1*7 circolazione nelle piante, abbozzava l'ipotesi, che fu poi dimostrata vera, della organicazione anche delle sostanze minerali nelle foglie. A Pavia il Briosi, invece di scrivere un trattato, ci presentò nel suo Laboratorio un poderoso lavoro sulla Canapa. A d imitazione di quanto l'Accademia del B e l g i o aveva premiato in Gravis per 1' Urtica dioica, ma con un concetto molto più largo e completo, egli iniziava, con il compianto nostro condiscepolo Filippo Tognini, uno studio paziente durato otto anni (i 888-1896), per seguire una pianta dall'ovo-cellula alla formazione dell'embrione e del seme, alla germinazione di questo, allo sviluppo della piantina e dei suoi singoli organi, alla differenziazione interna dei tessuti, fino alla formazione di nuovi fiori e nuovi semi. In tal modo ci erano presentati a uno a uno tutti i problemi che l'anatomia vegetale può presentare, e per ciascuno di essi ci si indicava il metodo di indagine, e di ciascuno ci era data la bibliografia, sì che ne venne un seguito di altri lavori e pubblicazioni, in quanto lo stesso Tognini fu spinto a studiare il percorso dei fasci nel Lino, lo sviluppo dell'infiorescenza e del fiore femminile del Castagno, l'organogenia comparata degli stomi, ecc., mentre altri di noi affrontavano altri problemi, quali la struttura di tegumenti seminali, il passaggio dalla radice al fusto, sviluppo di idioblasti, ecc. ecc. ** Nel campo delle applicazioni il Briosi giunse a Pavia molto preparato, perchè era stato già a dirigere le stazioni agrarie di Palermo e di Roma, aveva studiato il mal della, cenere e il mal della gomma degli agrumi, e il marciume dell'uva, a proposito del quale aveva descritto anche una nuova specie di insetti : YAttinia Wockìana. Nei primi anni nei quali era a Pavia, la peronospora, introdotta da poco dall'America in Europa, faceva strage nei vigneti italiani. E g l i trasportò l'azione del Laboratorio crittogamico nel nostro Oltrepò' e diede opera attiva alla diffusione, tra i viticultori d'Italia, dell'uso degli anticrittogamici.