ORIGINI.DOC Materiale didattico a cura di P. Carmignani per la classe 1A liceo classico PAGE 1 OF 4 a.s. 2011 - 2012 CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE ALL’APPRENDIMENTO DELLA FILOSOFIA La parola Φιλοσοφια (Filosofia) è un termine greco arcaico che fin dalle sue origini ha significato non conoscenza ma anelito, desiderio, tensione verso la conoscenza. Letteralmente il termine è costituito da due parti “Philo-sofia”. Philo deriva dal verbo philein (amare), mentre sofia significa sapienza. Dunque “amore della sapienza” ovvero non la sapienza, ma la tensione verso di essa. Spiegando il responso dell’oracolo Socrate, nell’Apologia, dice ai cittadini che “è molto probabile che sapiente sia soltanto il Dio,… mentre la sapienza umana merita scarsa fiducia, anzi nessuna fiducia.”1 È chiaro che Platone riconosce all’uomo alcuni limiti che lo differenziano dal Dio Professor Gadamer (1900 –2002)2, qual è il significato del termine "filosofia" e per quale motivo per designare questa disciplina i greci parlarono di "amore della sapienza", e non semplicemente di "sapienza"? “Nella storia del pensiero, l'uso del termine filosofia si presenta come un'eccezione, e questo non presso i Greci in generale, ma in particolare con Platone, il quale ha sottolineato come non sia il sapere, ma l'anelito al sapere, a contraddistinguere l'uomo. I Greci hanno identificato il loro ideale con il sophos, il sapiente; Platone ha rilevato come questo modello si trovi al di là di quanto gli uomini possano aspettarsi da se stessi. Gli uomini sono sempre soltanto in cammino verso la verità.” Qual è il rapporto tra scienza e filosofia, e qual è la differenza tra queste due discipline? “Penso che si possa dare una risposta chiara. Questa differenziazione ebbe inizio con la ricerca di Socrate. Cicerone disse che fu Socrate a distogliere la filosofia dal cielo, cioè dall'astronomia, dalla contemplazione della natura, e a riportarla in mezzo agli uomini, ponendo la domanda: che cosa è bene per noi uomini, nel nostro agire? Questo mi sembra l'inizio della distinzione della ricerca teorica dalla sfera in cui si discute che cosa dobbiamo fare, e che cosa non fare, per poter costruire una vita secondo ragione, una vita felice e buona.” In che termini inoltre la filosofia, che sembra farsi carico dei massimi problemi dell'uomo - il suo destino, il significato dell'esistenza, dell'anima, del mondo - si distingue dalla religione? “Quanto ai rapporti fra religione e filosofia, occorre tener presente che esse pongono le stesse domande. Mentre però le religioni offrono delle risposte, la filosofia non lo fa, ma approfondisce invece sempre più il nostro domandare. […] Ma in generale il rapporto tra religione e filosofia è molto stretto, poiché le religioni offrono una risposta alle domande dell'uomo alle quali la filosofia non può rispondere. Per questo motivo ancora oggi pratichiamo la filosofia.” 1 2 Cfr. Platone, Apologia di Socrate, Armando Editore, Roma 1995. Pag. 41. H.G. Gadamer è stato intervistato da R. Parascandolo¸il testo dell’intervista si trova in Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche. ORIGINI.DOC Materiale didattico a cura di P. Carmignani per la classe 1A liceo classico PAGE 2 OF 4 a.s. 2011 - 2012 Abbiamo parlato del rapporto tra scienza e filosofia, fra religione e filosofia, ma rimane aperto un interrogativo: per quale motivo la filosofia è nata in Grecia e non in altre civiltà? E in che misura questa origine ha determinato le sorti successive dell'umanità? “Non possiamo pretendere di dedurre razionalmente le sorti dell'umanità. Credo che per rispondere alla sua domanda si debba ricordare l'atmosfera cittadina che si andò sviluppando nelle città portuali della Grecia - Mileto, Efeso, Megara, Egina e più tardi anche Atene. Quella tradizione di autonomia, che si sviluppò soprattutto grazie al commercio, ha creato la possibilità di occuparsi non soltanto di calcoli sui profitti, ma anche di questioni e ricerche affrontate per la semplice gioia di vivere, per pura curiosità. Certamente il predominio della civilizzazione occidentale è stata una decisione a favore dello spirito scientifico. Ed è ai Greci che dobbiamo la matematica e le dimostrazioni delle verità matematiche. L'idea di dimostrazione non esisteva in nessuna altra cultura; si è sviluppata solo con i Greci, ed è stata ripresa e posta su nuove basi nel XVII secolo, nell'età moderna. In questo senso i Greci sono gli avi della nostra civiltà. Per fortuna però, i Greci non posero soltanto le basi della scienza, poiché essi avevano anche un forte senso dell'umanità, della felicità e della gioia della vita; e anche in questo possiamo tornare ad imparare da loro. La passione teoretica dell'uomo e l'uso della nostra ragione nella vita pratica non sono in fondo cose diverse: entrambe presuppongono facoltà originarie dell'uomo, di cui una è quella di porre domande che non esigono risposte immediate, ma per le quali invece è necessario cercare la risposta. Questo è il significato del termine "ricerca", indispensabile nella vita pratica non meno che in quella teoretica. Ogni essere umano che agisce ricerca i mezzi adatti per raggiungere i suoi scopi. La ragione pratica e quella teoretica sono dunque un'identica ragione, alla cui base c'è quella facoltà originaria dell'uomo per la quale egli prende le distanze dagli stimoli immediati del mondo per tendere al futuro. Questo è saper domandare.” Se ascoltiamo la parola filosofia, dice Martin Heidegger3 (1889 –1976), a partire dalla sua etimologia, dalla sua origine, essa parla greco; non solo perché ha fatto appello al mondo greco, ma anche perché è lo stesso modo di porre la domanda <<Che cosa è la filosofia>> che è un modo tipico di domandare greco che è stato sviluppato da Socrate, Platone ed Aristotele. […] “Ci chiediamo: che cos’è la filosofia? Abbiamo già pronunciato a sufficienza la parola filosofia. Ma se non utilizzeremo più tale parola come un termine scontato, se invece, ascoltiamo la parola “filosofia” a partire dalla sua origine, allora essa suona Φιλοσοφια. A questo punto la parola “filosofia” parla greco. La parola greca, in quanto greca, è un cammino. […] La parola greca Φιλοσοφια è perciò un cammino su cui camminiamo. Eppure conosciamo molto confusamente questo cammino, anche se sulla filosofia greca possediamo e possiamo divulgare innumerevoli conoscenze storiografiche. 3 Il contenuto della conferenza è pubblicato in M. Haidegger, Che cos’è la filosofia?, Il Melangolo, 1997. ORIGINI.DOC Materiale didattico a cura di P. Carmignani per la classe 1A liceo classico PAGE 3 OF 4 a.s. 2011 - 2012 La parola Philosophía ci dice che la filosofia è qualcosa che innanzitutto determina l’essenza del mondo greco. Non solo. La Philosophía determina anche l’intimo fondamento della nostra storia europea occidentale. [...] Ma non solo è greco, quanto alla sua origine, l'oggetto della nostra domanda, la filosofia; è greco altresì il modo in cui la domanda è posta, il modo in cui ancor oggi, in generale, si pongono domande. Domandiamo; che cos'è ciò...? Questo in greco suona ti estin? [...] Si tratta di quella forma del domandare che Socrate, Platone e Aristotele hanno sviluppato. Essi domandano per esempio: che cos'è ciò - il bello? Che cos'è ciò - la conoscenza? Che cos'è ciò - la natura? Che cos'è ciò - il movimento? [...] La domanda: che cos'è la filosofia, non è una domanda che conduca ad una specie particolare di conoscenza orientata su se stessa (filosofia della filosofia). Non è neppure una questione storiografica il cui interesse consisterebbe nel far vedere come ha avuto inizio e come si è sviluppato ciò che chiamiamo filosofia. É una domanda storica in cui è in gioco il nostro destino. Nel Primo libro della Metafisica il filosofo Aristotele (384 – 323 a.C.) cerca di capire la ragione per cui gli uomini hanno iniziato la filosofia. Per Aristotele gli uomini naturalmente tendono al sapere in quanto sono animali dotati di logos e, per questo sono in grado di produrre un discorso razionale. “Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della Luna e quelli del Sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero universo. Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito4, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia. Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall’ignoranza, è evidente che ricercano il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica. E il modo stesso in cui si sono svolti i fatti lo dimostra: quando già c’era pressoché tutto ciò che necessitava alla vita ed anche all’agiatezza ed al benessere, allora si incominciò a ricercare questa forma di conoscenza. È evidente, dunque, che noi non la ricerchiamo per nessun vantaggio che sia estraneo ad essa; e, anzi, è evidente che, come diciamo uomo libero colui che è fine a se stesso e non è asservito ad altri, così questa sola, tra tutte le altre scienze, la diciamo libera: essa sola, infatti, è fine a se stessa.” [Da Colli G., La nascita della filosofia, ed. Adelphi ] << Le origini della filosofia greca, e quindi dell'intero pensiero occidentale, sono misteriose. Secondo la tradizione erudita, la filosofia nasce con Talete e Anassimandro: 4 Mito è il tentativo di spiegare il mondo attraverso un racconto che funge da rivelazione. È attraverso la parola del racconto mitologico che la verità viene rivelata dal “sapiente” che ha ricevuto dal dio il dono della veggenza e che è in grado di vedere che cosa accadrà. Al mito è necessario prestare fede in quanto il sapiente non è altro che il tramite utilizzato dal Dio per rivelare all’uomo i segreti dell’essere. Attraverso i miti raccontati dai poeti si manifesta l’arcaica identità culturale del popolo greco. Il racconto mitico non si affida al ragionamento dimostrativo, esso non è una teoria razionale, ma è un racconto che narra ciò che il dio vuole sia rivelato all’uomo. Per questo il mito assume anche un importante valore pedagogico. ORIGINI.DOC Materiale didattico a cura di P. Carmignani per la classe 1A liceo classico PAGE 4 OF 4 a.s. 2011 - 2012 le sue origini più lontane sono state cercate, nell'Ottocento, in favolosi contatti con le culture orientali, con il pensiero egiziano e quello indiano.[...] In realtà il tempo delle origini della filosofia greca è assai più vicino a noi. Platone chiama "filosofia", amore della sapienza, la propria ricerca, la propria attività educativa, legata a un'espressione scritta, alla forma letteraria del dialogo. E Platone guarda con venerazione al passato, a un mondo in cui erano esistiti davvero i "sapienti" D'altra parte la filosofia posteriore, la nostra filosofia, non è altro che una continuazione, uno sviluppo della forma letteraria introdotta da Platone; eppure quest'ultima sorge come un fenomeno di decadenza, in quanto "l'amore della sapienza" sta più in basso della sapienza. Amore della sapienza non significava infatti, per Platone, aspirazione a qualcosa di mai raggiunto, bensì tendenza a recuperare quello che già era stato realizzato e vissuto. Non c'é quindi uno sviluppo continuo, omogeneo, tra sapienza e filosofia. Ciò che fa sorgere quest'ultima è una riforma espressiva, è l'intervento di una nuova forma letteraria, di un filtro attraverso cui risulta condizionata la conoscenza di quanto precedeva. La tradizione, in gran parte orale, della sapienza, già oscura e avara per la lontananza dei tempi, già evanescente e fioca per lo stesso Platone, ai nostri occhi risulta così addirittura falsificata dall'inserimento della letteratura filosofica. Per un altro verso è assai incerta l'estensione temporale di quest'epoca della sapienza: vi è compresa la cosiddetta età presocratica, ossia il sesto e quinto secolo a.C., ma l'origine più lontana ci sfugge. E' alla più remota tradizione della poesia e della religione greca che bisogna rivolgersi, ma l'interpretazione dei dati non può evitare di essere filosofica. Si deve configurare, sia pure in via ipotetica, un'interpretazione sul tipo di quella suggerita da Nietzsche per spiegare l'origine della tragedia. [...] Nietzsche parte, com'é noto, dalle immagini di due dèi greci, Dioniso e Apollo, e […] delinea anzitutto una dottrina sul sorgere e la decadenza della tragedia greca. Ebbene un'identica prospettiva sembra aprirsi quando, anziché la nascita della tragedia, si consideri l'origine della sapienza. Sono ancora gli stessi dèi, Apollo e Dioniso, che si incontrano nel retrocedere lungo i sentieri della sapienza greca. Soltanto che in questa sfera la caratterizzazione di Nietzsche va modificata, la preminenza, adesso, va concessa ad Apollo piuttosto che a Dioniso. Al dio di Delfi è da attribuirsi il dominio sulla sapienza. A Delfi si manifesta la vocazione dei Greci per la conoscenza: sapiente non è il ricco d'esperienza, chi eccelle in abilità tecnica, in destrezza, in espedienti, come lo è invece per l'età omerica. Odisseo non è un sapiente. Sapiente è chi getta luce nell'oscurità, chi scioglie i nodi, chi manifesta l'ignoto, chi precisa l'incerto. Per questa civiltà arcaica la conoscenza del futuro dell'uomo e del mondo appartiene alla sapienza. Apollo simboleggia questo occhio penetrante, il suo culto è una celebrazione della sapienza. [....] Tale è lo sfondo del culto delfico di Apollo. Un passo celebre e decisivo di Platone ci illumina al riguardo. Si tratta del discorso sulla mania (= follia) che Socrate sviluppa nel Fedro. Subito all'inizio si contrappone la follia alla moderazione, al controllo di sé, e con un'inversione paradossale per noi moderni, si esalta la prima come superiore e divina. Dice il testo: "i più grandi fra i beni giungono a noi attraverso la follia, che è concessa per un dono divino...infatti la profetessa di Delfi5 e le sacerdotesse di Dodona6, in quanto 5 6 Città greca della Focide in cui vi risiedeva il santuario oracolare dedicato al Dio Apollo. Località dell’Epiro in cui vi era un santuario oracolare dedicato a Zeus. ORIGINI.DOC Materiale didattico a cura di P. Carmignani per la classe 1A liceo classico PAGE 5 OF 4 a.s. 2011 - 2012 possedute dalla follia, hanno procurato alla Grecia molte e belle cose, sia agli individui sia alla comunità" [....] La follia profetica e quella misterica sono ispirate da Apollo o da Dioniso. [....] La follia è la matrice della sapienza>>.