FRANCESCO GUACCI
STORIA DELLA CHIESA E CONSERVATORIO SOTTO IL TITOLO DELLA
D ELLA VERGINE
S S. ADDOLORATA, DI SOLOFRA.
(SINTESI STORIOGRAFICA) 1
Il dotto e munifico canonico don Nicola Petrone, fondatore del Conservatorio sotto il titolo della
Vergine SS. Addolorata ( o dei sette dolori ), era figlio del magnifico Giuseppe Petrone e donna Claudia
Vigilante,dimoranti al casale detto “ Piè sant’ Angelo” di Solofra. La Sua famiglia vanta uomini eruditi
nella medicina e nelle leggi sin dal XVI secolo, discendenti dal comune ceppo del nobile senese don
Andrea Petroni. Il nonno Francesco Petrone era valente medico nel XVIII secolo; medico era anche uno
dei fratelli del canonico don Nicola che vanta una numerosa famiglia di sacerdoti. L’illustre don
Costantino Petrone era suonatore di cembalo e musicista compositore; gran Maestro di Cappella del
venerabile Conservatorio sotto il titolo di Montevergine di Salerno. Nel casale detto “Piè sant’ Angelo “,
nei pressi dell’insigne collegiata di san Michele arcangelo di Solofra, vi è era già edificata sin dalla fine
del XVI secolo la chiesa sotto il titolo dello Spirito Santo, fondata dall’antichissima famiglia dei Troisi,
stanziata sin da epoca normanna nel suddetto casale, già denominato “ Burrelli “. Tale chiesetta è situata
sulla riva opposta del torrente “rialbo “, o solofrana, nei pressi dell’antico ponte detto dello Spirito Santo.
I Petroni avevano una casa palazziata denominata casa Petrone con ricchezza di giardini e terre fruttifere.
Nell’anno 1742 il sacerdote dottor don Nicola Petrone ,U.J.D., con bolla di S.S. Benedetto XIV
prende il possesso del canonicato per morte del dotto Protonotario Apostolico e canonico della
Collegiata don Giovan Vittorio Ronchi, fondatore del Monastero di santa Teresa al Sorbo di Solofra
(1703). Emancipato nell’anno 1743 il novello canonico manifesta l’idea di fondare un Conservatorio
per figliuole zitelle. Prese tanto a cuore questo progetto da iniziare a costruire dalle fondamenta un
nuovo edificio accosto alla sua casa ricostruita“ proprijs suji sumptibus; siamo nell’anno 1752. I lavori
furono affidati ad esperti mastri fabbricatori di Solofra, originari di Cava. Con atto notarile del 1753
furono impegnati i magnifici fabbricatori Antinolfi per…” tutte quelle fabbriche che gli sono state ordinate
dal riferito Signor Don Nicolò e fra le altre quelle della clausura dell’intiero muro della nuova chiesa che
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Gli inediti documenti consultati dall’Autore provengono dagli Archivi di Stato e Diocesano di Salerno e Avellino, e
dall’Archivio Storico di casa del Prof.Guacci.
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pensa fare nel quarto dalla parte del giardino....”. Nel mentre si erige la nuova chiesa il dotto canonico
don Nicola Petrone utilizza la Sua casa palazziata per il nuovo Conservatorio da Lui fondato, sotto il
titolo della Vergine SS. Addolorata o Madonna dei sette dolori 2. Si tratta di un opera laicale per donne
civili; a Solofra, in quel tempo, vi erano già due veri Monasteri di monache sotto il titolo di Santa
Chiara e Santa Teresa. Il Conservatorio non divenne mai vero Monastero pur incrementandosi di beni
ed opere pie; già nel febbraio del 1753 il rev.do canonico accolse nella Sua casa, ridotta a conservatorio,
la prima educanda
educanda di nome Cecilia, figlia della nobile Agnese Landolfi vedova di Ambrosio Troisi …fin
à tanto serà in stato di risolvere…con pagamento di annui docato ventiquattro per vitalizio; la figliola portò
con sé letto, panni, masserizie varie e dote in denari. La vita nel Conservatorio era indirizzata alla
disciplina claustrale; tuttavia alle fanciulle era data facoltà di poter lasciare il conservatorio con un
degno matrimonio, o farsi monache. Già nell’anno 1753 oltre alla suddetta Cecilia furono ammesse
come converse
converse Giusa e Agata Guarino; il 10 Febbraio dello stesso anno entra in Conservatorio donna
Teresa Petrone figlia del magnifico Aniello Petrone e di donna Cecilia Petrone, parenti del fondatore.
Nel 1756 la chiesa attigua alla casa palazziata, ridotta in Conservatorio, era ultimata; venne innalzato il
magnifico altare maggiore in marmo finemente lavorato. Di questa chiesa sappiamo ben poco; ebbe
varie trasformazioni nei tempi successivi con l’erezione di due altari minori; l’uno in corno evangeli sotto
il titolo di Santa Maria Consolatrice e l’altro, in corno epistole, sotto il titolo di sant’Emiddio vescovo.
Tra il 1668 ed il 1690 le iniziative di culto da parte dei Servi di Maria favorirono la diffusione del culto
della Madonna dei sette Dolori. Il 9 giugno 1668 la Sacra Congregazione dei Riti permise all’Ordine di
celebrare la messa votiva dei Sette Dolori della Beata Vergine. I Servi di Maria portavano l’abito nero in
memoria dei dolori della Madonna per il figlio crocifisso. Il 9 agosto 1692 papa Innocenzo XII concesse
ai frati e alle suore dell’Ordine dei Servi di Maria la facoltà di celebrare la festa dei Sette Dolori della
Beata Vergine la terza domenica di settembre, con l’ufficio e messa propri. Nella Santa Visita Pastorale
del 12 Ottobre 1859 in Solofra, S.E. Mons. Antonio Salomone, arcivescovo di Salerno, così ebbe a
descrivere il Conservatorio: …mane diei predictae Ecclesiam petit Conservatorii Monialium Oblatorum
S.Dolorose…altare majus B.M.V.Dolorosa dicatum est privilegiatum in perpetuum quotidianum. In cornu
Evangelii extat altare B.V. sub titulo Consolationis et in cornu Epistolae altare S.Emidio. Il Conservatorio
era retto da Suor Maria Raffaele Pitrelli Priora con 18 suore, 10 educande e 6 converse. L’Arcivescovo
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‘ E’ un titolo con cui viene molte volte chiamata ed invocata dai Noi cristiani Maria,la madre di Gesù. Il titolo si basa
su alcuni racconti dei Vangeli. I sette dolori di Maria sono: 1. Profezia del vecchio Simeone. 2.La fuga in Egitto. 3.La
perdita di Gesù nel Tempio. 4.L’incontro di Maria e Gesù lungo la Via Crucis. 5.Maria ai piedi della Croce. 6.Maria
accoglie nelle Sue braccia Gesù morto. 7. Maria vede seppellire Gesù.
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ebbe parole di apprezzamento per il Conservatorio elogiando la figura del dotto fondatore don Nicolò
Petrone, eletto arcidiacono della cattedrale di Salerno nell’anno 1772. Il presule chiese che venissero
realizzate le gelosie (o grate) da apporsi a tutte le finestre del Conservatorio che davano sulla strada pubblica.
Dall’anno 1773 fino alla Sua morte, quasi settantenne, verosimilmente avvenuta in Salerno prima del
1785, don Nicolò Petrone,
Petrone figura eccellente e figlio Illustre quanto sconosciuto di Solofra, svolse il
compito di “A
Arcidiacono”
rcidiacono del Capitolo della chiesa cattedrale di san Matteo, con molti onori e titoli
ecclesiastici di prestigio. Non fu mai lontano dalla Sua Solofra e dal Suo Conservatorio, poiché era
spesso nella Sua Terra natìa, nonostante il nuovo prestigioso
incarico e l’abbandono del canonicato della Collegiata di san
Michele, nel 1772. Della chiesa si ricordano alcuni reperti
artistici realizzati nel tempo; del 1763 è la bella campana a
ricordo della consacrazione della chiesa; nell’anno 1823 fu
commissionata al pittore Nicola Desiderio la bella tela di
sant’Emidio vescovo, invocato durante calamità e terremoti.
Sull’altare maggiore del 1756 fu collocata una bella tela con
effige della Madonna Addolorata fra i santi Filippo Benizi,
dell’Ordine dei Servi di Maria, e san Giuliana Falconieri del
medesimo Ordine come Mantellata dei Servi di Maria. Il
dipinto fu eseguito dal pittore Ferdinando Castiglia nell’anno 1824.
Tuttavia l’opera più pregevole è la stupenda statua
ligneo/policroma della Madonna Addolorata, il cui
volto sofferente è reso con palpante naturalismo
dall’abile cesello di un valente scultore della schiera
di Giuseppe Picano, verso la seconda metà del
XVIII secolo. La chiesa attuale mostra una
alterazione modulare della facciata con spunti
neoclassici della prima metà del XIX secolo, dovuti
ad interventi di restauro/consolidamento del 1837.
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Pregevolissimo
è
anche
il
monumentale
crocifisso
ligneo/dorato della prima metà del XVI secolo, di autore
locale, ereditato dal canonico/arcidiacono don Nicolò Petrone
per via testamentaria.
La chiesa ed il Conservatorio sono da decenni rette, con umile e solerte dovizia, dalle Suore
Compassioniste Serve di Maria, alla cui Madre Generale, di origini solofrane, Suor Maria Ermanna
Luciano,si deve il recentissimo completamento di restauro della chiesa, restituita al culto divino ed al
Suo popolo, nello splendore e nelle vesti originali del XVIII secolo, così come la volle il Suo umilissimo,
Illustrissimo e dottissimo fondatore.
Prof Francesco Guacci
Solofra 03 Giugno 2008
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