Il tronco è grigio e liscio. I rami bassi cadono spontaneamente lasciando cicatrici che ricordano nella forma dei grandi occhi: questa “foresta di occhi” rende l‛ambiente della faggeta molto suggestivo, specialmente quando il bosco viene avvolto dalla nebbia. Le foglie, lunghe 10-15 cm, sono ellittiche con il margine ondulato. Il faggio è un grande albero con tronco diritto e chioma fitta ed espansa. I fiori, poco appariscenti, sono riuniti in infiorescenze, maschili e femminili distinte. Predilige zone con modesta escursione termica, con estati fresche ed umide, e inverni freddi ma non gelidi: in Liguria le faggete più belle ed estese si trovano in prossimità del crinale principale (spartiacque tirrenico-padano). Il frutto (faggiola) contiene i semi all'interno di un involucro resistente, che a maturità si apre per rilasciare i semi. In Provincia di Savona si posso visitare belle faggete presso il Colle del Melogno (foresta demaniale della Barbottina) e il M.Carmo, nel parco del Beigua, nella Riserva dell'Adelasia, presso il M.Alto ed il Colle di Cadibona (lo storico “bosco di Savona”). In primavera una parte dei semi caduti a terra germoglia dando inizio ad un piccolo faggio. In inverno la faggeta è una luminosa distesa di tronchi grigi, ognuno dotato di più “occhi”. I germogli affusolati cominciano a fare capolino sui rami, ed in primavera liberano morbide foglie di un verde chiarissimo, quasi tracce di evidenziatore verde su ogni germoglio che si apre. Con l'avanzare della primavera ed il sopraggiungere dell'estate le foglie diventano più rigide e virano al verde scuro. Nel cercare la posizione ideale per ricevere più luce solare, necessaria per la fotosintesi, le foglie si A EST U NN O UT PR AVERA IM ERNO INV TE A La fitta copertura prodotta dalle chiome dei faggi non permette lo sviluppo di un ricco sottobosco, dal momento che poche specie vegetali sono in grado di vivere in tali condizioni di oscurità. Tra le specie più frequenti troviamo il lampone, la luzula, il geranio nodoso e diverse felci. Geranio nodoso dispongono in modo da tappare ogni spiraglio vuoto, e così la luminosa faggeta primaverile si tramuta in una foresta buia sia per il colore del fogliame sia per l'oscurità che regna al di sotto delle chiome. In autunno le foglie si tingono di vari colori dal giallo al rossiccio e cominciano a cadere, formando un tappeto rosso che ricopre il suolo… rimangono i tronchi spogli a superare un nuovo freddo inverno. Luzula Il sottobosco dà il meglio di sé, in termini di bellezza e particolarità, ai primi tepori primaverili, quando la faggeta è ancora luminosa. Tra le foglie secche dell'autunno precedente spiccano fiori bianchi o vistosamente colorati dalla fioritura precocissima (anche a partire da febbraio): il dente di cane (Erithronium dens-canis), la scilla a due foglie (Scilla bifolia), il fior di stecco (Daphne mezereum), il bucaneve (Galanthus nivalis) ed il campanellino (Leucojum vernum). Sono tutte specie protette dalla legge regionale L.R. 9/1984 “Norme per la protezione della flora spontanea”. Dente di cane La plantula, alta pochi centimetri e provvista inizialmente delle sole due foglie cotiledonali (così si chiamano le foglie che avvolgono il primo germoglio), ha un aspetto che non ricorda molto quello della pianta adulta, ma con pazienza potrà diventare un albero alto fino a 35-40 metri, dotato di un possente apparato radicale in grado di trattenere saldamente il terreno. Il faggio non è un albero particolarmente longevo: la sua aspettativa di vita è di “appena” 200-250 anni. Nel sottobosco si possono trovare anche diverse specie di funghi: questi non hanno bisogno di luce perché non fanno fotosintesi ma si nutrono di sostanze vegetali in decomposizione, e l'abbondante lettiera formata in autunno dalle foglie di faggio è un ottimo cibo! Tra i funghi velenosi, si può trovare la bella Amanita muscaria dal cappello rosso a puntini bianchi; tra quelli invece da mangiare, l'imbutino (Clitocybe infundibuliformis) ed il porcino (Boletus edulis).