arts
club
All’interno:
The
Strokes
Radiohead Arcade
Fire
N. 5
30 GIUGNO 2010
ArtsClub Italia
Aspettando
i Klaxons
1
news
Glasvegas quasi pronti
I Glasvegas sono pronti a
registrare il nuovo album.
Lo dichiara James Allan, il
frontman della band scozzese, affermando che si tratta
di un album più maturo del
precedente. Le session inizieranno a Settembre senza
l’apporto della batterista Caroline McKay, che ha recentemente lasciato la band.
Interpol: c’è la data
Si chiama semplicemente
‘Interpol’, uscirà il 14 Settembre: è la quarta fatica
della band newyorkese, a tre
anni da Our Love To Admire.
Arts Club vi ha già segnalato ‘Lights’, prima canzone
disponibile in streaming
online: nell’attesa, un ottimo
assaggio.
Keith nei Faces?
Fervono i preparativi per
il concerto-reunion degli
Small Faces, in programma
quest’estate nel Sussex (UK).
Dopo il forfait di Rod Stewart, sostituito alla voce da
Mick Hucknall (Simply Red),
si vocifera di una partecipazione di Keith Richards, che
si unirebbe a Slash e Noel
Gallagher come super ospite
alla chitarra.
Le aste di Christie’s
Giornata molto rock per la
casa d’aste londinese Christie’s: lo scorso 24 Giugno ha
battuto all’asta un disegno
di John Lennon, risalente al
periodo dei bed-in, e altri
memorabilia di vario genere
fra cui una chitarra usata da
Pete Townsend (The Who),
datata 1971, venduta a
53mila sterline circa.
Addio Pete Quaife
Pete Quaife, storico bassista
dei primi Kinks (fino al 1969)
è morto ieri all’età di 66 anni.
Causa del decesso i cronici
problemi ai reni da cui era
afflitto: era in dialisi da circa
dieci anni. Rock on, Pete.
Se ti chiami
Michael Jackson
Klaxons, è l’ora
della consacrazione
di Alessandro Re
di Alessandro Gandini
S
e ti chiami Michael Jackson capita che incidi l’album più venduto nella
storia della musica (Thriller, 110 milioni
ci copie), che rivoluzioni la musica pop,
che inventi il Moonwalk, il Sidewalk, l’Airwalk e l’Antigravity Lean – dove peraltro ti inclini di 60° – sposi l’unica figlia di
Elvis Presley e che ti dedicano una targa
in tuo ricordo, a Londra, nel foyer del
Lyric Theatre, nel West End, due passi da
Piccadilly Circus, il teatro che ha ospitato il musical “Thriller live”, che ripercorre
tutta la tua carriera. Ma se ti chiami Michael Jackson capita anche che soffri di
vitiligine, una malattia che causa il progressivo sbiancamento della tua pelle, macchia dopo macchia, e che per rimediare a queste macchie ricorri a fiumi di fondotinta e che la gente invece di capirti ti accusa di aver cambiato pelle,
d’esser razzista e di voler rinnegare le tue origini. Se ti chiami Michael Jackson t’accusano pure
di pedofilia, salvo poi scoprire che dal processo esci pulito, nonostante tutta la merda che t’han
tirato addosso. Se ti chiami Michael Jackson hai il mondo ai tuoi piedi ma tu, quel mondo, non
riesci neppure a sfiorarlo, se non con un guanto. Né puoi respirarlo, da dietro una mascherina.
Si chiama bacillofobia, la paura che ti impedisce di stringere ciò che t’appartiene. Se ti chiami
Michael Jackson muori il 25 giugno 2009, un anno esatto fa, al numero 100 di Carolwood Drive
a Holmby Hills, Los Angeles, per arresto cardiaco dovuto ad un’overdose di Propofol, medicinale
adoperato dal tuo medico Conrad Murray per aiutarti a combattere l’insonnia.
Arcade Fire, suoni suburbani
L’
atteso nuovo album degli Arcade Fire, chiamato
‘Suburbs’, sarà composto da 16 tracce e probabilmente verrà rilasciato in ben 8 copertine diverse. L’annuncio di questa trovata, che conferma come sempre la
genialità del gruppo canadese, è stato accompagnato da quello della scaletta, che sarà la seguente: La
tracklist completa è questa: ‘The Suburbs’, ‘Ready to
Start’, ‘Modern Man’, ‘Rococo’, ‘Empty Room’, ‘City With
No Children’, ‘Half Light I’, ‘Half Light II (No Celebration)’, ‘Suburban War’, ‘Month of May’, ‘Wasted Hours’,
‘Deep Blue’, ‘We Used to Wait’, ‘Sprawl I (Flatland)’,
‘Sprawl II (Mountains Beyond Mountains)’, ‘The Suburbs (continued)’. L’album sarà distribuito in America il 2 Agosto, e in Europa il giorno seguente. I singoli
di lancio del disco, invece, dovrebbero essere diversi
a seconda del continente: ‘Ready To Start’ è quello
scelto per gli USA, ‘We Used To Wait’ trainerà invece il disco nel vecchio continente. Per chi volesse
ascoltare la band live poco dopo l’uscita del nuovo LP, l’appuntamento italiano è solo uno, il 2
settembre a Bologna. (a.b.)
2
A
vevano fatto molto casino, i Klaxons, preparando il loro secondo album. Troppo, secondo la loro casa discografica che ha
rispedito alla band il prodotto che era già finito, etichettandolo
come ‘uncommercial’, non commerciale. Casino proprio nel senso sonoro: troppo rudi quei suoni, troppo aggressive quelle chitarre per chi come i Klaxons ambisce a diventare una band internazionale. E’ per questo che, da quando ha letto quella news,
l’autore di questo articolo non aspetta altro che sentire questo lavoro. E pagherebbe di tasca sua per ascoltare la versione respinta.
Tornano i Klaxons, dunque, e il 16 Luglio saranno a Torino al Traffic Festival a darci un’anticipazione dell’album decisivo per la loro
carriera: il secondo, quello che viene dopo Myths Of The Near Future, datato 2007, un disco che ha ridisegnato i confini dell’electrorock spostandoli un po’ più in là, alzate gli amplificatori gente, giù
l’overdrive e voi, laggiù, è ora di ballare. ‘It’s Not Over Yet’, ‘Golden
Skans’, giusto per citarne due a caso, sono già dei classici dell’indie.
Ora viene il difficile: confermarsi. Inutile dire che tifiamo per loro.
Si intitolerà Surfing The Void e uscirà il 23 Agosto: in questi giorni
in Rete circola la tracklist ufficiale. In anteprima, la band ha messo a disposizione in streaming sul loro sito klaxons.net la canzone
‘Flashover’, che l’ottimo Indie-Rock.it definisce però ‘di una bruttezza imbarazzante’. Non siamo d’accordo: de gustibus. E viva le differenze. Forse è l’attesa ad aver fregato: sono tre anni che si parla di
questo album, lecito aspettarsi tanto. Noi, dal canto nostro, lo riteniamo un promettente aperitivo: in attesa, con tovagliolo al collo e
posate in mano, della pietanza principale. Ma ormai manca poco.
I
Klaxons nascono intorno al 2004, quando tra varie vicissitudini si incontrano a
Londra, nel quartiere di New Cross, Jamie
Reynolds (chitarra) e James Righton, che
all’epoca la chitarra non la sapeva nemmeno suonare. La band come la conosciamo
oggi si forma fra il 2004 e il 2006, quando
firmano con Angular Records e rilasciano
in sole 500 copie il singolo ‘Gravity’s Rainbow’. Da lì al successo il passo è stato brevissimo: nel 2007 è arrivata la firma con
Polydor e il primo album, il pluripremiato Myths Of The Near Future (foto). Una
produzione troppo “pesante” costa loro il
ritardo nell’uscita del secondo lavoro, ora
in arrivo (23 Agosto) intitolato Surfing The
Void. Il loro genere musicale è stato chiamato spesso con il nome di new rave per
l’incrocio esplosivo di elettronica, rock e
dance music.
3
Quali
OpenAir, San Gallo:
Radiohead The Strokes,
ci attendono? il ritorno
I Festival europei
dell’estate 2010
di Nicholas David Altea
di Alessandro Blangetti
C
ome rivelato dal chitarrista Ed O’Brien in una
recente intervista alla Bbc, i Radiohead stanno lavorando al successore di In Rainbows, il disco che
ha fatto la storia dell’industria musicale in quanto
per la prima volta messo a disposizione ai fan direttamente dalla band, tramite Internet, a un prezzo
libero deciso dagli utenti. Ma In Rainbows fu anche,
al di là delle modalità di rilascio, una gemma musicale. È legittimo dunque chiedersi ora: quali Radiohead ci aspettano? Cosa ci regaleranno i ragazzi di
Oxford dal loro imprevedibile cilindro?
Non è difficile immaginare che, come sempre, non
si tratterà di un disco banale. Se il passato vale qualcosa, avremo a che fare con un suono nuovamente
particolare e ricercato, per la band che dalla musica
popolare si scosta di più, avvicinandosi all’arte pura.
Abbiamo un indizio: il chitarrista ha dichiarato che
“registrare In Rainbows è stato un inferno, mentre
questo è molto, molto più divertente”. Siamo pronti
a scommettere che ciò si rifletterà sui suoni che caratterizzeranno l’album, in uscita entro l’anno. Che
finalmente, dopo 15 anni, sia in arrivo il vero seguito di The Bends? (a.g.)
Vampire
Weekend
L’
OpenAir di San Gallo è uno dei festival più importanti di tutta la Svizzera. Situato a nord-est, quasi al confine con Germania e Austria, ha ospitato tra il 24 e il 27 giugno di quest’anno grandissimi nomi della musica
internazionale. I palchi principali erano due, di cui uno, il Sitterbuhne, per
gli headliner. Dopo aver assistito in quest’ultimo luogo a parte dell’esibizione dei Biffy Clyro (il leader Simon Neil, in pantaloni arancioni, ha voce e
presenza da vendere) mi dirigo al Sternenbuhne, il secondo palco, che sta
per ospitare uno dei gruppi più chiacchierati degli ultimi mesi, i Drums.
Nonostante il massiccio hype ricevuto dalla band negli ultimi mesi, il
palco non è pienissimo, riesco a schierarmi nelle prime file. I pezzi sono
convincenti anche live, tolti gli ultimi due. Spostandoci di nuovo poi, riusciamo a goderci nel palco maggiore l’esibizione più attesa di tutto l’OpenAir, che è anche una delle più attese di tutta l’estate festivaliera in senso
più generale. Stiamo parlando naturalmente del live degli Strokes, che
tornano tutti insieme sul palco per pochissime date in questi mesi appena prima di dedicarsi alla registrazione del loro prossimo atteso disco.
I ribelli newyorkesi , che cambiarono il rock nove anni addietro, si fanno
attendere. Inizia poi ‘New York City Cops’: Julian Casablancas sbruffone
e carismatico come sempre. Nick Valensi, nonostante negli ultimi anni si
sia dedicato ad altro, non ha perso il feeling con la sua chitarra (l’assolo di
‘Heart In A Cage’ è stato da pelle d’oca). Hammond, Moretti e Fraiture non
sono da meno: sembra che i rispettivi percorsi solisti abbiano donato loro
ancora maggiore appeal e consapevolezza. I pezzi più belli del gruppo
scorrono tutti d’un fiato (io personalmente avrei aggiunto in scaletta ‘Ask
Me Anything’) e l’esibizione si chiude con la solita ‘Take It Or Leave It’. Gli
LCD Soudsystem (con l’illustre ospitata di Graham Coxon) chiudono poi
una delle serate più belle di quest’estate musicale.
(Leggi Alessandro sul suo blog http://thecoolnesssurfer.blogspot.com)
I
Vampire Weekend arrivano per la loro unica
data dell’anno nel nostro paese all’Hiroshima Mon
Amour grazie a MTV Italia, che ha scelto la location
torinese per la registrazione del suo primo concerto
registrato interamente in 3D. Il pubblico è poco e
selezionato, formato prevalentemente da vincitori
di concorsi e addetti ai lavori. La band, catapultata per una notte in una situazione così singolare
nel bel mezzo del proprio tour europeo, delizia il
pubblico con i suoi pezzi, contraddistinti da suoni
afro-pop e testi collegiali. L’esecuzione, tolto l’intro
sbagliato di ‘Mansard Roof’, è quasi impeccabile e
comprende tutti i pezzi più famosi e trascinanti dei
due album dei newyorkesi. Un oretta scarsa senza
encore, ma che è bastata per palesare la freschezza
e la bravura del gruppo. (a.b.)
4
So ‘90s
The La’s (1990)
G
ruppo di Liverpool che con questo
esordio svela il genio del cantante Lee
Mavers in tutta la sua classe. Le melodie sono brit pop, semplici e immediate
senza fermarsi però solo a questo, portando anche molti richiami sixties ben
curati. Da loro poi si arriverà ai ben più
acclamati Oasis e Blur, poichè un po’ della loro farina è dovuta anche ai La’s. Vi
è la capacità di alternare momenti più
acustici a momenti più sostenuti e rumorosi che potrebbero quasi andare in
contraddizione con le tracce più melodiche, ma non è così, esse arrivano a formare un “unicum” ben equilibrato che
da vigore. ‘Son of a Gun’ viaggia bene,
di breve durata ma ben caratterizzata
dal ritmo della chitarra acustica. ‘I Can’t
Sleep’ sale e porta più alto il livello con
la piacevole voce incisiva di Lee Mavers.
‘Timeless Melody’ e più concitata più
frettolosa e chiusa, che si rilassa solo col
passare dei secondi ritornando poi di
nuovo serrata, quasi distaccata. Si arriva
poi al capolavoro pop, coverizzato svariate volte. ‘There She Goes’ è di una leggiadria e di una delicatezza intangibile,
dolcemente trascinante quasi sognante, contraddistinta da quel falsetto che
a primissimo ascolto potrebbe narrare
di una ragazza bellissima, di un amore
non corrisposto, ma questa “lei” che va
è più semplicemente l’eroina che entra
e si espande tramite le vene in tutto il
corpo. Unico loro album, che non invecchierà mai, che spianerà la strada a
tutto quello che è arrivato dopo e che
sentite ancora adesso. Forse meglio così
che proporre brutte copie di una pietra
miliare. Garbati. (n.d.a.)
N
on vi bastano i festival estivi in Italia, va
bene, allora andate a farvi un giretto all’estero.
>> Rock Werchter 2010 - Quando: dal 1
al 4 Luglio Dove: Werchter (Belgio) Headliner: Muse/Green Day/Rammstein/Pearl Jam
Prezzo: 1 gg. 76 €/ 4 gg. 188 €
>> Exit Festival 2010 - Quando: dal 8 al
11 Luglio Dove: Fortezza San Petrovaradin
–Novisad (Serbia) Headliner: Mika/Placebo/
Missy Elliot/Faith No More/Chemical Brothers Prezzo: 4 gg. 109 €
>>FIB Heineken 2010 - Quando: dal 15 al
18 Luglio Dove: Benicàssim (Spagna) Headliner: Kasabian/Vampire Weekend/Prodigy/Gorillaz Prezzo: 4 gg. 160 €
>>Gurten Festival 2010 - Quando: dal 15 al
18 Luglio Dove: Berna (Svizzera) Headliner:
Babyshambles/Faith No More/The Kooks/
Amy McDonald Prezzo: 1 gg. 55 €/ 2 gg. 83 €/ 3 gg. 110 €/ 4 gg. 140 €
>> Sziget 2010 - Quando: dal 11 al 16 Agosto Dove: Isola di Obuda (Ungheria) Headliner: Iron Maiden/Muse/Faithless/30 Seconds to Mars Prezzo: ticket settimanale 200 €
>> Frequency 2010 - Quando: dal 19 al 21 Agosto Dove: St. Polten (Austria) Headliner:
Muse/Die Toten Hosen/Massive Attack Prezzo: 3 gg. 120 €
>> Pukkelpop 2010 - Quando: dal 19 e il 21 Agosto Dove: Hasselt-Kiewit, (Belgio) Headliner: Iron Maiden/Queens Of The Stone Age/Placebo Prezzo: 1 gg. 76 €/ 3 gg. 145 €
>> Reading & Leeds Festival 2010 - Quando: dal 27 e il 29 Agosto Dove: Reading e
Leeds (UK) Headliner: Arcade Fire/The Libertines/Blink 182/Guns’n Roses Prezzo: 1 gg.
91 €/ 3 gg. 220 €
Recensione:
The Drums
S
i sente il caldo di una spiaggia nemmeno troppo affollata, leggera brezza e caldo
secco. Ascoltate loro e la prima sensazione è questa che avete appena schiacciate play.
Carichi di un hype pazzesco ecco l’album di debutto dopo due Ep che avevano promesso bene. L’allegria è un’altra cosa loro sono spensieratamente malinconici e nostalgicamente estivi. I rimandi sono chiaramente ’80 dove si pesca un po’ di tonalità degli
Smiths come in ‘Best Friends’ e qualche chitarra “cureggiante” come in ‘Forever and Ever
Amen’ dove il riff potrebbe rimanervi in testa come le
tastiere di ‘In Between Days’ appunto. L’apice di calore è
raggiunto con ‘Let’s Go Surfing’ motivetto che quest’estate
vi accompagnerà non per forza a surfare per ma lo avrete
sempre con voi. Si perché il coefficiente estivo e dato da
quel suono molto surf rock che si mixa con quello bene
descritto prima. Estivi. (n.d.a.)
5
Aprile 2011: Roger Waters in
Italia. La magia di The Wall
La leggenda di Glastonbury
compie quarant’anni
di Marlene Barrett
tratto da Cultural Studies Italia (culturalstudiesitalia.wordpress.com)
I
Intervista:
Entropica
Come nasce il progetto Entropica? Raccontate la vostra
band a chi non vi conosce.
Il progetto Entropica nasce con questo nome e questa formazione solo a febbraio 2010 dopo che Nicolò, Emanuele
e Davide hanno testato numerosi vocalist. Dopo aver sperimentato anche Sofia decidono di assorbirla nella formazione
e parte l’avventura. Il nome è stato scelto per il suo significato, riferendosi al principio fisico dell’entropia, cioè il caos
primordiale presente nell’universo: per noi sembrava molto
una specie di “manifesto”, una specie di lotta all’ordine.
Quale delle vostre canzoni ritenete più rappresentativa del
vostro stile, del vostro suono?
Ogni pezzo brilla di luce propria, anche se sicuramente c’è
un filo comune: potremmo citare “L’Uomo Perfetto”, con un
ritornello piuttosto catchy e un andamento ballabile, come
molti dei brani che stiamo componendo e non abbiamo ancora proposto live.
Quali band avete come riferimento e influenza? Le cover
che solitamente suonate live sono abbastanza diverse dal
suono che contraddistingue le vostre canzoni.
Le nostre influenze, come stavo per accennare, sono molte
e sono indirizzate perlopiù al panorama alternativo italiano.
Ci piacciono molto i classici Afterhours, Verdena, Marlene
Kuntz, o a livello internazionale Muse e Placebo. Per quello
l tuo ex aveva tanti difetti. Potresti dire che aveva perlopiù difetti, oppure che aveva esclusivamente difetti, ma questo suonerebbe come un’estremizzazione posticcia. Qualche pregio doveva
pure esserci.
E, infatti, tra gli sparuti pregi, che si contavano sulle dita di una
mano di un manga giapponese, c’era la musica che l’ex ascoltava
(buon’anima). Tu avevi 20 anni, avevi tutta la discografia dei Pink
Floyd e guardavi con somma ammirazione l’LP di Atom Heart Mother di tuo padre. Ricevevi in regalo il vinile di The Dark Side Of
The Moon e il dvd del Live at Pompei e risultava piuttosto semplice, per i tuoi amici, renderti la pulzella più felice del mondo. Finché un giorno, il difettoso ex, decise di obnubilarti la mente e ti regalò un weekend a Praga con annesso concerto di Roger Waters.
Trentennale di Dark Side. E per circa 3 ore tutto il prima e il dopo
sparirono e tu vivesti il concerto in assoluto più bello a memoria
di uomo, di donna, di vegetale, di organismo monocellulare e di
roccia calcarea.Astronauti e maiali che volavano sul pubblico, piramidi di fasci di luce che riproponevano in 3D la copertina del
celeberrimo album. Esplosioni. Emozioni. Fu una serata di quelle
che ti riconciliano con l’universo e ti fanno sentire speciale a poter
assistere, partecipare e comprendere uno spettacolo del genere.
Un’esperienza ricca ma non eccessiva. Uno spettacolo perfettamente interprete, oggi come allora, delle inquietudini del nostro
tempo. Praga, fece il resto. E poi scopri che l’anno prossimo, il
buon vecchio Roger farà 2 date a Milano: l’1 e il 2 aprile 2011. The
Wall Live, 30° anniversario, un tour che si snoderà per quasi 30
città europee, rimesso in scena per la prima volta dopo 20 anni:
e Waters preannuncia che, questo, potrebbe essere il suo ultimo
memorabile tour. A fronte del sold out in un paio di giorni, a grande richiesta è stata fissata una terza data: il 4 aprile 2011, lunedì.
Nell’attesa, non ci resta che fare un po’ di training rispolverando il
film di Alan Parker, perdendoci nei disegni, nei colori e nei suoni
di un vero capolavoro.
Q
uest’anno, nel weekend appena trascorso, si sono celebrati i quarant’anni dalla prima edizione del leggendario Festival di Glastonbury,
probabilmente la più importante manifestazione musicale della Gran Bretagna. Un evento che ormai è un vero e proprio rito sociale, entrato stabilmente a far parte della cultura britannica in generale, non solo di quella
melomane e musicista. Su questo palcoscenico si sono celebrati eventi che
hanno segnato la società britannica e la cultura popolare in generale, sin
dalla prima edizione (1970) quando una band allora semisconosciuta, i TRex, fecero la loro prima comparsa pubblica Nei ‘90 Glasto raggiunge il suo
apice: sono gli anni del brit pop, e di Tony Blair, circondato da artisti e musicisti che sostengono il sogno di una nuova Inghilterra progressista, dopo
il conservatorismo e la Thatcher. Sono gli anni di leggendarie performance,
come gli Oasis del 1995 (foto, con Robbie Williams) e i Radiohead nel 1997:
il ‘rinascimento’ della musica britannica, di un modo di vivere, di uno stile
d’abbigliamento e di hairstyle. E ora, nonostante tutto, Glasto c’è ancora: c’è
la crisi, sono tornati i conservatori, ma qui l’anno scorso c’erano ancora i Blur
e il tempo per un attimo si è fermato. Long live Glasto.
in uscita playlist concerti
5 Luglio, I Am Kloot: Sky At Night
Scissor Sisters, Fire With Fire
2 Luglio, Mojomatics @ Salsomaggiore
5 Luglio, Mystery Jets: Serotonin
Doves, Andalucia
3-6 Luglio, Heineken Jammin Festival,
Venezia with Aerosmith, Green Day,
Black Eyed Peas, Pearl Jam, Massive
Attack & al.
6 Luglio, Kylie Minogue, Aphrodite
Klaxons, Flashover
12 Luglio, Bombay Bicycle Club: Flaws
The Drums, Let’s Go Surfing
12 Luglio, The Coral: Butterfly House
Train, Hey Soulsister
10 Luglio, Peter Hook @ Moonligh Festival, Fano
13 Luglio, Richard Ashcroft: The United
Brandon Flowers, Crossfire
12 Luglio, Morcheeba @ Genova, Arena
del Mare
(Leggi Marlene sul suo blog www.marlenebarrett.blogspot.com)
che riguarda le cover, ne facciamo alcune a livello di sala prove
per passare il tempo e le proponiamo in concerto solo quando
ci vengono richieste in maniera particolare. Quella che suoniamo sempre, a questo scopo, è ‘Redemption Song’, mentre le altre
sono eseguite solo su richiesta dei gestori dei locali e degli spazi
dove proponiamo la nostra musica.
Programmi per l’estate?
Quest’estate a causa di una serie di impegni siamo costretti a rimandare molti concerti, ma abbiamo pensato a un progetto un
po’ particolare, dal nome “Acustica Abusiva”, con il quale porteremo la nostra musica, in versione unplugged, in luoghi pubblici
affollati, come i concerti dopo la fine della band principale. Speriamo sia una bella estate entropica. (a.g.)
(Visita il myspace del gruppo:
www.myspace.com/entropicaband)
6
4 Luglio, Serj Tankian @ Teatro degli
Arcimboldi, MI
9 Luglio, Gallows @ Rock Planet, Cervia
Nations Of Sound
credits
staff
ArtsClub Italia è un allegato quindicinale alla Rivista Paper Street.
Da un’ idea di Alessandro Gandini. Scrivici a [email protected].
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Coordinamento: Alessandro Gandini.
Grafica: Francesca Avian.
Hanno collaborato:
Nicholas David Altea, Marlene Barrett,
Alessandro Blangetti, Giacomo Lamborizio,
Lucio Laugelli, Alessandro Re.
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