UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ
UNITRE
UNIVERSITÀ DELLE TRE ETÀ
Sede di Caluso (TO)
Mostra pittorica “IL Cenacolo di Rivara”
Museo Accorsi - Torino
Mercoledì 14 dicembre 2016
Programma:
Ore 14.00
Ore 15.00
partenza dall’area ‘mercatale’ di Caluso.
incontro con il Dr Mana Luca e inizio visita alla mostra
“Il Cenacolo di Rivara”
Ore 16,30 circa tempo libero
Ore 17.30 circa partenza per ritorno a Caluso.
Quota di partecipazione (viaggio in pullman e visita guidata).
15,00 € p.p. per i soci ‘Unitre’ possessori della ‘tessera musei’.
23,00 € p.p. per i soci ‘Unitre’.
Posti disponibili 40
L’iscrizione alla visita, con versamento dell’intera quota, deve essere effettuato entro,
e non oltre, martedì 6 dicembre 2016 presso la segreteria UNITRE.
Per eventuali informazioni telef. 333 2383779 o 339 6647662
Si ricorda che i partecipanti devono essere in possesso della tessera UNITRE Soci o
Aggregati valida per l’anno in corso.
Il Palazzo Accorsi, nel quale è ospitato il Museo di Arti Decorative, ha una nobile ed
importante storia.
La sua origine si deve all’intraprendenza dei Padri Antoniani, che in Piemonte avevano
come centri principali la celebre Precettorìa di Sant’Antonio di Ranverso ed a Torino l’antica
prevostura dei Santi Dalmazzo e Antonio posseduta fin dal 1271. All’indomani della cessione
di quest’ultima, su pressione del duca Carlo Emanuele I, ai Padri Barnabiti, gli Antoniani
pensarono di costruire una casa religiosa più grande e comoda, con annessa la chiesa dedicata
a Sant’Antonio abate, al fondo dell’odierna Via Po.
La storia della Domus Padi (Casa di Po) - oggi Palazzo Accorsi - incominciò nel 1616,
quando il grande complesso, palazzo e chiesa, fu aperto sia per i religiosi sia per i malati da
loro curati.
Ultimati i lavori nel 1626, per circa 150 anni il complesso fu una delle sedi più prestigiose
degli Antoniani in Piemonte ed Italia.
Alla metà del Settecento gli Antoniani affidarono a Bernardo Vittone il rimodernamento
della chiesa. Il grande architetto sistemò la chiesa, il coro, il campanile ed approntò il decoro
del presbiterio. La chiesa di Sant’Antonio era allora ricca di opere d’arte, dipinte da Giovanni
Paolo Recchi, Carle Dauphin, Alessandro Trono, Michelangelo Milocco e Lorenzo Pelleri.
In seguito alla soppressione dell’Ordine degli Antoniani da parte del papa Pio VI Braschi (17
dicembre 1776), il palazzo e la chiesa, affidati all’Opera della Mendicità Istruita, godettero
ancora di un momento glorioso. Furono invece le soppressioni napoleoniche a condizionare
fortemente le costruzioni: l’Opera abbandonò il complesso, provocandone una inarrestabile
decadenza.
La chiesa di Sant’Antonio non era più visibile già nel 1826, con la dispersione delle sue opere
d’arte. La proprietà degli edifici passò nell’Ottocento all’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro.
Fu allora che in alcuni locali del palazzo trovò abitazione il grande pittore Antonio
Fontanesi, che vi morì il 17 aprile 1882; nel portone di ingresso al Museo è murata, a ricordo,
una lapide in suo onore.
Pochi sono oggi i resti riconoscibili delle costruzioni antiche: un brano di affresco del coro
della chiesa nei locali delle segreterie del primo piano; due colonne in pietra sotto i portici di
via Po; una parte della sacrestia nel locale del book-shop, mentre quanto rimasto del
campanile è stato murato per preservarlo.
Nel Novecento la storia del palazzo ha trovato una prosecuzione ideale ed un nuovo grande
impulso.
Nel 1956 l’intero palazzo fu acquistato da Pietro Accorsi che adibì il piano nobile a sua
abitazione e galleria d’arte. Alla sua scomparsa Giulio Ometto, suo allievo, attraverso un
meticoloso lavoro, rispettoso della storia secolare del palazzo, ha completamente rinnovato lo
storico edificio, rendendolo degna e splendida sede del Museo di Arti Decorative.