Quirino Camerlengo COSTITUZIONE ECONOMIA SOCIETÀ La Costituzione italiana vive attraverso le leggi che ne danno attuazione, le sentenze che ne interpretano i molteplici contenuti, le decisioni assunte dal Governo. Vivendo, la Costituzione aspira a svolgere un ruolo determinante nell’orientare l’evoluzione della società in armonia con i valori in essa enunciati. La Costituzione, dunque, non è solo l’atto normativo fondamentale posto alla base dell’ordinamento giuridico italiano, ma è essa stessa fattore di cambiamento sociale, sia pure nel rispetto della libertà e dell’autonomia dei consociati, sia come singoli sia nelle tante formazioni sociali nelle quali trova occasione di svolgimento la personalità di ognuno. Ebbene, questo volume intende esplorare alcune tra le più rilevanti linee di sviluppo sociale promosse dalla Costituzione attraverso il fattore economico: la Costituzione che concorre a mutare il volto della società per il tramite dei princìpi e delle regole relative ai rapporti economici. Lungi dal volersi limitare a fotografare l’esistente, questo studio immagina i possibili itinerari di trasformazione che si potrebbero aprire di fronte ad un assetto sociale in continua trasformazione. Quirino Camerlengo COSTITUZIONE ECONOMIA SOCIETÀ ISBN 978-88-6611-567-0 € 28,00 editore cacucci bari Quirino Camerlengo è professore associato confermato di Diritto costituzionale presso il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università degli Studi di Pavia, dove insegna “Diritto pubblico e dell’economia” e “Costituzione economica”. È autore di numerosi scritti su molteplici profili del diritto costituzionale: dalla teoria generale al sistema delle fonti, dalla forma di governo agli istituti di garanzia, dalle autonomie territoriali ai diritti fondamentali. È stato Assistente di Studio alla Corte costituzionale. Quirino Camerlengo COSTITUZIONE ECONOMIA SOCIETÀ editore cacucci bari proprietà letteraria riservata © 2017 Cacucci Editore – Bari Via Nicolai, 39 – 70122 Bari – Tel. 080/5214220 http://www.cacuccieditore.it e-mail: [email protected] Ai sensi della legge sui diritti d’Autore e del codice civile è vietata la riproduzione di questo libro o di parte di esso con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro, senza il consenso dell’autore e dell’editore. «If we do not do the impossible, we shall be faced with the unthinkable» (M. Bookchin, The Ecology of Freedom, 1982). INDICE INTRODUZIONE Capitolo I COSTITUZIONE, SOCIETÀ, ECONOMIA 1.Costituzione 2.Società 3.Economia 13 22 31 Capitolo II LA COSTITUZIONE ECONOMICA 1.Introduzione: l’emersione del “fattore economico” nelle moderne costituzioni 2.La “costituzione economica”: abbozzo di ritratto storico di un concetto controverso 3. Varianti della costituzione economica in senso prescrittivo: le riflessioni di Bognetti, di Pizzorusso, di Amato, di Guarino 4. Il superamento della dicotomia tra dimensione descrittiva e dimensione prescrittiva per accedere ad una visione costituzionalmente globale: la lezione di Luciani 5. La rilevanza o dignità costituzionale del fattore economico 5.1. I Costituenti e l’economia 5.2.Un tentativo di interpretazione costituzionale del fattore economico 6.Un rapido sguardo alla evoluzione del rapporto tra Stato italiano ed economia nell’esperienza repubblicana 7. Le implicazioni associate alla maturazione del processo di integrazione europea 8.In chiusura: fu davvero un “compromesso” a ispirare le disposizioni costituzionali sull’economia? 39 47 50 55 57 58 66 70 74 81 8 Indice Capitolo III STATO SOCIALE, EGUAGLIANZA SOSTANZIALE, DIRITTI SOCIALI 1.Introduzione: la Repubblica italiana come Stato sociale, basato sull’eguaglianza sostanziale e garante dei diritti sociali 2. Lo Stato sociale e le sue fondamenta ideologiche: tracce 2.1. Intorno alle caratteristiche strutturali e funzionali dello Stato sociale 3. Il percorso evolutivo dell’eguaglianza 3.1. La consacrazione del principio liberale dell’eguaglianza formale 3.2. La proiezione sostanziale dell’eguaglianza 3.3. La costituzionalizzazione dell’eguaglianza sostanziale in Italia 3.4.Il secondo comma dell’art. 3 della Costituzione, come comunemente interpretato e applicato 3.5. Alla ricerca del senso dell’eguaglianza sostanziale 3.6. E la mobilità sociale? 4. I diritti sociali: profili introduttivi 4.1. La conformazione strutturale dei diritti sociali 4.2. Solo i diritti sociali “costano”? 4.3. I diritti sociali tra pubblico e privato 85 86 93 95 97 98 103 107 111 118 122 126 130 134 Capitolo IV LO STATO SOCIALE E LA NUOVA DIVISIONE DEI POTERI 1.Presentazione 137 2. Lo Stato sociale e la funzione legislativa 137 2.1. Intorno alle “leggi provvedimento” 141 2.2. Sulle leggi di incentivazione 148 2.3. Dalla legge finanziaria alla legge di stabilità 153 2.4. Il pluralismo istituzionale e l’autonomia delle Regioni: prologo 158 2.4.1. La distribuzione del potere legislativo tra Stato e Regioni 163 2.4.1.1. Sui “compiti trasversali” dello Stato rilevanti in materia sociale ed economica166 2.4.1.2. La creazione giurisprudenziale della “attrazione in sussidiarietà” 174 2.4.1.3. Verso la tutela della “unità economica” 176 Indice9 2.5. La funzione legislativa del Governo 3. L’arricchimento progressivo dell’attività amministrativa 3.1. I servizi pubblici: un inquadramento generale 3.2.I servizi pubblici “al servizio” dello Stato sociale e dell’eguaglianza sostanziale 3.3. Servizi sociali e welfare State 4. L’attivismo giudiziario nello Stato sociale interventista 4.1.Responsabilità civile ed eguaglianza sostanziale: il “caso Gennarino” 4.2.La strada giudiziaria dell’efficacia erga omnes dei contratti collettivi di lavoro 4.3. Diritto alla salute e diseguaglianze: il caso “Di Bella” 180 185 188 192 198 201 206 209 216 Capitolo V INIZIATIVA ECONOMICA PRIVATA E “UTILITÀ SOCIALE”. PROPRIETÀ PRIVATA E “FUNZIONE SOCIALE”. 1. I “princìpi-valvola” nella Costituzione 2. Scoprendo l’utilità sociale: il contributo dei lavori preparatori… 2.1. … e i primi passi della Corte costituzionale 3.Spunti ricostruttivi attraverso una lettura combinata dei limiti alla libertà di iniziativa economica privata di cui al secondo comma dell’art. 41 4. Utilità sociale e altri limiti: al di là dell’art. 41 5. Utilità sociale e concorrenza: una relazione complicata 5.1. L’originaria diffidenza della Corte costituzionale verso la concorrenza, in nome dell’utilità sociale 5.1.1. Sistemi competitivi e oneri burocratici 5.2. Una nuova stagione per la concorrenza 6. Intorno ai caratteri del sindacato di costituzionalità sull’utilità sociale 7. Breve esplorazione dei territori presidiati dalla “funzione sociale” 7.1. La Corte e la funzione sociale, in generale 7.2. La funzione sociale e i vincoli urbanistici 7.3. Espropriazioni, occupazioni, indennizzi 7.4. Sul regime vincolistico delle locazioni 7.5. Alcuni spunti finali 219 222 223 224 226 229 229 231 232 235 237 238 239 240 243 245 10 Indice Capitolo VI LA VOCAZIONE SOCIALE DELLA COSTITUZIONE E IL FATTORE ECONOMICO 1. Contraddizioni, limiti e criticità della società italiana 2. La vocazione sociale della Costituzione italiana 2.1. Ricognizione dei princìpi e degli enunciati costituzionali che rispecchiano tale vocazione sociale 3. L’identikit costituzionale della società italiana 4.Il fattore economico e il cambiamento sociale, costituzionalmente orientato 4.1. Il lavoro, per una esistenza libera e dignitosa 4.2. Le pensioni, tra attuali beneficiari e future generazioni 4.3. Beni privati, beni pubblici… beni comuni? 4.4.L’apparizione, in Costituzione, del principio del pareggio di bilancio e il destino dei diritti sociali 4.5. La protezione dell’individuo e del suo risparmio 5.Economia sociale di mercato o economia di mercato per la società? 5.1. Economia reale ed economia finanziaria: una relazione da ripristinare alla luce della vocazione sociale della Costituzione 6. Postilla sulla crisi della sovranità nazionale, sull’integrazione europea, sulla globalizzazione 247 250 257 261 263 264 269 274 277 285 288 297 299 INTRODUZIONE Spesso sottovalutiamo l’influenza che la didattica può esercitare sull’attività di ricerca. Il confronto costante e animato con gli studenti può essere di ispirazione per intraprendere inediti itinerari di studio. E non si tratta soltanto di una elaborazione di spunti che permette di identificare nuovi argomenti da trattare. Viene, infatti, il momento in cui non ci si può esimere dal dovere cruciale di immaginare innovativi percorsi di analisi per diffondere frammenti di pensiero idonei a suscitare lo spirito critico: degli stessi studenti, dei colleghi, dei lettori occasionali, degli attori istituzionali sempre che questi ultimi siano disponibili al dialogo con i cultori delle scienze. Insegnare non è solo trasmettere conoscenza. Insegnare è anche diffondere una piena consapevolezza dei tanti problemi che si annidano dietro ogni argomento trattato. Insegnare è anche stimolare l’attenzione verso le fondamenta che reggono gli edifici concettuali nei quali ci si muove confrontandosi nelle aule universitarie (e non solo). Ciò è particolarmente vero in una disciplina, il Diritto costituzionale, che non è mera rassegna e illustrazione di diritti e doveri, né sola organica descrizione di apparati complessi preordinati all’esercizio del potere. Il Diritto costituzionale è ancor prima un approccio filosofico alla vita in comunità, in quanto riassume in sé i valori ed i princìpi che aspirano a rendere la nostra società migliore, da tanti punti di vista. E il cultore del Diritto costituzionale non può sottrarsi alla sfida lanciata dai fruitori di questa disciplina, che sollecitano una particolare cura verso l’impatto che princìpi, istituti, valori, norme, sono in grado di produrre su tutto quello che ci circonda e che, nel contempo, ci include. L’esperienza didattica maturata nei corsi di Economia ha promosso questa consapevolezza, calando il testo costituzionale e le sue interpretazioni in una realtà che ne ha favorito il dialogo con elementi estranei al diritto, ma non per questo indifferenti all’analisi giuridica. È come se il Diritto costituzionale, inserito in ambiente economico, al servizio dei futuri cultori delle scienze economiche, avesse scoperto e dimostrato la propria attitudine a confrontarsi dialetticamente con l’“esterno”, in una prospettiva eclettica capace di esaltarne le potenzialità non solo prescrittive, ma anche evolutive. L’idea assecondata da questo libro è il frutto di anni di esplorazione, di ricerca di nuovi stimoli, di analisi dei tanti spunti che l’interazione tra didattica e ricerca ha promosso. In fondo, questa idea è di una semplicità quasi disarmante: intendo, infatti, dimostrare che, attraverso il fattore economico, la Costituzione italiana è in gra- 12 Costituzione Economia Società do di trasformare la società, seguendo le tracce segnate dai princìpi e valori in essa enunciati. La Costituzione non è solo una fonte del diritto: cioè, non è soltanto un corpo organico di norme giuridiche destinate a disciplinare, anche solo in termini generali, la “materia costituzionale”. La Costituzione è un formidabile strumento di rinnovamento sociale, capace di penetrare nei tanti e multiformi aspetti della vita comunitaria affinché le relazioni tra individui siano informate a princìpi di eguaglianza sostanziale, di solidarietà, di pluralismo, di dignità, di equità, di giustizia e coesione sociale. La criticità di questo approccio non sfugge certamente al lettore più attento. La teorizzata “vocazione sociale” della Costituzione genera tensione tra diritto e società: tra il diritto, come insieme di regole volte a conferire giuridica rilevanza a fatti, comportamenti, rapporti, e la società, che aspira a svilupparsi autonomamente grazie alle interazioni quotidiane tra gli attori sociali. La società, in un ordinamento che separa nettamente Stato e comunità, mira ad evolversi secondo proprie dinamiche, chiedendo al diritto di garantire il pacifico e ordinato svolgimento delle relazioni intersoggettive. Ebbene, una volta superata questa difficoltà preliminare, questo studio dimostrerà come, proprio utilizzando gli strumenti e i meccanismi propri delle azioni economiche, la Costituzione può indurre alla trasformazione sociale per eliminare o, quanto meno, fortemente ridimensionare le tante contraddizioni che ancora oggi attraversano la società italiana, mettendone a rischio la stabilità. Ed è proprio in questo fecondo clima di dialogo con gli studenti che ha caratterizzato tanti anni di docenza nei corsi di laurea delle discipline economiche (senza dimenticare il contributo “illuminato” di tanti colleghi di discipline diverse dalla mia, a cominciare dal Professor Lorenzo Rampa) che è maturato e ha preso forma questo studio, nella speranza che anche l’economista sia incentivato a confrontarsi con il Diritto costituzionale per contribuire a rendere la nostra società più giusta, più equa, più solidale, più coesa.