SPUNTI STORICI ANTICHI E NUOVI PER LA COMUNITÀ PASTORALE “MARIA MADRE DELLA CHIESA” L’ARMISTIZIO DELL’8 SETTEMBRE E LA FINE DELLA GUERRA 1945 L'intervento delle forze partigiane, provenienti dai monti e dalle campagne e l'arrivo delle truppe anglo americane, provenienti dal Sud verso il Nord dell'Italia, sbaragliarono definitivamente le ultime resistenze nemiche posero fine all'immane conflitto. Non sono mancati però altri eventi drammatici, seguiti all'armistizio dell'8 settembre 1943, come il bombardamento, da parte dei tedeschi, della motonave DUBAK carica di soldati che ritornavano in patria e che un superstite, il Dott. Alessio Ugolini, triestino di nascita, poi residente a Cassina de' Pecchi, come testimone oculare così racconta: «La ricostruzione storica degli avvenimenti maturati in quello che è stato definito il “settembre nero” ha ampiamente dimostrato l'imperizia con cui è stato predisposto e gestito l'armistizio dell'Italia in guerra da parte del governo Badoglio. Particolarmente nefaste sono state le conseguenze presso le unità del nostro Esercito dislocate oltre mare, i cui comandi, in mancanza di qualsiasi direttiva dall'alto, ben poco poterono intraprendere per evitare avverse condizioni ambientali lo sfaldamento dei reparti». OTRANTO: La cappella dove furono sepolti i soldati morti della Motonave DUBAK Il Dott. Alessio Ugolini prega per i soldati defunti Il Dott. Ugolini prega a ricordo anche dei Caduti Ignoti Alla data dell'8 settembre 1943, la Grecia e l'Albania erano presidiate da sette e rispettivamente da sei Divisioni italiane, tutti in buono stato di efficienza operativa. In Albania l'importante settore sud occidentale da Valona ai confini della Grecia era controllato dalle Divisioni di fanteria “Parma” e “Perugia”. Il 10 settembre una colonna della prima Divisione corazzata tedesca proveniente dal Peloponneso piombò su Valona e approfittando dello stato di incertezza generale intraprese una massiccia operazione di smantellamento e di disarmo. Infatti il nostro esercito senza ordini e in pieno caos fu in gran parte catturato dai tedeschi ed internato nei “lager”. Circa 10.000 soldati italiani, sfiduciati e avviliti, vennero concentrati con il loro ufficiali nei campi di MAVROVA e ORASHOVICA, a una decina di chilometri a nord-est di Valona, adibiti a deposito di munizioni della nostra artiglieria. VALONA-DUKATI (26-2-1941) Guerra Italo-Greca ATENE (1941) foto ricordo di Pierino, Fratello di don Bruno Atene(1942) (Atene (1943) Un gruppo di paracadutisti tedeschi si impadronisce di Mussolini relegato sul Gran Sasso e lo trasferisce in Germania (12 settembre 1943). Mussolini annuncia dalla Germania di riassumere il potere per mandato di Hitler e fonda una Repubblica nel Nord Italia: la Repubblica sociale italiana con sede a Salò sul lago di Garda (18 settembre 1943). A Milano si costituisce il C.L.N.A.I. (Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia) con funzioni e poteri di Governo straordinario del Nord. Il generale Raffaele Cadorna, paracadutato nel Nord, assume il Comando Supremo del Corpo Volontari Libertà (1 gennaio 1944). Viene emesso il “Bando Mussolini-Graziani” (18 aprile 1944): chiamata alle armi dei giovani di leva (1926). Da questo momento si inserisce nella mia vita l'avventura di un “imboscato per amore e per dovere”. Infatti la mia avventura iniziò quando, per vie misteriose, il Signore mi chiamò per diventare prete: avevo 14 anni. Dopo le scuole elementari frequentai la “Scuola Agraria”, ma entrato in Seminario dovetti iniziare gli studi seminaristici partendo dalla prima scuola media; così era allora l'ordinamento scolastico per diventare prete: tre anni di scuola media, due anni di ginnasio, tre anni di liceo classico, quattro anni di teologia all'Università. Dopo i tre anni di scuola media nel Seminario di San Pietro Martire a Seveso, entrai in Seminario a Venegono per gli studi ginnasiali: avevo 17 anni. Il 9 luglio 1943 gli Alleati sbarcarono in Sicilia e il 25 luglio dello stesso anno cade il Fascismo per il voto di sfiducia a Mussolini; iniziano gli anni della Resistenza alle violenze tedesche e fasciste. Nonostante la guerra, il Seminario di Venegono non chiuse i battenti ma continuò ad accogliere i seminaristi per prepararli al sacerdozio. Furono anni di sacrifici per la fame (mai sazi per la nostra età), per il freddo (le ampie aule venivano riscaldate con stufe a legna), per rappresaglie (vicino al Seminario una villa sequestrata era diventata presidio militare dei tedeschi), per le incursioni aeree da parte degli Alleati (a Venegono c'era l'aeroporto e nei numerosi boschi erano nascoste le armi dei partigiani). Ma la vita seminaristica continuava abbastanza tranquilla. Sennonché il 18 aprile 1944 viene emesso il “Bando Mussolini-Graziani”: chiamata alle armi dei giovani di leva anticipata a 18 anni. Il “Bando” riguardava anche la mia persona: avevo appena compiuto 18 anni ma non avevo ancora terminato gli studi ginnasiali. Potete immaginare la mia sorpresa, il mio imbarazzo, la mia paura, i miei sentimenti… ma la mia volontà e disponibilità era quella di continuare gli studi per diventare prete. Con totale fiducia mi affidai ai miei Superiori. Mi ricordo che terminato l'anno scolastico, nel 1944, i superiori non mi lasciarono andare in vacanza ma, per prudenza, mi tennero in seminario per continuare gli studi ma soprattutto per evitare il pericolo di essere preso come disertore. Fortunatamente dal Distretto Militare - Ufficio Reclutamento di Varese arrivo la dichiarazione datata 18/8/1944-XXII°, che non avevo obblighi di leva perché novizio di Istituti Religiosi, secondo il concordato con la Santa Sede. Dalla Prefettura di Milano mi fu rilasciata la carta di riconoscimento per poter viaggiare sui treni e sui tram. Con il nuovo anno, con grande sollievo, potei riprendere gli studi con i miei compagni di classe. Ma la guerra continuava e i pericoli di rappresaglie aumentavano, finché arrivò il giorno della Liberazione (25 aprile 1945). I partigiani riconquistarono la Villa, già Presidio militare tedesco, e, con grida di vittoria e di gioia, vennero in Seminario ad annunciare la liberazione e a tranquillizzarci per l'avvenire. Così terminò la mia avventura "imboscato per amore e per dovere". (Continua…) ATENE (agosto 1943) Pierino: il pensiero e l’affetto alla Patria e alla famiglia La guerra è finita: gli anni passano. Io, don Bruno divento prete a Vanzaghello. Mio fratello Pierino fotografato nel mio vecchio oratorio. La carta di riconoscimento di don Bruno e la Dichiarazione del Distretto Militare con cui don Bruno era esonerato dagli obblighi di leva (A cura di Mons. Bruno Magnani)