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Parte 1 - Le sorgenti della musica
2
Le antiche civiltà
La musica ebbe un grande impulso con le antiche civiltà, tanto che è possibile individuare
degli elementi comuni: un gran numero di strumenti (spesso importati da altri popoli)
un ceto di musicisti professionisti, l’uso di una scrittura e di un sistema musicale più
o meno complessi a seconda delle culture.
Nell’antico Egitto il faraone manteneva un’intera orchestra di strumentisti professionisti.
La musica era presente in ogni occasione della vita: feste, cerimonie religiose e funebri ecc.
Gli Egiziani non avevano una precisa notazione musicale, ma sfruttavano la chironomia:
particolari posizioni delle mani e delle braccia indicavano determinati suoni.
Circolavano tantissimi strumenti tra cui l’arpa e sistro di metallo.
Presso gli Ebrei la musica aveva profondi legami con la religione, tanto che l’Antico Testamento
fornì i testi dei canti delle cerimonie nel Tempio di Gerusalemme.
All’epoca dei re si formò una classe di professionisti, i Leviti, addetti alla musica nel Tempio.
Strumento tipico della Palestina era lo šofar, un corno di montone utilizzato per la musica
nel tempio.
GRECIA
In Grecia la musica aveva un ruolo di primo piano nell’educazione dei giovani e nella vita
quotidiana: si organizzavano addirittura delle olimpiadi musicali, alle quali partecipavano
i musicisti più bravi, desiderosi di sfidarsi davanti ad un numeroso pubblico per ottenere
ricchi premi in denaro e diventare famosi.
Il sistema musicale greco derivava da modelli diffusi in Egitto e Medio Oriente e si basava
su una scala di quattro suoni discendenti chiamata tetracordo (= quattro note).
A seconda della posizione dei toni e dei semitoni il tetracordo poteva essere di tre specie
o modi: dorico, frigio e lidio. Ognuno esprimeva un carattere: quello dorico era maestoso,
virile, bellicoso e per questo particolarmente adatto per educare i giovani; quello frigio
era gaio, festoso e serviva per invocare gli dei; quello lidio era sentimentale e
languido, perciò era vietato nell’istruzione dei ragazzi perché poteva indebolire
il loro animo. A ogni tetracordo se ne poteva aggiungere un altro sempre in
senso discendente per ottenere l’armonia, cioè una scala di otto suoni.
I Greci utilizzavano una notazione musicale di tipo alfabetico, che era
distinta in vocale e strumentale (lettere dell’alfabeto capovolte).
Il canto monodico accompagnato dall’aulòs o dalla kìthara (cetra) era
considerato la forma musicale più raffinata, riservata ad un pubblico
di persone colte. A livello popolare era apprezzata la tragedia.
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Modo dorico
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Modo frigio
Parole per capire
Canto monodico = canto di una sola linea melodica.
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Modo lidio
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DIDATTICA INCLUSIVA
Suonatrice
di aulòs
o flauto
doppio.
Vaso greco
a figure
rosse.
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Lezione 2 - Le antiche civiltà
Spazio alle competenze
1
AUDIO
MP3
Epitaffio di Sicilo
1-3
Anonimo
Largo
ASCOLTARE
Questo epitaffio (II-I secolo a.C.) è una poesia scolpita sulla lapide
di un defunto e rappresenta una delle prime testimonianze
di musica greca giunte fino a noi in modo completo.
È stato rinvenuto nella città di Tralles, oggi in Turchia, ed è in memoria
di un certo Sicilo.
È un canto che invita a godere dei piaceri della vita, incerta e fuggevole.
Il testo presenta dei segni di notazione che gli studiosi hanno trascritto
con molte difficoltà. Lo spartito presenta la trascrizione in notazione
moderna della seconda strofa.
Statua greca di Euterpe,
musa della musica.
ESEGUIRE
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Io sono l’immagine della pietra
Sicilo mi ha posto qui,
per sempre; simbolo duraturo
di ricordo immortale.
Finché vivi, appari;
non rattristarti mai troppo;
la vita dura poco
e il tempo vuole il suo tributo.
1. L’epitaffio inizia con:
una breve introduzione strumentale
un assolo vocale
alcuni suoni percussivi
2. Canta una voce:
maschile
femminile
3. Ci sono sezioni solo strumentali?
Sì
No
Riflettere
y
Che cos’è la chironomia e chi la utilizzava?
y
Quale tipo di notazione avevano i Greci?
y
Chi erano i Leviti?
y
Da quali strumenti era accompagnata la monodia greca?
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Parte 1 - Le sorgenti della musica
ROMA
Il panorama musicale dei Romani era davvero ricco, come confermano i tanti strumenti
presenti in età imperiale. Alcuni di essi erano conosciuti fin dalla preistoria
(ad esempio il flauto di Pan), mentre altri, specialmente quelli
a corda, arrivarono a Roma attraverso i commerci con i popoli
mediorientali e in molti casi vennero modificati.
Questi strumenti sono stati riportanti in vita grazie
ad alcuni studiosi che, con l’aiuto di abili artigiani,
hanno esaminato numerosi reperti archeologici
e li hanno ricostruiti con fedeltà.
Dalla lettura degli scrittori latini sono state ricavate
indicazioni sullo stile musicale. Sappiamo così che
i Romani avevano una predilezione per la musica,
che accompagnava i riti religiosi, i combattimenti
dei gladiatori, gli spettacoli circensi, le feste, i banchetti
e le liriche dei poeti. Persino l’esercito non riusciva
a muoversi senza l’aiuto delle trombe che, lanciando
segnali di avvertimento molto forti, si potevano ascoltare
a grandi distanze.
Per gli spettacoli dei gladiatori o del circo veniva
Particolare del trono di Ludovisi:
impiegato spesso anche l’hydraulis (o hydraulos),
Ragazzo che suona il “doppio flauto”.
un organo inventato in Egitto forse da Ctesibio di Alessandria
Particolare del trono di Ludovisi. Roma.
(III secolo a.C.) che funzionava grazie al flusso di aria prodotto
Museo Nazionale.
dalla pressione di serbatoi immersi nell’acqua.
Molti strumenti a fiato, tra cui il plagiaulos, vennero presi
dagli Etruschi, popolo confinante con i Romani che ben presto li sottomisero.
I Romani conoscevano il fascino che la musica esercitava sulle persone, tanto che Gaio Gracco,
uomo politico del II secolo a.C., era solito pronunciare i suoi discorsi pubblici facendosi
accompagnare da una fistula, una sorta di flauto di canna dal suono molto dolce:
la melodia serviva appunto per aumentare il potere persuasivo delle sue parole.
Sappiamo che il sistema musicale
romano era derivato
da quello greco e che utilizzava
una notazione di tipo alfabetico,
ma non abbiamo testimonianze
scritte perché la musica
era considerata un’arte
segreta che si doveva
trasmettere oralmente
da maestro ad allievo.
Musicisti romani
con strumenti:
si riconoscono da sinistra
la buccina, la tibia (flauto
doppio), i cembali
e il timpano (o tamburo
a cornice). Mosaico.
Pompei.
21
Lezione 2 - Le antiche civiltà
Spazio alle competenze
1
AUDIO
MP3
1-4
Bacchus
Anonimo
Roma
ASCOLTARE
Bacco, l’equivalente di Diòniso per i Romani, era il dio della
vegetazione, della fertilità e del vino, bevanda con cui i suoi
seguaci dimenticavano il dolore e raggiungevano l’estasi per
entrare in contatto con la divinità e con la natura.
Le feste in suo onore si chiamavano Baccanali ed erano sempre
seguite da una folla di persone, soprattutto donne. In tali occasioni non
si dava importanza alle distinzioni sociali, solitamente piuttosto rigide.
Una parte importante dei rituali era riservata alla danza,
infatti i partecipanti ballavano per ore.
Tra gli strumenti di questo brano figurano il flauto doppio ad ance,
i crotali, i cembali e il tamburo a cornice, che era lo strumento
sacro di Bacco.
Gruppo teatrale mascherato intorno a un suonatore di aulos
tibia pari. Mosaico dalla Casa del poeta tragico, Pompei.
1. Chi esegue la melodia in questo brano?
Le voci
Il flauto doppio ad ance
Le voci e il flauto doppio
2. In questo brano:
gli strumenti a percussione suonano tutti fin dall’inizio
all’inizio c’è solo il tamburo a cornice
i cembali suonano solo verso la fine
Baccanale, scena legata
alla vendemmia
e al pestaggio delle
uve per fare il vino.
Bassorilievo.
Riflettere
y
Grazie a cosa è stato possibile ricostruire gli strumenti
y
Con quale strumento si comandavano gli spostamenti
musicali dei Romani?
y
In quale occasione si utilizzava la musica presso i
Romani?
dell’esercito? Perché?
y
Cos’erano i Baccanali e perché la musica era
importante?
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Parte 1 - Le sorgenti della musica
CINA
In Cina la musica ha avuto da sempre un ruolo essenziale nella vita dell’uomo. Ogni singolo
suono aveva dei legami con le stagioni, gli elementi, i pianeti, i punti cardinali e i sentimenti
umani. La funzione della musica era totalmente differente da quella occidentale, perché doveva
riprodurre l’armonia che esisteva tra le varie componenti dell’universo.
Per raggiungere questo obiettivo, i cinesi preferivano quegli strumenti che producevano un
unico suono, come la campana.
In Cina la produzione musicale religiosa, militare, popolare e di corte fu sempre molto
abbondante. Il repertorio popolare era particolarmente ricco e perciò veniva generalmente
diviso in due gruppi: canti dei bambini e canti degli adulti. Per esempio, i canti degli Ci-shi
(le conoscenze) servivano per insegnare ai bambini a contare da 1 a 10, a distinguere i colori, a
conoscere piante e animali, a ricordare i proverbi. Invece gli Hua-ci-ke (canti umoristici) erano
dei canti satirici, che prendevano di mira difetti fisici, alcuni mestieri o disavventure della vita.
La varietà degli strumenti cinesi è molto ampia e attesta il grado di perfezione raggiunto da
questa civiltà. L’erhu o huqin è una specie di violino a due corde suonato con un archetto
inserito nello stesso strumento. Il pipa a quattro corde è simile ad un liuto, con cassa a forma
di pera. Le sue origini sono antichissime, essendo citato in un libro di 2000 anni fa.
Lo shêng è uno strumento a fiato formato da 17 canne di bambù. I primi documenti musicali
scritti risalgono al grande filosofo Confucio (551–479 a.C.) che nel Libro delle Cerimonie ha
classificato per primo gli strumenti a seconda dei materiali impiegati nella costruzione.
AUDIO
MP3
1-5
Il tamburo di Feng Yang
Anonimo
Moderato
PER COMPRENDERE
ESEGUIRE
Moderato
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Le musiciste al centro
dell’immagine stanno
suonando flauti di bambù
e guan, mentre l’uomo
seduto sta suonando uno
strumento a percussione
di legno chiamato paiban.
Gu Hongzhong, Notte
di Han Xiza.
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23
Lezione 2 - Le antiche civiltà
Spazio alle competenze
1
AUDIO
MP3
1-6
La danza della spada
Tradizionale cinese
ASCOLTARE
Le danze con le armi sono nate come esercizi militari e solo con il passare
degli anni si sono trasformate in un genere d’intrattenimento sociale.
La danza della spada è collegata all’arte della scherma, praticata in Cina
sia dagli uomini sia dalle donne fin dai tempi più lontani.
Si narra infatti che un’eccezionale interprete di questa danza fosse
proprio una donna, Chu Nu, vissuta intorno al 465 a.C. e che per volere
del re Gou Jiau addestrò l’esercito nelle arti marziali, disciplina nella
quale era insuperabile.
Da quel momento in poi, la danza della spada comparve in tutte le feste
più importanti.
1. La melodia della danza della spada è eseguita da strumenti:
a fiato
a corda
a fiato e a corda
2. Il ritmo della danza è:
lento
pieno di accelerandi e rallentandi
veloce
Statuine raffiguranti danzatrici
della dinastia Tang. Kansas City.
Nelson Gallery of Art.
Riflettere
y
A cosa era collegata la musica cinese?
y
Come veniva diviso il repertorio popolare cinese?
y
Perché la danza della spada era molto diffusa in Cina?
y
Qual è lo strumento cinese più antico?
A che anno risale, circa?