Marco Gaetano Gentili Appunti di Educazione musicale per la seconda classe IPSIA Sez. Operatori Socio Sanitari Corridonia a.s. 2015 – 2016 M.G.G. © 2015 pag. 1 1- Il suono e le sue caratteristiche. Gli elementi che compongono la musica sono due: i suoni e i silenzi. Vengono definiti suoni le vibrazioni che possiamo percepire con il nostro udito; i suoni, pertanto, sono il prodotto delle vibrazioni di corpi elastici che raggiungono il nostro sistema uditivo attraverso un mezzo di propagazione. Tutti gli oggetti in grado di produrre dei suoni saranno quindi dei corpi elastici, le loro vibrazioni, tuttavia, per poter essere identificate come “suoni”, dovranno utilizzare almeno un mezzo di propagazione; il mezzo di propagazione più comune è l'aria, anche se possiamo percepire i suoni attraverso altre sostanze solide, liquide o gassose. L'aria è il mezzo di propagazione più adatto all'apparato uditivo umano, attraverso questo mezzo i suoni si propagano mediamente alla velocità di 340 metri al secondo. Temperatura in C° Velocità in m/s -5 325,4 -10 328,5 0 331,5 5 334,5 10 337,5 15 340,5 20 343,4 25 346,3 30 349,2 Nei materiali diversi dall'aria i suoni si propagano con velocità diverse; ecco alcuni esempi relativi alla temperatura di 20 C°: Materiale Velocità a 20 C° in m/s Aria 343 Acqua 1484 Calcestruzzo 3100 Legno (faggio) 3300 Acciaio 5200 M.G.G. © 2015 pag. 2 I suoni possono essere distinti in suoni determinati e suoni indeterminati. - I suoni determinati sono quelli prodotti da vibrazioni di frequenza regolare, misurabile; - i suoni indeterminati sono quelli prodotti da vibrazioni di frequenza irregolare, non misurabile. I suoni determinati, infatti, possiedono 4 caratteristiche oggettive, che possono essere misurate con precisione: Caratteristiche Natura Aggettivi da usare Unità di misura Acuto - Grave HERTZ (Hz) Ampiezza delle vibrazioni Forte – Debole DECIBELL (dB) DURATA Durata delle vibrazioni Lungo - Corto MINUTO SECONDO (s) multipli e sottomultipli TIMBRO “Forma” delle vibrazioni -aggettivi diversi- ALTEZZA Numero di vibrazioni al o secondo FREQUENZA T/s INTENSITÀ o VOLUME Si misura indicando la frequenza e l'intensità degli armonici che compongono il suono Per suoni indeterminati non è possibile individuare con precisione la loro frequenza/altezza. Suono grave: il periodo è più lungo Suono acuto: il periodo è più breve 1 timbo dell'oboe timbro del clarinetto 1 L'intervallo di tempo che trascorre prima che l'onda assuma la stessa ampiezza (uguale fase) è detto periodo. M.G.G. © 2015 pag. 3 I primi 5 armonici che formano un La (880Hz) suonato da un violino. I primi 4 armonici che formano lo stesso La (880Hz) suonato da un pianoforte. Spettrogramma di un suono indeterminato prodotto da un piatto sospeso. M.G.G. © 2015 pag. 4 I limiti dell'udito umano. Il nostro sistema uditivo ha dei precisi limiti determinati dalla sua stessa struttura anatomica. Le limitazioni più significative riguardano la frequenza/altezza e l'intensità delle vibrazioni. L'altezza: mediamente un individuo giovane ed in buona salute riesce ad ascoltare vibrazioni con frequenze comprese tra 20 e 20.000 Hz. Questa estensione di frequenze può essere definita la gamma dei suoni. Le vibrazioni con frequenza inferiore a 20 Hz sono definite infrasuoni; quelle con frequenza superiore a 20.000 Hz ultrasuoni. Altri esseri viventi hanno una “finestra uditiva che differisce da quella umana, i cani, ad esempio possono percepire gli ultrasuoni fino a 40.000 – 45.000 Hz. L'intensità: i 130 dB sono considerati la “soglia del dolore” oltre alla quale l'orecchio umano può subire dei danni irreversibili. Anche l'esposizione prolungata a suoni di intensità inferiore ai 100 dB può provocare danni all'apparato uditivo umano e diversi problemi di salute. La Legge italiana pone dei precisi limiti all'intensità dei suoni prodotti e/o ascoltati.2 dB Sorgente 140 Colpo di pistola a 1 m, auto di Formula 1 130 Soglia del dolore 125 Aereo al decollo a 50 m 120 Sirena 110 Motosega a 1m 100 Discoteca, concerto rock 90 Urlo, fischietto 80 Camion pesante a 1 m 70 Aspirapolvere a 1 m 60 Ufficio rumoroso, radio, conversazione 50 Ambiente domestico, teatro a 10 m 40 Quartiere abitato di notte 30 Sussurri a 1 m 20 Respiro umano 0 Soglia dell'udibile 2 es. un massimo di 87 dB per i luoghi di lavoro rumorosi, D.L. n.81 del 2008. M.G.G. © 2015 pag. 5 2- I suoni musicali. Per produrre musica vengono impiegati anche dei suoni indeterminati (es. percussioni) ma quelli determinati, per essere considerati musicali, devono avere una frequenza ben precisa. La nota di riferimento, per convenzione internazionale3, è il La4 con frequenza 440Hz. La frequenza delle altre note si ottiene moltiplicando o dividendo 440 per la radice dodicesima di 2 , ossia circa 1,059..... Le note, quindi, corrispondono a dei suoni con un ben preciso numero di vibrazioni: 277,2Hz 261,6Hz 311,1Hz 293,7Hz 370,0Hz 326,6Hz 349,2Hz 415,3Hz 466,2Hz 392,0Hz 440,0Hz 493,9Hz 523,3Hz L'ottava è la distanza tra due suoni aventi uno il doppio di vibrazioni dell'altro; N.B. Quando due note distano un'ottava vengono indicate con lo stesso nome. 3 Congresso internazionale di Londra del 1939/ Risoluzione europea 71 del 30/06/1971/ Legge 3/05/1989 n. 170. M.G.G. © 2015 pag. 6 I nomi delle note, infatti, sono solo 7 ma i suoni che vengono usati in musica sono 12, le ulteriori 5 note vengono indicate dal nome della nota immediatamente più grave con l'aggiunta del diesis ( # ) o di quella immediatamente più acuta con l'aggiunta del bemolle ( b ). Nella tradizione nordeuropea le note vengono indicate con le prime 7 lettere maiuscole dell'alfabeto. Avremo pertanto: A = La; B = Si; C = Do; D = Re; E = Mi; F = Fa; G = Sol. Semitono e tono. Il semitono è una distanza tra due note pari alla dodicesima parte dell'ottava. Il tono è la distanza tra due note pari alla somma di due semitoni contigui. ----- Sol (392Hz) ----- ----- Sol (392Hz) ----- 12° Semitono - ----- Fa# - Solb ----- Tono 11° Semitono - ----- Fa (Mi#) ----- ----- Fa (349,2Hz) ----- 10° Semitono ----- Mi (Fab) ----9° Semitono ----- Re# - Mib ----8° Semitono ----- Re ----7° Semitono ----- Do# - Reb ----6° Semitono ----- Do (Si#) ----5° Semitono ----- Si (Dob) ----4° Semitono ----- La# - Sib ----3° Semitono ----- La ----2° Semitono ----- Sol# - Lab ----1° Semitono ----- Sol (196Hz) ----- M.G.G. © 2015 pag. 7 3 – La notazione musicale. Scrivere la musica è necessario per conservarla nel tempo e per trasmetterla dal compositore, che la concepisce, all'esecutore, che la riproduce suonandola o cantandola. Nel nostro sistema di notazione tradizionale: • • ogni suono viene rappresentato da una figura tondeggiante chiamata nota; le note vengono scritte, da sinistra verso destra, su gruppi di 5 righe parallele chiamati pentagrammi che vengono suddivisi in battute; • l'altezza dei suoni viene indicata dalla posizione delle note sul pentagramma, più la nota si trova in alto e più rappresenterà un suono acuto; La battuta, o misura, è lo spazio di pentagramma compreso tra due stanghette verticali (o tra la chiave musicale e la prima stanghetta) La somma dei valori di durata (note e pause) contenuti in ogni battuta, in ossequio al principio della quadratura della battuta, deve essere sempre equivalente al valore della frazione musicale. N.B. Talvolta vengono ancora usati antichi simboli grafici al posto di alcune frazioni musicali Chiave di Sol e frazione musicale di quattro quarti Chiave e simbolo equivalente alla frazione di quattro quarti M.G.G. © 2015 Chiave e simbolo equivalente alla frazione di due mezzi pag. 8 • la durata dei suoni e dei silenzi viene indicata dalla forma delle note, delle pause e da ulteriori indicazioni (es. agogiche); Le indicazioni metronomiche vengono fornite dal Metronomo Mälzel (M.M.) che produce un determinato numero di battiti al minuto, questi battiti si fanno corrispondere ad una determinata figura musicale: M.M. = 60 significa le semiminime dovranno durare 1 minuto secondo, ovvero andranno eseguite 60 semiminime in un minuto primo. Le due emme possono essere sostituite dalla figura musicale che si vuole usare come riferimento: ♪ = 120. Ecco le indicazioni agogiche più comuni con le corrispondenti velocità metronomiche: Prestissimo 200-208 Presto 168–200 Allegro 120–168 Moderato 108–120 Andante 76–108 Adagio 66–76 Larghetto 60–66 Largo 40–60 Per ogni indicazione è possibile scegliere una maggiore o una minore velocità di esecuzione. Possono essere utilizzati anche dei termini intermedi come: “Allegretto”, “Andantino”, ecc. Per aumentare o diminuire la velocità di esecuzione si usano termini quali: rallentando, accelerando, ritardando, ecc. M.G.G. © 2015 pag. 9 • l'intensità dei suoni viene indicata dai segni dinamici; I segni dinamici più comuni sono: fff = più che fortissimo ff = fortissimo f = forte mf = mezzo forte mp = mezzo piano p = piano pp = pianissimo ppp = più che pianissimo • il timbro dei suoni viene indicato da ulteriori simboli. In primo luogo dal nome dello strumento da cui deve essere eseguito il brano musicale posto all'inizio, prima della chiave musicale: Altre indicazioni indicano al suonatore come modificare il timbro dello strumento: pizzicato, col legno, saltellato, tremolo, sforzato, ecc. Altri aggettivi, infine, indicano lo spirito con cui eseguire il brano musicale: giocoso, maestoso, grazioso, dolce, ecc. M.G.G. © 2015 pag. 10 4- Elementi di grammatica musicale (1). Le chiavi musicali. Sono dei segni convenzionali che indicano la posizione delle note sul pentagramma. Una figura musicale posta su di un pentagramma, in assenza di una chiave di riferimento, non rappresenta nessuna nota. La stessa figura, a seconda della chiave di riferimento, potrà rappresentare ciascuna delle sette note. Le diverse chiavi consentono di evidenziare le porzioni di pentagramma più utili allo strumento o alla voce corrispondente; questo per evitare l'uso eccessivo di note sopra o sotto il rigo musicale. In realtà da circa due secoli le chiavi più usate sono soltanto quelle di violino e di basso, la chiave di Do viene ancora usata soltanto dalla viola (chiave di contralto) e, come chiave supplementare, da alcuni strumenti con estensione particolarmente ampia come il violoncello, il trombone, il fagotto, ecc. (chiave di tenore). M.G.G. © 2015 pag. 11 Le legature Sono dei segni curvi che possono assumere tre diversi significati: la legatura di frase indica un certo numero di note di altezza diversa che devono essere eseguite legate o con un unico fiato; la legatura di portamento ha un significato simile a quella di frase ma unisce un minore numero di note; la legatura di valore unisce due note della stessa altezza e ne somma il valore. Il punto di valore Il punto di valore aumenta della metà la durata della nota che lo precede: Il punto può essere anche doppio o triplo, i punti successivi al primo aggiungono la metà di quanto aggiunto dal punto che li precede: Il punto coronato o corona indica che la nota può essere prolungata a piacere dell'esecutore, solitamente si trova alla fine di un periodo o di una frase: M.G.G. © 2015 pag. 12 Le accentazioni Nell'esempio seguente vediamo 5 diverse accentazioni, da sinistra verso destra: staccato: è il contrario di legato, la nota va eseguita isolandola dalla precedente e dalla successiva; staccatissimo: indica uno staccato ancora più evidente; marcato: la nota deve essere eseguita in modo deciso; accentato: il suono deve essere eseguito leggermente più forte degli altri (accento intensivo); tenuto: la nota deve essere eseguita per tutta la sua durata nominale. Le alterazioni Le alterazioni più usate sono: Il bemolle b abbassa l'altezza della nota di un semitono; il dieses # aumenta l'altezza della nota di un semitono; il bequadro annulla l'effetto delle alterazioni (solitamente solo all'interno della battuta che lo contiene). Più raramente vengono usate ulteriori segni di alterazione come il doppio bemolle bb, il doppio diesis x, che, ovviamente, abbassano o alzano la nota di due semitoni, ovvero di un tono; altri simboli, ad es. un bemolle tagliato o un più, vengono usati per indicare l'abbassamento o l'innalzamento della nota di un quarto di tono (50 cent). Le alterazioni momentanee sono poste immediatamente alla sinistra della nota interessata e sono valide solo all'interno della battuta che le contiene (salvo ev. legature di valore); Le alterazioni in chiave sono poste immediatamente alla destra della chiave musicale, in corrispondenza della riga o dello spazio di pentagramma relativo alla nota o alle note interessate; le alterazioni in chiave sono valide per tutto il brano musicale o fino ad una diversa indicazione. M.G.G. © 2015 pag. 13 5- I mezzi di produzione del suono. A: Le voci umane Le voci si distinguono in tre grandi categorie: femminili, maschili e bianche; le voci maschili e femminili, in base alla gamma di suoni che possono intonare, si suddividono in acute, medie e gravi. Nella seguente tabella troviamo una sistemazione complessiva delle voci maschili e femminili: Tipo di voce Estensione minima SOPRANO Da 261 Hz a 1047 Hz Da Do4 a Do6 Voce acuta femminile MEZZOSOPRANO Da 220 Hz a 880 Hz Da La3 a La5 Voce media femminile CONTRALTO Da 196 Hz a 784 Hz Da Sol3 a Sol5 Voce grave femminile TENORE Da 130 Hz a 523 Hz da Do3 a Do5 Voce acuta maschile BARITONO Da 110 Hz a 392 Hz da La2 a Sol4 Voce media maschile BASSO Da 87 Hz a 349 Hz da Fa2 a Fa4 Voce grave maschile Una voce educata al canto professionale dovrà avere una estensione omogenea di almeno 2 ottave. Considerando piccole differenze nell'estensione e nel timbro possono essere fatte ulteriori distinzioni per ogni tipo di voce. Ad esempio un soprano potrà essere definito “leggero”, “lirico” o “drammatico” anche secondo le sue possibilità espressive. Le voci bianche sono quelle dei bambini di età inferiore ai 12 – 14 anni, età nella quale, con lo sviluppo, avvengono modificazioni dell'apparato fonatorio. B: Gli strumenti musicali. Si definiscono strumenti musicali tutti gli attrezzi costruiti dall'uomo per produrre suoni musicali. Esiste una infinita varietà di strumenti musicali realizzati nel corso dei millenni nelle diverse parti del globo terrestre ma tutti hanno una caratteristica comune: - più è grande il corpo elastico dello strumento più i suoni prodotti saranno GRAVI; - più è piccolo il corpo elastico dello strumento più i suoni prodotti saranno ACUTI. M.G.G. © 2015 pag. 14 Gli strumenti musicali si possono dividere in 4 grandi gruppi: a percussione – a fiato/aria – a corda – elettronici. B.1. Gli strumenti a percussione si dividono in percussioni che producono suoni indeterminati oppure determinati. Si possono definire come strumenti che producono suoni quando vengono, in tutto o in parte, percossi o agitati. Le più comuni percussioni usate nella musica occidentale sono: Strumento Corpo elastico Percussioni indeterminate Tamburo Membrana (pelle) Tamburello Membrana (pelle) Tamburello basco Membrana (pelle) Grancassa Membrana (pelle) Piatti Corpo dello strumento (metallo) Piatto sospeso Corpo dello strumento (metallo) Gong Corpo dello strumento (metallo) Triangolo Corpo dello strumento (metallo) Nacchere Corpo dello strumento (legno) Maracas Corpo dello strumento (legno o mat. plastico) Percussioni determinate Timpani Membrana (pelle) Campane tubolari Corpo dello strumento (metallo) Vibrafono Barre di metallo Glockenspiel Lamine di metallo Celesta Lamine di metallo Xilofono Tavolette di legno M.G.G. © 2015 pag. 15 B.2. Gli strumenti a fiato si distinguono in legni e ottoni. I legni hanno il tubo sonoro provvisto di fori mentre gli ottoni non hanno fori lungo il loro canneggio. I più comuni strumenti a fiato sono: Strumento Corpo elastico Strumenti a fiato della famiglia dei legni Flauto dolce (in vari formati) Aria contenuta nel canneggio fatta oscillare da un dispositivo fisso Flauto traverso Aria contenuta nel canneggio fatta oscillare dal bordo dell'imboccatura Ottavino idem Clarinetto (in vari formati) Aria contenuta nel canneggio fatta oscillare da un'ancia semplice Saxofono o “sassofono” (in vari formati) idem Oboe Aria contenuta nel canneggio fatta oscillare da un'ancia doppia Corno inglese idem Fagotto idem Contro fagotto idem Strumenti a fiato della famiglia degli ottoni (con canneggio conico) Flicorno (in vari formati) Aria contenuta nel canneggio fatta oscillare dalle labbra del suonatore Corno idem Tuba (in vari formati) idem Strumenti a fiato della famiglia degli ottoni (con canneggio cilindrico) Tromba Aria contenuta nel canneggio fatta oscillare dalle labbra del suonatore Trombone idem Altri strumenti a fiato Armonica Lamine di metallo (voci) Negli strumenti ad aria il suo flusso viene prodotto da un mezzo pneumatico (il mantice): Strumenti ad aria Organo Aria contenuta nelle varie canne Harmonium Lamine di metallo (voci) Fisarmonica Lamine di metallo (voci) M.G.G. © 2015 pag. 16 B.3. Gli strumenti a corda si distinguono in strumenti nei quali le corde vengono sfiorate con un archetto, quelli le cui corde vengono pizzicate con i polpastrelli o con un plettro e quelli nei quali le corde vengono percosse. Gli strumenti a corde più comuni sono: Strumento Corpo elastico Ad arco Violino 4 corde sfiorate con un archetto Viola idem Violoncello idem Contrabbasso idem A pizzico e a plettro Arpa 47 corde pizzicate con i polpastrelli Chitarra 6 corde pizzicate con i polpastrelli Chitarra folk 6 corde pizzicate con il plettro Clavicembalo Corde pizzicate da plettri (rostri) Mandolino e Mandola 4 corde doppie pizzicate con il plettro Chitarra elettrica 6 corde pizzicate con il plettro Basso elettrico Da 4 a 6 corde pizzicate con i polpastrelli A corde percosse Pianoforte Corde percosse da martelletti Cimbalom Corde percosse da bacchette metalliche B.4. Gli strumenti elettronici, a differenza di quelli elettrici o elettrificati, sono privi di corpi elastici; i segnali elettronici che generano possono essere trasformati in suoni solo per mezzo di altoparlanti. Gli strumenti elettronici più comini sono: Strumento Generatore del segnale Elettronici Organo Hammond 91 generatori elettromeccanici Organo elettronico 12 oscillatori elettronici Sintetizzatore di suoni 1 o più oscillatori elettronici o digitali M.G.G. © 2015 pag. 17 6- Le formazioni musicali. A: le formazioni vocali. La formazione vocale più grande è il coro. Il coro si definisce come l'insieme di più voci che cantano contemporaneamente. Normalmente per “voce” di un coro non si intende la singola persona che canta, il “corista”, ma il gruppo di coristi che hanno lo stesso tipo di voce, ad es. i soprani, i baritoni, ecc. Il coro ha origini antichissime: presente nei riti dedicati al dio Dioniso (ditirambo VII secolo a.C.), si sviluppò moltissimo nella tragedia greca dove rivestì un ruolo di grande importanza. Non è necessario che i coristi siano dei veri cantanti ma è sufficiente che abbiano un'estensione vocale di 10 nota (una decima). Il coro moderno deve essere composto da almeno 12 – 16 coristi, raggruppati in 4 “voci”. Esistono diversi tipi di cori che si distinguono per le “voci” che li compongono; ecco i più comuni: – coro misto formato da soprani, contralti, tenori e bassi; – coro maschile formato da tenori, baritoni e bassi; – coro femminile formato da soprani, mezzo-soprani e contralti; – coro di voci bianche formato da bambini con la voce ancora indefinita (bianca). Altri termini indicano i modi nei quali può cantare un coro: coro a cappella, quando canta senza l'accompagnamento di strumenti musicali; coro concertante, quando collabora con degli strumenti musicali o con una orchestra per realizzare un unico impasto sonoro. Schema della disposizione tipica di un moderno coro misto Altre formazioni vocali più piccole vengono utilizzate per eseguire musica antica, cameristica o lirica. Solitamente queste formazioni sono composte da veri cantanti. La formazioni composta due o cantanti viene chiamata duetto, da tre terzetto; se la formazione è composta da 4 o più cantanti assume la stessa denominazione di una piccola formazione strumentale: quartetto, quintetto, sestetto, ecc. con l'eventuale aggiunta dell'aggettivo “vocale”. M.G.G. © 2015 pag. 18 B: le formazioni strumentali (orchestre). L' Orchestra sinfonica è la formazione strumentale più grande. Guidata da un direttore d'orchestra è formata da 4 “famiglie” di strumenti musicali: ARCHI – LEGNI – OTTONI – PERCUSSIONI Schema della disposizione tipica di una moderna orchestra sinfonica Gli strumenti usati in una grande orchestra sinfonica (orchestra a 34) sono: ARCHI LEGNI OTTONI 30 violini divisi in 16 2 flauti (traversi); 4 corni; primi violini e 14 1 ottavino; 3 trombe; secondi violini; 2 oboi; 2 tromboni; 12 viole; 1 corno inglese; 1 trombone basso; 10 violoncelli 2 clarinetti; 1 tuba. 8 contrabbassi. 1 clarinetto basso; PERCUSSIONI Determinate: Timpani; xilofono; vibrafono; celesta; campane tubolari. Indeterminate: Grancassa; tamburo; piatti; triangolo; ecc. 2 fagotti; 1 controfagotto; eventualmente, solo se necessario, 2 saxofoni. Etniche Nacchere; Maracas; Tamburello basco. A CORDE PIZZICATE 2 Arpe 4 N.B. che comprende 3 strumenti a fiato per ogni tipo, ad es. 2 flauti + 1 ottavino, ecc. M.G.G. © 2015 pag. 19 L' Orchestra d'archi è composta solo da strumenti ad arco, è composta da un minimo di 12 ad un massimo di 60 suonatori. L' Orchestra da camera è composta da una piccola orchestra d'archi con l'aggiunta di alcuni strumenti a fiato: oboe, flauto o, più raramente, corno o fagotto. È definita “da camera”perché adatta ad eseguire musica in piccoli ambienti. L'orchestra da camera è adatta anche ad eseguire musica antica o brani musicali, come alcuni concerti, che prevedono l'uso di strumenti solisti dotati di una debole emissione del suono, come il mandolino o la chitarra. La Banda musicale accompagna le feste paesane, le parate militari e le processioni religiose. Di norma nella banda dovrebbero essere usati strumenti che possono essere suonati mentre si cammina: LEGNI OTTONI PERCUSSIONI Flauti; Clarinetti; Saxofoni. Trombe; Tamburi; Tromboni a pistone; Tamburi militari (rullanti); Flicorni; Grancassa; Tube. Piatti. In situazione di esibizione statica la banda musicale può usare altri strumenti come oboi, timpani, metallofoni, ecc. La Fanfara è formata soltanto da ottoni di piccole dimensioni, che possono essere suonati con una mano sola (trombe, flicorni, bombardini). Il termine, tuttavia, viene anche usato per indicare una banda musicale di piccole dimensioni. L' Orchestra ritmica è l'orchestra tipica degli spettacoli televisivi e del teatro di “varietà”. Quando l'orchestra ritmica esegue musica jazz prende il nome di Big Band. La tipica orchestra ritmica è formata da: LEGNI OTTONI 5 saxofoni, di cui almeno 4 trombe; 1 con obbligo di 4 tromboni clarinetto. PERCUSSIONI ELETTROFONI 1 set di strumenti a 1 basso elettrico; percussione (batteria) 1 o più strumenti elettronici a tastiera. 1 pianoforte L' Orchestra sinfo-ritmica è un'orchestra ritmica alla quale vengono aggiunti strumenti ad arco: violini, viole, violoncelli e contrabbassi. M.G.G. © 2015 pag. 20 C: le piccole formazioni strumentali (formazioni cameristiche). Solista: si dice di un musicista che esegue musica da solo. Solitamente utilizza strumenti polifonici, che possono produrre più note nello stesso momento (es. pianoforte, violino, chitarra, arpa, ecc.). N. B. Viene indicato come solista anche il musicista che esegue un “concerto solista” accompagnato da un'orchestra. Duo: è formato da due strumenti; il tipico duo cameristico è quello composto da violino e pianoforte. Trio: è formato da tre strumenti; nella musica cameristica i più comuni sono il trio d'archi (violino, viola e violoncello) e il trio con pianoforte (pianoforte, violino e violoncello). Quartetto: è la tipica formazione cameristica, formato da due violini, una viola ed un violoncello: una orchestra d'archi in miniatura. Altri quartetti prevedono uno strumento diverso al posto di uno dei violini, avremo quindi quartetti con pianoforte, con oboe, ecc. Quintetto: può avere una composizione piuttosto varia; oltre al quintetto d'archi, 2 violini, 2 viole e 1 violoncello, esistono quintetti formati da un quartetto d'archi con l'aggiunta di strumento diverso; avremo quindi quintetti con pianoforte, con chitarra, con clarinetto, ecc. Sestetto, Settimino, Ottetto, Nonetto: sono formazioni piuttosto ampie che combinano tra di loro strumenti ad arco, legni e pianoforte. La loro composizione viene solitamente specificata nel titolo o nel sottotitolo dei brani musicali che devono eseguire. Decimino: è una formazione cameristica composta soltanto da strumenti a fiato, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti e 2 corni. Undecimino: è una formazione cameristica piuttosto rara, formata da 11 strumenti a fiato. Da alcuni l'undecimino, pur non raggiungendo il numero canonico di 12 strumenti, viene considerato una orchestra di fiati. M.G.G. © 2015 pag. 21 D: I combo. I combo sono piccole ed eterogenee formazioni strumentali. Il Combo Jazz è la tipica formazione di musica jazz, è composto da strumenti appartenenti a tutte e 4 le “famiglie” di strumenti musicali dell'orchestra: saxofono (legni), tromba (ottoni), contrabbasso (archi), pianoforte e una “batteria” di strumenti a percussione. Il Combo Pop-Rock ha una composizione variabile ma quello più tradizionale comprende 1 o 2 chitarre elettriche, 1 basso elettrico, una “batteria” di strumenti a percussione e tastiere elettroniche (sintetizzatori di suoni). Il Combo Rithm & Blues: detto anche R&B Band, comprende un combo Pop-Rock con l'aggiunta di 2 saxofoni, 1 tromba ed 1 trombone. M.G.G. © 2015 pag. 22 7- Elementi di grammatica musicale (2). Tempi semplici I tempi semplici pari sono contraddistinti dalle frazioni musicali con i numeri 2 (tempi binari) e 3 (tempi ternari) posti al numeratore della frazione musicale; i tempi quaternari, con 4 al numeratore della frazione musicale, sono considerati semplici perché formati da un tempo binario raddoppiato5: Indipendentemente dal denominatore della frazione musicale, i tempi semplici sono quelli che hanno i movimenti (ovvero le unità di misura) divisibili per due; per es. una semiminima, divisibile in due crome; una minima divisibile in due semiminime; ecc. Tempi composti I tempi composti sono contraddistinti dalle frazioni musicali con i numeri 6, 9, e 12 al numeratore della frazione musicale; in pratica i numeratori dei tempi semplici moltiplicati per 3: Indipendentemente dal denominatore della frazione musicale, i tempi composti sono quelli che hanno i movimenti (ovvero una unità di misura) divisibili per tre; per es. una semiminima con il punto, divisibile in tre crome; una minima con il punto divisibile in tre semiminime; ecc. Tempi combinati semplici I tempi combinati semplici, per alcuni teorici “tempi semplici dispari”, sono quelli contraddistinti da numeri dispari al numeratore della frazione musicale (es. 5, 7, 11), con i movimenti divisibili per 2 (es. 5/4, 7/2; 11/8; ecc.). Semplificando, nella maggior parte si tratta di tempi formati dall'unione di un tempo binario ed uno ternario (es. 5/4 = 2/4+3/4; 7/4=3/4+4/4; ecc.). Tempi combinati composti 5 N.B. Anche il tempo con numeratore 8 può essere considerato un tempo quaternario raddoppiato o, meglio, un tempo binario quadruplicato; anche se alcuni, musicisti lo considerano formato da 3/8 + 3/8 + 2/8 (combinato). M.G.G. © 2015 pag. 23 I tempi combinati composti, sono quelli contraddistinti, al numeratore della frazione musicale, dai numeri dei tempi combinati semplici moltiplicati per 3 (es 5x3=15; 7x3=21; ecc.) con i movimenti divisibili per 3 (es. 15/4, 21/2; ecc.). Semplificando, nella maggior parte si tratta di tempi formati dall'unione di due tempi composti: uno derivante da un tempo binario ed uno derivante da uno ternario (es. 5/4 = 2/4+3/4; 7/4=3/4+4/4; ecc.). Altri tempi musicali Accostando tra loro tempi diversi si possono ottenere numerose altre combinazioni, utili alla fantasia espressiva dei compositori. È utile ricordare, tuttavia, che la grande maggioranza dei testi musicali, che formano il nostro patrimonio musicale, utilizzano tempi semplici o tempi composti. Gli accenti All'ascolto tutte queste figurazioni ritmiche si distinguono dalla disposizione degli elementi accentati, elementi che vanno messi in evidenza, enfatizzati. In musica esistono numerosi tipi di accento ma, quelli che interessano il tempo musicale sono principalmente quelli metrici e ritmici. 3 tipi principali di accenti metrico-ritmici sono: – accento forte (rappresentato dal simbolo >); – accento debole (rappresentato dal simbolo ─ oppure senza nessun simbolo); – accento mezzo-forte (rappresentato dal simbolo ≥ oppure >). Il tempo binario ha un accento forte sul primo elemento ed un accento debole sul secondo Come se pronunciassimo una parola di due sillabe con l'accento tonico sulla prima: es. mè-la. Il tempo ternario ha un accento forte sul primo elemento e accenti deboli sul secondo e sul terzo Come se pronunciassimo una parola di tre sillabe con l'accento tonico sulla prima: es. rè-ci-ta. M.G.G. © 2015 pag. 24 Il tempo quaternario ha un accento forte sul primo elemento, un accento mezzo-forte sul terzo elemento e accenti deboli sul secondo e sul quarto Come se pronunciassimo una parola di quattro sillabe con l'accento tonico sulla prima: es. à-bi-ta-no. La sincope In musica la sincope consiste nello spostamento dell'accento, solitamente forte, dalla sua posizione naturale all'interno della battuta. Vi sono diversi modi per produrre uno spostamento dell'accento ritmico. In questo ambito sarà sufficiente ricordarne 3: la sincope per controtempo (o contrattempo), la sincope regolare e la sincope per legatura (o per prolungamento). Sincopi per controtempo: sul tempo forte c'è una pausa, un silenzio. Sincope regolare: la nota lunga, tra due figure di uguale valore, occupa anche il tempo mezzo-forte. Sincopi per legatura: la nota nata sul tempo debole si prolunga sul successivo tempo forte. M.G.G. © 2015 pag. 25 Gruppi irregolari di note I gruppi irregolari di note sono in contrasto con i movimenti della battuta musicale che li contiene. Si possono distinguere due tipi diversi di gruppi irregolari di note: Gruppi irregolari rispetto al tempo I gruppi irregolari rispetto al tempo consistono in gruppi dispari di note all'interno di un tempo semplice (es. terzina e sestina) N.B. La sestina (6 note in un tempo semplice) ha una particolare accentazione oppure in gruppi pari di note all'interno di un tempo composto (es. duina e quartina). M.G.G. © 2015 pag. 26 8- Le scale musicali. Nel corso dei millenni di storia umana sono state ideate ed utilizzate numerosissime scale musicali: le varie epoche succedutesi nella storia della musica europea, si sono caratterizzate anche dall'uso di scale musicali diverse. Ancora oggi, in varie regioni della Terra, vengono usate scale musicali che differenziano tra loro le numerose tradizioni musicali tuttora esistenti. In questo contesto ci limitiamo alle scale più usate nel sistema 12-TET La distanza tra un gradino e l'altro delle scale musicali viene chiamata intervallo gli intervalli si diversificano per il numero di toni e di semitoni da cui sono formati M.G.G. © 2015 pag. 27 Per mantenere la successioni di toni e semitoni, partendo da note diverse dal DO per la scala maggiore, e dal LA per quella minore naturale, è necessario utilizzare tutti le 12 note disponibili; ogni scala, pertanto, sarà caratterizzata da un determinato numero di diesis o di bemolle “in chiave”. Le scale maggiori e minori che utilizzano lo stesso numero di diesis o di bemolle si dicono scale relative: LA minore sarà la relativa di DO maggiore, Mib maggiore sarà la relativa di DO minore, ecc. M.G.G. © 2015 pag. 28 9- Gli elementi fondamentali della musica. Gli elementi fondamentali della musica, con le loro definizioni tradizionali sono: RITMO Ripetizione nel tempo di suoni accentati Componente temporale MELODIA Organizzazione di suoni successivi Componente orizzontale ARMONIA Organizzazione di suoni sovrapposti Componente verticale Gli elementi fondamentali della musica non sono misurabili, sono soggettivi; assumono significati diversi a seconda delle diverse realtà geografiche, storiche e culturali a cui appartengono gli ascoltatori e i compositori che la hanno creata. IL RITMO e gli accenti Legato strettamente alla danza, il ritmo è l'elemento più istintivo della musica, il bambino già a tre mesi di vita, inizia a partecipare all'ascolto musicale cercando di produrre movimenti ritmici. La musica dei gruppi etnici più primitivi è basata principalmente sul ritmo e anche gli strumenti più antichi e semplici, idiofoni o membranofoni, sono preposti alla produzione di ritmi. LA MELODIA La melodia può essere definita una organizzazione di suoni successivi. Una melodia, infatti, è costituita da una successione di singole note musicali organizzate secondo altezza, durata, intensità e timbro. La parola deriva dal greco antico µελοσ ϖδη e significa poesia cantata; per gli antichi greci, infatti, poesia e musica erano la stessa cosa. La melodia è la componente fondamentale che più si imprime nella mente dell'ascoltatore, quella che ci permette di riconoscere un brano musicale già ascoltato, quella che si fischietta o si canticchia. Il compositore per ottenere una melodia scorrevole e naturale dovrà equilibrare gli elementi che provocano tensione con gli elementi che provocano rilassamento: Elementi tensivi: andamento ascendente, intervalli congiunti, ecc. Elementi rilassivi: andamento discendente, intervalli disgiunti, ritorno alla tonica della scala usata, ecc. M.G.G. © 2015 pag. 29 Gli intervalli L'intervallo melodico è la distanza in gradi di due note eseguite una di seguito all'altra. (nella scrittura musicale successive) Per definire l'intervallo melodico, pertanto, sarà necessario indicare se si tratta di un intervallo ascendente, con la prima nota più grave della seconda, o discendente, con la prima nota più acuta della seconda. L'intervallo armonico è la distanza in gradi di due note eseguite contemporaneamente. (nella scrittura musicale sovrapposte) Per definire l'intervallo armonico sarà sufficiente indicare, come per quello melodico, il numero dei gradi della scala che comprende. L'ARMONIA L'Armonia può essere definita una organizzazione di suoni sovrapposti; la combinazione di più suoni nello stesso momento. L'armonia, infatti, è costituita da una sovrapposizione di singole note musicali, organizzate secondo regole precise, a cavallo tra scienza ed arte. Anche se presente in natura, l'armonia è stata l'ultimo elemento musicale conosciuto e studiato dall'uomo. Anche per quanto riguarda lo sviluppo della percezione musicale nel bambino, alcuni studiosi ritengono che la sensibilità al contenuto armonico della musica cominci a svilupparsi, nella media, solo a partire dai sei anni di età. L'elemento fondamentale dell'armonia è l'intervallo armonico: la distanza in gradi tra due note sovrapposte. Due o più intervalli armonici sovrapposti formano un accordo; l'accordo più semplice sarà formato da tre note che definiranno due intervalli armonici di 3ª sovrapposti. Accordo, o triade, maggiore M.G.G. © 2015 pag. 30 Sovrapponendo alla nota di una scale due intervalli di terza si potranno ottenere gli accordi basilari: Le cadenze – la cadenza sospesa è il passaggio da qualunque accordo a quello di Dominante; – la cadenza perfetta è il passaggio dall'accordo di Dominante all'accordo di Tonica Il contrappunto Il contrappunto è la sovrapposizione di più melodie nello stesso momento. Quando, invece di singoli suoni, vengono sovrapposte melodie diverse si applicano le regole del contrappunto musicale. La modulazione Il compositore, inoltre, può cambiare la tonalità nel corso del suo brano musicale; il cambio di tonalità deve avvenire nel rispetto di alcune regole e si chiama modulazione. M.G.G. © 2015 pag. 31 Il sistema tonale Il sistema tonale è l'insieme di tutte le regole della composizione musicale classica che, dal periodo barocco6 al XX secolo, hanno regolato la costruzione di melodie e di armonie, la realizzazione di contrappunti e, più in generale la creazione della musica. Il concetto di tonalità è alla base del sistema tonale. Il compositore sceglie liberamente una scala musicale, Maggiore o minore, che utilizzerà per comporre il suo brano musicale. La scelta viene solitamente effettuata in base a diversi parametri quali: la difficoltà esecutiva, i caratteri particolari della voce o dello strumento musicale cui è destinato il brano, gli aspetti psicologici e percettivi legati alle diverse tonalità, ecc. Le 12 tonalità Maggiori (scale Maggiori) e le 12 tonalità minori (scale minori) offrono al compositore 24 diverse possibilità. Dato che nel sistema temperato (12-TET) alcuni suoni vengono chiamati con nomi diversi (es. DO# = Reb) vengono a crearsi scale e tonalità che utilizzano le stesse note ma con nomi diversi: in questo caso parliamo di scale e di tonalità enarmoniche. 6 A partire dalla metà del '500 le scale modali ecclesiastiche vennero progressivamente abbandonate in favore dei soli modo Maggiore (scala Maggiore ex modo ionico) e modo minore (scala minore ex modo eolico). M.G.G. © 2015 pag. 32 10- Tecniche per fare musica d'insieme. MONODIA ACCOMPAGNATA (Monodia) Una sola persona canta o suona una sola nota alla volta Mentre un solista canta o suona la melodia principale altri suonatori lo accompagnano suonando gruppi di note sovrapposte UNISONO più persone cantano o suonano la stessa nota nello stesso momento POLIFONIA OMORITMICA Vengono cantate o suonate note di altezza diversa ma di uguale durata nello stesso momento POLIFONIA vengono cantate o suonate note diverse nello stesso momento POLIFONIA CONTRAPPUNTISTICA Vengono cantate o suonate melodie diverse nello stesso momento CANONE CONTRAPPUNTO IMITATO vengono cantate o suonate le stesse note in momenti diversi è un tipo di polifonia contrappuntistica che utilizza anche la tecnica del canone Tutte queste tecniche esecutive, come è già avvenuto in determinati periodi storici, possono essere usate singolarmente, tuttavia, per dare maggiore varietà ad un brano musicale, solitamente vengono mescolate tra di loro. M.G.G. © 2015 pag. 33 11- La struttura del linguaggio musicale. Come la letteratura anche la musica, oltre alla sua grammatica, ha una sua propria sintassi. I diversi elementi della grammatica musicale si uniscono per formare frasi, periodi e forme musicali. Il Motivo o, dal punto di vista ritmico, il piede è formato da due o più note ritmicamente caratterizzate: La Frase è formata da quattro battute e si può dividere in due semifrasi: Il Periodo è formato da due o più frasi: N.B. La prima frase termina con una cadenza sospesa (alla dominante) paragonabile al “punto e virgola in letteratura” mentre, la seconda frase, conclude il periodo con una cadenza perfetta (ritorno alla tonica) paragonabile al punto fermo in letteratura. Il Tema è un'idea musicale di lunghezza non predefinita. M.G.G. © 2015 pag. 34 La Forma è una struttura musicale costituita da due o più periodi: In questo caso il primo periodo inizia alla tonica per terminare con una cadenza sospesa, il secondo si collega con il primo iniziando alla dominante per terminare con una cadenza perfetta. Esistono una grande quantità di forme musicali che si sono sviluppate nel corso dei secoli. M.G.G. © 2015 pag. 35