CONCERTO DI NATALE Coro Madre Cabrini - Basilica - 19 dicembre 2004 Il Concerto di Natale a cui stiamo per assistere, oltre che farci immergere nell'atmosfera natalizia, si propone come momento di arricchimento spirituale inserito nel tempo di Avvento. Una spiritualità tutta musicale, che ci permetta di entrare in contatto con Dio attraverso il canto corale. E ritengo che il tempio sacro sia l'ambiente migliore, per ascoltare questi canti. Il concerto di questa sera è anche l'occasione per un annuncio importante. Da questa sera l'anonima denominazione "Corale della Basilica" cesserà di esistere, perché assumerà ufficialmente il nome di CORO MADRE CABRINI, questo in onore della nostra Santa concittadina e particolarmente in occasione dell'Anno Cabriniano che si sta celebrando per ricordare il 125° anniversario di fondazione dell'Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore. Non è cambiato invece il direttore, che è sempre il maestro Carlo Rognoni. Accompagnerà all'organo il maestro don Luigi Bardella. Per introdurci convenientemente nell'atmosfera del Natale, il Coro Madre Cabrini inizia il suo programma con un brano del compositore americano Kirk Patrick, dal titolo LONTANO LONTANO. "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama", è l'inno che gli angeli cantano alla grotta di Betlemme. Da quella notte santa il canto degli angeli è passato nei cuori, nel costume, nell'arte, nella poesia e nella musica. Questo inno angelico, taciuto durante le domeniche di Avvento verrà ricantato con esultanza nel giorno di Natale. GLORIA GLORIA versione trovadorica tratta dalle "Pie Cantiones".. E' il Vangelo di Matteo, che racconta la venuta dei Magi alla grotta di Betlemme. Questi misteriosi personaggi, giunti dall'Oriente, sono stati guidati da una stella che li ha accompagnati alla mangiatoia dove era nato Gesù. L'immagine di questa stella viene rievocata nel brano che ora ascolteremo: APPARE UN ASTRO, autore il compositore tedesco Georg Friedrich Haendel. Il canto che verrà ora eseguito, su musica di Ravelli e testo del poeta Guido Gozzano, ha come titolo LA NOTTE SANTA, e si potrebbe definire "Un presepe in musica", L'intera vicenda della natività è raccontata con i personaggi che rendono l'atto di adorazione a Gesù Bambino. Sullo sfondo resta l'annuncio biblico degli antichi profeti che parlarono del realizzarsi delle promesse di Dio.. Una scelta felice quella di aver inserito in questo concerto di Natale il canto PANE DI VITA, versione in italiano del celebre "Panis Angelicus" di Cesar Franck. Un brano di grande suggestione che si riferisce all'Eucaristia, momento in cui i cristiani ricevono con i segni del pane e del vino, Gesù stesso, loro sostentamento spirituale. E scelta quanto mai opportuna, in quest'anno dedicato all'Eucaristia voluto dal Papa. A questo riguardo vogliamo fare nostro l'invito del parroco: "Guardare il presepio e fissare lo sguardo su Gesù Eucaristia, dovrà essere, quest'anno, il momento forte della nostra celebrazione natalizia". PANE DI VITA a quattro voci dispari: voce solista Paolo Olivari. Ave o Maria, è l'inizio del saluto che l'arcangelo Gabriele ha porto a Maria, quando le annunciò la maternità di Gesù. Il testo angelico comprende tre parti: il saluto dell'arcangelo Gabriele a Maria e il saluto-profezia di Elisabetta. L'esecuzione delle prime due parti è antichissima e risale addirittura attorno al quarto secolo, mentre l'invocazione finale (Sancta Maria…), è stata aggiunta solo nel dodicesimo secolo. L'Ave Maria è un testo che ha stimolato molti compositori: in epoca rinascimentale ricordiamo Palestrina e Monteverdi; in epoca romantica Schubert, Gounod, Bizet, Verdi e molti altri, fino a Strawinskij in tempi più recenti. L'Ave Maria che ora il Coro Madre Cabrini ci farà ascoltare, è di Italo Bianchi, compositore e docente alla Scuola di musica sacra del Vaticano Nella liturgia cattolica il Magnificat è uno dei testi più celebri e affascinanti che han colpito la fantasia dei grandi musicisti che hanno lavorato per la Chiesa, e che hanno approfittato di questa pagina per creazioni artistiche di grande valore. Il testo è tratto dal Vangelo di Luca, e inizia con le parole "Magnificat anima mea Dominum" (L'anima mia magnifica il Signore) che è la risposta di Maria al saluto della cugina Elisabetta. Il "Magnificat" che ora ascolteremo, è opera di Lorenzo Perosi, il compositore che creò una mole immensa di musiche liturgiche. A detta di taluni critici musicali, il meglio della sua produzione si può scorgere nei mottetti, ai quali egli tanto teneva. Fra questi mottetti spicca lo splendido MAGNIFICAT che viene proposto dal Coro Madre Cabrini e che conclude la prima parte del Concerto. SECONDA PARTE Nel corso della sua lunga storia, iniziata nel lontano 1881, sono stati molti i personaggi che hanno dato lustro alla scuola di musica di questa parrocchiale. Fra questi spicca la figura del maestro Giovanni Bracchi, organista di questa Basilica per più di quarant'anni, direttore e compositore di brani pregevoli e molto apprezzati. In un Concerto natalizio eseguito in Basilica, è quindi impossibile dimenticare alcune sue composizioni diventate famose per ricchezza di melodia e lirismo. A BETLEMME, che ora ascolteremo, è una dolcissima nenia pastorale composta dal maestro Giovanni Bracchi negli anni '50, per essere eseguita anche dagli alunni delle scuole elementari. L'attribuzione del testo non è certa, a detta dei familiari potrebbe essere ascritta a don Peppino Brusati o al compianto don Ferruccio Ferrari. Sempre del maestro Giovanni Bracchi, il Coro Madre Cabrini eseguirà il brano I PASTORI NELLA NOTTE, andante pastorale su motivi popolari che risuona puntualmente, da quando è stato composto, agli inizi degli anni '50, in tutte le celebrazioni natalizie della nostra parrocchia. Il testo, tratto dal Vangelo di Luca, ci riporta alla rappresentazione dei pastori che dopo aver trovato Maria, Giuseppe e il Bambino nella mangiatoia, se ne tornano alle loro occupazioni, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano visto e udito. I primi cristiani non conoscevano la festa del Natale, perché nessuno conosceva la data precisa della nascita di Gesù. Nella Roma pagana, nella notte dal 24 al 25 dicembre, in occasione del solstizio d'inverno, si celebrava la festa della luce: dies solis invicti, cioè il giorno del sole che non è stato vinto. Si credeva che la luce combattesse definitivamente le tenebre, e si accendevano grandi falò per aiutare il sole ad apparire. Nel secolo IV dopo Cristo la Chiesa pensò di fissare in quella notte il dies natalis di Gesù che con la sua luce ha vinto le tenebre del peccato, dell'ignoranza e dell'ingiustizia. Il Natale dunque cominciò ad essere celebrato come festa di Cristo, luce del mondo, verso l'anno 336 a Roma sostituendo la venerazione del dio sole. Il canto, che ora ascolteremo, può benissimo essere ricollegato a queste origini della festa del Natale. NOTTE DI LUCE Se c'è un canto natalizio che non ha assolutamente bisogno di presentazioni, questo è certamente ASTRO DEL CIEL. L'autore è il musicista tedesco Franz Gruber che lo compose nel 1818 col titolo originale di Stille Nacht. Da allora, questo canto, ha conosciuto una celebrità senza pari, tradotto in innumerevoli lingue, è diventata la colonna sonora natalizia più amata ed eseguita. Il 25 dicembre 1223 a Greccio in Umbria, con Francesco d'Assisi nasce il primo presepio vivente; nel dicembre 1755 a Nola in Campania nasce il canto TU SCENDI DALLE STELLE che da più di 200 anni fa il Natale. Ne è autore Sant'Alfonso Maria de' Liquori, missionario, fondatore dei Redentoristi, Vescovo di Sant'Agata dei Goti, Dottore della Chiesa, pittore, poeta e musicista. Il Santo risale all'immenso amore di Cristo, che si fa Bambino. Scende dalle stelle, e viene in una grotta al freddo, al gelo, preferendo un'assoluta povertà, fino alla mancanza di pane e fuoco, fino al dolore e al pianto. Ancora oggi con Sant'Alfonso, il devoto cantore del Natale, è possibile ritrovare i ritmi giusti, per un'autentica atmosfera natalizia. L'aveva già intuito il genio di Giuseppe Verdi, quando, nel 1890, a Genova, dopo aver ascoltato l'inno di Sant'Alfonso, esclamò: "Senza questa pastorale, Natale non sarebbe Natale". Ascolteremo ora un brano tra i più classici della tradizione natalizia, VENITE FEDELI, versione italiana di ADESTE FIDELES motivo tradizionale irlandese del diciottesimo secolo. E' un canto solenne che invita tutti gli uomini di buona volontà a riconoscere e ad adorare Gesù Salvatore che si è fatto bambino per salvare tutti noi. Per concludere questo concerto natalizio, il Coro Madre Cabrini ha scomodato il grande Georg Friedrich Haendel, con un brano tratto dalla più conosciuta tra le sue opere: IL MESSIA. Composto in soli 24 giorni nel 1741, l'oratorio, rievoca la storia di Gesù Cristo e della sua missione in terra. Nei 52 brani di cui è composto IL MESSIA, spicca il celeberrimo ALLELUIA, una magnificenza di colori, un maestoso inno a Dio esaltato come il re dei re e signore dei signori. Quale migliore conclusione quindi con questo che è il canto per eccellenza del cristiano, perché celebra la vittoria di Cristo sulla morte. Il Concerto di Natale offerto dal Coro Madre Cabrini della Basilica, è terminato. Ci auguriamo che sia stato di vostro gradimento e sia servito ad accrescere la gioia nell'attesa della nascita del bambino Gesù. Non mi resta che porgere a voi tutti gli auguri di un Santo Natale gioioso a nome dei coristi, del direttore, dell'organista, e se permettete anche mio personale. Buonanotte.