Mensile - anno 11 - N. 117-118 luglio-agosto 2015 - Poste Italiane S.p.A. Sped. In A.P. - D.L 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004) art.1comma 1 - DRCB - Verona n. 117-118 Luglio-Agosto 2015 € 6,00 www.storiainrete.com O V I S SCLU E CONFESSIONI DI UN DITTATORE Un diario inedito del 1942, attribuito a Mussolini, rivela aspetti sorprendenti di un uomo disperato, schiacciato dalla sconfitta SICILIA IN FIAMME Siracusa, Cartagine, Atene. Tutti contro tutti cover storia 117-118.indd 2 CONTRO LA SINDONE Un libro attacca la reliquia ma è smentito dalla scienza CONVENTI BOLLENTI Casanova e il fascino delle suore di Murano 20/07/15 20.46 … o i r a i D o r a C « ESCLUSIVO 1942, il diario inedito di Mussolini - 2 Pubblichiamo alcuni stralci del Diario inedito attribuito a Mussolini e relativo al . Ne emerge una figura molto diversa da quella che, ieri come oggi, domina l’immaginario collettivo: al posto di un dittatore volitivo troviamo un uomo che si sente in trappola, afflitto da malanni e malinconie, che sente la fine avvicinarsi a grandi passi. Ma è un Diario genuino quello che proponiamo in queste pagine? Certezze non è possibile averne ma per la prima volta è possibile fare un confronto con una versione sicuramente apocrifa e ricavarne qualche sorpresa. Del resto non è che negli ultimi cinquant’anni le perizie sui Diari mussoliniani abbiano mai dato grandi prove… di Fabio Andriola | STORIA IN RETE 12 +++12 25 diari mussolini 2.indd 1 Luglio-Agosto 2015 20/07/15 23.49 » o t a r e p s i d o n o s io… C ESCLUSIVO 1942, il diario inedito di Mussolini - 2 ome si valuta l’autenticità di un documento storico come il diario di un importante personaggio del Novecento? In apparenza è facile, le possibilità sono varie: ad esempio si possono analizzare carta e inchiostro per vedere se qualità e composizione sono compatibili con l’epoca in cui il documento sarebbe stato realizzato. Un’altra cosa da fare è quella dell’esame della grafia mediante una perizia grafologica da affidare ad esperti in grado di valutare stile e fluidità della scrittura. Ma c’è anche la possibilità di fare un’analisi interna al testo e cioè concentrare l’attenzione su date, circostanze, possibili errori, omissioni. Nel corso della lunga storia della caccia ai Diari di Mussolini, caccia che dura dall’inizio degli anni Cinquanta, queste strade sono state tentate tutte ma con risultati poco confortanti. Nello scorso numero di «Storia in Rete» abbiamo iniziato a raccontare di questa agenda/diario del 1942, attribuita a Mussolini, posseduta da un collezionista svizzero, per la quale è possibile fare un raffronto fino ad oggi impossibile: confrontare cioè questo documento assolutamente inedito ed una decina di copie fotografiche di alcune pagine di un Diario, sempre del 1942, che fu proposto in vendita nel 1967 al quotidiano britannico «Sunday Times». Quel diario era molto probabilmente falso e venne offerto in visione agli inglesi sotto forma di alcune fotocopie. Poi l’affare saltò ma quelle fotocopie restarono negli archivi del «Times» da cui sono emerse alcuni anni fa. Grazie a questa fortunata serie di episodi è stato quindi possibile fare un confronto che mai era stato possibile fare per nessuna annata nel corso della lunga e controversa storia della caccia ai Diari di Mussolini. Il confronto ha rivelato un aspetto sorprendente e cioè la sostanziale identità tra i due testi con una eccezione non da poco, anzi decisiva. L’ha descritta così, su «Avvenire» del 27 giugno scorso, il professor Paolo Simoncelli, dell’Università La Sapienza di Roma: «Il confronto tra le riproduzioni di alcune pagine dei due Diari è invero sorprendente: l’archetipo propone una grafia più stretta che, copiata, non rientra nella stessa pagina della stessa data, e allora nella copia viene tagliata una frase dell’archetipo; o, viceversa, se la copia risulta troppo stretta, compare nella pagina qualche frase che nell’archetipo si trova in quella successiva. Dunque, secondo Andriola, le Panvini potrebbero aver 25 giugno 1942, Benito Mussolini passa in rivista gli equipaggi che hanno partecipato alla battaglia aeronavale di mezzo giugno 1942 contro i convogli britannici diretti verso Malta. L’invasione dell’isola-fortezza inglese era uno dei maggiori punti d’attrito fra Hitler e Mussolini Luglio-Agosto 2015 +++12 25 diari mussolini 2.indd 2 | 13 STORIA IN RETE 20/07/15 23.49 SACRE RELIQUIE Sindonofobi Contro la Sindone. M a a carte truccate Lo storico Andrea Nicolotti pretende di far piazza pulita di tutte le «leggende» sorte intorno al Sacro Lino di Torino: un falso bello e buono che va smascherato una volta per tutte usando le armi della ricerca storica. Peccato che tra quelle armi non ci dovrebbero essere alcune cose che invece Nicolotti usa a man bassa: sarcasmo e disprezzo per chi non la pensa come lui (i vituperati «sindonologi»), fonti e ricerche di segno opposto ignorate, incursioni avventate in campi lontani come quelli della scienza. Insomma, il classico «libro a tesi», ovviamente incensato dai maggiori quotidiani, che una nota studiosa della Sindone ha letto per «Storia in Rete» di Emanuela Marinelli «S utor, ne ultra crepidam!» Si narra che questa frase (ciabattino, non andare oltre i sandali!) fu pronunciata dal pittore greco Apelle di Coo (IV sec. a.C.). L’artista esponeva le sue opere all’entrata della sua bottega, per tener conto di eventuali suggerimenti dei passanti; accadde così che un calzolaio trovò mal rappresentati i sandali di un personaggio e Apelle si affrettò a correggerli. L’indomani il ciabattino, inorgoglito dall’accettazione della sua precedente affermazione, si lanciò nella critica di altri dettagli del quadro e a quel punto Apelle lo apostrofò con la frase divenuta poi proverbiale. Questo episodio andrebbe ricordato ad Andrea Nicolotti, che nel suo recente libro «Sindone. Storia e leggende di una | STORIA IN RETE 28 +++28 38 marinelli sindonofobia.indd 1 reliquia controversa» (Einaudi 2015) da storico si trasforma anche in esperto di tessili antichi, di fotografia, di radiocarbonio e di pollini. E pensare che proprio lui ironizza sul fatto che al congresso tenutosi all’ENEA di Frascati (Roma) nel 2010 c’era anche «una laureata in scienze naturali per parlare di iconografia»! Non so quanti avranno il coraggio di leggere il ponderoso volume di Nicolotti (370 pagine), che è senza dubbio frutto di un enorme lavoro come le sue precedenti opere («I Templari e la Sindone. Storia di un falso», Salerno Editrice, 2011 e «Dal Mandylion di Edessa alla Sindone di Torino. Metamorfosi di una leggenda», Edizioni dell’Orso, 2011, dei quali rispettivamente si può trovare una mia recensione a questi link: www. sindone.info/SN-74ITA.PDF e www.sindone.info/ Luglio-Agosto 2015 20/07/15 18.02 SACRE RELIQUIE Sindonofobi . e e La Sindone di Torino, il lenzuolo in cui secondo la tradizione cattolica è stato avvolto il Cristo Luglio-Agosto 2015 +++28 38 marinelli sindonofobia.indd 2 | 29 STORIA IN RETE 20/07/15 18.02 ANTICHITà / 2 Complotti e destino Statue mutilate : e per Atene fu l’inizio della fine È passato alla storia come lo «Scandalo delle Erme»: alla vigilia di un’importante spedizione militare guidata da Alcibiade, Atene si sveglia e trova decine e decine di statue prive della testa e degli organi sessuali. Chi è stato? E perché? Mentre le indagini procedono lo fa anche la malasorte: Alcibiade è costretto a rifugiarsi a Sparta e Atene vede svanire per sempre la propria potenza militare col disastroso fallimento dell’attacco alla Sicilia di Miska Ruggeri A lla fine del 416 a.C. tutto sembrava andare a gonfie vele sia per Atene, impegnata da 16 anni nella cosiddetta Guerra del Peloponneso (431 a.C. - 404 a.C.) contro Sparta, che per Alcibiade, astro nascente della vita politica ateniese. Atene si era impadronita, con un atto di brutale imperialismo condannato tra le righe da Tucidide in un celebre dialogo, della piccola Melo, una delle isole doriche delle Cicladi, sterminandone la popolazione maschile adulta e riducendone in schiavitù donne e bambini; Alcibiade aveva addirittura trionfato con i suoi carri ai giochi olimpici. Ora poteva anche sembrare | STORIA IN RETE 58 +++58 62 ruggeri scandalo erme.indd 1 possibile immaginare la conquista della Sicilia (se non addirittura di Cartagine e dell’intero Mediterraneo), grande produttrice di grano, dove c’erano città alleate come Segesta e Leontini. Alcibiade, come da indole, soffia sul fuoco solleticando la voglia di gloria e d’avventura dei giovani, che ormai avevano solo un lontano ricordo infantile delle pire funerarie dovute alla peste o degli spartani che devastavano il suolo attico. La scusa è la stessa già utilizzata nel 427: Segesta, città elima minacciata da Selinunte per questioni di territorio e matrimoni, ha chiesto aiuto e offerto denaro. Inoltre bisogna far rientrare in patria gli abitanti di Leontini, che ne erano stati scacciati da Siracusa. L’Assemblea del popo- Luglio-Agosto 2015 20/07/15 17.33 ANTICHITà / 2 Complotti e destino La disfatta degli Ateniesi sotto Siracusa in una stampa tedesca di fine Ottocento. A destra un’erma, statue che rappresentavano il dio Ermes (da cui il nome) poste ai crocevia, come cippi confinari a tutela dei viandanti e delle proprietà. Erano rappresentate con il pene in erezione lo vota la spedizione, decretando l’invio di 60 navi sotto il comando di Alcibiade, Lamaco e Nicia. Quest’ultimo, tutt’altro che un pacifista ad oltranza quanto semplicemente ostile a un allargamento del conflitto a macchia d’olio, prova a opporsi con ragionamenti di buonsenso: già ci sono tanti nemici in Grecia, perché andare a cercarne altri? Che senso ha tentare di sconfiggere il nemico oligarchico vicino (Sparta) andando ad attaccare a mille km di distanza uno Stato neutrale e democratico (Siracusa)? Ma non c’è nulla da fare per un pur presunto «partito della pace», anzi le navi vengono aumentate fino a 100 (alla fine saranno 134 triremi, più due grandi navi giunte da Rodi, con 5.100 opliti, 480 arcieri, 700 frombolieri ecc.), Luglio-Agosto 2015 +++58 62 ruggeri scandalo erme.indd 2 una sorta di «Invincibile Armata» ante litteram. Atene, insomma, si conferma come «la città che osa» già descritta da Tucidide. Ma proprio alla vigilia della partenza, nel giugno 415, forse il giorno 8 secondo alcuni calcoli, una bella mattina si scopre che tutte le erme della città (e già questo escludeva l’azione casuale di giovinastri ubriachi), statue pilastrini di Ermes, che adornavano slarghi e strade per assicurare protezione ai viandanti, erano state mutilate. «Sul lato anteriore» dice Tucidide, intendendo probabilmente il taglio del fallo (con la testa l’elemento anatomico meglio abbozzato). Un evidente presagio negativo per la spedizione, alla faccia del razionalismo dei sofisti, e un’offesa a un Dio tutelare: la coscienza civica e religiosa è profondamente turbata. Scoppia lo scandalo in un clima che potrebbe definirsi di caccia alle streghe, visto che sono offerte grandi ricompense ai delatori e vengono invitati alla denuncia di «qualunque atto sacrilego» persino forestieri e schiavi: in breve si sviluppa uno degli affari ancora oggi considerati più misteriosi e complessi della storia di Atene. Ce ne parlano numerose fonti, dal solito Tucidide a Plutarco, epperò dipanare la successione dei fatti resta assai difficile. Chiari i destinatari dell’atto vandalico (Alcibiade in primis) e gli effetti che si volevano ottenere. Oscuri, come in ogni complotto politico che si rispetti, gli autori | 59 STORIA IN RETE 20/07/15 17.33 Conventi B ANTICIPAZIONI Casanova e suor M.M. Fra i molti letti che Giacomo Casanova visitò nella sua movimentata vita, ci fu anche quello di una suora, pudicamente nascosta nella sua autobiografia sotto le iniziali «M.M.». Un’avventura amorosa con quattro protagonisti – lui, la monaca, una quindicenne e un abate francese – tipica della vita libertina condotta del Grande Seduttore che non poteva non solleticare la curiosità di tutti gli studiosi e gli appassionati di Casanova. Che alla fine sono riusciti a dare un nome alla monaca: una peccatrice che però confidava candidamente nella Provvidenza divina. Come racconta un classico delle biografie del Grande Seduttore recentemente ripubblicato e di cui «Storia in Rete» anticipa un capitolo di Luigi Bàccolo M.M. durante l’incontro amoroso con Casanova nel film dedicato al Grande Seduttore da Federico Fellini (1976) | STORIA IN RETE 90 ++90 97 baccolo casanova.indd 1 Luglio-Agosto 2015 20/07/15 17.56 i BOLLENTI ANTICIPAZIONI Casanova e suor M.M. C hi abbia occasione di entrare nella chiesetta di San Canciano, campo omonimo, sosti un momento davanti al primo altare a destra: lì, presumibilmente tra la colonnina di marmo e il confessionale di legno scuro che forse è ancora quello di due secoli fa, Casanova deponeva i suoi bigliettini d’amore che una messaggera fidata veniva furtivamente a prelevare e poi, con un dieci minuti di gondola, a portare a una monaca di Murano, del convento di Santa Maria degli Angeli. Nonostante i costumi indulgenti dell’epoca, era quella una grossa imprudenza. Ma Casanova, rientrato a Venezia dopo la ricca esperienza sentimentale e culturale di Parigi, doveva sentirsi un palmo al di sopra della piccola vita veneziana: con una forza dentro, una sicurezza di se stesso, una confidenza nel destino che gli impedirono di avvertire quali lontani boati di tuono rumoreggiassero sul suo cielo. Frequentava come prima il gioco d’azzardo, faceva un po’ di Cabala qua e là, andava a letto con chi gli capitava, ma non era più solamente un piccolo mariuolo di violinista spiantato; fatto audace dal tuffo nella grande intellighenzia francese, parlava per dritto e per traverso di religione e d’amore, di filosofia e di politica, con l’arroganza del giovane rimpatriato: come riferisce la solita spia Manuzzi, «tratta dell’usar il coito per vie rette e indirette, mescolando favole, sacra scrittura e profana, et il nascere di Gesù Cristo». Era la cultura di Francia contaminata con la sguaiata poesia del Baffo. E, ciò che è più grave, si vantava da neofita della appartenenza alla «setta de’ Muratori, raccontando i onori e vantaggi che si hanno a essere nel numero de’ confratelli», mostrava a chi voleva vederla «una pelle bianca, in forma di una picciola traversa da potersi cingere alla vita», evidentemente parte dell’abbigliamento del rito massonico. Il governo veneto guardava con sospetto ogni associazione che non operasse alla luce del sole, più per ombrosità politica che per scrupolo religioso; parum de principe, nihil de Deo, era il suo motto, mentre nelle riunioni massoniche si discorreva proprio di tali temi proibiti. E bisogna dire che, ovunque si Luglio-Agosto 2015 ++90 97 baccolo casanova.indd 2 | 91 STORIA IN RETE 20/07/15 17.56 le palline | www.reddit.com/r/polandball 1914: cose turche fra gli Imperi Centrali Deliri d’onnipotenza: non conviene farseli venire subito dopo averle buscate in guerra... Dunqve, l’Ottomano attaccherà al zentrum, ich attaccherò zul fianco zinistro und Auztria-Ungheria accerchierà Frankreich da fianco destro Qvesto è il piano. Ci sono domanden? Ja, io ne avr... BASTÄ! BASTÄ! HO SENTITO ÄBBÄSTANZA! ÏL GRÄNDE Ė PÔTENTE ÏMPERÔ OTTOMÄNÔ NON PIGLIERĂ DÏ ORDINÏ DA CRUCCHÏ!! Ke b ! no te So ten po ab ! Fez ! Kebab! r iglio ia vita! 3m 145 della m o ann Viv a All a h! ... Se zei così potentissimo, come mai che Italien ti ha battuto? | STORIA IN RETE 98 +++98 polandball 117.indd 1 TAW-Ireland - https://www.reddit.com/r/polandball/comments/3bztnz/mighty_ottoman/ ÏO SÔNO DÏ GRANDE ÔTTOMĂNÔ! VOÏ IMPĂRERĖTE DÏ TEMĖRE MĖ! ÏO SONO DÏ PÔTĖNTISSÏMÔ ÏMPERÔ! *sniff* non me lo ricordare... Luglio-Agosto 2015 20/07/15 19.19