il cervello - ISIS Giulio Natta

IL CERVELLO
Cosimo Colangelo | Liceo scientifico tecnologico “ISIS Giulio Natta” | A.S. 2013/2014
Cosimo Colangelo
IL CERVELLO
A.S. 2013-2014
MOSTRA
‘’BRAIN’’
PIRANDELLO
LA FOLLIA
STIMOLAZIONE
MAGNETICA
TRANSCRANICA
BRAINWASHING
CAMPI ELETTRICI
INDOTTI
ORWELL
1984
INDICE
INTRODUZIONE ...................................................................................................................................... PAG. 1
“BRAIN”, CERVELLO ISTRUZIONI PER L’USO ..................................................................................... PAG. 2
STIMOLAZIONE MAGNETICA TRANSCRANICA ................................................................................... PAG. 5
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LEGGE DI FARADAY
FLUSSO MAGNETICO
LEGGE DI LENZ
FORZE ELETTROMOTRICI CINETICHE
FOLLIA: MALATTIA MENTALE O MODO DI ESSERE? .......................................................................... PAG. 8
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LA FOLLIA PIRANDELLIANA
TEATRO PIRANDELLIANO
UMORISMO E FOLLIA
BRAINWASHING .................................................................................................................................... PAG. 11
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GEORGE ORWELL - “NINETEEN EIGHTY-FOUR”
NEWSPEACK AND DOUBLETHINK
CONCLUSIONE ..................................................................................................................................... PAG. 14
INTRODUZIONE
“Il cervello degli esseri umani è il prodotto di una storia lunga e disordinata, un processo evolutivo
tutt’altro che lineare il cui esito, per molti aspetti sorprendente, è la fisiologia attuale di questo chilo
e mezzo di materia cerebrale racchiusa nel nostro cranio: eccentrica, creativa, potente e allo
stesso tempo delicata, in gran parte ancora misteriosa.” Ecco come Rob DeSalle e Ian Tattersal
riassumono il loro libro.
Con questa frase sono pienamente d’accordo, ed è proprio per questo che il cervello mi affascina
così tanto.
Nella vita di tutti i giorni non ci si fa molto caso, ma lui, il cervello, è sempre presente, è la fonte di
tutto ciò che vogliamo, sappiamo e pensiamo di fare. Ci permette di vivere e ci distingue da tutte le
altre specie animali, ci rende una “macchina perfetta”.
Il cervello può permetterci di ragionare, di creare, di immaginare, è esso stesso il nostro corpo.
Fin dall’antichità filosofi, letterati e scienziati si sono cimentati per comprendere i meccanismi che
regolano il nostro cervello. Le conoscenze che sono state portate a galla da migliaia di diversi studi
possono essere benefiche per la salute di moltissime persone, tuttavia potranno anche essere
utilizzate per manipolare sempre di più la mente e il pensiero dell’essere umano.
È fantastico pensare che tutta la nostra vita sia legata ad un ammasso di tessuto, cellule,
neurotrasmettitori e impulsi elettrici. Cose così piccole, insieme, formano qualcosa di straordinario
che è inevitabilmente la cosa più importante di tutto il mondo.
Purtroppo ogni tanto questo splendido organo va in corto circuito, sembra che non funzioni più
come dovrebbe. Ma la si può davvero chiamare pazzia? Come direbbe Pirandello è solo un modo
per fuggire dalle maschere opprimenti di questa società così standardizzata.
In questo documento che vi presenterò analizzerò diversi argomenti che trattano il cervello: dai
campi magnetici a quelli elettrici indotti e dalla follia al controllo mentale.
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“BRAIN”
Cervello, istruzioni per l’uso
Direttamente dall’American Museum of Natural History di New York e unica tappa italiana, una
grande esposizione di carattere internazionale che, con l’aiuto delle neuroscienze, aiuterà a
rivelare, anche a un pubblico non specialistico, i meccanismi che regolano le nostre percezioni,
emozioni, opinioni e sentimenti. Questa è la mostra interattiva brain Allestita nel Museo Civico di
Storia Naturale a Milano, a cui mi sono recato nel giorno 16 marzo 2014, essa mi ha permesso di
apprendere e arricchire le conoscenze sul cervello dandomi anche lo spunto necessario per
elaborare la mia tesina. Divisa in varie sezioni nella mostra il visitatore veniva accompagnato alla
scoperta dello stupefacente strumento che è il cervello e delle immense potenzialità e capacità che
esso ci offre.
La prima sezione consiste in una
parte introduttiva nel quale i
visitatori passano attraverso
un’installazione che simula
l’attività dei neuroni con un
sistema luminoso, costituito
quasi da settecento chili di fili
elettrici appesi a una struttura
che si estende per oltre dieci
metri.
Una seconda parte era dedicata
al cervello sensibile: In questa
sezione della mostra, le aree
specifiche del cervello dedicate
all’udito, all’olfatto, al gusto, alla
vista e al tatto erano messe in
evidenza grazie a una serie di esperienze interattive.
Proseguendo nella terza sezione, dedicata al cervello emozionale, si poteva esplorare la modalità
attraverso cui vengono elaborate le emozioni nel cervello e la sua evoluzione. Una serie di modelli
animali, illustravano il cervello in evoluzione mettendo a confronto parti di quello umano rispetto a
quello delle lucertole, dei mammiferi e dei primati.
Nella quarta camera riservata al cervello pensante, l’intelligenza veniva raffigurata in tutta la sua
complessità come somma di tipi di intelligenza diversi. I visitatori possono entrare in un “cervello”
camminando all’interno di una stanza rivestita di tessuto illuminato che rappresenta le pieghe della
corteccia (gli strati esterni del cervello), le quali consentono alle persone di pensare, pianificare e
immaginare.
Nella quinta stanza, riguardante il cervello mutevole, si esamina lo sviluppo del cervello nel corso
della vita e la sua incredibile capacità di riorganizzarsi. Per evocare la straordinaria velocità di
sviluppo neuronale nel feto umano, nei primi cinque mesi, i neuroni si formano a una velocità
media di mezzo milione al minuto.
Infine nell’ultima stanza che spiega il cervello del futuro mostra quanto Ciò che pensiamo come
futuristico in realtà sia già qui: vengono impiantati degli elettrodi nel cervello per tenere sotto
controllo gli attacchi epilettici; i pazienti affetti da malattia di Parkinson o depressione vengono
trattato con stimolazioni elettriche dirette; vengono effettuati impianti che permettono ai sordi di
sentire e ai ciechi di vedere, e sono in fase di sviluppo delle interfacce cervello-computer per
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aiutare le persone affette da paralisi a comandare dei dispositivi a controllo computerizzato e
magari addirittura a riacquistare le funzioni motorie.
All’interno della mostra oltre a i panelli descrittivi ed esplicativi era possibile sperimentare ciò che si
era letto attraverso giochi interattivi:
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Nella prima stanza dei rocchetti colorati, normalmente usati per cucire, erano disposti in
modo da formare un quadro, tuttavia non riconoscibile ad occhio nudo. Si poteva, però,
guardando attraverso una pallina trasparente, distinguere la Gioconda di Leonardo Da
Vinci.
Appoggiandosi a un muro, su cui era raffigurato un uomo con un ombrello, era possibile
sentire, da un cassa posta sopra, un suono che apparentemente era tipico di un
acquazzone. Appena girato l’angolo scoprivi che quel suono, in realtà, era prodotto da del
bacon che friggeva in una padella. Ciò per dimostrare l’ingannevolezza dei sensi.
Sparsi su di un tavolo si trovavano
delle parti di cervello, il tronco
encefalico, i due lobi parietali, il lobo
frontale e il corpo calloso, che dovevi
assemblare per ricomporre l’organo.
Su uno schermo veniva presentata
una piccola storia. Utilizzando dei
tasti potevi decidere come farla
procedere, ad esempio scegliere se
mangiare un biscotto e far arrabbiare
la mamma oppure uscire a fare una
passeggiata con il monopattino. Per
ogni azione scelta venivano mostrate
tutte le combinazioni di ormoni che il
cervello libera in risposta ad esse.
Un altro gioco all’interno della mostra consisteva nel tracciare con una matita i bordi di una
stella o di un triangolo guardando la figura solo attraverso uno specchio. Ogni volta che si
usciva dai bordi veniva segnalato, tramite un suono, l’errore. Questo gioco poteva essere
ripetuto più volte in modo da poter misurare il miglioramento in una persona.
Altri schermi permettevano ai visitatori di constatare il loro livello di precisione nella
pronuncia di diverse frasi in diverse lingue. Il gioco consisteva nell’ascoltare una voce e poi
ripetere ciò che era stato detto in un microfono. Era possibile riascoltarsi e anche ridere di
se stessi e dei propri errori!
In un angolo di un stanza della mostra erano posti dei cubi di diverse dimensioni infilati
nella prima di tre o quattro sbarre di ferro. Lo scopo di questa sfida era portare tutti e tre o
quattro i cubi dalla prima all’ultima sbarra disponendoli in ordine di grandezza nel minor
numero di mosse. La cosa non è così facile come sembra, infatti, non era possibile mettere
un cubo sopra a uno di dimensioni minori.
Nell’ultima stanza, oltre a delle comode poltrone, erano presenti degli schermi touch in cui
veniva misurata la tua memoria e la tua reattività. Il gioco interattivo consisteva
nell’individuare un uccello tra un gruppo di volatili che precedentemente veniva mostrato
per qualche secondo. Minor tempo impiegavi a ritrovare la sua posizione corretta maggiore
era il punteggio finale.
La parte della mostra che mi ha più interessato è stata quella che riguardava l’ingannevolezza dei
sensi. Nel momento in cui mi sono messo ad ascoltare la cassa ero convintissimo che fosse
pioggia, ma nello stesso istante in cui ho scoperto che era della pancetta che soffriggeva mi sono
ricreduto. È stato sconvolgente scoprire quanto i miei, anzi i nostri, sensi fossero così facili da
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ingannare. Provarlo sulla propria pelle e con una così marcata evidenza del loro errore mi ha
ancora di più reso incerto, ma anche incantato.
In generale la mostra mi ha interessato moltissimo in tutte le sue parti, incuriosendomi ancora di
più sul cervello, il corpo umano e tutte le nuove tecnologie che stanno inventando per controllarli.
La meraviglia della scoperta, alcuni misteri svelati, ha reso la visita di questa esposizione ancora
più intrigante ed emozionante.
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STIMOLAZIONE MAGNETICA TRANSCRANICA
È una tecnica che consiste nel porre una spira conduttrice vicino alla testa del paziente. Quando la
corrente all'interno della spira è fatta variare rapidamente si viene a creare un campo magnetico, la
cui rapida variazione induce una corrente elettrica in una regione ristretta del cervello. Questa
induzione venne teorizzata e sperimentata da un chimico-fisico inglese, Michael Faraday.
LEGGE DI FARADAY
Faraday, attraverso i suoi esperimenti, dimostrò come un campo magnetico fosse in grado di
produrre un campo elettrico. Come viene mostrato in figura, l’esperimento prevede l’utilizzo di due
circuiti elettrici: il primo, chiamato circuito primario, è
composto da una batteria, un interruttore e una
resistenza variabile per far variare la corrente. Fa parte
di questo circuito anche una bobina che si avvolge
intorno ad una barra di ferro. Il secondo, chiamato
circuito secondario, che è composto solo da un
amperometro per registrare il passaggio di corrente o
meno, e da una seconda bobina anch’essa avvolta sulla
stessa barra di ferro. I due circuiti sono elettricamente
separati ed hanno in comune soltanto la sbarra di ferro.
Il funzionamento è semplice: quando si chiude
l’interruttore del circuito primario nella bobina scorre una
corrente che produce un campo magnetico particolarmente intenso nella barretta di ferro che
cresce da zero fino ad un certo valore finito. Nei risultati sperimentali si osserva che la variazione
del campo magnetico nel circuito primario, dovuta alla chiusura dell’interruttore, produce uno
spostamento dell’ago dell’amperometro nel circuito secondario solo per alcuni istanti per poi
tornare a zero. Finché la corrente nel circuito primario rimane costante, l’amperometro del
secondario rimane fermo sullo zero non segnalando di conseguenza nessun passaggio di
corrente. Se si apre l’interruttore del primario in modo che il campo magnetico diminuisca per
tornare di nuovo a zero, l’ago dell’amperometro si sposta in direzione opposta a quella precedente,
ritornando velocemente a zero. Queste osservazioni si possono riassumere così:

La corrente nel circuito secondario è zero finché la corrente nel primario, e di conseguenza
il campo magnetico della barra di ferro, è costante.
 Quando il campo magnetico che attraversa la bobina del secondario aumenta o diminuisce
si osserva un passaggio di corrente in una direzione o in quella opposta nel circuito
secondario.
La corrente che scorre nel secondario viene definita corrente
indotta; dato che questa si comporta come se fosse prodotta da una
batteria con una forza elettromotrice, si parla di forza elettromotrice
indotta. Essa può essere verificata anche senza usare per forza dei
circuiti ma basta far variare la distanza tra un magnete e una bobina
collegata a un amperometro il quale registra corrente solo quando il
magnete si avvicina o si allontana cioè quando varia il suo flusso
magnetico, e non quando rimane fermo. In sintesi per creare una
fem indotta in una bobina basta far variare il flusso del campo
magnetico attraverso le spire della stessa bobina nel tempo. Tale fem indotta sarà amplificata dal
numero N di spire della bobina.
f.e.m = -N ΔΦ/Δt= -N
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Φ𝑓𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒−Φ𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒
𝑡𝑓𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒−𝑡𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒
Osservando questa formula possono farsi le seguenti due osservazioni:
1. La fem indotta dipende dalla velocità di variazione del flusso magnetico
2. Il segno meno riveste una notevole importanza e sintetizza quella che va sotto il nome di
“legge di Lenz”
FLUSSO MAGNETICO
La variazione del flusso magnetico, come visto prima, è la causa della formazione di una corrente
indotta in una bobina. Tale variazione può essere realizzata in diversi modi.
In generale il flusso è definito nel modo seguente: Φ = 𝐵𝐴 cos 𝜃 ed è misurato in Weber (Wb).
Si può per esempio far variare il flusso facendo variare l’angolo formato dalla bobina con un campo
magnetico costante. In generale il flusso magnetico è una misura del numero di linee del campo
magnetico che attraversano una data area posta in esso. In base a come l’area è disposta nel
campo magnetico si possono avere 3 situazioni:

L’area può essere perpendicolare al campo magnetico che
l’attraversa, in questo caso il flusso (Φ) è il prodotto
dell’intensità del campo per l’area: Φ = 𝐵𝐴 e l’angolo tra la
normale alla spira e il campo è: 𝜃 = 0

Se il campo magnetico è parallelo alla superficie si nota come
nessuna linea del campo la attraversi e che l’angolo formato è di
𝜃 = 90° quindi Φ=0, il flusso è nullo.

Il campo magnetico nell’ultimo caso attraversa l’area con un
angolo 𝜃 rispetto alla normale, e la sua componente
perpendicolare è: B cos 𝜃.
LEGGE DI LENZ
Questa legge giustifica dal punto di vista fisico il segno negativo presente nella legge di faraday
sull’induzione. L’idea di base è che una corrente
indotta ha sempre verso tale, da opporsi alla causa
che l’ha generata. Supponiamo di avere un campo
magnetico che diminuisce nel tempo, nel quale è
immersa una spira conduttrice. In questo caso la
causa è la diminuzione del flusso attraverso la spira.
La corrente indotta scorre in modo da opporsi a tale
causa, generando quindi all’interno della spira un
campo magnetico diretto nello stesso verso del campo
iniziale che tende a compensarne la diminuzione.
Questo principio è di fondamentale importanza anche
per la conservazione dell’energia e determina la
direzione della forza elettromotrice prodotta dall'induzione elettromagnetica in un circuito elettrico.
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FORZE ELETTROMOTRICI CINETICHE
Consideriamo la figura accanto: una barretta metallica libera di scorrere su due fili verticali è
immersa in un campo magnetico uscente dalla pagina, essa scorrendo permette alla corrente di
circolare nel circuito formato da barretta, dai fili e dalla lampadina. In questo sistema il campo
magnetico è costante ma il flusso attraverso il circuito
diminuisce. Il motivo è che mentre la barretta cade l’area del
circuito diminuisce. La legge di Lenz ci dice che per opporsi
a questa diminuzione di flusso la corrente indotta debba
circolare nel verso tale da ostacolare la caduta della
sbarretta che determina la diminuzione dell’area attraverso
cui si genera il flusso. Quindi all’inizio della caduta, la
corrente nella barretta è nulla, quando la sua energia
potenziale si trasforma in energia cinetica la barretta
acquista velocità. Nel corso della caduta inizia a circolare la
corrente indotta come visto prima e sulla barretta si crea
una forza magnetica (𝐹 = 𝐵2 𝑣𝑙 2 /𝑅) opposta alla direzione
della caduta che fa diminuire l’accelerazione fino ad
annullarla. L’energia potenziale iniziale viene convertita tutta in energia elettrica che si manifesta
sotto forma di luce e calore nella lampadina. L’intensità della fem indotta è data dall’equazione:
|𝜀| = 𝐵𝑣𝑙 , quindi la fem è proporzionale al campo magnetico e alla velocità della barretta. Queste
forze elettromotrici cinetiche si sviluppano ogni volta che un magnete si muove rispetto a un
conduttore o viceversa.
Questo fenomeno è utilizzato in diverse situazioni come ad esempio nello studio del moto
saccadico dell’occhio umano. Questo movimento impedisce che un’immagine occupi la stessa
posizione sulla retina del nostro occhio per più di un certo lasso di tempo. Per studiare questo
movimento si attacca una piccola bobina conduttrice a una lente a contatto. Quando l’occhio fa
muovere la bobina in un campo magnetico, la fem cinetica indotta fornisce l’orientazione e la
velocità di rotazione dell’occhio. In assenza di questo moto il nostro cervello tenderebbe ad
ignorare le immagini stazionarie messe a fuoco a favore di immagini in movimento di scarso
interesse. Questa tecnica serve per studiare un comportamento particolare del nostro corpo
regolato in modo diretto dal cervello.
Fin ora abbiamo trattato di fenomeni fisici molto concreti che si legano allo studio delle funzioni del
cervello e al trattamento di disturbi psichiatrici e neurologici come la stimolazione magnetica
transcranica. Ma siamo sicuri che tutti i disturbi siano trattabili e comprendibili tramite queste
tecniche?
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FOLLIA: MALATTIA MENTALE O MODO DI ESSERE?
In psicologia, psichiatria e nel senso comune il termine follia indica genericamente una
condizione psichica che identifica una mancanza di
adattamento che il malato esibisce nei confronti dell'ambiente di
vita tipicamente attraverso il suo comportamento, le relazioni
interpersonali e gli stati psichici alterati. La follia può
manifestarsi come violazione delle norme sociali, compresa la
possibilità di diventare un pericolo per se stessi e gli altri. Essa è
più comunemente usata come termine informale che denota
instabilità mentale. Ma siamo sicuri che questa definizione sia
condivisa da tutti? Secondo la visione pirandelliana nella
letteratura italiana, la follia è piuttosto un modo per evadere dai
canoni di una società standardizzata e per rappresentare anche
teatralmente una visione del mondo nuova e diversa atta a far
crollare molte certezze, infatti come affermò Antonio Gramsci:
“le sue commedie sono come tante bombe a mano che scoppiano nei cervelli degli spettatori e
producono crolli di banalità, rovine di sentimenti, di pensiero”.
LA FOLLIA PRIRANDELLIANA
Il significato di follia per Pirandello non è da attribuire, come comunemente si tende a fare, ad uno
stato di demenza nel quale l’uomo non riconosce più né se stesso né gli altri intorno a lui; la follia
nel pensiero pirandelliano è piuttosto una fuga dalla realtà, un modo per togliere le maschere e
scardinare tutte le apparenze che vengo imposte all’individuo, è come un approdo in un’altra realtà
sia tramite l’immaginazione sia attraverso la perdita dell’identità. Verrebbe voglia di chiamare
“anticonformismo” una follia intesa in questo senso, quasi sempre giocata sul sottile discrimine con
una lucidissima chiaroveggenza razionale; in effetti, il folle pirandelliano non abiura affatto la
ragione ma la eleva a principio formale assoluto. La pazzia, allora, è produttrice di quel surplus di
coscienza che scardina i parametri sotto cui è convenzionalmente inquadrata la realtà.
Ma come arriva Pirandello a definire e introdurre la follia?
Egli ha una visione molto particolare della realtà: pensa
che la vita sia un continuo flusso che non si ferma mai e
dal quale si distaccano delle parti che prendono una
forma cioè le maschere; queste parti sono gli individui che
conseguentemente diventano prigionieri perché la forma è
un qualcosa di fittizio che si acquista per stare bene in
mezzo agli altri. A loro volta tutti coloro i quali stabiliscono
una relazione con questo individuo, gli impongono delle
forme a seconda di come lo vedono. L’individuo è
costretto quindi ad avere tante forme, tante personalità, le
quali creano inevitabilmente una crisi d’identità, ed è
proprio questo uno dei principali motivi di evasione dalla realtà tramite la follia.
Un’istituzione che rappresenta una trappola da cui fuggire tramite follia è la società, vista appunto
come una prigione formata da persone che ci costringono ad indossare certe maschere a seconda
di quello che facciamo, anche se non vogliamo, in cui nessuno può essere se stesso. Questo
concetto è molto presente nell’opera “Uno, nessuno, centomila” nella quale il protagonista,
Vitangelo Moscarda, credendo di essere uno, come identità, in realtà scopre che gli altri gli
attribuiscono diverse personalità, quindi è centomila forme diverse a cui segue inevitabilmente la
crisi di identità.
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“Non è altro che questo, epigrafe funeraria, un nome. Conviene ai morti. A chi ha concluso. Io sono
vivo e non concludo. La vita non conclude. E non sa di nomi, la vita”.
Moscarda, intento a spogliarsi di tutte le maschere imposte, si accorge che è impossibile perché
togliendo delle determinate forme la società te ne attribuirà sempre delle altre. Allora decide di
utilizzare la follia per evadere sia dalla vita sia da se stesso diventando nessuno e perdendo così
tutte le identità compresa quella che lui riteneva la sua. Il romanzo fa capire come la società giochi
un ruolo chiave nella “trappola della vita” e come ci porta ad estraniarci, a fuggire, a perdere
persino se stessi, tramite la follia, pur di ritrovare il proprio essere smarrito nella massa. Moscarda
trova la via della guarigione e della “salute” rovesciando in positivo proprio la perdità dell’identità,
arrivando a viverla gioiosamente. Proprio nel “male” trova il rimedio che deve guarirlo. Il senso di
vuoto e solitudine che lo tormentava derivava dal fatto che restava ancora attaccato alla nozione di
“io”, e per questo la distruzione dell’io a cui giungeva attraverso le sue scoperte gli procurava
sofferenza. Ma Vitangelo riesce a liberarsi rinunciando del tutto alla categoria dell’io, scoprendo
che è possibile non soffrire per la perdita di identità ma anzi accoglierla come una liberazione.
Una situazione simile la si ritrova nel “il fu Mattia Pascal”, nel quale anche Mattia è costretto a
cercarsi una nuova identità a causa delle convenzioni sociali. Infatti dopo aver appreso della sua
morte, Pascal decide di provare a cambiare vita e a
“indossare” un'altra identità scelta da lui avendo cosi una
possibilità di riscatto. Ma come Vitangelo, si accorge che non è
possibile rifiutare le identità impostagli dal destino per
rimanere uno solo e che i condizionamenti imposti da una
nuova forma sono così pesanti da costringerlo a rientrare
nell’esistenza che aveva abbandonato. Però si accorge che
nemmeno questa è possibile perché intanto la vita è andata
avanti senza di lui, diventa così anche lui nessuno e perdendo
il proprio essere. A Mattia però non riesce ciò che è riuscito
invece a Moscarda; infatti esso rinuncia alla categoria dell’io
accogliendola come una salvezza mentre per Pascal il ritiro
dalla vita è una conseguenza inevitabile che lui non riesce ad
accettare tanto da recarsi di tanto in tanto al cimitero per deporre fiori sulla “sua” tomba e da
attribuirsi l’appellativo fu in ricordo del passato.
Un'altra istituzione considerata da Pirandello un pretesto per fuggire nella follia, è il lavoro, nel
quale l’individuo è una entità produttiva, alienato, costretto a condurre una vita monotona dalla
quale non è facile uscirne. Il romanzo “il treno ha fischiato” rappresenta in modo perfetto la follia in
rapporto con il lavoro, esso si struttura con una forma concentrica con 2 punti di vista diversi: il
primo è quello dei colleghi, i quali pensano che Belluca sia diventato pazzo perché un giorno nella
sua monotona vita da impiegato arriva in ritardo a lavoro insultando addirittura il capoufficio. Il
secondo è quello del narratore, vicino di casa di Belluca, il quale corregge subito il tiro avvertendo
il lettore che si tratta di un caso naturalissimo, infatti si scopre che Belluca tornando sempre tardi
da lavoro e dovendo gestire una grande famiglia aveva poco tempo per “vivere”. Una notte però
qualcosa spinge Belluca a liberarsi della parte di vinto che la vita gli ha assegnato, non riuscendo a
dormire e sentendo il fischio di un treno si era ricordato dell’esistenza del mondo, quel fischio
aveva prodotto nella sua mente immagini di posti al di fuori della sua monotona vita,
permettendogli di approdare nella fantasia. Il brano vuol far capire la necessità di evadere da un
esistenza sciagurata tramite una follia naturale e vivere in un mondo diverso, libero dai pregiudizi,
almeno per un attimo.
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TEATRO PIRANDELLIANO
Molti temi letterari vengono ripresi da Pirandello nelle sue rappresentazioni teatrali, introducendo
così il metateatro ossia il teatro che parla di se stesso. Esso diventa oggetto stesso di
rappresentazione e critica, viene usato come modo innovativo per rappresentare un teatro diverso
dalle solite storie strappalacrime borghesi e per far emergere un po’ l’assurdità della vita e ciò che
ti costringe ad essere. La sua concezione della vita come “pupazzata”, come recita di parti
assegnate a individui che indossano ognuno una maschera, permette di paragonare il teatro a una
rappresentazione del mondo: “tutto il mondo è teatro”. Questo si concretizza anche con la rottura
della quarta parete, innovazione propria del metateatro, ovvero con l’annullamento della distanza
tra finzione teatrale e realtà.
Molto presente è la follia, come vera artefice del dramma, perché svolge la stessa funzione del
teatro, ossia quella di mettere in scena una simulazione della realtà. l’Enrico IV è il dramma che
ripropone “il teatro nel teatro” collegato al tema della pazzia, nel quale il protagonista durante una
festa cadendo da cavallo diventa veramente pazzo credendo di essere proprio l’Enrico IV e la
gente intorno a lui asseconda questa pazzia. Ma anche dopo essere guarito continua a mantenere
questo stato di finta follia e a recitare la parte del pazzo nella quale intravede l’unica via possibile
per continuare a vivere, scioccato dalle ipocrisie e le false che i suoi amici e i suoi parenti attuano
alle sue spalle. Il dramma propone quindi una finzione teatrale che viene presentata come vera,
anche se tutti, compreso il protagonista dopo la guarigione sanno che si tratta di una finzione.
UMORISMO E FOLLIA
La follia pirandelliana è paragonabile all’umorismo, entrambi hanno lo scopo di creare inizialmente
uno stato di comicità ma poi far riflettere; nell’umorismo vengono scardinate le apparenze, le
illusioni, e si fa emergere l’essenza delle persone, viene tolta la maschera e si passa
dall’avvertimento del contrario al sentimento del contrario ovvero da un iniziale stato comico a un
profondo e delicato umorismo.
Questo stile si può meglio comprendere ne “Il treno ha fischiato”, nel quale il narratore a differenza
dei colleghi non si ferma al fatto ridicolo e sconcertante: un uomo che all’improvviso continua a
ripetere una frase senza senso suscitando le risa di tutti, va invece in profondità ricercando il
perché dei fatti dandone una spiegazione diversa. L’umorismo è presente anche nella
caratterizzazione del protagonista, prima di diventare “pazzo” Belluca è descritto in modo grottesco
e deforme “bestia bendata”, “vecchio somaro”, dopo la rivelazione si presenta con lo sguardo
ridente capace di viaggiare in tutto il mondo “come un brivido elettrico”. Questa trasformazione è
data da un “naturalissimo caso” che contrasta con l’altro giudizio di follia dato dai medici e dai
colleghi.
Anche nell’Enrico IV è presente il passaggio da uno stato di comicità nel quale si ride per le
disgrazie del protagonista e per come la gente intorno a lui lo tratta, all’umorismo che ci fa riflettere
sulle condizioni del personaggio, costretto a far finta di essere pazzo, come via di salvezza
piuttosto che tornare a far parte di un mondo falso e malvagio.
Per Pirandello quindi la follia è qualcosa che salva le persone e le rende invulnerabili alle critiche
malvagie della società nella realtà. Purtroppo, però, nella storia dell’umanità la pazzia ha portato al
controllo e alla manipolazione del cervello da parte dei più potenti, i quali erano in grado anche di
sottomettere le menti “sane”.
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BRAINWASHING
The term brainwashing is commonly used to define a hypothetical
form of psychological control.
Most of the totalitarian systems have made use of methods of
persuasion in order to manipulate the free will of a person; it is a form
of subtle torture which leads to the final loss of intellectual integrity
and transforms people in perfect obedient slaves.
The dictatorship imagined by Orwell in “Nineteen eighty-four”” is
mental not physical; it is imposed through propaganda aimed at
distorting truth, corrupting the language, manipulating the past events
but without any apparent violence.
GEORGE ORWELL
“NINETEEN EIGHTY-FOUR”
This novel is an expression of his profound awareness of social injustice and his hatred for any
totalitarian systems. It is described as a dystopian novel, a
negative utopia; the writer depicts his age in completely
negative way, the worst imaginable world, characterized by
hopelessness.
Orwell wrote this novel when World War II had just ended,
having shown the dangers of totalitarianism (1948). The main
aim of the book is to warn against the dangers this system
could lead to.
Orwell had seen the role that propaganda had played during the
conflict, and he had also witnessed how technology could help
violent ideologies make horror tangible and pervasive.
While propaganda had corrupted language and worked on the minds of citizens, tyrannies had
supported their power on the increasing alienation, isolation and control of individual lives.
At the time of writing, Orwell was aware of the importance of television and its potential as an
instrument of communication and persuasion.
Orwell depicts a future world where individuality is annihilated, where freedom has been destroyed
by an omnipresent oppressor, life is controlled by mass media and nothing is left to feelings. This
world is under the rule of Big Brother, who is portrayed in posters everywhere in the city.
The Party has absolute control over the individuals who are not allowed to behave or think in a
different way from the one imposed; moreover the protagonist works for the
Ministry of Truth where he modifies articles, corrects books and rewrites
documents of the past in the interests of the state. Remembering or any kind
of memory is prohibited. In this society every form of propaganda is used to
control all aspects of and individual’s life, even the most intimate, in order to
manipulate and delete all ideas from his own brain. There are cameras and
microphones used by a thought police, a secret police, whose job is to uncover
and punish thought crime and thought-criminals. They use psychology and
omnipresent surveillance (such as tele-screens) to search, find, monitor and
arrest members of society who could potentially challenge authority.
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They use terror and torture to achieve their aims, but it is a mental not physical torture; they often
exploit people’s deepest fear as for Winston when they torture him with the rats, his terrible
nightmare.
NEWSPEAK AND DOUBLETHINK
In order to disable every form of thought and to prevent the rebellion of people, the party creates
two principles:
Newspeak: is a new language in which terms are allowed only with a specific meaning and without
any possible heterodox shades, in order to reduce its meaning to the most simple concepts and
force citizens to always use a based language. This makes impossible for people to conceive a
critical individual thought and language can no longer express their own opinion. If a man does not
have the ability to identify a rational reason for his suffering, because he has no words to express it
or can’t think about it, consequently he can’t define the cause of his suffering and the object of his
hatred.
Doublethink: The lack of language development and then of thought, makes people easily
manipulated and unsuspecting victims of the doublethink, the logic of contradictions; everything
can be and not be.
Doublethink is the possibility to maintain and believe in two ideas at the same time, even if they
are contradictory. This is essential to the party because by using it people can no longer recognize
contradictions and simply accept every idea presented by the party.
The most relevant slogans:
1. War is Peace: means that the permanent state of conflict
between the three super-states is a necessary condition
so that the regime, prevailing in each of them, continues
to dominate. The condition of peace depends on being
constantly at war.
2. Freedom is Slavery: real freedom means to give up
individual freedom and submit to government. When the
people of a nation are enslaved into serving
their government, the only ones with
freedom are the leaders of that
government.
First of all, if properly enslaved, people are
too busy serving the government to stop
them doing anything.
Secondly, the leaders don't have anything
to do and can’t leave them free to do as
they want.
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3. Ignorance is Strength: encourages the people to accept
as fact everything that the Party tells them, without
using rational thinking. Believe and never question. If
people do not know that something can exist, or that
they are being lied to, or that changes are possible,
they aren't going to care. If a government can manage
to keep its population so ignorant that they do not
question what they are told, no weaknesses within what
the government says will ever be found.
In spite of all these problems and control the protagonist is curious
and pensive and tries to understand the reason why the party is so
powerful.
Winston hates the party and tries to rebel against its power but he is
defeated and he, too, turns into a faithful and passive member of the
party.
His defeat conveys the message that the struggle against all superpowers can never be successful
and all people who try to do this will always be controlled by establishment.
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CONCLUSIONE
Quello che ho trattato in questa tesina è un argomento molto vasto, che comprende moltissimi
settori proprio perchè il cervello non è ancora stato scoperto in ogni sua singola parte e più lo si
studia più si scopre che è misterioso e importantissimo per la vita di tutti i giorni.
Il cervello, come ho voluto dimostrare in questa tesina, può interessare tantissimi ambiti della
nostra vita quotidiana: può essere al centro di riflessioni letterarie e può essere stimolato
attraverso nuove tecnologie che si basano su teorie fisiche per cercare di attribuire delle
spiegazioni razionali al suo operato e al suo misterioso funzionamento.
Il cervello quindi potrebbe essere quella macchina perfetta a cui viene attribuito il primato assoluto
di impeccabile funzionalità, tuttavia, ha diversi punti deboli. Infatti, spesso le sue potenzialità sono
ridotte a causa di “errori” nella sua composizione e nel suo funzionamento che portano alla follia. E
purtroppo questi punti deboli sono noti all’umanità che è in grado di fruttarli a proprio piacimento e
per raggiungere i propri obbiettivi.
Per me il cervello, però, è qualcosa di davvero impressionante e straordinario che non va
assolutamente sottovalutato.
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
http://www.mostrabrain.it consultato il 18 gennaio 2014
“Brain” di Rob DeSalle e Ian Tattersall, Codice Edizioni, 2013
“Corso di fisica”, volume 3, James Walker, Milano-Torino, 2010
“I volti della letteratura”, volume 6, Paravia
http://it.wikipedia.org/wiki/Follia consultato il 20 aprile 2014
“With Rhymes and Reason”, Loescher Editore, Torino, 2011
http://everything2.com/title/War is peaceFreedom is slavery Ignorance is strength
consultato il 18 maggio 2014
8) http://it.wikipedia.org/wiki/1984_(romanzo) consultato l’1 giugno 2014
9) http://www.antoniogramsci.com/angelamolteni/letteratura_orwell.htm consultato il 9
giugno 2014
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