Aspetti di Igiene e Sicurezza nell`esercizio di Centri di Estetica

Aspetti di Igiene e Sicurezza nell’esercizio di
Centri di Estetica
Incontro formativo per gli operatori professionali
Reggio Emilia 13 Settembre 2004
Esposizione a Radiazioni Ottiche UV e
Laser nell’esercizio di Centri Estetici
Paolo Zanichelli – ARPA Reggio Emilia
PARTE II°
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Esposizione a Radiazioni Ottiche UV e Laser
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Apparecchiature per l’abbronzatura artificiale: normativa CEI EN 60335-2-27
Radiazione, Tossicità e pericoli analoghi
Gli apparecchi UV devono essere forniti con almeno 2 paia di occhiali protettivi che
assicurino una adeguata protezione degli occhi.
La trasmissione della radiazione non deve superare i valori specificati nella tabella 102.
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Apparecchiature per l’abbronzatura artificiale: normativa CEI EN 60335-2-27
Radiazione, Tossicità e pericoli analoghi
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Apparecchiature per l’abbronzatura artificiale: Raccomandazioni ICNIRP
La Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non
Ionizzanti (ICNIRP) è un prestigioso organismo internazionale la cui
autorevolezza nel campo della protezione dalle radiazioni non ionizzanti è
ampiamente riconosciuta.
Il documento "Health Issues of Ultraviolet Tanning Appliances used for
Cosmetic Purposes", pubblicato nel 2003, rappresenta la sintesi aggiornata
dell'attività svolta dalla ICNIRP in questo importante settore della protezione.
Il predetto documento, tradotto in italiano con il titolo "Problemi sanitari
connessi con l'uso di apparecchiature abbronzanti per scopi cosmetici", è
disponibile
nel
sito
del
Istituto
Superiore
di
Sanità
(http://www.iss.it/sitp/sole/index.html).
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Apparecchiature per l’abbronzatura artificiale: Raccomandazioni ICNIRP 2003
Conclusioni e Raccomandazioni 1
L'analisi della letteratura scientifica mostra che la RUV solare è un fattore causale per i
carcinomi della pelle (carcinoma squamoso e basocellulare) e per il melanoma cutaneo,
provoca l'invecchiamento precoce della pelle ed altri effetti nocivi per la salute.
Considerata la forte evidenza statistica degli effetti nocivi alla salute prodotti dalla RUV,
la ICNIRP (Commissione Internazionale sulla Protezione dalle Radiazioni Non
Ionizzanti) esprime il parere che in ogni caso l'uso di apparecchiature abbronzanti possa
comportare un maggiore rischio di tumore, anche se manca l'evidenza diretta e
conclusiva che l'esposizione ai lettini solari sia causa di tumori della pelle. Il rischio è
particolarmente elevato per i soggetti di fototipo I e II e per i bambini e i ragazzi.
Pertanto
l'ICNIRP
sconsiglia
l'uso
di
apparecchiature
“W-emitting”
nell'abbronzatura della pelle o per altri scopi di natura non medica. Sono
particolarmente a rischio di effetti nocivi per la loro salute e perciò sono
particolarmente sconsigliati dall'utilizzare apparecchiature abbronzanti tutti coloro
che appartengono alle seguenti categorie:
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Conclusioni e Raccomandazioni 2
‰ Soggetti di fototipo I o II;
‰ Bambini e ragazzi di età inferiore a 18 anni;
‰ Soggetti con un elevato numero di nevi (nei);
‰ Soggetti che tendono a produrre lentiggini;
‰ Individui con una storia personale di frequenti ustioni solari in età infantile e
nell'adolescenza;
‰ Soggetti con lesioni cutanee premaligne o maligne;
‰ Soggetti con la pelle danneggiata dal sole;
‰ Coloro che utilizzano cosmetici. Questi prodotti possono aumentare la
fotosensibilità individuale nell'esposizione alla RUV;
‰ Persone che assumono farmaci. In questo caso, si dovrebbe chiedere il
parere del medico curante per appurare se essi possano aumentare la
propria fotosensibilità agli UV.
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Apparecchiature per l’abbronzatura artificiale: Raccomandazioni ICNIRP 2003
Conclusioni e Raccomandazioni 3
Se però, in contrasto con le predette raccomandazioni, una persona decide comunque di
utilizzare le apparecchiature abbronzanti, allora bisogna che siano adottate le misure idonee
a ridurre il rischio ai livelli più bassi possibili.
‰ Non si devono vantare effetti sanitari benefici. Qualsiasi impiego di apparecchiature abbronzanti con
finalità terapeutiche deve avvenire unicamente in strutture sanitarie;
‰ Le apparecchiature abbronzanti devono essere conformi ai requisiti dello standard della norma tecnica
IEC (1995) e devono appartenere soltanto ai tipi 1, 2, o 3 definiti in detta norma;
‰ Il cliente deve essere adeguatamente informato sui rischi sanitari derivanti dall'esposizione;
‰ Occhiali protettivi con caratteristiche idonee devono essere messi a disposizione dei clienti per la loro
utilizzazione durante le sedute abbronzanti;
‰ Gli operatori addetti devono ricevere un'istruzione adeguata e certificata da un attestato;
‰ E' responsabilità degli operatori professionali fornire al cliente informazioni e istruzioni su come usare
in modo sicuro le apparecchiature abbronzanti;
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‰ Ridurre al minimo il numero delle sedute. Ad esempio, il regolamento francese (J.O. République
Française, Annexe 2, 1997) richiede normalmente che l'esposizione nei soggetti di fototipo III e IV,
quelli con pelle melano-competente, non debba eccedere due sedute la settimana, per un massimo di
30 sedute nel corso dell'anno (esposizione eritemigena efficace di 500 J/m2 per seduta). Si consiglia di
interrompere saltuariamente il ciclo regolare delle esposizioni;
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Apparecchiature per l’abbronzatura artificiale: Raccomandazioni ICNIRP 2003
Conclusioni e Raccomandazioni 4
‰ Le ditte costruttrici e i rivenditori devono fornire le tabelle sui tempi di esposizione basate sulle
caratteristiche delle lampade delle apparecchiature abbronzanti;
‰ Poiché la fotosensibilità degli individui varia considerevolmente, è consigliabile limitare la durata della
prima seduta a circa la metà di quella di una seduta regolare al fine di valutare la risposta della pelle.
Se dopo la prima seduta si manifesta qualche reazione cutanea anomala, un ulteriore uso del lettino
solare è sconsigliato;
‰ Non si devono utilizzare prodotti che abbiano lo scopo di aumentare o accelerare l'abbronzatura;
‰ Qualsiasi modifica tecnica, come, ad esempio, la sostituzione di lampade, filtri o riflettori non deve
cambiare la classificazione IEC dell' apparecchio. Le apparecchiature abbronzanti devono essere
munite di un interruttore programmabile a tempo;
‰ Le apparecchiature abbronzanti collocate in alberghi o in centri ricreativi devono essere sottoposte agli
stessi controlli (esattamente come per ogni esercizio commerciale);
‰ Al fine di evitare possibili errori nel loro uso, non si devono utilizzare apparecchiature abbronzanti
incustodite o con funzionamento a gettone;
‰ Considerata la tipologia del loro impiego, le lampade solari utilizzate a domicilio non sono sottoposte
allo stesso livello di controlli di quelle utilizzate con una adeguata supervisione negli esercizi
commerciali; pertanto il venditore o il fornitore dell'attrezzatura deve fornire ulteriori informazioni sulla
sicurezza. Nella fattispecie, devono essere utilizzate solo apparecchiature abbronzanti IEC di tipo 3.
‰ Pur riconoscendo che le modalità per adempiere e conformarsi a queste raccomandazioni possono
variare da Paese a Paese, le apparecchiature abbronzanti devono essere comunque conformi a queste
raccomandazioni, e tale conformità, quando ciò sia possibile, deve essere verificata dalle autorità
nazionali competenti.
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Apparecchiature per l’abbronzatura artificiale: Risultati indagine 1994
Apparecchi esaminati
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Apparecchiature per l’abbronzatura artificiale: Risultati indagine 1994
Mancate Conformità e Classificazione
9
P.to Norma CEI
8
% non conformi
7.1
7.12
32.102
UV Tipo
Avvertimento
100
100
Istruzioni e
precauzioni
100
Occhiali di
protezione
93
N° APPARECCHI
7
6
5
4
3
2
1
0
1
2
3
TIPO UV
10
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Apparecchiature per l’abbronzatura artificiale: Risultati indagine 1994
Dosi UV Prima Esposizione e Conclusioni
Conclusioni
Quanto evidenziato dall'indagine induce a considerare con maggiore attenzione gli aspetti di
protezione connessi all'impiego delle apparecchiature per l'abbronzatura artificiale. Tale
attenzione dovrebbe essere rivolta a sensibilizzare i costruttori nell'adeguare le loro
apparecchiature alle norme di buona tecnica e a promuovere una più ampia azione
d'informazione rivolta sia agli operatori del settore che ai fruitori del trattamento. In particolare,
questi ultimi dovrebbero essere messi a conoscenza dei rischi a cui sono soggetti, mentre gli
operatori dovrebbero essere istruiti sulle modalità di applicazione del trattamento abbronzante,
sui criteri di scelta, manutenzione e sostituzione delle lampade e delle apparecchiature.
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Apparecchiature Laser per Epilazione: Tipi di laser
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Apparecchiature Laser per Epilazione: Seduta del Consiglio Superiore di
Sanità 25.10.2000
Considerato che:
a.
b.
c.
d.
e.
f.
le osservazioni epidemiologiche, cliniche e sperimentali hanno definitivamente accertato che i laser
per epilazione, anche se usati correttamente, possono causare effetti dannosi sulla cute. Tali effetti
comprendono:
Azione infiammatoria, eritemigena ed edemigena, perifollicolare
Danni all'epidermide con formazione di lesioni bollose e crostose
Esiti pigmentari (in particolare iperpigmentazione) di solito transitori e, raramente, permanenti
Danni ai piccoli vasi della cute con formazione di lesioni purpuriche
Possibilità di indurre la recidiva o il peggioramento di infezioni cutanee, in particolare virali
L'uso non corretto dei laser per epilazione può poi portare ad esiti cicatriziali permanenti a livello
della cute e a danni oculari importanti per la ricchezza in melanina della retina.
RIBADISCE
¾ che l'uso dei laser debba essere riservato a personale medico, dotato di conoscenza specifica teorica
e pratica delle indicazioni d'uso, modalità d'impiego, rischi e norme di sicurezza relative
¾ che la definizione “laser estetico" utilizzata nella Legge 1 del 4/1/90 debba essere eliminata: tale
definizione è incongrua e non trova riscontro nella letteratura scientifica nazionale ed internazionale,
nel cui ambito, anche i laser per epilazione rientrano tra i laser utilizzati in regime chirurgico e la
finalità estetica della loro applicazione rimane comunque di stretta pertinenza della medicina.
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Apparecchiature Laser per Epilazione: Normativa Tecnica
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Apparecchiature Laser per Epilazione: Interazione e Penetrazione della radiazione Laser
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Norma CEI EN 60825-1: Classificazione dei Laser
Classe 1: Laser che sono sicuri nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili,
compreso l'impiego di strumenti ottici per visione diretta del fascio.
Appartengono a questa classe tutti quei laser i cui livelli di emissione non possono in alcun modo
superare le EMP (laser intrinsecamente sicuri). Laser con emissioni superiori alle EMP possono
rientrare in questa classe solo se i criteri progettuali e realizzativi sono tali da impedire in qualunque
circostanza esposizioni superiori alle EMP.
Classe 1M: Laser che emettono radiazione nell'intervallo di lunghezze d'onda tra 302,5 nm e 4000 nm,
che sono sicuri nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili, ma che possono essere
pericolosi se l'utilizzatore impiega ottiche all'interno del fascio. Si applicano due condizioni:
a) per fasci divergenti, se l'utilizzatore pone i componenti ottici entro 100 mm dalla sorgente per
concentrare (collimare) il fascio, oppure
b) per un fascio collimato con un diametro superiore a quello specificato nella Tab. 10 per le misure
dell'irradiamento e dell'esposizione energetica.
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Norma CEI EN 60825-1: Classificazione dei Laser
Classe 2: Laser che emettono radiazione visibile nell'intervallo di lunghezze d'onda tra 400 nm e
700 nm, in cui la protezione dell'occhio è normalmente assicurata dalle reazioni di difesa compreso il
riflesso palpebrale. Questa reazione può essere prevista per fornire una protezione adeguata nelle
condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili, compreso l'impiego di strumenti ottici per
visione diretta dei fascio.
La potenza o l’energia emessa è limitata ai LEA della classe 1 per durate di esposizione fino a 0.25
sec. Per durate superiori, il limite è 1 mW.
Classe 2M: Laser che emettono radiazione visibile nell'intervallo di lunghezze d'onda compreso tra
400 nm e 700 nm, in cui la protezione dell'occhio è normalmente assicurata dalle reazioni di difesa
compreso il riflesso palpebrale. Tuttavia l'osservazione dell'emissione può risultare più pericolosa
se, all'interno del fascio, l'utilizzatore impiega ottiche. Si applicano due condizioni:
a) per fasci divergenti, se l'utilizzatore pone i componenti ottici entro 100 mm dalla sorgente per
concentrare (collimare) il fascio, oppure
b) per un fascio collimato con un diametro superiore a quello specificato nella Tab.10 per le misure
dell'irradiamento e dell'esposizione energetica.
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Norma CEI EN 60825-1: Classificazione dei Laser
Classe 3R: Laser che emettono nell'intervallo di lunghezze d'onda compreso tra 302,5 nm e 1 mm, in
cui la visione diretta del fascio é potenzialmente pericolosa, ma il rischio é inferiore a quello dei laser
di Classe 3B e si applicano prescrizioni costruttive e misure di controllo per l'utilizzatore minori
rispetto ai laser della Classe 3B. Il limite di emissione accessibile è compreso entro cinque volte il
LEA della Classe 2 nell'intervallo di lunghezze d'onda tra 400 nm e 700 nm e cinque volte il LEA della
Classe 1 per le altre lunghezze d'onda.
Classe 3B: Laser che sono normalmente pericolosi in caso di visione diretta del fascio. Le riflessioni
diffuse sono normalmente sicure.
Per laser con emissione continua il LEA è pari a 0.5 W nell’intervallo 315 nm ÷ 1 mm
Classe 4: appartengono a questa classe tutti i dispositivi di alta potenza che superano i LEA della
classe 3B. I laser con emissione continua e con potenze d’uscita superiori a 0.5 W per lunghezze
d’onda superiori a 315 nm appartengono a questa classe. La visione nel fascio ed anche di riflessioni
diffuse è sempre pericolosa. Possono causare lesioni anche alla pelle e dare origine ad incendi. Il
loro uso richiede un'estrema cautela.
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Fascicolo CEI 5928: Guida all’uso degli apparecchi Laser in medicina
3. - Procedure Amministrative
3.1 – Addetto alla Sicurezza Laser (ASL)
Per installazioni in cui vengono utilizzati apparecchi di classe 3B o 4,
l’Organismo Responsabile deve indicare un ADDETTO ALLA SICUREZZA
LASER (ASL), e definirne le responsabilità.
E’ compito dell’ASL supportare e consigliare l’Organismo Responsabile per
quanto riguarda l’uso sicuro delle apparecchiature Laser e le misure di
protezione.
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Fascicolo CEI 5928: Guida all’uso degli apparecchi Laser in medicina
3. - Procedure Amministrative
3.2 – Supervisione medica (sorveglianza Oftalmica)
In assenza di regolamentazioni nazionali, si dovrebbero tenere in
considerazione le seguenti raccomandazioni:
¾ il valore della sorveglianza medica degli operatori laser è un problema
fondamentale e ancora non risolto nella professione medica. Se vengono
intrapresi degli esami oftalmici questi dovrebbe essere effettuati da
specialisti qualificati e dovrebbero essere limitati a operatori che utilizzano
laser di classe 3B e 4;
¾ si dovrebbe effettuare un esame medico da parte di uno specialista subito
dopo (cioè entro 24 h) una evidente o presunta esposizione dannosa
oculare. Tale esame dovrebbe essere supportato da un'analisi biofisica
completa delle circostanze in cui l'infortunio è avvenuto;
¾ gli esami oftalmici prima durante e dopo l'utilizzo di un laser per operatori di
apparecchi di classe 3B e 4 hanno valore a fini medico-legali e non fanno
necessariamente parte di un programma di sicurezza.
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Fascicolo CEI 5928: Guida all’uso degli apparecchi Laser in medicina
Allegato D – Addestramento alla Sicurezza Laser
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Il seguente compendio viene raccomandato per l'addestramento alla sicurezza laser. Esso dovrebbe
essere modificato in estensione e contenuto dall'addetto alla sicurezza laser in modo da adeguarsi
all'apparecchio laser da utilizzare e al ruolo delle persone interessate.
¾ Caratteristiche della radiazione laser emessa da diversi tipi di laser
¾ Generazione della radiazione laser e pericoli
¾ Principi di assicurazione qualità
¾ Gestione dell'apparecchio
¾ Interazioni laser-tessuto
¾ Effetti dell'esposizione dell'occhio e della pelle alla radiazione laser
¾ Gestione della sicurezza laser, ruolo dell'addetto alla sicurezza e analisi dei casi sospetti di
esposizione accidentale
¾ Zona laser controllata, limiti, segnaletica di avvertimento, controllo dell'accesso
¾ Dispositivi di protezione individuale
¾ Pericoli provocati dalla riflessione o dall'assorbimento del fascio laser rispetto agli strumenti e ad
altre sostanze e ai pericoli associati alle miscele anestetiche.
¾ Precauzioni per assicurare che l'esposizione della pelle non protetta e degli occhi dei presenti sia
inferiore ai livelli massimi permessi
¾ Pericoli per il paziente associati alle procedure di trattamento laser e metodi di riduzione dei rischio
¾ Pericoli accidentali come pericoli elettrici, rischio di incendio e di esplosione, liquidi criogenici,
contaminazione atmosferica fumi e frammentazione dei tessuti
¾ Pubblicazioni IEC corrispondenti e linee guida (più regolamentazioni nazionali come appropriato)
¾ Principi si valutazione del rischio e gestione