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CAPITOLO 9
Introduzione alle
fluttuazioni economiche
Domande di ripasso
1. Durante una recessione, consumo e investimento diminuiscono, mentre il tasso di disoccupazione aumenta. Di solito l’investimento si contrae più del consumo.
2. Il prezzo delle riviste è un ottimo esempio di prezzo vischioso nel breve periodo e flessibile
nel lungo periodo. Gli economisti non sono in grado di stabilire con certezza la ragione per
la quale il prezzo delle riviste è vischioso nel breve periodo: forse gli acquirenti sarebbero disorientati da un prezzo che variasse di mese in mese.
3. La domanda aggregata è la relazione tra la quantità domandata di prodotto aggregato e il
livello generale dei prezzi. Per capire la ragione per cui la curva di domanda aggregata ha
pendenza negativa, dobbiamo sviluppare una teoria della domanda aggregata. Una semplice teoria si basa sulla teoria quantitativa della moneta. Scriviamo l’equazione quantitativa
in termini di offerta e domanda di saldi monetari reali:
M/P ⫽ (M/P) d ⫽ kY
dove k ⫽ 1/V. Questa equazione ci dice che per ogni dato livello dell’offerta di moneta
esiste una relazione inversa tra il livello dei prezzi P e il prodotto aggregato Y, supposto che
la velocità di circolazione della moneta V sia costante: quanto più alto è il livello dei prezzi,
tanto più basso è il livello dei saldi monetari reali e, perciò, tanto più bassa la quantità domandata di beni e servizi Y. In altre parole la curva di domanda aggregata ha pendenza
negativa, come mostrato nella figura 9.1.
Figura 9.1
Livello dei prezzi
P
DA
Y
Reddito, prodotto
Un modo per comprendere questa relazione inversa tra livello dei prezzi e prodotto aggregato è notare il collegamento tra moneta e transazioni: se ipotizziamo che V sia costante,
l’offerta di moneta determina il valore monetario di tutte le transazioni:
MV ⫽ PY
Se il livello dei prezzi aumenta, ogni transazione richiede una maggiore quantità di moneta.
Affinché l’identità sopra riportata valga con V costante, la quantità di transazioni (quindi la
quantità domandata di beni e servizi Y ) deve diminuire.
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Livello dei prezzi
4. Se la banca centrale aumenta l’offerta di moneta, la curva di domanda aggregata si sposta
verso destra, come mostrato nella figura 9.2. Nel breve periodo i prezzi sono vischiosi, per
cui l’economia si muove lungo la curva di offerta aggregata di breve periodo dal punto A al
–
punto B. Il prodotto aggregato aumenta al di sopra del suo livello naturale Y e l’economia
sperimenta una fase di espansione. Ma l’aumento della domanda provoca un aumento dei
prezzi e dei salari. Questo graduale aumento dei prezzi fa muovere l’economia lungo la nuova curva di domanda aggregata DA 2, fino al punto C. Nel nuovo punto di equilibrio il prodotto aggregato è nuovamente al suo livello naturale, ma i prezzi sono più elevati di quanto
fossero nell’equilibrio iniziale (punto A).
P
OALP
P2
C
Figura 9.2
B
P1
OABP
A
DA2
AD
DA
AD1
Y
Y2
Y
Reddito, prodotto
5. Per una banca centrale è più facile affrontare gli shock della domanda che gli shock
dell’offerta, perché ha la possibilità di ridurre e perfino eliminare l’effetto degli shock della
domanda sul prodotto aggregato attraverso il controllo dell’offerta di moneta. Nel caso di
shock dell’offerta, la banca centrale non ha alcuno strumento a disposizione per aggiustare
la domanda aggregata e conservare sia il pieno impiego sia un livello dei prezzi stabile.
Per spiegare questo stato di cose, prendiamo in considerazione le opzioni di politica economica a disposizione della banca centrale in entrambi i frangenti. Supponiamo che uno
shock della domanda (per esempio, l’introduzione degli sportelli bancari automatici, che
provoca una diminuzione della domanda di moneta) faccia spostare la curva di domanda
aggregata verso destra, come mostrato nella figura 9.3.
Livello dei prezzi
P
OALP
C
P2
P1
Figura 9.3
B
A
OABP
DA2
DA1
Y
Y2
Reddito, prodotto
Y
Nel breve periodo il prodotto aggregato aumenta a Y 2, ma nel lungo periodo ritorna al livello naturale, sia pure con un livello dei prezzi più elevato P 2. La banca centrale può
contrastare questo aumento della velocità di circolazione della moneta contraendo l’offerta
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stare questo aumento della velocità di circolazione della moneta contraendo l’offerta di
moneta e riportando così la curva di domanda aggregata alla sua posizione iniziale DA 1.
Nella misura in cui la banca centrale riesce a controllare l’offerta di moneta, è in grado di
ridurre o eliminare l’effetto di uno shock della domanda sul prodotto aggregato.
Consideriamo ora il caso di uno shock negativo dell’offerta (per esempio, la distruzione di
un raccolto o un aumento dell’aggressività dei sindacati). Come mostrato nella figura 9.4,
la curva di offerta aggregata di breve periodo si sposta verso l’alto e l’economia si muove dal
punto A al punto B.
Livello dei prezzi
P
P2
Figura 9.4
OALP
B
P1
OABP2
OABP1
A
DA
Y2
Y
Y
Reddito, prodotto
Il prodotto aggregato scende al di sotto del livello naturale e i prezzi aumentano. La banca
centrale ha due possibili vie di intervento. La prima è mantenere costante la domanda aggregata: in tal caso il prodotto aggregato diminuisce al di sotto del tasso naturale, i prezzi
diminuiscono e si ripristina il pieno impiego, ma al costo di una grave recessione.
La seconda possibilità è stimolare la domanda aggregata aumentando l’offerta di moneta, riportando l’economia al livello naturale del prodotto aggregato, come mostrato nella figura 9.5, ma al costo di un livello dei prezzi permanentemente più alto, come nel punto C
della figura.
P
OALP
Livello dei prezzi
Figura 9.5
C
P2
P1
OABP2
OABP1
A
DA2
DA1
Y
Reddito, prodotto
Y
Dunque, nel caso di uno shock negativo dell’offerta, per la banca centrale non c’è modo di
intervenire sulla domanda aggregata e mantenere contemporaneamente il pieno impiego e
un livello stabile dei prezzi.
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Problemi e applicazioni pratiche
1. (a) Se i depositi bancari sono fruttiferi, detenere moneta è più favorevole.
Conseguentemente la domanda di moneta aumenta.
(b) L’aumento della domanda di moneta equivale a una diminuzione della velocità di circolazione della moneta. Ricordiamo che l’equazione quantitativa è:
M/P ⫽ kY
dove k ⫽ 1/V. Affinché questa equazione sia valida, un aumento dei saldi monetari
reali, dato un certo livello di prodotto, provoca un aumento di k e quindi una diminuzione della velocità V. Poiché l’interesse corrisposto sui depositi bancari incentiva gli
agenti a detenere moneta, la moneta circola meno frequentemente.
(c) Se la banca centrale tiene l’offerta di moneta costante, la diminuzione della velocità di
circolazione sposta verso il basso la curva di domanda aggregata (figura 9.6). Nel breve
periodo, quando i prezzi sono vischiosi, l’economia si sposta dall’equilibrio iniziale, punto
A, all’equilibrio di breve periodo, punto B. La diminuzione della domanda aggregata riduce il prodotto al di sotto del livello naturale. Col passare del tempo la contrazione
della domanda aggregata provoca una riduzione dei prezzi e dei salari. Al diminuire dei
prezzi, il prodotto ricomincia a crescere gradualmente fino a raggiungere nuovamente il
livello naturale (punto C).
Livello dei prezzi
P
P1
OALP
B
Figura 9.6
A
OABP
C
P2
DA1
DA2
Y2
Y
Y
Reddito, prodotto
(d) La diminuzione della velocità di circolazione della moneta determina uno spostamento
verso il basso della curva di domanda aggregata. La banca centrale potrebbe aumentare l’offerta di moneta per controbilanciare questa riduzione e riportare l’economia al
punto di equilibrio originario A nella figura 9.7. Se la banca centrale può rilevare accuratamente le variazioni della velocità di circolazione della moneta, può anche ridurre, o
eliminare, l’effetto di questo tipo di shock della domanda sul prodotto aggregato. In
particolare, se una modifica dei regolamenti bancari provoca un cambiamento prevedibile della domanda di moneta, la banca centrale dovrebbe fare in modo che l’offerta
di moneta si adegui a tale cambiamento, in modo da impedire che quest’ultimo abbia
un impatto negativo sull’economia.
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Livello dei prezzi
P
OALP
Figura 9.7
A
OABP
DA1
DA2
Y
Reddito, prodotto
Y
2. (a) Se la banca centrale riduce l’offerta di moneta, la curva di domanda aggregata subisce
uno spostamento verso il basso (figura 9.8). Questo risultato deriva dall’equazione
quantitativa MV ⫽ PY, la quale ci mostra che un aumento della moneta M provoca
una riduzione proporzionale nel prodotto nominale PY (nell’ipotesi che la velocità V sia
costante). Perciò, per ogni livello dei prezzi P, il livello del prodotto aggregato Y è inferiore al livello di equilibrio e, analogamente, per ogni livello di Y, P è inferiore al livello di
equilibrio.
Livello dei prezzi
P
OALP
Figura 9.8
OABP
P
DA1
DA2
Y
Reddito, prodotto
Y
(b) Ricordiamo dal capitolo 4 che l’equazione quantitativa può essere espressa in termini di
variazioni percentuali:
⌬% di M ⫹ ⌬% di V ⫽ ⌬% di P ⫹ ⌬% di Y
Ipotizzando che la velocità V sia costante, ⌬%V ⫽ 0. Dunque:
⌬% di M ⫽ ⌬% di P ⫹ ⌬% di Y
Sappiamo che nel breve periodo il livello dei prezzi è fisso, per cui ⌬%P ⫽ 0. Dunque:
⌬% di M ⫽ ⌬% di Y
Possiamo così concludere che nel breve periodo una riduzione del 5% dell’offerta di
moneta provoca una riduzione del 5% del prodotto aggregato, come mostrato nella figura 9.9.
Sappiamo che nel lungo periodo i prezzi sono flessibili e che l’economia torna al livello
naturale di prodotto aggregato. Questo significa che nel lungo periodo ⌬% di Y ⫽ 0,
dunque:
⌬% di M ⫽ ⌬% di P
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Questa equazione ci dice che nel lungo periodo una contrazione dell’offerta di moneta
del 5% porta a una riduzione del 5% del livello dei prezzi, come nella figura 9.9.
Livello dei prezzi
Figura 9.9
OALP
PP
A
B
P1
OABP
5%
DA1
C
P2
DA2
Y2
5%
Y
YY
Reddito, prodotto
(c) L’identità contabile del reddito nazionale ci dice che S ⫽ Y – C – G. Perciò, se Y diminuisce, anche S diminuisce. La figura 9.10 mostra come questo provochi un aumento
del tasso di interesse reale. Quando Y torna al livello di equilibrio iniziale, il tasso di interesse reale fa altrettanto.
Tasso di interesse reale
r
S2
Figura 9.10
S1
r2
r1
I(r)
I, S
Investimento, Risparmio
3. (a) Una diminuzione esogena della velocità di circolazione della moneta provoca uno spostamento verso sinistra della curva di domanda aggregata, come mostra la figura 9.11.
Nel breve periodo i prezzi sono fissi, quindi il prodotto aggregato diminuisce. Se
l’obiettivo della banca centrale A è mantenere prodotto e occupazione ai rispettivi livelli naturali, il provvedimento più efficace consiste nel far aumentare la domanda aggregata per controbilanciare la riduzione della velocità di circolazione della moneta.
Aumentando l’offerta di moneta, la banca centrale può spostare verso destra la curva
di domanda aggregata, riportando l’economia al suo livello di equilibrio originario (punto A). Sia il livello dei prezzi sia il prodotto rimangono costanti. Se la banca centrale B
vuole mantenere i prezzi stabili, allora deve evitare l’aggiustamento di lungo periodo
che porterebbe l’economia a un più basso livello dei prezzi (punto C nella figura 9.11).
Pertanto la banca centrale B dovrebbe aumentare l’offerta di moneta, in modo da fare
spostare verso destra la curva di domanda aggregata e riportare l’economia nel suo equilibrio originario (punto A).
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P
OALP
Livello dei prezzi
Figura 9.11
B
P1
A
OABP
C
P2
DA1
DA2
Y
Y
Reddito, prodotto
Perciò entrambe le banche centrali adottano gli stessi provvedimenti di politica monetaria a fronte di questo shock della domanda.
(b) Un aumento esogeno del prezzo del petrolio rappresenta uno shock negativo
dell’offerta, che determina uno spostamento verso l’alto della curva di offerta di breve
periodo, come mostrato nella figura 9.12.
OALP
Livello dei prezzi
P
P2
P1
Figura 9.12
C
OABP2
B
OABP1
DA2
A
DA1
Y
Reddito, prodotto
Y
Se l’obiettivo primario della banca centrale A è mantenere occupazione e prodotto ai
rispettivi livelli naturali, lo strumento ottimale è una politica che, aumentando l’offerta
di moneta, stimoli la domanda aggregata. Questa politica sposta verso destra la curva di
domanda aggregata (da DA1 a DA 2 nella figura 9.12). L’economia raggiunge immediatamente il nuovo punto di equilibrio C. Il livello dei prezzi nel punto C è più alto che in
precedenza, ma il prodotto non si riduce in seguito allo shock dell’offerta.
Viceversa, se la banca centrale B desidera mantenere i prezzi stabili, non c’è alcun
provvedimento che possa garantire il raggiungimento di questo obiettivo. Nel breve periodo i prezzi si mantengono al più alto livello P 2. Se la banca centrale stimola la domanda aggregata, l’economia raggiunge un equilibrio caratterizzato da un livello dei
prezzi permanentemente più alto rispetto a quello iniziale. Di conseguenza, la banca
centrale deve semplicemente attendere, mantenendo la domanda aggregata stabile.
Alla fine i prezzi si ridurranno, riportando l’economia in una condizione di piena occupazione al livello dei prezzi iniziale P 1.
Dunque, le due banche centrali seguono politiche differenti a fronte di uno shock
dell’offerta.
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