Corso di formazione ai sensi della DGR 465/2007 Tatuaggio e Piercing: aspetti di igiene e sicurezza Rimini, Via Coriano, 38 Sala Smeraldo - piano terra, scala G 14,16 e 17 Novembre 2012 Malattie infettive Alcune nozioni utili per poter comprendere termini medici difficili Malattie infettive in ambito umano La malattia infettiva rappresenta una modalità di interazione tra microrganismo (specie patogena per l’uomo) e macrorganismo (uomo sano). Esistono una serie di variabili dipendenti, sia del microbo che dell’uomo, per cui solo realizzandosi alcune condizioni si arriva alla malattia. Malattie infettive in ambito umano Patogenicità: microbo “parassita”, contrae un rapporto di vantaggio rispetto all’ospite uomo Virulenza:variabile di un singolo ceppo appartenente a patogeni, legata ad attività biologiche del microbo, geneticamente determinate Invasività:caratteristica intrinseca del microbo a superare le barriere di difesa Carica infettante:la quantità di microbi necessaria per dare malattia, superando le nostre difese Tossinogenesi:capacità geneticamente determinata di alcune specie. Le tossine danno la malattia Malattie infettive in ambito umano INDIVIDUO IMMUNE per precedente contatto o per vaccinazione. INDIVIDUO RECETTIVO si realizza il passaggio da infezione a malattia il cui andamento e gravità dipendono da fattori quali : presenza di malattia cronica, età, sesso, stato alimentare, condizioni socio-economiche. Epidemiologia Studia le malattie e lo stato di salute della popolazione, in particolare il verificarsi delle malattie e degli stati o eventi ad esse connessi. Non richiede una conoscenza dell’agente causale, ma fornisce indizi per individuarlo. Sorgente d’infezione Si identifica nell’uomo, animale, ambiente. Prevede una via di eliminazione in rapporto alla sede dell’infezione. Le vie principali sono quella intestinale e respiratoria mentre la via urinaria, cutanea e orale (es. vomito) sono meno frequenti. Oltre al malato, anche il portatore può essere sorgente d’infezione. Portatore Precoce: eliminazione del microbo prima dello sviluppo della malattia (es. morbillo) Convalescente o cronico: durante la fase di convalescenza o persona guarita clinicamente ma non biologicamente (es. HBV) Asintomatico: eliminazione in individui infetti ma clinicamente inapparenti. Possono rimanere tali per periodi temporali brevi o lunghi (es. HAV) Endemia - Epidemia Endemia Indica un equilibrio continuo nella frequenza dei casi di una malattia in un territorio Epidemia Comparsa di un elevato numero di casi di malattia, favorita da determinate situazioni (es. clima, suscettibilità degli individui) Trasmissione VIA DIRETTA: passaggio del microbo dalla sorgente all’individuo ricevente per contatto diretto o estrema vicinanza VIA INDIRETTA o MEDIATA: interessa microrganismi in grado di sopravvivere nell’ambiente e avviene tramite veicoli (es. acqua, alimenti, aria, mano) o vettori (es. zanzara) Vie di trasmissione La classificazione più comune prevede 4 vie di trasmissione delle malattie, con eccezione dei vettori. Esse sono: •VIA AEREA •VIA ORO-FECALE (comprende la maggior parte delle infezioni contratte tramite veicoli alimentari e acqua) Vie di trasmissione VIA PARENTERALE (contatto con sangue o emoderivati, per pratiche iniettive, trasfusionali, chirurgiche, traumi) VIA SESSUALE (in alcuni casi può ricadere nella definizione di trasmissione parenterale inapparente, tipica di casi in cui la trasmissione è dovuta al contatto con materiale ematico, senza documentazione di soluzioni di continuo di cute o mucose) Trasmissione di infezioni nella pratica del tatuaggio e piercing CLIENTE - CLIENTE CLIENTE - OPERATORE OPERATORE - CLIENTE Le Epatiti virali Le epatiti virali sono infezioni che colpiscono il fegato. Si conoscono 5 tipi (epatite A, B, C, D, E) ma in circa il 10-20% dei casi ancora non si conosce l’agente responsabile Epatite B Hepadnaviridae (DNA) Epidemiologia L’epatite B veniva un tempo denominata “epatite da siero”, a sottolineare che le pratiche parenterali (trasfusione di sangue o di emoderivati, punture con materiali contaminati da sangue) sembravano essere l’unica modalità di trasmissione. Epidemiologia Via parenterale classica • Politrasfusi • Emodializzati • Pazienti sottoposti a trattamenti invasivi diagnostici e/o terapeutici • Tossicodipendenti da droghe e.v. • Sanitari • Addetti alla raccolta e smaltimento dei rifiuti Epidemiologia Oggi sappiamo che esistono vie differenti da quella parenterale classica: la c.d. trasmissione parenterale inapparente. Trasmissione sessuale Trasmissione verticale (da madre a figlio in epoca perinatale) Utilizzo di effetti personali (rasoi, spazzolini da denti, ecc.) Tatuaggi e piercing eseguiti da addetti non professionali. Epidemiologia Il serbatoio d’infezione è costituito da: •malati in fase acuta (1-2 mesi prima e dopo inizio sintomi) •Portatori cronici di HBV N.B. Il virus estremamente resistente nell’ambiente esterno fino a 7 giorni. Epidemiologia Il rischio di contrarre l’infezione conseguente ad una singola esposizione (NEEDLESTICK O TAGLIO) in un soggetto recettivo è pari al 6-30%. Mentre è noto il rischio d’infezione conseguente ad esposizione di mucose o cute non integra, il rischio d’infezione da esposizione a cute integra è meno conosciuto. Malattia epatica HBV correlata Periodo di incubazione: 6 settimane – 6 mesi (media 120 gg.) Sintomi aspecifici dell’epatite acuta: disturbi addominali, nausea e vomito, febbre, malessere, cefalea, mialgia. Ittero Forme asintomatiche: circa 90%. Malattia epatica HBV correlata Complicanze: Epatite fulminante Epatite cronica: circa il 5-10% dei casi, più facilmente in persone giovani (10-25% in Asia dell’Est, Africa subsahariana e Amazzonia; < 2% in Nord America ed Europa occidentale) Nel 20% dei casi: evoluzione dell’epatite cronica in Cirrosi epatica entro 5 anni Epatocarcinoma primitivo (l’infezione nei Paesi ad elevata endemia è responsabile fino al 90% dei carcinomi epatici) Storia naturale dell’infezione da HBV Guarigione 90% Exitus < 1% 10-20 anni Epatite acuta B Trasmissione perinatale Epatite cronica 5 - 10% Cirrosi 25 - 40% Scompenso 6 - 10% > 2% Morte 5 - 10% “Portatore attivo” 0,6% HCC Epidemiologia Si stima che più della metà della popolazione mondiale sia stata infettata con HBV e circa 350 milioni siano soggetti con infezione cronica Letalità: circa 1 milione di persone muore a causa dell’infezione HBV. La prevalenza di HBsAg in Europa è generalmente basso ma è più alto nelle aree del Sud e dell’Est >8% 2-8% 1-2% <1% 2,2 2,1 Prevalenza di HBsAg (%) 2,0 1,8 1,6 1,5 1,7 Italia Spagna 1,4 1,2 1,0 0,8 0,65 0,4-0,8 0,6 0,4 0,2 WHO Collaborative Centre, University of Antwerp , WHO/EURO and Publications 0,0 Francia Germania Grecia Zarski JP et al. J Hepatol. 2006; 45:355-360; Robert-Koch Institute. Epidem Bull. 2005; 46:421-436; D’Amelio R et al. Am J Epidemiol. 1992; 135:1012-1018; Sola R et al. Med Clin (Barc). 2002; 119:90-95; Gogos CA et al. Eur J Epidemiol. 2003; 18:551-557 HBsAg pos: 1980 - 5% 2005 - 1-2% (0.5-1 milione HBsAg pos) Prevenzione Esiste un vaccino sicuro che fornisce una protezione di lunga durata. E’ obbligatorio dal 1991 per tutti i nuovi nati. L’incidenza della malattia è scesa da 12 casi/100.000 abitanti a 1,8/100.000 Incidenza di epatite acuta B in Italia per classi di età (SEIEVA, 1985-2006) 0-14 15-24 > 24 45 40 35 Vaccinazione Anti-HBV 30 25 20 15 10 5 0 ‘85 ‘86 ‘87 ‘88 ‘89 ‘90 ‘91 ‘92 ‘93 ‘94 ‘95 ‘96 ‘97 ‘98 ‘99 ‘00 ‘01 ‘02 ‘03 ‘04 ‘05 ‘06 Anno Epatite C HCV RNA Flavivirus - Mutazioni durante la replica virale - Eterogeità che ostacola un’efficace neutralizzazione Infezione acuta spesso asintomatica e senza ittero Incubazione: range 2 sett. - 6 mesi. In media 6- 9 settimane Sintomi: dolori muscolari, nausea, vomito, febbre, dolori addominali e ittero. Epidemiologia Cronicizza in alta percentuale • Epatite cronica (fino all’80%) • Evoluzione in cirrosi nel 20-30% dei pazienti con epatite cronica • L’1-4% dei pazienti con cirrosi può sviluppare un epatocarcinoma Epidemiologia Cronicizza in alta percentuale • Epatite cronica (fino all’80%) • Evoluzione in cirrosi nel 20-30% dei pazienti con epatite cronica • L’1-4% dei paz. con cirrosi può sviluppare un epatocarcinoma Storia naturale di HCV Epidemiologia Trasmissione parenterale: Modalità di trasmissione probabilmente sovrapponibili a quelle dell’epatite B, anche se evidente che la c.d. trasmissione parenterale “inapparente” gioca il ruolo principale (provato il contagio per via sessuale e da madre a figlio). Essendo la malattia asintomatica, il serbatoio dell’infezione è costituito da portatori cronici. In Italia la prevalenza di soggetti con HCV-RNA si aggira attorno all’1% della popolazione. Epidemiologia Il rischio di trasmissione dell’infezione a seguito di puntura con ago contaminato è pari al 2% (intermedio tra il rischio di trasmissione di HIV – circa 0.3% - e di HBV – circa 30%). Sopravvivenza in ambiente esterno: 48-72 ore Epidemiologia In Italia la percentuale di persone infette è compresa tra il 1-2.5 % della popolazione generale. Incidenza di nuove infezioni sintomatiche: 1-3 / 100.000 / anno, ma l’incidenza reale di nuove infezioni è molto più elevata, in quanto la maggior parte di queste ultime è asintomatica.e Profilassi Non esiste attualmente un vaccino La prevenzione è legata ad interventi di igiene generale rivolti alla prevenzione della diffusione di virus trasmissibili per via parenterale come HBV e HIV. HDV - Epatite Delta Virus difettivo necessita del virus Epatite B per potersi replicare ed infettare (infezione simultanea oppure sovrainfezione di virus D in portatore cronico di HBV con nuova epatite acuta) Infezione acuta può evolvere in cronica Stessa modalità di trasmissione e prevenzione dell’Epatite B Infezione da HIV La causa dell’infezione da HIV è un virus Human Immunodeficiency Virus HIV-1 Infezione da HIV Attualmente se ne conoscono 2 tipi: •HIV-1 diffuso in tutto il mondo HIV-2 presente solo in alcuni paesi africani ed è meno virulento del tipo 1 HIV non è resistente nell’ambiente esterno dove ha tempi di sopravvivenza di circa 2 ore Epidemiologia Il virus HIV e stato isolato in tutti i liquidi biologici di una persona con infezione Una quantità di virus (carica virale) sufficiente a trasmettere l’infezione si può ritrovare solo in determinati liquidi biologici quali: Sangue Liquido seminale e secreto vaginale Latte materno Epidemiologia L’HIV può essere trasmesso per via parenterale con la trasfusione di sangue o di emoderivati infetti [rischio: 90%] , oppure con l’inoculazione di piccole quantità di sangue infetto attraverso lo scambio di siringhe [ 70%] fra tossicodipendenti. La trasmissione può avvenire attraverso rapporti etero [1-2%] omosessuali [80%]. Epidemiologia Man mano che l’infezione si è diffusa, sono stati i rapporti sessuali eterosessuali ad essere più frequentemente implicati nella trasmissione del virus dell’HIV ed attualmente l’infezione colpisce soprattutto adulti/e sessualmente attivi/e con una pluralità di partner o partner sessuali di questi/e ultimi/e La trasmissione verticale -da madre infettasi è ridotta con la terapia antiretrovirale al 12% Epidemiologia Nel Mondo, l’infezione si trasmette principalmente attraverso rapporti eterosessuali: • in Africa, il 7,4% dei soggetti sessualmente attivi è sieropositivo, • in Asia e Africa il 70% delle prostitute è sieropositivo. Epidemiologia I dati della Regione Emilia-Romagna relativi alla distribuzione per modalità di esposizione nel quinquennio 2003-2007 sono: Omosex-bisex Tossicodipendenza Td + omo-bisex Eterosex Emofilici Altro M 29 % 29 % 1% 38 % 0% 4% F 0% 34 % 0% 59 % 0% 7% A global view of HIV infection 33 million people [30–36 million] living with HIV, 2007 2.2 Storia naturale dell’infezione da HIV Morte Sintomi dell’infezione acuta Disseminazione del virus agli organi lifatici Malattie opportunistiche ) Infezione asintomatica Sintomi costituzionali ( CD4 T Cells/mm3 Infezione acuta 0 3 6 9 12 Settimane 1 2 3 4 5 6 Anni 7 8 9 10 11 Infezione da HIV acuta L’infezione acuta può decorrere in modo asintomatico Nel 50-90% dei casi sono presenti dei sintomi che compaiono dopo 2-6 settimane con quadri clinici aspecifici simil influenzali simil mononucleosi, mal di gola stanchezza Infezione da HIV acuta SINTOMI FREQUENZA Febbre 80-90% Rash 40-80% Ulcere orali 30-40% Artralgie/mialgie 50-70% Faringite 50-70% Cefalea 30-70% Linfoadenopatie 40-70% Sudorazioni notturne 50% Meningite linfocitaria 20% La storia naturale dell’Infezione da HIIV La storia naturale dell'infezione da HIV nei pazienti che non assumono la terapia antiretrovirale ha una durata media di circa 10-11 anni e può essere distinta nelle seguenti fasi: infezione acuta, infezione cronica asintomatica e infezione sintomatica con sviluppo di sindrome da immunodeficienza acquisita. La terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART) ha consentito di ottenere un significativo allungamento del periodo libero da malattia e della sopravvivenza, rendendo l'infezione da HIV una malattia cronica. La storia naturale dell’Infezione da HIIV La progressiva distruzione dei Linfociti CD4 porta ad una immunodeficienza che crea la possibilità del manifestarsi di malattie che si chiamano opportunistiche e certi tumori Dopo la fase asintomatica prima della comparsa delle patologie definenti AAIDS conclamato possono comparire dei sintomi o alterazioni di laboratorio che complessivamente si definiscono:ARC AIDS Related complex quali candidosi febbre senza altra causa,diarrea persistente calo ponderale Patologie definenti l’AIDS Infezioni Virali Infezioni Batteriche Polmoniti ricorrenti Sepsi da salmonella Micobatteriosi atipiche Tubercolosi Citomegalovirosi disseminata o retinica Herpes simplex disseminato o cronico Leucoencefalopatia PML Patologie definenti l’AIDS Infezioni da Protozoi Toxoplasmosi cerebrale Criptosporidiosi Isosporiasi Istoplasmosi Infezioni Fungine Polmoniti da Pneumocistis Candidosi esofagea Criptococcosi Istoplasmosi Coccidioidomicosi Patologie definenti l’AIDS Neoplasie Sarcoma di Kaposi Linfomi NH Linfoma cerebrale Carcinoma ionvasivo della cervice uterina Patologie causate direttamente da HIV AIDS dementia complex Wasting sindrome Profilassi Non esiste alcuna forma di immunoprofilassi attiva, l’unica possibilità è la prevenzione dei comportamenti a rischio e l’utilizzo del condom in caso di rapporti sessuali con persone non perfettamente conosciute. In caso di infezione già contratta, la prevenzione delle complicanze passa attraverso la terapia antiretrovirale. Antiretrovirali approvati CBV T-20 Atripla DDC Raltegravir DLV 3TC ABC TFV Truvada Etravirine NVP AZT 1987 1988 DDI 1989 1990 1991 d4T 1992 1994 1995 1996 NRTI 1997 1998 FTC Trizivir EFV 1999 NFV 2000 Kaletra 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 ATV Maraviroc PI SQV HG FI RTV R5R5-In Integr In DRV FosFos-APV NNRTI IDV APV 2008 TPV 2009 Cenni su altre patologie trasmissibili Tubercolosi, Micobatteriosi Atipiche, Tubercolosi Atipiche TBC: causata dal Micobatterio Tubercolare o Bacillo di Koch. La forma cutanea prevale nelle regioni a clima freddo e umido. Rappresentano meno dell’ 1% delle infezioni TB. Volto, collo ed arti sono le aree più colpite TRASMISSIONE Più frequentemente la sede cutanea è secondaria a localizzazioni viscerali, con trasmissione per contiguità o per via ematica. In alcuni casi, l’infezione è esogena ed è in rapporto alla esposizione e concentrazione della carica batterica che viene a contatto con la cute direttamente o per mezzo di materiale o strumenti infetti. I bacilli possono raggiungere il sottocutaneo mediante ferite contaminate, aghi e strumenti infetti (TB colliquativa o scrofuloderma) Tubercolosi, Micobatteriosi Atipiche, Tubercolosi Atipiche Micobatteriosi Esistono diverse varietà di Micobatteri non tubercolari. I più importanti per le patologie umane cutanee sono: M. avium, M. marinum, M. kansasii. M. ulcerans, M. fortuitum, M. chelonae e M. haemophilum. Danno luogo in genere a granulomi, talvolta ulcere. TRASMISSIONE: Sono ubiquitari. Rinvenibili nel suolo, polvere, acque, animali domestici, alimenti. Sono provati casi di inoculazione cutanea di M. atipici mediante tatuaggi. Lebbra Meno frequentemente, tramite penetrazione dei bacilli attraverso piccole soluzioni di continuo cutanee. Manifestazioni cliniche dopo 2-5 anni fino a 8-12 anni; distrugge i nervi periferici provocando insensibilità; successivamente attacca i tessuti causando le mutilazioni. Sporotricosi Micosi sottocutanea, dovuta a Sporothrix schenckii. Cosmopolita, prevale in climi temperati (Italia inclusa). La modalità di contaminazione tramite microtraumatismi e contaminazione della polvere. Conosciuti casi di contaminati mediante tatuaggi e frequentatori di camping. Verruca Neoplasia epiteliale benigna, provocata da Papillomavirus. Infezione ubiquitaria, colpisce prevalentemente bimbi e giovani Trasmissione: per contatto diretto (eteroautoinoculazione), tramite oggetti contaminati Incubazione: 3-4 sett fino a 6-20 mesi Verruca Aspetti clinici variabili Verruca volgare: dorso delle mani e aree periungueali (rilievi cutanei, a superficie inizialmente liscia e poi rugosa; diametro 1-5 mm) Verruca piana: volto e ginocchia (piccoli rilievi lisci o papule) Verruca filiforme: volto Scabbia Dermatosi contagiosa, dovuta ad artropode Sarcoptes scabiei. Trasmissione per contatto personale o mediato da indumenti Incubazione 1 mese circa Sintomi pruriginosi, eruzioni eritematopapulose disposte in linee di circa 5-10 mm, che terminano con vescicola Scabbia Interessa superficie flessoria del polso e spazi interdigitali, regione estensoria degli arti, zona ascellare, ombelicale, mammaria, zone genitali Pediculosi Parassitosi cutanea Tre tipi: Pediculus humanus var. capitis si localizza al cuoio capelluto Phthirus pubis determina pediculosi pubica Pediculus humanus var. corporis con infestazione del tronco Pediculosi Insetti ematofagi, depongono uova (lendini) su peli, capelli e nei tessuti vestiari Trasmissione: per contatto diretto Sintomi: prurito, lesioni eritematopapulose alle ascelle, dorso e natiche(P.corporis) Pediculosi Prurito all’inguine, pube e lato interno delle cosce (P. pubica) Prurito al cuoio capelluto, soprattutto zone temporali e occipitali; talvolta lesioni eritematose o maculose, lesioni da grattamento (P. capo) Pseudomonas aeruginosa, Stafilococco Aureo e Streptococco piogene Ps. Aeruginosa: batterio frequentemente presente su mucose indenni ma anche nell’ambiente (riscontro presso lavandini, angoli bui, parti umide di apparecchi per condizionamento, ecc). Poco invasivo, provoca infezioni nel soggetto immunocompromesso o se introdotto in profondità. Pseudomonas aeruginosa, Stafilococco aureo e Streptococco piogene Piodermiti gruppo di malattie dovute prevalentemente a Str. Piogene e Staf. Aureo, germi in grado di produrre tossine. Gli Stafilococchi hanno un tropismo per i follicoli pilosebacei (ostiofollicoliti, follicoliti, foruncoli, ecc.), mentre gli Streptococchi si localizzano nelle altre strutture epidermiche (es. impetigine, erisipela, ecc.) Pseudomonas aeruginosa, Stafilococco aureo e Streptococco piogene I piogeni agiscono tramite produzione di tossine che sono responsabili del danno cellulare. In condizioni normali, con cute integra non determinano malattia, ma diventano patogeni a seguito di alterazioni varie quali traumatismi, ridotte capacità di difesa locali e generali, macerazione dello strato corneo della cute, ecc., determinando malattia locale che può generalizzare. Tetano Agente causale: Clostridium tetani Ospiti abituali: app. digerente erbivori (cavalli e pecore) con eliminazione, tramite escrementi, di spore Le spore si trovano nei suoli, acque e pulviscolo atmosferico di strade, abitazioni , ospedali. Tetano La malattia non conferisce immunità definitiva, forse per scarsa presenza di tossina in circolo Penetrazione spore mediante soluzioni di continuo di cute e mucose Disinfezione e disinfettanti: cenni Disinfezione: lo scopo immediato è quello di distruggere i microbi patogeni presenti, anche se non tutti. Il disinfettante idoneo va scelto in rapporto alla resistenza dei microbi che si vogliono distruggere.