Stella: «Un`autonomia da cambiare

Stella: «Un'autonomia da cambiare»
GIUSEPPE FIN
«Alcune cose dell'autonomia
possono essere cambiate. Solo il dente di Buddha di Kandy è sacro». Il giornalista del
Corriere della Sera, Gian Antonio Stella, colui che è riuscito
a mettere sotto la lente d'ingrandimento gli sprechi pubblici ingiustificati della politica italiana, dopo le critiche dei
giorni scorsi all'autonomia del
Trentino e dell'Alto Adige, ieri sera è arrivato a Trento per
prendere parte ad un convegno dal titolo «L'autonomia è
troppo speciale?» presso la
Fondazione della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.
Una folla di trentini è andata
ad ascoltare le parole di Stel-,
la, noto per le sue inchieste
sui costi della politica e sulla
casta.
Accanto all'editorialista del
quotidiano di via Solferino anche Gianfranco Cerea, docente
alla Facoltà di Economia dell'Università di Trento e Marco
Brunazzo, ricercatore di Scienza politica alla Facoltà di Sociologia dell'Università di
Trento.
«Io qui a Trento mi sento a casa - spiega Stella - sono "asiaghese" e per questo la montagna è un elemento familiare
perché mi ricorda quando ero
piccolo. Sono tutte zone che
pratico ancora. Nonostante
sappia che ci sono delle permalosità nelle diverse regioni
italiane, ed il Trentino non è
diverso da altri, mi ha molto
sorpreso il tipo di reazione che
è arrivata dal mio editoriale
sulle autonomie speciali perché in realtà non ho proprio
la più lontana intenzione di dire che le autonomie devono
essere tolte».
Sarebbe un delitto, ha spiegato Stella, pensare di eliminare
forme simili di autogoverno
ma occorre pensare e capire
come il mondo è cambiato attorno a noi. «Bisogna - ha affermato il giornalista - inquadrare il contesto generale e valutare cosa si può fare per uscire dalla situazione in cui ci troviamo ma non possiamo prendere un strada opposta da
quella federalista, che il nostro Paese ha intrapreso».
Nei giorni scorsi dalle colonne del Corriere della Sera, Gian
Antonio Stella aveva criticato
senza mezzi termini l'autonomia trentina, facendo i conti
in tasca all'amministrazione
speciale partendo dai consigli circoscrizionali «presenti
in una cittadina di 38.595 anime come Rovereto, quando
sono stati aboliti in tutti i capoluoghi sotto i 250 mila abitanti» ha ribadito nuovamente ieri sera. Ma ha anche puntando il dito contro gli eccessivi sprechi di denaro pubblico derivanti dai 5 livelli di amministrazione presenti in Trentino: Circoscrizioni, Comuni,
Comunità di Valle, Provincia
fino ad arrivare alla Regione.
Critiche, le sue, che non erano piaciute al presidente delia Provincia Lorenzo Dellai: il
governatore aveva definito
l'intervento del giornalista come una «lettura salottiera» dell'autonomia lanciando poi l'allarme dell'ondata populista a
cui, in questi giorni, sarebbe
sottoposto il nostro territorio.
«Oggi in Italia - ha rincarato la
dose Stella - la politica è ingorda. In questi anni non è stato
tagliato nulla di utile. Non sono nemmeno riusciti a tagliare la leggina più infame, secondo la quale se tu regali 100 mi-
la euro ad un centro di ricerca per la leucemia, puoi detrarre dalla tua dichiarazione
392 euro. Mentre, se quei soldi li regali a qualche politico,
da Vendola a Bossi oppure a
Dellai o Durnwalder, puoi detrarre fino a 19 mila euro, cioè
50. volte in più».
Un'Italia, ha proseguito il giornalista, dove i cittadini hanno
assistito ad un taglio del Fondo nazionale delle politiche
sociali dal 2009 al 2012 del 91 %
oppure un taglio del 74% del
Fondo in aiuto alle famiglie e
ai Paesi poveri. Accanto a tutto questo nel nostro Paese la
cultura, in 10 anni, ha subito
tagli del 50% ma invece sono
cresciuti oltre 1110 % i fondi
per i contributi elettorali.
Ed è sempre Stella a ricordare come i palazzi della politica a Roma occupano ben 52
sedi e che la Corte dei Conti
abbia quantificato il fenomeno della corruzione in circa 60
miliardi di euro all'anno.
«Questo è il contesto - ha affermato il giornalista - in cui il
Governo Monti oggi è costretto a mettere mani alle pensioni e ad intaccare il reddito delle famiglie più deboli. È in questo contesto che io dico non
di andare ad intaccare l'autonomia, ma di cercare per lo
meno di limare qualcosa. Accorpiamo anche qualche regione. Che senso ha il Molise?». E ancora sul Trentino:
«Oggi non ha senso che vengano pagati, sia pure poco, i
consiglieri circoscrizionali
quando sono stati aboliti in
tutta Italia. Qui devono rimanere? Allora è arrivato il momento in cui dobbiamo chiederci se rispettare l'autonomia significhi digerire tutto anche le cose che sono sbagliate».