Cos'è e come funziona il mercato elettrico. Il mercato elettrico, vale a dire la sede delle transazioni aventi per oggetto l’energia elettrica, nasce in Italia per effetto del Decreto Legislativo 16 marzo 1999, n. 79 (“Decreto Bersani”) nell’ambito del processo di recepimento della direttiva comunitaria sulla creazione di un mercato interno dell’energia (Direttiva 96/92/CE abrogata dalla Direttiva 2003/54/CE). Il mercato elettrico si articola in: 1. Mercato del Giorno Prima - MGP 2. Mercato Infragiornaliero - MI 3. Mercato per il Servizio di Dispacciamento - MSD Nel MGP e nel MI - definiti anche Mercati dell’Energia - produttori, grossisti e clienti finali, nonché Acquirente Unico (AU) e Gestore dei servizi energetici (GSE) acquistano e vendono all’ingrosso partite di energia elettrica per il giorno successivo. Tali mercati, gestiti dal Gestore dei Mercati Energetici (GME), definiscono prezzi di equilibrio ai quali viene valorizzata l’energia negoziata. Nel MSD Terna si approvvigiona delle risorse necessarie alla gestione e al controllo del sistema (risoluzione delle congestioni intrazonali, creazione della riserva di energia, bilanciamento in tempo reale). La liberalizzazione del mercato elettrico SARDEGNA INDUSTRIALEn.!-2/2009 La liberalizzazione del mercato elettrico è stata avviata in Italia con il decreto legislativo 16 marzo 1999, n 79, noto come “decreto Bersani”. decreto, con il quale sono state recepite le indicazioni contenute nella direttiva comunitaria n. 92 del 1996 sulla creazione del Mercato unico dell’energia, ha segnato l’inizio del processo di liberalizzazione delle attività di produzione, importazione, esportazione, acquisto e vendita di energia elettrica. In precedenza, in Italia vigeva un modello di mercato di tipo monopolistico. Infatti, dal 1962 (anno di nascita dell’Ente nazionale per l’energia elettrica) tutte le attività legate alla produzione, al trasporto e alla vendita di energia elettrica erano per legge riservate solo a Enel. Il monopolio è stato interrotto appunto nel 1999, quando è iniziata una lenta fase che si è conclusa con la liberalizzazione totale del mercato nel luglio del 2007. Otto lunghi anni durante i quali l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, creata nel 1995 con l’obiettivo di regolamentare e controllare i settori energetici, ha provveduto a segmentare il mercato elettrico. Queste le principali novità del decreto Bersani rispetto ai diversi ambiti della filiera elettrica: Produzione. Facoltà per ogni nuovo operatore del settore di produrre, importare, acquistare e vendere energia elettrica; a partire dal 2003, divieto per qualsiasi società di controllo di una quota superiore al 50 % della generazione e dell’importazione di energia elettrica in Italia; conseguente vendita di parte degli impianti di produzione del monopolista Enel (per una potenza complessiva di 15.000 MW), tramite “pacchetti” di vendita appositamente costituiti, le cosiddette Genco (Generation Company). Trasmissione e Distribuzione. Separazione fra proprietà e gestione della Rete di trasmissione; accesso e utilizzo della Rete di trasmissione nazionale garantiti agli operatori che ne facciano richiesta (previa verifica della compatibilità con la sicurezza della rete stessa). Attualmente la gestione della rete è in carico a Terna Rete elettrica nazionale spa, la società che in Italia è responsabile della trasmissione e del dispacciamento dell’energia elettrica sulla rete ad altissima e alta tensione, presente in tutto il territorio nazionale. L’assetto attuale è il risultato dell’acquisizione da parte di Terna, nel novembre 2005, del ramo di azienda del Grtn (Gestore della rete di trasmissione nazionale), come definito dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’11 maggio 2004. Vendita.Introduzione della nuova figura del grossista (intermediario che acquista energia elettrica e la rivende ai consumatori finali in un sistema di libero mercato); suddivisione dei clienti finali in clienti idonei (in possesso dei requisiti necessari per acquistare elettricità sul libero mercato) e clienti vincolati (privi dei requisiti richiesti per accedere al libero mercato); istituzione della Borsa dell’energia; istituzione della figura dell’Acquirente Unico, società di proprietà del ministero del Tesoro, con la funzione di fornire energia elettrica alle società di distribuzione per la copertura della domanda del mercato vincolato. Il decreto Bersani, per ciascuna delle principali fasi della filiera del mercato elettrico, ha previsto diversi tipi di società: Società di Produzione, che si occupano di generare energia elettrica. Gli attori sono molteplici: si va da piccoli produttori idroelettrici a grandi centrali di proprietà di multinazionali estere. Dallo scorso anno, inoltre, qualunque cittadino può considerarsi produttore con le nuove possibilità offerte dalla produzione fotovoltaica. Società di Trasmissione: la trasmissione dell’energia (cioè il trasporto sui grandi elettrodotti) è ad oggi gestito da un’unica società (Terna), scorporata da Enel proprio con il decreto Bersani. Il compito di Terna è importantissimo, in quanto è responsabile della gestione della Rete di trasmissione nazionale. Semplificando: dato che l’energia elettrica non può essere immagazzinata, Terna si occupa di ricevere l’energia immessa in rete dai produttori e portarla, tramite la rete di trasmissione, sulle reti di distribuzione dove deve essere consumata in tempo reale, garantend costante ed istantaneo equilibrio tra domanda ed offerta. Società di Distribuzione: sono proprietarie delle reti elettriche di media e bassa tensione che, connesse con quella di trasmissione, portano l’energia agli utenti finali. Posseggono quindi “l’ultimo miglio” di cavo (per fare un paragone con il mercato delle Tlc) e sono responsabili di molti parametri di qualità del servizio elettrico. Società di Vendita, ovvero imprese private che si occupano del rapporto con il cliente finale e che provvedono ad acquistare l’energia dalla Bo elettrica o dai produttori, occupandosi degli oneri di trasmissione e distribuzione. Assieme alle società di distribuzione, sono le aziende che più hanno avuto impatto dagli effetti del decreto Bersani: basti dire che, a partire dal 1999, in Italia ne sono nate oltre 200. Utenti Finali. Vengono divisi in tre grandi tipologie: utenza residenziale, illuminazione pubblica, altri usi (tipicamente il mondo business). Il Mercato elettrico italiano La gestione economica, nonché l’organizzazione del mercato elettrico, è stata affidata al Gestore del Mercato elettrico (Gme), con il compito di garantire il rispetto di criteri di neutralità, trasparenza, obiettività, nonché di concorrenza tra produttori, e di assicurare, altresì, la gestione economica di un’adeguata disponibilità della riserva di potenza. Il documento che disciplina il funzionamento del Mercato è il Testo integrato della Disciplina del Mercato elettrico, approvato con decreto ministeriale il 19 dicembre 2003. Ma vediamo come funziona, nel dettaglio, il mercato elettrico. Si tratta di uno scenario molto complesso, poiché al suo interno operano diverse figure affinché l’energia possa arrivare al luogo dove viene consumata. Dalle centrali di produzione, i produttori immettono l’energia nella rete nazionale di trasporto (per intenderci, la rete è quella formata dai tralicci che vediamo attraversare le nostre campagne). La rete di trasporto è di proprietà di Terna spa, quotata in borsa, partecipata al 29% dalla Cassa Depositi e Prestiti. L’energia elettrica viaggia nella rete in alta tensione e viene trasportata fino ai centri di consegna, dove la tensione viene abbassata e l’energia elettrica continua il suo viaggio fino ai nostri contatori. Quest’ultima fase viene affidata al distributore locale, autorizzato alla gestione dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Tutte queste attività devono essere ovviamente retribuite e, nella bolletta, esistono voci a copertura dei costi corrispondenti. Nel decreto Bersani sono individuati gli elementi che compongono il prezzo dell’energia elettrica: costi di generazione (fornitore); costi di dispacciamento (Terna spa); costi di trasporto (distributore locale); oneri generali di sistema (oneri sostenuti nell’interesse del sistema elettrico); imposte erariali e addizionali (Stato); Iva sulle voci precedenti. Il Mercato vincolato In Italia esiste uno specifico organismo indipendente, l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas (Aeeg), istituito con la legge 14 novembre 1995, n.481, con funzioni di regolazione e di controllo dei servizi nei settori dell’energia elettrica e del gas. Con l’entrata in vigore del Decreto Bersani, l’Aeeg ha assunto compiti specifici attinenti all’ambito del cosiddetto mercato vincolato, come la determinazione delle tariffe, dei livelli di qualità dei servizi e delle condizioni tecnico-economiche di accesso e interconnessione alla rete di trasmissione nazionale. Per le utenze che non possono o non desiderano accedere al libero mercato, l’Autorità provvede trimestralmente a disciplinare il quadro tariffario dei costi elettrici di vendita. Si tratta di una ristretta tipologia di utenti così definita: utenze domestiche, illuminazione pubblica e altre utenze tutte in bassa tensione; illuminazione pubblica e altre utenze in media tensione; utenze in alta/altissima tensione. I costi dell’energia elettrica per il mercato vincolato discendono in via diretta dalle attività di approvvigionamento dell’Acquirente unico, l’ente deputato all’acquisto all’ingrosso dell’energia elettrica per gli utenti non liberalizzati. Il Mercato libero Va preliminarmente osservato che la liberalizzazione riguarda l’attività di vendita dell’energia elettrica al dettaglio. Per essere venduta ai clienti, l’energia elettrica deve essere prodotta in appositi impianti e trasportata sulle reti di trasmissione nazionale e di distribuzione locali fino al contatore. Fino al 30 giugno 2007 le famiglie italiane hanno pagato la bolletta dell’energia elettrica in base a tariffe fissate dall’Autorità. Dal 1° luglio 2007, come già detto, si è usciti dal vecchio sistema delle tariffe, passando a bollette calcolate sommando prezzi e tariffe. Il prezzo dell’energia viene determinato liberamente dal mercato, tramite le offerte delle diverse società di vendita. Restano invece soggetti a tariffe dell’Autorità le altre voci: i servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell’energia (che necessitano di infrastrutture e non possono essere messi in concorrenza) e gli oneri generali di sistema già citati. La nuova bolletta, dunque, è composta, oltre che dalle imposte, da un prezzo (dell’energia) e una tariffa (per i servizi legati a infrastrutture). Grazie alla “liberalizzazione” del mercato, i consumatori possono decidere in ogni momento di cambiare contratto o mantenere ancora la fornitura alle condizioni economiche e contrattuali fissate dall’Autorità, il cosiddetto servizio di maggior tutela, disponibile solo per le famiglie e le piccole imprese (se connesse in bassa tensione, con meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 10 milioni di euro). Per gli altri clienti (le imprese con 50 o più dipendenti, o con fatturato annuo superiore a 10 milioni di euro, o non alimentate in bassa tensione) è stato istituito un servizio di salvaguardia, che assicura la fornitura a condizioni tali da incentivare il passaggio al mercato libero. Uno dei vantaggi del mercato elettrico liberalizzato, a differenza del mercato vincolato, è che si può negoziare praticamente tutto (prezzo, tariffa, condizioni di pagamento, ecc.). Ciò, ovviamente, nei limiti di legge e in particolare nei limiti imposti dall’Autorità dell’Energia. Il fornitore grossista, quindi, nel fare la propria offerta deve tenere ben presenti i propri costi di approvvigionamento, che dipendono dall’efficienza dei propri impianti. Sono questi il vero termometro del suo livello di competitività.