I PARERI DI ALCUNI SPECIALISTI Sono molti i medici, cardiologi e pediatri che non sono d’accordo con l’abolizione del certificato di buona salute. “La certificazione di sana e robusta costituzione? Vorrei non fosse abolita riferisce il Prof. Massimo Pagani, direttore della Scuola di Specializzazione in medicina dello Sport -. Anche se la certificazione suddetta non si accompagna ad esami strumentali particolari, implica una valutazione clinica, di solito da parte del medico (o pediatra) di famiglia, che già conosce il “paziente” e le sue eventuali problematiche. Sarebbe quindi assai curioso tagliare una parte importante, assai utile per realizzare in sicurezza l’introduzione di stili di vita salutari e soprattutto dell’esercizio, nella pratica preventiva quotidiana”. “La dizione non agonistica è limitante - aggiunge il Prof. Maurizio Viecca, specialista in cardiologia e pneumologia all’ospedale Sacco di Milano e professore all’Università degli Studi di Milano -. Quando si pratica sport c’è sempre agonismo. Chi non fa un minimo di controllo medico e lo pratica senza allenamento, senza un allenatore, è molto più esposto a potenziali rischi di un professionista”. “Senza certificato? Mi sfugge il senso di questa proposta. Chi conosce i bambini sa che anche quando lo sport non è competitivo il loro impegno è massimo, perché il gioco per loro è un lavoro e i bambini lavorano seriamente - ribadisce il prof. Alessandro Fiocchi, direttore dell’Unità operativa di Pediatria dell’ospedale Macedonio Melloni -. Il momento del certificato per lo sport non agonistico è il momento in cui il pediatra valuta che il bambino non abbia soffi o altri problemi cardiologici, che non abbia problemi ortopedici, che non abbia alterazioni pressorie. Ma soprattutto penso alle volte in cui durante la visita per il certificato ho riscontrato anomalie, di solito cardiache, che pongono cautela per l’attività sportiva “spinta”. DEFRIBILLATORI ED ELETTROCARDIOGRAFI Il defibrillatore permette un intervento immediato in caso di arresto cardiaco durante la prestazione fisica. Le linee guida attualmente vigenti dicono che un intervento tempestivo entro i primi 3 minuti dall’arresto cardiaco permette di salvare la vita senza danni cerebrali importanti. Il defibrillatore deve essere utilizzato preferibilmente da personale che abbia seguito un corso BLSD (Basic Life Support Defibrilation), quindi che sappia effettuare manovre di rianimazione cardiovascolare. L’elettrocardiografo si utilizza nei casi in cui il paziente abbia un malessere di qualunque natura che può influire sul corretto funzionamento del cuore. L’ECG viene poi inviato per via telematica ad una centrale d’ascolto, normalmente una UTIC (Unità di Terapia Intensiva Coronarica) presidiata 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, da un cardiologo che prepara un referto in tempo reale. L’elettrocardiogramma può essere usato anche per un controllo preventivo o per screening periodici (ad es. ogni sei mesi) degli atleti. I corsi per l’utilizzo dell’elettrocardiografo sono relativamente più semplici e non richiedono competenze particolari: tuttavia, è importante essere istruiti su come posizionare gli elettrodi e adoperare il dispositivo in modo corretto.