La rivoluzione francese e
l'impero Napoleonico
Dott.ssa Luana Fierro
LUANA FIERRO
• Dalla fine del XVIII secolo l'intero mondo Occidentale è stato
percorso e sconvolto da grandi insurrezioni sociali e
rivoluzioni politiche, anche conseguenti alla diffusione delle
idee scientifiche e liberali della cultura illuministica francese
e alla rivoluzione delle colonie inglesi d'America.
• L'esempio americano si rifletteva sulle rivoluzioni più grandi,
quelle dei Paesi Bassi e della Francia, impegnata verso la
proclamazione della Repubblica francese e verso il
consolidamento dei valori liberali e riformisti che avrebbero
segnato la storia delle nazioni europee.
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• In Francia la rivoluzione, mossa dalla reazione
aristocratica contro la monarchia centralizzatrice di
Luigi XVI, il 5 maggio del 1789 con l'apertura degli
Stati Generali – ossia di un governo di tipo
parlamentare promosso dalla borghesia e composto
da rappresentanti del "terzo stato", del clero e
dell'aristocrazia – si proclamò la Rivoluzione francese,
con l’insurrezione popolare del 14 luglio, nota come
presa della Bastiglia. In quel momento si segnava la
fine del "dispotismo" monarchico e del potere
feudale, oltre che l'ascesa delle nuove classi borghesi.
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• Prima fase del periodo rivoluzionario: iniziò formalmente il 9
luglio dello stesso anno, con la proclamazione
dell'Assemblea Nazionale Costituente.
• Essa adottò la Dichiarazione dei diritti dell'Uomo e del
Cittadino, per due anni decise il destino della Francia tramite
numerose riforme: riorganizzazione dell'amministrazione
locale, della giustizia, dell'esercito, delle finanze, abolizione
dei privilegi nobiliari e altre iniziative di tipo sociale e
culturale...
• Il 1° ottobre del 1791, l'Assemblea Legislativa si sostituì
all’Assemblea Costituente, scioltasi il giorno precedente.
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• Il seguito è rappresentato dalla seconda fase della
Rivoluzione -iniziata nel 1792- quando l'Assemblea
lasciò il posto alla Convenzione, dominata dalle
personalità di Robespierre, Danton e Marat.
• Venne abolita la monarchia e fu proclamata la
Repubblica.
• Infine, in una situazione militare grave, la Rivoluzione
attraversò la terza fase, quella del "Terrore«: la
ghigliottina colpì moltissimi rivoluzionari, oltre che il
re Luigi XVI e la regina Maria Antonietta.
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• La reazione contro il terrore provocò il ritorno al governo dei
moderati (Direttorio del 1794);
• ma la corruzione del Direttorio e l'abbandono degli ideali
rivoluzionari portò una crisi economica e uno scontento
politico sui quali si inserì Napoleone come "salvatore della
patria".
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• L'ascesa di Napoleone a futuro imperatore di Francia fu tanto
fulminea quanto folgoranti furono le sue vittorie militari:
• la prima campagna d'Italia (1796-1797),
• le vittorie di Lodi, Arcole, Rivoli,
• la campagna d'Egitto nel 1798,
• Tutte utili a consolidare la reputazione che il giovane
generale si era conquistata salvando il Direttorio
dall'insurrezione dei monarchici del 1795.
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• Egli si era presentato come l'uomo in grado di difendere
militarmente la Francia e di rappresentare una borghesia
desiderosa di
• consolidare in istituzioni stabili,
• le conquiste sociali ottenute con la Rivoluzione.
• Così dopo il colpo di stato del 1799, che mise fine al
Direttorio, Bonaparte divenne uno dei tre consoli alla testa
della Repubblica,
• Infine fu nominato - tramite plebiscito - console a vita.
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• 21 marzo del 1804: promulgazione del Codice (realizzato da
una commissione composta da alcuni fra i più grandi giuristi
dell’epoca).
• Scopo sotteso alla stesura del codice: riunificare il
frammentato diritto della Francia post-rivoluzionaria,
conciliando la tradizione romanistica - fortemente radicata
nel sud del regno,
• con le consuetudini di origine germanica - utilizzate nei
dipartimenti settentrionali.
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• Napoleone fu il principale artefice di quello che lui stesso definiva «il
• mio Codice». Difatti più di una volta presiedette i lavori della
commissione per assicurarsi che le proprie direttive fossero seguite
scrupolosamente.
• Pretese che il Codice fosse scritto con un linguaggio semplice e asciutto,
affinché chiunque potesse comprenderlo e rispettarlo. È celebre la frase
di Stendhal che indicava il Code come un impareggiabile manuale di
scrittura a cui ispirarsi quotidianamente.
• Ma Napoleone non si limitò alle indicazioni stilistiche.
Pur non avendo alcuna competenza personale in diritto, si interessò
personalmente anche agli aspetti più strettamente tecnici dell’opera.
- il «Codice» prese nel 1809 la denominazione di «Codice Napoleone»
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Con il Code vennero eliminati definitivamente i retaggi
dell'ancién régime, del feudalesimo, dell'assolutismo,
venne creata una società prevalentemente borghese e
liberale, di ispirazione laica, nella quale venivano consacrati i
diritti di eguaglianza, sicurezza e proprietà.
anche le vicende personali dell’imperatore influenzarono
i contenuti della legge.
Es: la disciplina introdotta in materia di divorzio, al quale
Napoleone era particolarmente interessato, in vista della sua
separazione da Giuseppina.
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• Il Codice costruì un sistema di valore universale, applicabile
ovunque in base a quel diritto naturale,
• in esso la tradizione giuridica europea trovò la radice di ogni
forma e ordinamento di giustizia.
• gli articoli seguivano i principi universali fondamentali e
immutabili del diritto e dell' equità, questo consentì ad altri
popoli di utilizzare il Codice, che fu scelto per le sue qualità
• Il Code rappresenta la migliore codificazione di diritto privato
che mai sia stata attuata, un codice di diritto civile che ha
sfidato i secoli.
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I codici
• Dopo il Code furono promulgati:
• codice di procedura civile - 1806,
• Codice commerciale - 1807, Codice di procedura penale – 1808,
Codice di diritto penale - 1810.
• Un sistema completo, insomma, che fa onore al Paese che lo
produsse e alla volontà politica di chi lo fece redigere e lo diffuse
come un cardine della sua politica imperiale.
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Novità del codice
• una normativa pienamente laica;
• affermava l' uguaglianza dinanzi alla legge;
• aboliva il diritto di primogenitura e del maggiorascato a esso congiunto;
• affermava la tutela della proprietà esentata da ogni servitù o limitazione di
origine privilegiata o feudale;
• individuava la famiglia come cellula basilare per la vita sociale e per l'
ordinamento giuridico;
• introduceva il divorzio e la rivendicazione del pieno diritto dello Stato a entrare in
questa materia;
• la piena autonomia delle parti nel negoziare contratti, col solo limite dell'
interesse pubblico e del buon costume;
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• l' equivalenza stabilita per i beni mobili
proprietà e possesso.
• Queste innovazioni si diffusero anche là dove Napoleone non sarebbe
mai potuto arrivare:
Sia perché conformi agli interessi e alle idee della borghesia allora
trionfante,
Sia perché rispondevano, in qualche modo, a vecchi e nuovi problemi
sociali e giuridici presenti in vari tipi di società
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Tra le novità
• La dominante concezione fondiaria della proprietà fu molto
ridimensionata dalle forme nuove di ricchezza affermatesi nella
società industriale.
• nel diritto di famiglia apparvero superate l'autorità patriarcale del
capofamiglia sulla moglie e i figli, e quella maschilistica dell'uomo
sulla donna.
• il giudice non si pose più come legislatore, ma quale suddito e
servitore della legge.
• L’impronta unitaria
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• - In sintesi: esso rappresentò un compromesso tra il diritto
consuetudinario di ispirazione germanica delle province del
nord della Francia e il diritto romano delle regioni del sud e
dell'est del paese.
• La disposizione delle materie riprese lo schema delle
Istituzioni compilate dall'imperatore bizantino Giustiniano I
per il corpus iuris civilis.
• Tra i meriti del codice, tuttora in vigore in Francia e in Belgio,
vi sono la semplicità e la chiarezza dello stile che lo resero un
modello per i codici civili della provincia canadese del
Québec, dei Paesi Bassi, dell'Italia, della Spagna, di alcune
repubbliche latino-americane e della Louisiana.
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