"Non si può non comunicare". P.Watslawick 14/01/2011 Ornella Bertoni 1 LA COMUNICAZIONE Non possiamo farne a meno... ...dal momento in cui ci siamo, coscientemente o non, comunichiamo con gli altri interagendo. Noi viviamo attraverso il nostro comportamento e ci esprimiamo attraverso il rapporto con gli altri: tutti noi siamo talmente in interazione che una qualsiasi modificazione di ciascuno di noi comporta una modificazione di tutti gli altri. 14/01/2011 Ornella Bertoni 2 LA COMUNICAZIONE La stessa presenza fisica del corpo basta. Quando, per assurdo, scegliamo di non comunicare, in realtà comunichiamo di non voler comunicare. 14/01/2011 Ornella Bertoni 3 LA COMUNICAZIONE Le nostre azioni, le nostre reazioni, le attitudini e quindi i nostri comportamenti sviluppano delle relazioni e così …. comunichiamo in mille modi e maniere: parlando, stando in silenzio, indicando, sgranando gli occhi, portandoci le mani sul viso o chinando la testa. 14/01/2011 Ornella Bertoni 4 LA COMUNICAZIONE Uno stesso messaggio o una stessa "reazione" inoltre assumono significati diversi se espressi in un certo ambiente o in un altro; non saranno gli stessi in un contesto socio-culturale piuttosto che in un altro. 14/01/2011 Ornella Bertoni 5 LA COMUNICAZIONE Proviamo poi a pensare come visibilmente cambiano i comportamenti "individuali" quando si è in un gruppo: a volte la folla si scatena con una violenza tale che esula dalla somma delle "aggressività" individuali. 14/01/2011 Ornella Bertoni 6 Dottore “come sta?” Il paziente indica il tubo di tracheotomia che ha nel collo. Dottore “ mi scusi” Rendendosi conto che il paziente non può parlare il dottore prende taccuino e matita e scrive: COME STA ? e porge il taccuino al paziente perché risponda. Il paziente prede taccuino e matita e scrive: NON SONO SORDO ! 14/01/2011 Ornella Bertoni 7 IMPOSSIBILITA’ DI NON COMUNICARE In ogni interazione fra persone si verifica sempre un processo di comunicazione L’attività o l’inattività, le parole o il silenzio, volutamente o meno, influenzano l’interlocutore che, a sua volta, non può non inviare messaggi Qualsiasi cosa A faccia o dica, influenza B e, in ugual misura qualunque cosa faccia B influenza il comportamento successivo di A A 14/01/2011 B Ornella Bertoni 8 CONTENUTO E RELAZIONE CONTENUTO RELAZIONE COSA DICO COME LO DICO • Relazione positiva: il contenuto è rilevante • Relazione problematica: il contenuto diventa meno rilevante e vi è un conflitto per definire la natura della relazione 14/01/2011 Ornella Bertoni 9 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE E’ IMPOSSIBILE NON COMUNICARE OGNI COMUNICAZIONE HA UN ASPETTO DI CONTENUTO ED UNO DI RELAZIONE IL LINGUAGGIO UMANO E’ SIA VERBALE SIA NON VERBALE I MODELLI DI RELAZIONE POSSONO ESSERE SIA SIMMETRICI, SIA COMPLEMENTARI 14/01/2011 Ornella Bertoni 10 COSA VUOL DIRE COMUNICARE? PROCESSO NEL QUALE GLI INDIVIDUI SI SCAMBIANO: INFORMAZIONI EMOZIONI SENTIMENTI EMITTENTE A 14/01/2011 B Ornella Bertoni RICEVENTE 11 EMITTENTEA MESSAGGIO B RICEVENTE RICEVENTE CODIFICA DECODIFICA FEED BACK 14/01/2011 Ornella Bertoni 12 Il processo di comunicazione COMUNICAZIONE CODIFICA MESSAGGIO DECODIFICA RICEVENTE MEZZO RUMORE/ DISTURBO FEED BACK 14/01/2011 RISPOSTA Ornella Bertoni 13 LA COMUNICAZIONE Come NON si controlla il processo? Disturbi e/o interferenze nel processo: è abbastanza evidente che, per esempio, un ordine urlato di fretta in un corridoio affollato ha meno probabilità di essere eseguito dello stesso ordine dato raccogliendosi con l'interlocutore in un luogo più adatto e meno rumoroso 14/01/2011 Ornella Bertoni 14 LA COMUNICAZIONE Come NON si controlla il processo? Sottovalutazione del tempo di ascolto: un'emittente superficiale ed autoconcentrato può sottovalutare il tempo di ascolto eguagliandolo al tempo di emissione del messaggio. Invece per fare capire è necessario considerare che esiste un tempo fisiologicamente diverso tra il parlare e l'ascoltare. Colui che ascolta deve comunque fare uno sforzo di concentrazione verso chi parla, deve comprendere il significato che l'elemento attribuisce alle proprie parole e ricollocarle nel proprio bagaglio cognitivo. 14/01/2011 Ornella Bertoni 15 LA COMUNICAZIONE VERBALE NON VERBALE 14/01/2011 Ornella Bertoni 16 LA COMUNICAZIONE VERBALE LINGUAGGIO PAROLE 14/01/2011 Ornella Bertoni 17 LA COMUNICAZIONE “Nella vendita è importante ciò che si dice ma molto di più come lo si dice” 14/01/2011 Ornella Bertoni 18 LA COMUNICAZIONE “Suggerimenti:” • utilizzare parole semplici e appropriate • usare messaggi brevi e logici • usare la forma interrogativa seguita da pause • ricorrere ad analogie, aneddoti, esempi • adattare il linguaggio • giocare con i toni di voce 14/01/2011 Ornella Bertoni 19 INCISIVITA’ DELLA COMUNICAZIONE TONO DI VOCE 55% LINGUAGGIO NON VERBALE (Body language) 7% PAROLE 14/01/2011 Ornella Bertoni 20 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE è usata per accompagnare il linguaggio verbale, sostenendolo, completandolo o contraddicendolo. 14/01/2011 Ornella Bertoni 21 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE Ad esempio: accade spesso che per dare indicazioni quali “giri a destra!” si utilizzi, oltre le parole, il relativo movimento con il braccio; nello stesso modo, quando vogliamo esprimere un nostro giudizio negativo su una persona, accompagniamo frasi come: “La detesto!” con una evidente smorfia . 14/01/2011 Ornella Bertoni 22 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE La nostra abitudine a gesticolare è presente perfino nel caso di chi parla al telefono che, pur non essendo visto, non può fare a meno di accentuare i propri concetti con i movimenti. 14/01/2011 Ornella Bertoni 23 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE AMBITI CINESICA: studia il movimento e l'assumere delle posizioni. E' il settore che prende in considerazione i gesti (realizzati con una o più parti del corpo, soprattutto con l'uso delle mani e con lo sguardo), la mimica facciale, la postura (posizioni dell'intero corpo) e gli atteggiamenti motori. 14/01/2011 Ornella Bertoni 24 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE AMBITI PROSSEMICA: analizza le posizioni che assumiamo nello spazio rispetto agli altri, quali, per esempio, l'orientamento . 14/01/2011 Ornella Bertoni 25 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE AMBITI ESTETICA: riguarda l'aspetto esteriore che assume particolare importanza nelle relazioni con gli altri. Con riferimento alla bellezza, alla pulizia e all'abbigliamento che colpiscono innanzitutto la vista, ma anche l'udito, l'odorato e il tatto. 14/01/2011 Ornella Bertoni 26 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE OGNUNO DI NOI HA LE CAPACITA’ POTENZIALI PER PARLARE IN PUBBLICO COME ESPRIMERLE??? 14/01/2011 Ornella Bertoni 27 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE COME ESPRIMERLE??? •Desiderando eccellere •Metabolizzando le parole •Prendendo coscienza dei postulati della comunicazione •Facendo pratica + pratica + pratica 14/01/2011 Ornella Bertoni 28 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE COME ESPRIMERLE??? suddivisione di Albert Mehrabain 14/01/2011 Ornella Bertoni 29 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE COME ESPRIMERLE??? CONTATTO VISIVO GESTUALITA’ POSTURA E MOVIMENTI VOLUME E TONO DI VOCE LINGUAGGIO 14/01/2011 Ornella Bertoni 30 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE CONTATTO VISIVO “Per farsi capire dalle persone, bisogna parlare prima di tutto ai loro occhi” Napoleone 14/01/2011 Ornella Bertoni 31 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE CONTATTO VISIVO Comunicare con lo sguardo è ben altro del semplice guardare o vedere: il contatto degli occhi corrisponde a un contatto psicologico. 14/01/2011 Ornella Bertoni 32 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE CONTATTO VISIVO Efficacia: • Si trasmette emotivamente la sensazione del colloquio a due • Si eliminano le distrazioni visive 14/01/2011 Ornella Bertoni 33 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE CONTATTO VISIVO Efficacia: • Si ottiene una padronanza dell’ascoltatore • Si attenua il proprio nervosismo 14/01/2011 Ornella Bertoni 34 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE CONTATTO VISIVO inefficienza: SGUARDO NEL VUOTO • Insicurezza, paura ? • Disinteresse ? 14/01/2011 Ornella Bertoni 35 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ “La gestualità non va appresa ma solo praticata in modo spontaneo e disinibito” 14/01/2011 Ornella Bertoni 36 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ Le MANI: primo vero mezzo per conoscere il mondo Uno dei primi gesti simbolici imparati dai bambini è proprio il saluto: i piccoli aprono e chiudono ritmicamente la mano, un gesto che significa “ti prendo- ti lascio- ti prendo”, in una parola “ciao!”. 14/01/2011 Ornella Bertoni 37 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ Le MANI: Osservando i movimenti più quotidiani possiamo scoprire, da un’estremità così periferica del nostro corpo, qualcosa del carattere e delle intenzioni delle persone che abbiamo di fronte: 14/01/2011 Ornella Bertoni 38 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ MANI: La modalità indicatoria: Se il dito è fermo e la mano chiusa esprime certezza; se la mano è a taglio, risponde ad una minaccia; il dito che si muove comunica “si, no, ma” e, se il gesto è preciso, chi lo compie è sicuro di sè, se trema, no. 14/01/2011 Ornella Bertoni 39 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ MANI: La modalità propiziatoria: Gli stessi palmi in avanti sono un segno di emozionalità e di coinvolgimento fisico che spinge spesso a toccare l’ altro; quando sono rivolte in basso sono segno di umiltà, verso l’alto indicano un sentimento di superiorità nei confronti degli altri. 14/01/2011 Ornella Bertoni 40 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ MANI: i segnali di tensione: Alcuni atti di accarezzamento e sfioramento di parti del nostro corpo, quali lisciarsi una chioma perfettamente pettinata, o “grattarsi” la nuca e il collo, fino ad arrivare a “rosicchiarsi” le unghie, sono piccoli gesti che rivelano un conflitto interiore, un problema o un momento di forte tensione. 14/01/2011 Ornella Bertoni 41 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ Efficacia: • Tenere le mani lungo i fianchi • Tenere le mani libere • Superare il condizionamento del controllo dei movimenti • Evitare di tenere le mani in tasca 14/01/2011 Ornella Bertoni 42 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ Inefficienza: ….mani ai fianchi Idea di arroganza e sfida 14/01/2011 Ornella Bertoni 43 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ Inefficienza: ….braccia incrociate Percezione di chiusura e di scarsa disponibilità a dialogare 14/01/2011 Ornella Bertoni 44 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ Inefficienza: ….pollici nella cintura dei pantaloni Poco professionale ed eccessivamente disinvolta 14/01/2011 Ornella Bertoni 45 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ Inefficienza: ….mani incrociate davanti Sembra che chi parla voglia proteggersi con la foglia di fico per non tradire la sua “nudità” 14/01/2011 Ornella Bertoni 46 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ Inefficienza: ….mani incrociate dietro Della serie….. “So tutto io” e non ti degno di uno sguardo 14/01/2011 Ornella Bertoni 47 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ Inefficienza: AVE MARIA ….mani congiunte Della serie….. “remissione totale” 14/01/2011 Ornella Bertoni 48 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE GESTUALITA’ Inefficienza: ….mani in tasca Della serie….. “sono figo e disinvolto” 14/01/2011 Ornella Bertoni 49 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE POSTURA E MOVIMENTI Uomo, animale sociale, ma “isolato” da uno spazio personale 14/01/2011 Ornella Bertoni 50 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE POSTURA E MOVIMENTI Pensando ad una fila di persone riunite in coda davanti ad uno sportello, è probabile individuare un’ invisibile “bolla” territoriale che circonda ciascun individuo: avvicinarsi troppo potrebbe creare un’ immediata tensione 14/01/2011 Ornella Bertoni 51 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE POSTURA E MOVIMENTI Lo stesso spazio “difensivo” tende a crearsi quando in spiaggia stabiliamo un “nido”, ossia un nostro territorio temporaneo che è segnato da oggetti personali che lo proteggono, occupandolo anche in assenza di proprietari. 14/01/2011 Ornella Bertoni 52 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE POSTURA E MOVIMENTI “ il confine dell’individuo” non coincide con i confini del suo corpo” Sono stati individuati quattro tipi di distanze: 14/01/2011 Ornella Bertoni 53 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE POSTURA E MOVIMENTI Distanza intima: (da 0 a 45 cm) comporta un coinvolgimento notevole con l’altro, si percepiscono diversi rumori, come il respiro, odori, come il sudore o il profumo della pelle, e addirittura il calore, come in un avvolgente abbraccio. 14/01/2011 Ornella Bertoni 54 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE POSTURA E MOVIMENTI Distanza personale: (da 45 a 120 cm) segue il principio del non-contatto; è spesso adottata nei rapporti di famiglia e negli incontri con gli amici perché, a questa distanza, si trattano solitamente questioni personali. 14/01/2011 Ornella Bertoni 55 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE POSTURA E MOVIMENTI Distanza sociale: (da 120 a 360 cm) fra gli interlocutori non è presente l’intenzione di giungere a contatto; viene solitamente adoperata nelle trattative di questioni impersonali, come ad esempio in incontri di lavoro o fra conoscenti. 14/01/2011 Ornella Bertoni 56 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE POSTURA E MOVIMENTI Distanza pubblica: (da 160 cm in su) fra le persone non sono percepibili molti dettagli relativi al corpo e un coinvolgimento intenso è sempre meno probabile; un esempio è dato dal rapporto tra un personaggio ed il suo pubblico. 14/01/2011 Ornella Bertoni 57 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE POSTURA E MOVIMENTI Tale divisione non viene seguita rigidamente, in quanto non abbiamo.... 14/01/2011 Ornella Bertoni 58 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE POSTURA E MOVIMENTI • in primo luogo, il potere di controllo sulla distanza interpersonale: ad esempio quando siamo obbligati ad averne una ravvicinata, come in ascensore, o al cinema, o dentro una stessa automobile; 14/01/2011 Ornella Bertoni 59 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE POSTURA E MOVIMENTI • talvolta l’ uso comunicativo della distanza avviene al di fuori della nostra coscienza, senza eseguire alcun calcolo matematico 14/01/2011 Ornella Bertoni 60 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE VOLUME E TONO DI VOCE Segnali paralinguistici Per esempio l’intonazione che si dà al discorso modulando l’intensità, portando sottolineature o congiungendo fra loro diverse unità di discorso. Esempio di comunicazione telefonica. 14/01/2011 Ornella Bertoni 61 CAPACITA’ E POTENZIALITA’ COMUNICATIVE VOLUME E TONO DI VOCE Posta elettronica…si scambiano veloci messaggi ma si elimina la possibilità di cogliere l’intonazione della voce ed allora…… Sono nate le faccine per “far capire meglio” :-? etc 14/01/2011 Ornella Bertoni 62 COMUNICARE E ASCOLTARE Saper "ben ascoltare" può portare ad aprire la mente a nuove idee, a nuove soluzioni, ad arricchimento della persona. E' un'abilità che può essere molto utile anche per la crescita professionale. Questa capacità contribuisce notevolmente ad essere dei bravi genitori, dei buoni figli, degli insostituibili compagni; è indispensabile ai medici, ai manager, indiscutibilmente agli addetti alle vendite. 14/01/2011 Ornella Bertoni 63 ASCOLTARE Da studi statistici è stato rilevato che, nei processi di comunicazione, la maggior parte del tempo viene dedicata all'ascolto. 14/01/2011 Ornella Bertoni 64 ASCOLTARE ascolto finto 14/01/2011 Ascoltiamo "a tratti", lasciandoci catturare da distrazioni, dalla nostra immaginazione e comunque fidandoci del nostro intuito che precocemente ci cattura le cose importanti da quelle meno importanti. Ascolto quindi passivo, senza reazioni, vissuto solo come opportunità per poter parlare. Ornella Bertoni 65 ASCOLTARE ascolto logico 14/01/2011 Ci sentiamo già soddisfatti quando ci scopriamo ad ascoltare applicando un efficace controllo del significato logico di quello che ci viene detto. L'attenzione sarà concentrata sul contenuto di ciò che viene espresso ed anche l'interlocutore potrebbe avere l'errata convinzione di essere stato capito Ornella Bertoni 66 ASCOLTARE Ci mettiamo in condizione di "ascolto efficace" provando a metterci "nei panni dell' altro", cercando di entrare nel punto di vista del nostro interlocutore e ascolto comunque condividendo, per quello che attivo ci è umanamente possibile, le empatico sensazioni che ci manifesta. Attenzione: da questa modalità è escluso il giudizio, ma anche il consiglio e la tensione del "dover darsi da fare" per risolvere il problema 14/01/2011 Ornella Bertoni 67 COMUNICARE BENE NON TRASCURARE I BISOGNI DELL’ALTRO AUTO REALIZZAZIONE Bisogni dell’IO Status, considerazione, riconoscimento Bisogni sociali: essere accettati Sicurezza Protezione Bisogni di base: sfamarsi, bere etc 14/01/2011 Ornella Bertoni 68 COMUNICARE IN AZIENDA 14/01/2011 Ornella Bertoni 69 CONCETTO DI SISTEMA Un sistema è un insieme di parti che interagiscono tra di loro in modo tale da costituire una nuova entità. Aspetti essenziali: scopo funzionale elementi interazioni relazioni esistenti 14/01/2011 Ornella Bertoni 70 L’azienda è un sistema : 1. 2. 3. 4. 5. 14/01/2011 artificiale aperto continuo dinamico non lineare. Ornella Bertoni 71 ELEMENTI DEL SISTEMA AZIENDA L’Azienda è un sistema di : elementi funzioni e processi relazioni, comunicazioni, poteri conoscenze Gli elementi dell’Azienda sono : i Clienti e i Fornitori il prodotto le persone e la loro professionalità il know-how (cultura, tecnologia, metodi, conoscenze, esperienze, expertise, ecc) le risorse economiche e finanziarie le materie prime le risorse strumentali (macchine, attrezzature, ecc) il tipo di organizzazione e lo stile manageriale 14/01/2011 Ornella Bertoni 72 COMUNICAZIONE E COMPLESSITA’ Nella società attuale, il forte aumento del bisogno di comunicazione dipende essenzialmente da due fattori, riconducibili a: 1. l’aumento del numero, della eterogeneità e dell’interdipendenza degli attori 2. la maggiore complessità delle strutture organizzative. Dunque: maggiori informazioni da gestire, da raccogliere e da diffondere e più sentite esigenze di comunicazione coesa, tempestiva, di facile diffusione. COMUNICAZIONE IN AZIENDA LA CIRCOLAZIONE DELLA COMUNICAZIONE ALL’INTERNO DELL’AZIENDA dall’alto in basso dal basso in alto trasversale 14/01/2011 Ornella Bertoni 74 CIRCOLAZIONE DELLA COMUNICAZIONE Nelle aziende dove vige un sistema burocratico la comunicazione funziona prevalentemente dall’alto in basso (comunicazione ad una via) La cosiddetta comunicazione a due vie consente invece un flusso nei due sensi, non solo dal vertice alla base, ma anche dalla base al vertice. COMUNICAZIONE INVASIVA Quando i flussi comunicativi in azienda si diffondono anche in senso trasversale (tali cioè da raggiungere tutte le funzioni) abbiamo un processo circolare della comunicazione. I messaggi si trasmettono non solo nei due sensi alto/basso ma anche orizzontalmente, con reciprocità di interazione e feedback. La comunicazione come processo circolare è certamente quella più efficace e consente il massimo coinvolgimento delle persone. COMUNICAZIONE INTERNA Quando si parla di Comunicazione Interna non si intendono solo le informazioni aziendali relative a cifre, dati, grafici, ecc., ma soprattutto il processo attraverso il quale si trasferiscono valori, immagine, emozioni, ovvero gli elementi base per sviluppare: Lo spirito di gruppo, cioè la creazione di un’identità chiara di un gruppo di persone con dati obiettivi, risorse e vincoli; Il senso di appartenenza, dunque l’adesione personale all’identità riconosciuta e condivisa; Il gioco di squadra, l’attivazione di tutte le competenze e energie disponibili per raggiungere il miglior risultato possibile. CAPACITA’ DI ASCOLTO In ogni situazione comunicativa che coinvolge due o più persone sono sempre presenti due componenti essenziali: -il contenuto della comunicazione -la relazione entro la quale si pongono gli interlocutori. Quando un soggetto si pone “in ascolto” di un messaggio, opera su ambedue i piani! Esistono tre livelli di analisi delle caratteristiche personali: 1. gli atteggiamenti di base dell’individuo rispetto all’ascolto 2. le risposte di comportamento rispetto a stimoli e situazioni specifiche 3. la capacità di esercitare l’ascolto attivo. ASCOLTO ORGANIZZATIVO L’organizzazione aziendale è costantemente invitata ad ascoltare nella prospettiva di un cambiamento continuo e perentorio. Ascoltare può far parte, in prima battuta, delle strategie necessarie per fronteggiare l’odierno caos. L’organizzazione vive poi la costante rivoluzione dell’orientamento al cliente; l’ascolto si rivela una capacità fondamentale per dare la giusta centralità al cliente, consentendo di convogliare verso l’esterno tutte le risorse organizzative con il raggiungimento di un’eccezionale flessibilità. ASCOLTO ORGANIZZATIVO (segue) In terza battuta, la dimensione dell’ascolto organizzativo può essere considerata una dimensione determinante rispetto alla visione organizzativa: è il possibile collante del complesso sistema aziendale. Una volta diffusa la visione aziendale, acquisiti i valori strategici, definite le politiche e gli obiettivi, cosa resta da fare? Resta lo spazio dell’attenzione reciproca all’andamento funzionale ed aziendale e dunque dell’ascolto fra le persone. SCOPO DI COMUNICAZIONE INTERNA In passato la “Comunicazione Interna” si identificava spesso in un comando centralizzato e spesso determinante, finalizzato ad orientare il comportamento dei dipendenti in modo “obbligatorio”… Oggi nelle aziende orientate alla Qualità la “Comunicazione Interna” è finalizzata principalmente alla condivisione di valori e di obiettivi comuni. COMUNICAZIONE E CLIMA INTERNO Per questa ragione la Comunicazione Interna non dovrebbe essere lasciata al caso, ma opportunamente sviluppata e supportata.… Il “clima”, in ogni area, è fortemente condizionato e caratterizzato dallo stile di gestione del responsabile e del vertice aziendale. Per facilitare un clima aperto, sereno, di collaborazione e fiducia, ogni responsabile potrebbe dialogare con i propri collaboratori ed essere disposto ad ascoltarli. 14/01/2011 Ornella Bertoni 82 DALLA BUROCRAZIA ALLA RETE Dal punto di vista teorico, l’orizzonte di riferimento nello studio della comunicazione è strettamente legato alle teorie organizzative: le teorie basate sulla razionalizzazione delle organizzazioni (Taylor, Fayol, Weber) per cui la comunicazione è definita dalle esigenze di dare istruzioni, comandi e di controllare le teorie basate sulla valorizzazione del fattore umano (Mayo, Maslow, McGregor) che vedono la comunicazione come lo strumento per motivare le persone e cooperare le teorie dell’intervento proattivo verso l’interno e l’esterno delle organizzazioni (Ouchi, Peters, Schein) per le quali la comunicazione serve a legittimare l’organizzazione e a creare un’identità distintiva verso l’esterno. TEORIE DELLE RETI le teorie delle reti organizzative (Burns e Stalker, Thompson, Butera, Dioguardi), per le quali l’organizzazione è costituita da un insieme di nodi vitali determinati dall’incrocio di forti relazioni di natura multipla, in osmosi con l’ambiente esterno estremamente mutevole e dunque flessibile; la comunicazione crea in questi casi la realtà organizzativa nella quale gli attori organizzativi agiscono in termini discrezionali, ma orientati ai valori guida e agli obiettivi strategici dell’organizzazione. La comunicazione si è evoluta da supporto funzionale ai rapporti tra le unità organizzative a componente strutturale delle organizzazioni, sempre più basate sulle reti di relazioni. COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA La comunicazione organizzativa è “l’insieme di processi strategici ed operativi di scambio di messaggi informativi e valoriali all’interno delle diverse reti di relazioni” (Invernizzi, 2000) che definiscono l’organizzazione. La comunicazione diviene parte strategica dello sviluppo aziendale. La comunicazione organizzativa è integrata, cioè comprende, contemporaneamente, la comunicazione interna, esterna e di prodotto (marketing) ed è riferita all’intera organizzazione in quanto basata sui valori distintivi della stessa. QUALI DIMENSIONI PER UNA NUOVA COMUNICAZIONE La comunicazione funzionale essenzialmente operativa, necessaria a supportare i processi informativi, decisionali e realizzativi delle diverse aree aziendali; utilizzante documenti tecnici, lettere, colloqui e riunioni di lavoro, manuali tecnici, bacheche La comunicazione strategica mirata a creare, mantenere e sviluppare la visione aziendale, gli obiettivi strategici in tutta l’organizzazione, coinvolgendo talvolta anche clienti e fornitori, istituzioni sociali; basata su riviste aziendali, manuali aziendali, brochure, articoli redazionali, pubblicità e relazioni interpersonali soprattutto a livello di vertice e management aziendale QUALI DIMENSIONI PER UNA NUOVA COMUNICAZIONE (segue) La comunicazione formativa relativa all’attività formativa e a tutte quelle modalità di supporto nella diffusione di conoscenze e competenze nella struttura (addestramento, auto-formazione, convegni e riunioni aziendali); utilizzante gli strumenti formativi, i colloqui, le modalità e le dinamiche di apprendimento della singola persona o del gruppo La comunicazione creativa basata sulla dimensione circolare della comunicazione aziendale, legata all’innovazione e allo sviluppo del knowhow aziendale; utilizzante sia i gruppi di lavoro su temi trasversali, sia la rete di collegamenti interpersonali, la posta elettronica o il groupware COMUNICAZIONE COINVOLGENTE: PRIMI ELEMENTI Pensare la comunicazione dell’azienda come un insieme integrato di logiche e di strumenti, favorendo sempre più la cooperazione fra le fonti funzionali verso l’interno e l’esterno Analizzare la comunicazione istituzionale, la comunicazione interna, la comunicazione promozionale e pubblicitaria rispetto alla visione aziendale, agli obiettivi e alle modalità di relazione interpersonale esistente nell’organizzazione e con gli attori esterni (clienti, fornitori, azionisti, interlocutori sociali) Favorire gli aspetti di uniformità della comunicazione di qualunque tipo sia nei contenuti espliciti, sia nei riferimenti impliciti ai valori distintivi dell’impresa Verificare come contemperare le necessarie differenziazioni con le tecniche e gli strumenti aziendali a disposizione COMUNICAZIONE COINVOLGENTE: ALTRI ELEMENTI Individuare l’unità o i ruoli deputati allo sviluppo della comunicazione organizzativa, anche solo con funzioni di coordinamento interfunzionale Presidiare costantemente, da parte del vertice aziendale, quelle aree in cui si riscontra il massimo livello di comunicazione creativa per poterla poi diffondere adeguatamente Mantenere alto il livello di attenzione da parte del vertice e del management sulla comunicazione strategica e funzionale, mediante riunioni, interventi di coaching e di formazione, confronti interaziendali Definire, compatibilmente con la missione aziendale e le capacità aziendali, un piano di formazione, anche minimo, che coinvolga almeno annualmente ogni persona operante in azienda e che comprenda la comunicazione di visione e di strategia aziendale. STRUMENTI ADEGUATI Spesso la scelta degli strumenti di comunicazione è già insita nella costituzione e nella storia dell’organizzazione, nelle regole e nella prassi. Dall’analisi degli strumenti attuali spesso si colgono i possibili spazi di adozione di nuovi strumenti e la compatibilità con i precedenti; attenzione dunque deve esser posta ad evitare l’inserimento in azienda di strumenti che potrebbero generare vuoti di informazione, disattivare circoli positivi di diffusione o “segmentare”, specialmente nelle piccole realtà, persone in grado di utilizzare o meno strumenti specifici (se pensi alla posta elettronica, ai database condivisi, ai messaggi pubblicitari “criptici”). “Viandante, non c’è via. La via si fa con l’andare” (A. Machado)