«Con Montí ce la farete
Nordest sara decisivo»
II Nobel per l'economia Spence ospite di Cariparo: l'Italia non la Grecia
L'euro sopravvivrà alla crisi ma Atene e il Portogallo facilmente usciranno
dl Alessandra Carini
1 PADOVA
«L'euro? È probabile che sopravviva alla crisi dei debiti sovrani. Ma è difficile che Grecia
e Portogallo possano restarci
dentro». Michael Spence, premio Nobel per l'economia, ha
appena pubblicato un libro
dal titolo "La convergenza inevitabile, una via per uscire dalla crisi" che ha presentato ieri
a Padova nell'ambito di Segnavie, ciclo di incontri organizzato da Fondazione Cariparo.
Ha moglie e figli italiani, ha insegnato alla Bocconi, quindi
conosce la situazione politica
ed economica del Paese. Sorride quando racconta che ieri
mattina un inserviente del supermercato gli ha chiesto: «Siamo vicini alla Grecia?». Scuote
la testa: «No, l'Italia non è la
Grecia». Dice, anzi, che la sua
economia, flessibile ed elastica, potrà adattarsi in un mondo che «vedrà una crescita triplicata nei prossimi 25 anni,
all'interno della quale, però, i
paesi già sviluppati perderanno quote di mercato». Ha parole di apprezzamento per il go-
verno di Mario Monti: «Ha una
sfida difficile ma se la sta cavando bene». Ma anche di consiglio: «Se si chiede più flessibilità nel lavoro bisogna dare in
cambio qualcosa in termini di
crescita e sicurezza sociale».
L'euro riuscirà a superare
la tempesta?
«Penso di sì. Soprattutto se
si realizzano tre condizioni:
che le riforme in Italia e Spagna vadano avanti; che i rendimenti dei titoli non salgano
troppo e restino troppo a lungo su alti livelli; che Germania,
Francia e Bce si adoperino per
dare il tempo a queste economie di stabilizzarsi e che l'Europa persegua un'unione più
compiuta».
Ma la Germania non permette un allentamento della
politica del rigore.
«C'è troppa enfasi sul riequilibrio di bilancio e poca sulla
crescita ed è arduo avere un
riequilibrio se non c'è crescita.
È un problema che tocca sia
l'Europa sia gli Stati Uniti, dove è in corso un forte rallentamento. Ma non credo che la
Germania cederà, né permetterà un allentamento della po-
litica monetaria e che il cambio euro-dollaro scivoli».
Qual è il giudizio sulla politica del governo Monti?
«Non è una situazione facile, ma il voto che mi sento di
dargli è alto. Da un punto di vista politico, se non si lascerà
tentare da ambizioni, penso
che i partiti abbiano un vantaggio a lasciarlo stare perché
hanno trovato qualcuno che fa
"il lavoro sporco", cioè quei
provvedimenti dolorosi che
fanno perdere voti. Ci sarebbe
bisogno di leader che, come fu
in Germania negli anni 2000,
siano disposti a perdere il posto per le riforme».
E la riforma del mercato
del lavoro?
«È importante che si superino le rigidità. Ma se chiedi più
flessibilità devi dare anche
qualcosa in cambio, proprio
come è avvenuto in Germania,
dove il governo a suo tempo
ha offerto misure per la crescita e un sistema di sicurezza basato sulla protezione della fa-
miglia e non del posto».
Anche il Nordest è in crisi.
Come vede l'economia manifatturiera di queste parti?
«Il Nordest e più in generale
il Nord sono zone, da un punto di vista economico, molto
evolute. Se si guardano le risorse, siamo a metà tra la Germania e la Svizzera e il tasso di risparmio è simile a quello della
Cina. Insomma penso che con
il dinamismo e la flessibilità il
Nord contribuirà alla soluzione delle sfide dell'Italia».
-JloNicc4 Cucl,
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Nobel per l'economia . Michael Spence ieri a Padova (foto Bianchi)
t
fr
Milano
Michael Spence (nato a Montclair,
il 7 novembre 1943) è un
economista statunitense,
insignito del Nobel per l ' economia
nel 2001 insieme a Joseph E.
Stiglitz e George A. Akerlof per lo
studio dell ' analisi del mercati in
presenza di informazioni
asimmetriche . Professore emerito
in Management presso la Business
School dell ' università di Stanford.
Vive a Milano.