando per Ge- e terminando in consonante, formano il plurale aggiungendo er: ■ una quarantina di monosillabi. I più comuni sono ■ Al plurale aggiungono er ed eventuale raddolcimento molti monosillabi. I più comuni sono: Declinazione debole ■ Vi appartengono: ■ i sostantivi di origine straniera che terminano in a, o, um. Al plurale essi sostituiscono queste desinenze con en ■ i seguenti sostantivi Nomi e cognomi ■ Prendono s al genitivo singolare, e al plurale sia i nomi maschili sia quelli femminili: ■ Il nome (o cognome) declinato al genitivo precede di solito il sostantivo a cui si riferisce. In questo caso il sostantivo perde l'articolo: ■ Se si deve declinare al genitivo un nome seguito dal cognome, è quest'ultimo a prendere la s: ■ Se il genitivo è già espresso da un articolo determinativo seguito da un sostantivo, un aggettivo qualificativo o un titolo posti prima del nome (o cognome), quest'ultimo non si declina: ■ Se il nome (o cognome) è preceduto da un titolo senza articolo, quest'ultimo rimane invariato e il nome (o cognome) prende la s: !Herr viene sempre declinato: ■ Se il nome (o cognome) termina in s, f3, tz, x, z si sostituisce il genitivo con la preposizione von: !Questa costruzione è usata nella lingua parlata per tutti i nomi (o cognomi): Nomi geografici Bisogna distinguere tra i nomi geografici retti sempre dall'articolo determinativo e i nomi geografici neutri usati senza articolo: ■ I nomi geografici retti dall'articolo si declinano in tutti i casi del singolare o plurale come dei normali sostantivi: ■ i nomi geografici neutri usati senza articolo si declinano solo al genitivo aggiungendo s: ■ Spesso il genitivo è sostituito dalla preposizione von: ■ Il genitivo dei nomi di città si può anche formare aggiungendo er. In questo caso il nome della città diventa un aggettivo qualificativo indeclinabile: Espressioni di quantità ■ A differenza dell'italiano non sono seguite da alcuna preposizione: ■ Non si declinano al plurale se sono maschili o neutre: ■ Si declinano al plurale se sono femminili: Nomi di monete ■ Se terminano in e, vengono declinati al plurale aggiungendo n: ■ Rimangono invariati in tutti gli altri casi: Sostantivi stranieri ■ Si declinano regolarmente al plurale, che formano aggiungendo e, s, n o en: !Mantengono, invece, la desinenza originaria del plurale: ■ I sostantivi stranieri ormai entrati nell'uso quotidiano al singolare si declinano come dei sostantivi tedeschi: ■ I sostantivi maschili o neutri che terminano in os o us al singolare non prendono la desinenza del genitivo: Contrariamente all'italiano sempre singolari: sono ■ i sostantivi che si riferiscono a oggetti formati da due o più parti uguali ■ i sostantivi che indicano un insieme di oggetti, o luoghi ed eventi considerati nel loro complesso Non ha invece il singolare il sostantivo die Leute la gente. A differenza dell'italiano, quindi, il verbo va coniugato al plurale e il pronome personale a esso riferito è sie (plur.): Possono terminare in er, e o in altra vocale: ■ I sostantivi che terminano in er seguono la declinazione maschile forte: ■ I sostantivi che terminano in e seguono la declinazione maschile debole: Fa eccezione der Deutsche il tedesco, che non è un sostantivo ma un aggettivo sostantivato. Esso si declina perciò come un aggettivo qualificativo: ■ I sostantivi che terminano in vocale che non sia e possono formare il genitivo singolare, e il plurale sia con l'aggiunta di s sia senza: Il femminile dei sostantivi di nazionalità si forma aggiungendo in. I sostantivi che terminano in e o in altra vocale perdono la vocale prima di aggiungere in: ■ Dopo i verbi essere, diventare, sembrare e fare restano invariati e, se nella frase vi sono dei complementi, si collocano dopo questi: ■ Se sono attributi di un nome lo precedono e concordano in genere, numero e caso con esso, secondo tre declinazioni. Prima declinazione Detta declinazione debole, si usa quando l'aggettivo è preceduto dall'articolo determinativo o da dieser questo, jener quello, jeder ogni, welcher quale. È caratterizzata dalla desinenza e al nominativo singolare dei tre generi e all'accusativo singolare femminile e neutro; prende la desinenza en in tutti gli altri casi. Seconda declinazione Detta declinazione mista, si usa quando l'aggettivo è preceduto dall'articolo indeterminativo, da aggettivi possessivi, da alle tutti, o kein nessuno. È caratterizzata dalle desinenze dell'articolo determinativo al nominativo singolare dei tre generi e all' accusativo singolare femminile e neutro. Negli altri casi la desinenza è en. Terza declinazione Detta declinazione forte, si usa quando l'aggettivo non è preceduto né dall' articolo determinativo o indeterminativo né da altre forme determinanti come dieser, alle ecc. Si usa anche dopo andere altri, einige qualche, etliche alcuni, folgende seguenti, manche taluni, mehrere parecchi, viete molti, wenige pochi, dessen del quale e deren della quale, dei quali. È caratterizzata da desinenze tratte dall'articolo determinativo. Fanno eccezione il genitivo singolare maschile e quello neutro che prendono en anziché es. ■ Gli aggettivi terminanti in el e er quando vengono declinati perdono la e prima di aggiungere la desinenza: ■L'aggettivo hoch alto perde la c quando viene declinato: ■ Gli aggettivi di origine straniera terminanti in vocale, comeprima, lila, creme, non si declinano: ■ Gli aggettivi ganz tutto e halb mezzo non vengono declinati se precedono un nome di città o di paese senza articolo: ■ Dopo i numeri cardinali non preceduti da articolo l'aggettivo segue sempre la terza declinazione: ■ Molto davanti a un aggettivo di grado positivo si traduce sehr: ■ Troppo davanti a un aggettivo di grado positivo si traduce con zu o con viel zu: Comparativo di maggioranza ■ Si forma all'aggettivo il aggiungendo suffisso ere raddolcendo, dove è possibile, la vocale tematica. Il secondo termine di paragone è introdotto da als: Non raddolciscono tematica: la vocale ■ gli aggettivi con il dittongo au ■ gli aggettivi terminanti in bar, e, el, en, er, haft, ig, lich ■ tutti gli aggettivi costituiti da participi, o di origine straniera ■ alcuni aggettivi monosillabici, come per esempio ■ Il comparativo non si può formare se l'aggettivo è indeclinabile. ■ Il comparativo è formato con mehr se vengono paragonate qualità di uno stesso oggetto anziché di persone o cose diverse: ■ Molto davanti a un comparativo si traduce con viel: ■ Tanto più si traduce con um so seguito dal comparativo: ■ Quanto più... tanto più si traducono conje ... desto seguiti dal comparativo: Comparativo di minoranza Si forma ponendo weniger davanti all'aggettivo. Il secondo termine è introdotto da als: Comparativo di uguaglianza Si forma ponendo so davanti all'aggettivo. Il secondo termine è introdotto da wie: Superlativo relativo Si forma aggiungendo ste (oppure te) al grado positivo e raddolcendo, dove è possibile, la vocale tematica: ■ Di e fra, dopo il superlativo relativo, si traducono con von o unter seguiti dal dativo: ■ Se l'aggettivo segue i verbi essere, diventare, fare e sembrare, forma il superlativo aggiungendo la desinenza sten. È preceduto da am: Superlativo assoluto Si forma: ■ premettendo all' aggettivo sehr molto, ganz del tutto, hiichst altamente, besonders particolarmente s aggiungendo a un aggettivo di grado positivo un sostantivo o un aggettivo che lo rafforzi ■ Reggono una preposizione seguita dal dativo: ■ Reggono una preposizione seguita dall'accusativo: ■ Reggono il genitivo: ■ Reggono il dativo: ■ Si scrivono con la maiuscola e si declinano come gli aggettivi: ■ Si usano, declinati al neutro singolare, dopo le espressioni che traducono l'italiano qualcosa di, niente di, più aggettivo: ■ Da 21 fino a 99 le unità si collegano alle decine con la congiunzione und: ■ Nei cardinali composti eins perde la s: ■ Zwei e drei si declinano al genitivo se non sono preceduti da articolo, da aggettivi possessivi, dimostrativi e simili: ■ Dai cardinali si formano: ■ aggiungendola desinenza mal ■ aggiungendo la desinenzafach ■ I cardinali formano anche aggettivi e sostantivi indeclinabili in er: ■ Halb mezzo: . generalmente è preceduto dall'articolo e si comporta come un aggettivo . unito a un numerale diventa einhalb e rimane invariato. Il sostantivo che segue è al plurale, a meno che non indichi peso o misura ■ Anche anderthalb e eineinhalb, che significano uno e mezzo, sono seguiti dal sostantivo al plurale: ■ Die Halfte traduce la metà: ■ Beide tutti e due, entrambi si declina come un aggettivo qualificativo. L'aggettivo che segue prende le desinenze della prima declinazione: ■ Per chiedere l'espressione: l'età si usa ■ Si risponde coniugando l'espressione ... Jahre alt sein: ■ Per domandare l'ora si usano le espressioni: ■ Per rispondere si usa l'espressione: ■ L'ora intera si esprime con il numero cardinale seguito, se si vuole, dalla parola Uhr; il verbo è sempre al singolare: ■ Per indicare la mezz'ora si usa halb seguito dall'ora successiva: ■ L'espressione italiana meno un quarto si indica con: ■ ein Viertel e l'ora successiva preceduta da vor prima di ■ drei Viertel più l'ora successiva ■ L'espressione italiana e un quarto si traduce con ein Viertel nach un quarto dopo più l'ora precedente: ■ I minuti si indicano seguiti da vor oppure nach, a seconda che precedano o seguano: ■ l'ora ■ di dieci minuti o meno la mezz'ora ■ Gli orari dei mezzi si leggono nel seguente modo: Si formano aggiungendo ai numeri cardinali fino a 19 la desinenza te, da 20 in poi ste. Fanno eccezione 1, 3, 7 e 8. Si abbreviano con i cardinali seguiti da un punto. ■ Si declinano come aggettivi qualificativi: ■ Con i numeri ordinali si formano: ■ le frazioni, aggiungendo Z ■ gli avverbi, aggiungendo ns ■ Uno su due, uno su tre... si traducono con gli ordinali preceduti dajeder ogni: ■ In due, tre, quattro... si traducono con gli ordinali senza la e finale, preceduti da zu: ■ Si esprime con l'aggettivo numerale ordinale per il giorno e il mese, e il cardinale per l'anno: ■ Il complemento di tempo riferito a anno si rende con le espressioni das Jahr / im Jahr seguite dall'anno, oppure con il numero dell'anno senza articolo e senza preposizione: ■ Le date oltre l'anno 1099 si leggono in centinaia: Aggettivi ■ Non vogliono mai l'articolo e precedono sempre il sostantivo, con il quale si accordano in genere, numero e caso: ■ La loro declinazione corrisponde a quella indeterminativo ein: dell'articolo ■ Sein e ihr vengono sostituiti con i dimostrativi dessen e deren quando possono dar luogo a equivoci: ■ Unser e euer possono perdere una e quando vengono declinati: ■ Ihr scritto con la maiuscola è l'aggettivo possessivo della forma di cortesia: Pronomi Possono avere due tipi di declinazione: una senza articolo, l'altra con articolo. ■ Nella declinazione con articolo, i pronomi possessivi possono prendere il suffisso ig. Si coniugano come der meine: ■ Quando sono usati come veri e propri sostantivi, si scrivono con la maiuscola: ■ Der, die, das si declinano come l'articolo determinativo. Se sono pronomi, al genitivo singolare e plurale e al dativo plurale hanno forma diversa rispetto all'aggettivo: ■ Dieser, jener, solcher si declinano come l'articolo determinativo: ■ Der/die/dasjenige e der/die/dasselbe sono costituiti da due parti: la prima si declina come l'articolo determinativo, la seconda come l'aggettivo qualificativo che appartiene alla prima declinazione: ■ Der, die, das sono le forme più comunemente usate. ■ Questo, questa, questi, queste davanti ai verbi essere, diventare, sembrare si traducono sempre con das. Il verbo si coniuga in base al sostantivo che segue: ■ Con la maggior parte delle preposizioni che reggono il dativo o l'accusativo, der, die, das riferiti a una cosa vengono sostituiti con da (dar davanti a vocale) più preposizione: ■ Derer fa riferimento a ciò che segue: ■ Deren si riferisce a ciò che è già stato espresso: ■ Jener, jene, jenes sono ormai sostituiti nella lingua parlata da der, die, das (+ sostantivo +) da: ■Derjenige, diejenige, daejenige sono quasi esclusivamente seguiti da una frase relativa: ■ Solcher, solche, solches: ■ al singolare vengono usati spesso con l'articolo indeterminativo ■ se l'articolo indeterminativo segue solcher, solche, solches le forme del pronome perdono le desinenze er, e, es ■ preceduti da als sostituiscono selbst ■ Selbst si usa per sottolineare che proprio una certa persona compie una certa azione: ■ Wer è solo pronome e si usa riferito alle persone. Si declina come l'articolo determinativo. Fa eccezione il genitivo: ! Wessen di chi deve essere subito seguito dall'oggetto posseduto: ■ Was si riferisce a cose e si usa solo al nominativo e all'accusativo. Se è preceduto da preposizione si trasforma con wo(r) più preposizione: ■ Welcher, welche, welches traducono quale. Sono sia aggettivi sia pronomi e si declinano come i pronomi relativi analoghi (vedi pag. 76). Indicano una scelta limitata. Si concordano con il sostantivo a cui si riferiscono: ■ Was fiir ein, eine, ein traducono quale, che tipo di. Indicano una scelta vasta. Possono essere sia aggettivi sia pronomi: ■ se sono aggettivi, ein, eine, ein si declinano come l'articolo indeterminativo, ma al plurale cadono e l'aggettivo diventa was fiir ■ se sono pronomi si concordano con il sostantivo a cui si riferiscono e ein, eine, ein si declinano come il pronome indefinito einer, eine, eins; al plurale vengono sostituiti da welche ■ All: e si usa non declinato seguito da un aggettivo possessivo o dimostrativo o dall'articolo determinativo, più un nome singolare o plurale ■ traduce ogni quando indica un intervallo. In questo caso si declina come l'articolo determinativo Tutto aggettivo col significato di intero si traduce con ganz che si declina come un aggettivo qualificativo: ■ Alle si declina come l'articolo determinativo plurale: ■ Beide può essere sia aggettivo sia pronome, ma si declina sempre come un aggettivo qualificativo. Se è seguito da un aggettivo, questo prende le desinenze della prima declinazione: ■ Einer, eine, eins e keiner, keine, keins si accordano in genere, numero e caso con il nome che sostituiscono. Si declinano come l'articolo determinativo. La preposizione di che solitamente segue è resa con von o con unter: ■ Einige è solo plurale. Si declina come l'articolo determinativo plurale: ■ Etwas è singolare e invariabile. Se qualcosa è seguito da di più un aggettivo, di non si traduce mentre l'aggettivo prende le desinenze della terza declinazione e viene scritto maiuscolo: ■ Jeder, jede, jedes sono solo singolari. Si declinano come l'articolo determinativo: ■ Jemand e niemand possono rimanere invariati o essere declinati aggiungendo em al dativo e en all'accusativo. Niemand non vuole nessun'altra negazione: ■ Man è usato solo al nominativo e vuole la terza persona singolare del verbo: ■ Nichts è singolare e invariabile. Si comporta come etwas. Non vuole nessun' altra negazione: ■ Viel e wenig possono essere sia aggettivi sia pronomi: ■ se sono aggettivi, al singolare rimangono invariati, mentre al plurale prendono le desinenze della terza declinazione dell'aggettivo ■ se sono pronomi prendono le desinenze della terza declinazione dell'aggettivo sia al singolare sia al plurale Qualsiasi e qualunque preceduti da un pronome indefinito si traducono con irgend più il pronome: ■ In funzione di soggetto non possono mai essere sottintesi: ■ Er, sie, es possono essere riferiti, tutti e tre, sia alle persone sia alle cose. L'uso dipende dal genere del sostantivo: ■ La terza persona plurale vale per tutti e tre i generi: ■ Scritta con la maiuscola la terza persona plurale viene usata come forma di cortesia: ■ In presenza di più complementi, il pronome personale al dativo o all'accusativo occupa il primo posto: ■ Se in una frase vi sono due pronomi, uno al dativo e l'altro all'accusativo, quest'ultimo precede il primo: ■ Nelle frasi che iniziano con un complemento il pronome personale precede il soggetto se questo è un sostantivo: ■ Se il pronome personale retto da una preposizione si riferisce a una cosa lo si sostituisce con da (dar davanti a vocale) più la preposizione: Il pronome personale neutro es ■ Si usa davanti al verbo essere alla terza persona singolare e può sostituire anche un maschile o femminile: soggetto ■ se il soggetto è stato menzionato precedentemente ■ se il soggetto è chiaramente intuibile dal contesto ■ Con i verbi bleiben rimanere, scheinen sembrare, sein essere, werden diventare sostituisce il predicato nominale o l'aggettivo predicativo: ■ Si usa per complemento indeterminato: indicare un oggetto ■ Si riferisce anche a un'intera frase anticipandola o richiamandola: ■ Si usa come soggetto dei verbi impersonali: ■ Si usa, solo all'inizio di frase, come soggetto di un verbo al passivo impersonale: ! Se la frase comincia con un complemento es scompare: ■ Si usa, all'inizio di frase, per anticipare il soggetto vero e proprio che è posposto. In questo caso il verbo può essere anche al plurale, poiché si accorda con il vero soggetto: La forma base è einander che traduce l'un l'altro. Può formare composti con moltissime preposizioni ed è invariabile: Sono der, die, das e welcher, welche, welches. Traducono che, il quale, la quale, i quali, le quali. ■ Il loro genere dipende dal sostantivo a cui si riferiscono, il loro caso dalla funzione che essi hanno nella frase relativa: ■ La loro posizione è subito dopo il sostantivo a cui si riferiscono, dal quale possono essere separati solo da una forma verbale o da una preposizione che li regge: ■ Se si riferiscono a una cosa e sono preceduti da una preposizione si traducono con wo(r) più la preposizione: ■ Das si sostituisce con was ciò, se si riferisce: ■ a un pronome neutro o a un numerale ■ a un aggettivo neutro sostantivato, specialmente se usato al superlativo ■ a un'intera frase ■ Dessen e deren traducono cui o rispettivamente del/ della quale, dei/delle quali. Rimangono invariati e hanno la seguente costruzione: (preposizione) + dessen/deren + sostantivo senza articolo: ■ Derjenige, der colui che si sostituisce generalmente con wer chi quando sia il dimostrativo sia il relativo sono al caso nominativo: ■ Welcher, welche, welches si usano essenzialmente per evitare ripetizioni, o quando può sorgere confusione con l'articolo determinativo: ■ Si dividono in ausiliari, comuni, modali: ■ gli ausiliari sono ■ i modali sono ■ Le persone sono tre al singolare e tre al plurale: ■ Quando il verbo è coniugato, deve essere sempre accompagnato dal soggetto: ■ Tutti i verbi si coniugano ai seguenti modi e tempi semplici e composti: INFINITO: presente e passato PARTICIPIO: presente/gerundio e passato IMPERATIVO INDICATIVO: presente, preterito, passato prossimo, trapassato, futuro, futuro anteriore CONGIUNTIVO: preterito (II), trapassato (II) presente passato (I), (I), CONDIZIONALE: presente (I) e passato (II); le forme sono le stesse del congiuntivo preterito e trapassato Il preterito corrisponde all'imperfetto e passato remoto italiani ■ La forma può essere attiva o passiva: Traduce essere. Si usa ■ Per formare l'infinito passato, il passato prossimo e il trapassato dei verbi: ■ intransitivi di moto che indicano un cambiamento di luogo o stato ■ bleiben restare, sein essere, werden diventare ■ fliegen volare, laufen correre, marschieren marciare, reisen viaggiare, wandern girovagare, camminare ■ Si usa anche per esprimere uno stato, una condizione del soggetto: Traduce avere. Si usa ■ Per formare l'infinito passato, il passato prossimo e il trapassato dei verbi: ■ transitivi o usati come tali ■ riflessivi ■ modali ■ intransitivi di moto che non indicano un cambiamento di luogo o stato Traduce diventare. Si usa ■ Per formare il futuro, condizionale e il passivo: il Si dividono in regolari (deboli) e irregolari (forti e misti) a seconda di come formano il preterito e il participio passato. Alcuni verbi irregolari mostrano qualche particolarità anche al presente. Molti verbi comuni possono essere preceduti da un prefisso, che può essere separabile o inseparabile. ■ I prefissi separabili, su cui cade sempre l'accento tonico, sono: ■ I prefissi inseparabili, mai accentati, sono: I prefissi durch, hinter, iiber, um, unter, wider possono essere sia separabili sia inseparabili, a seconda della posizione dell'accento: Presente Termina in en, raramente in n: Passato Si forma con il participio passato del verbo più l'infinito dell'ausiliare: Presente/gerundio Si forma aggiungendo d all'infinito: Passato Bisogna distinguere tra verbi regolari e irregolari, e tra verbi separabili e inseparabili. ■ I verbi regolari formano il participio passato premettendo ge al tema del verbo (infinito senza en o n) e aggiungendovi t; i verbi il cui tema termina in t o d aggiungono et. Fanno eccezione i verbi in ieren, che non prendono ge: ■ I verbi irregolari hanno forme di participio passato diverse, che pertanto devono essere imparate singolarmente (vedi elenco dei verbi irregolari a pag. 154): ■ I verbi separabili formano il participio passato come gli altri verbi, regolari o irregolari, ma in essi il prefisso precede sempre ge: ■ I verbi inseparabili formano il participio passato come gli altri verbi, regolari o irregolari, ma in essi il prefisso sostituisce ge: Esistono quattro forme: la II persona singolare, la I plurale, la Il plurale e la forma di cortesia. ■ La Il persona singolare è costituita dalla forma corrispondente del presente indicativo (vedi pag. 89), a cui vengono tolti la desinenza st e il pronome personale soggetto. I verbi irregolari che raddolciscono la vocale tematica nell'indicativo presente, all'imperativo perdono il raddolcimento: ■ La I persona plurale è costituita dalla forma corrispondente del presente indicativo (vedi sotto), ma con posizione invertita di soggetto e verbo: ■ La II persona plurale è costituita dalla forma corrispondente del presente indicativo (vedi sotto), ma senza il pronome personale soggetto: ■ La forma di cortesia è costituita dalla forma corrispondente dell'indicativo presente (vedi sotto), ma con posizione invertita di soggetto e verbo: ■ Nei verbi separabili il prefisso va in fondo alla frase: Presente Si forma dall'infinito togliendo en (o n) e aggiungendo al suo posto le seguenti desinenze per le diverse persone: ■ I verbi che hanno il tema (infinito senza en) in t o d aggiungono una e prima delle desinenze di II e III persona singolare e di II persona plurale: ■ I verbi irregolari con la vocale tematica a raddolciscono la vocale in d alla Il e III persona singolare: ■ Alcuni verbi irregolari con la vocale tematica e cambiano la e in i oppure in ie alla Il e III persona singolare: ■ I verbi separabili e inseparabili si coniugano come tutti gli altri verbi comuni, ma nei primi il prefisso va in fondo alla frase: ■ I verbi che hanno il tema in s, f3, tz, z prendono solo t alla Il persona singolare: Preterito ■ I verbi regolari formano il preterito aggiungendo al tema una t seguita dalle desinenze delle diverse persone: ■ I verbi regolari che hanno il tema in t o d aggiungono una e prima delle desinenze: ■ I verbi irregolari hanno forme base diverse, che devono perciò essere studiate singolarmente (vedi elenco dei verbi irregolari a pag. 154). La forma base è valida per la I e III persona singolare; da essa si formano le altre persone con l'aggiunta delle seguenti desinenze: ■ I verbi separabili e inseparabili si coniugano come gli altri verbi comuni, a seconda che siano regolari o irregolari, ma in quelli separabili il prefisso va in fondo alla frase: Passato prossimo Si forma con il presente di sein o haben più il participio passato del verbo. Quest'ultimo è posto alla fine della frase: Trapassato Si forma con il preterito di sein o haben più il participio passato del verbo, posto in fondo alla frase: Futuro Si forma con il presente di werden più l'infinito del verbo, posto alla fine della frase: Futuro anteriore Si forma con il presente di werden più l'infinito passato del verbo, posto in fondo alla frase: Presente (I) Si forma con il tema del verbo (infinito senza en o n) più le seguenti desinenze per le diverse persone: Preterito (II) ■ Per i verbi regolari si forma come l'indicativo preterito: ■ Per i verbi irregolari si forma con l'indicativo preterito più le desinenze: ■ I verbi irregolari con vocale tematica a, o, u raddolciscono la vocale: Passato (I) Si forma con il congiuntivo presente di sein o haben più il participio passato del verbo, posto in fondo alla frase: Trapassato (II) Si forma con il congiuntivo preterito di sein o haben più il participio passato del verbo, posto in fondo alla frase: Presente (I) ■ Per i verbi regolari si forma con il condizionale presente di werden più l'infinito del verbo, posto in fondo alla frase: ■ Per i verbi irregolari, oltre a wiirde più infinito, si usano anche le forme del congiuntivo preterito del verbo: Passato (II) Si forma: ■ con il congiuntivo preterito (condizionale presente) di werden più l'infinito passato, posto in fondo alla frase ■ con il congiuntivo trapassato del verbo Si usa ■ Coni verbi modali: ■ Dopo i verbi di moto: ■ Dopo bleiben rimanere quando regge i verbi bestehen esistere, haften aderire / garantire, hiingen pendere, kleben aderire / essere attaccato, leben vivere, liegen giacere, sitzen sedere, stecken infilare, stehen stare in piedi, wohnen abitare: ■ Dopo haben con i verbi hiingen, liegen, stecken, stehen: ■ Con i verbi helfen aiutare, hLren udire, lassen lasciare/fare, sehen vedere: ■ Con i verbi heifien chiamarsi, lehren insegnare e lerren imparare: ■ Preceduto da zu, quando è retto da un sostantivo, da un aggettivo o da verbo, esclusi i casi precedenti: Presente: si usa ■ Per tradurre un gerundio senza complementi, che indica un'azione contemporanea a quella della frase principale: ■ Con valore di avverbio: ■ Con valore di aggettivo in posizione attributiva: ■ Come aggettivo sostantivato: Passato: si usa ■ Per la formazione dei tempi composti: ■ Come aggettivo in posizione attributiva: ■ Come aggettivo sostantivato: ■ Al posto del gerundio di un verbo di moto retto da kommen: Diversamente dall'italiano si usa anche: ■ nelle frasi secondarie introdotte da dass che, e rette da verbi come bewirken causare, durchsetzen imporre, verlangen pretendere, e dalle locuzioni es ist Gewohnheit è abitudine, es ist recht è giusto, es ist sicher / es stehtfest è certo, fest iiberzeugt sein essere convinti, jedermann weifi tutti sanno ■ nel discorso indiretto dopo i verbi sagen dire, hoffen sperare, versprechen promettere, ftirchten temere, se usati al presente indicativo specialmente alla prima persona singolare o plurale Si possono distinguere le forme dei congiuntivi I e II. Il cosiddetto congiuntivo I comprende il presente e il passato. Il congiuntivo II comprende il preterito e il trapassato. Se nella frase principale è usato il presente o il preterito indicativo, nella secondaria si può usare indifferentemente il congiuntivo I o il II per esprimere la contemporaneità dell'avvenimento rispetto al tempo della principale: ■ Il congiuntivo I: ■ esprime un'esortazione o una richiesta esaudibile ■ viene usato per il discorso indiretto ■ dopo i verbi denken pensare, fiirchten temere, glauben credere, hoffen sperare, meinen supporre, è sostituito dall'indicativo, a meno che non si voglia esprimere un forte dubbio ■ viene sostituito dal congiuntivo II nel discorso indiretto, se la sua forma non si distingue da quella dell'indicativo ■ Il congiuntivo II esprime: ■ irrealtà o incertezza ■ un desiderio la cui realizzazione non è certa ■ probabilità condizionali nelle frasi ■ un'azione, un fatto non avvenuto ■ si usa inoltre nelle concessive dopo als dass frasi ■ Si forma con l'ausiliare werden seguito dal participio passato del verbo: ■ Al passato prossimo, il participio passato di werden perde ge e diventa pertanto worden: ■ Il complemento d'agente si rende con von e il dativo: ■ Il complemento di mezzo si esprime con durch e l'accusativo: Il participio passato italiano retto dal verbo essere non sempre indica un'azione passiva; può anche esprimere uno stato, una condizione. In questo caso non si usa werden ma sein: Sono: ■ Presentano particolarità comuni nella formazione dell'indicativo presente e preterito e del congiuntivo preterito/condizionale presente. Gli altri tempi e modi seguono le regole di formazione dei verbi comuni regolari. ■ Non hanno né l'imperativo né la forma passiva. Il loro ausiliare è haben. ■ I participi passati sono: gedurft, gekonnt, gemocht, gemusst, gesollt, gewollt. Presente Le tre persone singolari hanno una variazione della vocale tematica: fa eccezione sollen. La I e la III persona singolare non hanno desinenza. La Il termina in st. Le tre persone plurali si formano con il tema del verbo (infinito senza en) più le desinenze en, t, en: Preterito Si forma come il preterito dei verbi comuni; tuttavia i modali che hanno la vocale raddolcita perdono il raddolcimento ("). MSgen cambia anche la consonante tematica: Si forma con l'indicativo preterito più il raddolcimento della vocale tematica, tranne che per sollen e wollen che mantengono la o senza Umlaut ("): Si usano ■ Diirfen: ■ esprime permesso, autorizzazione a fare qualcosa. Chi permette o autorizza non è mai il soggetto grammaticale della frase ■ nel congiuntivo preterito/condizionale presente esprime una supposizione se usato alla forma negativa indica divieto. Traduce perciò non dovere ■ KBnnen esprime possibilità in generale o capacità: ■ Miigen: ■ esprime desiderio, traduce aver voglia di. Si usa soprattutto al condizionale ■ in alcune locuzioni ha invece il significato di potere, essere probabile ■ Miissen: ■ esprime una necessità assoluta, un ordine tassativo ■ traduce bisogna che La non necessità di fare qualcosa generalmente si rende con nicht brauchen e non con nicht miissen: ■ Sollen: ■ esprime un'esortazione, un consiglio, una raccomandazione ■ traduce a quanto si dice, dicono Quando in italiano, nelle domande dirette o indirette, vi è soltanto l'infinito di un verbo, in tedesco bisogna aggiungere sollen: ■ Wollen esprime ferma volontà, intenzione: ■ Tutti i modali sono sempre seguiti dall'infinito senza zu: ■ Il verbo retto dai modali coniugati al presente o al preterito dell'indicativo e del congiuntivo occupa l'ultimo posto della frase: ■ Se al passato prossimo e trapassato reggono un verbo, i modali non si coniugano al participio passato ma rimangono all'infinito: ■ Il verbo retto dai modali coniugati a tutti gli altri tempi e modi precede immediatamente il modale: ■ Nelle frasi secondarie, se il modale è coniugato a un tempo composto, l'ausiliare viene collocato prima dell'infinito, seguito a sua volta dal modale: ■ Sono: ■ Se reggono un infinito seguono le stesse regole dei modali, ossia: ■ non vogliono zu prima dell'infinito da loro dipendente ■ al passato prossimo e trapassato rimangono all'infinito, anziché essere coniugati al participio passato Wissen sapere, essere a conoscenza presenta le stesse caratteristiche dei modali nella formazione del presente indicativo. Per il resto è un verbo comune irregolare: Possono essere reali o apparenti. ■ Sono reali se possono avere come complemento oggetto solo il pronome riflessivo. I più importanti sono: ■ Sono apparenti se possono essere usati anche come verbi non riflessivi, ossia senza il pronome sich: ■ Se sono usati come riflessivi possono avere il pronome riflessivo all'accusativo o al dativo: ■ hanno il pronome riflessivo all' accusativo ■ hanno il pronome riflessivo al dativo Se il pronome riflessivo è al dativo il verbo può reggere complemento oggetto: un ■ Tutti i verbi riflessivi formano i tempi composti con l'ausiliare haben: ■ Molte volte sostituiscono la forma passiva: ■ Il pronome riflessivo sich unito a taluni verbi comuni può anche esprimere reciprocità: ■ Se un verbo riflessivo viene usato con significato reciproco, il pronome riflessivo può essere mantenuto con l'aggiunta di gegenseitig, o venire sostituito da einander: ■ Sono quelli che indicano condizioni atmosferiche: ■ Anche i verbi comuni possono essere usati impersonalmente: ■ se il soggetto è indeterminato ■ in alcune locuzioni come ■ Specificano luogo, tempo, causa, modo e maniera. Possono essere: ■ avverbi veri e propri ■ avverbi derivati da altre parti del discorso ■ avverbi costituiti da un aggettivo o da un participio ■ Gli avverbi derivati da aggettivi o participi formano: ■ il comparativo aggiungendo ere l'eventuale raddolcimento (") ■ il superlativo relativo con am più la desinenza (e)sten e l'eventuale raddolcimento (") ■ il superlativo assoluto con aufs più la desinenza ste e l'eventuale raddolcimento (") I seguenti avverbi formano il comparativo e il superlativo relativo irregolarmente: Avverbi di luogo ■ Rispondono alle domande: ■ I più importanti sono: Her e hin, che indicano rispettivamente avvicinamento e allontanamento da chi parla, devono essere aggiunti agli avverbi di stato in luogo per renderli di moto: Avverbi di tempo ■ Rispondono alle domande: ■ I più importanti sono: Avverbi di causa ■ Rispondono alle domande: ■ I più importanti sono: Avverbi di modo e maniera ■ Rispondono alle domande: ■ Sono spesso formati aggiungendo all'aggettivo o a un sostantivo: ■ il suffisso lich ■ il suffisso weise ■ I più comuni sono: Preposizioni genitivo che reggono il ■ Halber viene sempre posposto: ■ Um ... willen vuole la costruzione um + sostantivo di riferimento + willen: ■ Zufolge regge il genitivo solo se preposto; posposto vuole esclusivamente il dativo: Preposizioni che reggono il dativo ■ Aus indica: ■ provenienza da luogo chiuso o delimitato ■ origine ■ materia Aufier, nelle due espressioni seguenti, regge il genitivo: ■ Bei indica stato, presso persona o luogo: ■ Gegeniiber e germili spesso vengono posposti: ■ Mit indica: ■ compagnia ■ modo, maniera ■ mezzo ■ Nach indica: ■ tempo ■ moto verso luogo con un nome di città o stato (senza articolo), con gli avverbi, i punti cardinali e con Haus casa ■ opinione e traduce in base a, secondo. Spesso viene posposto ■ Seit indica inizio di un periodo di tempo: ■ Von indica appartenenza: provenienza o In correlazione con an significa a partire da; può essere sostituito da ab: ■ Zu indica moto verso un luogo determinato o una persona: ! Si usa anche: ■ in espressioni di tempo come ■ nella locuzione ■ nelle espressioni verbali Preposizioni che reggono l'accusativo ■ Bis spesso è seguito da un'altra preposizione: ■ Durch indica: ■ moto attraverso luogo ■ inoltre significa a causa di, per mezzo di ■ Entlang posposto: viene generalmente ■ Fiir traduce per nel senso di a favore di, in cambio di: ■ Gegen indica: ■ tempo ■ luogo ■ Pro può essere sostituito da je: ■ Um indica: ■ tempo ■ luogo Preposizioni che reggono il dativo o l'accusativo ■ Reggono il dativo espressioni di tempo: nelle ■ Reggono il dativo con i verbi di stato in luogo: ■ Reggono l'accusativo quando è espresso un moto da un luogo a un altro o il passaggio da una situazione a un'altra: ■ An esprime vicinanza, aderenza a: Segue alcuni verbi reggendo: ■ il dativo ■ l'accusativo ■ Auf si usa: ■ in espressioni come ■ dopo alcuni verbi, reggendo l'accusativo ■ In si usa: ■ in espressioni di tempo e di luogo ■ in espressioni quali ■ Ùber può indicare anche durata; in questo caso vuole l'accusativo ed è generalmente posposto: Vuole l'accusativo anche quando è retto da alcuni verbi tra i quali: ■ Unter traduce fra/tra quando si tratta di un numero indeterminato di persone o cose: ■ Vor significa: ■ davanti a nelle espressioni di luogo ■ prima di nelle espressioni di tempo ■ può indicare anche causa Si usa inoltre, seguito dal dativo, con alcuni verbi e sostantivi quali: ■ Zwischen significa fra/tra quando si tratta di due o di un numero ben determinato di persone o di cose: Si dividono subordinanti. in coordinanti e Congiunzioni coordinanti ■ Uniscono parti del discorso o frasi indipendenti e non influiscono sulla costruzione della frase. Le più importanti sono: ■ La costruzione della frase avviene in modo diretto (vedi pag. 129): ■ Alcune congiunzioni coordinanti sono in realtà congiunzioni avverbiali. Le più importanti sono: Con esse la costruzione avviene in modo indiretto (vedi pag. 129): Congiunzioni subordinanti ■ Introducono frasi secondarie che, come tali, seguono una costruzione del tutto particolare (vedi pag. 131): ■ Possono essere: ■ causali ■ comparative ■ concessive ■ condizionali ■ consecutive ■ finali ■ modali ■ temporali Può avere una costruzione diretta o indiretta. Costruzione diretta ■ Segue gli schemi: ■ soggetto, complementi verbo coniugato, ■ soggetto, ausiliare o modale coniugato, complementi, verbo all'infinito o participio passato Costruzione indiretta ■ Segue gli stessi schemi della diretta, ma il verbo coniugato precede il soggetto. Si usa: ■ nelle frasi interrogative ■ nella frase principale che inizia con un complemento ■ nella frase principale che inizia con un avverbio ■ dopo un discorso diretto ■ se la principale è preceduta da una secondaria Posizione dei complementi ■ Se fra più complementi uno è espresso da un pronome personale senza preposizione, questo occupa il primo posto: ■ Se in una frase principale vi sono un complemento di termine (dativo) e un complemento oggetto (accusativo) si hanno le seguenti costruzioni: . il dativo precede l'accusativo se entrambi i complementi sono espressi da sostantivi ■ se uno dei complementi è un pronome personale e l'altro un sostantivo il pronome va sempre per primo ■ se tutti e due i complementi sono pronomi personali l'accusativo precede il dativo ■ Nella costruzione indiretta il pronome personale complemento non introdotto da preposizione precede il soggetto se quest'ultimo è un sostantivo: ■ Per quanto riguarda la posizione dei complementi e degli avverbi nella frase, pur non essendoci una regola fissa, solitamente vale l'ordine temporale, causale, modale, locale: Si costruiscono secondo le seguenti regole: ■ il soggetto si colloca dopo la congiunzione subordinante ■ il verbo coniugato si colloca all'ultimo posto Fanno eccezione, ai tempi composti, i modali e i verbi che si comportano come tali (vedi pag. 102): ■ i verbi separabili non si separano mai Frasi causali Sono introdotte da da e weil. Le frasi introdotte da da precedono la principale, quelle introdotte da weil la seguono: Frasi concessive Sono introdotte da obgleich, obschon, obwohl che, a differenza dell'italiano, reggono il verbo all'indicativo: Frasi condizionali Sono introdotte da falls o da wenn. Il verbo è sempre al congiuntivo: Wenn può anche essere omesso, ma la frase segue allora la costruzione indiretta. La principale, che in questo caso viene sempre dopo la secondaria, è introdotta da so: Frasi dubitative Sono introdotte da ob o da als ob. Con ob si usa generalmente l'indicativo, con als ob bisogna usare le forme del congiuntivo 11: Frasi finali Sono introdotte da um ... zu più infinito o dalla congiunzione damit. ■ Si usa um ... zu quando il soggetto della principale è lo stesso della secondaria: ■ Si usa damit quando il soggetto della principale è diverso da quello della secondaria. Inoltre, se il verbo è al presente si coniuga all'indicativo, se è al passato si coniuga al congiuntivo: Frasi infinitive ■ Sono costituite dall'infinito preceduto da zu, accompagnato o meno da complementi: ■ Seguono sempre la frase principale, da cui sono divise da una virgola: ■ Il verbo all'infinito preceduto da zu occupa l'ultimo posto nella frase infinitiva: ■ Possono essere introdotte da preposizioni che ne modificano il significato. Esse sono (an)statt invece, ohne senza, um per: ■ Con i verbi separabili zu sta tra il prefisso e il verbo: ■ Quando vi sono due o più infiniti zu deve essere ripetuto davanti a ciascuno di essi: ■ Quando il verbo è all'infinito passato o all'infinito passivo zu sta tra il participio passato e l'ausiliare: Frasi interrogative indirette Dipendono da una frase principale che ha verbi come erfahren venire a sapere, erkliiren spiegare, fragen chiedere, sagen dire. Possono essere introdotte da ob o da una voce interrogativa: Frasi oggettive Possono essere formate da una frase infinitiva oppure introdotte dalla congiunzione subordinante dass che. In questo caso, a differenza dell'italiano, il verbo è all'indicativo: Frasi relative ■ Sono introdotte da un pronome relativo: ■ Vengono subito dopo il sostantivo a cui si riferiscono e dal quale possono essere separate solo da verbi: Frasi temporali Sono introdotte da: als, bevor, bis, nachdem, seitdem, sobald, solange, wiihrend, wenn ecc. ■ Als traduce quando con il verbo al passato indicante un'azione singola: ■ Bevor prima e nachdem dopo che richiedono l'uso dell'indicativo, ma la frase introdotta da nachdem ha sempre il verbo coniugato a un tempo precedente rispetto alla principale: ■ Bis traduce finché nel senso di fino al momento in cui: ■ Solange traduce finché nel senso di per tutto il tempo che: ■ Wenn traduce quando con il verbo al presente, al futuro o al passato se si tratta di un'azione ripetuta: ■ È strettamente legata al sostantivo di riferimento e di norma lo segue, collocata tra due virgole: ■ Spesso è introdotta da locuzioni come besonders particolarmente, das heifit (d.h.) cioè, namentlich specialmente, ndmlich cioè, und zwar e precisamente, zum Beispiel (z.B.) per esempio: ■ È sempre al nominativo quando indica un titolo, una professione e simili: ■ Altrimenti si declina nello stesso caso del sostantivo di riferimento: ■ Paragonabili all'apposizione sono gli attributi collegati con als oppure wie. Possono essere espressi nello stesso caso del termine di riferimento oppure al nominativo: ■ Si esprime con nicht quando: ■ si nega un avvenimento, una condizione o uno stato . il soggetto, il predicato nominale o il complemento oggetto sono preceduti dall'articolo determinativo o da un aggettivo dimostrativo, possessivo ecc. ■ si vuole negare solo una parte del discorso ■ vi sono espressioni come ■ Si esprime con kein quando si nega un sostantivo usato senza articolo o con l'articolo indeterminativo; non possono esserci altre negazioni nella frase: ■ Gli avverbi keinesfalls, keineswegs per nulla, affatto e nie, niemals mai non vogliono nessun'altra negazione nella frase: Nelle frasi interrogative mai si traduce con je: ■ La congiunzione coordinante weder ... noch né ... né non vuole altra negazione: ■ Se si risponde affermativamente a una domanda negativa si usa doch certo: ■ Riferisce ciò che qualcuno ha detto, dichiarato, scritto o pensato. È introdotto dalla congiunzione subordinante dass che; il verbo può essere all'indicativo, soprattutto se è al presente, o al congiuntivo: ■ Il tempo da usare corrisponde a quello del discorso diretto: ■ Se le forme del congiuntivo I sono uguali a quelle dell'indicativo vengono sostituite dalle forme del congiuntivo 11: ■ Il condizionale passato italiano si traduce con il condizionale presente, a meno che non si tratti di una frase ipotetica irreale: ■ L'imperativo viene reso col congiuntivo presente dei modali sollen (se è un'imposizione) e migen (se è una preghiera, un desiderio) seguiti dall'infinito del verbo: ■ Può essere reso con una frase coordinata: ■ Può essere reso con una frase secondaria introdotta da: ■ als, wenn quando se indica il tempo, il momento in cui l'azione della principale avviene ■ da poiché se indica causa ■ dadurch, dass se esprime mezzo ■ indem nel, col se esprime modo ■ wiihrend mentre, se indica azione contemporanea a quella della principale ■ wenn se o falls nel caso che, se esprime possibilità ■ Può essere reso con un sostantivo oppure un infinito sostantivato preceduto da preposizioni: ■ se il verbo è intransitivo, oltre all'infinito sostantivato preceduto da preposizione si può usare il participio presente Le espressioni stare, andare o venire più gerundio si traducono con il verbo che in italiano è al gerundio coniugato al tempo di stare ecc. più eben, gerade ora oppure immer, immer wieder sempre: I prefissi possono essere: preposizioni, avverbi, aggettivi o sostantivi, gruppi di preposizioni o avverbi più preposizioni.