Programma di Sala - Comune di Castenaso

Di una stella si accese la notte
Corale Quadriclavio
Direttore M. Lorenzo Bizzarri
Pieve di san Geminiano – Marano di Castenaso
20 dicembre 2014
PROGRAMMA
L. GROSSI DA VIADANA - Exultate Justi
T. L. DA VICTORIA- Ave Maria, Sitientes venite ad aquas
La stella di E. Rostand
Natività di M. G. Spada
J. S. BACH dall’Oratorio di Natale BWV 248 Brich an, o schönes Morgenlicht
Schaut hin, dort liegt im finstern Stall
J. S. BACH BWV 140 - Wachet auf, ruft uns die Stimme
J. S. BACH dalla Suite per Orchestra BWV 1066-1069 - Aria sulla quarta corda
A. VIVALDI dal Gloria- Gloria in excelsis Deo, Et in terra pax, Domine fili unigenite,
Quoniam Tu solus Sanctus, Cum Sancto Spiritu
Fermate i rami di L. de Vega
W. A. MOZART -Dormi,o bel Principin
Stella di Natale di M. G. Spada
E’ Natale di Madre Teresa di Calcutta
F.X. GRUBER -Stille Nacht
G. F. HÄNDEL - dal Messiah - Hallelujah
Testo a cura di Simona Zanichelli
Voci recitanti Alessandra Amaroli e Francesco Mercuri
1
L’intento di questa serata è quello di proporre, lungo il dipanarsi di un filo di musica e parole, il
viaggio alla luce di una stella cometa che i Magi delle terre d’Oriente fecero migliaia di anni fa e
che per metafora è il cammino che, in ogni tempo, gli uomini hanno compiuto spinti dalla loro sete
di infinito.
Un cammino che affonda le sue radici nell’eterna ricerca di immortalità e nel desiderio di andare
oltre, in un nuovo cammino di conoscenza, forse di speranza, alla ricerca di una vita al di là
dell’essere.
Facendosi protagonista di bellezza e armonia, la musica accompagna questo viaggio alla luce della
stella dipanandosi lungo il filo del tempo, e la polifonia rinascimentale arriva, nota dopo nota, allo
splendore festoso della musica barocca.
Fino a che, ancora una volta e finchè ci sarà umano tempo, ci sarà una stella che illumina un Dio
che ha scelto di nascere da donna.
L’unica fonte canonica che parla della stella cometa è il Vangelo di Matteo, che così recita: “Dopo
che Gesù nacque a Betlemme, ecco giungere dall’Oriente dei Magi, i quali domandarono: “Dov’è il
Re dei Giudei? Poiché abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti ad adorarlo……” Ed
ecco, la stella che avevano visto in Oriente li precedeva, finché non andò a fermarsi sopra il luogo
dove si trovava il Bambino con Maria sua madre. Pieni di grande gioia si prostrarono davanti a Lui
in adorazione, poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono oro, incenso e mirra.”
Ed esultarono i giusti della terra, perché avevano trovato il Signore che avrebbe salvato il mondo, la
meta di luce del loro cammino.
L. GROSSI DA VIADANA - Exultate Justi
Ma in nome di cosa, e per che cosa, i Magi d’Oriente attraversarono il grande deserto fra la Siria e
l’Arabia, e poi la Mesopotamia e poi ancora il deserto fino alla terra di Giudea?
Maria, la Madre del Salvatore, chiese alla luce della stella:
“Mago sapiente, mago della terra di Persia….. dimmi cosa cerchi, dimmi perché hai lasciato la tua
terra e la tua casa… dimmi cosa ti ha mosso il cuore e il passo per seguire la stella…”
“Donna di Giudea, è la Fede in Colui che è sempre stato e che sempre sarà che mi ha fatto partire.
Colui alla cui immensa perfezione io aspiro accordare i miei passi, dovunque Egli mi voglia
condurre.
Io desidero solamente di guardare con il suo sguardo: quando ti abbaglia come sole meridiano e
quando lo indovini con le palpebre abbassate con la paura di non rivederlo mai più.
A Lui io porto in dono incenso, il cui nome significa “ciò che è acceso”, per consacrarlo quale Dio
da essere adorato”
Ed ella proseguì: “Mago sapiente, mago della terra di Caldea…... dimmi cosa ti ha mosso il cuore
per seguire la stella….”
“Donna di Giudea, è la sete di un Dio che vinca la morte che consuma i miei giorni.
Un Dio che raccolga, fra le sue braccia pietose, la fragilità di questo mio divenire terreno per
rendermi eternamente beato.
A Lui io porto in dono mirra, la resina profumata che purifica l’offesa della morte e preserva i corpi
dalla sua corruzione.”
Ed ella ancora proseguì: “Mago sapiente, mago della terra d’Arabia… dimmi cosa cerchi, dimmi
perché hai lasciato la tua terra e la tua casa…. “
“Donna di Giudea, io cerco la consolazione al dolore. Ho lasciato la mia casa ed il mio regno,
perché ho udito il pianto del mio popolo. Come un mare disperato la sofferenza degli uomini si
infrangeva contro le mura del mio castello di pietra, ed io di notte segretamente piangevo la mia
impotenza di uomo, a cui l’essere re non dava alcun potere di conforto.
2
A Lui io porto in dono oro, la più nobile delle sostanze della terra, lucente come la luce stessa ed
emblema dei re.”
A queste parole Maria, la donna di Giudea, offrì loro la vista di quel Bambino, e la stella compagna
di tanti mesi di viaggio parve splendere ancor di più, quasi fosse sole.
Luce che, nel cuore, brillò fino all’ultimo giorno della loro vita, e ancora oltre.
T. L. DA VICTORIA- Ave Maria,
Sitientes venite ad aquas
Rimase la Madre alla luce della stella, e il silenzio scese sulla grotta di Betlemme.
I Magi sapienti, prostratisi sulla calda sabbia di Giudea, lo adorarono al chiarore di quella stella che
finalmente si era posata sul Bambino.
Sugli uomini che in ogni tempo avevano camminato, sperato, amato e sofferto.
Uomini ricchi, potenti, ammirati.
Uomini poveri, soli, vecchi e malati.
Perchè c’era, e ancora c’è posto, per tutti davanti a quella capanna, anche se non si hanno doni,
anche se non si ha Fede, anche se tante volte si è persa la stella.
La stella di Edmond Rostand
Perdettero i Magi una notte la stella.
Come si fa a perdere la stella?
Per averla troppo a lungo fissata…
I due re bianchi, che erano due sapienti di Caldea,
tracciarono al suolo dei cerchi, col bastone.
Si misero a calcolare, grattandosi il mento.
Ma la stella cometa era svanita come svanisce un’idea,
e quegli uomini, la cui anima
aveva sete di essere guidata,
piansero innalzando le tende di cotone bianco.
Ma il povero re nero, disprezzato dagli altri
si disse: “Bisogna pensare alla sete che non è la nostra
e dar da bere, lo stesso, agli animali”
Andò al pozzo per attingere l’acqua
e mentre sosteneva il secchio per l’ansa,
nello specchio di cielo in cui bevevano i cammelli
egli vide la stella d’oro che danzava in silenzio.
Nel cielo non più buio.
Natività di Maria Grazia Spada
Non sei un sogno e non hai un volto.
Nel silenzio di una notte stellata il tuo nome si rivela
dal buio sorge vivida la tua visione.
E per stringerti a me
cresce più forte il desiderio di darti al mondo
o figlio mio.
J. S. BACH dall’Oratorio di Natale BWV 248 Brich an, o schönes Morgenlicht
Schaut hin, dort liegt im finstern Stall
J. S. BACH BWV 140 -Wachet auf, ruft uns die Stimme
3
E’ così, Dio promesso, che voglio contemplarti. Brezza divina e materia unite nell'espressione
esattaper amore di quella umana carne che non sapeva il Tuo nome.
E’ così che voglio pregarti: Dio in fasce, Cristo minuscolo ed eterno, bambino debole e come me
indifeso,mille volte ripetuto, morto, crocifissoda ogni impuro gesto dell'uomo che sbaglia e che
pure tutto perdona e accoglie.
Tu riveli il Mistero, e tutto deve tacere. E rimanere solo musica
J. S. BACH dalla Suite per Orchestra BWV 1066-1069 - Aria sulla quarta corda
La stella illuminò il Bambino, e dall’alto un coro di angeli cantava “Gloria a Dio nel più alto dei
cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”
Come sarebbe a dire la pace? Stella cometa, dopo tanta strada percorsa, ci doni solo la pace? Forse
pensarono i Magi d’Oriente.
Ma la voce degli angeli continuava a cantare forte e sicura: Et pax in terra hominibus bonae
voluntatis. Null’altro.
Un Dio che nasceva era luce e pace, gli stessi conforti che si invocano per chi muore “Splenda ad
essi la luce perpetua, riposino in pace”. Come se la vita e la morte fossero la medesima realtà, la
diversa espressione di un medesimo concetto di cui luce e pace costituiscono la valenza
interpretativa.
Sembrerebbe tutto così semplice. E invece quanto è difficile capire.
E dire che non occorre essere colti, intelligenti, pieni di Fede, ma solo avere -così hanno detto gli
angeli- buona volontà.
Quella di chi fa del suo meglio, poco o tanto che sia.
Forse solo i pastori accorsi da ogni dove capirono davvero.
Loro, i più semplici, e puri di cuore, che si preoccupavano che ognuna delle loro pecore avesse il
suo cibo e il suo conforto.
Pastori che uscivano nella notte a cercare la pecora perduta, che ognuna di loro era importante.
Che la luce della stella è per tutti, e quanto meno brillerebbe se anche solo qualcuno rimanesse nel
buio della notte.
Perché è una stella che ogni angelo, sapiente che viene da lontano, pastore o pecora perduta, rende
così perfetta, e divina.
A. VIVALDI dal Gloria- Gloria in excelsis Deo, Et in terra pax, Domine fili unigenite,
Quoniam Tu solus Sanctus, Cum Sancto Spiritu
Fermate i rami di Lope de Vega
Grazie dei vostri doni,
grandi re dell’Oriente
ma fate piano,
chè il mio Bambino dorme.
Tra gli ulivi volando,
angeli santi del cielo,
fermate i rami,
chè il mio Bambino dorme.
E anche voi, palme di Betlemme,
che irose muovono
i furiosi venti risuonanti:
il frastuono sedate, fate piano,
4
chè il mio Bambino dorme.
Il fanciullo divino si è sfinito
a piangere chiedendo in terra pace:
quietare vuole nel sonno il lungo pianto.
Fermate il mondo intero,
che il mio Bambino dorme.
Aspri soffi lo minacciano
e così duro è il suo destino:
e riparo, vedete, io non so trovargli
che queste mie braccia
ed il mio amore di madre.
Angeli santi che volando andate,
fermate i rami, chè il mio Bambino dorme.
Che solo suono gli sia, per il suo sonno
Il dolce canto di chi gli è mamma.
W. A. MOZART - Dormi, o bel Principin
Stella di Natale di Maria Grazia Spada
Se lascio che in questa notte accada che il buio si illumini
se volgo al mio cuore questa Luce
Gesù che nasce
forse domani sarà ancora Natale.
E' Natale di Madre Teresa di Calcutta
E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società.
E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta che permetti al Cristo di rinascere, per donarlo agli altri.
F.X. GRUBER - Stille Nacht
E in quella notte, davanti a Dio fattosi uomo, ogni uomo di ogni tempo cantò Alleluia: i buoni e i
cattivi, chi ha sbagliato e chi si è perso, ma che ancora e sempre, guarda in alto e cerca la stella del
bene.
Cantarono Alleluia le acque ed i venti, e la terra e i cieli, in cammino per le vie dell’infinito,
sciogliendosi dai veli scuri della notte dello spirito, e dalla disperazione delle mai vedute stelle.
Immobile il Bambino dormiva nel profondo del sonno, e da Lui iniziava un tempo nuovo e una
legge che tutto stravolgeva.
Lui gettava nuovi semi, e da antichi lavori faceva nascere spighe che solo obbedivano alle leggi di
quell’amore che è compassione e perdono.
Sì. Alleluia. Che ancora una volta, dopo mille e mille anni e ancora per mille e mille anni, di una
stella si accese la notte
G. F. HÄNDEL- dal Messiah - Hallelujah
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