Forum per Firenze La cultura come risorsa per lo sviluppo NOTE Nel disegnare nuovi rapporti con le Istituzioni e l’Università degli Studi, l’ottica di Rete e di Sistema risulta la modalità più efficace. Per passare a un livello superiore di cooperazione e integrazione occorre far leva su un aspetto nuovo: La Cultura del Servizio al cittadino come centralità. Nel mondo bibliotecario una sapiente cultura della raccolta e della conservazione (pur non sviluppata modernamente) ha prodotto nella nostra città una delle più grandi concentrazioni bibliografiche e documentarie nazionali; per ironia è una concentrazione sempre più inaccessibile e sempre meno sfruttata dall’insieme dei cittadini e dagli stessi studenti universitari. I magazzini librari, i magazzini dei periodici e dei documenti sono arrivati a riempire e rendere inutilizzabili o ingombrare monumenti come Forte Belvedere (es. la Casermetta contiene l’Emeroteca della BNCF) o la Certosa. Sono mancati gli investimenti per la tutele fisica dei documenti e ancor più sono mancate le campagne di catalogazione informatizzata e solo piccole percentuali del patrimonio bibliografico sono catalogate in formato elettronico e individuabili da internet (circa 1/6 per la BNCF circa 1/10 per l’Università di Firenze). Percentuali che scendono paurosamente quando si passa all’analisi del patrimonio documentario-archivistico. La soluzione può essere data dalla creazione di un grande Centro Documentario di Servizio che possa, nel contempo gestire, i depositi di una pluralità di Enti e Istituzioni, valorizzare e far conoscere i patrimoni, gestire le richieste informative e dare risposte ai cittadini. Un Centro che si configuri come un momento innovativo, un luogo fisico concreto, specchio dei cataloghi virtuali creati dalle biblioteche e degli inventari degli archivi in corso di creazione. Una nuova agorà che permetta l’incontro tra il lettore e il libro, il ricercatore e il documento, offra nel contempo l'informazione più ampia e pluralista e fornisca l’accesso alle principali reti televisive mondiali. Deve essere un luogo di uso intenso delle nuove tecnologie e nel tempo stesso un luogo di alfabetizzazione e di accesso ad internet, un luogo di democrazia ed inclusione. Un centro non in concorrenza con le grandi istituzioni come la Biblioteca Nazionale o l’Archivio di Stato, ma il necessario completamento di queste con un ruolo specifico e una cultura di servizio innovativa fino ad oggi non entrata nel patrimonio di un mondo diretto alla conservazione e ale prese con le molteplici problematiche che questo comporta. La Proposta formulata nel Piano Strategico per la Città degli Studi con l’individuazione di un polo di sviluppo documentario nella Biblioteca Nazionale Centrale (BNCF) e nell’Archivio di Stato (ASF) è fondamentale, per l’individuazione di un processo di sviluppo e di acquisizione di spazi nell’area destinati all’ampliamento dei depositi con l’utilizzo delle caserme limitrofe alle due istituzioni (Caserma dell’Accademia di Sanità militare di via di Tripoli e Caserma Brigata Carabinieri della Zecca) e rappresenta la soluzione ideale alla cronica carenza di spazidelle raccolte. Allo stesso tempo il progetto non sembra sufficiente a coprire le necessità di servizio dei cittadini e anzi rischia di vedersi soffocato nelle sue potenzialità, di collocarsi come polo di eccellenza e di alta cultura capace di attirare ricercatori e utenti ben oltre i confini nazionali, da tutte le tipologie di richieste dei cittadini e degli studenti locali se non affiancato da un investimento altrettanto significativo in servizi bibliotecari rivolti al vasto pubblico. Firenze è indubbiamente una città con una grande realtà di Bibliotecche storiche e universitarie, così come le sue librerie rappresentano un momento importante nel commercio librario nazionale, ma gran parte dei suoi cittadini non accedono alla lettura (44 %) con modalità di offerta e di friuizione che (fatte salve le differenze storiche e l’alfabetizzazione generalizzata) non si sono poi molto modificate nel corso dell’ultimo secolo. Il nuovo Centro Pubblico di Servizi Documentari e Culturali si dovrebbe porre il compito di rinnovare e modificare i meccanismi della fruizione e della proposta culturale aprendosi liberamente all’accesso della generalità della popolazione favorendone le esigenze informative, di conoscenza e di svago. Nella metà dell’800, ancora in periodo granducale, ci fu un grande dibattito sulla creazione di un’unica biblioteca pubblica cittadina che potesse documentare efficacemente ed esaustivamente tutti i campi del sapere, eliminando la conservazione di doppioni con una economia gestionale. Tutte le istituzioni interessate all’accorpamento a cominciare dalla Marucelliana alla Biblioteca di S.M. Nuova resistettero accanitamente e efficacemente. Solo più tardi con lo stato unitario fu possibile un unico “accorpamento” determinato dalla confisca dei beni dei granduchi Lorenesi: la Biblioteca Palatina venne unita alla Magliabechiana. Questo per ricordare come sia difficile una fusione seppur a più alto livello di istituti con una grande tradizione come quelli presenti nel tessuto cittadino. Diversa è la proposta di una realtà nuova che non è mai esistita e della quale si sente la necessità e l’urgenza di realizzazione come il nuovo Centro Pubblico di Servizi Documentari e Culturali liberamente aperto a tutti i cittadini sul modello delle Biblioteche pubbliche di informazione francesi. LUCA BROGIONI Firenze 18.11.2001