Darwin e il cosmo - Evoluzione delle specie ed evoluzione dell

Darwin e il cosmo
Evoluzione delle specie ed evoluzione dell’universo
Sebastiano Sonego1
Belluno, 11 gennaio 2014
1
[email protected]
Cos’ha a che vedere Darwin con la cosmologia?
Apparentemente, nulla!
Darwin era un naturalista: si occupava di scienze della vita.
Un tema vasto, ma peculiare alle condizioni particolari sul
pianeta Terra.
Dal punto di vista cosmico, del tutto insignificante...
Cos’ha a che vedere Darwin con la cosmologia?
Apparentemente, nulla!
Darwin era un naturalista: si occupava di scienze della vita.
Un tema vasto, ma peculiare alle condizioni particolari sul
pianeta Terra.
Dal punto di vista cosmico, del tutto insignificante...
Cos’ha a che vedere Darwin con la cosmologia?
Apparentemente, nulla!
Darwin era un naturalista: si occupava di scienze della vita.
Un tema vasto, ma peculiare alle condizioni particolari sul
pianeta Terra.
Dal punto di vista cosmico, del tutto insignificante...
La Terra nel cosmo
Un pianeta che ruota attorno a
una stella media...
... in una galassia che contiene da
100 a 400 miliardi di stelle.
Nell’universo visibile vi sono circa 200 miliardi di galassie...
La Terra nel cosmo
Un pianeta che ruota attorno a
una stella media...
... in una galassia che contiene da
100 a 400 miliardi di stelle.
Nell’universo visibile vi sono circa 200 miliardi di galassie...
La Terra nel cosmo
Un pianeta che ruota attorno a
una stella media...
... in una galassia che contiene da
100 a 400 miliardi di stelle.
Nell’universo visibile vi sono circa 200 miliardi di galassie...
Darwin e il cosmo
E tuttavia, a un’analisi meno superficiale, vi sono punti di
contatto significativi fra lo studio degli organismi viventi e lo
studio del cosmo:
1
Eventi cosmici e vita sulla Terra;
2
Darwin e Copernico;
3
Mutabilità delle specie e mutabilità del cosmo;
4
L’universo è “biofriendly”.
Darwin e il cosmo
E tuttavia, a un’analisi meno superficiale, vi sono punti di
contatto significativi fra lo studio degli organismi viventi e lo
studio del cosmo:
1
Eventi cosmici e vita sulla Terra;
2
Darwin e Copernico;
3
Mutabilità delle specie e mutabilità del cosmo;
4
L’universo è “biofriendly”.
Darwin e il cosmo
E tuttavia, a un’analisi meno superficiale, vi sono punti di
contatto significativi fra lo studio degli organismi viventi e lo
studio del cosmo:
1
Eventi cosmici e vita sulla Terra;
2
Darwin e Copernico;
3
Mutabilità delle specie e mutabilità del cosmo;
4
L’universo è “biofriendly”.
Darwin e il cosmo
E tuttavia, a un’analisi meno superficiale, vi sono punti di
contatto significativi fra lo studio degli organismi viventi e lo
studio del cosmo:
1
Eventi cosmici e vita sulla Terra;
2
Darwin e Copernico;
3
Mutabilità delle specie e mutabilità del cosmo;
4
L’universo è “biofriendly”.
Darwin e il cosmo
E tuttavia, a un’analisi meno superficiale, vi sono punti di
contatto significativi fra lo studio degli organismi viventi e lo
studio del cosmo:
1
Eventi cosmici e vita sulla Terra;
2
Darwin e Copernico;
3
Mutabilità delle specie e mutabilità del cosmo;
4
L’universo è “biofriendly”.
Darwin e Darwin
Eventi cosmici e vita sulla Terra
La Terra è nel cosmo, e le condizioni sul nostro pianeta
possono essere influenzate da eventi cosmici, a volte
drammaticamente...
Ordoviciano-Siluriano: l’85 % delle specie animali (tutte
marine) si estinse.
Un “gamma-ray burst”
dovuto all’esplosione di
un’ipernova vicina (6000
anni-luce) avrebbe
privato in pochi secondi
la Terra di metà del suo
strato di ozono.
(Una teoria controversa e
non molto diffusa...)
Ordoviciano-Siluriano: l’85 % delle specie animali (tutte
marine) si estinse.
Un “gamma-ray burst”
dovuto all’esplosione di
un’ipernova vicina (6000
anni-luce) avrebbe
privato in pochi secondi
la Terra di metà del suo
strato di ozono.
(Una teoria controversa e
non molto diffusa...)
Cretacico-Terziario: l’80 % delle specie animali (fra cui i
dinosauri) si estinse.
Un meteorite di circa 10
km di diametro cadde nei
pressi dell’attuale
cittadina di Chicxulub.
Cretacico-Terziario: l’80 % delle specie animali (fra cui i
dinosauri) si estinse.
Un meteorite di circa 10
km di diametro cadde nei
pressi dell’attuale
cittadina di Chicxulub.
Copernico
Darwin e Copernico
Darwin e Copernico
Un libro dalle conseguenze rivoluzionarie.
Esigenza di ridimensionare il nostro ruolo.
Fortissima reazione/resistenza da parte delle autorità
religiose.
Principio Copernicano (esteso):
La Terra, e tutto ciò che vi risiede, non ha un ruolo speciale
nell’ordine delle cose.
Darwin e Copernico
Un libro dalle conseguenze rivoluzionarie.
Esigenza di ridimensionare il nostro ruolo.
Fortissima reazione/resistenza da parte delle autorità
religiose.
Principio Copernicano (esteso):
La Terra, e tutto ciò che vi risiede, non ha un ruolo speciale
nell’ordine delle cose.
Darwin e Copernico
Un libro dalle conseguenze rivoluzionarie.
Esigenza di ridimensionare il nostro ruolo.
Fortissima reazione/resistenza da parte delle autorità
religiose.
Principio Copernicano (esteso):
La Terra, e tutto ciò che vi risiede, non ha un ruolo speciale
nell’ordine delle cose.
Darwin e Copernico
Un libro dalle conseguenze rivoluzionarie.
Esigenza di ridimensionare il nostro ruolo.
Fortissima reazione/resistenza da parte delle autorità
religiose.
Principio Copernicano (esteso):
La Terra, e tutto ciò che vi risiede, non ha un ruolo speciale
nell’ordine delle cose.
Mutabilità delle specie e mutabilità del cosmo
Con Darwin, si afferma l’idea che le specie viventi subiscano
cambiamenti nel tempo.
Nel XX secolo l’idea di un cosmo (pressoché) immutabile viene
definitivamente abbandonata.
Le stelle evolvono, le galassie evolvono, l’universo stesso
evolve.
Mutabilità delle specie e mutabilità del cosmo
Con Darwin, si afferma l’idea che le specie viventi subiscano
cambiamenti nel tempo.
Nel XX secolo l’idea di un cosmo (pressoché) immutabile viene
definitivamente abbandonata.
Le stelle evolvono, le galassie evolvono, l’universo stesso
evolve.
Mutabilità delle specie e mutabilità del cosmo
Con Darwin, si afferma l’idea che le specie viventi subiscano
cambiamenti nel tempo.
Nel XX secolo l’idea di un cosmo (pressoché) immutabile viene
definitivamente abbandonata.
Le stelle evolvono, le galassie evolvono, l’universo stesso
evolve.
N.B.: evoluzione = mutamento (non necessariamente in
meglio...)
Le scale cosmiche
Diametro della Terra: 13 000 km.
Distanza Sole-Terra: 150 Mkm = 1 unità astronomica (au)
Distanza Sole-Plutone: 39.5 au
Distanza Sole-Sirio: 8.7 anni-luce (ly) ≈ 2.65 parsec (pc)
[1 pc ≈ 3.26 ly]
Diametro di una galassia: 30 ÷ 50 kpc
Distanza fra galassie: ∼ 1 Mpc
Raggio dell’universo osservabile: ∼ 14 Gpc
Le scale cosmiche
Diametro della Terra: 13 000 km.
Distanza Sole-Terra: 150 Mkm = 1 unità astronomica (au)
Distanza Sole-Plutone: 39.5 au
Distanza Sole-Sirio: 8.7 anni-luce (ly) ≈ 2.65 parsec (pc)
[1 pc ≈ 3.26 ly]
Diametro di una galassia: 30 ÷ 50 kpc
Distanza fra galassie: ∼ 1 Mpc
Raggio dell’universo osservabile: ∼ 14 Gpc
Le scale cosmiche
Diametro della Terra: 13 000 km.
Distanza Sole-Terra: 150 Mkm = 1 unità astronomica (au)
Distanza Sole-Plutone: 39.5 au
Distanza Sole-Sirio: 8.7 anni-luce (ly) ≈ 2.65 parsec (pc)
[1 pc ≈ 3.26 ly]
Diametro di una galassia: 30 ÷ 50 kpc
Distanza fra galassie: ∼ 1 Mpc
Raggio dell’universo osservabile: ∼ 14 Gpc
Le scale cosmiche
Diametro della Terra: 13 000 km.
Distanza Sole-Terra: 150 Mkm = 1 unità astronomica (au)
Distanza Sole-Plutone: 39.5 au
Distanza Sole-Sirio: 8.7 anni-luce (ly) ≈ 2.65 parsec (pc)
[1 pc ≈ 3.26 ly]
Diametro di una galassia: 30 ÷ 50 kpc
Distanza fra galassie: ∼ 1 Mpc
Raggio dell’universo osservabile: ∼ 14 Gpc
Le scale cosmiche
Diametro della Terra: 13 000 km.
Distanza Sole-Terra: 150 Mkm = 1 unità astronomica (au)
Distanza Sole-Plutone: 39.5 au
Distanza Sole-Sirio: 8.7 anni-luce (ly) ≈ 2.65 parsec (pc)
[1 pc ≈ 3.26 ly]
Diametro di una galassia: 30 ÷ 50 kpc
Distanza fra galassie: ∼ 1 Mpc
Raggio dell’universo osservabile: ∼ 14 Gpc
Le scale cosmiche
Diametro della Terra: 13 000 km.
Distanza Sole-Terra: 150 Mkm = 1 unità astronomica (au)
Distanza Sole-Plutone: 39.5 au
Distanza Sole-Sirio: 8.7 anni-luce (ly) ≈ 2.65 parsec (pc)
[1 pc ≈ 3.26 ly]
Diametro di una galassia: 30 ÷ 50 kpc
Distanza fra galassie: ∼ 1 Mpc
Raggio dell’universo osservabile: ∼ 14 Gpc
Le scale cosmiche
Diametro della Terra: 13 000 km.
Distanza Sole-Terra: 150 Mkm = 1 unità astronomica (au)
Distanza Sole-Plutone: 39.5 au
Distanza Sole-Sirio: 8.7 anni-luce (ly) ≈ 2.65 parsec (pc)
[1 pc ≈ 3.26 ly]
Diametro di una galassia: 30 ÷ 50 kpc
Distanza fra galassie: ∼ 1 Mpc
Raggio dell’universo osservabile: ∼ 14 Gpc
L’espansione cosmica
Edwin P. Hubble, 1929
Le galassie si allontanano da noi con velocità proporzionale
alla loro distanza:
v =Hd
H ≈ 67(km/s)/Mpc ≈
1
13.8 miliardi di anni
L’espansione cosmica
Edwin P. Hubble, 1929
Le galassie si allontanano da noi con velocità proporzionale
alla loro distanza:
v =Hd
H ≈ 67(km/s)/Mpc ≈
1
13.8 miliardi di anni
Una conseguenza della legge di Hubble è che, circa
1
≈ 13.8 miliardi di anni
H
nel passato, le galassie si trovavano tutte concentrate nella
regione di spazio in cui ci troviamo noi ora!
Solo apparentemente incompatibile con il principio
copernicano!
Un osservatore su un’altra galassia giungerebbe esattamente
alle stesse conclusioni.
Se le velocità di recessione seguissero un’altra legge (ad
esempio v = H d 2 ), questo non sarebbe più vero e il principio
copernicano verrebbe violato.
Contrariamente alle apparenze, l’esistenza di un’espansione
cosmica non contraddice il principio copernicano...
Anzi: il fatto che vi sia un’espansione, e che essa sia regolata
proprio dalla legge di Hubble e non da un’altra, costituisce una
fortissima evidenza in suo favore!
Una conseguenza della legge di Hubble è che, circa
1
≈ 13.8 miliardi di anni
H
nel passato, le galassie si trovavano tutte concentrate nella
regione di spazio in cui ci troviamo noi ora!
Solo apparentemente incompatibile con il principio
copernicano!
Un osservatore su un’altra galassia giungerebbe esattamente
alle stesse conclusioni.
Se le velocità di recessione seguissero un’altra legge (ad
esempio v = H d 2 ), questo non sarebbe più vero e il principio
copernicano verrebbe violato.
Contrariamente alle apparenze, l’esistenza di un’espansione
cosmica non contraddice il principio copernicano...
Anzi: il fatto che vi sia un’espansione, e che essa sia regolata
proprio dalla legge di Hubble e non da un’altra, costituisce una
fortissima evidenza in suo favore!
Una conseguenza della legge di Hubble è che, circa
1
≈ 13.8 miliardi di anni
H
nel passato, le galassie si trovavano tutte concentrate nella
regione di spazio in cui ci troviamo noi ora!
Solo apparentemente incompatibile con il principio
copernicano!
Un osservatore su un’altra galassia giungerebbe esattamente
alle stesse conclusioni.
Se le velocità di recessione seguissero un’altra legge (ad
esempio v = H d 2 ), questo non sarebbe più vero e il principio
copernicano verrebbe violato.
Contrariamente alle apparenze, l’esistenza di un’espansione
cosmica non contraddice il principio copernicano...
Anzi: il fatto che vi sia un’espansione, e che essa sia regolata
proprio dalla legge di Hubble e non da un’altra, costituisce una
fortissima evidenza in suo favore!
Una conseguenza della legge di Hubble è che, circa
1
≈ 13.8 miliardi di anni
H
nel passato, le galassie si trovavano tutte concentrate nella
regione di spazio in cui ci troviamo noi ora!
Solo apparentemente incompatibile con il principio
copernicano!
Un osservatore su un’altra galassia giungerebbe esattamente
alle stesse conclusioni.
Se le velocità di recessione seguissero un’altra legge (ad
esempio v = H d 2 ), questo non sarebbe più vero e il principio
copernicano verrebbe violato.
Contrariamente alle apparenze, l’esistenza di un’espansione
cosmica non contraddice il principio copernicano...
Anzi: il fatto che vi sia un’espansione, e che essa sia regolata
proprio dalla legge di Hubble e non da un’altra, costituisce una
fortissima evidenza in suo favore!
Una conseguenza della legge di Hubble è che, circa
1
≈ 13.8 miliardi di anni
H
nel passato, le galassie si trovavano tutte concentrate nella
regione di spazio in cui ci troviamo noi ora!
Solo apparentemente incompatibile con il principio
copernicano!
Un osservatore su un’altra galassia giungerebbe esattamente
alle stesse conclusioni.
Se le velocità di recessione seguissero un’altra legge (ad
esempio v = H d 2 ), questo non sarebbe più vero e il principio
copernicano verrebbe violato.
Contrariamente alle apparenze, l’esistenza di un’espansione
cosmica non contraddice il principio copernicano...
Anzi: il fatto che vi sia un’espansione, e che essa sia regolata
proprio dalla legge di Hubble e non da un’altra, costituisce una
fortissima evidenza in suo favore!
Una conseguenza della legge di Hubble è che, circa
1
≈ 13.8 miliardi di anni
H
nel passato, le galassie si trovavano tutte concentrate nella
regione di spazio in cui ci troviamo noi ora!
Solo apparentemente incompatibile con il principio
copernicano!
Un osservatore su un’altra galassia giungerebbe esattamente
alle stesse conclusioni.
Se le velocità di recessione seguissero un’altra legge (ad
esempio v = H d 2 ), questo non sarebbe più vero e il principio
copernicano verrebbe violato.
Contrariamente alle apparenze, l’esistenza di un’espansione
cosmica non contraddice il principio copernicano...
Anzi: il fatto che vi sia un’espansione, e che essa sia regolata
proprio dalla legge di Hubble e non da un’altra, costituisce una
fortissima evidenza in suo favore!
Cosa accadde 13÷14 miliardi di anni fa?
L’universo “inizia” in una fase estremamente densa e
calda. Le condizioni sono tali che nemmeno le particelle
elementari possono esistere in forma stabile.
Es.:
e+ e− ←→ γ γ
Si espande, raffreddandosi.
Dopo 3 minuti, elettroni, protoni e neutroni sono
“disponibili”.
Dopo 20 minuti, i nuclei di elio si sono formati.
La temperatura è ormai troppo bassa perché si formino
nuclei più pesanti del 7 Li.
Dopo 380 000 anni, gli elettroni si combinano con i nuclei,
formando atomi di 1 H e 4 He (e di altri elementi leggeri).
Di questo periodo abbiamo una “fotografia”:
L’universo “inizia” in una fase estremamente densa e
calda. Le condizioni sono tali che nemmeno le particelle
elementari possono esistere in forma stabile.
Es.:
e+ e− ←→ γ γ
Si espande, raffreddandosi.
Dopo 3 minuti, elettroni, protoni e neutroni sono
“disponibili”.
Dopo 20 minuti, i nuclei di elio si sono formati.
La temperatura è ormai troppo bassa perché si formino
nuclei più pesanti del 7 Li.
Dopo 380 000 anni, gli elettroni si combinano con i nuclei,
formando atomi di 1 H e 4 He (e di altri elementi leggeri).
Di questo periodo abbiamo una “fotografia”:
L’universo “inizia” in una fase estremamente densa e
calda. Le condizioni sono tali che nemmeno le particelle
elementari possono esistere in forma stabile.
Es.:
e+ e− ←→ γ γ
Si espande, raffreddandosi.
Dopo 3 minuti, elettroni, protoni e neutroni sono
“disponibili”.
Dopo 20 minuti, i nuclei di elio si sono formati.
La temperatura è ormai troppo bassa perché si formino
nuclei più pesanti del 7 Li.
Dopo 380 000 anni, gli elettroni si combinano con i nuclei,
formando atomi di 1 H e 4 He (e di altri elementi leggeri).
Di questo periodo abbiamo una “fotografia”:
L’universo “inizia” in una fase estremamente densa e
calda. Le condizioni sono tali che nemmeno le particelle
elementari possono esistere in forma stabile.
Es.:
e+ e− ←→ γ γ
Si espande, raffreddandosi.
Dopo 3 minuti, elettroni, protoni e neutroni sono
“disponibili”.
Dopo 20 minuti, i nuclei di elio si sono formati.
La temperatura è ormai troppo bassa perché si formino
nuclei più pesanti del 7 Li.
Dopo 380 000 anni, gli elettroni si combinano con i nuclei,
formando atomi di 1 H e 4 He (e di altri elementi leggeri).
Di questo periodo abbiamo una “fotografia”:
L’universo “inizia” in una fase estremamente densa e
calda. Le condizioni sono tali che nemmeno le particelle
elementari possono esistere in forma stabile.
Es.:
e+ e− ←→ γ γ
Si espande, raffreddandosi.
Dopo 3 minuti, elettroni, protoni e neutroni sono
“disponibili”.
Dopo 20 minuti, i nuclei di elio si sono formati.
La temperatura è ormai troppo bassa perché si formino
nuclei più pesanti del 7 Li.
Dopo 380 000 anni, gli elettroni si combinano con i nuclei,
formando atomi di 1 H e 4 He (e di altri elementi leggeri).
Di questo periodo abbiamo una “fotografia”:
L’universo “inizia” in una fase estremamente densa e
calda. Le condizioni sono tali che nemmeno le particelle
elementari possono esistere in forma stabile.
Es.:
e+ e− ←→ γ γ
Si espande, raffreddandosi.
Dopo 3 minuti, elettroni, protoni e neutroni sono
“disponibili”.
Dopo 20 minuti, i nuclei di elio si sono formati.
La temperatura è ormai troppo bassa perché si formino
nuclei più pesanti del 7 Li.
Dopo 380 000 anni, gli elettroni si combinano con i nuclei,
formando atomi di 1 H e 4 He (e di altri elementi leggeri).
Di questo periodo abbiamo una “fotografia”:
L’universo “inizia” in una fase estremamente densa e
calda. Le condizioni sono tali che nemmeno le particelle
elementari possono esistere in forma stabile.
Es.:
e+ e− ←→ γ γ
Si espande, raffreddandosi.
Dopo 3 minuti, elettroni, protoni e neutroni sono
“disponibili”.
Dopo 20 minuti, i nuclei di elio si sono formati.
La temperatura è ormai troppo bassa perché si formino
nuclei più pesanti del 7 Li.
Dopo 380 000 anni, gli elettroni si combinano con i nuclei,
formando atomi di 1 H e 4 He (e di altri elementi leggeri).
Di questo periodo abbiamo una “fotografia”:
L’universo “inizia” in una fase estremamente densa e
calda. Le condizioni sono tali che nemmeno le particelle
elementari possono esistere in forma stabile.
Es.:
e+ e− ←→ γ γ
Si espande, raffreddandosi.
Dopo 3 minuti, elettroni, protoni e neutroni sono
“disponibili”.
Dopo 20 minuti, i nuclei di elio si sono formati.
La temperatura è ormai troppo bassa perché si formino
nuclei più pesanti del 7 Li.
Dopo 380 000 anni, gli elettroni si combinano con i nuclei,
formando atomi di 1 H e 4 He (e di altri elementi leggeri).
Di questo periodo abbiamo una “fotografia”:
PLANCK (20 marzo 2013)
Le differenze di colore rivelano piccolissime disomogeneità
(una parte su 100 000) nella distribuzione di materia.
Dopo 400 milioni di anni, le piccole disomogeneità sono
cresciute.
All’interno di esse, l’idrogeno si condensa formando stelle
di prima generazione, mantenute calde da processi di
fusione termonucleare.
Grazie al calore generato da questi processi, è possibile la
sintesi di elementi pesanti (fra cui il carbonio 12 C)
all’interno delle stelle.
Al termine della loro esistenza, le stelle esplodono
(supernovæ), disperdendo gli elementi formati nello spazio.
Il gas interstellare si coagula nuovamente, dando origine a
stelle di seconda generazione, che possono essere dotate
di sistemi planetari.
Il Sole è una stella di terza generazione.
La Terra si forma circa 4.5
miliardi di anni fa.
Dopo 400 milioni di anni, le piccole disomogeneità sono
cresciute.
All’interno di esse, l’idrogeno si condensa formando stelle
di prima generazione, mantenute calde da processi di
fusione termonucleare.
Grazie al calore generato da questi processi, è possibile la
sintesi di elementi pesanti (fra cui il carbonio 12 C)
all’interno delle stelle.
Al termine della loro esistenza, le stelle esplodono
(supernovæ), disperdendo gli elementi formati nello spazio.
Il gas interstellare si coagula nuovamente, dando origine a
stelle di seconda generazione, che possono essere dotate
di sistemi planetari.
Il Sole è una stella di terza generazione.
La Terra si forma circa 4.5
miliardi di anni fa.
Dopo 400 milioni di anni, le piccole disomogeneità sono
cresciute.
All’interno di esse, l’idrogeno si condensa formando stelle
di prima generazione, mantenute calde da processi di
fusione termonucleare.
Grazie al calore generato da questi processi, è possibile la
sintesi di elementi pesanti (fra cui il carbonio 12 C)
all’interno delle stelle.
Al termine della loro esistenza, le stelle esplodono
(supernovæ), disperdendo gli elementi formati nello spazio.
Il gas interstellare si coagula nuovamente, dando origine a
stelle di seconda generazione, che possono essere dotate
di sistemi planetari.
Il Sole è una stella di terza generazione.
La Terra si forma circa 4.5
miliardi di anni fa.
Dopo 400 milioni di anni, le piccole disomogeneità sono
cresciute.
All’interno di esse, l’idrogeno si condensa formando stelle
di prima generazione, mantenute calde da processi di
fusione termonucleare.
Grazie al calore generato da questi processi, è possibile la
sintesi di elementi pesanti (fra cui il carbonio 12 C)
all’interno delle stelle.
Al termine della loro esistenza, le stelle esplodono
(supernovæ), disperdendo gli elementi formati nello spazio.
Il gas interstellare si coagula nuovamente, dando origine a
stelle di seconda generazione, che possono essere dotate
di sistemi planetari.
Il Sole è una stella di terza generazione.
La Terra si forma circa 4.5
miliardi di anni fa.
Dopo 400 milioni di anni, le piccole disomogeneità sono
cresciute.
All’interno di esse, l’idrogeno si condensa formando stelle
di prima generazione, mantenute calde da processi di
fusione termonucleare.
Grazie al calore generato da questi processi, è possibile la
sintesi di elementi pesanti (fra cui il carbonio 12 C)
all’interno delle stelle.
Al termine della loro esistenza, le stelle esplodono
(supernovæ), disperdendo gli elementi formati nello spazio.
Il gas interstellare si coagula nuovamente, dando origine a
stelle di seconda generazione, che possono essere dotate
di sistemi planetari.
Il Sole è una stella di terza generazione.
La Terra si forma circa 4.5
miliardi di anni fa.
Dopo 400 milioni di anni, le piccole disomogeneità sono
cresciute.
All’interno di esse, l’idrogeno si condensa formando stelle
di prima generazione, mantenute calde da processi di
fusione termonucleare.
Grazie al calore generato da questi processi, è possibile la
sintesi di elementi pesanti (fra cui il carbonio 12 C)
all’interno delle stelle.
Al termine della loro esistenza, le stelle esplodono
(supernovæ), disperdendo gli elementi formati nello spazio.
Il gas interstellare si coagula nuovamente, dando origine a
stelle di seconda generazione, che possono essere dotate
di sistemi planetari.
Il Sole è una stella di terza generazione.
La Terra si forma circa 4.5
miliardi di anni fa.
Dopo 400 milioni di anni, le piccole disomogeneità sono
cresciute.
All’interno di esse, l’idrogeno si condensa formando stelle
di prima generazione, mantenute calde da processi di
fusione termonucleare.
Grazie al calore generato da questi processi, è possibile la
sintesi di elementi pesanti (fra cui il carbonio 12 C)
all’interno delle stelle.
Al termine della loro esistenza, le stelle esplodono
(supernovæ), disperdendo gli elementi formati nello spazio.
Il gas interstellare si coagula nuovamente, dando origine a
stelle di seconda generazione, che possono essere dotate
di sistemi planetari.
Il Sole è una stella di terza generazione.
La Terra si forma circa 4.5
miliardi di anni fa.
Questa storia dipende dai valori di alcuni parametri che
compaiono nelle leggi fisiche, o che caratterizzano il nostro
universo:
costante di gravitazione universale
velocità della luce
costante di Planck
carica elettrica fondamentale
massa dell’elettrone
massa del protone
parametro di espansione (“costante” di Hubble) H
densità dell’universo
.......
Se questi valori fossero un po’ diversi, cambierebbero i dettagli,
ma non il quadro generale.
Ne siamo davvero sicuri?
Questa storia dipende dai valori di alcuni parametri che
compaiono nelle leggi fisiche, o che caratterizzano il nostro
universo:
costante di gravitazione universale
velocità della luce
costante di Planck
carica elettrica fondamentale
massa dell’elettrone
massa del protone
parametro di espansione (“costante” di Hubble) H
densità dell’universo
.......
Se questi valori fossero un po’ diversi, cambierebbero i dettagli,
ma non il quadro generale.
Ne siamo davvero sicuri?
Questa storia dipende dai valori di alcuni parametri che
compaiono nelle leggi fisiche, o che caratterizzano il nostro
universo:
costante di gravitazione universale
velocità della luce
costante di Planck
carica elettrica fondamentale
massa dell’elettrone
massa del protone
parametro di espansione (“costante” di Hubble) H
densità dell’universo
.......
Se questi valori fossero un po’ diversi, cambierebbero i dettagli,
ma non il quadro generale.
Ne siamo davvero sicuri?
Esempi. 1
Per esempio, che cosa accadrebbe se la costante di
gravitazione G, anziché
6.67 × 10−11 m3 kg−1 s−2 ,
fosse 10 volte più grande,
6.67 × 10−10 m3 kg−1 s−2 ,
o 10 volte più piccola,
6.67 × 10−12 m3 kg−1 s−2 ?
Vediamo gli effetti sull’evoluzione stellare...
Esempi. 1
Per esempio, che cosa accadrebbe se la costante di
gravitazione G, anziché
6.67 × 10−11 m3 kg−1 s−2 ,
fosse 10 volte più grande,
6.67 × 10−10 m3 kg−1 s−2 ,
o 10 volte più piccola,
6.67 × 10−12 m3 kg−1 s−2 ?
Vediamo gli effetti sull’evoluzione stellare...
G = 6.67 × 10−11 m3 kg−1 s−2
(valore reale)
Il Sole trascorre molto tempo (∼ 10 miliardi di anni) come stella
della sequenza principale.
La vita sulla Terra può formarsi ed evolversi.
G = 6.67 × 10−10 m3 kg−1 s−2
(> valore reale)
Il Sole nasce come gigante azzurra e consuma assai
rapidamente il suo combustibile nucleare.
Non c’è tempo perché si formi vita!
G = 6.67 × 10−12 m3 kg−1 s−2
(< valore reale)
Il Sole nasce come nana rossa; vive a lungo, ma irraggia
pochissima energia.
La vita non può svilupparsi: fa troppo freddo!
... o troppo caldo!
In realtà, non è del tutto escluso che le nane rosse possiedano
una regione abitabile.
Ma in un universo composto di nane rosse la nucleosintesi
degli elementi più pesanti dell’elio sarebbe impossibile!
... o troppo caldo!
In realtà, non è del tutto escluso che le nane rosse possiedano
una regione abitabile.
Ma in un universo composto di nane rosse la nucleosintesi
degli elementi più pesanti dell’elio sarebbe impossibile!
Ma il Sole è una stella tipica, quindi se G avesse un valore
diverso da quello che effettivamente ha, la vita non sarebbe
possibile nell’universo!
Anche se non conoscessimo il valore di G, potremmo dedurlo
(con buona approssimazione) dal fatto che esistiamo.
Ma il Sole è una stella tipica, quindi se G avesse un valore
diverso da quello che effettivamente ha, la vita non sarebbe
possibile nell’universo!
Anche se non conoscessimo il valore di G, potremmo dedurlo
(con buona approssimazione) dal fatto che esistiamo.
Esempi. 2
Se il tasso di espansione dell’universo primordiale fosse stato,
p. es., di una parte su dieci milioni minore di quello che era,
l’attrazione gravitazionale avrebbe fatto ricollassare l’universo
molto prima che si formassero galassie e stelle.
Se fosse stato di una parte su dieci milioni maggiore, le piccole
disomogeneità non sarebbero riuscite a condensarsi e a
formare le galassie.
Esempi. 3
L’unica reazione nucleare che può condurre al carbonio è
3 4 He → 12 C .
Affinché questa possa realizzarsi, è necessario che il nucleo di
12 C possieda un livello energetico di 7.7 MeV [Hoyle, 1953],
cosa che effettivamente accade.
Se l’interazione forte fosse diversa per più del 5 0/00, il livello
energetico avrebbe un valore troppo diverso e la sintesi del
carbonio — e degli elementi più pesanti — nelle stelle sarebbe
stata impossibile.
(Anche le proprietà del Sole sarebbero comunque molto
diverse...)
Esempi. 3
L’unica reazione nucleare che può condurre al carbonio è
3 4 He → 12 C .
Affinché questa possa realizzarsi, è necessario che il nucleo di
12 C possieda un livello energetico di 7.7 MeV [Hoyle, 1953],
cosa che effettivamente accade.
Se l’interazione forte fosse diversa per più del 5 0/00, il livello
energetico avrebbe un valore troppo diverso e la sintesi del
carbonio — e degli elementi più pesanti — nelle stelle sarebbe
stata impossibile.
(Anche le proprietà del Sole sarebbero comunque molto
diverse...)
Esempi. 3
L’unica reazione nucleare che può condurre al carbonio è
3 4 He → 12 C .
Affinché questa possa realizzarsi, è necessario che il nucleo di
12 C possieda un livello energetico di 7.7 MeV [Hoyle, 1953],
cosa che effettivamente accade.
Se l’interazione forte fosse diversa per più del 5 0/00, il livello
energetico avrebbe un valore troppo diverso e la sintesi del
carbonio — e degli elementi più pesanti — nelle stelle sarebbe
stata impossibile.
(Anche le proprietà del Sole sarebbero comunque molto
diverse...)
È una vera fortuna, per noi, che certi parametri abbiano proprio
i valori che hanno, e non altri...
Una fortuna? Allora siamo davvero molto, molto,
fortunati...!
molto
Vi è un numero assai alto di queste “coincidenze”.
Quasi sempre si scopre che, se un parametro o un altro avesse
avuto un valore leggermente diverso da quello che ha,
qualcosa sarebbe “andato storto” e noi non potremmo esistere.
È una vera fortuna, per noi, che certi parametri abbiano proprio
i valori che hanno, e non altri...
Una fortuna? Allora siamo davvero molto, molto,
fortunati...!
molto
Vi è un numero assai alto di queste “coincidenze”.
Quasi sempre si scopre che, se un parametro o un altro avesse
avuto un valore leggermente diverso da quello che ha,
qualcosa sarebbe “andato storto” e noi non potremmo esistere.
È una vera fortuna, per noi, che certi parametri abbiano proprio
i valori che hanno, e non altri...
Una fortuna? Allora siamo davvero molto, molto,
fortunati...!
molto
Vi è un numero assai alto di queste “coincidenze”.
Quasi sempre si scopre che, se un parametro o un altro avesse
avuto un valore leggermente diverso da quello che ha,
qualcosa sarebbe “andato storto” e noi non potremmo esistere.
Biofriendliness
“Fine tuning”, o “biofriendliness” dell’universo:
L’universo appare regolato in modo tale da permettere la nostra
esistenza!
(Più precisamente, l’origine e lo sviluppo della vita come la
conosciamo.)
Biofriendliness
“Fine tuning”, o “biofriendliness” dell’universo:
L’universo appare regolato in modo tale da permettere la nostra
esistenza!
(Più precisamente, l’origine e lo sviluppo della vita come la
conosciamo.)
Biofriendliness
“Fine tuning”, o “biofriendliness” dell’universo:
L’universo appare regolato in modo tale da permettere la nostra
esistenza!
(Più precisamente, l’origine e lo sviluppo della vita come la
conosciamo.)
C’è qualche effetto collaterale spiacevole del fine tuning...
P.es., con i valori assegnati delle costanti fondamentali, i toast
che scivolano da un tavolo tendono a cadere sulla parte
imburrata:
R. A. Matthews, “Tumbling toast, Murphy’s Law and the
fundamental constants”, Eur. J. Phys. 16, 172 (1995);
R. A. Matthews, “The science of Murphy’s Law”, Sci. Am.
276 (4), 72 (1997).
Premio Ig Nobel 1996!
Ma se i valori fossero diversi, non ci sarebbe nessuno ad
imburrare i toast...
C’è qualche effetto collaterale spiacevole del fine tuning...
P.es., con i valori assegnati delle costanti fondamentali, i toast
che scivolano da un tavolo tendono a cadere sulla parte
imburrata:
R. A. Matthews, “Tumbling toast, Murphy’s Law and the
fundamental constants”, Eur. J. Phys. 16, 172 (1995);
R. A. Matthews, “The science of Murphy’s Law”, Sci. Am.
276 (4), 72 (1997).
Premio Ig Nobel 1996!
Ma se i valori fossero diversi, non ci sarebbe nessuno ad
imburrare i toast...
C’è qualche effetto collaterale spiacevole del fine tuning...
P.es., con i valori assegnati delle costanti fondamentali, i toast
che scivolano da un tavolo tendono a cadere sulla parte
imburrata:
R. A. Matthews, “Tumbling toast, Murphy’s Law and the
fundamental constants”, Eur. J. Phys. 16, 172 (1995);
R. A. Matthews, “The science of Murphy’s Law”, Sci. Am.
276 (4), 72 (1997).
Premio Ig Nobel 1996!
Ma se i valori fossero diversi, non ci sarebbe nessuno ad
imburrare i toast...
Riassumiamo
La nostra esistenza è consentita dal verificarsi simultaneo
di un numero impressionante di coincidenze cosmiche.
La probabilità che, assegnando a caso i valori delle
costanti fondamentali e le condizioni iniziali, queste
coincidenze si verifichino, è praticamente nulla.
Quindi siamo importanti, dopo tutto? Il principio
copernicano esteso è falsificato?
Riassumiamo
La nostra esistenza è consentita dal verificarsi simultaneo
di un numero impressionante di coincidenze cosmiche.
La probabilità che, assegnando a caso i valori delle
costanti fondamentali e le condizioni iniziali, queste
coincidenze si verifichino, è praticamente nulla.
Quindi siamo importanti, dopo tutto? Il principio
copernicano esteso è falsificato?
Riassumiamo
La nostra esistenza è consentita dal verificarsi simultaneo
di un numero impressionante di coincidenze cosmiche.
La probabilità che, assegnando a caso i valori delle
costanti fondamentali e le condizioni iniziali, queste
coincidenze si verifichino, è praticamente nulla.
Quindi siamo importanti, dopo tutto? Il principio
copernicano esteso è falsificato?
Una conclusione estrema:
Principio Antropico Forte:
L’universo deve essere tale da permettere lo sviluppo di vita
intelligente.
PERCHÉ?
Una conclusione estrema:
Principio Antropico Forte:
L’universo deve essere tale da permettere lo sviluppo di vita
intelligente.
PERCHÉ?
Forse perché è l’osservatore
che crea il fenomeno
osservato?
John Archibald Wheeler
L’universo ha bisogno di noi per esistere.
“Cos’è esattamente un “osservatore”?
L’universo ha dovuto attendere miliardi di
anni fino all’apparizione di una creatura
monocellulare? Oppure ha dovuto attendere
un pochino di più, per qualche sistema con
migliori credenziali... magari con un PhD?”
John Stewart Bell
Forse perché è l’osservatore
che crea il fenomeno
osservato?
John Archibald Wheeler
L’universo ha bisogno di noi per esistere.
“Cos’è esattamente un “osservatore”?
L’universo ha dovuto attendere miliardi di
anni fino all’apparizione di una creatura
monocellulare? Oppure ha dovuto attendere
un pochino di più, per qualche sistema con
migliori credenziali... magari con un PhD?”
John Stewart Bell
Forse perché è l’osservatore
che crea il fenomeno
osservato?
John Archibald Wheeler
L’universo ha bisogno di noi per esistere.
“Cos’è esattamente un “osservatore”?
L’universo ha dovuto attendere miliardi di
anni fino all’apparizione di una creatura
monocellulare? Oppure ha dovuto attendere
un pochino di più, per qualche sistema con
migliori credenziali... magari con un PhD?”
John Stewart Bell
Forse perché “qualcuno” ha voluto crearci?
Abbiamo davvero bisogno di “questa
ipotesi”?
Forse perché “qualcuno” ha voluto crearci?
Abbiamo davvero bisogno di “questa
ipotesi”?
Una vecchia argomentazione a sostegno della creazione:
L’ambiente in cui vivono le
diverse specie è perfetto per
loro...
... quindi “qualcuno” deve
averlo costruito apposta.
Darwin rovescia questo ragionamento:
Se si ammette l’evoluzione, sono gli organismi ad adattarsi
all’ambiente, che risulta automaticamente a loro favorevole.
Sarebbe possibile dedurre l’esistenza di altri pianeti, perlopiù
ostili alla vita, osservando che la Terra è per noi, tutto sommato,
un luogo assai ospitale.
Una vecchia argomentazione a sostegno della creazione:
L’ambiente in cui vivono le
diverse specie è perfetto per
loro...
... quindi “qualcuno” deve
averlo costruito apposta.
Darwin rovescia questo ragionamento:
Se si ammette l’evoluzione, sono gli organismi ad adattarsi
all’ambiente, che risulta automaticamente a loro favorevole.
Sarebbe possibile dedurre l’esistenza di altri pianeti, perlopiù
ostili alla vita, osservando che la Terra è per noi, tutto sommato,
un luogo assai ospitale.
Una vecchia argomentazione a sostegno della creazione:
L’ambiente in cui vivono le
diverse specie è perfetto per
loro...
... quindi “qualcuno” deve
averlo costruito apposta.
Darwin rovescia questo ragionamento:
Se si ammette l’evoluzione, sono gli organismi ad adattarsi
all’ambiente, che risulta automaticamente a loro favorevole.
Sarebbe possibile dedurre l’esistenza di altri pianeti, perlopiù
ostili alla vita, osservando che la Terra è per noi, tutto sommato,
un luogo assai ospitale.
Una vecchia argomentazione a sostegno della creazione:
L’ambiente in cui vivono le
diverse specie è perfetto per
loro...
... quindi “qualcuno” deve
averlo costruito apposta.
Darwin rovescia questo ragionamento:
Se si ammette l’evoluzione, sono gli organismi ad adattarsi
all’ambiente, che risulta automaticamente a loro favorevole.
Sarebbe possibile dedurre l’esistenza di altri pianeti, perlopiù
ostili alla vita, osservando che la Terra è per noi, tutto sommato,
un luogo assai ospitale.
Una vecchia argomentazione a sostegno della creazione:
L’ambiente in cui vivono le
diverse specie è perfetto per
loro...
... quindi “qualcuno” deve
averlo costruito apposta.
Darwin rovescia questo ragionamento:
Se si ammette l’evoluzione, sono gli organismi ad adattarsi
all’ambiente, che risulta automaticamente a loro favorevole.
Sarebbe possibile dedurre l’esistenza di altri pianeti, perlopiù
ostili alla vita, osservando che la Terra è per noi, tutto sommato,
un luogo assai ospitale.
Una vecchia argomentazione a sostegno della creazione:
L’ambiente in cui vivono le
diverse specie è perfetto per
loro...
... quindi “qualcuno” deve
averlo costruito apposta.
Darwin rovescia questo ragionamento:
Se si ammette l’evoluzione, sono gli organismi ad adattarsi
all’ambiente, che risulta automaticamente a loro favorevole.
Sarebbe possibile dedurre l’esistenza di altri pianeti, perlopiù
ostili alla vita, osservando che la Terra è per noi, tutto sommato,
un luogo assai ospitale.
Principio Antropico Debole:
L’universo che osserviamo deve essere compatibile con la
nostra esistenza.
Tautologico, ma con conseguenze interessanti...
Immaginiamo che ci siano molti universi, ciascuno con valori
diversi dei parametri fisici.
In quali di questi potremmo vivere?
Come abbiamo visto, solo in quelli che sono molto simili al
nostro...
Quindi, se:
escludiamo che le “coincidenze cosmiche” siano solo
coincidenze;
escludiamo il principio antropico forte;
devono esistere moltissimi altri “universi” oltre al nostro!
Principio Antropico Debole:
L’universo che osserviamo deve essere compatibile con la
nostra esistenza.
Tautologico, ma con conseguenze interessanti...
Immaginiamo che ci siano molti universi, ciascuno con valori
diversi dei parametri fisici.
In quali di questi potremmo vivere?
Come abbiamo visto, solo in quelli che sono molto simili al
nostro...
Quindi, se:
escludiamo che le “coincidenze cosmiche” siano solo
coincidenze;
escludiamo il principio antropico forte;
devono esistere moltissimi altri “universi” oltre al nostro!
Principio Antropico Debole:
L’universo che osserviamo deve essere compatibile con la
nostra esistenza.
Tautologico, ma con conseguenze interessanti...
Immaginiamo che ci siano molti universi, ciascuno con valori
diversi dei parametri fisici.
In quali di questi potremmo vivere?
Come abbiamo visto, solo in quelli che sono molto simili al
nostro...
Quindi, se:
escludiamo che le “coincidenze cosmiche” siano solo
coincidenze;
escludiamo il principio antropico forte;
devono esistere moltissimi altri “universi” oltre al nostro!
Principio Antropico Debole:
L’universo che osserviamo deve essere compatibile con la
nostra esistenza.
Tautologico, ma con conseguenze interessanti...
Immaginiamo che ci siano molti universi, ciascuno con valori
diversi dei parametri fisici.
In quali di questi potremmo vivere?
Come abbiamo visto, solo in quelli che sono molto simili al
nostro...
Quindi, se:
escludiamo che le “coincidenze cosmiche” siano solo
coincidenze;
escludiamo il principio antropico forte;
devono esistere moltissimi altri “universi” oltre al nostro!
Principio Antropico Debole:
L’universo che osserviamo deve essere compatibile con la
nostra esistenza.
Tautologico, ma con conseguenze interessanti...
Immaginiamo che ci siano molti universi, ciascuno con valori
diversi dei parametri fisici.
In quali di questi potremmo vivere?
Come abbiamo visto, solo in quelli che sono molto simili al
nostro...
Quindi, se:
escludiamo che le “coincidenze cosmiche” siano solo
coincidenze;
escludiamo il principio antropico forte;
devono esistere moltissimi altri “universi” oltre al nostro!
Principio Antropico Debole:
L’universo che osserviamo deve essere compatibile con la
nostra esistenza.
Tautologico, ma con conseguenze interessanti...
Immaginiamo che ci siano molti universi, ciascuno con valori
diversi dei parametri fisici.
In quali di questi potremmo vivere?
Come abbiamo visto, solo in quelli che sono molto simili al
nostro...
Quindi, se:
escludiamo che le “coincidenze cosmiche” siano solo
coincidenze;
escludiamo il principio antropico forte;
devono esistere moltissimi altri “universi” oltre al nostro!
Principio Antropico Debole:
L’universo che osserviamo deve essere compatibile con la
nostra esistenza.
Tautologico, ma con conseguenze interessanti...
Immaginiamo che ci siano molti universi, ciascuno con valori
diversi dei parametri fisici.
In quali di questi potremmo vivere?
Come abbiamo visto, solo in quelli che sono molto simili al
nostro...
Quindi, se:
escludiamo che le “coincidenze cosmiche” siano solo
coincidenze;
escludiamo il principio antropico forte;
devono esistere moltissimi altri “universi” oltre al nostro!
Principio Antropico Debole:
L’universo che osserviamo deve essere compatibile con la
nostra esistenza.
Tautologico, ma con conseguenze interessanti...
Immaginiamo che ci siano molti universi, ciascuno con valori
diversi dei parametri fisici.
In quali di questi potremmo vivere?
Come abbiamo visto, solo in quelli che sono molto simili al
nostro...
Quindi, se:
escludiamo che le “coincidenze cosmiche” siano solo
coincidenze;
escludiamo il principio antropico forte;
devono esistere moltissimi altri “universi” oltre al nostro!
Questa conclusione riconcilia le coincidenze cosmiche con il
principio copernicano:
noi non siamo fondamentalmente importanti (l’universo
non è costruito “su misura” per noi);
noi siamo importanti come effetto di selezione (non
osserviamo un universo qualsiasi, non siamo osservatori
tipici).
Noi viviamo necessariamente
in una regione dell’universo che
permette la nostra esistenza,
ma ce ne sono moltissime altre
— ben oltre il limite
dell’universo visibile (46 miliardi
di ly) — in cui non possono
svilupparsi osservatori.
Questa conclusione riconcilia le coincidenze cosmiche con il
principio copernicano:
noi non siamo fondamentalmente importanti (l’universo
non è costruito “su misura” per noi);
noi siamo importanti come effetto di selezione (non
osserviamo un universo qualsiasi, non siamo osservatori
tipici).
Noi viviamo necessariamente
in una regione dell’universo che
permette la nostra esistenza,
ma ce ne sono moltissime altre
— ben oltre il limite
dell’universo visibile (46 miliardi
di ly) — in cui non possono
svilupparsi osservatori.
Questa conclusione riconcilia le coincidenze cosmiche con il
principio copernicano:
noi non siamo fondamentalmente importanti (l’universo
non è costruito “su misura” per noi);
noi siamo importanti come effetto di selezione (non
osserviamo un universo qualsiasi, non siamo osservatori
tipici).
Noi viviamo necessariamente
in una regione dell’universo che
permette la nostra esistenza,
ma ce ne sono moltissime altre
— ben oltre il limite
dell’universo visibile (46 miliardi
di ly) — in cui non possono
svilupparsi osservatori.
Questa conclusione riconcilia le coincidenze cosmiche con il
principio copernicano:
noi non siamo fondamentalmente importanti (l’universo
non è costruito “su misura” per noi);
noi siamo importanti come effetto di selezione (non
osserviamo un universo qualsiasi, non siamo osservatori
tipici).
Noi viviamo necessariamente
in una regione dell’universo che
permette la nostra esistenza,
ma ce ne sono moltissime altre
— ben oltre il limite
dell’universo visibile (46 miliardi
di ly) — in cui non possono
svilupparsi osservatori.
Un problema aperto: Dove sono tutti questi universi?
Coesistono con il nostro, in un “multiverso”.
David Deutsch
Sono semplicemente altre “regioni” del nostro,
molto al di là del limite a cui riusciamo a vedere.
George F. R. Ellis
Sono il nostro stesso universo, ma in altre
epoche.
John A. Wheeler
Un problema aperto: Dove sono tutti questi universi?
Coesistono con il nostro, in un “multiverso”.
David Deutsch
Sono semplicemente altre “regioni” del nostro,
molto al di là del limite a cui riusciamo a vedere.
George F. R. Ellis
Sono il nostro stesso universo, ma in altre
epoche.
John A. Wheeler
Un problema aperto: Dove sono tutti questi universi?
Coesistono con il nostro, in un “multiverso”.
David Deutsch
Sono semplicemente altre “regioni” del nostro,
molto al di là del limite a cui riusciamo a vedere.
George F. R. Ellis
Sono il nostro stesso universo, ma in altre
epoche.
John A. Wheeler
Un problema aperto: Dove sono tutti questi universi?
Coesistono con il nostro, in un “multiverso”.
David Deutsch
Sono semplicemente altre “regioni” del nostro,
molto al di là del limite a cui riusciamo a vedere.
George F. R. Ellis
Sono il nostro stesso universo, ma in altre
epoche.
John A. Wheeler
Indipendentemente da quale sia la risposta, il ragionamento
“darwiniano” ci permette di ampliare i nostri orizzonti in modo
inimmaginabile.
Un diverso punto di vista
Now at the beginning of the 21st century, faced with scientific
claims like neo-Darwinism and the multiverse hypothesis in
cosmology invented to avoid the overwhelming evidence for
purpose and design found in modern science, the Catholic
Church will again defend human reason by proclaiming that the
immanent design evident in nature is real. Scientific theories
that try to explain away the appearance of design as the result
of “chance and necessity” are not scientific at all, but, as John
Paul put it, an abdication of human intelligence.
Cardinale Christoph Schönborn
The New York Times, 7 luglio 2005
Bibliografia
P. C. W. Davies, The Accidental Universe (Cambridge
University Press, 1982).
G. Gale, “Il principio antropico”, Le Scienze 28 (2), 62
(1982).
J. D. Barrow and F. J. Tipler, The Anthropic Cosmological
Principle (Oxford University Press, 1986).
M. J. Rees, Just Six Numbers (Basic Books, 1999).
P. Davies, The Goldilocks Enigma (Penguin, 2006).
Grazie per l’attenzione
dimostrata!
Domande? Commenti?