CROCE ROSSA ITALIANA Comitato Locale di Anzio – Nettuno

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CROCE ROSSA ITALIANA
Comitato Locale di Anzio – Nettuno
Volontari del Soccorso
Lezioni di Primo Soccorso
(Corso B.E.P.S. – O.T.I.)
VDS GALMACCI Roberta – Comitato Locale Anzio Nettuno
1
Le origini e la storia della Croce Rossa
FERDINANDO
PALASCIANO
1848 MOTI DI MESSINA, ufficiale dell’esercito borbonico, prestò le
cure anche ai feriti nemici. Questo gli costò un anno di carcere. Egli lottò
affinché venisse riconosciuta la NEUTRALITA’dei feriti in guerra.
Il
discorso
di
Palasciano
fatto
al
Congresso
Internazionale
dell’Accademia Pontaniana diventò la base della Convenzione di
Ginevra.
Considerato il fondatore della C R, portò avanti i principi
proclamati da Palasciano. Dunant arriva in Lombardia durante la
II guerra di Indipendenza.
Battaglia di Solferino, 24 giugno 1859.
HENRY
DUNANT
Battaglia sanguinosa, molti feriti abbandonati a se stessi. Dunant
si improvvisa infermiere, con l’aiuto di uomini e donne raccoglie
e cura i feriti sul campo di battaglia. Egli si rende conto della
necessità
di
infermieri
volontari,
preparati
e
ufficialmente
riconosciuti dai comandanti delle forze armate e appoggiati
dall’esercito nella loro missione.
Alla fine della guerra Dunant torna a Ginevra e scrive un libro
sulle atrocità di Solferino. Il suo progetto è quello di creare una
Società di Soccorso Volontario in ogni Stato, con il compito di
organizzare ed addestrare squadre per l’assistenza dei feriti.
Secondo Dunant i feriti e il personale sanitario dovevano essere
ritenuti neutrali dalle parti belligeranti e protetti da un segno
distintivo comune. Dunant insieme ad altri cinque svizzeri, fondò
il Comitato Ginevrino di Soccorso dei Militari Feriti che in
seguito
diventò
il
COMITATO
INTERNAZIONALE
DELLA
CROCE ROSSA.
VDS GALMACCI Roberta – Comitato Locale Anzio Nettuno
2
26 ottobre 1863
CONFERENZA INTERNAZIONALE
Viene firmata la “Prima Carta Fondamentale” che
contiene
le
dieci
risoluzioni
che
definiscono
le
funzioni e i mezzi dei Comitati del Soccorso, inoltre
costituisce l’atto di nascita del movimento (29
ottobre 1863).
1864 Guerra tra Prussia e Danimarca
agiscono per la prima
volta le Società Nazionali
di Soccorso.
22 agosto 1864
PRIMA CONVENZIONE DI GINEVRA, per il
miglioramento della sorte dei feriti in guerra. Documento composto da dieci
articoli, garantiva la neutralità e protezione alle ambulanze e agli ospedali
militari, al personale sanitario, ai mezzi e alla popolazione civile che si occupava
del soccorso dei feriti.
REGOLA FONDAMENTALE
Tutti i militari feriti o malati dovevano
essere raccolti e curati a qualunque
nazione appartenenti.
Fu inoltre adottato un Simbolo di Protezione e Neutralità Comune:
Croce Rossa su fondo bianco.
EMBLEMA privo di significato religioso, scelto invertendo i
colori della bandiera Svizzera in omaggio a Dunant.
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3
La Prima Convenzione di Ginevra detta le norme per rendere meno crudele la
guerra, riconoscendo la dignità della persona umana e la neutralità del ferito in
guerra.
Questo è un passo decisivo per il DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO
( D.I.U.).
In seguito furono create numerose Società Nazionali della Croce Rossa e la
collaborazione tra queste avviene grazie alle conferenze che si organizzano
periodicamente.
1949
Stesura definitiva delle quattro Convenzioni di
Ginevra
I
per il miglioramento delle condizioni dei feriti e
malati delle forze armate.
II
per il miglioramento delle condizioni dei feriti e
malati e naufraghi delle forze armate sul mare.
III
sul trattamento dei prigionieri di guerra.
IV
sulla protezione della popolazione civile.
Con queste Convenzioni gli Stati firmatari si impegnarono a curare amici e nemici,
a rispettare l’essere umano, la dignità della donna, i diritti della famiglia ………
I Delegati del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) vengono
autorizzati a visitare i campi dei prigionieri di guerra.
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4
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa è costituito da venticinque cittadini
svizzeri, proprio perché cittadini di uno Stato neutrale, ed opera a favore delle
vittime, dei civili e dei militari dei conflitti interni o internazionali.
Compiti del C.I.C.R.:
1) visitare ed intrattenersi, senza testimoni,
con i prigionieri militari e civili.
2) raccogliere notizie sui prigionieri, sui
feriti e trasmetterle ai familiari, tramite la
l’Agenzia Centrale delle Ricerche della C.R.
Tempo di guerra
3) organizzare e convogliare soccorsi per
le popolazioni civili coinvolte.
4) intervenire come intermediario neutrale
presso i belligeranti.
5) ricongiungere i nuclei familiari separati
in casi di conflitti.
1) provvedere al perfezionamento delle norme
delle Convenzioni di Ginevra e del D.I.U.
Tempo di pace
2) decidere
sul
riconoscimento
delle
Società
Nazionali di Croce Rossa di nuova costituzione.
1977
Nuova conferenza diplomatica che adottò due protocolli
Aggiuntivi alle Convenzioni del 1949.
I
II
Relativo ai conflitti armati internazionali
Relativo ai conflitti armati non internazionali, rivolto
anche alle popolazioni civili private della libertà.
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5
DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO
(D.I.U.)
Il D.I.U. include le regole che, in tempo di conflitto armato, proteggono le persone
che non prendono parte alle ostilità e pone delle limitazioni per i belligeranti.
Esso si basa sui principi che vogliono mitigare la ferocia della guerra, rendendo
più umana la condizione dell’uomo coinvolto nelle ostilità.
Scopo fondamentale del D.I.U. è individuare:
™ chi può compiere atti di violenza bellica
™ mezzi e metodi di combattimento
™ chi e che cosa può essere oggetto di violenza
™ protezione
™ convenzioni tra belligeranti
™ diritti e doveri degli Stati neutrali
™ garanzie di applicazione
Il D.I.U. è applicabile principalmente in due situazioni:
I
II
Conflitti armati internazionali
Conflitti armati non internazionali
Conflitti armati internazionali
combattimento tra forze armate di
almeno due Stati.
Conflitti armati non internazionali
combattimento che avviene sul
territorio di uno Stato tra forze
armate regolari e gruppi armati
identificati (es. guerre civili)
Un Conflitto armato non internazionale può diventare
internazionale quando più Stati stranieri intervengono
con le proprie forze armate.
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EMBLEMA
La nascita dell’emblema è sancita ufficialmente con la Prima Convenzione di
Ginevra del 1864, art.7.
Successivamente furono aggiunte la Mezza Luna Rossa (per la Turchia e i Paesi
musulmani) e il Leone e Sole Rosso (per l’Impero Persiano fino al 1980).
Il Leone e Sole Rosso oggi è un simbolo desueto, poiché in seguito alla
rivoluzione islamica dell’Iran e alla caduta dell’impero persiano, la Repubblica
Islamica dell’Iran decise di adottare come emblema la Mezza Luna Rossa.
A nessuna Società è consentito usare il doppio emblema; l’unico membro del
Movimento Internazionale di Croce Rossa autorizzato all’uso del doppio emblema
è la Federazione Internazionale della C R e M R.
L’uso dell’emblema è regolato dalle quattro Convenzioni di Ginevra del 1949.
Il simbolo della C R e della M R ha una doppia funzione:
™ DISTINTIVA
o indicativa, sia in pace che in guerra indica
una persona o un bene che appartengono al
Movimento Internazionale di C R e M R
™ PROTETTIVA
le persone o i beni con questo simbolo non
devono essere attaccati, ma devono essere
rispettati in quanto non partecipano alle
ostilità e si occupano esclusivamente del
soccorso dei feriti.
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Non è tollerato nessun utilizzo non autorizzato dell’emblema. Ogni uso non
espressamente
autorizzato
costituisce
un
abuso
che
può
consistere
in:
contraffazione o imitazione; usurpazione o uso improprio; perfidia.
EMBLEMA DEL TERZO PROTOCOLLO
CRISTALLO ROSSO
L’ 8 dicembre 2005 la Conferenza diplomatica svoltasi
a Ginevra ha deliberato l’adozione del III Protocollo
addizionale alle Convenzioni di Ginevra del 1949.
Questo emblema aggiuntivo si auspica di risolvere i
problemi religiosi che si sono avuti con la CR e la MR.
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I PRINCIPI
I principi sono sette e sono stati
adottati nel 1965, costituiscono
l’etica e lo spirito della CR.
™ UMANITA’
Dare soccorso senza discriminazione ai feriti.
La CR protegge la vita e la salute della persona
e favorisce la pace tra i popoli.
™ UNITA’
In un Paese può esistere una sola Società di CR
™ UNIVERSALITA’
La CR è un’istituzione universale, tutte le
Società hanno uguale diritti e doveri
™ IMPARZIALITA’
Nessuna discriminazione sulla base della
nazionalità, razza, religione, politica e
condizione di vita. Soccorrere le persone
secondo la gravità e l’urgenza.
™ INDIPENDENZA
La CR è indipendente, riconosciuta dallo
Stato ma indipendente da esso.
™ NEUTRALITA’
™ VOLONTARIATO
Non prende parte alle ostilità.
La CR è un’istituzione di soccorso
volontario e disinteressato.
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IL MOVIMENTO INTERNAZIONALE DELLA C.R. E M.R.
Il Movimento Internazionale della C. R. e M. R. è costituito:
9 Varie Società Nazionali di C. R. e M. R.
9 Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR)
9 Federazione della Società di Croce Rossa
La più alta autorità deliberante della Croce Rossa Internazionale è la Conferenza
Internazionale della Croce Rossa a cui partecipano i rappresentanti dei membri del
Movimento Internazionale più i Governi che aderiscono alle Convenzioni di
Ginevra. Questa Conferenza viene convocata ogni quattro anni ed ha il compito di
assicurare l’unità del Movimento.
SOCIETA’ NAZIONALI DI CROCE ROSSA
All’inizio le Società delle Nazioni avevano come scopo quello di soccorrere e
curare i feriti di guerra; dopo la prima Guerra Mondiale sono state impegnate in
altri ruoli, come la gestione strutture sanitarie permanenti; educazione sanitaria,
forme di assistenza sociale.
LE COMPONENTI DELLA CROCE ROSSA
- Il Corpo Militare
- Le Infermiere volontarie
- I Volontari del soccorso
- I Pionieri
- Il Comitato femminile
- I Donatori di sangue
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La Croce Rossa Italiana si divide in più COMITATI: Locale, Provinciale,
Regionale, Nazionale e Internazionale.
Il VOLONTARIO è colui che dopo aver adempiuto ai suoi doveri familiari e
professionali, impiega il suo tempo in un servizio utile per la comunità o per le
persone bisognose.
Le attività dei volontari della Croce Rossa coinvolgono non solo il soccorso in
emergenza, ma anche altre forme di aiuto a persone bisognose in quanto malate,
sole o in altre difficoltà.
Inoltre il volontario è riconosciuto come Pubblico Ufficiale.
I DOVERI del volontario sono:
♣ OBBLIGO DI INTERVENTO
♣ OBBLIGO DI DENUNCIA
♣ OBBLIGO DEL SEGRETO PROFESSIONALE
♣ OBBLIGO DI DISCREZIONALITA’
L’ETICA del volontario:
♣ Comportamento corretto: quando siamo in divisa, durante un servizio,
dobbiamo mantenere un comportamento consono alla divisa, evitare tutto ciò
che può danneggiare o offendere qualcuno, presente o assente,
♣ Uniforme: la divisa deve essere ben tenuta, uguale per tutti i volontari
impegnati nello stesso ruolo, deve essere indossata solo in servizio e non per
ottenere vantaggi personali.
♣ Disponibilità e Responsabilità: consiste nell’assumersi liberamente un
incarico e di portarlo a termine nel migliore dei modi. In servizio ogni
volontario è guidato da un capo-servizio.
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PRIMO SOCCORSO
PRONTO SOCCORSO
Soccorso qualificato con l’ausilio di strumenti e
attrezzature
idonee;
effettuato
da
soccorritori
specializzati (infermieri e medici).
PRIMO SOCCORSO
Consiste in una serie di semplici manovre che un
soccorritore laico (non qualificato) può compiere,
senza l’aiuto di strumenti.
Lo scopo del Primo Soccorso è quello di preservare la vita dell’infortunato
nell’attesa dell’intervento dei soccorsi specializzati.
La chiamata al 118 va fatta subito dopo aver constatato lo stato di coscienza
dell’infortunato.
Fornire
informazioni
precise
per
individuare
il
luogo
dell’incidente, rispondere alle loro domande e comunicare lo stato di coscienza o
no dell’infortunato.
Autoprotezione
Prima di tutto salvaguardare la nostra vita.
Guardarsi intorno e mettere al sicuro sia noi che
l’infortunato.
Tutelarci con guanti in lattice, mascherine ecc.
Quando controlliamo l’ambiente, vedere bene cosa è successo e se notiamo un
trauma non spostare assolutamente l’infortunato, in questo caso si sposta solo se è
in pericolo e con l’uso di apposite manovre.
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LA CATENA DEL SOCCORSO
Ogni azione di soccorso può essere vista come una catena di sei anelli:
I ANELLO: LA SICUREZZA
Prima di procedere ad un soccorso è necessario controllare se ci sono altri
pericoli in modo da poterli eliminare. Se non è possibile eliminarli dobbiamo
limitarci a chiamare i soccorsi qualificati e spiegare loro la situazione.
II ANELLO: GLI INTERVENTI IMMEDIATI
Valutare se l’infortunato è cosciente o incosciente con la manovra “chiama e
scuoti”. Controllare se riporta traumi o perde sangue. Controllare anche se ci sono
altri infortunati, fare una rapida valutazione e stabilire con le priorità.
III ANELLO: LA CHIAMATA
Una chiamata di soccorso tempestiva ed esatta può essere determinante per la vita
dell’infortunato. A seconda delle circostanze la chiamata può essere fatta prima,
durante o dopo la fase di intervento immediato.
IV ANELLO: INTERVENTI NELLA ATTESA DEI SOCCORSI (B.L.S.)
Se l’infortunato è incosciente, va fatta al più presto una valutazione dei parametri
vitali seguendo le lettere dell’alfabeto A, B, C (B.L.S. Basic Life Support)
A
Airway: apertura vie aeree. Iperstediamo il capo e valutiamo se il cavo
orale è libero, estraendo eventuali ostacoli con il dito ad uncino.
B
Breating: controllo respirazione attraverso la manovra G.A.S.
(guardo, ascolto, sento) per dieci secondi. Se non c’è respiro procedere con
due insufflazioni di prova.
C
Circulation: controllo del circolo attraverso il polso carotideo per dieci
secondi, cercando di sentire le pulsazioni. Se non c’è battito procedere alla
ricerca del punto di compressione: fare quindici compressioni e due
insufflazioni. Il ciclo completo va ripetuto quattro volte e termina con le
due insufflazioni. Al termine del ciclo procedere al controllo dei
parametri:
controllare
il
battito,
se
non
c’è
ripetere
il
ciclo
di
compressioni; se il battito è presente controllare la respirazione.
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Tutto questo fino a quando non arrivano i soccorsi o fino allo sfinimento del
soccorritore.
Se l’infortunato è incosciente ma respira e ha polso dobbiamo metterlo in
posizione laterale di sicurezza*, ossia laterale perché la persona è distesa su un
lato, di sicurezza perché favorisce la pervietà delle vie aeree.
V ANELLO: IL TRASPORTO
All’arrivo dei soccorsi qualificati ci mettiamo a disposizione per fornire tutte le
informazioni e l’aiuto di cui possono avere bisogno, senza intralciare. In casi
estremi in cui i soccorsi non possono arrivare, se è necessario si provvede al
trasporto in ospedale con mezzi di fortuna.
* Posizione laterale di sicurezza
La Posizione laterale di sicurezza viene effettuata su un infortunato che mostra
segni vitali e si fa solo se dobbiamo allontanarci.
La Posizione laterale di sicurezza non va mai eseguita in caso di sospetta lesione
alla colonna vertebrale.
Se c’è una lesione, in genere l’infortunato si gira verso la parte lesionata.
Tale posizione
è chiamata di sicurezza perché in questo modo l’infortunato è
sicuro, stabile e preservato dal rischio di soffocamento.
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SCALA DELLE EMERGENZE
EMERGENZE PRIORITARIE
Emorragie arteriose imponenti, arresto
respiratorio e cardiaco, ustioni gravi e
diffuse, stato di shock, gravi traumi toracici
ed addominali.
EMERGENZE SECONDARIE
Ustioni leggere e poco estese, ferite, fratture
esposte o chiuse.
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B.L.S. Adulti
(Basic = di base; Life = funzioni vitali; Support = supporto)
•
Arrivo sul posto: Controllo dell’ambiente. Messa in sicurezza della scena
(solo in caso di pericoli reali la vittima deve essere spostata prima di
iniziare le manovre di rianimazione).
•
Valutazione dello stato di coscienza:
- Manovra “chiama e scuoti”: scuotere le spalle dell’infortunato,
chiamarlo ad alta voce e guardarlo in viso.
NON E’ COSCIENTE
-
Se sei in presenza di pubblico chiedi aiuto e fai chiamare il 118.
-
Se sei solo chiama aiuto senza allontanarti, valuta se l’infortunato
respira (G.A.S.), se non respira ti allontani e chiami il 118.
•
Posizione dell’infortunato: posizionare l’infortunato su un piano rigido,
allineare il corpo (testa, tronco, arti superiori ed inferiori), scoprire il
torace.
•
A (Airway) Controllo pervietà vie aeree:
- Estensione del capo: mettere una mano a C sulla fronte ed estendere il
capo.
- Sollevare il mento con due dita sulla parte ossea ed effettuare l’iperstensione
della testa.
•
B (Breating) Controllo della respirazione
Valutazione della presenza del respiro: Manovra G. A. S. (guarda, ascolta,
senti):
-
Mantenere l’iperstensione del capo
-
Avvicinare la guancia al viso dell’infortunato
-
Guardare il torace dell’infortunato
-
Ascoltare eventuali rumori respiratori
-
Sentire al tatto eventuale fuoriuscita d’aria.
-
Contare ad alta voce per 10 secondi.
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G. A. S. NEGATIVO ALLERTARE 118
•
C (Circulation) Valutazione Circolo: il soccorritore (già posizionato
lateralmente) appoggia il calcagno della mano al centro del torace (nel terzo
inferiore dello sterno).
Comprimere abbassando il torace di tre/cinque cm con una frequenza di 100
compressioni al minuto.
Dopo 30 compressioni aprire di nuovo le vie aeree estendendo la testa e
sollevando
il
mento
e
procedere
con
2
insufflazioni,
subito
dopo
riposizionare le mani nella sede corretta (punto di Repere) per eseguire le
successive 30 compressioni. Ogni ciclo inizia con le compressioni e termina
con le insufflazioni, e si continua ad eseguire le compressioni toraciche e le
ventilazioni di soccorso con un rapporto di 30:2.
•
Si sospende la B. L. S. solo quando:
-
Arrivo del soccorso qualificato.
-
Ripresa dei segni vitali.
-
Per sfinimento del soccorritore.
-
Ad ogni eventuale interruzione vanno effettuati i controlli a ritroso:
Respiro e Coscienza
PROCEDURA
B.L.S.
A
DUE
SOCCORRITORI
QUALIFICATI CON MEZZI AGGIUNTIVI (pallone ambu e
cannula orofaringea)
Fase A
•
Arrivo sul posto:
- Messa in sicurezza della scena (solo in caso
di pericoli reali la vittima deve essere spostata prima di iniziare le manovre
di rianimazione).
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•
Valutazione dello stato di coscienza:
- Manovra “chiama e scuoti”
NON È COSCIENTE
- Posizionare su un piano rigido
- Allineare il corpo e scoprire il torace
•
Controllo pervietà vie aeree:
- Iperestensione del capo
- Inserimento cannula faringea dopo aver valutato la misura
corretta.
•
Manovra G. A. S.P.: il Leader controlla per 10 secondi e comunica a voce
alta l’esito agli altri membri dell’equipaggio.
- Associare al G.A.S. la ricerca del polso carotideo
G. A. S.P. NEGATIVO ALLERTARE A.C.L.S.
Fase B
•
Non c’è battito: il secondo soccorritore (già posizionato lateralmente)
appoggia il calcagno al centro del torace (terzo inferiore dello sterno) ed
inizia le 30 compressioni contando ad alta voce. Dopo le 30 compressioni il
soccorritore leader procede con le 2 insufflazioni osservando sempre
l’espansione del torace e così via. Si continua ad eseguire le compressioni
toraciche e le ventilazioni di soccorso con un rapporto di 30:2.
•
Cambio per stanchezza di un soccorritore: va effettuato al massimo ogni 2
minuti (ogni 5 cicli). Al termine del quinto ciclo i due soccorritori si
scambiano i ruoli e proseguono con un rapporto 30:2
•
Si sospende la B. L. S. solo quando:
-
Riprendono i segni vitali (a questo punto si procede con i controlli a
ritroso: G.A.S.P. e Coscienza).
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-
Arrivo del soccorso qualificato (A.C.L.S.).
-
Arrivo di un medico di passaggio, dopo che si è qualificato.
L’APPARATO RESPIRATORIO
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L’apparato è un insieme di organi diversi fra loro che concorrono allo
svolgimento di una unica funzione vitale.
L’Apparato Respiratorio è composto da una serie di organi cavi, organi
canaliformi, vie respiratorie e polmoni.
SUPERIORI
VIE RESPIRATORIE
INFERIORI
Cavità nasali e paranasali, la
parte paranasale della faringe.
Condotto
laringo-tracheale,
bronchi che si dirigono ai
polmoni, all’interno dei quali
si dividono in bronchioli e
poi in alveoli.
Tutte le nostre cellule hanno bisogno di ossigeno. L’aria che noi inspiriamo
contiene circa il 21% di ossigeno di cui solo il 5% viene utilizzato dalle cellule
del nostro corpo e il resto viene espirato. Il numero degli atti respiratori è di 12-16
al minuto in un individuo adulto.
NASO
E’ la cavità attraverso la quale entra l’aria ed è ricca di vasi
sanguigni. Qui l’aria viene riscaldata per evitare che il freddo
danneggi gli organi interni ed umidificata per non danneggiare
il tessuto polmonare.
È nel naso che l’aria viene anche purificata dal muco e da ciglia
(vibrisse) che trattengono i batteri.
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BOCCA
Si può respirare anche con la bocca, ma non si hanno le
protezioni necessarie. La bocca ha solo una funzione
accessoria.
FARINGE
È un condotto posto dietro la cavità orale e si estende tra le
cavità nasali e la laringe. La faringe è una via di passaggio sia
per l’aria sia per il cibo, quindi è un organo comune all’app.
respiratorio e all’app. digerente. Per evitare che il cibo finisca
nelle vie respiratorie, l’accesso alla laringe viene chiuso
dall’epiglottide.
EPIGLOTTIDE
Sottile lembo di cartilagine elastica posto al di sopra della
laringe. L’epiglottide evita che gli alimenti o la saliva
provenienti dalla bocca e diretti nell’esofago ostruiscano la
trachea. L’epiglottide è sostenuta da un grande anello di
cartilagine che si chiama glottide ed è situato nel Pomo
d’Adamo
LARINGE
Organo posto nella parte anteriore del collo, costituisce la
continuazione della faringe nella trachea. Ha la forma di un
anello rigido, costituito da muscoli e cartilagini unite da un
tessuto elastico.
Nella cavità interna della laringe troviamo le quattro corde
vocali, organi della fonazione. Le corde vocali contengono
fibre elastiche, le quali durante la fonazione vengono fatte
vibrare dall’aria producendo così suoni.
Durante la respirazione le corde vocali sono rilasciate e la
glottide resta aperta. Quando si deglutisce la glottide viene
chiusa per impedire il passaggio del cibo.
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TRACHEA
Inizia nel collo dopo la laringe e termina biforcandosi nel bronco
destro e bronco sinistro.
La trachea ha una forma a cilindro ed è composta da anelli
cartilaginei incompleti (circa venti e hanno una forma a C), uniti
tra loro da lamine fibrose, aperti posteriormente dove appoggia
l’esofago. All’interno della trachea troviamo muco e ciglia
vibratili con lo scopo di purificare l’aria.
La trachea si ramifica in due parti: bronco destro e bronco
sinistro.
BRONCHI
I
due
bronchi
penetrano
nel
rispettivo
polmone
attraverso un’apertura mediana chiamata ilo, e si ramificano
nuovamente in rami sempre più piccoli chiamati bronchioli. Il
bronco destro è più grande in quanto si dividerà in tre rami
destinati ai tre lobi del polmone destro, il bronco sinistro è più
piccolo perché i suoi due rami penetreranno nei due lobi del
polmone sinistro. Il percorso continua e abbiamo un’altra
ramificazione in parti ancora più piccoli detti alveoli.
Gli alveoli sono la sede degli scambi gassosi fra l’aria e il
sangue, questo processo viene chiamato ematosi.
I bronchi presentano la stessa struttura della trachea, anelli
cartilaginei e parete membranosa.
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POLMONI
Nei polmoni avvengono gli scambi gassosi fra aria e sangue
(ematosi). Sono contenuti nelle logge pleuro polmonari della
cavità toracica. Le logge pleuro- polmonari sono delimitate
lateralmente
dalle
coste
e
dai
muscoli
intercostali,
inferiormente dal diaframma e medialmente dal mediastino. I
polmoni sono costituiti da masse spugnose, vasi sanguigni,
tessuti elastici di sostegno oltre ai bronchi, bronchioli e alveoli.
Il polmone destro ha tre lobi, mentre il sinistro due, entrambi
funzionano come mantici.
PLEURE
La pleure avvolge i polmoni ed è formata da due foglietti:
uno aderisce alla superficie dei polmoni, un altro aderisce
alla gabbia toracica. Tra i due foglietti si delimita uno
spazio chiamato cavità pleurica. In questa cavità troviamo
una piccola quantità di liquido pleurico, che permette alle
due membrane di scorrere l’una sull’altra senza attriti
dannosi.
DIAFRAMMA
Muscolo sottile, a forma di campana, di natura muscolare e
tendinea; separa la cavità toracica da quella addominale.
La contrazione e l’espansione del diaframma sono importanti
per
la
respirazione:
durante
l’inspirazione
si
contrae
appiattendosi, aumentando così la capacità del torace in modo
da far riversare l’aria nei polmoni. Quando il diaframma si
rilassa, diminuisce il volume all’interno della gabbia toracica,
quindi l’aria carica di anidride carbonica viene espirata.
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I centri di regolazione del respiro sono situati nel Bulbo Rachidiano, che si trova
tra la base del cervello e il midollo spinale.
La respirazione polmonare
L’aria ambientale, in condizioni di normalità, è composta da circa 21% di O 2 ,
dallo 0.04% di C O 2 , dal 79% di N (azoto) e da una piccola percentuale di gas rari.
L’aria durante la respirazione, entra nelle fosse nasali dove viene riscaldata,
umidificata e purificata; quindi passa nella faringe, nella trachea e attraverso i
bronchi arriva ai polmoni ed infine agli alveoli.
Qui l’ossigeno contenuto nell’aria riesce a passare attraverso la sottilissima
membrana degli alveoli nei globuli rossi del sangue. A questo punto il sangue è
ossigenato.
La meccanica polmonare
I polmoni si espandono e si ritraggono grazie allo spostamento verso l’alto e verso
il basso del diaframma, il quale fa diminuire o aumentare il volume della gabbia
toracica.
La gabbia toracica è costituita dalle coste, dallo sterno e dalla colonna
vertebrale; essa non solo protegge gli organi interni, ma svolge un ruolo
importante nei movimenti respiratori.
I polmoni fluttuano nella cavità toracica, circondati da liquido pleurico che agisce
da lubrificante ai movimenti dei polmoni.
Durante l’inspirazione il diaframma si contrae abbassandosi, determinando uno
spostamento verso il basso dei polmoni.
Nell’espirazione il diaframma si rilassa e i polmoni si ritraggono come effetto
elastico, ed espellono l’aria ormai carica di anidride carbonica.
La meccanica respiratoria
La gabbia toracica è costituita dalle coste, dallo sterno e dalla colonna vertebrale e
svolge un ruolo importante nei movimenti respiratori.
Componenti attivi della gabbia toracica:
•
Coste: hanno la possibilità di ruotare leggermente verso l'alto per effetto
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24
della contrazione dei muscoli intercostali.
•
Muscoli intercostali: la loro contrazione fa sollevare le coste.
•
Pleura parietale: membrana attaccata all'interno della gabbia toracica e sopra
il diaframma.
•
Pleura viscerale: membrana attaccata all'esterno del polmone.
•
Spazio tra le pleure: spazio virtuale colmo di una piccola quantità di liquido
pleurico che permette alle due membrane di scorrere l'una sull'altra senza
attriti dannosi. Tra le pleure non può entrare aria e ciò obbliga il foglio
interno (quindi i polmoni) a seguire i movimenti di quello esterno e del
diaframma (quindi della gabbia toracica).
•
Diaframma: muscolo sottile, a forma di campana, che separa la cavità
toracia da quella addominale.
Meccanica
Inspirazione
•
I muscoli intercostali si contraggono facendo ruotare le coste verso l'alto.
•
Il diaframma si contrae e si appiattisce.
Da ciò deriva che aumenta il volume interno della gabbia toracica, i polmoni
sono costretti ad espandersi, aumentano il loro volume e richiamano aria
dall'esterno.
Espirazione
•
I muscoli intercostali si rilassano.
•
Il diaframma si rilassa e torna alla sua forma naturale a campana.
Da ciò deriva che diminuisce il volume interno della gabbia toracica, o
polmoni sono costretti in uno spazio minore, riducono il loro volume ed espellono
l'aria carica di anidride carbonica.
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25
Trasporto dell’ossigeno nel sangue
Dopo
la
diffusione
dell’ossigeno
dagli
alveoli
al
sangue,
l’O 2
legato
all’emoglobina, viene trasportato nei tessuti per essere poi utilizzato dalle cellule.
EMOGLOBINA
molecola proteica, contenuta nei globuli rossi,
proteina pigmentata (conferisce al sangue il colore
rosso). La sua proprietà è quella di legarsi all’ O 2 ,
quindi l’emoglobina trasporta l’O² che viene poi
rilasciato nei tessuti. Inoltre l’emoglobina contiene
ferro.
Le emergenze respiratorie
INSUFFICENZA
RESPIRATORIA
è una riduzione della funzione respiratoria fino al
punto in cui l’apporto di O 2 è insufficiente a
mantenere in vita l’infortunato. In questo caso si
dice che il soggetto è dispnoico, da dispnea.
DISPNEA
è una respirazione faticosa, che richiede uno
sforzo maggiore alla persona.
SOFFOCAMENTO
si ha quando un ostacolo ostruisce le vie
respiratorie, impedendo il flusso di aria ai
polmoni; può indicare anche la mancanza di
O 2 nell’aria.
ARRESTO
RESPIRATORIO
è una completa interruzione dei movimenti
respiratori.
Abbiamo di fronte il quadro dell’Asfissia: il soggetto
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26
non è cosciente, il torace non si muove, non c’è alito,
il colorito è generalmente cianotico.
L’asfissia è una situazione di estrema urgenza.
ANOSSIA
è una completa interruzione dell’afflusso di O 2 ai
tessuti. Questo provoca prima una sofferenza fino ad
arrivare alla morte.
Il compito del soccorritore:
- controllare le vie aeree
-
liberare da eventuali ostacoli
-
eventuale BLS
Cause dell’Asfissia:
ƒ
ostruzione vie aeree (corpo estraneo in bocca)
ƒ
paralisi muscoli respiratori (es. folgorazione, farmaci, alcool, droghe, traumi
cranici, ……)
ƒ
tetano
ƒ
trauma prime vertebre cervicali
ƒ
trauma del torace (schiacciamenti che impediscono l’espansione della gabbia
toracica, incidenti…)
ƒ
alterazione composizione dell’aria (presenza di gas, monossido di carbonio,
etc.)
ƒ
annegamento
Soccorso:
ƒ
In caso di alterazione composizione dell’aria, il soccorritore entra nel luogo
trattenendo il respiro, apre le finestre e esce immediatamente per respirare, poi
rientra
nuovamente
e
porta
fuori
l’infortunato
mettendolo
in
posizione
semiseduta per farlo riprendere. Se l’infortunato non si riprende, allertare il
118 e dare inizio alla BLS.
ƒ
In caso di annegamento procedere con la BLS.
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27
ƒ
Quando si ha una perforazione delle costole e pleure, tamponare il “buco” con
la mano e poi mettere un cerotto chiuso solo su tre lati. Chiamare il 118 e
controllare le funzioni vitali fino all’arrivo dei soccorsi qualificati.
ƒ
In caso di folgorazione, il soccorritore deve prima di tutto pensare all’autoprotezione, chiamare il soccorso tecnico (vigili del fuoco), procedere ad
allontanare l’infortunato dal conduttore utilizzando materiale isolante (legno),
e procedere poi con la BLS. Di solito in questo caso sono presenti anche
fratture e ustioni.
ƒ
In caso di avvelenamento da farmaci, se la persona è cosciente bisogna farla
muovere e vomitare, farsi dire quanto tempo è passato dall’assunzione dei
farmaci, chiamare il 118. Se la persona è incosciente non si deve provocare il
vomito, chiamare il 118 e monitorare le funzioni vitali. Se incosciente, ma
respira porre l’infortunato in posizione laterale di sicurezza. È sempre bene
raccogliere un campione di materiale vomitato per consegnarlo al soccorso
qualificato insieme al flacone o scatola del medicinale trovato sul luogo.
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28
APPARATO CIRCOLATORIO
L’apparato circolatorio è costituito dal Cuore che ha una funzione di Pompa per
far circolare il sangue, e da vasi denominati arterie e vene che hanno la funzione
di trasferire sangue ossigenato verso le periferie del corpo e da queste verso il
cuore per lo scambio di rifiuti gassosi.
L’apparato circolatorio è l’apparato che provvede alla circolazione del sangue in
tutto l’organismo.
Funzione Nutritiva: trasporta sostanze nutritive.
Funzione Depurativa: raccoglie elementi di rifiuto
destinati ad essere eliminati
CIRCOLAZIONE
DEL SANGUE
dai Reni.
Funzione Difensiva: grazie alle proprietà di alcune
cellule.
Funzione Correlativa: perché consente lo scambio
di alcuni principi che regolano
gli apparati.
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30
ƒ CUORE
Il cuore è un muscolo grande come un pugno di una mano, è un organo cavo ed è
formato da tre tessuti muscolari: PERIOCARDIO, MIOCARDIO, ENDOCARDIO.
Il pericardio è una membrana sierosa esterna, che avvolge il cuore, lo protegge e
lo ancora al diaframma; l’endocardio è la parete più interna del cuore, a contatto
con il sangue. Il miocardio è la parte più cospicua del cuore ed è situata tra i due
tessuti già analizzati. Il suo tessuto assomiglia a quello striato dei muscoli
scheletrici, ma rimane involontario.
Il cuore si trova nella cavità toracica nello spazio compreso tra i polmoni, il
diaframma, la colonna vertebrale e lo sterno (vedi immagine pag. 17). Esso ha la
funzione di una pompa che mantiene il sangue in costante attività.
È diviso in:
- due sezioni
sezione destra (dove scorre sangue non ossigenato)
sezione sinistra (dove scorre sangue ossigenato)
- quattro cavità
due atri, due ventricoli che comunicano tramite
valvole che permettono che il sangue passi
esclusivamente dagli atri ai ventricoli
.
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31
ƒ ARTERIE
Le arterie sono i vasi che portano il sangue dal cuore verso l’esterno (periferia
e polmone). La loro parete è robusta ed elastica perché il sangue non fluisce
costantemente, ma ad ondate che corrispondono alle contrazioni del cuore.
Derivano tutte dalla ramificazione di due arterie maggiori: l’Aorta che è la
principale arteria del corpo, esce dal ventricolo sinistro e dà origine alla grande
circolazione,
portando
sangue
ossigenato
verso
la
periferia
e
l’Arteria
Polmonare, che fuoriesce dal ventricolo destro, porta sangue povero di ossigeno
ai
polmoni,
dando
così
inizio
alla
piccola
circolazione.
Le
arterie
allontanandosi dal cuore si suddividono in rami destinati alle varie parti del
corpo e diminuiscono di dimensione, prendendo il nome di arteriole e
trasformandosi poi in capillari.
Il sangue ha qui carattere arterioso o meglio trasporta ossigeno grazie
all’emoglobina
e,
attraverso
il
plasma,
sostanze
nutritive
provenienti
dall’apparato digerente; dopo aver percorso le ramificazioni dell’aorta, il
sangue arriva ai capillari dove cede ossigeno e sostanze nutritive ai diversi
organi e tessuti.
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32
SISTEMA ARTERIOSO
ƒ VENE
Il sistema venoso ha origine alla periferia del nostro corpo, dai capillari via via
diventano progressivamente venule e poi vene. In esse il sangue fluisce in modo
continuo, costante.
Le vene trasportano nella grande circolazione il sangue ricco di rifiuti
provenienti da organi e tessuti, mentre nella piccola circolazione esse
trasportano il sangue carico di ossigeno dai polmoni al cuore.
Le vene sono molto più numerose rispetto alle arterie. Tutto il sangue venoso
perviene alle vene cave: vena cava superiore (convergono i vasi provenienti dal
capo, dal tronco, dagli arti superiori), vena cava inferiore (convergono le vene
provenienti dagli arti inferiori e dall’addome).
Il sangue è aiutato dai movimenti dei muscoli vicini e dalla presenza di valvole
a nido di rondine che impediscono al sangue di refluire verso il basso.
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33
SISTEMA VENOSO
ƒ CAPILLARI
I capillari sono vasi di ridottissime dimensioni, consentono lo scambio di
sostanze fra il sangue e i tessuti che attraversano.
Nel nostro corpo sono presenti due circolazioni:
due circolazioni
GRANDE
cuore - corpo
PICCOLA
cuore - polmoni
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CIRCOLAZIONE POLMONARE O PICCOLA CIRCOLAZIONE
È l’insieme dei vasi che portano il sangue dal cuore ai polmoni, perché si ossigeni
e si liberi dall’anidride carbonica, e poi ritorna al cuore perché sia inviato ai
tessuti.
Il sangue(carico di C O 2 ) arriva al cuore dalle vene cave, passa nell’atrio destro,
poi nel ventricolo destro e da qui va nei polmoni attraverso l’arteria polmonare
dando origine alla piccola circolazione. Qui i vasi assottigliandosi consentono lo
scambio tra il sangue e l’aria contenuta negli alveoli polmonari.
A questo punto il sangue torna verso il cuore, attraverso la vena polmonare, il
quale si contrae in modo ritmico. Si hanno così due fasi:
- DIASTOLE
fase di riempimento
Queste 2 fasi determinano
- SISTOLE
fase di svuotamento
la pressione del sangue.
Nella diastole il cuore si dilata ed i ventricoli si riempiono del sangue venoso,
mentre con la sistole il cuore si contrae ed i ventricoli si svuotano spingendo il
sangue nell’aorta o nell’arteria polmonare. Questo movimento da origine al battito
cardiaco.
GRANDE CIRCOLAZIONE
La grande circolazione è l’insieme dei vasi che portano il sangue dal cuore alla
periferia, perché porti l’ossigeno ai tessuti; e dalla periferia di nuovo al cuore,
perché asporti l’anidride carbonica.
Il sangue carico di ossigeno parte dal ventricolo sinistro e viene spinto
nell’aorta più grande del nostro corpo. Dall’aorta si sfrangiano numerose arterie
che portano il sangue ossigenato ai tessuti. A questo punto il sangue ha raggiunto
tutti i più lontani distretti del corpo e deve ritornare al cuore attraverso le vene. Il
sangue carico di anidride carbonica confluisce nelle vene cave superiore e
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inferiore e
poi nell’atrio destro del cuore, concludendo così la grande
circolazione.
ƒ PRESSIONE DEL SANGUE
Il sangue viene spinto nelle arterie con una forza che corrisponde alla forza
contrattile del muscolo cardiaco. La pressione arteriosa esprime la forza
esercitata dal fluido sanguigno sulle pareti interne dell’arteria. La pressione
massima è quella che si rileva durante la sistole, mentre la pressione minima è
quella che si rileva durante la diastole. Si misura per convenzione, sul braccio
all’altezza del cuore.
Le emergenze cardiache
INFARTO DEL
Quando una porzione del cuore si necrotizza.
MIOCARDIO
Sintomi: dolore al petto, alla bocca dello stomaco,
e braccio sinistro, sudore freddo, pallore, paura e
angoscia, difficoltà respiratorie, alterazione del
battito cardiaco.
Cosa fare: trasporto semiseduto, ospedalizzare
immediatamente, mantenere tranquilla la persona,
evitare che compia sforzi fisici, trasportarlo con
sedia o barella, non deve camminare.
ANGINA
Restringimento momentaneo del muscolo cardiaco.
PECTORIS
Sintomi: dolore forte al petto e al braccio sinistro.
Cosa fare: posizione semiseduto, tranquillizzare la
persona, le crisi di angina cessano solitamente in
pochi minuti.
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ƒ IL SANGUE
Il sangue circola in un circuito chiuso, formato da tubi di diversa misura,
collegati al cuore che funge da pompa. Il suo volume totale varia da 5/7 litri.
La funzione del sangue è essenzialmente quella di trasportare:
a. Ossigeno dai polmoni ai tessuti e anidride carbonica da questi ai polmoni.
b. Sostanze nutritive dall’intestino ad altri tessuti.
c. Sostanze da eliminare ai reni, alla cute, ai polmoni.
d. Elementi dell’apparato immunitario che agiscono contro le infezioni.
e. Messaggeri chimici, detti ormoni, dalla ghiandola che li emette ad un
organo bersaglio.
f. Calore dall’interno del corpo ai tessuti superficiali.
Il sangue può essere definito come un tessuto formato da un liquido detto
PLASMA e da elementi cellulari chiamati GLOBULI ROSSI, GLOBULI BIANCHI
E PIASTRINE.
PLASMA
è un liquido composto per il 91% da acqua, trasporta
proteine, vitamine e ormoni; ha un colore giallino.
Il plasma contiene anche una proteina propria detta
fibrinogeno, la quale è essenziale per la coagulazione
del sangue.
GLOBULI ROSSI
consentono il trasporto dell’ossigeno grazie ad
una particolare proteina-pigmento in essi contenuta:
l’emoglobina, nella cui molecola è presente il ferro.
È al ferro che si fissa l’ossigeno negli alveoli per
essere poi trasportato nei tessuti.
Nell’adulto i globuli rossi vengono prodotti dal
midollo osseo, mentre la milza provvede alla loro
distribuzione.
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GLOBULI BIANCHI
svolgono una funzione difensiva contro batteri
e virus. Anch’essi sono prodotti dal midollo osseo.
PIASTRINE
sono frammenti di cellule, di forma irregolare e
contribuiscono alla coagulazione del sangue in caso
di ferite.
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L’APPARATO LOCOMOTORE
L’apparato locomotore è l’insieme degli organi che permettono il sostegno, il
movimento e la protezione di parti dl nostro corpo. È composta da tre apparati o
sistemi distinti: apparato scheletrico, apparato articolare, apparato muscolare.
APPARATO SCHELETRICO
Lo scheletro costituisce l’impalcatura del nostro corpo, lo sostiene e inoltre
protegge gli organi più molli e importanti come il cuore, il cervello, i polmoni,
etc.
Le ossa insieme ai muscoli e alle articolazioni provvedono al movimento, si può
quindi dire che lo scheletro è un apparato di sostegno, di movimento e di difesa.
Le ossa si distinguono in base alla loro forma in tre tipi fondamentali:
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39
1. OSSA LUNGHE : in esse prevale la lunghezza e si distingue una zona
centrale chiamata dialisi e due estremità chiamate epifisi (es. femore,
omero). Il corpo dell'osso è formato da tessuto osseo compatto ed ha nel
centro una cavità allungata (o canale midollare) riempita di midollo.
2. OSSA PIATTE : in esse lo spessore è nettamente inferiore rispetto alle
altre due dimensioni. Sono composte da due strati di tessuto compatto
chiamati tavolati (es. scapola, cranio, anca).
3. OSSA BREVI : nelle quali le tre dimensioni sono ugualmente sviluppate.
Sono costituite esternamente da osso compatto e internamente da osso
spugnoso (es. vertebre, ossa corte della mano e del piede).
ARTICOLAZIONI : insieme delle parti terminali di due o più ossa a cui sono
consentiti movimenti di vario tipo e mantenute in reciproco rapporto da sistemi
legamentosi. Le articolazioni, in base al movimento, sono classificate in: diartrosi,
sinartrosi, anfiartrosi.
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40
Il tessuto osseo può essere compatto o spugnoso: il primo si presenta come una
massa solida continua, il secondo ricorda una spugna, essendo costituito da
trabecole ossee collegate in modo da formare piccole cavità. Nel tessuto osseo
sono presenti cellule, fibre e sostanze fondamentali e sali minerali (soprattutto
calcio). L’osso è composto per il suo 70% da materiale inorganico (calcio, fosforo,
etc.) che lo rende duro e resistente; il 30% di materiale organico (proteina detta
osseina) che conferisce elasticità.
Le ossa sono rivestite in superficie da una membrana chiamata periostio, ed è ricca
di vasi sanguigni e terminazioni nervose.
All’interno delle ossa è contenuto il midollo osseo che rigenera continuamente le
cellule del sangue.
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41
Lo scheletro è l’insieme delle ossa, queste sono circa 208. il sistema scheletrico si
può dividere in due porzioni:
1. ASSIALE: comprende testa e tronco.
2. APPENDICOLARE: comprende gli arti superiori e inferiori.
Lo scheletro si rivela così una struttura leggera, ma di grande resistenza e
flessibilità e in grado di compiere una straordinaria gamma di movimenti grazie
soprattutto alla presenza di articolazioni di vario tipo e complessità. Infatti tutte le
ossa dello scheletro sono collegate tra loro e fanno capo direttamente o
indirettamente alla colonna vertebrale.
Le articolazioni sono formate dalle estremità delle ossa che vengono a contatto,
rivestite da un tessuto particolare, la cartilagine articolare e dai legamenti, fasci
di tessuto connettivo di varie forme e dimensioni, che consentono solo uno
specifico tipo di movimento.
Principali lesioni dell’apparato locomotore
ƒ
distorsione
ƒ
lussazione
ƒ
frattura
DISTORZIONE
violento spostamento di un capo articolare che esce
dalla propria sede per rientrarvi spontaneamente.
Sintomi: dolore, gonfiore.
Cosa fare: astenersi dal rimettere a posto da soli
l’articolazione; applicare il ghiaccio e immobilizzare
la parte nella posizione in cui si trova (posizione
antalgica) e ospedalizzare rapidamente.
LUSSAZIONE
è la fuoriuscita di un capo articolare dalla sua sede
naturale, senza il suo rientro in loco.
Sintomi: dolore acutissimo, disturbi della sensibilità
e formicolii.
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Cosa fare: vedi distorsione.
FRATTURE
la frattura è la rottura dell’osso in due o più parti
dette
monconi.
Il trauma può essere:
ƒ
DIRETTO: l’osso si frattura nel punto di impatto, cioè nel
punto in cui è stato colpito.
ƒ
INDIRETTO: la frattura dell’osso è lontano dalla zona
dell’urto.
Esistono anche fratture spontanee, ossia non causate da
traumi apparenti, ma dalla fragilità delle ossa dovuta alla loro
decalcificazione (età avanzata, tumore, malattie,etc.).
Possiamo distinguere le fratture in :
FRATTURE CHIUSE: il tessuto muscolare e la pelle vicino
alla frattura sono integri.
FRATTURE ESPOSTE: quando i monconi dell’osso fratturato
fuoriescono all’esterno, lacerando i tessuti, i tendini, etc. In
questo caso c’è un forte rischio di infezione. È la frattura più
grave e completa.
FRATTURA
rimangono
COMPOSTA:
allineati,
in
quando
asse,
i
monconi
accostati,
dell’osso
cioè
senza
spostamento.
FRATTURA SCOMPOSTA: quando i monconi si spostano tra
loro, uscendo dall’allineamento. In questo caso l’arto può
apparire deformato.
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Riconoscimento delle fratture
Sospetteremo una frattura quando l’infortunato:
•
Prova un dolore violento ben localizzato
•
È incapace di muovere la parte
•
Presenta tumefazioni ed ecchimosi sulla parte
•
Non carica il peso del corpo sulla parte lesa
È sicuro che si tratta di una frattura quando:
•
È esposta e vediamo i monconi
•
Notiamo una deformazione dell’arto
•
Sentiamo un crepitio provocato dallo sfregamento dei monconi dell’osso
quando l’infortunato si muove.
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COSA FARE:
Nel caso di infortunato incosciente:
•
Se è necessario togliere i vestiti
•
Notiamo visivamente se ci sono indizi come ematomi, deformazioni, ferite,
gonfiore
•
Far scorrere le mani delicatamente lungo il corpo per percepire eventuali
irregolarità
•
In ogni caso sospetto è sempre meglio immobilizzare la parte lesa mentre si
aspettano i soccorsi specializzati
•
Lasciare l’infortunato nella posizione antalgica
•
Copriamo l’infortunato per proteggerlo dal freddo
•
Non diamo niente da bere o da mangiare se temiamo che si ossa sviluppare
uno stato di shock
•
Se i soccorsi specializzati tardano ad arrivare e dobbiamo provvedere al
trasporto, immobilizzare l’arto leso
Una frattura può andare incontro a gravi complicazioni come:
•
Infezione se è una frattura esposta
•
Lesioni dei vasi sanguigni, dei nervi, dei muscoli o della pelle provocate dai
monconi taglienti
•
Emorragia interna e possibile shock, soprattutto in seguito a fratture del
femore, multiple o del bacino
•
Embolia, cioè penetrazione nei vasi sanguigni di bolle d’aria, corpi estranei,
sangue coagulato o noduli di grasso provenienti dalla parte lesa
•
Contrazione dei muscoli a causa del dolore con conseguente spostamento dei
monconi
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45
Patologie dell’apparato scheletrico
ARTROSI
si intende una affezione articolare cronica, che colpisce
soprattutto le articolazioni dell’anca, del ginocchio e delle
vertebre.
ARTRITE
Termine generico per indicare una infiammazione acuta o
cronica
localizzata
a
una
o
più
articolazioni.
Sotto questo nome si possono annoverare alcune malattie molto
diffuse, come l'osteoartrite e l'artrite reumatoide. La gotta e il
reumatismo articolare acuto, che pure interessano le articolazioni,
sono invece malattie a se stanti. In tutte le forme di reumatismo e
di artrite, nonostante che i dolori tendano a far assumere posizioni
sbagliate nella ricerca di un sollievo se pur momentaneo, è
importante invece mantenere sempre una posizione corretta.
APPARATO MUSCOLARE
I muscoli sono gli organi attivi del movimento: sono formati da un tessuto
muscolare che permette l’attività meccanica della contrazione, la quale avviene per
accorciamento ed ispessimento delle sue cellule, e sono rivestiti da una membrana
elastica che li mantiene in sede durante la contrazione.
Possiamo distinguere tre tipi di tessuto muscolare:
™ Tessuto muscolare striato.
™ Tessuto muscolare liscio.
™ Tessuto cardiaco.
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Tessuto muscolare striato
I muscoli formati da questo tessuto sono quelli scheletrici e cutanei, hanno una
muscolatura “rossa” e sono controllati dalla nostra volontà per mezzo del sistema
nervoso.
In base alla forma possono essere classificati in:
ƒ
Muscoli lunghi: sviluppati in lunghezza (bicipite).
ƒ
Muscoli larghi: sviluppati in larghezza (grande – piccolo pettorale).
ƒ
Muscoli brevi: sono quelli situati intorno alle articolazioni e alla colonna
vertebrale, hanno una forma assai diversa tra loro.
Tessuto muscolare liscio
I muscoli lisci, costituiti da fibre muscolari lisce, rientrano nella costituzione dei
visceri e degli organi, la loro contrazione e involontaria ed è controllata dal
sistema nervoso (stomaco, intestino, utero, pareti vasi sanguigni, ecc.).
Tessuto cardiaco
Il miocardio è unico nel suo genere, è formato da particolari cellule di tipo
“striato”, ma le contrazioni sono involontarie, regolate proprio dal cuore sotto il
controllo del sistema nervoso.
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47
L’APPARATO DIGERENTE
L’apparato digerente è formato dai seguenti organi cavi: bocca, faringe, esofago,
stomaco, intestino (tenue, crasso, retto), ano.
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Le sue funzioni sono quelle di ingerire, elaborare, assorbire gli alimenti e di
eliminare le sostanze non assimilabili. Nel percorrere il tubo digerente il cibo
subisce una serie di trasformazioni meccaniche e chimiche, che lo modificano in
molecole sempre più piccole in modo da poter essere assorbite dalle pareti
intestinali ed immesse nel circolo sanguigno ed arrivare così a tutte le cellule del
nostro corpo. Ciò che non è possibile digerire viene espulso attraverso le feci.
La trasformazione chimica è dovuta dal fatto che il cibo mentre percorre il tubo
digerente aiutato dal
muco, incontra enzimi
digestivi, ossia sostanze che
favoriscono la scissione del cibo; a questa azione chimica si unisce quella
meccanica data dalla triturazione dei denti, dalla lavorazione della lingua e dai
movimenti della muscolatura liscia involontaria che compone la parete degli
organi.
Possiamo distinguere tre fasi: digestione, assorbimento, utilizzo.
Gli organi dell’apparato digerente:
La cavità orale (bocca) comprende: la lingua (muscolo rivestito da mucosa ricca di
papille tattili e gustative) e le arcate dentarie. Nella bocca inizia la digestione
degli amidi cotti che si trasformano in maltosio. Le ghiandole salivari producono
saliva, che aiuta a trasformare il cibo.
Di seguito troviamo la faringe, organo in comune con l’apparato respiratorio, e
l’esofago: è un tubo elastico-muscolare, lungo circa 25 cm, percorre la cavità
toracica, perforando il diaframma in modo da arrivare nella cavità addominale per
finire nel cardias dello stomaco. L’esofago è solo un tubo di scorrimento che
collega la bocca con lo stomaco e con i suoi movimenti aiuta il cibo a scorrere. Le
uniche ghiandole presenti sono quelle che producono muco per lubrificare il
passaggio del bolo alimentare.
Lo stomaco è situato nella cavità addominale, sotto il diaframma. Ha due valvole
muscolari: il cardias (che confina con l’esofago) e il piloro (confina con
l’intestino tenue o duodeno). Lo stomaco è formato da strati di muscolatura liscia
involontaria, che si contraggono per mescolare il cibo man mano che arriva.
Contiene numerose ghiandole che producono succhi gastrici. Qui inizia la
digestione dei lipidi e delle proteine.
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Attraverso il piloro lo stomaco sbocca nell’intestino tenue, il quale si divide in tre
parti: duodeno, digiuno, ileo. Nel duodeno affluiscono i condotti delle due
ghiandole più importanti dell’apparato digerente, il fegato e il pancreas. L’ileo è
la parte più lunga e più raggomitolata dell’intestino, la sua parete interna è ricca
di villi intestinali, percorsi da vasi sanguigni e linfatici attraverso i quali avviene
l’assorbimento delle sostanze nutritive che il sangue porterà in circolo.
La valvola ileo-cecale mette in comunicazione l’intestino tenue con l’intestino
crasso che è formato da tre parti: cieco, colon e retto.
Il cieco ha la forma di un sacchetto e presenta in basso l’appendice vermiforme
(appendicite). Il colon si divide in: colon ascendente, colon traverso, colon
discendente. Questa ultima parte prosegue con un tratto detto sigma per la sua
forma ad S nel retto, ultima porzione dell’intestino. Lo sbocco verso l’esterno
avviene attraverso l’ano.
Per l’apparato digerente sono indispensabili alcune ghiandole:
GHIANDOLE SALIVARI: site nel cavo orale, producono saliva.
GHIANDOLE GASTRICHE: sono nello stomaco, producono succo gastrico
(formato da muco, acido cloridrico, pepsina).
FEGATO: è la ghiandola più voluminosa del nostro corpo; situata nella
cavità addominale in alto a destra. Il fegato secerne la bile, liquido denso,
indispensabile
per
la
digestione
dei
grassi.
La
bile
viene
prodotta
continuamente ma viene riversata nel duodeno solo durante la digestione,
altrimenti viene immagazzinata nella cistifelia. Inoltre il fegato ha altre
funzioni: trasforma sostanze tossiche; è un deposito di vitamine, ferro e rame;
elabora l’eparina per un’azione anticoagulante; produce fibrinogeno, una
proteina sciolta nel plasma; demolisce i globuli rossi usurati trasformandoli in
pigmenti biliari che poi finiranno nella bile, la quale eliminerà tutti i rifiuti
attraverso le feci; produce globuli rossi durante le vita embrionale; in esso è
presente anche una riserva di sangue che viene rimessa in circolo in caso di
necessità.
PANCREAS: anch’essa voluminosa, è una ghiandola a secrezione mista
(esocrina ed endocrina).
Come ghiandola esocrina secerne e riversa nel
duodeno il succo pancreatico formato da enzimi digestivi (amilasi, lipasi,
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50
tripsina) i quali continuano la scissione di amidi, grassi e proteine. Come
ghiandola endocrina produce un ormone chiamato insulina, la quale si forma in
una parte del pancreas e viene trasportata dal sangue a tutte le cellule.
L’insulina è un ormone indispensabile per l’utilizzo del glucosio a livello
cellulare e per il mantenimento della glicemia entro la norma. Se l’insulina
viene a mancare il glucosio si accumula nel sangue manifestando una situazione
patologica detta Diabete.
Disturbi digestivi
Il disturbo più comune è quello chiamato “indigestione”, dovuto dalla ingestione
di cibi indigesti per quantità e qualità. Si manifesta con dolore e con senso di
pesantezza allo stomaco, senso di nausea, vomito e diarrea. Generalmente la
persona
affetta
da
indigestione
guarisce
rapidamente
sospendendo
l’agente
irritante e adottando per un paio di giorni una dieta liquida.
Attenzione:
Se
•
I dolori durano più di un’ora
•
Il vomito dura più di mezz’ora
•
La temperatura supera i 37.5°C
•
Sopraggiungono altri segni o/e sintomi (agitazione, delirio, collasso…)
In questi casi conviene sempre rivolgersi al medico o portare il paziente al Pronto
Soccorso perché si può pensare ad intossicazioni, avvelenamenti o altre patologie
gravi.
Avvelenamenti da indigestione
L’avvelenamento attraverso l’apparato digerente è il più frequente: le sostanze
tossiche vengono assorbite dal sangue che le distribuirà agli organi su cui
eserciteranno i loro effetti negativi.
Le sostanze nocive più comuni sono:
•
Alimenti tossici (cibi avariati, infetti, velenosi, etc..)
•
Alimenti con tossine microbiche
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51
•
Insetticidi, antiparassitari
•
Solventi, detersivi, sostanze caustiche
I sintomi:
•
Gastrici: violenti dolori addominali, nausea, vomito continuo
•
Nervosi: vertigini, perdita di conoscenza, agitazione e delirio
•
Circolatori: colorito rosso o stato di shock
•
Il paziente ha i brividi ed è sudato
COSA FARE
se il soggetto è cosciente chiedere cosa ha ingerito, l’informazione è
fondamentale per riferire al medico la quantità della sostanza assunta e da
quanto tempo
quando i sintomi non sono gravissimi chiamare il centro antiveleni e seguire
le loro indicazioni
se il soggetto è incosciente ma respira, metterlo in Posizione Laterale di
Sicurezza per evitare in caso di vomito il soffocamento. Coprire ilo paziente.
controllare le funzioni vitali
raccogliere e portare in ospedale, i resti eventuali del veleno o un campione
di materiale vomitato.
Il vomito non è sempre opportuno provocarlo perché può essere anche dannoso. È
utile provocarlo solo in caso di intossicazioni da alcool, alimenti infetti,
antiparassitari e farmaci.
Nel caso di avvelenamenti da sostanze caustiche:
•
Non somministrare bevande alcoliche
•
Non somministrare latte
•
Non si deve mai provocare vomito, soprattutto se il soggetto è incosciente
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52
L’APPARATO TEGUMENTARIO
La pelle riveste tutto il nostro corpo, è un organo vivo, impermeabile e protettivo.
La cute è un organo complesso che ricopre l'intera superficie corporea agendo da
barriera protettiva nei confronti dell'ambiente esterno: si oppone al passaggio dei
microrganismi, assorbe e blocca le radiazioni, impedisce la perdita di acqua,
contribuisce alla regolazione della temperatura corporea, svolge un importante
ruolo immunologico e contiene una fitta rete nervosa che le conferisce la funzione
di organo di relazione.
La cute è costituita da un epitelio (epidermide), da un tessuto connettivo (derma) e
da un tessuto adiposo (sottocutaneo).
Nel derma e nel sottocutaneo sono contenuti gli annessi cutanei, i vasi e i nervi.
L' epidermide è un epitelio protettivo formato da molti strati di cellule. Le cellule
si generano per mitosi nello strato più profondo e vengono sospinte verso la
superficie; man mano che ci si avvicinano, si appiattiscono e il loro citoplasma si
riempie di filamenti di cheratina, una proteina dura e resistente. Quando infine
raggiungono la superficie, sono ormai diventate un foglio cheratinico morto, che
rende la pelle impermeabile all'aria e all'acqua, resistente ai batteri e a quasi tutte
le sostanze chimiche. La protezione dai possibili danni dovuti ai raggi solari è
invece fornita dalla melanina, un pigmento che conferisce alla pelle la sua
colorazione.
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53
Sotto l'epidermide si trova il derma, un tessuto connettivo denso di fibre e ricco
di vasi sanguigni, terminazioni nervose e cellule muscolari lisce. Il confine tra
epidermide e derma è tutto ondulato in sporgenze ed avvallamenti, che migliorano
la presa e determinano, sulle dita, le caratteristiche impronte digitali. I fasci di
fibre collagene del derma rendono la pelle robusta e le permettono di formare un
unico sottile strato continuo. Fibre elastiche conferiscono invece alla pelle
l'elasticità necessaria per riacquistare la forma iniziale dopo ogni stiramento. I
vasi sanguigni del derma portano ossigeno e sostanze nutritive anche per le cellule
dell'epidermide, che non è raggiunta direttamente dal sangue. Questi vasi svolgono
un ruolo importante per il mantenimento della temperatura corporea a un valore
costante, portando il sangue caldo in superficie dove il calore può disperdersi
nell'ambiente. Il flusso nel derma va da un filino scarsissimo di sangue, quando
fuori fa freddo e il calore va conservato, al 50% dell'intero volume sanguigno,
quando è necessario disperdere calore per raffreddare il corpo. Nelle persone di
carnagione chiara la pelle appare rosata proprio per il sangue che scorre nel derma.
Lo strato sottocutaneo è formato prevalentemente da tessuto adiposo; in esso si
trovano
i
vasi
sanguigni
ed
i
nervi
di
maggiori
dimensioni.
Il pelo serve a proteggere la superficie corporea dall'abrasione e offre un
isolamento termico. Un pelo è formato da cellule cheratinizzate morte, simili a
quelle dello strato epidermico esterno, ma si forma all'interno di un follicolo vivo.
Uno strato spesso di pelo è un'efficace protezione del corpo dall'abrasione e un
ottimo
isolante
contro
la
dispersione
del
calore.
La nostra pelle contiene un gran numero di ghiandole, le cui secrezioni arrivano
alla superficie. Le ghiandole della pelle appartengono a due ampie categorie,
quella delle ghiandole sebacee e quella delle ghiandole sudoripare. Le ghiandole
sebacee producono una miscela di lipidi (sebo) che ungono i peli e la pelle,
mantenendoli flessibili.
Le ghiandole sudoripare sono distribuite su gran parte della superficie corporea,
dove secernono una soluzione salina diluita, la cui evaporazione raffredda il
corpo.
La pelle è un organo vivo e dinamico. La sua importanza risulta drammaticamente
evidente, se si considera che ustioni sul 20% soltanto del corpo possono essere
fatali se non sono curate rapidamente. Nel caso di ustioni, la morte sopravviene
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54
per la disidratazione che deriva dalle perdite di acqua nelle zone non più
impermeabili del rivestimento corporeo.
Le funzioni della pelle possono essere così riassunte:
protezione;
termoregolazione;
regolazione delle perdite d'acqua;
sensoriale.
LE USTIONI
Le ustioni sono lesione della cute provocate dall’azione del calore, da sostanze
corrosive, da elettricità e da radiazioni.
Le ustioni si dividono in:
PRIMO GRADO: quando la zona lesa è molto arrossata, calda, il dolore è intenso e
si riacutizza ad ogni contatto. In questo caso è danneggiata solo
l’epidermide e quindi l’ustione non lascerà cicatrici.
SECONDO GRADO: stessi effetti del primo grado ma più gravi; comparsa di bolle
chiamate flittene contenenti un liquido chiaro, queste non
vanno mai rotte. In questo caso oltre all’epidermide viene
leso anche parte del derma. Possono rimanere cicatrici.
TERZO GRADO: la lesione è dovuta al contatto diretto con la sorgente di calore.
Oltre all’arrossamento e alle flittene notiamo zone scure
carbonizzate o bianche essiccate, necrosi. Tutti gli strati della
cute sono lesi. In questo caso permangono vistose cicatrici.
La gravità dell’ustione dipende
dal grado
dall’estensione
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55
Generalmente un’ustione è grave in base a quanto è profonda ed estesa. Un’ustione
superficiale ma molto estesa è più grave di una lesione profonda ma con una
superficie ridotta.
Si utilizza la regola del nove, che divide la superficie del corpo in zone, ciascuna
delle quali corrisponde al 9% del totale:
ƒ
Testa, braccio, gamba valgono il 9%
ƒ
Addome e torace valgono il 18%
ƒ
Inguine vale 1%
Quindi se la somma delle zone lese supera il 50% l’infortunato avrà poche
possibilità di sopravvivenza, tra il 30/40% è in condizioni gravi, il 20% è grave ma
vivrà.
COSA FARE:
•
Allontanare subito la fonte di calore, rendere l’ambiente in sicurezza
•
Raffreddare subito la parte lese con abbondante acqua fredda, anche sulle parti
adiacenti
•
Togliere gli abiti bruciati, tranne quelli a diretto contatto con l’ustione, perché
potrebbero essere attaccati alla pelle
•
Non toccare con le mani le zone ustionate, pericolo di infezioni
•
Coprire la parte ustionata possibilmente con bende o garze apposite o sterili, o
panni puliti.
•
Mettere l’infortunato in posizione antishock e coprirlo
•
Ospedalizzare
COSA NON FARE:
•
Non usare ghiaccio su nessuna ustione
•
Non applicare medicamenti di alcun tipo
•
Non diamo da bere all’infortunato
•
Non foriamo le flittene perché potrebbero infettarsi.
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56
IL SISTEMA NERVOSO
Tutte le attività dell’organismo umano sono controllate dal sistema nervoso, che
riceve stimoli dall’ambiente esterno ed interno per mezzo di recettori specifici. È
formato da un insieme di organi che hanno la funzione di ricevere, elaborare e
trasmettere messaggi ed impulsi da e verso i centri coordinatori. Il sistema nervoso
gestisce, coordina e controlla tutte le funzioni sia della “vita di relazione” che
della “vita vegetativa”.
SISTEMA NERVOSO DELLA VITA DI RELAZIONE : riceve, analizza e
risponde a stimoli provenienti dal mondo esterno.
SISTEMA NERVOSO DELLA VITA VEGETATIVA : regola i processi
vitali dell’organismo, controllando funzioni involontarie come la respirazione, la
circolazione, la nutrizione, etc.
Entrambe hanno una parte centrale nell’encefalo e nel midollo spinale in cui si
trovano i centri coordinatori ed una parte periferica formata da nervi che
collegano i centri con i vari tessuti ed organi del corpo.
Quindi il sistema nervoso è formato da un insieme di strutture la cui funzione è
quella di percepire, elaborare e trasmettere impulsi.
Possiamo
differenziare
il
Sistema
Nervoso
Centrale
dal
Sistema
Nervoso
Periferico.
SISTEMA NERVOSO CENTRALE
Composto da:
-
Encefalo: contenuto nella scatola cranica, controlla le percezioni dei
sensi, il pensiero, la parola, i movimenti volontari, l’equilibrio, gli
atti respiratori e lo stato di veglia.
-
Midollo Spinale: corre lungo la colonna vertebrale ed è costituito da
fibre nervose che collegano i nervi al cervello.
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57
L’encefalo è costituito da:
CERVELLO: è composto da due metà simmetriche chiamate emisferi, separate
dalla scissura interemisferica. Presiede alle funzioni più alte e complesse, come
il pensiero, il linguaggio, le percezioni sensoriali, i movimenti volontari. Quando
una parte di esso viene danneggiata, scompaiono le facoltà che avevano sede.
CERVELLETTO: la sua funzione è quella di coordinare i movimenti volontari e di
mantenere l’equilibrio. Quando il cervelletto è danneggiato, si hanno disturbi
dell’equilibrio e dei movimenti.
TRONCO ENCEFALICO: è costituito da mesencefalo, ponte, bulbo. Quest’ultimo
è unito al midollo spinale. Nel tronco encefalico vi ha sede il sistema reticolare
(un centro che regola lo stato di veglia), inoltre vi passano le fibre nervose che
collegano il cervello con il midollo spinale; il bulbo regola alcune delle principali
funzioni vitali (respiro, battito del cuore, deglutizione,ecc.).
SISTEMA NERVOSO PERIFERICO
Il sistema nervoso periferico trasmette percezioni degli organi di senso al sistema
nervoso centrale, e comandi di movimento dal sistema nervoso centrale ai muscoli
volontari. È composto principalmente da: 12 paia di nervi cranici e 33 paia di
nervi spinali.
SISTEMA NERVOSO AUTONOMO
Si divide in sistema simpatico e il parasimpatico, la cui azione bilanciata
controlla le funzioni di base necessarie a mantenere in vita l’organismo (respiro,
pulsazioni, temperatura…).
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PROTEZIONE CIVILE
è il complesso di attività di previsione, prevenzione,
soccorso e ricostruzione finalizzate alla protezione
Protezione Civile
della popolazione, dei suoi averi, del tessuto sociale
ed economico di una nazione.
avvenimento
Catastrofe
in
seguito
al
quale
si
verifica
una
inadeguatezza brutale ma temporanea tra i bisogni delle
persone
coinvolte
ed
i
mezzi
di
soccorso
immediatamente disponibili.
Tipi di Catastrofi:
♦ Naturali: eventi legati a fattori geologici, batteriologiche e zoologiche.
♦ Tecnologiche: incidenti in attività industriali, trasporti, collasso dei sistemi
tecnologici, incendi boschivi o urbani, crollo di immobili.
♦ Conflittuali: guerre, uso di armi chimiche, atti terroristici, sommosse.
♦ Sociologiche: rivolte, sommosse, fenomeni di panico collettivo.
Branca
Medicina delle catastrofi
specialistica
che
si
occupa
del
soccorso e dell’assistenza alle vittime della
calamità di ogni natura.
Nella medicina delle catastrofi confluiscono altre specifiche conoscenze mediche
come: medicina d’urgenza, medicina sul campo, medicina militare, medicina di
massa, medicina globale.
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Strumenti
fondamentali
di
medicina
delle
catastrofi
sono:
la
strategia
(elaborazione piani di soccorso), la logistica (l’insieme delle procedure che
prevede l’impiego di uomini, materiali e mezzi), la tattica (applicazione dei piani
con lo svolgimento della catena dei soccorsi).
I compiti della CRI nelle catastrofi:
♦ Primo soccorso e trasporto infermi.
♦ Soccorso sanitario di massa (allestimento ospedali da campo).
♦ Interventi socio-assistenziali (gestione campi profughi).
♦ Ricerca e ricongiungimento dispersi.
♦ Raccolta e distribuzione generi di prima necessità anche provenienti
dall’estero.
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EDUCAZIONE IGIENICO - SANITARIA
Uno dei compiti della Croce Rossa è quello di insegnare le principali norme di
educazione igienico – sanitaria.
L’ambiente in cui viviamo è popolato da essere viventi microscopici (germi) che
vengono a contatto con il nostro organismo.
Le nostre mani sono sempre piene di germi, quindi vanno lavate spesso e il
soccorritore si deve salvaguardare sempre con l’uso dei guanti.
TETANO
Il tetano è una spora anaerobica, che vive in assenza di O² e in ambienti sporchi
(terra, letame, ruggine, polvere, etc.).
Se la spora riesce ad entrare nel nostro corpo può addirittura portarlo alla morte. Il
periodo di incubazione è variabile da due giorni a due mesi. Si propaga attraverso
le ferite. In questo caso bisogna medicare subito con acqua ossigenata e valutare
se fare antitetanica.
VACCINAZIONI
I vaccini stimolano la produzione di anticorpi che attaccano immediatamente il
microrganismo
che
ha
infettato
il
nostro
corpo.
I
vaccini
creano
una
immunizzazione attiva, hanno un effetto di durata lunga e nessun rischio.
SIERO PROFILASSI
I sieri sono anticorpi già pronti da inoculare quando si vuole una risposta
immunitaria immediata. I sieri creano una immunizzazione passiva, hanno un
effetto immediato e una durata breve.
La GAMMAGLOBULINA è un siero ottenuto da uomini e non da animali, ha meno
effetti collaterali, è immediato con breve durata.
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67
Cosa fare in caso di infezioni:
ƒ
DISINFETTARE
- lavare accuratamente la ferita con acqua
corrente e sapone
-
asciugare bene
-
acqua ossigenata
Disinfettanti:
-
Acqua ossigenata
-
Citrosil
-
Betadine (iodio, si usa per ferite più profonde)
-
Mercurio cromo (ha una buona azione cicatrizzante)
-
Creoline (disinfettante per ambienti)
-
Alcool etilico denaturato (è lesivo per la pelle)
-
Amuchina (cloro)
-
Tintura di iodio (lesivo per i tessuti)
-
Sali di ammonio quaternario
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68
NOZIONI GENERALI
La Croce Rossa Italiana si divide in più COMITATI: Locale, Provinciale,
Regionale, Nazionale e Internazionale.
Il VOLONTARIO è colui che dopo aver adempiuto ai suoi doveri familiari e
professionali, impiega il suo tempo in un servizio utile per la comunità o per le
persone bisognose.
Le attività dei volontari della Croce Rossa coinvolgono non solo il soccorso in
emergenza, ma anche altre forme di aiuto a persone bisognose in quanto malate,
sole o in altre difficoltà.
Inoltre il volontario è riconosciuto come Pubblico Ufficiale.
I DOVERI del volontario sono:
♣ OBBLIGO DI INTERVENTO
♣ OBBLIGO DI DENUNCIA
♣ OBBLIGO DEL SEGRETO PROFESSIONALE
♣ OBBLIGO DI DISCREZIONALITA’
L’ETICA del volontario:
♣ Comportamento corretto: quando siamo in divisa, durante un servizio,
dobbiamo mantenere un comportamento consono alla divisa, evitare tutto ciò
che può danneggiare o offendere qualcuno, presente o assente,
♣ Uniforme: la divisa deve essere ben tenuta, uguale per tutti i volontari
impegnati nello stesso ruolo, deve essere indossata solo in servizio e non per
ottenere vantaggi personali.
♣ Disponibilità e Responsabilità: consiste nell’assumersi liberamente un
incarico e di portarlo a termine nel migliore dei modi. In servizio ogni
volontario è guidato da un capo-servizio.
♣ Umiltà: è la capacità di riconoscere i propri errori in modo obiettivo e di
imparare da questi.
♣ Radio: la radio si usa solo per comunicazioni di servizio e non per
comunicazioni personali.
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Questo corso prepara i volontari al trasporto infermi con ambulanza; prima di tutto
per organizzare un trasporto bisogna contattare l’autista in base alle disponibilità
date, poi si cerca l’equipaggio ed infine si cerca di avere più notizie possibili sul
trasporto in modo di organizzarlo al meglio.
EQUIPAGGIO
AMBULANZA
Da due a quattro persone più autista
Tutti hanno la qualifica O. T. I.
AUTISTA: responsabile del mezzo
CAPOSERVIZIO: coordina il tutto, si interfaccia con gli altri,
intrattiene rapporti con i familiari
BARELLIERI: sono sempre accanto al barellato
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70
ASPETTI LEGALI DEL PRIMO SOCCORSO
Obbligo di soccorso
Chiunque trovi un essere inanimato, ferito o incapace di provvedere a se
stesso deve darne immediato avviso alle autorità competenti (forze dell'ordine,
118, ecc.) o prestare l'assistenza occorrente.
Il mancato rispetto di queste norme di comportamento determina il reato di
"omissione di soccorso".
La legge pertanto obbliga ad intervenire secondo il buon senso, ma non
obbliga ad intraprendere manovre delle quali non si è sicuri o mettano in pericolo
la persona. Significa altresì che per prestare l'assistenza dobbiamo essere certi di
cosa si necessita e dobbiamo essere in grado di eseguire il soccorso in modo
corretto.
Figure professionali
Tra i soccorritori vengono identificate le seguenti figure:
•
Soccorritore occasionale.
•
Medico o infermiere.
•
Incaricato
di
pubblico
servizio
di
soccorso
-IPSS-
(volontario
o
professionista in servizio di soccorso).
Mansioni del soccorritore non professionista
Il soccorritore che non è medico o infermiere può limitarsi solamente a:
•
medicare ferite;
•
eseguire fasciature/steccature/bendaggi;
•
eseguire rianimazioni o altre manovre di primo soccorso;
•
somministrare farmaci solo se prescritti da un medico.
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71
Chiunque contravviene a tali norme può essere accusato di "esercizio abusivo della
professione medica o infermieristica".
Obblighi del segreto
Le informazioni di carattere sanitario sono riservate, pertanto il soccorritore
ha il preciso dovere di non rivelarle salvo casi di reale necessità (es. pericolo di
contagio, ecc.).
Per quanto riguarda l'IPSS, questi ha l'obbligo di fare denuncia all'autorità
giudiziaria su tutti gli elementi che indicano, o fanno sospettare, che sia stato
commesso un reato.
Consenso informato
Tutti gli infortunati hanno il diritto di essere informati preventivamente
sugli interventi che i soccorritori (occasionali o professionisti) stanno per
praticare e nei casi di emergenza all'infortunato deve essere prospettata la
situazione in modo rassicurante ma sincero.
Nessun intervento può essere fatto se la persona lo rifiuta perchè si corre il rischio
di essere querelati (violenza privata, sequestro di persona). Se la persona è
incosciente si può applicare il principio dello "stato di necessità" per portare
comunque i soccorsi.
La volontà della persona può essere violata solo in casi eccezionali e non
differibili, ove l'intervento può salvare la vita della persona (es. suicidio, grave
emorragia imponente, ecc.). L'azione viene giustificata dalla gravità del pericolo.
Responsabilità delle lesioni
Se dal soccorso, prestato in modo errato, deriva un aggravamento o la morte
della persona infortunata, il soccorritore può essere accusato di "lesioni personali
colpose" o di "omicidio colposo".
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72
Per giudicare se c'è colpa viene valutato quello che un qualsiasi pari qualifica
(soccorritore occasionale, IPSS, ecc.) avrebbe fatto al posto del soccorritore
accusato. Il soccorritore può essere accusato in quanto:
•
imperito: non sa fare quello che un qualsiasi pari qualifica avrebbe saputo
fare;
•
imprudente: trascura una precauzione che un qualsiasi pari qualifica avrebbe
messo in atto;
•
negligente: trascura qualcosa che un qualsiasi pari qualifica non avrebbe
trascurato;
•
inosservante: trascura regolamenti/ordini che un qualsiasi pari qualifica no,
avrebbe trascurato.
L'esimere dello stato di necessità
Se da una manovra di soccorso deriva un aggravamento o la morte della
persona infortunata, il soccorritore può invocare lo "stato di necessità", in quanto
l'azione, giustificata dalla gravità del pericolo, è stata compiuta per evitare il
pericolo concreto di un danno maggiore (l'azione era urgente e costituiva il minore
dei mali).
L'esimere dello stato di necessità si applica anche all'accusa di esercizio abusivo
della professione medico/infermieristica, violenza di domicilio/danneggiamenti e
violenza privata.
L'onere della prova è a carico del soccorritore accusato che deve dimostrare ciò
che sostiene.
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73
OSSERVARE
RIFLETTERE
AGIRE
Il primo soccorso è un insieme di azioni che un volontario del soccorso compie per
aiutare una persona colpita da un malore o coinvolta in un incidente con o senza
ausilio di attrezzature particolari. Quindi dobbiamo preservare la vita della
persona infortunata ed evitare che la situazioni peggiori, fino all’arrivo dei
soccorsi più qualificati.
L’intervento del volontario ha diversi obiettivi da raggiungere e numerose sono le
variabili da controllare e vigilare.
OBIETTIVI:
‰
Il soccorso vero e proprio (in emergenza, trasporto infermi, taxi sanitario).
‰
L’accoglienza dell’infortunato e dei suoi cari (questo comporta mettersi in
relazione con più persone che hanno sentimenti, paure, ansie e attese nei
nostri confronti).
‰
Informare e normalizzare l’infortunato.
VARIABILI:
‰
Contesto: l’ambiente (casa, strada, semplice trasporto, emergenza...).
Cambiano e vengono meno i consueti punti di riferimento interni/esterni.
‰
Tempo: è poco, quindi è fondamentale non perderlo ed essere tempestivi.
Infatti in un tempo breve vanno raggiunti diversi obiettivi (stabilizzare
l’infortunato, dare spiegazioni/informazioni al 118, all’equipaggio, alla
famiglia).
VDS GALMACCI Roberta – Comitato Locale Anzio Nettuno
74
‰
Infortunato: assume una particolare posizione fisica (supino), e in questa
posizione altri si occupano di lui usando strumenti e pratiche sconosciute. In
questo momento l’infortunato non ha il controllo su se stesso e sul suo stato
di salute e quindi aumenta il senso di vulnerabilità e precarietà.
‰
Famiglia: in questi momenti la famiglia si sente impotente tanto da dover
delegare altre persone all’assistenza del proprio caro. Inoltre ha le stesse
emozioni dell’infortunato e quindi va gestita e rassicurata, oltre ad essere
una fonte di informazioni per i soccorritori.
‰
Soccorritori: hanno molti compiti e provano molte emozioni diverse
(aumento del livello di ansia per la chiamata, arrivo sul posto, conoscenza
del caso e quindi un abbassamento del livello di ansia che consente di
intervenire con la tecnica, gli strumenti e le parole adatte), entrano in
relazione con l’infortunato e la famiglia. Il soccorritore deve vigilare sui
propri stati emotivi, rispettare le persone coinvolte, comprendere i problemi
e lo stato d’animo dell’infortunato senza immedesimarsi, in modo che le
emozioni, il dispiacere non intralcino il buon esito dell’intervento.
‰
Comunicazione: è ciò che soddisfa i bisogni più profondi, rassicura e
informa. La comunicazione può essere verbale, non verbale e paraverbale
(es. il tono di voce ...). Premesso che fornire informazioni tranquillizza
l’altro,
prima
di
tutto
dobbiamo
presentarci,
dire
“chi
siamo”,
successivamente informare l’infortunato su ciò che stiamo facendo sul suo
corpo.
Quindi è importante prima di intervenire, osservare bene la situazione,
mantenere la calma, riflettere e porci delle domande:
Cosa è accaduto?
Ci sono pericoli sia per me che per l’infortunato?
L’infortunato è cosciente o no?
L’infortunato con l’urto potrebbe aver lesionato la colonna vertebrale?
L’infortunato sta vistosamente perdendo sangue?
Ci sono ostacoli per i soccorsi?
I soccorsi qualificati possono arrivare in tempi brevi?
VDS GALMACCI Roberta – Comitato Locale Anzio Nettuno
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Orientativamente possiamo distinguere:
Emergenze mediche: infarti, ictus, etc. la cui causa è interna al paziente.
Emergenze traumatiche: incidenti stradali, cadute, etc. in questi casi se
l’infortunato ha subito fratture, anche non evidenti, un soccorritore imprudente
può provocare danni irreparabili.
Emergenze ambientali: avvelenamenti, ustioni, annegamenti, congelamenti,
etc. in qualcuno di questi casi l’intervento risulta rischioso anche per lo stesso
soccorritore.
VDS GALMACCI Roberta – Comitato Locale Anzio Nettuno
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