LATE HEAVY BOMBARDMENT – INTENSO BOMBARDAMENTO TARDIVO @ Ing. Silvano D’Onofrio Sommario ........................................................................................................................................................................... 1 CHI HA RINGIOVANITO LA TERRA? ................................................................................................................ 1 LE CONFERME ................................................................................................................................................ 4 LA GRANDE BATTAGLIA ................................................................................................................................. 8 CHI HA RINGIOVANITO LA TERRA? Raccontiamo un’altra storia. Parliamo della storia di una battaglia. Non una battaglia qualsiasi, parliamo della più grande battaglia combattuta nel nostro sistema solare. Quella tra i pianeti. L’argomento non è semplice ma nemmeno difficile – dico al mio cane – Quindi se sei interessato, beh allora … il viaggio sta per cominciare. Per voi, se non siete di passaggio … buona lettura. Ovviamente, caro Bleff, nessuno ha assistito e potuto raccontare questa grande guerra. Ma ci sono le prove. Tutto nasce dal fatto che le rocce della crosta terrestre hanno circa 4 miliardi di anni (miliardo in più, miliardo in meno) ma la Terra si è formata almeno 800 milioni di anni prima. Il nostro pianeta ha 4,6 miliardi di anni, ma le più antiche rocce presenti superficie ne hanno 800 milioni di meno. Perché questa discrepanza? “Circa 3,8 miliardi di anni or sono deve essere successo qualcosa di veramente straordinario…..„ Il giallo dell’età diversa tra il pianeta e le sue rocce ha dato del filo da torcere a generazioni di ricercatori. Forse ora è stata finalmente trovata una soluzione plausibile, anche se resta ancora qualche dubbio. Le ipotesi Circa 4 miliardi di anni fa l’intera crosta terrestre sarebbe stata completamente devastata da un intenso bombardamento di asteroidi. I connotati del nostro pianeta risultarono talmente modificati da renderlo praticamente irriconoscibile. In sostanza la crosta terrestre subì una involontaria e drammatica “plastica facciale” che la ringiovanì proprio di 800 milioni di anni. Fu la violenza degli impatti ed il loro numero elevato a causare la completa distruzione delle rocce più vecchie presenti sul nostro pianeta. Facile a dirsi, diresti tu Bleff. Certo, ma per dimostrare la plausibilità di questa idea sono stati necessari anni di ricerche di geologia e paleontologia misurando la radioattività di alcuni elementi radioattivi e dei loro prodotti di decadimento che tali eventi “azzerano” l’orologio radiometrico, come ad esempio il vulcanismo. Le conferme I modelli sulla formazione del Sistema solare ipotizzano infatti che la Terra sia nata assieme a tutti gli altri corpi (Sole, pianeti, asteroidi, comete) per cui dobbiamo attribuire la stessa età delle rocce più antiche osservate nel nostro sistema planetario. in particolare certi tipi di meteoriti ed alcuni campioni di rocce lunari mostrano di avere con certezza una età di 4,6 miliardi di anni. Il nostro pianeta deve quindi essere loro coetaneo, anche se apparentemente non sembra tale. “800 milioni di anni dopo la nascita del sistema solare avvenne quindi qualcosa che cambiò i connotati della „ Terra. E’ stato stimato in qualche centinaia di migliaia il numero complessivo di impatti di asteroidi avvenuti in un tempo geologico molto limitato, con un tasso medio di un impatto ogni 100 anni. Alcuni dei crateri lasciati da questo catastrofico bombardamento cosmico dovevano raggiungere dimensioni confrontabili a quelle dell’Europa, ovvero avere diametri pari a diverse migliaia di chilometri. Ma c’è di più. Perchè, secondo i ricercatori, il bombardamento di asteroidi, oltre a rivoluzionare l’aspetto della superficie terrestre, generò su di essa una notevole quantità di invasi e bacini più o meno profondi in cui l’acqua poteva trovarsi ad alta temperatura in vere pozzanghere d’acqua calda considerate potenziali incubatrici per lo sviluppo delle prime forme di vita. Certo è che le grandi masse oceaniche fanno la loro comparsa dopo questo drammatico evento . Gli agenti esogeni (vento, pioggia, acqua, ghiaccio) ed endogeni (terremoti, vulcanismo, attività tettonica) attivi nei quasi 4 miliardi di anni successivi hanno completamente alterato e modificato l’aspetto della superficie terrestre per cui adesso è impossibile scorgere un pur minimo segno di quel bombardamento cosmico. Una prova di questo bombardamento potrebbero però essere ancora evidenti dal fatto che sia la Luna che tutti i pianeti interni del nostro sistema planetario furono vittime di quello stesso bombardamento. La maggiore parte dei crateri presenti nell’emisfero australe di Marte sarebbe stata originata proprio da quell’evento. L’assenza di atmosfera, nel caso della Luna, o comunque una minore o fortemente ridotta attività tettonica, come nel caso di Marte, dovrebbero avere permesso una migliore conservazione dei reperti, ovvero delle zone colpite dalla pioggia di asteroidi. Alcuni ricercatori sostengono che il bombardamento non fu di asteroidi ma di comete che hanno scaricato acqua e molecole organiche in abbondanza. Altri sostengono che non fu un evento unico ma che furono eventi diversi in successione. Così, quale che sia il vero colpevole, asteroidi o comete cadute drammaticamente in abbondanza, ora il mistero è: da dove provengono? Cosa li ha scaraventate nel sistema solare? LE CONFERME La Luna. Sappiamo che la Luna si è formata a seguito di un impatto della Terra con un corpo delle dimensioni di Marte (che è chiamato Theia o Orpheus). Da quest’impatto si sarebbe generato abbastanza materiale, nell’orbita circumterrestre, da permettere la formazione della Luna. Questo fu l’evento più traumatico dell’intera storia della Terra, e probabilmente fu il momento in cui i nuclei della Terra e della Luna si sono venuti a formare. La Terra e la Luna quindi hanno qualcosa in comune. Le rocce. I siti di allunaggio dell’Apollo 15, Apollo 16 e Apollo 17 sono stati scelti in virtù della loro prossimità ai bacini del Mare della pioggia, del Mare del nettare e del Mare della serenità. Le rocce fuse raccolte in questi siti furono studiate sulla Terra e le loro età risultarono essere comprese tra i 3,8 e i 4,1 miliardi di anni. Se queste rocce fuse si formarono a seguito alla formazione di questi tre bacini d’impatto, non solo questi tre grandi bacini si formarono in un breve intervallo di tempo ma, sulla base della stratigrafia del suolo lunare, anche molti altri. A metà anni ’70 si ipotizzarono che queste età fossero la traccia di un intenso bombardamento cosmico subito dalla Luna che chiamarono cataclisma lunare e ritennero che rappresentasse un drammatico aumento del tasso di bombardamento della Luna avvenuto circa 3,9 miliardi di anni fa. Studi sulla distribuzione delle dimensioni dei crateri degli altipiani suggeriscono che lo stesso tipo di proiettili colpì Mercurio. “Non ci sono dubbi. La Luna come la Terra e tutti i pianeti interni del nostro sistema planetario furono vittime di quello stesso bombardamento: l’Intenso bombardamento tardivo „ Eta Corvi. Eta Corvi è una stella della costellazione del Corvo con una massa quasi una volta e mezza quella del Sole, da cui dista quasi 60 anni luce. Cosa c’entra? Altra conferma. L’età stimata di Eta Corvi è di circa un miliardo di anni perciò è possibile che il suo sistema si stia evolvendo in maniera simile al nostro. L’Osservatorio Spaziale a Infrarossi Spitzer, ha rilevato segni di corpi ghiacciati che cadono verso l’interno di questo sistema solare alieno. Questa “pioggia” somiglia moltissimo a quella avvenuta miliardi di anni fa nel nostro Sistema Solare. “Allora possiamo dire che le comete e altri oggetti ghiacciati che sono stati raccolti da qualche parte del Sistema Solare sono stati gettati verso i pianeti interni dall’Intenso Bombardamento Tardivo. „ Vabbè – mi osserva il mio cane – ancora non mi hai spiegato da dove arrivano questi asteroidi e cosa c’entra tutto questo con la grande battaglia del sistema solare? Ecco ci siamo. Uno dei problemi fondamentali nella planetologia è cercare di determinare come i corpi planetari della parte interna del Sistema Solare si sono venuti a formare e si sono evoluti. Come si sono venuti a formare, lo sappiamo. Un po’ meno come si sono evoluti. Spieghiamo. Circa 5 miliardi di anni fa, alla periferia della Galassia, c’era una nebulosa nella cui parte centrale si sarebbe creata una area più densa e di conseguenza la nube, sotto la spinta della forza gravitazionale, avrebbe cominciato a contrarsi. Nella zona centrale, la densità e la temperatura sarebbero aumentate e si sarebbe formato il proto-Sole. Dopo una manciata di milioni di anni (non miliardi), circa 4,6 miliardi di anni fa, la contrazione avrebbe causato un aumento della velocità di rotazione e della forza centrifuga del sistema. Così la nube si sarebbe appiattita, assumendo un aspetto simile a un disco rotante intorno al Sole. Nel frattempo nel disco circostante accrescevano alcuni corpi attraverso delle collisioni e attirando frammenti più piccoli presenti nello spazio circostante. Si sarebbero formati così i proto-pianeti, dai quali sarebbero derivati gli attuali pianeti, mentre il proto-Sole si trasformava in una stella gialla e stabile. Allo stato attuale si pensa che l’intero sistema solare abbia una dimensione di circa 80 UA ovvero ottanta volte la distanza Terra-Sole. Ma cosa c’è dentro? Mercurio, poverino è il pianeta più vicino ad arrostirsi al Sole. Poi Venere, che è un po’ un enigma per il fatto che gira al contrario (assieme a Urano) e non è molto raccomandabile per starci a causa delle elevate temperature. Ecco che ci stiamo noi: la Terra con il suo satellite la Luna e un troiano. Siamo l’unico pianate del sistema solare dove è nata la vita, anche se abbiamo la tendenza a scordarcelo. Poi Marte con due sassoloni (Deimos e Phobos) che gli girano attorno. E’ il pianeta che più ci assomiglia. Quindi ad una distanza di circa 2 UA fino a 3 UA c’è una fascia piena zeppa di asteroidi, di cui 4 abbastanza grandicelli. Il più noto è Cerere. Poi arriva una serie dei pianeti giganti gassosi: Giove (il più grosso di tutti, 2,5 volte la massa di tutti gli altri pianeti messi insieme), anche lui ben fornito di satelliti (63, di cui i più famosi sono Ganimede, Callisto, Io, e Europa e una gran serie di troiani che lo precedono e lo seguono); Saturno (grosso l’equivalente di 95 masse terrestri), famosissimo per i suoi anelli e anche lui con diversi satelliti (60 tra i quali Titano e Encelado); Urano (14 masse terrestri) che forse a causa dello scontro con altro grosso corpo celeste ha una inclinazione assiale superiore a 90° rispetto all’eclittica, anche lui ben fornito di satelliti (27). Tutti questi pianeti sono compresi in circa 19/20 UA. Ad un distanza considerevole di 30 UA troviamo Nettuno, pianeta con 13 satelliti e ruota in senso antiorario. E’ l’ultimo dei pianeti del sistema solare e compie una rotazione attorno al Sole in circa 164 anni. Non sappiamo niente di lui. Ed ora viene il bello. ( prendete fiato) In una regione dello spazio che va da 35 UA a 70 UA c’è un grande anello (circa 40 UA, praticamente più dell’intero sistema solare) occupato da detriti di ogni dimensione, ma anche da corpi ghiacciati: la fascia di Kuiper. Si pensa che la fascia di Kuiper contiene un numero indefinito di corpi, compreso tra dieci milioni ed un miliardo. Si pensa che tra le 38 e le 50 UA siano presenti almeno 70mila oggetti con dimensioni maggiori ai 10 chilometri di diametro. Le stime, che si estendono agli oggetti fuori dalla portata visiva, parlano di 10 milioni di corpi con diametro superiore ai 10 chilometri e di 10 miliardi di corpi con diametro che supera il chilometro. “Tutti questi corpi, detriti piccoli e grossi fino a pianetini, sono i veri protagonisti di questa battaglia. „ Plutone (39 UA) è il più grande pianeta nano della fascia di Kuiper, Ha un’orbita relativamente eccentrica, inclinata di 17 gradi rispetto al piano dell’eclittica che arriva a solo 29,7 UA dal Sole, mentre l’afelio è situato a 49,5 UA dal Sole. Potete capire che razza di orbita percorre. Plutone (con tutto un seguito di asteroidi chiamati plutonini) attraversa l’orbita di Nettuno entrando con esso in risonanza, ovvero Plutone orbita due volte intorno al Sole ogni tre orbite di Nettuno, che dette in parole povere si danno fastidio a vicenda ogni volta che si incrociano con la loro forza di gravità. Cosa significa? Significa che questi asteroidi e pianetini interagiscono con Nettuno. E ogni volta che questi corpi entrano in risonanza con Nettuno vengono letteralmente scaraventati all’interno del sistema solare. Ma non è finita. Ora succede quello che è previsto dalla fisica, ovvero uno scambio di energia. In pratica Nettuno da una spinta a questi pianetini (anche di enorme dimensione) conferendoli energia e nello stesso tempo Nettuno perde quella concessa (conservazione della energia). E’ quello che succede quando due persone vanno in bicicletta: la persona che riceva la spinta accelera, mentre chi da la spinta perde velocità. Con l’aumentare delle interazioni Nettuno perde così progressivamente energia e questo destabilizza la sua orbita facendola passare in una orbita leggermente più lontana dal Sole. Di conseguenza entra maggiormente nella fascia di Kuiper. “Questo progressivo e costante ingresso di Nettuno nella fascia di Kuiper scaraventava ulteriormente i pianetini (piccoli e grandi) nel sistema „ solare. Alcuni di essi andavano letteralmente ad infrangersi contro i pianeti interni, altri nel passaggio nelle vicinanze di Urano venivano ulteriormente accelerati per effetto fionda facendo proseguire la loro corsa. Lo scambio di energia produceva un progressivo rallentamento di Urano che anch’esso si spostava in un orbita più distante dal Sole. I pianetini una volta che transitano nelle vicinanze di Saturno venivano a loro volta scaraventati all’interno e anche Saturno si spostava di orbita verso l’esterno. LA GRANDE BATTAGLIA Ora, respirate profondamente, e se non ce la fate prendetevi un attimo di pausa o fatevi un buon tè per leggere tutto d’un fiato il gran finale. Giove non è un piccolo pianeta è il più grande, è il re dei pianeti. Giove con la sua imponente massa conferiva ai pianetini e corpi ghiacciati che passavano dalle sue parti una tale spinta da farli schizzare via dal sistema solare. Si pensa che la nube di Oor posta dai 20.000 ai 100.000 UA dal Sole siano appunto questi pianetini e corpi ghiacciati lanciati da Giove. Alcune di esse rallentano a formare le comete con orbite fortemente eccentriche. Sono quelle che vediamo di tanto in tanto nei nostri cieli. Ma Giove con la sua massa ha fatto di più. E’ entrato in risonanza con la nuova orbita di Saturno nel rapporto 1:2. Questo significa che ad una orbita di Saturno, ne corrisponde due di Giove con un grande scambio di energie tra due giganti (come gli effetti delle maree generate dalla scambio di energia tra la Terra e la Luna). Gli effetti sono stati due. Il primo ha stabilizzato i troiani di Giove, che ora lo precedono e lo seguono fedeli come tanti cagnolini. Il secondo effetto ha destabilizzato l’intero sistema solare. Saturno si è spostato in una nuova orbita più vicino ad Urano che a sua volta è entrato in risonanza con Nettuno facendolo ancor più penetrare nella fascia di Kuiper. La conseguenza? Un “Intenso Bombardamento Tardivo” “Il 90% degli asteroidi e pianetini venivano letteralmente scaraventati contro i pianeti interni con gli effetti che abbiamo visto sulla Terra.„ Un bombardamento continuo e devastante. Si pensa che la Terra sia stata bombardata da qualcosa come 22.000 asteroidi da lasciare crateri di oltre 20 km; 40 asteroidi da lasciare crateri di 1.000 km; e 5 asteroidi da creare crateri di 5.00 km da fondere quasi tutta la crosta terrestre come abbiamo già visto nella prima parte. A questo punto voi mi domanderete perché questo bombardamento è chiamato tardivo. Il motivo sta nel fatto che è avvenuto dopo la creazione del sistema solare. Tardivo, per l’appunto. Ok, io avrei finito. E’ stato interessante vero? Interessante – mi risponde il mio cane- ma da dove arriva questa teoria? Giusto. Questa descrizione è avvenuta con l’avvento di computer sempre più potenti attraverso i quali è stato reso possibile testare le più moderne teorie e mettere alla prova modelli più complessi. Di fatto sono state inserite nei computer tutte le leggi fisiche (note) che governano il sistema solare: il sole e tutti i pianeti, le loro masse, orbite, pianetini e compagnia bella, tutte le nostre conoscenze in materia di astrofisica per testare i vari modelli che gli scienziati proponevano. Un modello è affidabile se i risultati corrispondo realmente alla situazione. Il modello più affidabile è stato il modello di Nizza. In pratica è stato inserito la teoria dell’intenso bombardamento tardivo e il computer ha tirato fuori esattamente la configurazione attuale dei pianeti, compresa la fascia di Kuiper, la cintura degli asteroidi tra Marte e Giove. Ma ci sono alcune difficoltà. Sulla fascia di Kuiper per esempio. Secondo la teoria di Nizza le orbite di questa fascia dovrebbero essere meno eccentriche rispetto a quella osservata. La teoria di Nizza prevede una categoria di asteroidi chiamati asteroidi “grigi” (non vi spiego cosa sono perchè ci vorrebbe un altro post) che non ci sono. Inoltre non spiega da dove arrivano i pianeti Urano e Nettuno completamente diversi da tutti gli altri. Hanno infatti composizioni completamente diverse dagli altri pianeti gassosi come Saturno e Giove, diversi campi magnetici, diversa composizioni, inclinazione dell’asse, rotazione attorno al Sole. Non si sa neppure quando si sono formati, quanto sono vecchi, se si sono scambiati di posto. Niente. Ma per noi ci basta e ci avanza. fine