Burattinai Aldo Rizzoli (Bologna 1885 - 1968) Esordì nel 1909 a Vedrana di Budrio con una farsa e due piccoli drammi di Sainati, rivelando immediatamente un’innata disposizione all’arte burattinesca, soprattutto per la facilità con la quale riusciva a mutar voce quando passava da un personagggio all’altro. Il successo avuto fece che sì che lasciasse il suo lavoro nella bottega di un mobiliere e abbracciasse la professione di burattinaio, nonostante fosse già sposato con Gelsomina Lazzari e avesse due figli. In pochi anni conquistò una solida fama: lavorò in varie piazze di Bologna e un po’ ovunque in Emilia Romagna (soprattutto in Riviera dove faceva tutta la stagione estiva), nelle Marche, al fronte durante la I guerra mondiale e a Roma al Circo Massimo. Vinse moltissimi concorsi, compreso quello organizzato dal Dopolavoro di Modena nel 1930. Nella baracca lavorava tutta la famiglia: la moglie cuciva i vestiti dei burattini e insieme alla figlia Nerina era specializzata nei ruoli femminili, mentre il figlio Giorgio (Bologna 01/08/1907 – 24/12/1962) viene ricordato come un ottimo interprete di Sganapino oltre che come bravo chitarrista. Aldo muoveva preferibilmente Sandrone, Fagiolino e Balanzone. Il suo repertorio contava oltre duecento produzioni tra drammi (Otello, Tosca, Cavalleria Rusticana, L’inquisizione ossia Don Sebastiano di Portogallo, ecc), commedie e farse di cui ricordiamo alcuni titoli: Sganapino Conte del Sole, I ciabattini di Bologna, La fuga del Negus, I tre gobbi di Damasco, I due ladri, Ginevra degli Almieri con la discesa di Sganapino nelle tombe di Firenze, L’impresa del Teatro dei cani con Sandrone compositore futurista, Il Borsaiuolo Locandina per uno Spettacolo con Sandrone sindaco al suo paese. Mise anche allestito da Aldo e Giorgio Rizzoli in scena il Cirano de Bergerac. Marionettisti Fausto Braga (Lozzo Atestino 1864 - Pieve di Soligo 1932) S3 T1 Giovito Faustino Braga, detto Fausto, fu membro di una delle più note famiglie marionettistiche italiane. Svolse la sua professione quasi sempre nel Veneto, ed il personaggio era singolare dato che usava nel linguaggio corrente le forme retoriche e plateali delle rappresentazioni. Oltre alla scultura delle teste e alla costruzione delle marionette (aveva un “esercito” di circa 400 pezzi), dipingeva fondali e scenografie e scriveva o riduceva copioni. L’Amor delle tre melarance, Arlecchino avvocato (o carbonaio, o ciabattino, o barbiere dei morti), Genoveffa del Brabante, San Luigi Gonzaga, Sansone, Cristoforo Colombo, Pia de’ Tolomei, Margherita Pusterla, La Regina Draga, San Francesco di Assisi, Il Drago del Tibet, Silvio Pellico, Leonzio il dissoluto, La spedizione al Polo Nord, I Promessi Sposi sono alcuni dei titoli dei suoi spettacoli. Tra le sue marionette, oltre alle maschere “canoniche” (Arlecchino, Facanapa, ecc.) c’erano anche Fortunello e Cirillino (resi famosi dal Corriere dei Piccoli). Inoltre Lola e Momoleto: la prima era una specie di chiacchierona giuliva, mentre il secondo era un nano deforme dedito a guasconate. Fausto Braga Si sposò con Augusta Garbellotto che, a differenza di quanto normalmente avveniva nelle famiglie dedite all’arte dell’animazione, non partecipò all’attività del marito. La coppia ebbe cinque figli: Pirro, Atala, Alicia, Teseo, Leonida, questi ultimi scomparsi durante la I guerra Mondiale, uno sul Carso e l’altro a Cividale. Nel periodo antecedente e anche durante il conflitto mondiale, la famiglia si era stabilita a Oderzo, dove Fausto aveva costruito, nel cortile di un albergo, un teatro completamente in legno con platea, palchi, golfo mistico per l’orchestra oltre che, naturalmente, un palcoscenico sufficientemente grande. Su di esso venivano eseguiti, oltre agli spettacoli delle marionette, anche operette, rappresentazioni di prosa, opere liriche e feste da ballo. Nel momento in cui andava su altre piazze si spostava con un teatro mobile e oltre agli spettacoli di animazione esibiva anche un gigantesco Panorama e un Gabinetto di Fotografia. Umberto Zaffardi (Ostiglia 1867 - Grignano Polesine 1924) Fuggì di casa a quindici anni unendosi alla compagnia di Ferdinando Salici, e successivamente lavorò con le più famose compagnie del Nord Italia come Reccardini, Guerci, Colla, Gorno- Dall’Acqua. Si sposò a trentadue anni con Carolina Cecchetto con la quale generò sei figli, due dei quali, Olga e Gottardo, lavorarono nella compagnia che nel frattempo Umberto aveva creato. Insieme a loro lavorava Ernesto Palamede Testelli, che sarebbe diventato un richiesto scultore di teste. Umberto era un ottimo interprete di Arlecchino e nel suo repertorio figuravano: La guerra russo – giapponese, Sante Caserio, Mefistofele (ballo), La dea dei fiori (ballo), Aida, L’Africana, Gli esiliati in Siberia. Umberto Zaffardi Gottardo Zaffardi (Guarda di Rovigo 1907 - Parma 1994) Imparò dal padre il mestiere e alla sua scomparsa continuò con gli spettacoli di marionette. Fu però soprattutto grazie ai contatti che ebbe con Ciro Bertoni ed Ettore Forni che Gottardo passò al teatro dei burattini esibendosi in tutta l’Italia centrosettentrionale. A Parma teneva regolari rappresentazioni nel teatrino dell’Annunciata, la chiesa, con annesso convento, dei francescani nel quartiere Oltretorrente. Locandina per uno Spettacolo allestito da Gottardo Zaffardi S3 T1