Diapositiva 1 - "Andrea Pozzo"

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ITG A. POZZO
LICEO TECNOLOGICO
IL CARSISMO
IN TRENTINO
INDIRIZZO: Costruzioni, Ambiente, Territorio - opzione B
GEOLOGIA E TERRITORIO
Classe 4^ - 3 ore settimanali
Schede a cura del prof. Romano Oss
Carsismo in Trentino
In montagna spesso si incontrano curiose forme di corrosione che rigano talvolta
le superfici della roccia calcarea: lunghi solchi paralleli che incidono fittamente le
pareti di grossi blocchi o più spesso gli strati denudati dall'erosione di antichi
ghiacciai (laste).
Gli studiosi di geomorfologia li chiamano "campi solcati", o "campi carreggiati", e
rappresentano una delle forme più vistose e belle del carsismo, cioè della
capacità dell'acqua di dissolvere chimicamente il calcare con l'aiuto dell'anidride
carbonica.
Una volta penetrata all'interno della montagna l'acqua inizierà a scorrere nelle
fratture, allargandole e dando inizio al ciclo di formazione delle grotte.
La sua azione di modellamento comincia però già in superficie, al primo contatto
con la roccia, e la varietà di forme cui dà origine ha giustificato negli ultimi anni
la pubblicazione da parte dei geografi di veri e propri atlanti di questi importanti
aspetti del carsismo.
Carsismo in Trentino
Effetti del carsismo
Carsismo in Trentino
Qualche piccola nozione di chimica
L'acqua e l'anidride carbonica possono combinarsi in varia maniera (si dice che
l'anidride carbonica, un gas, si scioglie nell'acqua) a seconda delle particolari
situazioni in cui vengono a contatto.
Su un terreno coperto da vegetazione il disfacimento di quest'ultima provoca la
formazione di molta anidride carbonica e l'acqua ha la possibilità di arricchirsi
maggiormente di questo gas, cioè di diventare "più acida", più corrosiva nei
confronti del calcare. Alle basse temperature, poi, l'acqua scioglie ancora più
facilmente l'anidride carbonica: ed ecco che in alta montagna, dove la roccia è
spesso priva di manto erboso, l'acqua di fusione nivale, molto fredda, possiede
ugualmente un forte potere corrosivo, aumentato dal fatto che la neve può
persistere per molti mesi fino a tarda primavera e fornire un continuo apporto di
acqua alla roccia sottostante. Il risultato di questo lavoro dell'acqua sugli strati
superficiali è rappresentato spesso da tutta una serie di bellissime solcature,
fori, dentellature, vaschette, piccoli crepacci, fino ad arrivare a lunghe trincee
rocciose o profondi pozzi-spaccature che sono talvolta la porta d'ingresso di più
vasti ambienti sotterranei.
Carsismo in Trentino
Carsismo in Trentino
La formazione di questi fenomeni carsici dipende naturalmente da numerosi
altri fattori che possono combinarsi e concorrere in vario modo alla morfologia
dei solchi e delle vaschette: la struttura, la compattezza, la porosità e la
fratturazione del calcare, la pendenza degli strati rocciosi, la presenza o meno
di zone concave o piccoli dossi e infine il tipo stesso di precipitazione, piovosa
o nevosa, su roccia nuda o coperta dal suolo. La nomenclatura in uso di questi
fenomeni (soprattutto tedesca) riflette la varietà di forme dei campi solcati
quasi sempre legata alla loro diversa origine: scannellature (Rillenkarren),
solchi piccoli e poco profondi, spesso paralleli e separati da creste acutissime,
legati all'azione di scorrimento e dissoluzione da parte di filetti d'acqua
piovana; solchi a doccia (Rinnenkarren), rettilinei o meandriformi, profondi
qualche centimetro e lunghi anche parecchi metri; solchi arrotondati
(Rundkarren), in genere più larghi e con bordi smussati, arrotondati, formatisi
sotto la copertura del suolo (carso coperto); solchi a crepaccio (Kluftkarren),
larghi e profondi anche parecchi decimetri, originati ed influenzati da fratture
più marcate della superficie.
Carsismo in Trentino
Altre manifestazioni del carsismo superficiale, infine, sono i fori di
dissoluzione (fori carsici), cavità tubolari di dimensioni variabili spesso
allineate lungo piccole fratture, e le vaschette di corrosione (kamenitze,
termine slavo usato ormai comunemente in campo internazionale), cavità
profonde pochi centimetri e col fondo spesso piatto che si sviluppano sulle
superfici poco inclinate del calcare.
Carsismo in Trentino
NAGO
Stiamo percorrendo la strada della "Maza" che da Arco porta verso Nago, in
leggera salita. 400 metri prima del bivio per Torbole notiamo sulla sinistra gli
strati calcarei grigio chiari che scendono verso la strada.
Lasciamo la macchina su una piazzola (con capitello) e iniziamo a salire lungo
il pendìo roccioso facendo attenzione ai piccoli crepacci che si aprono di tanto
in tanto nascosti dalla rara vegetazione.
La lasta di Nago, la quale non è altro che la superficie di uno strato roccioso
messa a nudo dal scivolamento e franamento degli strati sovrastanti, presenta
una campionatura pressoché completa di forme carsiche superficiali:
scannellature "a penna" (profonde 2-3 cm e lunghe qualche decimetro), lunghi
solchi a doccia, sia rettilinei che a meandro, solchi-crepaccio, fori carsici e
infine vaschette di corrosione nella parte più alta.
Carsismo in Trentino
CALODRI (ARCO)
Torniamo verso nord per qualche chilometro e ad Arco ci portiamo nella conca
di Laghel.
Dalla chiesetta di S. Maria saliamo in cima al Calodri (il dosso a nord del
Castello) dove troviamo un vasto campo solcato con morfologie carsiche fra le
più belle di tutto il Trentino. In questa zona risultano evidenti le tracce del
passaggio del ghiacciaio (erosione e lisciature) su cui in seguito il carsismo ha
portato a termine l'ultima fase della sua azione. I lembi di calcare sono divisi
da un reticolo di solchi-crepaccio, scolpiti profondamente da fori carsici e rigati
da una gran varietà di scannellature (Rillenkarren): a pettine (scendono
parallelamente su un lato di una piccola cresta spartiacque), a penna (partono
su entrambi i lati della cresta) o a raggiera, attorno a un grosso foro. Al ritorno
prolunghiamo la passeggiata di qualche minuto e andiamo a fotografare, poco
ad ovest della "Casa Bianca", un gruppo di interessanti vaschette su rocce
montonate (rocce levigate e arrotondate, modellate a piccoli dossi dal
ghiacciaio).
Carsismo in Trentino
TERLAGO
Ripartiamo verso Trento trascurando a malincuore altri posti con interessanti
esempi di carsismo superficiale (Pianaùra, in particolare, sulle pendici del M.
Stivo poco sopra S. Martino e Massone) come pure non ci addentriamo nella
vasta area delle Marocche in cui si può trovare quasi ogni tipo di scultura carsica
sui grandi massi di frana, sempre più coperti ormai dalla vegetazione. Ci tenta
non poco una rapida escursione sulle laste nei dintorni di Lasino e ai suoi campi
solcati del Pradel ma infine optiamo per una ricognizione al carsismo del Lago di
Terlago, incuriositi da un vecchio studio che Giovan Battista Trener e suo
cognato Cesare Battisti avevano portato a termine già nel 1898. Scendiamo al
Lillà poco prima di Cadine e ci dirigiamo a piedi sopra la sponda settentrionale
del lago. I campi solcati, soprattutto solchi-crepaccio e fori che suddividono a
reticolo la roccia, sono scavati qui nel calcare rossastro del Rosso Ammonitico
reso in diversi punti ancora più scuro da colonie di licheni che ne hanno invaso
la superficie. Ne completano la bellezza alcune vaschette di corrosione, un paio
delle quali di misura abbastanza grande. Poco lontano qualche traccia
dell'importante sito mesolitico studiato negli anni '80 dal Museo tridentino di
scienze naturali ci fa venire alla mente scene di vita preistorica sulle rive del lago
che ancora lambiva gli strati da poco messi a nudo dal ghiacciaio.
Carsismo in Trentino
CASTELAR DE LA GROA
Siamo a quota 800 m sul versante sud del Castelar de la Groa, 2 chilometri
oltre Sopramonte, sulla strada del Bondone. Al bivio per Maso Camponcino ci
incamminiamo lungo una stradina che aggira il dosso sul lato ovest. Dopo 250
m, diritti e a destra oltre un incrocio di stradine forestali, eccoci in una piccola
valletta del Castelar di fronte ad una parete rocciosa (5-6 m) marcata da alcuni
ben visibili solchi a doccia che la rigano verticalmente. A destra una serie di
solchi più leggeri e rettilinei testimoniano lo scorrere dei filetti idrici lungo la
massima pendenza del calcare. Rimontiamo la parete sulla sinistra e alla
sommità, saltando da uno sperone roccioso all'altro, ci troviamo nel bel mezzo
di un vero e proprio campo solcato: anche qui fori di dissoluzione e piccoli
crepacci carsici dividono la superficie in blocchi su cui è scolpito da ogni parte
un vasto campionario di scannellature, a direzione irregolare o talvolta a piccoli
fasci divergenti. Molti altri luoghi, sulle pendici del Bondone, portano segni
evidenti di carsismo superficiale: i dintorni di Malga Mezzavia, ad esempio,
lungo la strada che sale alle Viotte (solcature di origine nivale);
Carsismo in Trentino
il costone della Rosta, sopra le Viotte e la Val d'Eva, con ampi resti di solchi
arrotondati ormai in fase di degradazione per azione combinata di carsismo e
gelo-disgelo su un tipo di roccia molto fratturata; scendendo infine verso la
valle di Cavedine merita l'escursione di un pomeriggio la zona Lavachèl-Colmi
(qualche campo solcato, doline in abbondanza, grottine, inghiottitoi e, verso
nord, perfino una specie di piccolo polje con emissario sotterraneo esplorabile
per una decina di metri).
Carsismo in Trentino
DOLOMITI DI BRENTA
Sui pianori carsici d'alta montagna la corrosione avviene soprattutto sotto la
copertura del manto nevoso e si sovrappone alle forme di erosione glaciale che
hanno "preparato" e modellato la superficie. Spesso, attorno a quota 21002500mt, gli strati di roccia orizzontali appaiono "tagliati" e disposti a gradinata e le
forme di dissoluzione incidono completamente sia le superfici piane che le testate
verticali dei gradoni (Schichttreppenkarst, carso a gradinate strutturali).
Esempi di questo tipo possiamo ammirarne nella zona Brentei-Alimonta e
soprattutto ai Grostedi dove i ripiani di Dolomia (non calcare puro, qui dunque,
ma carbonato di calcio e magnesio) sono fittamente incisi da lunghi solchicrepaccio che spesso tagliano completamente il gradino unendosi alle sottostanti
cavità orizzontali che si formano fra strato e strato.
Muoversi fra i ripiani dei Grostedi richiede comunque una certa attenzione
poiché‚ in mezzo ai solchi più piccoli si aprono qua e là improvvisamente grossi
pozzi-crepaccio col fondo otturato da neve e ghiaccio, alcuni dei quali (esplorati
recentemente) raggiungono anche la profondità di 80-90 m.
Carsismo in Trentino
Ad un'ora di cammino verso ovest, subito sotto il rifugio Tuckett, incontriamo
invece un classico e più "tipico" esempio di campo solcato con fori carsici,
qualche vaschetta e lunghi solchi a doccia tagliati trasversalmente da piccoli
solchi-crepaccio.
Da segnalare infine nel settore sud del Brenta, alla testata della Val d'Ambiez
(Alpe Prato), una importante area di campi carreggiati "misti", con forme sia di
origine nivale (Rinnenkarren) che da carso coperto, dai contorni più arrotondati
(Rundkarren).
Carsismo in Trentino
M. CORNON (Tesero)
Bella escursione da abbinare magari a quella più nota del sentiero geologico del
Doss Capèl-M. Agnello, poco distante. Dalla Malga di Pampeago saliamo alla
Caserina e ci dirigiamo verso i Cornacci.
Già nel pressi della Caserina cominciamo a trovare qualche dolina e alcune
piccole caverne, che diventeranno più numerose (una quindicina circa) lungo
tutto l'accidentato versante ovest dei Censi, sotto il ciglio su cui si snoda il
sentiero. Alla baita della Bassa, su un breve ripiano prospicente il Dos dai
Branchi, l'erosione della testata della valletta del Rio Bianco e l'asportazione del
manto erboso hanno messo parzialmente a nudo un piccolo anfiteatro roccioso
qua e là inciso da brevi solchi-crepaccio (kluftkarren), qualche scannellatura ed
alcune vaschette di corrosione (kamenitze).
Carsismo in Trentino
Carsismo in Trentino
La valle di Tesino, posta fra la Valsugana e la valle del Vanoi, è costituita dalla
parte media del solco del torrente Grigno che incide da nord a sud le formazioni
calcaree della Bassa Valsugana e forma una specie di altopiano direttamente a
contatto con le rocce plutoniche delle falde meridionali di Cima d'Asta. La
sequenza delle rocce affioranti va dalle dolomie bianco-grigiastre del Trias
(Pradellan) ai calcari del Giurese (Val Malene, M. Agaro) e del Cretaceo (M.
Mezza, Celado, M. Agaro). Dalle quote modeste della conca principale (7-800
m di media) si elevano attorno, da ovest ad est, le cime calcaree dei monti
Silana (Dogger), Agaro e Coppolo (Cretaceo) e, a sud, del M. Mezza (Lias).
L'assetto strutturale dell'area, zona di transizione verso il Bacino Bellunese, si è
definito fin dal Permiano attraverso fasi di sedimentazione marina regolare
(Triassico-Giurassico), di emersione, di abbassamento degli strati (Cretaceo),
forti movimenti tettonici con ritiro del mare (Eocene) ed infine nuovi processi di
sedimentazione e corrugamento (Oligocene-Miocene). Circa 10 milioni di anni
fa la morfologia attuale dell'area era già abbozzata e la Valsugana si presentava
probabilmente come un grande estuario.
Carsismo in Trentino
I forti sollevamenti provocarono un ringiovanimento della topografia con
riattivazione della rete idrografica e conseguente intensa erosione superficiale.
Con il Quaternario inizia il modellamento ad opera dei ghiacciai (Würmiano)
provenienti dall'alta Valsugana e Cima d'Asta, modellamento completato infine
in epoca postglaciale dalla sovraescavazione dei torrenti Chieppena e Grigno
fino al definitivo raccordo delle rispettive valli sospese con il fondovalle.
Il paesaggio che ne risulta, in dettaglio, è estremamente vario prevalendo ora
le forme dirupate, i ripidi pendii, le forre a pareti subverticali, ora le forme
addolcite delle praterie ondulate e dei poggi soleggiati.
Carsismo in Trentino
Fra le diverse morfologie di
origine meteorica frequenti i
fenomeni franosi lungo il corso
del Grigno (alcuni esempi si
notano ancora a ovest di
Campestrin (Gravon), presso
Lissa, in loc. Zuna e sotto il
Celado (boaloni)). Ma gli aspetti
geomorfologici più interessanti e
particolari sono senz'altro quelli
legati al carsismo, diffusi in tutta
la conca del Tesino e le sue
adiacenze in cui la fessurazione e
la permeabilità delle rocce
carbonatiche ha permesso
l'instaurarsi di una circolazione
idrica sotterranea accompagnata
da corrosione degli strati con
formazione di caverne, grotte e
pozzi carsici.
Carsismo in Trentino
La cavità più nota è la Grotta di Castello Tesino che si apre lungo il torrente
Senaiga presso il confine col Bellunese. Esplorata per la prima volta nel 1927
salì agli onori della cronaca italiana nell'ottobre dello stesso anno per la brutta
avventura capitata ad un gruppo di persone che, nel tentativo di fotografarla, vi
rimasero intrappolate per l'improvvisa piena del torrente che ne bagna l'entrata.
Attualmente un ingresso artificiale più alto consente di accedervi senza pericolo
e di visitare ca. 300 m di bellissime gallerie naturali modellate dall'acqua e
arricchite da spettacolari "grappoli" di stalattiti e stalagmiti. L'ultimo tratto,
percorso da un torrente, termina con un sifone che è possibile superare solo
con speciale attrezzatura subacquea. Per una visita alla grotta (quella di
Castello Tesino è attualmente l'unica in Trentino parzialmente attrezzata) è
necessario rivolgersi alla Tesintur (V. Don Sordo, 10, Castello Tesino) presso cui
si può prenotare una guida ed il materiale necessario all'escursione.
Molto importante dal punto di vista carsico è il Monte Agaro su cui si aprono
alcune delle più interessanti grotte scoperte in Trentino nell'ultimo decennio.
Sotto la località di Lissa si trova l'angusto imbocco della grotta omonima (240 m
di sviluppo), cavità-sorgente ancora attiva la cui esplorazione può rivelarsi
alquanto rischiosa nei periodi di pioggia per le ridotte dimensioni e le morfologie
a sifone del suo primo tratto.
Carsismo in Trentino
Sul versante nord è stata esplorata da speleologi reggiani la Grotta Uvada che
si apre con un breve pozzo e si snoda per circa 400 metri nei calcari bianchi
sotto i prati a ridosso di Malga Valfontane. Più oltre, sulle pareti della Val
Cortella sotto il Passo del Broccon, si sviluppano due notevoli cavità
sotterranee: la Grotta delle Pale Rosse, imponente galleria a forma di arco
lunga 320 m che mette in comunicazione due "pale" contigue del Col della
Remitta (sembra che recentemente vi siano state rinvenute anche tracce di
orso speleo) e poco più a nord, presso Canal S. Bovo ma ancora in territorio di
Cinte Tesino, la Grotta della Fosca, complesso carsico di rilievo
idrologicamente attivo e non ancora compiutamente esplorato.
Importante infine il carsismo del M. Silana, alle spalle dell'abitato di Pieve, con
una serie di belle cavità scavate lungo le pareti orientali del rilievo a quote fra i
1100 e i 1200 m: fra di esse la Grotta del Colo, visitabile senza particolari
difficoltà, ricca di iscrizioni parietali che ne testimoniano la frequentazione
come riparo fin dal XIV secolo.
Carsismo in Trentino
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