17 - Lepiota brunneoincarnata

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FUNGHI E AMBIENTI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA
17. Lepiota brunneoincarnata Chodat & Martin
[per i colori bruno e incarnato = roseo]
Classe Basidiomycetes
Subclasse Hymenomycetidae
Ordine Agaricales
Famiglia Agaricaceae
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I FUNGHI DI VENEZIA E ISOLE
Cappello
15-50 (60) mm di diametro, inizialmente quasi emisferico, poi convesso e infine piano, sempre con umbone ottuso più o meno rialzato. La cuticola è inizialmente unita, asciutta, bruno-nerastra, bruno-vinosa,
bruno-rosata, anche bruna; con la crescita si screpola,
ad eccezione del centro che rimane unito, in squame
ad andamento più o meno concentrico che lasciano
intravedere lo strato sottostante di color crema-rosato.
Il margine è appendicolato nei giovani esemplari.
Lamelle
Libere al gambo, moderatamente fitte, bianche nei
giovani esemplari, crema negli adulti, filo intero o
leggermente crenulato; lamellule presenti.
Gambo
20-50 x 3-7 (10) mm, cilindrico o leggermente ingrossato verso la base, fibrilloso, bianco, in seguito
carnicino sopra la zona anulare sempre ben evidente
e formata da resti del velo concolori al cappello, che
si ripetono fino alla base; fistoloso-cavo.
Carne
Bianca nel cappello, tendente a diventare rosata verso la corteccia ed in fondo al gambo; odore acidulofruttato, più o meno intenso, sgradevole (riconducibile a quello tipico di Lepiota cristata).
Microscopia
Spore 8,5-10,5 x 4,5-5,5 µm, lisce, ellittiche-ovoidali,
ialine; basidi: 22-30 x 8-10 µm, tetrasporici, clavati;
cheilocistidi: 20-28 (30) x 8-14 µm, clavati; epicute
formata da peli cilindrici, subfusiformi, a parete spessa, lunghi 80-300 (350) x 10,5-14 µm, con pigmento
bruno-ocraceo; sottostrato imeniforme compatto.
Microscopia
Habitat
Frequentissima in parchi e giardini, specialmente sotto latifoglia; all’inizio dell’estate, poi in autunno, in
piccoli gruppi.
Commestibilità
Considerata mortale, è responsabile di diversi gravissimi avvelenamenti a lenta insorgenza documentati
in tutta Europa ed in Nordafrica. Questa sindrome,
nota come “helveoliana”, ha molte analogie con gli
avvelenamenti causati da Amanita phalloides.
Note
Specie tanto bella quanto pericolosa; è fondamentale riconoscerla (la cosa non è difficile una volta memorizzati l’habitat, l’aspetto robusto, la squamosità
del gambo, i colori bruno-rosati) per evitarne la raccolta ed il consumo; gli stessi avvertimenti devono
essere estesi a tutto il gruppo delle lepiote di piccola taglia.
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