ELETTROSMOG E IMPIANTO ELETTRICO BIO DI FULVIO MORA E' un fatto universalmente noto e scientificamente accertato che le emissioni dovute ad elettrodotti, antenne, ponti radio, radar, elettrodomestici e impianti, interagiscono e disturbano i processi biologici E’ risaputo che tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche, gli impianti elettrici o più’ in generale tutti i conduttori di corrente generano nello spazio circostante un campo elettrico ed elettromagnetico Questi campi sono conosciuti con il termine di “elettrosmog” L'attenzione va molto spesso ai campi elettrici ed elettromagnetici generati dagli apparecchi elettrici durante il loro utilizzo, e si pone poca attenzione ai campi generati dai sistemi di trasporto dell'energia elettrica stessa ed agli impianti elettrici di casa. Numerose ricerche hanno dimostrato che esiste una correlazione fra l’esposizione delle persone ad elettrosmog e l’insorgere di malattie di tipo neurologico (alterazione del metabolismo del cervello, del sistema immunitario e del ritmo cardiaco) o comportamentali quali (insonnia ansia ecc.) o pure peggio di stampo tumorale. La pericolosità delle esposizioni ai campi inoltre è anche funzione della durata dell'esposizione. La più lunga esposizione continuata a cui siamo sottoposti durante l'arco delle 24 ore è proprio l'esposizione durante le ore del sonno Campi elettrici e campi magnetici, dipendono dalle tensioni e dalle correnti circolanti, e poiché a bassa frequenza le due grandezze possono essere considerate indipendenti, per evitare di essere sottoposti ai campi bisogna eliminare sia le correnti circolanti che le tensioni. Appare evidente che non e’ possibile eliminare completamente i campi a meno che non si rinunci all’impianto elettrico, e’ comunque possibile ridurli Il problema si può’ affrontare in fase progettuale per una installazione nuova, Più’ complesso ma possibile anche per installazioni esistenti IMPIANTI NUOVI - evitare punti luce e prese superflue soprattutto in camera da letto - posizionare scatole di distribuzione e cavi lontano dal luogo dove si dorme - colonne montanti, linee di distribuzione, contatori vanno collocate nella parte esterna dell'edificio e lungo corridoi o locali di sgombero. - le linee di collegamento d’interruttori, prese e punti luce devono essere singole e strutturate a stella (da evitare assolutamente dei collegamenti ad anello) - in camera da letto non posare cavi per antenne televisive o di rete dati - sul lato opposto delle pareti accanto al letto non va messo nessun elettrodomestico - montare un biointerruttore (Bioswitch*) sul quadro generale, per la distribuzione relativa alla zona notte per annullare completamente la tensione durante le ore notturne. - realizzare la distribuziione nella zona del letto con cavi schermati. - realizzare un buon impianto di messa a terra, duraturo nel tempo. IMPIANTI ESISTENTI - non far passare cavi elettrici dietro la testata del letto e tenere ben distanti le prese elettriche ai lati del letto; (se ciò’ non fosse possibile usare cavi schermati**) - non posizionare il letto a ridosso di una parete che confini con un quadro elettrico o con apparecchi elettrici fissi, nella stanza attigua, che producano intensi campi (es. lavatrice, lavastoviglie, scaldabagno, ecc.). - montare un interruttore Bioswitch sul quadro generale, per la distribuzione relativa alla zona notte - misurazione dei campi ed eventuale schermatura dell’intera parete tramite vernice alla grafite * Il biointerruttore (bioswitch) sostituisce la tensione alternata (230 V) con una tensione continua ridotta (5-9 V) tutte le volte che a valle c’è assenza di carico. Il disgiuntore viene disattivato nel momento in cui anche uno solo degli apparecchi allacciati in rete viene acceso. ** L’uso di cavi schermati e’ comunque una soluzione costosa e piena di buchi, infatti, risolve il problema dei campi irradiati lungo la loro lunghezza ma non alle estremità’ dove si comportano come un’antenna, si dovrebbe ricorrere a prese pure schermate, non solo ma si dovrebbe schermare anche i cavi degli apparecchi. IN OGNI CASO Una forte riduzione dei campi elettromagnetici domestici si può ottenere aumentando semplicemente la distanza rispetto agli apparecchi mobili, come cellulari, televisori, elettrodomestici e staccare dall’alimentazione gli apparecchi quando non vengono usati, Qui sotto sono riportate le fonti VISIBILI più comuni, dell'elettrosmog domestico, i loro effetti tipici e le contromisure applicabili. E' il risultato di più di 3.500 rilevamenti effettuati in ambienti abitativi e di lavoro da collaboratori della Società Internazionale Ricerca Elettrosmog e dell'istituto di Bioarchitettura di Rosenheim. PRODOTTI Televisori DISTURBI Cefalee, sindromi ansiose Disturbi della vista RIMEDI Distanza minima 2 metri Possibili lesioni cerebrali Disturbi Distanza dall’antenna almeno 30 cm, usare l’auricolare e della vista, cataratta tenere il cellulare lontano Alterazione del metabolismo dalla testa Se sussistono rischi si può’ Linee alta, media e Disturbi del sonno, cefalee determinare con un bassa tensione sia Stato di tensione emotiva rilevamento strumentale e interne che esterne Rischio di tumori e leucemie una corretta riprogettazione Formicolii, depressione all’abitazione Cellulari Babyfon Disturbi nervosi, rischio di tumori Distanza minima 2 metri leucemie, insonnia, deficit immunitario, disturbi della vista morte improvvisa Coperte elettriche Forni a microonde Lampade alogene Lampade ad incandescenza Radiosveglia Disturbi del sonno, emicranie depressione, irritabilità’, fobie disturbi cardiaci Rischio per le gestanti, rischio di tumore, deficit immunologici disturbi visivi Rischio di leucemia e tumori cerebrali, deficit immunitari disturbi visivi Cefalee, rischio di tumore al cervello disturbi della vista, difficoltà’ di concentrazione, astenia, irritabilità’impotenza Disturbi del sonno, disturbi del ritmo cardiaco, rischio di tumore al cervello cefalee mattutine Utilizzare la coperta solo per scaldare il letto ma poi staccare la spina Distanza minima dal forno acceso 2 metri Distanza minima 1,5 metri Distanza minima 1,5 metri rinunciare alle lampadine ad incandescenza Distanza minima 1,5 metri usare apparecchi a batteria MISURAZIONI La rilevazione e la misura dell'intensità dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici presenti in una certa regione di spazio rappresenta, nell'insieme, un problema piuttosto complesso. Occorre tenere presente che i campi possono essere statici (la loro intensità, direzione e verso non varia nel tempo) o dinamici (variabili nel tempo) con frequenze comprese tra 0 Hz e 300 GHz (300 miliardi di Hertz). Inoltre i campi elettrici e magnetici variabili si influenzano vicendevolmente e l'apparecchio stesso impiegato per la misura può perturbarli in modo significativo. Già da queste semplici considerazioni si può intuire come sia sostanzialmente impossibile costruire un apparecchio che possa andare bene per tutte le situazioni. In commercio esistono quindi apparecchiature differenziate che permettono, nel loro complesso, di avere un quadro completo della situazione elettromagnetica di un area in esame. I misuratori di campo - Sono strumenti in grado di rilevare il campo elettrico, magnetico o elettromagnetico in una certa banda di frequenze, fornendo in uscita l'intensità della componente elettrica o magnetica del campo o la sua densità di potenza (cioè la potenza in Watt per metro quadro). Sono costituiti essenzialmente da un sensore e da un'unità centrale di elaborazione. Il sensore è in genere un'antenna (campi elettrici o eelttromagnetici) o una bobina (campi magnetici). Il sensore può essere di tipo isotropo, cioè presentare la stessa risposta indipendentemente dalla sua orientazione rispetto al campo, o di tipo anisotropo, la risposta dipende dalla sua orientazione rispetto al campo. I sensori sono inoltre caratterizzati dalla loro risposta in frequenza, vale a dire dalla capacità di rilevare componenti a diversa frequenza. Fulvio Mora -