NUMERI PRIMI E TEORMA FONDAMENTALE DELL’ARITMETICA Definizione 1. Sia p ∈ Z∗ , p 6= ±1. Si dice che p è primo se (∀a, b ∈ Z) (p | ab =⇒ (p | a ∨ p | b). Teorema 1. Sia p ∈ Z∗ , p 6= ±1. Allora p è primo se e solo se (∀a, b ∈ Z) (p = ab =⇒ (a = ±1 ∨ b = ±1). Osservazione 1. Sia p ∈ Z∗ , p 6= ±1. Allora dal precedente teorema discende subito che p è primo se e solo se (∀a ∈ Z∗ ) (a |p =⇒ (a = ±1 ∨ a = ±p). Proposizione 1. Esistono infiniti numeri primi. Si supponga per assurdo che esistano soltanto h numeri primi p1 , p2 , . . . , ph ∈ N∗ . Allora q = p1 · p2 · . . . · ph non è un numero primo e non lo è neppure q + 1, perché q + 1 non può essere un divisore di q ed è pertanto diverso da ogni pi , i = 1, . . . , h. Quindi esiste j = 1, . . . , h tale che pj |(q + 1). Però risulta anche pj |q e quindi pj |(q + 1 − q), ovvero pj |1, e quindi pj = 1, il che non può succedere, poichè i numeri primi sono diversi da 1. Teorema fondamentale dell’Aritmetica ∗ Sia n ∈ Z , n 6= ±1. Allora esistono s numeri primi p1 , . . . , ps e s interi naturali h1 , . . . , hs tali che n = ph1 1 · . . . · phs s . Questa decomposizione è essenzialmente unica, nel senso che se q1 , . . . , qr sono numeri primi e k1 , . . . , kr sono interi positivi tali che n = q1k1 . . . qrkr allora s = r ed inoltre si può cambiare l’ordine dei fattori in modo che q1 = ±p1 , . . . , qs = ±ps , h1 = k1 , . . . , hs = ks . Osservazione 2. Siano n, m ∈ Z − {0, ±1}. Allora esistono p1 , . . . , ps numeri primi, h1 , . . . , hs , k1 , . . . , ks ∈ N tali che n = ph1 1 · · · phs s , m = pk11 · · · pks s ; cioè i due numeri possono essere fattorizzati usando gli stessi fattori primi, eventualmente elevati a potenza 0. Per esempio, 945 = 20 · 33 · 5 · 7 · 110 · 170 , 3366 = 2 · 32 · 50 · 70 · 11 · 17. Si può provare che min(h1 ,k1 ) M.C.D.(n, m) = p1 max(h1 ,k1 ) m.c.m.(n, m) = p1 s ,ks ) · · · pmin(h , s s ,ks ) · · · pmax(h . s Nel caso considerato: M.C.D.(945, 3366) = 2min(0,1) · 3min(3,2) · 5min(1,0) · 7min(1,0) · 11min(0,1) · 17min(0,1) , quindi M.C.D.(945, 3366) = 32 = 18. Inoltre m.c.m.(945, 3366) = 2max(0,1) · 3max(3,2) · 5max(1,0) · 7max(1,0) · 11max(0,1) · 17max(0,1) , per cui m.c.m.(945, 3366) = 2 · 33 · 5 · 7 · 11 · 17 = 353430. 1 2 METODI DI FATTORIZZAZIONE CRIV ELLO DI ERAT OST EN E Per determinare i numeri primi minori o uguali di un assegnato numero naturale n ≥ 4, si scrive una tabella con tutti i numeri fino ad n e si comincia con il cancellare i multipli di 2. Finita questa operazione, si eliminano tutti i multipli del primo numero non cancellato, ovvero 3; dopo i multipli di 5, che è il primo numero non cancellato, dopo 7, √ n. Infatti se e cosı̀ via e ci si può fermare al più grande numero primo q più piccolo di √ p è un numero primo più grande di n un suo multiplo tramite un numero primo più √ piccolo di n eventualmente presente nella tabella è stato già scartato e già p2 > n. Osservazione 3. Tra i fattori primi di un numero naturale n non primo (ci si può sempre riferire a un√ numero positivo senza ledere la generalità) n ≥ 4 ce n’è almeno uno minore o uguale di n. Sia infatti n = ph1 1 · . . . · phs s la scomposizione di n in fattori primi. Se fosse √ √ p1 > n, . . . , ps > n, allora sarebbe n = ph1 1 · . . . · phs s > n il che è una contraddizione. Esempio 1. Se si vuole fattorizzare il numero n = 4187, si considera la sua radice √ n v 64, 707 e quindi si prendono in esame tutti i numeri primi minori di 64: essi sono: 2, 3, 5, 7, 11, 13, 17, 19, 23, 29, 31, 37, 41, 43, 47, 53, 59, 61. Effettuando (se necessario) le divisioni con la calcolatrice si ottiene un eventuale primo fattore. Se non si trova nessun fattore, il numero è irriducibile. In queso caso si vede che n è divisibile per 53 e precisamente n = 53 · 79. M ET ODO DI F AT T ORIZZAZION E DI F ERM AT Osservazione 4. Si supponga di voler fattorizzare n ∈ N∗ , n 6= ±1. Si può ammettere che n sia dispari: se n fosse pari, si potrebbe dividere per 2 anche più volte, fino ad ottenenere un numero dispari. Si prova che: (∃a, b ∈ N tali che n = ab) ⇐⇒ (∃x, y ∈ N tali che n = x2 − y 2 ). Infatti se n = ab, allora, sviluppando i calcoli, si vede facilmente che a+b 2 a−b 2 n= − , 2 2 dove a±b 2 ∈ N, poichè n è dispari e quindi a e b sono dispari, e la loro somma, come la loro differenza,è pari. Il viceversa è ovvio, perchè x2 − y 2 = (x + y) · (x − y), per cui basta porre a = x + y, b = x − y e si ha n = ab. Anche quando n è primo si ha la fattorizzazione banale: n+1 n−1 n+1 n−1 n= + · − = n · 1. 2 2 2 2 In virtù della Osservazione 4, cercare una fattorizzazione di n equivale a cercare x tale 2 ). Allora si usa il seguente procedimento: si determina che x2 −n sia un quadrato (cioè y√ il più piccolo intero positivo t ≥ n e si calcolano t2 − n; (t + 1)2 − n; (t + 2)2 − n; . . . . . . e cosı̀ via, finché si trova un quadrato. 3 Esempio 2. n = 1183, √ n v 34, 39, t = 35 allora si ha: t2 − n = 352 − 1183 = 1225 − 1183 = 42 non quadrato (t + 1)2 − n = 362 − 1183 = 1296 − 1183 = 113 ” ” (t + 2)2 − n = 372 − 1183 = 1369 − 1183 = 186 ” ” 2 2 ” ” 2 2 (t + 4) − n = 39 − 1183 = 1521 − 1183 = 338 ” ” (t + 5)2 − n = 402 − 1183 = 1600 − 1183 = 417 (t + 3) − n = 38 − 1183 = 1444 − 1183 = 261 ” ” 2 2 ” ” 2 2 ” ” 2 2 ” ” 2 2 ” ” 2 2 ” ” 2 2 ” ” 2 2 ” ” 2 2 ” ” 2 2 ” ” 2 2 ” ” 2 2 ” 2 2 (t + 6) − n = 41 − 1183 = 1681 − 1183 = 498 (t + 7) − n = 42 − 1183 = 1764 − 1183 = 581 (t + 8) − n = 43 − 1183 = 1849 − 1183 = 646 (t + 9) − n = 44 − 1183 = 1936 − 1183 = 753 (t + 10) − n = 45 − 1183 = 2052 − 1183 = 842 (t + 11) − n = 46 − 1183 = 2116 − 1183 = 933 (t + 12) − n = 47 − 1183 = 2209 − 1183 = 1026 (t + 13) − n = 48 − 1183 = 2304 − 1183 = 1121 (t + 14) − n = 49 − 1183 = 2401 − 1183 = 1218 (t + 15) − n = 50 − 1183 = 2500 − 1183 = 1317 (t + 16) − n = 51 − 1183 = 1601 − 1183 = 1481 ” 2 (t + 17) − n = 52 − 1183 = 2704 − 1183 = 1521 = 39 . Quindi: 522 − 1183 = 392 , cioè 1183 = 522 − 392 = (52 + 39)(52 − 39) = 91 · 13 Bisogna scomporre 91, per esempio iterando il procedimento di Fermat: m = 91, 9, 53, k = 10, k 2 − 91 = 100 − 91 = 9 = 32 . √ 91 v Segue che 91 = 102 − 32 = (10 + 3)(10 − 3) = 13 · 7. Allora 1183 = 132 · 7. Il procedimento di Fermat è un algoritmo, ovvero ha sempre una conclusione (anche se non si sa a priori qual è il numero dei passaggi da effettuare); nel caso in cui il numero 2 n è primo, si conclude con il quadrato ( n+1 2 ) − n. P ICCOLO T EOREM A DI F ERM AT − T EOREM A DI EU LERO Lemma 1. Siano a, b, c, d ∈ Z, k, n ∈ N, n 6= 0, n 6= 1. Si ha: (1) (a ≡ b (mod n) ∧ c ≡ d (mod n)) ⇒ a + c ≡ b + d (mod n) (2) (a ≡ b (mod n) ∧ c ≡ d (mod n)) ⇒ ac ≡ b (mod n) (3) a ≡ b (mod n) ⇒ ak ≡ bk (mod n) Dimostrazione. Da (a ≡ b (mod n) ∧ c ≡ d (mod n)) segue (n | (a − b) ∧ n | (c − d).) Allora n | a−b+c−d, ovvero a | (a+c)−(b+d) e ciò vuol dire che a+c ≡ b+d (mod n), per cui (1) è provata. Poichè (a ≡ b (mod n) ∧ c ≡ d (mod n)), esistono h, k ∈ Z tali che a − b = nh e c − d = nk. Allora (a − b)c = nhc e (c − d)b = nkb. Sommando ac − bc + cb − db = nhc + nkb, da cui ac − bd = n(hc + kb) e pertanto n | ac − bd, ovvero ac ≡ b (mod n), e (2) risulta verificata. 4 Per provare (3) si procede per induzione completa. Per k = 0, certamente a0 ≡ b0 (mod n) è verificato poiché a0 = b0 = 1 e la congruenza modulo n è riflessiva. Si suppone ora che a ≡ b (mod n) e ak ≡ bk (mod n) e si deve provare che ak+1 ≡ bk+1 (mod n): ma basta ricordare che per ogni numero intero non nullo x, risulta xk+1 = xk · x e usare (2). Osservazione 5. Siano a, b ∈ Z. Si osservi che, se a ≡ b (mod n), allora, tenendo presente che b ≡ b (mod n) e usando (2) del Lemma 1, si ha a − b ≡ 0 (mod n). Proposizione 2. Siano x, y ∈ Z, p ∈ N, p primo. Allora (x + y)p ≡ xp + y p (mod p). La dimostrazione viene omessa. Teorema 2. (Piccolo teorema di Fermat) Siano a ∈ Z, p ∈ N un numero primo. Allora (1) ap ≡ a (mod p). Dimostrazione. Si suppone in un primo momento che sia a ≥ 0 e si procede per induzione completa su a. Per a = 0, ap = 0 e (1) diviene 0 ≡ 0 (mod p), ovviamente vera. Si suppone che (1) sia vera e si prova (a + 1)p ≡ a + 1 (mod p). Per la Proposizione 2, la proprietà transitiva della congruenza modulo n e l’ipotesi di induzione risulta: (a + 1)p ≡ ap + 1p ≡ a + 1 (mod p). quindi (1) è verificata quando a ≥ 0. Se a < 0, allora −a > 0 e quindi (−a)p ≡ (−a) (mod p). Usando nuovamente la Proposizione 2, la proprietà transitiva della congruenza modulo n e l’ipotesi di induzione, si ha: 0 = (a + (−a))p ≡ ap + (−a)p ≡ ap + (−a) (mod p). Pertanto ap + (−a) ≡ 0 (mod p) da cui, per l’Osservazione 5, ap ≡ a (mod p). Corollario 1. Siano a ∈ Z, p ∈ N un numero primo. Se M.C.D.(a, p) = 1 allora ap−1 ≡ 1(mod p). Dimostrazione. Poiché p | ap − a, ovvero p | a(ap−1 − 1), certamente p | ap−1 − 1, essendo p primo e non potendo essere un divisore di a, per ipotesi. Esercizio 1. Determinare il resto della divisione di 89741527 per 3. Si osserva che 89741 ≡ 2(mod 3) e quindi 89741527 ≡ 2527 (mod 3). Per il corollario, poichè M.C.D.(2, 3) = 1, si ha 23−1 ≡ 1(mod 3) (in questo caso è banale) e pertanto 89741527 ≡ 2527 = (22 )263 · 2 ≡ 1263 · 2 = 2(mod 3) per cui il resto è 2. Esercizio 2. Determinare il resto della divisione di 574321142 per 9. Si osserva che 57432 ≡ 3(mod 9) e quindi 574321142 ≡ 31142 ≡ (32 )571 ≡ 0571 ≡ 0(mod 9). Definizione 2. Si dice funzione di Eulero l’applicazione ϕ : N − {0, 1} → N tale che ∀n ∈ N − {0, 1}, ϕ(n)=numero dei numeri minori di n e primi con n. 5 Osservazione 6. È ovvio che per ogni numero primo p ϕ(p) = p − 1 Proposizione 3. La funzione di Eulero è moltiplicativa, cioè ∀n, m ∈ N − {0, 1}, n > 1, m > 1 tali che M.C.D.(n, m) = 1, ϕ(n · m) = ϕ(n) · ϕ(m). Proposizione 4. Sia p un numero primo. Allora ϕ(ph ) = ph − ph−1 . Proposizione 5. Sia n ∈ N − {0, 1}, e sia n = ph1 1 · . . . · phs s la sua fattorizzazione in numeri primi. Allora ϕ(n) = ϕ(ph1 1 ) · . . . · ϕ(phs s ). Siano a ∈ Z∗ , TEOREMA DI EULERO n ∈ N − {0, 1}, con M.C.D.(a, n) = 1. Allora aϕ(n) ≡ 1(mod n). La dimostrazione viene omessa. Esercizio 3. Determinare il resto della divisione di 190597 per 17. Bisogna esprimere 190597 (mod 17). Si osserva prima che 190 ≡ 3(mod 17). Inoltre, è noto che ap−1 ≡ 1(mod p), se M.C.D.(a, p) = 1. Quindi nel caso in esame 316 ≡ 1(mod 17). Allora 3597 = (316 )37 · 35 ≡ 137 · 35 = 35 (mod 17). Si vede facilmente che 35 = 238 ≡ 5(mod 17), e quindi il resto è 5. Esercizio 4. Determinare le ultime due cifre del numero 523321 . Si deve ridurre 523321 (mod 100). Si osserva che 523 ≡ 23(mod 100) e quindi 523321 ≡ 23321 (mod 100). Poichè M.C.D.(23, 100) = 1, si può usare il teorema di Eulero, secondo il quale 23ϕ(100) ≡ 1(mod 100). (2) Per le proprietà della funzione di Eulero si ha ϕ(100) = ϕ(52 )ϕ(22 ) = (52 − 5) · (22 − 2) = 20 · 2 = 40 pertanto (2) diventa 2340 ≡ 1(mod 100). D’altra parte 321 = 40 · 8 + 1 e quindi 23321 = (2340 )8 · 23 ≡ 18 · 23 = 23(mod 100) In conclusione 523321 ≡ 23(mod 100). 6 Esercizio 5. Determinare le ultime 3 cifre del numero 17331 . Per determinare le ultime 3 cifre del numero 17331 , bisogna ridurlo (mod 1000). Si può osservare che ϕ(1000) = 400 e che l’esponente è 31 < 400, per cui non si può usare il teorema di Eulero. Potrebbe essere conveniente trovare la quarta potenza di 173, in modo da avere: 17331 = 17328+3 = 17328 · 1733 = (1734 )7 · 1733 = (895.745.041)7 · 5.177.717. Ma 895.745.041 ≡ 41(mod 1000), 5.177.717 ≡ 717 (mod 1000) per cui, usando compatibilità delle congruenze (mod n) (n ∈ N∗ ) con il prodotto e la proprietà seguente: ∀a, a0 , b ∈ Z, a ≡ a0 (mod n) ⇒ ab ≡ a0 b (mod n) si ottiene (895.745.041)7 · 5.177.717 ≡ (41)7 · 717 (mod 1000). D’altra parte, 416 = 4.750.104.241 ≡ 241 (mod 1000), per cui 17331 ≡ (41)7 · 717 ≡ 241 · 41 · 717 (mod1000). A questo punto, poichè 241 · 41 · 717 = 7.084.677 ≡ 677 (mod 1000), le ultime 3 cifre di 17331 sono 677. Si osservi che, naturalmente, si può procedere in modo diverso, per esempio partendo dalla terza potenza di 173; si consiglia di rifare l’esercizio seguendo questa strada.