Il mio giardino

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Fotolia
Piante grasse
I sassi viventi
Curiosi e facili da coltivare anche in vaso, i Lithops hanno soprattutto
un’esigenza: tanta luce. L’aspetto delle loro foglie è del tutto simile a
quello di pietre del deserto e dà un tocco esotico a balconi e terrazzi
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Lithops
S
ono conosciute come “pietre viventi” perché queste piante succulente
originarie del Sud Africa assomigliano molto ai sassi che tipicamente
si incontrano nelle zone desertiche di questa
parte del mondo. Anche il loro nome tradisce questa peculiarità: Lithops, infatti, deriva
dal greco lithos, “pietra”, e opsis, “aspetto”.
Un’altra caratteristica sorprendente dei Lithops è che sono privi di fusto o, meglio,
questo è talmente piccolo che non emerge dal
terreno. Ciò che vediamo, pertanto, sono le
due foglie della pianta saldate insieme. Durante la crescita, queste appassiscono mentre
al centro la pianta emette un nuovo corpo.
In alcuni casi le vecchie foglie si seccano
e formano una sorta di “cuffia” che viene
espulsa con la crescita di una nuova piantina. Se quindi vogliamo dare un tocco esotico ai nostri davanzali, possiamo coltivarla
ricordandoci di osservare solo poche accortezze. Innanzi tutto dobbiamo scegliere un
terriccio adatto: poiché in natura cresce in
terreni quasi sempre sassosi, anche se di diversa composizione, ci servirà un terriccio
che contenga pochissima sostanza organica
e sia ben drenato, che permetta cioè di far
defluire più velocemente l’acqua. Quello
ideale è composto al 30 per cento di torba,
al 40 per cento di pomice e per il restante 30
per cento di sabbia silicea.
La scelta del vaso
Non servono grandi misure ma, poiché l’apparato radicale dei Lithops è abbastanza sviluppato, dobbiamo usare vasi profondi 8-12
centimetri. Vanno bene sia quelli in plastica
sia quelli in terracotta, tenendo presente che
questi ultimi traspirano e perdono umidità
più rapidamente. Con il vaso in terracotta, quindi, è necessario annaffiare la pianta
con più frequenza nella stagione di crescita, ovvero da aprile a giugno, ma sempre e
solo quando il terriccio è asciutto. In media
si bagna ogni 10-15 giorni, mentre il resto
I fiori dei Lithops
assomigliano
a delle grandi
margherite
dell’anno i Lithops non hanno quasi mai
bisogno di acqua. Dobbiamo ricordarcene
se non vogliamo vedere le nostre piantine
“rompersi” oppure marcire.
Anche la posizione è importante: a queste
succulente piace godere di molta luce, evitando però le scottature nei giorni estivi più
caldi, e detestano i ristagni di umidità. Scegliamo quindi una sistemazione in ombra leggera in estate e in pieno sole durante il resto
dell’anno, con un minimo di ventilazione.
Per riprodursi aspetta la pioggia
In collaborazione
con Cactusmania
colpo
d’occhio
Il frutto dei Lithops è una meraviglia della
natura. Quando secca, le valve che lo
compongono restano chiuse per proteggere i
semi all’interno. Basta, però, qualche goccia
di pioggia (o quella che cade dalla punta di
un bastoncino, foto a sinistra) per farle
aprire. Se poi continua a piovere l’acqua
smuove i semi e li trasporta lontano dalla
pianta madre, altrimenti le valve si chiudono
in attesa di uno scroscio più deciso.
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Fiorisce a settembre
Anche se il genere comprende centinaia
di specie diverse (così simili tra loro che
pochissimi esperti sono in grado di distinguerle), i colori dei loro fiori sono solo
due: bianco e giallo. La fioritura comincia
normalmente a settembre e dura da qualche
giorno a un paio di settimane e i fiori, spesso
più grandi della pianta e simili a margherite,
si aprono dall’alba al tramonto. Dopo la fioritura ha inizio la formazione del frutto che
matura la primavera successiva.
Per moltiplicare i Lithops bisogna raccogliere i semi perché la moltiplicazione per talea
richiederebbe il sacrificio di una grande quantità di piante madri. I semi vanno raccolti ben
maturi all’inizio della primavera e raggiungono la massima germinabilità dopo sei-otto
mesi. Se cominciamo a seminare a maggio,
quindi, dobbiamo sapere che più i semi sono
freschi più si dovrà attendere per vederli spuntare. L’ideale, quindi, è seminare in settembre.
“Le specie di Lithops
Il trapianto in 7 passi
➊ Prepariamo il vasetto riempiendolo
con un terriccio torboso e drenante
➋ Livelliamo e compattiamo il terriccio
in modo da non lasciare “buchi”
➌ Prendiamo la colonia di piantine di
Lithops che abbiamo ottenuto da seme
➍ Con l’aiuto di un bastoncino, separiamo
➍
le piantine dalla zolla
➎ Delicatamente, prendiamo con due
dita la piantina e stacchiamola del tutto
➏ Pratichiamo un foro nel terriccio
servendoci del bastoncino
➐ Infine inseriamo la piantina nel vaso,
compattando il terriccio tutto intorno
sono più di cento ma il
colore dei fiori è solo di
due tipi: bianco o giallo”
➎
Cactusmania X7,Fotolia
La moltiplicazione
Il terriccio per la semina deve essere abbastanza torboso e drenante così che al momento della nascita le microscopiche radici
possano svilupparsi con più probabilità di
successo. Comprimiamo il terriccio nella
seminiera livellandolo perfettamente, poi immergiamola in un recipiente riempito con due
dita di acqua in modo che si inumidisca completamente. Con un setaccio distribuiamo il
terriccio fine affinché non si creino buchi e i
semi non scendano troppo in profondità. Per
distribuire i semi possiamo usare un cartoncino ripiegato a cono, dando piccoli colpetti
con l’indice per farli cadere.
Per evitare la crescita delle alghe, che rischiano di danneggiare le future piantine,
si possono coprire i semi con un sottilissimo strato di sabbia silicea e “chiudere” la
seminiera con una pellicola trasparente per
almeno una settimana. Quando spuntano le
prime piantine, infine, nebulizziamo con un
fungicida contro le muffe e, inizialmente, annaffiamo con più generosità. Dopo un anno
le piantine sono pronte per il primo trapianto.
Soprattutto durante la moltiplicazione, ricordiamoci anche che i Lithops possono essere
attaccati da marciumi, ragnetti rossi e cocciniglie radicali. E che i passerotti amano banchettare nelle seminiere.
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colpo
d’occhio
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