08 settembre 2011
Hall università
20:00
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Serie conferenze 2007
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IL CERVELLO E
LA MUSICA
LA MUSICA è NEL CERVELLO?
LA RICERCA OGGI STUDIA IL RAPPORTO
TRA MUSICA E:
memoria
percezione/attenzione
linguaggio
controllo motorio
emozione
La letteratura neuropsicologica presenta casi di danno selettivo nei compiti di percezione dei vari aspetti del
suono:
è deducibile che i diversi elementi sonoro-musicali siano elaborati da strutture cerebrali differenti.
Pazienti con danno cerebrale dimostrano che la capacità musicale può essere selettivamente danneggiata (o risparmiata).
L’amusia, per esempio, è l’incapacità di riconoscere i suoni musicali pur mantenendo la capacità di riconoscere
altri stimoli uditivi (quali il linguaggio verbale o i suoni ambientali).
Studi di neuroimmagine confermano queste ipotesi.
ALCUNE DOMANDE DEI NEUROSCIENZIATI SUL CERVELLO MUSICALE:
MUSICA,CERVELLO e RICERCA:
LE NEUROSCIENZE COGNITIVE.
lo scopo delle neuroscienze cognitive è spiegare i processi
mentali in termini di struttura e funzione delle regioni rilevanti del cervello
memoria
la memoria musicale è specifica (come quella olfattiva) o è assimilabile ad altri tipi di memoria?
linguaggio
esiste una sola rete neuronale comune a musica e parole oppureutilizziamo due reti distinte per analizzare
stimoli linguistici o musicali ?
la ricerca scientifica vede nella musica un’opportunità
unica per meglio comprendere l’organizzazione del cervello umano.
controllo motorio
l’ascolto della musica implica un sistema di neuroni specchio? Attivamo neuroni motori immaginando il gesto che produce il suono che udiamo?
la musica prevede l’integrazione di attività cerebrali complesse per le sue strette connessioni con percezione, memoria, emozione, apprendimento.
emozione
il ruolo adattivo della musica potrebbe essere quello di abituare il soggetto ad esperire emozioni senza correre
il rischio dell’agire?
LA PERCEZIONE VISIVA E UDITIVA: IL RAGGRUPPAMENTO DELL’INFORMAZIONE
Quanti oggetti vedi sulla facciata del palazzo?
Come per i processi cognitivi messi in atto nella visione, anche la nostra percezione della musica oscilla fra modalità alternative
di organizzazione figura/sfondo
Un fattore centrale nell’attenzione musicale è la formazione di raggruppamenti sequenziali (canali di attenzione). l’ascolto musicale implica un continuo processo decisionale riguardo a quali connessioni formare, modulato dalla expertise.
SPECIALIZZAZIONE EMISFERICA E
ESPERIENZA
i fattori importanti nel determinare la specializzazione emisferica sono la natura del training musicale e le strategie
usate nell’ascolto e/o nell’elaborazione musicale.
L’emisfero sx è analitico mentre l’emisfero dx elabora l’informazione in modo globale
I PRIMI ESPERIMENTI sulla SPECIALIZZAZIONE EMISFERICA nella PERCEZIONE MUSICALE
In passato si era pensato che l’emisfero destro fosse responsabile dell’elaborazione musicale ma oggi è chiaro che una dicotomia rigida è troppo riduttiva.
1962
studio su 27 pazienti epilettici prima e dopo una lobectomia destra: errori in memoria tonale, timbro, intensità, tempo, meno nel tono e nel ritmo.
1974
esperimenti con la tecnica dell’ascolto dicotico (con presentazione di stimoli uditivi differenti per orecchio destro e orecchio sinistro): i musicisti riconoscono le melodie meglio
con l’orecchio dx (emisfero sx) mentre i non musicisti meglio con il sx
1990
pazienti con danno emisferico sinistro perdono la capacità di identificare melodie, ma non di discriminarle
08 settembre 2011
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IL CERVELLO E
LA MUSICA
LA MUSICA: INNATA O APPRESA? il dibattito cultura/natura: siamo tutti
musicisti?
LA PLASTICITA CEREBRALE
La rappresentazione corticale trovata per alcune aree motorie (es. dita) e uditive nei musicisti dimostra come una pratica musicale intensiva allo strumento possa portare a un
adattamento funzionale dell'organizzazione della corteccia
cerebrale.
I cambiamenti nella rappresentazione corticale sono correlati, inoltre, all'età in cui il soggetto ha iniziato a suonare.
I musicisti che hanno iniziato a suonare prima dell'età di 9
anni, hanno una rappresentazione corticale più estesa per le
aree coinvolte nell’elaborazione musicale.
Si riconoscono sia abilità presenti a partire dalla prima infanzia che componenti acquisite come conseguenza dell’interazione ambientale e culturale
L’ascolto della musica della propria cultura fornisce all’ascoltatore un bagaglio di conoscenze implicite che facilitano l’elaborazione successiva
degli stimoli musicali.
È stato visto come l’interazione con stimoli musicali possa cominciare
prima dalla nascita già a partire dal secondo trimestre della gravidanza
Il training musicale migliora le capacità cognitive:
Dopo un anno di pratica musicale i bambini dimostrano prestazioni migliori in test di memoriaverbale, visuo-spaziale, matematica. Questi dati trovano conferma nell’analisi del
volume di materia grigia
La plasticità cerebrale è possibile anche negli adulti ma è
più limitata rispetto a quella dei bambini.
LA RISONANZA MAGNETICA FUNZIONALE
La risonanza magnetica funzionale, (abbreviata fMRI) è in
grado di visualizzare la risposta emodinamica (cambiamenti
nel contenuto di ossigeno del parenchima e dei capillari) correlata all'attività neuronale del cervello o del midollo spinale,
nell'uomo o in altri animali.
LE TECNICHE DI
NEUROIMMAGINE
Lo sviluppo delle tecniche
di elettrofisiologia e di neuroimmagine ha contributo ad
allargare le nostre conoscenze nell’ambito della neurofisiologia e neuroanatomia della musica e a definire alcuni
circuiti neurali che sono alla base dell’elaborazione musicale
Questa tecnica di neuroimmagine ha permesso di visualizzare
l’attività del cervello in vivo mentre
compiamo un’azione, pensiamo o ci emozioniamo.
Assieme ad altre tecniche, la fMRI ha consentito di studiare il
pattern di attivazione delle differenti aree del cervello, rivelando che ciascuna delle strutture cerebrali è specializzata per uno o più compiti specifici, come
l’elaborazione degli stimoli sensoriali (visivi, tattili,uditivi, ecc.), la pianificazione ed esecuzione di
processi motori o la percezione di determinati stimoli emotivi.
NUOVI SVILUPPI IN AMBITO RIABILITATIVO: LA MUSICOTERAPIA
La musica è una funzione complessa che necessita e stimola ampie reti neurali.
È accessibile a tutti, anche a bambini molto piccoli.
La pratica musicale sembra poter modificare - entro certi limiti - le connessioni cerebrali e migliorare alcune capacità non musicali.
La musicoterapia è una nuova disciplina che incontra sempre più successo
Studi recenti dimostrano la possibile efficacia della musicoterapia in ambito terapeutico