Società: Craig Ventre ha creato il primo essere vivente

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Società: Craig Ventre ha creato il primo essere vivente sintetico. Articolo con video esplicativo della cellu
Scritto da Daniela Zannoni
Venerdì 21 Maggio 2010 13:40
{flv}La cellula{/flv}
Video credits: MissCinghi — 15 ottobre 2009 — Animazione che mostra la cellula animale e
la cellula vegetale ed i principali organuli Si dice che sia partito da quattro bottiglie di sostanze chimiche. Le abbia mescolate in
laboratorio e che abbia creato quella che è stata definita la prima "vita artificiale". &
quot;Abbiamo progettato, sintetizzato e assemblato" cellule "capaci di
autoreplicarsi": così annuncia su Science la costruzione della prima cellula batterica
artificiale il gruppo americano che fa capo a Craig Ventre.
Il controverso scienziato americano, che da vent'anni lavora smontando e rimontando i
"mattoni" del Dna, lo aveva annunciato due anni fa: "Sto per creare un essere
vivente sintetico".
Ieri lo ha fatto davvero. Autore della prima mappa del Dna umano e del primo cromosoma sintetico, Venter è ormai a
un passo dal traguardo. "Pensiamo che sia davvero un risultato importante, sia dal punto
di vista scientifico sia da quello filosofico. Di sicuro ha cambiato il punto di vista sulla definizione
della vita", ha detto Venter. Il punto di arrivo sarà molto probabilmente una forma vivente
interamente costruita in laboratorio e programmata per una funzione precisa.
Il primo organismo artificiale è un batterio composto da una cellula sola. Si chiamava in origine
Mycoplasma mycoides, ma dopo essere stato rimodellato dalle mani di Venter si è guadagnato
il nome di Mycoplasma laboratorium. E' uno degli organismi più piccoli della natura e
servirebbero 3mila dei suoi Dna per fare quello di un uomo. Per 15 anni Venter e i suoi 20 scienziati più fidati hanno lavorato nei laboratori di Rockville
prendendo batteri diversi, scambiandone i cromosomi, costruendo pezzi di Dna artificiali e
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sostituendoli a quelli naturali.
Ma solo ieri il Mycoplasma laboratorium ha iniziato a svolgere un'attività peculiare dei viventi: si
è riprodotto. Da una singola cellula artificiale si sono sviluppate colonie di un blu intenso. Si
trattava della tinta scelta da Venter, che aveva arricchito il Dna con un gene per la sintesi di un
pigmento di quel colore. Le prime cellule con il genoma sintetico non servono a nulla. Ma per l'organismo di cui è
padre, Venter prevede un futuro al servizio dell'umanità. Se oggi è stato inserito solo un gene
capace di colorare le cellule di blu, domani potrebbe trattarsi di un frammento di Dna che
permette al batterio di mangiare il petrolio in mare.
"La cellula artificiale - ha detto Venter - è uno strumento davvero potente per progettare
tutto quello che vogliamo far fare alla biologia. Abbiamo in mente un grandissimo numero di
possibili applicazioni". Tra le prime, potrebbero esserci i batteri salva-ambiente dei quali
Venter parla da anni, da utilizzare come fabbriche viventi di biocarburanti o per liberare acque e
terreni da sostanze inquinanti, o alghe che assorbono anidride carbonica come spugne, o
ancora batteri che producono vaccini. La prima cellula sintetica, chiamata Mycoplasma
mycoides JCVI-syn1.0, è stata costruita nel Craig Venter Institute di Rockville dal gruppo
coordinato da Daniel Gibson. La cellula in sé è naturale, ma è completamente controllata da un
Dna artificiale.
Nel 2007 i ricercatori avevano ottenuto il primo Dna sintetico, riproducendo artificialmente quello
del Mycoplasma mycoides; nel 2009 avevano eseguito il primo trapianto di Dna, trasferendo il
genoma (naturale) del Mycoplasma mycoides nel Mycoplasma capricolum. Ora hanno messo
insieme i due procedimenti, trapiantando il Dna sintetico e caricandolo, come il programma di
un computer, in una cellula batterica privata del suo Dna.
"E' la prima cellula sintetica mai costruita", ha osservato Venter."La chiamiamo
sintetica - ha aggiunto - perché è stata ottenuta a partire da un cromosoma artificiale, costruito
utilizzando informazioni elaborate in un computer, composti chimici e un sintetizzatore di
Dna". Composto da circa un milione di lettere (quello umano ne comprende 3,2 miliardi), il
Dna artificiale è del tutto simile a un Dna naturale, comprese mutazioni acquisite durante il
processo di assemblaggio. Solo una sorta di "filigrana molecolare" aiuta a
riconoscere che è davvero artificiale.
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Scritto da Daniela Zannoni
Venerdì 21 Maggio 2010 13:40
«Non dobbiamo avere paura. La vita artificiale non può esistere. Quella di Craig Venter è solo
una grande dimostrazione scientifica che però non può avere nessun tipo di futuro nel mondo
reale». È quanto assicura il biotecnologo del Cnr, Roberto Defez, a proposito del risultato
ottenuto da Venter, 'padrè del genoma umano, che ha creato un batterio artificiale.
«Quell'organismo - aggiunge Deez - non può vivere se non in laboratorio. È soltanto un oggetto
virtuale». Intervistato dal Messaggero, Defez spiega che «non basta il dna da solo per
determinare la vita in un organismo per quanto piccolo questo possa essere». Per il
biotecnologo, la cellula artificiale 'creatà da Venter, «un organismo fabbricato in laboratorio», è
destinato a morire perchè,afferma, «non sarebbe mai in grado di sopravvivere in un ambiente
naturale e quindi è del tutto inutilizzabile».
Intanto nei laboratori più avanzati sono al lavoro velocissimi sintetizzatori di Dna, capaci di
produrre lunghe sequenze di materiale genetico a partire dai mattoni chimici della vita: zuccheri,
composti a base di azoto e fosfati. È alle porte un cambiamento cruciale, che costringerà a
ripensare i confini fra biologico e artificiale e a rivedere lo stesso concetto di vivente.
Ma al momento…è ancora tutto da vedere! Fonti: Ansa 21 mag. 2010; La repubblica; leggo.it – Foto: cellule epiteliali in coltura, su licenza
Creative Commons – Video from Youtube
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