“... essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano
visto nel suo sorgere, li precedeva e si fermò
sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella, essi provarono una
grandissima gioia.”
(Matteo 2, 9-10)
A tutta la
COMUNITÀ OSPEDALIERA
Si avvicina il Natale e io mi avvicino a voi tutti, membri della Comunità Ospedaliera, per
salutarvi ed esortarvi alla gioia e alla speranza perché Dio, attraverso Gesù che nasce
“povero e umile nella grotta di Betlemme”1, ci regala, come afferma Papa Francesco,
“un amore infinito e incrollabile... una tenerezza che mai delude”2.
Questo messaggio è accompagnato da un’immagine semplice che evidenzia il
contrasto tra la luce e l’oscurità, la luce di una stella su uno sfondo nero, una luce
chiara che brilla e rischiara la notte e coloro che l’abitano, una luce che indica la
presenza semplice di Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito
perché tutti abbiano la vita (cfr. Gv 3, 16); una luce che rifulge nelle tenebre del nostro
mondo (cfr. Is 9, 1).
Desidero condividere con voi una breve riflessione imperniata su tre simboli tipici del
Natale: il cammino, la stella e il Bambino. Quest’ultimo non è certo un simbolo,
bensì il centro di tutto ciò che celebriamo durante le prossime feste.
“... ESSI PARTIRONO” (Mt 2,9)
Il Natale ci parla di un cammino – “... essi partirono” – di uscire per vedere ciò che Dio ci
rivela, come i pastori quando l’angelo annunciò loro con grande gioia: “Andiamo fino a
Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere” (Lc 2,15).
Mettersi in cammino fa parte della nostra realtà umana, siamo tutti “pellegrini” sulle
strade del mondo e sulle strade dell’ospitalità, sulle strade della nostra storia di
comunità ospedaliera. Il servizio alle persone che soffrono ci chiede ogni giorno di
“metterci in cammino”, ci chiede di essere pronti ad uscire da noi stessi per dedicarci
all’altro, scoprire le sue necessità, lasciarci commuovere e rispondere in modo efficace
alla realtà della sofferenza umana, soprattutto nelle situazioni in cui la vita umana è
particolarmente minacciata3.
Metterci in cammino uscendo da noi stessi, pronti ad accorciare la distanza che, per
molteplici ragioni, noi stessi creiamo nella vita: distanza nei nostri rapporti familiari,
comunitari e professionali; distanza a causa delle nostre ferite, dell’indifferenza, del
nasconderci dietro al pretesto di non avere tempo; distanza che ci rende indifferenti al
dolore di tante persone che incontriamo ogni giorno lungo il cammino.
Siamo invitati a “partire”, a percorrere il Natale assumendoci la responsabilità dei nostri
fratelli, accogliendoli, servendoli, trovando uno spazio per loro nella casa del nostro
cuore.
“AL VEDERE LA STELLA, ESSI PROVARONO UNA GRANDISSIMA GIOIA” (Mt 2,10)
La stella è un simbolo onnipresente in qualsiasi raffigurazione del Natale, quasi volesse
dirci che non esiste tenebra umana dove la luce non riesca a risplendere. Nei tempi in
cui viviamo si alternano luce e oscurità, ma a volte sembra che le tenebre, le difficoltà e
la disperazione prendano il sopravvento.
“Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce” (Is 9,1): questo è il
grande annuncio del Natale. E questa luce è Gesù, che illumina tutta la realtà umana,
che in essa si incarna e la trasforma. “Egli è venuto nella nostra storia, ha condiviso il
nostro cammino. È venuto per liberarci dalle tenebre e donarci la luce”4.
Vi invito ad accogliere la luce che abbiamo ricevuto, la luce che rischiara le nostre
tenebre, la luce che siamo chiamati a trasmettere nella vita degli altri, soprattutto
quando la malattia e la sofferenza rendono l’oscurità ancora più fitta e la speranza
svanisce. Tutta la Comunità Ospedaliera è chiamata a “farsi stella”, luce e guida nella
vita degli altri e, nello stesso tempo, a scoprire le stelle che compaiono lungo il
cammino. Quante volte quella “stella” è la persona dalla quale non ci aspettavamo
alcuna luce? Possa il nostro desiderio di “essere stelle” e di scoprire “le stelle nel cielo
della nostra vita” riempirci di allegria e di speranza.
“IL LUOGO DOVE SI TROVAVA IL BAMBINO” (Mt 2,9)
Nell’annunciare la grande notizia ai pastori, l’angelo dà loro un segno: “troverete un
bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia” (Lc 2, 12). Il Bambino è Gesù,
“In Lui è apparsa la grazia, la misericordia, la tenerezza del Padre: Gesù è l’Amore fatto
carne”5.
Dio si manifesta con piccoli segnali, “il suo amore si rivolge ai più diseredati e indifesi
[...] coloro che soffrono o sono emarginati possono ritrovare la speranza perché il
Signore li tratta con misericordia”6. Come Comunità Ospedaliera dobbiamo essere
“esperti” capaci di scoprire nei più piccoli, nei più fragili, nei volti sfigurati una creatura
che chiede di vedersi riconosciuta la sua dignità umana in quanto immagine di Dio.
Quante volte durante le terapie o la riabilitazione percepiamo la presenza di quei
piccoli segnali che annunciano che qualcosa sta per succedere! Che questa esperienza
ci aiuti nella vita quotidiana e ci insegni, anche nelle nostre famiglie, nelle comunità e
nei rapporti professionali, a scoprire nei più piccoli e fragili i segni di una presenza che
ci parla di vita e di speranza.
Auguro a tutti i membri della Comunità Ospedaliera di mettersi in cammino felici di
vedere la stella e di essere stelle, felici di scoprire la presenza di Dio nell’umanità che
serviamo ogni giorno nell’ospitalità.
2
Trasmetto a tutti voi e alle vostre famiglie i miei migliori auguri di GIOIA, PACE e
SPERANZA.
BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO!
A nome delle suore del governo generale e a mio nome personale, l’abbraccio natalizio
che diventa benedizione e impegno a rivitalizzare l’OSPITALITÀ.
Anabela Carneiro
Superiora generale
Roma, 6 dicembre 2014
MENNI, B., Lettere del Servo di Dio, Roma 1975, L. 12.
PAPA FRANCESCO, Esortazione Apostolica post-sinodale Evangelii Gaudium, Roma 2013, 3.
3
cfr. SUORE OSPEDALIERE, Ricreare l‘Ospitalità. Percorsi di rivitalizzazione, Roma 2012, 26.
4
PAPA FRANCESCO, Omelia nella Solennità del Natale del Signore, 24 dicembre 2013.
5
PAPA FRANCESCO, Omelia nella Solennità del Natale del Signore, 24 dicembre 2013.
6
cfr. SUORE OSPEDALIERE, Ricreare l‘Ospitalità. Percorsi di rivitalizzazione, p. 52.
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