Lezione 4

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Corso di Ebraico biblico – Lezione 4
Lezione 4
4.1 – Plurale di nomi bisillabici
tipologia
1. prima sillaba chiusa;
seconda sillaba
con ā od ē.
2. prima sillaba con
vocale non
modificabile;3 seconda
sillaba con ē.
3. forme speciali
(1) singolare
(2) plurale
jP'v.mi
mišPä†
%a'l.m;
mal’āk
x;Bez>mi mizBēaH
byEao
’ōyēb
!heKo
Kōhēn
bk'wOK
Kôkāb
lk''yhe hêkāl
rWE[i ‘`iwwēr
aSeKi
Kissē’
significato
~yjiP'v.mi mišPä†îm
1
~ykia'l.m; mal’ākîm
twOxB.z>mi mizBeHôt
(1) giudizio / (2)
giudizi
messaggero /
messaggeri
altare /altari
2
~ybiy>ao
’ōyebîm
~ynIh]Koo Kōhănîm4
~ybik'wOK Kôkābîm
~ylik''yhe Hêkālîm
~yrIw>[i ‘`iwrîm
twOas.Ki
Kis’ôt5
nemico /nemici
sacerdote / sacerdoti
stella / stella
tempio /templi
cieco / ciechi
(aggettivo)
trono / troni
Tab. 18 – plurale di nomi bisillabici
4.2 – Il verbo
Tutti i verbi e gran parte dei nomi in Ebraico possono essere studiati sotto due aspetti: una radice6
ed uno schema vocalico.
radice $rb
‘%WrB'
‘%rEB'm.
‘%r:Bo
‘%rEBe
hk'r"B.
significato
Bärûk7
mebärëk
Börak
Bërëk
Beräkäh
benedetto (agg.)
benedicente (verbo)
fu benedetto
egli benedisse
benedizione
La vocalizzazione della prima sillaba resta inalterata, così anche nella seconda sillaba quando vi è qämëc.
La vocalizzazione della prima sillaba resta inalterata, mentre nella seconda sillaba ë
diventa šewä’.
3
Per la lunghezza delle vocali – comprese quelle lunghe non modificabili – si veda nella sezione di fonetica la tabella 4
al § 0.1.
4
Si osserva qui il fenomeno, già visto, dell’impossibilità di avere šewä´ sotto le gutturali (si veda sopra nella sezione
di fonetica al § 0.6), ma solo una delle tre voc
5
La doppia consonante del singolare è semplificata al plurale con una concomitante perdita di una sillaba. Non dunque
`iw-wē-rîm ma `iw-rîm. Così anche per Kis’ôt e non Kis-se-’ôt
6
Dal nome stabilito dai grammatici ebrei (vr<vo šōreš) e adottato poi dai grammtici cristiani (radix = radice).
7
Una prima regola pratica, nel riconoscimento di radici e formazioni nominali o verbali, è separare le consonanti della
radice da qualsiasi altro elemento aggiuntivo. Il riconoscimento di questi elementi “aggiuntivi” permette l’analisi
grammaticale, specialmente dei verbi.
1
2
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Tab. 19 – radici e vocalizzazioni
La sequenza di consonanti BrK ($rb) porta con sé la nozione di “benedire”. La radice è
un’astrazione grammaticale, poiché essa esiste unicamente incorporata all’interno di un verbo.
Parole e verbi, dunque, non derivano da una radice particolare, anche se ovviamente tale
“astrazione” è assai utile per classificare nomi e verbi all’interno, per esempio, di un dizionario.
Nell’attuale testo ebraico della Bibbia8 la vocalizzazione permette la distinzione tra nomi,
verbi, aggettivi, nonché il riconoscimento di molte altre funzioni grammaticali.
4.2.1 – Verbi9: il participio attivo10
radice + schema vocalico
significato
[btk]11 bteKo
m. s.
1. flessione
f. s.
Kōtēb12
m. p.
bveyO
yōšēb
tb,vñ,yO
~ybiv.yO
yōšeºbet
yōšebîm
hb'v.yO
yōšebäh
bteKooh; vyaih'
hā’îš haKKōtēb
2. uso
scrivente
13
f. p.
twObv.yO
yōšebôt
abitante
l’uomo che sta scrivendo
14
attributivo
3 uso
predicativo
bteKo vyaih'
hā’îš Kōtēb
l’uomo scrive / sta scrivendo
Tab. 20 – il participio attivo
4.3 – L’oggetto diretto -ta, ’et-15
Quando l’oggetto diretto di un verbo16 è un nome determinato o è un nome proprio, esso è
solitamente preceduto dall’indicatore -ta, ’et- (anche senza maqqëP)
Il cosiddetto Testo Masoretico (=TM) è il testo fissato – nelle vocali negli accenti e negli apparati – dai masoreti, i
quali completarono l’opera dei loro predecessori (i naqdānîm) che iniziarono ad inserire i punti vocalici sotto le
consonanti. La copia meglio conservata del TM è il codex petropolitanus (ex codex lenigradensis) risalente all’XI sec.
d.C.
9
Il participio attivo apre la serie di verbi appartenenti alla forma qāl (lq'' = leggera). L’aggettivo “leggera”
definisce la natura di questa coniugazione che, appunto, non presenta forme “appesantite” da altri elementi aggiunti alla
radice. Queste ultime sono dette, infatti, coniugazioni “derivate” od “aumentate” (si veda più avanti la lezione 37).
10
Il participio è sia un aggettivo (con genere e numero), sia un verbo. In Italiano, la funzione verbale è quasi perduta,
mentre è usato come un aggettivo: edificio pericolante. Il participio può essere presente (amante) con valore attivo e
con i verbi transitivi e passato (amato) con i verbi intransitivi. Raro l’uso verbale (il medico dirigente l’ospedale).
11
La radice verbale sarà sempre indicata dalle tre consonanti che la costituiscono senza le vocali.
12
La prima vocale (ō) è invariabilmente lunga, la seconda (ē) è lunga, ma modificabile (si veda, nella sezione di
fonetica, la tab. 4 del §0.1).
13
s. (= singolare); p (=plurale).
14
Il participio viene usato come un aggettivo che qualifica il nome.
15
Essendo ormai irrecuperabile il significato del termine originale *āt (il cui senso era forse oggetto, cosa) esso è
diventato un indicatore (in latino nota accusativi) con funzione grammaticale (JM 344 §103k; si veda anche GKC 362
§117a nota 4). La forma -ta, (vocalizzata con segol) è priva di accento e dovuta al seguente maqqēp. La forma tae
contiene una vocale lunga poiché è accentata (GKC 362 §117a nota 4).
16
L’oggetto diretto è usato con i verbi transitivi, ossia quei verbi dove l’azione transita direttamente dal soggetto
all’oggetto.
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tipologia
significato
1. oggetto determinato di
un verbo (con -ta,
’et-)
hr"wOTh;-ta,
rmevo vyaih'
hā’îš šōmēr ’ethāTTôrāh
l’uomo rispetta17 la legge
dwId"-ta,
bheao ~['h'
hā`ām ’ōhēb ’etDāwid
il popolo ama Davide
rb'd" bteKo
vyaih'
hā’îš Kōtēb Dābār
l’uomo scrive una parola
2. oggetto indeterminato
di un verbo (senza -ta,
’et-)
Tab. 21 – oggetto diretto
Vocabolario
nomi
verbi
preposizioni
17
jpevo
%a'l.m;
aSeKi
bteKo
lkeao
!tenO
%leho
bveyO
tae
l.
-la,
šöPë†
mal’äk
Kissë’
Kötëb
’ōkēl
nōtēn
hōlēk
yōšēb
’ēt
le
’el-
(pl. -îm) giudice
(pl. -îm) messaggero, angelo
(pl. irreg. twOas.Ki kisôt) trono
scrivente
mangiante
colui che dà
andante, colui che va
abitante, colui che dimora, abita
oppure –ta, ’et- indicatore dell’oggetto diretto
a, per (in senso dativo)
a, verso (indica di solito movimento o attraversamento di
spazio, spesso è sinonimo di l. le)
ynEy[eB. Be`ênê agli occhi di, secondo il parere di, per quanto riguarda
Sta osservando oppure sta rispettando.
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