SCUOLA INTERATENEO DI SPECIALIZZAZIONE S.I.S. REAZIONI NUCLEARI ALL'INTERNO DELLE STELLE Specializzandi: Rossi Alberto Giuseppina Cona Contesto Quinta casse liceo scientifico PNI PRE-REQUISITI Relatività ristretta Modelli atomici e nucleari Particelle elementari Le 4 forze in natura Equilibrio fra forze Metodi di trasporto di energia: convezione e irraggiamento OBIETTIVI Comprendere il ruolo delle reazioni nucleari nei processi che regolano il bruciamento nel core delle stelle (ciclo p-p e CNO) Condizione perché si realizzi l’uno o l’altro dei due cicli Conoscere per grandi linee il processo di evoluzione stellare (dalla protostella alla stella) Distinguere fra reazioni esotermiche ed endotermiche Diagramma H-R (colore luminosità) Conoscere le fasi successive a quella di sequenza principale della vita di una stella Tempo di svolgimento 4 ore in classe più le ore dedicate al lavoro di ricerca e di messa a punto della relazione. Modalità di esecuzione Tramite lezione frontale per le prime due ore e con lezione partecipata per le due successive. La lezione partecipata servirà anche da verifica del lavoro di ricerca svolto e della sua effettiva comprensione. Il lavoro di ricerca sarà svolto a gruppi di 3-4 elementi, le fonti saranno liberamente scelte dagli studenti, potranno consistere in riviste scientifiche, libri scientifici a carattere divulgativo, libri di testo, internet. Verifica Consisterà in una relazione per ciascun gruppo che sarà il risultato della lezione frontale e partecipata e del lavoro di ricerca che sarà condiviso da tutti i gruppi tramite la condivisione/scambio del materiale raccolto. Collegamenti interdisciplinari CHIMICA Tabella periodica degli elementi: elementi chimici e loro collocazione in essa; peso atomico, numero di massa, isotopi, reazioni chimiche. MATEMATICA Rappresentazioni cartesiane di leggi fisiche FISICA Equilibrio idrostatico, Equazione di Maxwell, Effetto Tunnel, fusione, fissione, forze esistenti in natura. Le stelle sono costituenti fondamentali dell'Universo e lo studio della loro formazione ed evoluzione riveste un'importanza primaria anche per capire la formazione ed evoluzione delle galassie e dell'Universo stesso. Le stelle sono sfere di gas formatesi per collasso gravitazionale di nubi molecolari presenti nel mezzo interstellare delle galassie. Sono fatte (come del resto gran parte dell'Universo) essenzialmente di idrogeno (75%), elio (23%) e una piccola frazione di metalli (2%). La struttura di una stella può essere rappresentata schematicamente con un modello a due componenti: un piccolo nucleo a temperatura molto elevata che produce energia e un enorme inviluppo che trasporta questa energia verso la superficie, da cui viene poi irraggiata. L'inviluppo non partecipa mai alla produzione di energia, si occupa solo di trasportarla verso la superficie, e questo perché le condizioni fisiche di queste due componenti sono molto differenti: ad esempio, la temperatura nel nucleo raggiunge alcune decine di milioni di gradi, mentre la parte più esterna dell'inviluppo, cioè la superficie della stella, può avere una temperatura che va da alcune migliaia ad alcune decine di migliaia di gradi. Nella sua fase di vita iniziale l’oggetto in formazione si dice protostella. La protostella non può essere considerata una vera e propria stella per via del meccanismo di produzione di energia. In una stella già "matura", l’energia viene fornita dalle reazioni nucleari che avvengono nel suo interno, mentre la sorgente di energia di una protostella è di origine gravitazionale. La caduta di materiale e l’aumento di massa, provocano un aumento di temperatura nel centro della stella: inizia la Sequenza Principale. La Sequenza Principale consiste in una speciale posizione in un diagramma che rappresenta la luminosità assoluta di una stella e il suo colore. La luminosità assoluta è una grandezza che esprime la reale luminosità di una stella e non quella che appare all’osservazione. In cielo, come è facile verificare, vi sono stelle molto luminose e stelle poco luminose. Questa differenza di luminosità potrebbe dipendere dalla distanza a cui si trova la stella oltre che dall’energia effettivamente liberata. La conoscenza della distanza consente di stabilire la loro luminosità assoluta o intrinseca, cioè la luminosità che deriva unicamente dalla reale produzione di energia. Il colore di una stella dipende invece dalla temperatura superficiale: le stelle più fredde hanno colore rosso, quelle più calde presentano un colore bianco azzurro. Si è provveduto quindi ad una classificazione delle stelle anche in funzione del colore dividendole secondo il cosiddetto «tipo spettrale», cioè in pratica secondo un colore ben definito. Le classi individuate sono sette e vengono indicate con una lettera maiuscola. Le stelle azzurre, molto calde, vengono indicate con la lettera O, le altre, al calare della temperatura, appartengono alle classi B, A, F, G, K, M. Il Sole appartiene alla classe G. Riportando sulle ascisse di un piano cartesiano il tipo spettrale delle stelle, ossia la temperatura (in senso decrescente) e sulle ordinate la loro luminosità assoluta (o intrinseca) si può notare che quasi tutte le stelle si dispongono su una linea diagonale che parte in alto a sinistra del piano cartesiano e termina in basso a destra. Questa linea obliqua venne chiamata «sequenza principale» ed è formata da stelle che si ordinano spontaneamente in quel modo anche in funzione della loro massa. Le più massicce risultano infatti quelle che brillano di luce bianco-azzurra e si trovano, nel diagramma, in alto a sinistra, mentre quelle meno massicce emettono una fioca luce rossa e si trovano in basso a destra. Quando la temperatura arriva ad un milione di gradi centigradi, si accendono le prime reazioni di fusione del deuterio (un isotopo dell’idrogeno); la protostella comincia a fornirsi l’energia da sé: è diventata una stella a tutti gli effetti. L’aumento di temperatura e la conseguente emissione di energia fanno espandere la stella. Essa, in questo momento della sua vita viene denominata stella di presequenza. Al centro della stella l’idrogeno è molto più abbondante rispetto al deuterio, quindi dopo poco tempo le reazioni nucleari si estinguono e la stella si contrae sotto la pressione della forza di gravità. La contrazione fa aumentare la temperatura nel nucleo, fino a dieci milioni di gradi, punto in cui i nuclei di idrogeno cominciano a fondersi tra di loro. La combustione di questo elemento libera energia ed ancora una volta arresta la contrazione della stella. Questa volta, però, non c’è alcun pericolo di esaurimento di idrogeno, perché la stella è quasi completamente costituita di questo elemento. Le nuove emissioni di energia spazzeranno via tutto il materiale restante intorno alla stella ed essa sarà finalmente visibile all’occhio umano e agli altri strumenti ottici. Questa fase di equilibrio durerà miliardi di anni, nei quali la sua luminosità e la sua temperatura saranno determinate dalla sua massa. Il tempo intercorso tra il collasso gravitazionale della nube di gas e l’innesco delle reazioni nucleari è di ventisette-trenta milioni di anni circa, se si considera una stella come il nostro Sole. Il momento in cui la stella inizia a bruciare il suo idrogeno, è il momento in cui gli astrofisici cominciano a contare la durata della vita della stella: questa è l'età zero. La combustione dell'idrogeno avviene nel nucleo della stella, una zona di circa un decimo del suo diametro detta in inglese core. L'energia prodotta nel core è utile alla stella per vincere la forza gravitazionale che spinge sugli strati esterni, e quindi a formare un perfetto equilibrio che durerà per diversi miliardi di anni. Tutta la sequenza principale sarà caratterizzata da questo equilibrio, detto idrostatico. Piano piano il suo combustibile diminuisce, fino ad un certo punto in cui esso è così scarso da far sì che l'energia prodotta cali notevolmente. Quando l'idrogeno del core si esaurisce del tutto, il nucleo si spegne; nelle zone circostanti, però, c'è ancora dell'idrogeno che può essere bruciato, quindi, alla fine della sequenza principale, le reazioni di fusione nucleare si verificano in uno strato intermedio della stella (shell). Il core, ormai completamente costituito di elio, non libera più energia e non sopporterà più la forza di gravità delle regioni esterne. La stella subirà un'improvvisa contrazione e la shell, compressa, si riscalderà ed aumenterà la sua produzione di energia, questa energia farà espandere le zone esterne, dove non ci sono reazioni nucleari, dette inviluppo. L'inviluppo, espandendosi, si raffredda e diventa più opaco, cioè trasferisce all'esterno una minor quantità di energia prodotta dalla shell. In seguito all'espansione, quindi, la stella diventa più fredda e più grande. In questo modo l'inviluppo si allontana sempre di più dallo stato di equilibrio: infatti, visto che è sempre in diminuzione l'energia che irraggia, questa zona esterna tende a gonfiarsi, e quindi a diventare fredda, e quindi ad aumentare la sua opacità. Si è innescato un meccanismo che porterà la stella ad un'altra fase della sua vita: lo stadio di gigante rossa. L'espansione dell'inviluppo continua finché la sua temperatura diventa così bassa da far cambiare radicalmente il metodo di trasporto dell'energia dalla shell allo spazio circostante la stella. Il materiale caldissimo della shell sale verso l'inviluppo, dove si raffredda, e quindi ridiscende nella shell per ricominciare il ciclo. Questo meccanismo di trasporto di energia è chiamato convezione, ed è molto più efficiente rispetto all'irraggiamento. A questo punto tutta l'energia prodotta dalla shell viene rilasciata all'esterno e l'inviluppo cessa di espandersi. La stella diventa luminosissima, di colore rosso: ha raggiunto la fase di gigante (o supergigante, a seconda delle dimensioni) rossa. Lo stadio di gigante rossa rappresenta solo una piccola porzione della vita della stella; già gran parte è stata occupata dalla sequenza principale, e le evoluzioni che caratterizzano la fase di gigante sono molto rapide. Il core è ormai quasi completamente formato da elio ma ora la stella si contrae e la temperatura aumenta ancora e inizia la fusione dell'elio in nuclei di carbonio a 100 milioni di gradi. Dopodiché a 800 milioni di gradi il carbonio si combina tra se per formare ossigeno, magnesio, neon; poi a 1.4 miliardi di gradi è l'ossigeno a fondersi per formare silicio, ferro etc. Fino a questo punto tutte queste fusioni nucleari rilasciavano energia che serviva a controbilanciare le spinte gravitazionali, e a tenere in equilibrio la stella, ma da ora le successive fusioni assorbiranno energia e l'equilibrio cesserà. Fino al momento della produzione del ferro, tutte le reazioni nucleari attraverso le quali sono stati prodotti i nuclei degli elementi pesanti, partendo da quelli più leggeri, erano reazioni esotermiche cioè reazioni che si svolgevano spontaneamente con liberazione di calore. Ora, però, accade che i nuclei degli atomi del ferro (e degli elementi ad esso vicini nella Tabella di Mendeleev) sono molto stabili e quindi non hanno alcuna tendenza a legare a sé altre particelle subatomiche, né a rompersi in frammenti più piccoli: in pratica, non hanno alcuna tendenza a reagire spontaneamente. Pertanto la trasformazione di atomi di ferro sia in atomi più pesanti, sia in atomi più leggeri, invece che produrre richiede energia. La conseguenza di tutto ciò è che la produzione di energia termonucleare, all'interno di una stella, si arresta quando nella stella stessa compare il ferro. In quel momento non si possono più innescare reazioni che producano energia e quindi non vi è più nulla in grado di opporsi alla forza di gravità che spinge i materiali verso il centro della stella. Avviene pertanto il collasso della stella stessa, le parti più esterne ricollasseranno e le particelle urtandosi riscalderanno questi strati e ci sarà un nuovo inviluppo che questa volta però spazzerà all'esterno tutti gli elementi pesanti prodotti; si è formata una supernova. Il centro della supernova continua inesorabilmente a contrarsi fino a lasciare, a seconda della gravità, e quindi della sua massa, una stella di neutroni o un buco nero. La prima è una stella densissima in cui gli elettroni sono spinti dalla gravità ad annichilirsi con i protoni e a formare neutroni, da qui appunto il nome stella di neutroni. Il secondo è uno dei più strani ed affascinanti oggetti dell'astrofisica, in cui la velocità di fuga è superiore a quella della luce, massima velocità possibile, per cui niente può uscirne. Il sole, come tutte le stelle, produce energia per fusione nucleare. Nei processi di fusione, come la parola stessa suggerisce, due nuclei fondono per formare un unico nucleo con peso atomico maggiore, vale a dire con un numero finale di protoni e neutroni maggiore di quelli presenti nei nuclei di partenza. Tuttavia la massa del nuovo nucleo formatosi a seguito dell'interazione è tipicamente minore della somma delle masse dei nuclei iniziali. La massa mancante viene convertita in energia secondo la equazione di Einstein: E = m c2 Tale equazione esprime il legame indissolubile esistente tra la massa di una particella e l'energia da quest'ultima complessivamente ottenibile a seguito di un processo nucleare. In particolare il processo di fusione nucleare può essere schematizzato nel seguente modo: a z X + Z-zA-zY Z A N+E dove X ed Y rappresentano gli elementi iniziali di numero di massa A e numero atomico Z , N l'elemento finale ed E l'energia liberata a seguito del processo di fusione. Per quanto detto l'energia liberata è data da: E = (m x +m y – m n ) c2 cioè risulta essere direttamente proporzionale alla differenza esistente tra le masse degli elementi iniziali e la massa del prodotto finale. In realtà durante i processi di fusione (ma in generale è vero per tutte le razioni nucleari) vengono emessi anche diversi tipi di particelle, tra cui fotoni, elettroni e particelle alfa. Per cui l'energia liberata nella fusione si trasforma complessivamente in energia cinetica dei prodotti di reazione e, se esiste un campo di forze che tiene i nuclei confinati, aumenta la temperatura di modo che si può raggiungere una situazione di equilibrio in cui la reazione di fusione è capace di autoalimentarsi e quindi produrre energia. A bassa temperatura e densità le reazioni nucleari non avvengono perché i nuclei sono carichi positivamente e quindi si respingono elettrostaticamente. Perché la reazione venga scatenata è necessario che i nuclei si scontrino a velocità abbastanza elevata da superare la barriera coulombiana ed arrivare abbastanza vicini da interagire tramite le forze nucleari, l'interazione nucleare è infatti a breve raggio di azione ed è molto più forte dell’interazione coulombiana tuttavia essa può essere superata per effetto Tunnel alla temperatura di: T0 = (3/2)3(42q1q2/4)2(m/k) dove q1 e q2 sono le cariche delle particelle interagenti m la somma delle masse e k la costante di Boltzmann. Si stima che per nuclei leggeri la temperatura necessaria per compensare la repulsione coulombiana è pari ad alcuni miliardi di gradi Kelvin. Tuttavia in nessuna stella si raggiungono temperature così alte; all'interno del sole, nel nucleo, si arriva ad esempio a temperature pari a 15 milioni di gradi, per cui una reazione di questo tipo risulta termodinamicamente svantaggiata. Ciononostante ogni secondo il sole consuma circa 4 milioni di tonnellate del suo materiale in reazioni di fusione nucleare; questa apparente contraddizione è dovuta al fatto che tutti i processi termodinamici sono eventi di tipo statistico, e la distribuzione statistica delle energie cinetiche medie delle particelle di un gas dimostra che, sebbene piccola, esiste sempre una probabilità differente da zero che due nuclei possano fondere tra loro anche a temperature inferiori a quelle previste. E' esattamente quanto avviene lasciando un pentolino di acqua a temperatura ambiente (23° C): sebbene la temperatura di evaporazione dell'acqua sia a 100° C, dopo diverse ore (o giorni) l'acqua contenuta all'interno del pentolino sarà evaporata completamente; questo perché anche a temperature inferiori alla temperatura di evaporazione è statisticamente possibile che alcune molecole del gas abbiano un'energia cinetica superiore all'energia cinetica media, per cui riescano ad evaporare. Matematicamente quanto detto è rappresentato dalla distribuzione delle velocità di Maxwell. Tale distribuzione, detta Lorentziana, rappresenta la probabilità che avvenga un determinato processo termodinamico in funzione dell'energia cinetica delle molecole di un gas ad una temperatura T fissata. La probabilità raggiunge un massimo ad una determinata velocità per poi smorzarsi asintoticamente a zero per velocità più elevate. Fig 1 Si nota chiaramente che sebbene l'energia cinetica affinché il processo avvenga con il massimo della probabilità è fissato ad un determinato valore Ek , anche per valori più bassi Eb si ha una probabilità, sicuramente minore ma diversa da zero. E' una fortuna che all'interno del sole si abbiano temperature così "basse": dalla distribuzione delle velocità di Maxwell si vede infatti che a temperature più elevate l'energia cinetica media delle particelle sarebbe maggiore, per cui aumenterebbe sensibilmente la probabilità che avvenga una reazione di fusione nucleare. Ciò significa che il sole brucerebbe il suo combustibile in brevissimo tempo! Fatte queste premesse vediamo quali sono le principali reazioni di fusione nucleare che avvengono all’interno del sole. La prima reazione del ciclo è la reazione protone - protone, in cui due protoni fondono tra loro e uno dei due diventa un neutrone formando così un deutone (deuterio senza elettrone) ed emettendo un positrone (elettrone positivo) ed un neutrino: p+ p 12H +e++ E= 1,44Mev Il nucleo così formatosi interagisce nuovamente con un protone liberando un quantitativo di energia maggiore: p+ 12H 13H + E= 5,49Mev nella reazione viene emesso un fotone. Ci si aspetterebbe a questo punto che il nucleo così prodotto interagisca nuovamente con un protone. Tuttavia a seguito di tale interazione si produrrebbe un nucleo (34Li) estremamente instabile, per cui la natura privilegia, allorché si raggiunga una densità tale da permetterla, la reazione: 3 2 H +23H 24He+ p+ p E= 12,85 Mev Il prodotto di tale reazione è un nucleo estremamente stabile, il nucleo di elio. Questa catena di reazioni è chiamata ciclo protone protone, poiché da un totale di quattro protoni si ottiene un nucleo di elio ed altre particelle nucleari emesse a seguito del processo di fusione: 4p 24He+2e++2 +2 L'energia liberata, ricordando l'equazione di conversione massa energia è dunque data da: E= (4mp - m - 2me ) = 24,7 Mev (si ricorda che il fotone è una particella a massa nulla e che possiamo trascurare la massa del neutrino). Lo schema della reazione è il seguente: Fig 2 Parallelamente al ciclo protone - protone vi è un'altra reazione con cui possono interagire i nuclei di 23H che avviene con probabilità pari a circa il 15 %: 3 4 7 2 H+2 He4 Be+ E=1,59Mev seguita da: e-+ 47Be 7 3 Li+ E=0,86Mev Tale reazione si conclude nuovamente con la formazione di elio: p+47Be24He+24He E= 17,35Mev Con probabilità molto più piccola (0.02 %) si ha la formazione di boro che decade in berillio e questi a sua volta decade in due nuclei di elio. Il ciclo di fusione nucleare all'interno del sole consiste dunque nella formazione di nuclei di elio. Esaurito l'idrogeno, che abbiamo visto essere il "combustibile" principale, la stella tende a contrarsi aumentando di densità poiché l'energia prodotta è tale da far diminuire la pressione interna del gas. La stella tende dunque collassare su se stessa poiché la pressione interna non è più in grado di bilanciare la pressione gravitazionale. Nella contrazione l'energia gravitazionale si converte in energia cinetica dei nuclei di modo che si possano innescare altre reazioni di fusione che formano nuclei più pesanti. Il punto critico è la formazione del carbonio,612C. In presenza di protoni il carbonio agisce come catalizzatore di un altro ciclo, analogo al ciclo protone - protone che produce energia trasformando protoni in nuclei di elio passando per la produzione di nuclei di azoto, il ciclo C-N-O: C +11H 713N + 12 6 N 613C + e+ + 13 7 C + 11H 714N + 13 6 N + 11H 815O + 14 7 O 715N + e+ + 15 8 N + 11H 612C + 24He 15 7 La figura 3 schematizza il ciclo di reazioni descritto : Fig 3 Il 612C è un nucleo fortemente legato ed è il punto di partenza per la formazione di nuclei più pesanti per fusione, ad esempio: He+612C816O + 4 2 He+816O1020Ne+ 4 2 4 20 24 2 He+10 Ne12 Mg+ Una volta esaurito l'elio come combustibile la stella tende di nuovo a contrarsi per gli stessi motivi descritti precedentemente, aumentando la densità e la temperatura. A temperature più elevate la stella può iniziare ad utilizzare come combustibile carbonio ed ossigeno. La nucleosintesi per fusione nucleare procede fino alla formazione di nuclei con A 60, dopodiché la fusione diventa endotermica, vale a dire occorre fornire energia dall'esterno per produrre nuclei più pesanti. La predominanza relativa fra il ciclo p - p e quello CNO è totalmente regolata dalla temperatura come si può vedere nella figura 4. A basse temperature domina la catena p - p, ad alte quella CNO. Il Sole si trova circa al punto di pari importanza fra i due cicli. Fig 4 Oltre che a fornire energia, le reazioni nucleari contribuiscono a variare la composizione chimica degli strati in cui avvengono. Inoltre, se a ciò si unisce la presenza (in una qualunque fase evolutiva) di fenomeni convettivi che vadano ad interessare zone in cui avvengono o sono avvenute reazioni nucleari, questo induce rimescolamenti e variazioni di composizione chimica anche in strati mai interessati dalle reazioni nucleari. Se a questo si aggiunge infine la perdita di massa che fa emergere alla "superficie" strati prima più profondi, si possono avere abbondanze "superficiali" profondamente alterate e molto diverse dalle composizioni chimiche iniziali o primordiali. Lo studio delle abbondanze chimiche e dei meccanismi di formazione di tutti gli elementi e di come essi vengono a trovarsi stratificati nelle stelle o distribuiti nel mezzo interstellare costituisce uno dei mezzi più potenti di indagine per ricostruire la evoluzione chimica non solo della Galassia, ma di tutto l'Universo, consentendo addirittura di fare misure e verifiche cruciali per discriminare fra i vari modelli cosmologici. BIBLIOGRAFIA P. Bianucci, Stella per stella. Guida turistica dell'universo, Giunti, Firenze, 1997 F. S. Delli Santi, Introduzione all'Astronomia, Zanichelli, Bologna, 1996; J. Gribbin, Enciclopedia Garzanti dell'astronomia e della cosmologia, Garzanti, Milano, 1998 Piero e Alberto Angela, Viaggio nel cosmo,Mondatori,1997