Rimini, 10 - Rivista di Diritto e Storia Costituzionale Del Risorgimento

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ALLE RADICI DEL RISORGIMENTO ITALIANO
IL PERIODO DEL DECENNIO FRANCESE IN ITALIA
(ALCUNI BREVI SPUNTI PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI)
PREMESSA
Gioacchino Murat, che aveva sposato Carolina, la sorella di Napoleone
Bonaparte, era divenuto cognato dell’Imperatore, e questa parentela, insieme ai
molti meriti acquisiti nell’ascesa di Napoleone, gli aveva consentito di essere
nominato re di Napoli in sostituzione di Giuseppe, fratello del Bonaparte, che
aveva ottenuto il regno di Spagna.
Murat intraprese la cosiddetta “Campagna d’Italia”,dopo aver dichiarato guerra
all’Austria e promulgato il 30 marzo 1815 a Rimini il famoso “Proclama agli
Italiani” in cui aveva definito l’Italia come uno Stato libero ed indipendente.
La Campagna ebbe per lui un esito sfortunato, poiché a Tolentino (Macerata) il
3 maggio 1815 fu sconfitto dall’Esercito Austriaco,
Proprio la ricorrenza del Bicentenario della Campagna d’Italia di Gioacchino
Murat, e le iniziative celebrative ad essa collegate a livello nazionale, hanno
riportato in evidenza questo importante episodio della storia d’Italia, che è,
purtroppo, sovente trascurato, in quanto considerato un semplice tentativo di un
monarca napoleonide di voler conservare il proprio regno.
Le vicende di Re Gioacchino pur essendo sfortunate, devono essere collocate nel
contesto del “Decennio Francese in Italia” (1804-1815), poiché si dimostrarono
molto più articolate e perché segnarono la transizione per la nostra storia
nazionale, dall’età moderna all’età contemporanea; inoltre, ebbero l’effetto di
consentire agli italiani, forse per la prima volta nella storia, di concepire in una
visione globale, concreta e realizzata l’applicazione dei principi rivoluzionari di
Libertà, Uguaglianza e Fraternità, trasmettendo a molti italiani la consapevolezza
di far parte di una nazione che aspirava a diventare UNA e Indipendente
Al momento del tramonto della stella napoleonica, Gioacchino Murat tentò di
salvare il trono di Napoli intraprendendo, appunto, la “Campagna d’Italia”.
Nel contesto del Decennio Francese essa deve essere dunque considerata come
un “evento proto/risorgimentale”, in quanto indicò agli Italiani il modello su cui
edificare lo stato italiano con i principi di libertà e di indipendenza scaturiti dalla
rivoluzione francese.
Il Risorgimento Italiano, nella fase iniziale, fu un movimento “a macchia di
leopardo” caratterizzato da episodi ed avvenimenti non sempre coordinati ma
spontanei; il decennio francese, al contrario, costituì un modello compiuto, e
soprattutto rappresentò una organizzazione amministrativa da assumere come
esempio.
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CRONOLOGIA 1789-1815
Data
1789
Eventi
Rivoluzione Francese
1791
Costituzione
1792
Repubblica Francese
1793
Fu applicato il Suffragio Universale
Costituzione
Robespierre
Periodo del Terrore
Fine del periodo del terrore Esecuzione di Robespierre
e nel periodo del Termidoro
Si forma il Direttorio
Dichiarazione dei Doveri accanto a
Costituzione
quella dei Diritti
Secondo il Direttorio doveva essere una
Campagna d’Italia di
manovra di alleggerimento della
Napoleone
pressione austriaca sulla Francia.
Bonaparte omandante
Invece si trasformò in un impulso alle
dell’Armata d’Italia
Formazione della Legione speranze di indipendenza italiana dagli
Lombarda e della Legione austriaci
Italiana
Italia da Oggetto passivo a Soggetto
Repubblica Cisalpina
attivo
e Repubblica Cispadana
Adottato il Tricolore
(poco dopo riunite nella
Garante: L’Esercito Francese
Repubblica Cisalpina)
Proclamazione Repubblica Fino al 1799 con l’arrivo delle truppe
borboniche
Romana
L’ Esercito Francese (ancora con il
Repubblica Partenopea
Direttorio) con il generale Championnet
come garante, dopo l’inseguimento
delle truppe borboniche da Roma
occupa Napoli
Rientro di Napoleone dalla Napoleone diviene primo console e
rimase tale fino al 1804
Campagna d’Egitto(18
Brumaio cioè 9 Novembre)
Partecipa attivamente Gioacchino
Colpo di Stato contro il
Murat
direttorio
1794
1795
1796
1797
1798
1799
1799
Note
Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e
del Cittadino
Potere Legislativo all’Assemblea
Nazionale
Finisce il Regno di Francia
2
Data
1802
Eventi
Repubblica Italiana
1804
Impero francese
Regno di Napoli
1805
1808
1815
Note
Deriva dalla Repubblica Cispadana ed
ha Napoleone come presidente e
Francesco Melzi d’Eril vicepresidente
Napoleone a dicembre è proclamato
Imperatore dei Francesi.
Giuseppe Bonaparte diventa re di
Napoli
Napoleone è re d’Italia
Eugenio Beauharnais è vicerè d’Italia
Giuseppe Napoleone lascia Napoli per
la corona in Spagna
La Repubblica Italiana
diviene regno
Gioacchino Murat diventa
re di Napoli
Napoleone:
- Il 26 febbraio fugge dall’
isola d’Elba.
- Il 1 marzo sbarca a Cannes
e iniziarono i 100 giorni con Alla coalizione antinapoleonica
dell’Austria Murat non aderisce
la riconquista di Parigi.
- Il 18 Giugno Battaglia di
Waterloo
- Esiliato a Sant’Elena
Murat:
- Il 15 marzo dichiarazione Riconciliatosi con Napoleone,
Gioacchino Murat entra in guerra
di guerra all’Austria.
contro l’Austria, preoccupato di non
ottenere la conservazione del regno di
Napoli a cui aveva annesso le Marche.
- Il 30 Marzo Proclama di
Intendimento del proclama di Rimini
Rimini
era di unire i territori del regno italico
- 2 e 3 Maggio Battaglia di con quelli del regno di Napoli
Tolentino
- 20 Maggio pace di
Casalanza
- 23 Maggio gli austriaci
entrano a Napoli
3
Riferimento figura n° 01
Nel 1810 così risultava la situazione della Penisola, politicamente suddivisa
in tre realtà amministrative sotto il controllo militare francese:
1. Annessione diretta al territorio francese della Savoia, del Piemonte, della
Liguria, della Toscana, di Parma, dell’Umbria e del Lazio, divenuti
dipartimenti francesi e parte integrante dell'Impero;
2. Creazione del Regno Italico, che comprendeva la Lombardia, il
Triveneto, l’Emilia Romagna e le Marche, con Napoleone come Re e
Eugenio di Beauharnais (figliastro di Napoleone Bonaparte in quanto figlio
di primo letto di Giuseppina di Beauharnais) come Viceré, ma con un
potere molto formale, in quanto le decisioni importanti erano prese a Parigi;
3. Il Regno di Napoli, che era stato strappato ai Borboni, comprendeva tutta
l'Italia Meridionale eccetto la Sicilia.
Fu assegnato da Napoleone al fratello Giuseppe Bonaparte (1804-1808) e
poi a Gioacchino Murat (1808-1815) quando Giuseppe ebbe il trono di
Spagna.
Gioacchino Murat era cognato di Napoleone, aveva sposato la sorella
Carolina Bonaparte. La sua autonomia fu relativa, in quanto le cariche più
importanti erano nelle mani di fiduciari di Napoleone, il quale aveva, in
ogni modo, il potere di intervenire in qualsiasi momento nella politica del
Reame di Napoli con tutto il peso della sua indiscussa autorità di
Imperatore.
Eccezioni a tale assetto:
 la Sicilia, dove si erano rifugiati i Borboni;
 la Sardegna, dove si erano rifugiati i Savoia di Piemonte.
L'Italia, sotto Napoleone, raggiunse una sorta di
unità nazionale, seppure sotto il controllo più o
meno diretto della Francia.
Si trattò di un vero primo esempio di Unità d’Italia
intesa come “Nazione” unica, sia pure sotto il
dominio e l’influenza politica francesi.
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FIGURA N° 01
LA PENISOLA ITALIANA NEL 1810
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Tre filoni di intervento:
1) Di carattere Giuridico/Istituzionale:identificato nella
evoluzione delle Costituzioni, che si sono succedute
avendo come riferimento la dinamica delle evoluzioni
costituzionali dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, alla
costituzione di Bayonne portata da Giuseppe Bonaparte e
da Gioacchino Murat
2) Di Carattere Politico/Storico: evoluzione dai regni
dell’Ancien o Régime a quelli del Nouveau Régime,
monarchie costituzionali con caratteristiche moderate
3) Di carattere Economico/Sociale: processi di evoluzione
dalle trasformazioni in Agricoltura alla Rivoluzione
Industriale promuovendo l’istruzione pubblica e gli studi
universitari.
IL VENTENNIO NAPOLEONICO (1796-1815):
- L’Armata Italica. Il Regno d’Italia e il Regno di Napoli fornirono denaro e
uomini ai francesi, nei ranghi dell’esercito francese tra il 1797 e il 1814
passarono più di 200.000 uomini. Una buona parte di essi impararono a
superare le barriere frapposte da tradizioni, costumi, dialetti diversi e
maturarono nelle loro coscienze un sentimento nazionale e un patriottismo
che, per quanto a volte ancora embrionali, andavano al di là del localismo
municipalistico sino ad allora dominante. Furono soprattutto gli uomini che
prestarono servizio nella Grande Armée a diffondere le idee innovative e le
idee di libertà.
- La Mobilità Sociale. Fu un tratto caratterizzante dell’Epoca Napoleonica:
Murat, figlio di locandiere, divenne re. Bernadotte da soldato semplice re di
Svezia. Masséna da semplice marinaio a Maresciallo di Francia. Lo stesso
Napoleone da ufficiale subalterno di artiglieria divenne Imperatore. In definitiva
la Grande Armata fu un grande acceleratore della Mobilità Sociale.
- Valorizzazione dell'Ambizione individuale Un altro fattore decisivo della
forza dell'esercito napoleonico era rappresentato dalla valorizzazione
dell'ambizione individuale. La promozione per meriti acquisiti sul campo di
battaglia fu sempre uno stimolo concreto per il combattente napoleonico.
Napoleone fu sempre attento a stimolare l'emulazione, creando un sistema di
onorificenze ordinato per gradi, a partire dalla prestigiosa Croce della Legion
d'Onore.
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- L’Eversione della feudalità. Già anticipata nella repubblica Partenopea, la
feudalità viene abolita con un provvedimento legislativo di Giuseppe
Bonaparte avvenuta tra il 1806 e il 1808 nel Napoletano.
- Assetto politico a livello europeo In Europa Occidentale si ebbero
Nazioni/Stati unitari, al centro Europa l’Italia e la Germania divise e frantumate,
ad oriente le entità multinazionali quali l’Impero Austriaco, l’Impero Ottomano e
l’Impero Russo.
ALCUNI ASPETTI DEL DECENNIO FRANCESE (1804-1815)
Il 1804 rappresenta una data epocale nella storia d'Italia perché ha segnato,
oltre alla caduta della dinastia borbonica e l’avvento di una cosiddetta
“monarchia amministrativa”, la fine, nel Mezzogiorno, del coacervo di istituti
giuridici, di rapporti sociali e di concezioni della società sorto dal travaglio
storico del Medioevo e da questo trasmesso all'età moderna, che va sotto la
definizione di Ancien Régime.
Inoltre, ci fu l’abolizione della feudalità, sancita dalla legge emanata il 2
agosto1806 da Giuseppe Bonaparte.
Le principali innovazioni introdotte dai Francesi nella nostra penisola furono:
1) REGNO ITALICO: (che aveva le caratteristiche di stato vassallo)
a) La fine della feudalità
b) Il rafforzamento della borghesia
c) Il miglioramento del commercio interno poiché il blocco continentale aveva
prodotto effetti negativi sul traffico marittimo (con danni ai porti: Venezia,
Genova, Trieste) facendo diventare il Regno d’Italia il principale mercato per la
Francia quale fonte delle materie prime ed assorbimento dei manufatti.
2) REGNO DI NAPOLI (che aveva le caratteristiche di regno satellite)
a) Abolizione della feudalità;
b) Ammodernamento delle strutture amministrative.
3) ALTRI TERRITORI ANNESSI CON
FRANCESE (vero e proprio territorio francese):
OCCUPAZIONE
DIRETTA
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Caratteristiche del Regno di Napoli sotto Gioacchino Murat:
1) Era una vera e propria “Monarchia Amministrativa”.
2) I collaboratori di Murat erano tutti italiani e persone legati
all’esperienza della repubblica partenopea e all’intellighenzia
illuminista come Melchiorre Delfico, Melchiorre Gioia, Pellegrino
Rossi e Giuseppe Zurlo.
3) Nuovo rapporto con lo Stato (da Sudditi a Protagonisti)
concezione dell’ “Insieme della Comunità di Cittadini” sulla base
della consapevolezza e identità che si forma una coscienza
nazionale
uscendo
dall’individualismo
per
avere
una
consapevolezza collettiva.
4) Veicolo di Mobilità Sociale scuola, carriera militare, carriera
lavorativa basata sulla meritocrazia.
5) Eguaglianza mobilità di derivazione dai principi della rivoluzione
francese
6) Napoli dignità di capitale Europea, come Parigi o Londra
7) Élite Illuministiche: Pietro Giannone, Antonio Genovesi,
Melchiorre Gioia, Melchiorre Delfico, Pellegrino Rossi, Poerio,
Filangieri e quelli coinvolti nella Repubblica Partenopea.
8) Murat voleva essere Re senza essere vassallo di Napoleone,
pensava all’Unità d’Italia e alla Indipendenza dagli stranieri
immaginando uno stato moderno proiettato nel Mediterraneo con
relazioni nei tre continenti Europa Africa Asia, unificandosi con il
regno italico e con il suo esercito.
9) Questione delle Campagne nel rapporto Città/Campagna.
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Il Regno Italico
Le vittorie napoleoniche del 1796 avevano determinato
lo sconvolgimento degli antichi regimi italiani.
- Nel 1797, sul nucleo della precedente repubblica cispadana, venne
formata la repubblica cisalpina.
- Genova fu trasformata in repubblica ligure.
- Nel 1798 fu proclamata la repubblica romana.
- Nel 1799 si ebbe anche la nascita e il rapido crollo della repubblica
partenopea.
Le successive sconfitte francesi nel nord provocarono la caduta
delle repubbliche, ma la penisola subì una profonda riorganizzazione
in conseguenza al ritorno di Napoleone ed alle sue vittorie del 1800
(Marengo).
Nel 1802 il Piemonte venne annesso alla Francia, dopo che
Carlo Emanuele IV nel 1798 aveva abdicato trasferendosi in
Sardegna.
Sempre nel 1802 la repubblica cisalpina fu trasformata in
repubblica italiana, sotto la presidenza di Napoleone e la
vicepresidenza di Melzi d’Eril.
Nel 1805, con la proclamazione dell’impero in Francia, sorse il
regno d’Italia, con viceré Eugenio di Beauharnais.
Il Regno napoleonico d'Italia, pur essendo uno stato vassallo,
conobbe importanti riforme amministrative e militari, e un notevole
sviluppo economico. Esso
includeva fin dal 1806 tutti i territori adriatici della Repubblica di
Venezia, ossia anche l'Istria e la Dalmazia e da1 1808 anche il
territorio della Repubblica di Ragusa.
Nel 1809 furono separati dal Regno i territori di Istria, Dalmazia
e delle Bocche di Cattaro (oltre a Ragusa, da poco inserita) per
formare, con le città austriache di Gorizia e Trieste, sempre sotto il
controllo francese, le Province Illiriche con capoluogo la slovena
Lubiana. In compenso fu portato il confine del Regno d'Italia fino
all'Isonzo e a nord di Bolzano, con tutto il Trentino.
Il Regno, che comprendeva l'Italia centro orientale e buona
parte del settentrione aveva capitale Milano, ma non sopravvisse
alla caduta del suo monarca, e si disciolse nel 1814.
Il Regno napoleonico d'Italia o Regno Italico è
considerato l'embrione dello Stato unitario italiano che fu
costituito nel 1861.
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ALCUNE CARATTERISTICHE DEL REGNO D’ITALIA:
1) Aspetto militare.
Nel 1805, dopo la proclamazione del Regno d'Italia, fu istituita la
"Guardia Reale Italiana" nei territori del nuovo Regno. Truppe italiane
parteciparono alle guerre napoleoniche
Inizialmente operò solamente in Italia insieme alle truppe francesi, poi
partecipò nel 1808 alla Guerra d'indipendenza spagnola e partecipò anche alla
campagna contro l'Austria.
2) Aspetto politico.
Il 5 giugno fu nominato Viceré d'Italia Eugenio di Beauharnais, figlio di
prime nozze della moglie di Napoleone Giuseppina, di cui Bonaparte si fidava
ciecamente, e che stabilì la propria residenza a Monza. Con la pace di
Presburgo (1805), l'Austria rinunciò a Gorizia e alla Provincia Veneta, e con la
Convenzione di Fontainebleau (1807), il Regno d’Italia cedette Monfalcone
all’Austria guadagnando però la città di Gradisca, e spostando così il nuovo
confine lungo il fiume Isonzo.
3) Aspetto amministrativo.
I territori del Regno d'Italia furono suddivisi in 6 Divisioni Territoriali
Militari con comando a Milano, Brescia, Mantova, Ancona, Venezia e Bologna.
Contava anche 25 dipartimenti: Adda (capoluogo Sondrio); Adige(capoluogo
Verona); Adriatico (capoluogo Venezia); Agogna (capoluogo Novara); Alto
Adige (capoluogo Trento); Alto Po (capoluogo Cremona); Bacchiglione
(capoluogoVicenza); Basso Po (capoluogo Ferrara); Brenta (capoluogo
Padova); Crostolo(capoluogo Reggio nell'Emilia); Lario (capoluogo Como);
Mella (capoluogo Brescia); Metauro (capoluogo Ancona); Mincio (capoluogo
Mantova); Musone (capoluogo Macerata); Olona (capoluogo Milano); Panaro
(capoluogo Modena); Passariano (capoluogo Udine); Piave (capoluogo
Belluno); Reno (capoluogo Bologna); Roma (capoluogo Roma); Rubicone
(capoluogo Forlì); Serio (capoluogo:Bergamo); Tagliamento (capoluogo
Treviso); Tronto (capoluogo Fermo).
L’inserimento dell’Italia nei domini francesi comportò
effetti molteplici e differenziati. Da una parte favorì lo
svecchiamento delle strutture economiche, sociali e politiche,
accelerando il movimento riformatore. Dall’altra soffrì gli stessi
limiti già visti nell’esperienza francese:il centralismo, le
mancate autonomie territoriali e l’iniziativa dal basso.
Altre cose positive portate dal movimento riformatore
furono: una più razionale organizzazione amministrativa,
sanitaria e scolastica, una politica fiscale più equa e
l’affermazione del carattere laico dello stato.
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IL CODICE NAPOLEONICO IN ITALIA, ALTRO ELEMENTO DI UNITÀ.
Il Codice Napoleonico, che tenne conto dei diritti dell’uomo enunciati dall’illuminismo
(Cittadini e non più Sudditi), fu introdotto in Italia come strumento per uniformare la Penisola
alla Francia.
Il Codice civile entrò in vigore nel Regno italico – nella triplice versione italiana, latina e
francese – in seguito al decreto firmato da Napoleone a Monaco il 1 aprile 1806.
Esso era già vigente nel Piemonte annesso alla Francia (1804), nella ex Repubblica ligure,
a Parma e Piacenza (1805). Seguirono Lucca (maggio 1806), la Toscana e il Regno
di Napoli (1809), l’Umbria e il Lazio (1812). Da parte di Napoleone era evidente – dopo la
nascita del Regno italico – il desiderio di uniformare la penisola alla Francia sia sul piano
politico sia su quello legislativo.
I motivi della sua persistente influenza vanno almeno in parte rintracciati nelle sue stesse
origini. Nella sua stesura originaria, esso era stato il frutto di un serrato confronto tra la
corrente del diritto ‘consuetudinario’, prevalente nel nord della Francia, e la tradizione
provenzale, maggiormente legata al diritto romano. Fu quest’ultima tendenza a prevalere.
Dunque, al momento della sua ‘importazione’ in Italia, molti dei principi del Code erano ben
conosciuti dalla cultura giuridica della penisola, essendo rintracciabili, appunto, nel diritto
romano.
L’applicazione del nuovo Codice alla maggior parte della penisola, sia pure in tempi e modi
diversi, comportò alcune significative conseguenze:
 Popolazioni che avevano vissuto sotto ordinamenti politici e giuridici assai diversi si
trovarono a condividere un unico ordinamento improntato a principi comuni.
 Esso si fece portatore di molti principi del 1789, come l’eguaglianza dei cittadini davanti
alla legge, la laicità dello Stato, la libertà di coscienza, la libertà di lavoro, l’eguaglianza
tra i figli legittimi in materia di eredità, ecc…
IL “CODE” DOPO LA RESTAURAZIONE
Con la Restaurazione non si spense l’influenza acquisita dal Codice nella penisola italiana,
dal 1815 di nuovo divisa:
- L’influenza delle codificazioni napoleoniche appare profonda e radicata nel Regno delle
Due Sicilie dove, dopo quattro anni di proroga dell’ordinamento legislativo precedente,
venne approvato nel 1819 un nuovo Codice in tre libri molto simile all’originale francese
- Nel 1837 fu promulgato il Codice civile del Regno di Sardegna, anch’esso ampiamente
ispiratosi al Code.
- Nei territori del rinato Stato Pontificio e soprattutto in Toscana (esclusa Lucca) l’immediata
abrogazione del Codice (autunno 1814) ripristinò il precedente ordinamento, ma questo
ritorno al passato venne mitigato dall’approvazione, dopo il 1821, di un Codice di procedura
civile e da un Regolamento di commercio di derivazione francese.
- Nel Lombardo/Veneto, tornato nelle mani degli Asburgo, nel 1816 entrò in vigore il Codice
civile generale austriaco, anch’esso fondato su presupposti giusnaturalistici e sul diritto
romano, ma diverso nel modo di declinare tali principi e negli orientamenti politici.
- I principi introdotti nel 1806 influenzarono in modo significativo il nuovo Codice Italiano
entrato in vigore nel 1865.
Quindi:
Il Codice Napoleonico eliminava definitivamente i retaggi dell'ancien régime, del
feudalesimo, dell'assolutismo, e creava una società prevalentemente borghese e
liberale, d’ispirazione laica, nella quale erano consacrati i diritti di eguaglianza,
sicurezza e proprietà. Tra i principi della Rivoluzione, erano salvaguardati quelli della
libertà personale, dell'uguaglianza davanti alla legge, della laicità dello Stato (già
sancita dal Concordato) e della libertà di coscienza, della libertà del lavoro.
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