Cattolicesimo

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10/03/2008 |
Cattolicesimo
A differenza del concetto di Chiesa cattolica, quello di cattolicesimo designa l'insieme delle forme manifeste e
legate a specifici momenti storici del cristianesimo catt. Sorto nel XVI sec. nel quadro della diffusione del
Confessionalismo, dal XVIII sec. il termine venne utilizzato nel linguaggio corrente come pendant di
Protestantesimo, mentre attualmente indica le diverse realtà catt. che si sono formate nei singoli Paesi, in
determinati momenti e in differenti contesti.
1 - Dal confessionalismo alla Restaurazione
L'affermarsi della Riforma nei cant. urbani a partire dal 1523 e la conclusione della seconda guerra di Kappel
(1531) diedero il via nella Conf. a un lungo processo di differenziazione delle confessioni, che portò alla
formazione di due chiese confessionali e determinò una netta separazione a livello sociale e culturale fra catt.
ed evangelici rif. (anche nei cant. biconfessionali e nei baliaggi comuni). Determinanti per il cattolicesimo sviz.
furono la supremazia politica dei cant. catt., l'adozione da parte di questi delle decisioni del Concilio di Trento
e l'attuazione della Riforma cattolica, avvenuta nell'ultimo quarto del XVI sec. con il sostegno dello Stato e
sotto il suo rigido controllo. In seguito venne edificato un sistema di istruzione catt., affidato dalle autorità
politiche in larga misura ai Gesuiti, mentre l'assistenza spirituale del popolo divenne compito spec. dei
Cappuccini. I Catechismi, da poco introdotti, furono i principali strumenti di formazione morale e religiosa. Il
cattolicesimo postridentino trovò la sua espressione culturale e religiosa in una rinnovata Devozione popolare,
di forte impronta gesuitica e basata sulla partecipazione emotiva, caratterizzata dal moltiplicarsi delle
Confraternite, delle processioni, dei pellegrinaggi (Einsiedeln, Mariastein, Madonna del Sasso) e dei culti di
venerazione della Madonna e dei santi (le traslazioni di santi sepolti nelle catacombe nel XVII sec. o la
venerazione di nuovi santi, ad esempio S. Francesco Saverio). A ciò si accompagnò una fioritura del teatro
sacro e di imponenti opere d'arte ed edifici barocchi. La sconfitta dei cant. catt. nella seconda guerra di
Villmergen (1712) ebbe quale conseguenza il predominio dei rif. nella Conf. sia sul piano economico, sia su
quello politico: ciò rafforzò nel cattolicesimo sviz. un atteggiamento difensivo verso i cant. non catt., mentre al
suo interno non ebbe quasi alcuna conseguenza. L'influsso esercitato sul cattolicesimo tridentino, a metà del
XVIII sec., dall'Illuminismo e dagli orientamenti a favore di una Chiesa nazionale (fatti propri ad esempio da
Joseph Anton Felix von Balthasar) portò, in Svizzera come altrove, a una fase di distensione tra le due
confessioni che si protrasse anche durante l'Elvetica e la Mediazione, nonostante che tale influsso
interessasse di fatto solo una piccola élite, spec. nelle città. Fu inoltre avviata una complessa attività di
riforme ecclesiastiche ispirata all'Illuminismo catt., ad opera, fra gli altri, del vicario generale di Costanza,
Ignaz Heinrich von Wessenberg, del francescano di Friburgo Grégoire Girard e del benedettino di Disentis
Placidus a Spescha. Durante la Restaurazione le iniziative e i fermenti della Riforma catt. furono nuovamente
soffocati; le idee e le aspirazioni di questo movimento rimasero tuttavia vive.
Autrice/Autore: Franz Xaver Bischof / did
2 - Dal 1830 al Concilio Vaticano II
Negli anni 1830-40 la maggior parte dei cant. adottò nuove Costituzioni, riformate in senso liberale; nel 1832,
in direzione opposta, l'enciclica di papa Gregorio XVI Mirari vos condannò i principi liberali. Sullo sfondo di tali
avvenimenti, all'interno del cattolicesimo sviz. si delinearono due tendenze fondamentali: una minoranza non
omogenea di catt. liberali che, rivendicando l'eredità dell'Illuminismo catt., mirava a instaurare un legame fra
il cattolicesimo e la società moderna, e una maggioranza di catt. conservatori che, temendo di perdere la
propria identità culturale, si sforzava di restare ancorata alle tradizioni e, appellandosi alla Chiesa di Roma,
rifiutava la modernità con maggiore o minore determinazione. Mentre i primi appoggiarono il nascente Stato
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fed., nel quale si integrarono senza troppi problemi, il fronte catt. conservatore si oppose ai tentativi di
riforma della Costituzione (come del resto fecero fino al 1847 anche i conservatori rif.). Molti fattori
influenzarono in maniera decisiva questo sviluppo: l'affare dei conventi di Argovia, la questione dei gesuiti di
Lucerna (1844), la spedizioni dei Corpi franchi, la guerra del Sonderbund e la conseguente reazione radicale
nei cant. tradizionalmente catt. conservatori. Negli anni 1840-50, in particolare dopo la fondazione dello Stato
fed. (1848), questa situazione portò a un isolamento sociale e culturale, solo in parte volontario, dei catt.
conservatori a livello nazionale ("ritirata nel ghetto"), oltre a una ripresa del confessionalismo su entrambi i
fronti. L'atteggiamento di chiusura rispetto allo spirito del tempo fu inasprito dall'Ultramontanismo, un
movimento che nella seconda metà del sec. si diffuse rapidamente nella Chiesa e nel cattolicesimo, e, nello
stesso tempo, dall'emarginazione dei catt. liberali all'interno della Chiesa stessa. Il fenomeno
dell'ultramontanismo si accompagnava in genere nelle regioni catt. conservatrici, nella maggior parte dei casi
agricolo-rurali, a una certa arretratezza economica, educativa e culturale. Il contrasto con la borghesia
cittadina, prot., liberale e orientata verso l'industria si manifestò nel Kulturkampf, in un primo momento poco
percettibile, ma che dopo il primo Concilio Vaticano (1869-70) si definì chiaramente. Nei cant. che vi furono
coinvolti il conflitto raggiunse differenti gradi di intensità e non di rado i suoi rappresentanti di spicco, per
esempio nei cant. Argovia e San Gallo, appartenevano allo schieramento catt. liberale. Mentre quest'ultimo, in
seguito allo scisma dei Vecchi cattolici (Chiesa cattolico-cristiana) nel 1873, perdeva la sua ala radicale, e con
essa parte della sua importanza, il Kulturkampf rafforzò il processo di formazione di due blocchi, anche se
come in precedenza continuarono a manifestarsi interazioni tra le due parti: da un lato i catt. conservatori si
servirono di strumenti moderni come la stampa, le ass. o il partito per trasmettere le proprie idee
conservatrici; d'altro canto l'insieme della società accolse il pensiero federalista e, dopo il Kulturkampf,
rinunciò al progetto di imporre le posizioni dei radicali riguardo ai diritti dello Stato in materia ecclesiastica.
Analogamente a quanto avveniva in altri Paesi, si formò una società catt. alternativa, o sommersa, che,
servendosi in maniera del tutto moderna delle nuove libertà garantite dalla Costituzione fed. del 1848, creò
istituzioni proprie per praticamente ogni ambito della vita sociale e privata. Si venne dunque a creare un
ambiente specificamente catt., che esercitava al suo interno una forte pressione conformista, allineandosi
rigidamente ai dettami della Chiesa sul piano religioso e morale ed esibendo verso l'esterno un'orgogliosa e
compatta chiusura. Così come era avvenuto in Germania e in Olanda, si sviluppò su base confessionale un
variegato sistema di ass. (Società degli studenti svizzeri (SSS), 1841; Gesellenverein, ass. di giovani artigiani
di Appenzello Interno, 1853 (Opera Kolping); Società piana, 1857; Missione interna, 1863; Caritas, 1901),
riunite in due org. mantello, l'Unione popolare cattolica svizzera (dal 1905) e la Lega svizzera delle donne
cattoliche (1912), oltre che nell'Unione cristiano sociale dei lavoratori (fondata nel 1919). Tale struttura si
rivelò talmente solida che l'Azione cattolica, creata da papa Pio XI nel 1922, non riuscì ad affermarsi nella
Svizzera ted. nonostante l'appoggio episcopale. La rete delle ass. catt. comprendeva anche le org. giovanili
Blauring e Jungwacht, nate nel periodo fra le due guerre nell'ambito del movimento giovanile catt. di origine
ted., e la sezione catt. degli scout (Scoutismo). Il sistema associativo fu completato nel campo della
comunicazione dalla creazione di una stampa catt., nell'istruzione dal potenziamento del sistema scolastico
superiore catt. (spesso sotto la guida di nuove congregazioni) e dalla fondazione nel 1889 dell'Univ. catt. cant.
di Friburgo; in ambito politico, infine, dalla fondazione nel 1912 del partito conservatore sviz. (oggi Partito
popolare democratico (PPD)). Parte integrante di questo cattolicesimo politico furono alcune importanti
iniziative, dal carattere spesso progressista, i cui contenuti si basavano sulla dottrina sociale catt. (Movimento
cristiano-sociale).
L'integrazione politica - non quella culturale o intellettuale - dei catt. conservatori nello Stato fed. ebbe inizio,
oltre che con l'elezione del primo Consigliere fed. (Josef Zemp) appartenente al loro schieramento nel 1891,
con la riconquista del predominio politico negli antichi cant. del Sonderbund, nei quali essi riacquistarono,
dopo una breve interruzione, il loro determinante influsso sulla società. Tale integrazione ebbe fine con
l'alleanza borghese sorta nel contesto della prima guerra mondiale, dello sciopero generale del 1918 e della
lotta difensiva contro il socialismo e la socialdemocrazia. Il culmine dell'organizzazione interna e della
chiusura verso l'esterno della società alternativa catt. fu raggiunto nel periodo fra le due guerre; ne danno
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testimonianza fra l'altro i congressi catt. che si tennero sia nei cant. sia a livello fed.
Autrice/Autore: Franz Xaver Bischof / did
3 - Gli ultimi sviluppi
La trasformazione dell'intera società, che negli anni 1950-60 toccò la Svizzera come gli altri Paesi occidentali
industrializzati, e che fu determinata dal rapido sviluppo industriale, economico e sociale, portò, dopo il 1950,
ai primi processi di erosione nelle regioni dove i catt. erano in minoranza (Diaspora) e, pochi anni dopo il
1960, all'atomizzazione dell'ambiente catt. e alla separazione fra Chiesa e politica. Il cattolicesimo sviz.
attuale si basa sugli orientamenti teol. ed ecclesiastici del Concilio Vaticano II (1962-65, Concili Vaticani) e del
Sinodo 72. Il cammino postconciliare è caratterizzato da una serie di riforme, in particolare per quanto attiene
alla cura d'anime, alla liturgia e all'istruzione, da un'apertura ecumenica (Ecumenismo), dall'adeguamento e
dall'ampliamento delle strutture della Chiesa, anche nei suoi rapporti con lo Stato (Chiese cantonali),
dall'affermarsi del pluralismo all'interno della Chiesa stessa. La compattezza che aveva caratterizzato i
decenni precedenti ha lasciato il posto, alla fine del XX sec., a un'immagine del cattolicesimo sviz. definita da
un ampio spettro di opinioni e posizioni religiose, culturali, sociali e politiche. Il cattolicesimo sembra ora
vivere una fase di radicale cambiamento, testimoniato dal fatto che una parte dei fedeli ha legami sempre
meno stretti, o inesistenti, con la Chiesa, dal livellamento della coscienza confessionale, dalle maggiori
difficoltà di socializzazione a livello religioso ed ecclesiastico e da un crescente interesse per forme di
religiosità esterne alla Chiesa. Tutto ciò sullo sfondo di una rapida e crescente Decristianizzazione dello Stato
e della società, e di una contemporanea individualizzazione degli atteggiamenti religiosi ed etici.
Autrice/Autore: Franz Xaver Bischof / did
Riferimenti bibliografici
Bibliografia
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– A. Dubach, R. J. Campiche (a cura di), Jede(r) ein Sonderfall?, 1993
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– U. Fink, H. Gernet (a cura di), 1998 - das Ende von Religion, Politik und Gesellschaft?, 1997
– T. Hildbrand, A. Tanner (a cura di), Im Zeichen der Revolution, 1997, 139-177
– L. Vischer et al. (a cura di), Ökumenische Kirchengeschichte der Schweiz, 19982
– B. Bürki, S. Leimgruber (a cura di), Theologische Profile, 1998
– G. Bedouelle, F. Walter (a cura di), Histoire religieuse de la Suisse, 2000
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