Celtis Australis
bagolaro
Il Celtis Australis è noto con il nome di bagolaro che
sembra derivare dalla parola bagola, termine dialettale del nord Italia che significa “manico”, per la sua
conosciuta bontà nell’utilizzo del suo legno per manici di fruste.
Riesce a vivere anche in terreni sassosi, dove il robusto apparato radicale penetra nelle fessure delle
rocce favorendone lo sgretolamento: da ciò deriva
un altro nome volgare, spaccasassi.
Albero dal portamento eretto, può raggiungere i 25
m di altezza. Chioma ampia, globosa, densa ma leggera, verde chiaro. Il tronco è abbastanza breve, robusto e caratterizzato (in età adulta) da possenti
nervature, con rami primari di notevoli dimensioni,
mentre quelli secondari tendono a essere penduli.
Viene spesso impiegato nelle alberature dei viali e dei parchi: dal rapido accrescimento, produce una fitta ombra ed è estremamente adatto alla città, grazie all’ottima resistenza all’inquinamento atmosferico, anche nelle aree di grande traffico urbano. È inoltre
molto rustico e frugale, si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno ed esposizione e non soffre troppo della presenza della copertura
dell’asfalto. È utilizzato anche nei rimboschimenti in terreni sassosi e difficili.
Corteccia e legno: è sottile, grigio chiaro e liscia, ricorda quella del faggio. È usata in
tintoria e da essa si estrae un pigmento giallo. Il legno di color grigio-biancastro, duro,
flessibile, tenace, elastico e di grande durata, è ricercato per mobili, manici, attrezzi
agricoli e lavori al tornio; è buon combustibile e dà carbone di qualità pregiata.
Foglie: semplici, decidue, alterne con picciolo, ovato-lanceolate, acuminate, seghettate con la pagina superiore più scura e ruvida e quella inferiore verde-grigiastro; in autunno diventano di colore giallo sbiadito e cadono con i primi freddi.
Fiori: ermafroditi, verdastri e piccoli, ascellari, compaiono con le foglie, solitari o riuniti
in piccoli grappoli di 3-5 fiori (ogni fiore misura circa 2-3 mm). La fioritura avviene fra
aprile e maggio.
Polline: è tetra-pentazonoporato (a volte tri o esazonoporato), isopolare, suboblatosferoidale, 26-36µm di diametro. Esina scabrata e intina sottile, ispessita sotto i pori a
formare onci. Quello dell’australis non viene considerato allergenico e si trova in atmosfera in quantità molto basse. Allergenico è invece il polline di altre specie di Celtis che
può provocare disturbi a volte anche intensi.
Frutti: drupe subsferiche di circa 8-12 mm. Prima di colore giallo o grigio-verde chiaro,
con la maturazione divengono nere. Commestibili, con poca polpa, hanno un sapore
dolciastro e per questo motivo la maggior parte degli uccelli ne sono molto ghiotti.
Radici: l’apparato radicale è molto robusto, profondo e con la tendenza a espandersi anche in senso radiale, garantendo alla
pianta una grande stabilità e la possibilità di superare agevolmente periodi siccitosi. Per la tendenza delle radici a penetrare nelle
fessure di rocce e manufatti, allargandole, viene comunemente denominato spaccasassi.
Habitat: originario del bacino del Mediterraneo, è diffuso dalla Spagna meridionale fino al Caucaso e all’Asia occidentale. In Italia è
un grande albero spontaneo ed è abbastanza comune fino ai 600-700 m. Vive in boschi di latifoglie e si associa facilmente a olmo,
carpino, nocciolo, frassino, orniello, quercia e acero.
Alberi in Italia: a Sirolo (Ancona) la tradizione vuole che all’entrata di villa Vetta Marina (ex convento di San Francesco), san Francesco d’Assisi abbia piantato nel 1219 due bagolari prima di imbarcarsi per la Terrasanta. All’interno, infatti, c’è un cippo che lo
ricorda. I bagolari che si possono osservare oggi, catalogati nel 2012 dal Corpo forestale come bicentenari, potrebbero essere gli
eredi degli alberi piantati da san Francesco o derivanti da una successiva piantumazione. A Belcastro (Catanzaro), ai margini della
piazza centrale intitolata al patriota Giuseppe Poerio, si erge un esemplare piantato dal lui stesso nel 1860 a cui diede il nome di
“Albero della Libertà”. A Capestrano (Aquila), in piazza Capponi, è presente un bagolaro alto 30 m e con una circonferenza di 4,67
m. Ha un’età di circa 250 anni.
Curiosità: ha molte proprietà, astringente, antidiarroico, rinfrescante. Le foglie si utilizzano soprattutto per problemi all’apparato intestinale. Si possono
preparare decotti e berne due o tre tazzine ogni giorno. Per uso esterno, sarebbe un ottimo rimedio per le infiammazioni di bocca e gola (sciacqui con
un decotto di foglie). È usato anche per lenire e combattere gengiviti e faringiti.
piante in vivaio utilizzate nell’impianto