Le stelle dell`architettura1 - Università degli Studi "G. d`Annunzio"

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Xavier Sust
Le stelle dell'architettura1
Chiunque può provare interesse per l'architettura, com'è dimostrato dal fatto che
molti edifici sono oggetto di un vero e proprio pellegrinaggio: ci si va apposta e si paga addirittura un biglietto per accedervi.
Quel che di un edificio interessa all'architetto, lo possiamo capire dalla critica specializzata e dai termini che vi ricorrono: programma, spazio, struttura, texture, relazione forma-funzione, espressione, tecnologia, proporzione o apertura. Ma quali aspetti interessano a chi non ha alcun contatto con la professione? È quel che mi propongo di indagare in questo articolo e per farlo, dato che per lo più le opere di architettura si visitano nel corso di viaggi turistici, utilizzerò una delle guide più diffuse, la
Guida Verde Michelin della Spagna nell'edizione francese del '73.
Non credo sia l'unico modo per indagare cosa interessa alla gente dell'architettura,
ma è un metodo pratico e insieme sufficientemente rivelatore. D'altro canto suppongo
che la Guida rappresenti con sufficiente fedeltà - come dimostra tra l'altro il suo successo commerciale - l'opinione di un gruppo culturale abbastanza ampio: quello, per
intendersi, che legge Selezione dal Reader's Digest.
L'edificio come 'curiosità'
La prima cosa da dire è che nella Guida le opere di architettura e tutte le altre cose
menzionate (paesaggi, musei, mercati o rovine) vengono qualificate come curiosità. È
questo uno dei criteri fondamentali della Guida: qualsiasi cosa, per venir menzionata,
deve suscitare la nostra curiosità per qualche fatto notevole che la distingua dalle cose
normali. Il quotidiano e l'usuale, per quante qualità possiedano, sono sempre trascurati
a favore dello straordinario e dell'eccezionale. Ad es. gli elementi normali del nostro
paesaggio come pianure e valli aperte non meritano di essere menzionati mentre lo
sono quelli che vi appaiono raramente come grotte, valichi o cascate.
Il concetto di curiosità è sufficientemente ampio da abbracciare una delle qualità che
la Guida più apprezza: la qualità artistica. Un'opera diventa automaticamente una curiosità quando il suo valore artistico è notevole. L'opera artistica viene pertanto vista
come un caso particolare di opera curiosa. Ma il fatto che le opere artistiche vengano
citate nella Guida come curiosità non vuol dire che all'arte venga attribuito un ruolo
secondario.
Nelle pagine introduttive della Guida il tema sviluppato con maggiore ampiezza è
senza dubbio l'arte, fornendo informazioni su architettura, scultura, pittura, arti decorative, musica e letteratura. Agli altri temi (paesaggio, vita economica, storia e vita
attuale) la Guida dedica uno spazio molto minore. Bisogna tener conto che la gente
viaggia principalmente per il motivo - o con la scusa - di adempiere ai propri 'doveri
culturali'. Nella nostra società i viaggi, come dimostra la consolidata tradizione dei
viaggi di studio, sono uno dei pilastri dell'acquisizione della cultura. La Guida Michelin
- per dirla con le parole che Roland Barthes usa per la Guide Bleu - è fedele a una mitologia borghese, piuttosto traballante, che postula l'arte come valore fondamentale
della cultura. Per questo fare un viaggio culturale è spesso sinonimo di visitare opere
d'arte. Ho sempre ammirato lo stoicismo con il quale molta gente che a casa propria
non ha alcun prurito culturale, affronta defatiganti peregrinazioni attraverso musei e
monumenti di paesi lontani.
L'attribuzione delle stelle
La Guida Michelin valuta con il sistema delle stelle le curiosità che passa in rassegna:
con tre stelle meritano un viaggio, con due una deviazione, con una sono interessanti,
1 [Titolo originale «Las estrellas de la arquitectura», in Las estrellas de la arquitectura, Tusquets, Barcelona 1975, pp. 79-124].
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con nessuna il valore è inferiore. Le curiosità meritevoli di stelle possono essere le più
diverse:
a) vedute paesaggistiche da punti, strade e paesi collocati in posizioni panoramicamente eccezionali (25% del totale);
b) elementi architettonici come edifici, spazi, elementi accessori, spazi urbani (40%);
c) oggetti artistici come pitture e sculture (20%);
d) singolarità geografiche come grotte, cascate e valli (10%);
e) altre curiosità come giardini e rovine (5%).
Non ho considerato i paesi pittoreschi con stelle perché non si capisce se il motivo
delle stelle è proprio quello paesaggistico. Palma di Maiorca ad es. ha tre stelle, ma
non c'è alcuna spiegazione del perché, dato che la Guida non menziona nella città alcuna curiosità con tre stelle e solo una con due stelle, la cattedrale.
Tornando alle percentuali, sembra che la Guida abbia un grande interesse per l'architettura, dato che le attribuisce il 40% delle segnalazioni. Ma se guardiamo meglio
vediamo che:
a) per il 45% del totale si tratta di edifici presi nel loro complesso, senza far riferimento ad alcuna loro parte: cattedrali, logge, monasteri, palazzi, ecc.;
b) per il 20% sono spazi architettonici che fan parte di un edificio: cappelle, sale,
cortili, chiostri, sacrestie, ecc.;
c) per il 25% elementi strutturali o decorativi o complementari: cupole, capitelli, vetrate, cancellate, altari, ecc.;
d) per il 20% spazi urbani aperti e pubblici: strade, piazze, quartieri, ecc.
La percezione parziale dell'architettura
Come si può ben capire dal quadro di cui sopra, la Guida attribuisce un'importanza
maggiore agli aspetti parziali dell'architettura, le cui menzioni uguagliano quelle degli
edifici completi. Credo che questo sia significativo della difficoltà che normalmente la
gente trova nel percepire l'opera architettonica nella sua globalità.
1 - Università di Salamanca. L'interesse per l'edificio è in realtà un interesse per gli elementi decorativi
della facciata.
2 - Il valore attribuito a un patio, o a un chiostro, come quello del Collegio di S. Gregorio a Valladolid, dipende dagli elementi decorativi che contiene.
Il pubblico, quando contempla un edifico come se fosse un'opera d'arte, non è avvezzo alla sua complessità formale. Abbandona rapidamente la percezione globale per
passare a contemplare quegli elementi di dettaglio che per le loro caratteristiche formali vicine a quelle delle arti plastiche gli permettono una lettura molto più facile. La
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visita si trasforma di fatto nella visita a degli specifici elementi formali dell'edificio.
L'interesse per l'edificio si rivela in realtà un interesse per la facciata, i capitelli, le cancellate, le vetrate (fig. 1).
È anche da segnalare l'importanza che la Guida dà - sono il 20% delle menzioni attribuite all'architettura - agli 'spazi' che hanno dei limiti chiari, nei quali si entra per
una porta che li separa chiaramente dal resto dell'edificio. Non sono mai spazi complessi con limiti difficilmente definibili come vestiboli o passaggi.
Le menzioni si dividono equamente fra i due seguenti tipi:
a) spazi interni come cappelle, sacrestie e sale, di solito generosamente decorate.
Come dicevo prima, gli elementi decorativi (pitture, marmi, sculture, mosaici e oggetti)
interessano alla Guida più degli spazi entro cui sono collocati. Per es. della Sacrestia
della Certosa di Granada la Guida dice che è un'opera magistrale del tardo barocco. Gli
stucchi bianchi dei muri e i soffitti in cui modanature e cornici combinano all'infinito
linee rette e curve, contrastano con le pitture della cupola e con i colori delle modanature di marmo. La magnifica porta d'ingresso e i mobili in cedro incrostati di conchiglie
sono opera di un frate certosino. A volte è anche più evidente che si cita un interno solo perché contiene determinate opere d'arte completamente indipendenti dall'architettura: la sagrestia della Cappella Reale di Granada - dice onestamente la Guida - espone i quadri della collezione personale della regina Isabella: maestri fiamminghi, spagnoli e italiani del 15° secolo, di eccezionale qualità.
b) chiostri e cortili. L'interesse per questi è forse un po' più complesso. Probabilmente influisce il loro essere tipicamente spagnoli e il loro valore come pezzi antichi,
storici, dato che sono andati in disuso nell'architettura attuale.
Ma il loro principale valore si radica, come per gli interni, negli elementi decorativi
che contengono (fig. 2). La Guida descrive così il chiostro del Monastero di San Domenico di Silos: Molto grande per un edificio romanico, ha due piani sovrapposti a portico
di una perfetta omogeneità. Solo lo studio profondo della straordinaria decorazione
scolpita del piano terra rivela la mano degli artisti che vi hanno successivamente lavorato. Il primo maestro, il più originale, utilizza un disegno lineare e delle pose ieratiche, preferendo il simbolico al realistico. Gli si devono le gallerie Est e Nord, i capitelli
10, 11, 12 e 13 e i bassorilievi dei pilastri SE, NE e NO. Il secondo maestro gioca con il
volume e dà individualità ai personaggi. I bassorilievi del primo pilastro B sono di una
terza mano, anch'essa molto abile.
Devo chiarire che sebbene la Guida parli spesso di spazio architettonico, mai gli
concede una stella e se lo nomina è per ragioni quantitative e non qualitative. Dice ad
es. della basilica di Santa María del Mar a Barcellona che l'interno dà un'impressione di
spaziosità perché le tre alte navate sono separate solamente da dei magri pilastri prismatici. Per cui il ruolo attribuito dalla Guida allo spazio è molto diverso da quello che
sogliono dargli gli architetti e i critici di architettura.
Stelle alla vecchiaia
L'antichità dell'edificio è uno dei fattori determinanti per la sua menzione (fig. 3): se
è moderno vale invece poco o nulla.
Basta vedere come si distribuiscono gli edifici secondo l'epoca di costruzione: anteriori al X secolo 10% del totale, tra il X e il XVII secolo 85%, posteriori al XVII secolo 5%.
Gli edifici anteriori al X secolo sono solo il 10% non perché non interessano ma perché
ne rimangono pochi. La cifra aumenterebbe considerevolmente se la Guida riguardasse
paesi come la Grecia o l'Egitto ricchi di architettura antica. Un edificio moderno, per il
solo fatto di esserlo, ha pochissime probabilità di essere menzionato, a meno che la
mancanza di antichità non sia compensata da una quantità straordinaria delle altre
qualità apprezzate dalla Guida e che vedremo più avanti.
La mancanza di antichità è decisiva ad es. nella valutazione delle opere di Gaudí.
Nonostante abbiano qualità riconosciute anche dai profani, la Guida le cita ma non
concede loro alcuna stella: sono troppo recenti. In un futuro più o meno lontano,
quando saranno invecchiate un po', otterranno le loro stelle perché senza dubbio possiedono - specialmente la Sagrada Familia - tutte le altre qualità necessarie per meritarsele: Gaudí - dice la Guida - dotato di un'immaginazione vicina al surrealismo, resta
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fuori dalle correnti moderne, cercando ispirazione nella natura: curve di liane, sinuosità di onde, rugosità di cortecce, petali di fiori, si trasformano in edifici favolosi.
3 - Monastero di Leyre, Navarra. L'antichità è senza dubbio fra le qualità più apprezzate.
4 - La Moschea di Cordoba. Degli undici edifici insigniti di tre stelle, quattro appartengono all'architettura
araba.
Stelle alla rarità
Dei dieci edifici che la Guida premia con tre stelle (Mezquita di Córdoba, fig. 4,
Alhambra di Granada, Giralda e Alcázares reali di Siviglia, cattedrali di Siviglia, Santiago
de Compostela, Toledo, Burgos, León, monastero dell'Escorial), quattro sono arabi.
Due di questi, l'Alhambra e la Mezquita, paiono indiscutibili, diversamente dagli altri
due, gli Alcázares e più ancora la Giralda.
Posso solo supporre che l'alta proporzione di edifici arabi si debba alla loro rarità
soprattutto in ambito europeo. Il criterio della rarità è chiaro nella valutazione dei
chiostri. Al massimo sono considerati meritevoli di due stelle in Spagna, mentre quelli
trapiantati in America che formano il complesso dei Cloisters a New York ottengono
ciascuno tre stelle nella Guida Michelin di quella città. Il fatto è ancora più significativo
se teniamo conto che sono incompleti, specialmente quello di St. Miquel de Cuxá che è
solo la metà del chiostro originale. Un chiostro romanico quasi autentico a Manhattan
è evidentemente di una rarità straordinaria che lo rende meritevole della massima valutazione.
La nobiltà della funzione
Un edificio ha probabilità di essere citato quanto più la sua destinazione è 'nobile' e
'elevata'. Ciò risulta molto chiaro se si esamina la distribuzione delle stelle secondo la
funzione degli edifici: architettura religiosa (chiese, monasteri, ecc.) 55% del totale, civile (palazzi, municipi, ecc.) 30%, funeraria 10%, ingegneria civile (mura, acquedotti,
ecc.) 5%.
Come si vede l'architettura religiosa, la più 'elevata', si aggiudica la maggioranza assoluta delle citazioni. La stessa architettura funeraria, tanto scarsa nella realtà, somma
un 10% di menzioni. Se si analizza con maggior cura l'architettura civile premiata con
almeno una stella si può vedere che si tratta sempre di edifici a carattere rappresentativo, cioè palazzi principeschi, municipi e logge. Raramente si premiano edifici come
fabbriche, stazioni o mercati. Gli antichi cantieri di Barcellona (Las Atarazanas) appaiono nella Guida come sede del Museo della Marina. Le cantine di Jerez rappresentano
l'unica eccezione, ma temo che l'interesse sia più per il vino che non per l'architettura
che lo ospita.
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La preferenza della Guida per l'architettura a destinazione 'elevata' trova conferma
nella diversa valutazione di edifici aventi il medesimo uso ma gerarchicamente diversi.
Una cattedrale viene sempre preferita a una basilica e una basilica a una chiesa. Il palazzo del re viene sempre preferito al palazzo di un principe o di un nobile o, neanche
a dirlo, a quello d'un borghese arricchito. Una cattedrale, per il solo fatto di esserlo, ha
già molte possibilità di ottenere qualche stella (fig. 5).
Tutte le cattedrali della Catalogna (Barcellona, Tarragona, Lérida, Gerona, Vich, Solsona, Seo de Urgell, Tortosa) hanno al minimo una stella o per l'insieme o per un qualche loro elemento. In più, eccetto Seo e Tortosa, hanno tutte almeno un elemento con
due stelle.
5 - Facciata della cattedrale di Murcia. Gli edifici religiosi detengono la maggioranza assoluta delle citazioni, grazie alla loro funzione, considerata la più elevata in assoluto.
6 - Alhambra, il patio dei Leoni, su cui s'affaccia la sala degli Abencerrajes.
La preferenza per gli edifici con una destinazione gerarchicamente superiore è altrettanto evidente da come la Guida tratta due chiese della medesima epoca e dimensione a Barcellona. Mi riferisco alla Cattedrale ed alla basilica di Santa María del Mar.
Sebbene gli architetti siano quasi unanimi nell'attribuire maggiore qualità alla basilica,
la Guida la cita ma non la degna di alcuna stella. Dà invece due stelle alla Cattedrale
nel suo complesso, e altre due a suoi elementi interni.
Il testo della Guida
Il modo in cui distribuisce le stelle non è l'unico elemento per verificare i criteri della
Guida Michelin nello scegliere determinate opere di architettura, il testo che descrive
gli edifici è altrettanto rivelatore. Fra le descrizioni degli undici edifici spagnoli a tre
stelle scelgo quella della Cattedrale di Siviglia perché, non essendo uno dei monumenti
più apprezzati dagli architetti, risaltano più evidenti i luoghi comuni della Guida.
Costruiamo una chiesa così grande che quelli che la vedranno ci prenderanno per
pazzi, decise nel 1401 il Capitolo della Cattedrale iniziò a demolire la moschea. Infatti
per la sua grandezza risulta la terza in Europa, dopo San Pietro a Roma e San Paolo a
Londra. Di portamento massiccio all'esterno, è una delle ultime cattedrali gotiche, in
cui si mescolano alcune influenze rinascimentali. I portali principali sono moderni, ma
adattati allo stile dell'insieme.
Sono molte le considerazioni che si possono fare su questo testo. In primo luogo
viene confermato pienamente quel che dicevo prima sul modo di attribuire le stelle. Mi
riferisco alla mancanza di interesse della Guida per l'insieme architettonico. Dedicato il
primo paragrafo alle straordinarie dimensioni dell'edificio, passa direttamente a descrivere le singole parti, la cui 'separabilità' dall'insieme è sottolineata anche dal carattere grassetto. Non c'è in realtà nel testo alcun riferimento all'insieme.
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Se poi esaminiamo la descrizione delle parti vediamo che procede allo stesso modo:
dedica all'insieme solo frasi piene di aggettivi generici (l'esterno è massiccio, l'interno è
impressionante per grandezza e ricchezza, la Sala Capitolare è maestosa e fredda, il
Santuario è di una ricchezza inaudita) passando subito a parlare, all'esterno, dei portali, all'interno delle colonne e dei soffitti, nella Cappella Reale delle tombe di Alfonso e
della sua sposa, nella Sala Capitolare della cupola, nel Santuario delle vetrate e della
pala d'altare.
La profusione di date convalida una delle conclusioni cui ero giunto precedentemente: l'alto valore che la Guida attribuisce alla vetustà. D'altro canto la precisione delle date rinforza l'importanza di quel che vien detto e contribuisce alla 'serietà' del testo.
La grandezza dell'edificio
Una delle qualità che la Guida apprezza di più in un edificio è senza dubbio la sua
grandezza. Se l'edificio o qualche suo elemento hanno dimensioni eccezionali, non c'è
alcun dubbio che prenderà qualche stella, anche se altrimenti non ne meriterebbe.
Rivelatrice in questo senso l'attribuzione di tre stelle alla cattedrale di Siviglia. Malgrado si tratti di un'opera gotica molto tarda di qualità non eccezionale, il mero fatto
di detenere il terzo posto mondiale come dimensione la rende meritevole di una tale
distinzione. La descrizione è esplicita: già il primo paragrafo ci dice della voglia di colossale dei suoi costruttori e a conferma che il risultato è stato raggiunto appaiono poi
locuzioni come impressionante per la sua ampiezza, impressionante altezza, arco immenso, immensa pala d'altare, tomba colossale. Non manca quasi mai di fornire le dimensioni dell'edificio: su questo punto sono d'accordo tutte le guide, cominciano la
spiegazione dell'edificio fornendone la data di costruzione e le dimensioni esatte.
Esempio altrettanto eloquente del grande contributo delle dimensioni all'ottenimento di stelle è la basilica della Valle dei Caduti. È l'unico edificio del XX secolo che la
Guida giudica meritevole di qualche stella. E nemmeno una sola, ma tre: due per il suo
insieme e una per la cupola. Eccone la descrizione: La basilica è stata scavata sotto la
roccia sulla quale si eleva la croce. Nella sua austera facciata di granito si apre la porta
decorata con una pietà scolpita da Juan de Avalos. L'interno impressiona per la sua
immensità. Nell'entrata una bella cancellata di ferro battuto è decorata con 40 statue di
metallo che rappresentano santi spagnoli. Lungo la navata, lunga 260 m (S. Pietro a
Roma, 186 m) si allineano cappelle ... Sulla croce del transetto si eleva una cupola* di
42 m rivestita di mosaici che mostrano eroi, martiri e santi di Spagna … Ai piedi dell'
altare, pietra tombale di José Antonio Primo de Rivera, fondatore della Falange.
Come si vede l'impresa di battere un record mondiale, malgrado la mancanza di antichità, è decisiva per ottenere le stelle, pur se dalla Guida , francese, ci saremmo aspettati una certa avversione per un monumento franchista.
La necessità della decorazione
Come ho detto l'attenzione della Guida più che all'insieme architettonico si rivolge
agli elementi decorativi. L'interesse per l'architettura passa rapidamente ad essere un
interesse per le vetrate, le pitture, i mosaici, i capitelli, i marmi, gli stucchi e i diaspri.
Basta a provarlo il preambolo della descrizione dell'Alhambra (tre stelle), ch'è una sorta
di riassunto dei suoi meriti: L'Alhambra fu edificata nel XIV sec. La ricchezza, la varietà
e l'originalità della sua decorazione sfidano ogni possibile descrizione. Le volte a stalattiti, le cupole, gli stucchi incisi, i patii dagli eleganti archi, rendono l'edificio un magnifico gioiello.
Un edificio per ottenere una buona qualificazione deve per forza avere una decorazione notevole. Ciò appare manifesto nella differenza di trattamento fra il gotico castigliano e quello catalano. Le opere del gotico castigliano, ricche di elementi decorativi,
prendono molte più stelle di quelle del gotico catalano, scarsamente decorato. Quattro
cattedrali gotiche castigliane, Siviglia, Toledo, Burgos e Leòn, meritano tre stelle, mentre nessuna cattedrale catalana merita più di due stelle.
La svalutazione di un edificio per mancanza di decorazione è evidente nella descrizione della basilica di Santa María del Mar a Barcellona: I suoi muri sono lisci, alla ca-
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talana, e la facciata è unicamente animata dal timpano della porta e dai contrafforti che
inquadrano il grande rosone fiammeggiante. Il testo par dire: l'edificio va bene, ma
come può meritarsi delle stelle con così poca decorazione? E difatti rimane senza.
L'influenza della decorazione nel guadagnare alla cattedrale di Burgos tre stelle si riflette chiaramente nella sua descrizione che comincia così: terza cattedrale di Spagna
per dimensioni dopo quelle di Siviglia e di Toledo, questo notevole edificio gotico ha
saputo adattare lo stile fiorito venuto dalla Francia e dalla Germania all'esuberanza
propria dello stile decorativo spagnolo. Come si vede dopo le dimensioni pare sia la
decorazione a dare all'edificio il massimo valore. Non stupisce che meritino tre stelle le
cattedrali che oltre ad essere decorate a profusione risultano anche le più grandi. Nella
cattedrale di Leòn, di dimensioni più piccole, può essere decisivo il fatto che sia basata
su di un modello francese: come dice la Guida, è l'unica cattedrale di Spagna che adottò il gusto francese nelle alte navate copiosamente illuminate.
C'è ancora da dire che la decorazione prende valore da tutto quel che può attirare la
nostra curiosità: la ricchezza di materiali, la varietà, la rarità, il lavoro, la quantità di
decorazione sono qualità che valgono come e più della stessa qualità artistica.
L'esibizione costruttiva
Per quanto concerne le caratteristiche costruttivo-strutturali, alla Guida non interessano i risultati conseguiti in modo semplice e poco vistoso ma solo le ostentazioni
spettacolari che sono in grado di destare meraviglia. Nel procedimento costruttivo
contano la difficoltà e la rapidità. Nella struttura la complessità e le coperture che non
si lasciano comprendere nelle dimensioni esatte. La struttura, in poche parole, viene
valutata alla stregua di un numero di equilibrismo da circo. Si preferisce una cupola ellittica ad una sferica, una volta a una copertura piana.
Lo sfoggio strutturale serve a guadagnar stelle con facilità, anche se in misura minore della grandiosità dell'insieme. Gli sfoggi strutturali possono aspirare al massimo a
due stelle, la grandiosità a tre. Per es. la cattedrale di Gerona (una stella) ottiene due
stelle per la sua navata, perché a metà della sua costruzione si decise audacemente,
come ricorda la Guida, di coprire tutta la larghezza del tempio con una sola navata di
notevoli dimensioni. Anche certi brani della Guida che ho citato in precedenza provano
il ruolo importante degli elementi strutturali: nel preambolo della descrizione dell'Alhambra, oltre agli elementi decorativi, si citano solo le volte, le cupole e gli archi. Nella
basilica della Valle dei Caduti l'unico elemento con una stella è la cupola di 42 m di
diametro. Nella cattedrale di Siviglia sono numerose le menzioni di elementi strutturali
come colonne, archi, volte, cupole.
L'aneddoto
L'aneddoto svolge un ruolo importante nella Guida. Viene sempre ricordato il fatto
che un monarca abbia passato la notte in un palazzo, o che un famoso poeta sia rimasto per lungo tempo in un monastero, o che un re sia stato imprigionato in una fortezza. Gli aneddoti non si riferiscono solo al soggiorno di famosi personaggi ma a ogni
tipo di avvenimento. La Guida, dopo aver detto che la sala degli Abencerrajes dell'Alhambra (fig. 6) possiede delle volte a stalattiti coronate da una splendida cupolalanterna a forma di stella, passa subito a raccontare che le teste degli Abencerrajes,
mozzate per ordine di Boadbil, furono ammucchiate nella fontana centrale.
Delle tre righe dedicate alla Sagrada Familia di Barcellona, una la usa per dire che nel
1926 l'architetto Gaudí fu investito da un tram, lasciando incompiuta questa curiosa
chiesa. Per non lasciar dubbi sul livello della Guida, le altre due righe raccontano che le
opere furono riprese nel 1940 con molta difficoltà perché l'artista, che creava man mano che procedeva la costruzione, non aveva lasciato alcun progetto.
I pochi ragguagli che la Guida ci dà sulla vita degli architetti prendono quasi sempre
un taglio aneddotico. Si veda ad es. la breve biografia di Wright che la Guida Michelin
di New York premette alla presentazione del Museo Guggenheim: figlio di un pastore,
sposo a 21 anni, F. L. Wright (1870-1959) ebbe sei figli dal suo primo matrimonio.
"Qual'è l'ideale dell'uomo se non quello di fondare un focolare?" si domanda, prima di
aggiungere che l'ideale è anche la libertà, quella libertà che lo spinse ad abbandonare
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moglie, figli e prairie houses per andarsene da solo a lavorare a Chicago. Si sposò
quattro volte e le sue avventure - matrimoniali e no - non rimasero mai senza pubblicità. Costruì più di 600 edifici e lasciò molti altri progetti. A coloro che chiamavano il
suo museo 'biscotto indigesto' e 'lavatrice', Wright replicava: "Un edificio non si giudica
dal suo esterno come un automobile. Quale imbecille comprerebbe un'auto per il colore della sua carrozzeria?". Questo utopista che sognò di costruire a Chicago un grattacielo di 510 piani serviti da ascensori atomici, aveva una logica a tutta prova. A un
cliente che aveva appena traslocato nella nuova casa da lui costruita e che lo chiamò
per comunicargli che pioveva a catinelle sopra la sua testa, rispose: "Perché non si
sposta più in là?".
La Guida Michelin è ad ogni modo meno aneddotica di certi custodi che guidano
nella visita ai monumenti: ricordo che durante una visita che feci alla Certosa di Granada il custode, dopo aver aperto la porta della sagrestia (due stelle) in una maniera ad
effetto molto studiata, passò subito ad illustrarci la figura di un gatto che appariva
nelle venature del marmo d'uno dei basamenti.
L'edificio come museo
Dalle brevi analisi che ho fatto posso concludere che in realtà l'interesse per l'architettura non è così alto come parrebbe indicare il fatto che il 40% delle menzioni con
stelle sono in relazione all'architettura.
L'edificio, nella maggior parte dei casi, si trasforma di fatto in un supporto necessario e più o meno neutro per le opere d'arte che son poi quel che interessa realmente.
La Guida Michelin tratta in definitiva le opere architettoniche come se fossero dei musei che contengono opere decorative, pittoriche o scultoree. Della cattedrale di Toledo
ad es. dice che la ricchezza della decorazione scolpita e la quantità di opere d'arte ivi
accumulate la trasformano in un grandioso museo d'arte religiosa. E della cattedrale di
Burgos dice che le numerose opere d'arte che si trovano all'interno la trasformano in
un grandioso museo della scultura gotica europea.
È anche sintomatico il fatto che rare volte appare il nome degli architetti - anzi in
tutta la Guida non si menziona alcun architetto tranne Gaudí - mentre vengono citati
frequentemente scultori, pittori, ecc. intervenuti nell'edificio. Nella descrizione della
cattedrale di Siviglia ad es. appaiono i nomi di Mercadante di Britannia, del maestro
Miguel Perrin, di Frate Francesco da Salamanca, di Murillo, ecc. E se nel caso delle cattedrali gotiche potremmo pensare che gli architetti non vengano citati perché il più
delle volte sconosciuti, nel caso della basilica della valle dei Caduti questa scusa non
vale: non si cita il nome degli architetti ma solo quello degli scultori Juan de Avalos e
Beovide.
La percentuale degli oggetti artistici citati (20%) non rappresenta adeguatamente
l'interesse che la Guida ha per loro. Le citazioni architettoniche come s'è visto mascherano molte volte la menzione di oggetti d'arte. Per rendere la percentuale più vicina alla realtà dovremmo travasare delle menzioni dalla prima alla seconda. D'altro
canto influisce sulla bassa percentuale di menzioni agli oggetti artistici il fatto che nella maggior parte dei casi non vengono attribuite stelle agli oggetti specifici esposti in
un museo, ma al museo nel suo insieme. È il caso ad es. del museo del Prado (tre stelle) dove singoli oggetti o collezioni non hanno alcuna qualificazione specifica.
Gli spazi urbani
La valutazione degli spazi urbani si basa sui medesimi criteri che adottati per l'architettura: grandiosità, nobiltà, antichità, decorazione, ecc. (fig. 7).
Si veda ad es. la breve descrizione della piazza di Spagna (due stelle) di Santiago de
Compostela: La sua grandezza e la qualità dei monumenti che la compongono ne fanno una degna cornice per la cattedrale. Dopodiché la Guida passa direttamente a descrivere i monumenti che la incorniciano. Quando lo spazio urbano è formato da un
unico insieme architettonico, come nel caso della Plaza Mayor (due stelle) di Salamanca, è trattato come se fosse un'unica architettura. A ogni modo non riesce mai a
prendere una votazione alta quanto un singolo edificio, deve accontentarsi di due stelle al massimo e le prende pochissime volte. Credo che questa valutazione relativa-
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mente più bassa sia determinata dalla maggior semplicità strutturale degli spazi urbani, che essendo aperti sono per forza molto meno spettacolari. Una piazza risulta
una specie di edificio 'incompleto' per la mancanza del soffitto, elemento fra i più apprezzati dell'architettura per le sue possibilità formali e strutturali.
7 - La Plaza Mayor di Trujillo, Cáceres. La valutazione degli spazi urbani si basa sugli stessi criteri adottati
per l'architettura.
8 - La calleja de las Flores, Córdoba. Il pittoresco consente di attribuire qualche stella a spazi stretti, poveri e d'uso popolare.
Come negli edifici la Guida s'interessa agli elementi che decorano i muri, alle colonne e ai tetti, così negli spazi urbani s'interessa alla decorazione delle facciate che li
definiscono. Della piazza di Santa Maria di Càceres dà ad es. la seguente descrizione:
Centro monumentale della città antica, questa piazza allargata e bicorne moltiplica le
prospettive interessanti delle facciate ocra, alle quali non manca nobiltà. Quella del palazzo di Mayoralgo ha ritrovato, dopo il suo restauro, le sue eleganti finestre appaiate.
Il portale di pietra bugnata del palazzo vescovile è del sec. XVI. I medaglioni disposti ai
due lati rappresentano il Mondo Antico (a sinistra) e il Nuovo (a destra).
L'antichità è alle solite determinante per il valore degli spazi urbani. La Guida non
menziona alcuno spazio urbano di realizzazione moderna. Al contrario dell'architettura
antica, prodiga di una grandiosità difficilmente eguagliata oggi, gli spazi urbani antichi
sono sempre più piccoli delle grandi strade e piazze costruite negli ultimi secoli. Ne
consegue un'incompatibilità fra antichità e grandiosità che toglie valore agli spazi urbani moderni.
La preferenza per gli spazi 'nobili' si manifesta nel fatto che le menzioni alle piazze
rappresentative (piazza maggiore, piazza della cattedrale, piazza dell'università, ecc.)
sono molte di più che non quelle a vie e quartieri che non possiedono un valore rappresentativo così elevato. Le vie menzionate sono pochissime. Non se ne ricorda alcuna né a Madrid né a Siviglia. A Barcellona si cita solo la calle Montcada e a Valencia la
calle Caballeros, ma non meritano una stella, devono accontentarsi di venir citate. È da
notare che questa menzione rinforza una volta ancora quel che dicevo circa la preferenza della Guida per la 'nobiltà': della calle Montcada dice che è bordata da dimore
gotiche nelle quali prima risiedette l'aristocrazia e poi, dal XVIII sec. la ricca borghesia
barcellonese. Della calle Caballeros dice che è la via principale della città antica ed è
bordata da varie dimore che hanno conservato il cortile gotico.
Notare che vengono ignorate le Ramblas barcellonesi le quali secondo una inchiesta
della televisione spagnola sono considerate dalla gente il principale monumento della
città. Il loro uso è troppo popolare per poterne parlare nella Guida.
Nei quartieri, sebbene non in modo altrettanto decisivo, è altrettanto importante l'esistenza di dimore nobili. Lo prova ad es. la descrizione del barrio di Santa Cruz (una
stella) a Siviglia: residenza dell'aristocrazia sivigliana nel XVII sec., questo quartiere è
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notevole per l'eleganza e la freschezza delle sue stradine, per le inferriate elaborate, i
patii fioriti, le piazzette piantate a palme e aranci. Di notte lo spettacolo è ancora più
attraente. Molto pittoresche le piccole piazze di Doña Elvira, dei Venerabili, di Alfaro e
di Santa Cruz.
Il pittoresco
Nella descrizione del barrio di Santa Cruz appare una delle qualità più apprezzate
dalla Guida negli spazi urbani: il pittoresco. Questo carattere è molto importante perché consente di attribuire valore a spazi urbani privi dei caratteri (grandiosità, ricchezza di decorazione, nobiltà) che fino a questo momento abbiamo visto essere essenziali tanto ad essi che all'architettura. Il pittoresco permette di attribuire stelle a
quegli spazi stretti, poveri di decorazione e di uso popolare che tanto abbondano in
paesi e città (fig. 8).
Il quartiere di Sa Penya a Ibiza può pertanto meritare una stella con la seguente descrizione: Situato su di un capo roccioso molto stretto all'estremità del porto, questo
quartiere di pescatori è il più straordinario della città per la sua situazione e per il suo
carattere orientale. Su questo spazio ridotto i cubi bianchi delle case si incatenano e si
sovrappongono in un pittoresco caos bucherellato da stradicciole e scalinate scavate
nella rocca. A volte la stradina che stiamo seguendo s'interrompe bruscamente al bordo della scogliera, di fronte al mare. Il pittoresco esige solo che l'architettura o lo spazio urbano siano accidentati, vari e intricati. Le stesse qualità che si richiedono ai paesaggi per citarli nella Guida: gole, grotte, coste molto accidentate e strade sinuose sono le 'curiosità' territoriali più citate.
Le vedute
Si visita in primo luogo il Mexuar - antica sala del Consiglio trasformata in cappella
dopo la Riconquista - che si prolunga in un oratorio, da cui si gode una bella veduta*
sull'Albaicìn, così inizia la descrizione dell'Alhambra di Granada. Come si vede la Guida
concede una stella - l'unica in tutta la descrizione - alla veduta panoramica da una finestra. Non deve apparire strano: ho detto prima che le vedute paesaggistiche rappresentano ben il 25% di tutto quello che prende qualche stella. La cifra è resa ancora
più significativa dal fatto che quasi la metà delle citazioni ha due o tre stelle.
Le vedute paesaggistiche sono senza dubbio le principali protagoniste della Guida. È
vero che le citazioni architettoniche le superano come numero complessivo, ma come
ho detto sono concettualmente molto eterogenee. Di contro le vedute paesaggistiche
sono formate da un gruppo concettualmente molto compatto che include soltanto vedute sul paesaggio da un certo luogo, strade di interesse paesaggistico per chi le percorre e collocazioni eccezionali di nuclei abitati nel paesaggio.
Le ragioni per cui un edificio prende le stelle
Dall'analisi della Guida Michelin pare potersi dedurre che la gente presta attenzione
all'architettura solo se grandiosa come dimensioni, rara e antica, profusamente decorata, con destinazione nobile e un certo esibizionismo costruttivo. Il numero delle stelle è sempre direttamente proporzionale al grado di soddisfacimento di questi requisiti.
Per ottenere tre stelle devono essere soddisfatti tutti. Se ne manca qualcuno si passa a
due o a una stella o a una semplice citazione. La mancanza di più di due requisiti è già
fatale, sempre che non si possa far leva sul pittoresco.
Il pittoresco è una specie di 'controvalore': dà valore a edifici che non si reggono su
canoni colti ma risultano nondimeno attraenti, che sono frutto non di leggi grandiose e
rigide ma di interventi diretti e flessibili. Si tratta dell'architettura popolare e tradizionale che sopravvive tutt'oggi nei nuclei antichi delle città e dei paesi. Il cittadino la associa con le vacanze e normalmente l'adotta per la sua seconda casa. Si son costruiti
recentemente anche in Spagna una quantità di villaggi turistici che nel loro disegno si
basano essenzialmente sul pittoresco: passaggi stretti, portici, facciate diseguali, tetti
accidentati, ecc. Due esempi eccezionali a questo riguardo sono Binibeca a Minorca e
Roc San Cayetano a Tarragona.
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Gli aneddoti non sono invece molto importanti nella classificazione dell'edificio. Se si
raccontano aneddoti, veri o inventati, è perché per molta gente sono più attraenti dell'architettura e in ogni caso aiutano a render la visita più divertente e a mantener viva
l'attenzione del visitatore.
D'altra parte è da notare che la Guida ha un debole per le vedute panoramiche, anche se non le richiede necessariamente dagli edifici che passa in rassegna. Le vedute
hanno una identità propria indipendente dall'esistenza dell'edificio. Comunque un edificio con vedute ha un valore più elevato di uno che non ne ha. Credo che questo debole per le vedute sia coerente col celebre mito della veduta che si esige immancabilmente da tutti gli chalet o appartamenti che ci piacciono. Quando si mostra lo chalet ai
parenti e agli amici non può mai mancare il riferimento alla bella vista che si gode dalla
casa. Dopo tutto i criteri della Guida Michelin sono gli stessi che il grande pubblico
utilizza per valutare la qualità gli edifici che acquista o prende in affitto.
Il grattacielo come mezzo per raggiungere le stelle
Un edificio moderno che aspira a prendere delle stelle deve seguire fedelmente i criteri della Guida. L'architetto, dato che non può influire sull'antichità e sulla destinazione dell'edificio, deve puntare sulla grandiosità, la rarità, la decorazione, lo sfoggio
tecnico e, in mancanza di quelli, sul pittoresco.
In questo secolo i grattacieli sono il mezzo migliore per ottenere la grandiosità, perché negli spazi interni sarà difficile superare l'architettura religiosa antica. I grattacieli
sono senza dubbio il miglior sistema attuale per prendere delle stelle. Lo prova chiaramente la Guida Michelin di New York, dove per forza qualche stella deve andare a edifici costruiti nell'ultimo secolo. Sette edifici prendono tre stelle: i Cloisters, il Lincoln
Center e ben cinque grattacieli. Nel caso dei Cloisters le tre stelle sono giustificate dal
fatto che si tratta di un insieme formato giustapponendo elementi romanici e gotici chiostri, absidi, sale, ecc. - prelevati in Europa e ricostruiti nel mezzo a un parco di
Manhattan. Meno chiaro il motivo delle tre stelle al Lincoln Center, insieme di vari edifici dedicati alle arti tra i quali si distinguono il New York State Theatre, la Metropolitan
Opera House e la Philarmonic Hall, costruiti durante gli anni '60. Penso siano dovute al
fatto che tali edifici, oltre a soddisfare appieno le esigenze della Guida, hanno la destinazione più nobile che si possa immaginare nella società nordamericana.
9 - Confronto fra le altezza dell'Empire e della Tour Eiffel.
10 - Il grattacielo delle Nazioni Unite a New York. I grattacieli sono attualmente il miglior sistema per aggiudicarsi delle stelle.
Ma veniamo ai grattacieli con tre stelle: l'Empire State Building (fig. 9), il Pan Am
Building, il Palazzo delle Nazioni Unite, l'RCA Building e il Rockefeller Center. La gran-
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diosità è evidentemente decisiva: si tratta dell'edificio più alto del mondo, della costruzione più voluminosa, del complesso più grandioso al momento dell'edizione della
Guida. Il Palazzo delle Nazioni Unite (fig. 10), oltre a possedere circa 17.000 sedie,
6.600 finestre, 2.300 macchine da scrivere e ascensori che percorrono una distanza
media di 565 km al giorno, può vantare la nobiltà della destinazione.
Il grattacielo è senz'ombra di dubbio il campo in cui si può meglio competere in
termini di grandiosità. A Barcellona ad es. l'edificio più considerato, secondo una indagine fatta dall'Eina, è il Banco Atlántico. Non so se sia l'edificio più alto della città, ma
certo sembra esserlo per le sue linee stilizzate.
Che fare se non ci fanno costruire grattacieli
Se le norme, sempre più restrittive al riguardo, non ci consentono di fare un grattacielo, per dare valore al nostro edificio dovremo ricorrere alla grandiosità di qualche
sua parte, alla decorazione, alle ostentazioni tecniche, alla rarità e all'impiego di motivi
antichi.
Il ricorso alla grandiosità in edifici bassi può apprezzarsi perfettamente nel Lincoln
Center, che come abbiamo visto ha preso tre stelle. La descrizione degli edifici che lo
compongono ne sottolinea continuamente gli aspetti grandiosi, la capienza e il numero
di foyer e sale prove, la dimensione degli elementi architettonici. Del Teatro Metropolitan si dice ad es. che la facciata è adorna di un colonnato di marmo bianco alto come
un edificio di 10 piani e che all'interno la scena, quattro volte più ampia di quella del
vecchio Metropolitan, ha un macchinario comandato elettronicamente.
Abbiamo ritegno ad applicare agli edifici una decorazione tradizionale, fatta di modanature e capitelli. Il gusto è cambiato molto da che s'è imposta l'architettura moderna, la quale ha ripudiato in modo esplicito quel tipo di decorazione. Il valore della
decorazione, di conseguenza, deve basarsi piuttosto sulla ricchezza e rarità dei materiali che non sulla forma. È diminuito il valore di una modanatura elaborata, è cresciuto
il valore di un levigato granito del Brasile. Lo prova ad es. l'elogio che la Guida fa del
Seagram Building (2 stelle) di Mies e Philips Johnson: la decorazione è molto raffinata:
pilastri rivestiti di travertino sorreggono un soffitto a mosaico e ritmano la hall che
conclude la sua prospettiva con una composizione classica di Picasso, scenografia per
il balletto El tricornio (1919).
Come si vede l'attenzione continua ad essere sviata dall'architettura alle opere d'arte
che contiene, specialmente pitture e sculture. La descrizione prosegue segnalando che
nel ristorante Le Quattro Stagioni sono esposte sculture astratte, in rame, di Lippold. Si
dà poi risalto al fatto che adornano la sala e i foyer numerose opere d'arte tra le quali
due pitture murali di Chagall e tre statue di Maillol. I criteri della Guida Michelin vanno
perfettamente d'accordo con quelli che usano i costruttori per valorizzare le loro costruzioni di fronte ai clienti. Mi riferisco all'impiego del marmo nel vestibolo d'entrata,
della ceramica italiana nei bagni, dell'acciaio inox in cucina e del parquet in sala da
pranzo.
L'ostentazione strutturale, contrariamente alla decorazione, può perfettamente accompagnarsi col gusto moderno. Molti degli elementi mitici dell'architettura moderna
(pilotis, aggetti, finestre a nastro, ecc.) son proprio piccole ostentazioni strutturali.
Nell'ambito del Movimento Moderno c'è stata una forte componente di architetti strutturalisti molto noti, come Nervi, Candela, Frei Otto e Fuller. I padiglioni gonfiabili e gli
edifici a sezione gradonata sono in questo genere forse i più spettacolari che oggi
possano realizzarsi. Coprire un grande stadio come han fatto a Houston è purtroppo al
di fuori delle possibilità economiche di quasi tutto il mondo. Normalmente un edificio
non potrà che ostentare la pensilina d'entrata e la partenza della scala dal piano terra.
Oltre alle ostentazioni strutturali sono apprezzate quelle costruttive e tecniche di
qualsiasi tipo. La Guida non ammira solo l'altezza dell'Empire State Building, ma anche
il sistema con cui fu costruito: l'opera è stata realizzata con eccezionale rapidità: meno
di due anni tra il primo colpo di piccone nell'ottobre del 1929 e l'inaugurazione nel
maggio del '31. In alcune fasi si costruì perfino un piano al giorno. Le putrelle di acciaio, montate tre giorni dopo la loro uscita dalle acciaierie di Pittsburgh, totalizzano
un peso di 60.000 tonn. Messe in doppia fila avrebbero formato una via ferrata fra Pa-
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rigi e Digione. L'opinione pubblica temeva che l'edificio crollasse come un castello di
carte. È evidente che gli effetti strutturali dell'Empire sono eccezionali, ma molte volte
anche negli edifici correnti si possono fare piccole esibizioni che li valorizzino. In questo senso può servire tanto un profondo scavo nel terreno, quanto cominciare la costruzione dal di sopra anziché dal di sotto.
Di tutti gli esibizionismi forse sono quelli tecnologici ad avere le maggiori prospettive future, come pare indicare la letteratura che descrive gli edifici più recenti. Del Seagram si descrivono le condutture d'acqua che non gelano mai grazie ad un impianto
sotterraneo di riscaldamento e il dosaggio automatico dell'illuminazione in relazione
alla luce esterna, grazie a cellule fotoelettriche. Nel Metropolitan abbiamo visto i macchinari a comando elettronico; nella Chase Manhattan Bank (2 stelle) si citano un orologio atomico che indica l'età dell'edificio, funziona a raggi gamma emessi per 200 anni dal cesio e gli ascensori che si mettono in marcia col solo calore del dito sulla bottoniera.
Si può raggiungere l'originalità mediante dettagli che han sempre funzionato nella
storia dell'architettura. Ma l'originalità non è ammessa che con misura negli edifici di
uso quotidiano. Quando un edificio è molto originale esercita una forte attrazione su
coloro che lo visitano come turisti, ma può risultare un fallimento dal punto di vista
commerciale. È il caso di certi edifici che figurano nei giri turistici ma che presentano
serie difficoltà di utilizzazione. Cercare il risultato attraverso l'originalità è sempre economicamente rischioso, per cui gli imprenditori preferiscono seguire altre strade.
Pure importante per ottenere stelle è dare all'architettura un tocco di antichità e di
classicismo. Le tre stelle conferite al Lincoln Center si devono anche all'aspetto molto
classico dovuto alla pianta rettangolare, al peristilio, alla copertura orizzontale - tutti
elementi ispirati all'antico - e al rivestimento in travertino crema importato dall'Italia.
Per Gaudí come abbiamo visto si dà risalto al fatto che resta fuori dalle correnti moderne. Della modernità conviene vantarsi solo in relazione ad aspetti tecnici.
Il pittoresco, come ho detto, è particolarmente appropriato all'architettura 'informale'
delle vacanze. Lo si può applicare anche all'architettura urbana soprattutto se non si
dispone dei mezzi per decorarla con materiali ricchi. Permette di evitare in qualche
modo la monotonia dei grandi edifici, cambiando in modo più o meno capriccioso il
ritmo di finestre, terrazze e rientranze.
È chiaro che i criteri che la Guida Michelin applica all'architettura, che son poi quelli
che la gente impiega per deciderne il valore, li usano più o meno coscientemente gli
stessi architetti. Dopo tutto, sebbene possano avere la loro propria idea di architettura,
non possono non tener conto, quando realizzano le loro opere, dell'opinione di chi le
dovrà vendere o acquistare.
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