Scheda informativa sulla mostra - Comune San Giovanni in Persiceto

Due teste, italiana e austriaca in
tenuta da alta montagna
00
1914-2014
dell’inizio
100° anniversario
della Prima Guerra Mondiale
Comune di
San Giovanni
in Persiceto
Emilia Romagna
al fronte
Mostra, San Giovanni in Persiceto
Maschera antigas italiana e
maschera antigas tedesca
Si ringraziano i soci e gli
amici dell’associazione Emilia
Romagna al fronte:
Stefano Casalgrandi,
Giorgio Davi, Luca Monachello,
Lorenzo Giuliani, Gabriele Sassi.
Arrivederci a maggio 2015
San Giovanni in Persiceto, palazzo SS. Salvatore
Che divisa
porti, fratello
Mostra
La guerra
e l’altra
guerra
?
1-30 novembre
2014
Che divisa
porti, fratello
Uomini
al
fronte
Un secolo fa ebbe inizio un tragico evento storico: lo scoppio della “Guerra Europea”. L’immenso disastro ebbe inizio il 28 luglio 1914 con
la dichiarazione di guerra dell’Impero Austro
Ungarico alla Serbia in conseguenza dell’attentato di Sarajevo e dell’uccisione dell’Arciduca
Francesco Ferdinando e della sua consorte Sofia. L’attentato non fu che un pretesto, tuttavia
la guerra divampò in fretta, coinvolgendo dapprima i paesi balcanici e l’Impero russo dello
zar Nicola II; poi via via entrarono in conflitto
la Germania di Guglielmo I, la Francia, l’Inghilterra. L’Italia entrò in guerra a fianco degli
Alleati il 24 maggio 1915, non riconoscendo
più la Triplice Alleanza che aveva firmato nel
1882 con l’Austria e la Germania. In sostanza
?
palazzo comunale
Orario di apertura:
dal lunedì al venerdì ore 9-18
sabato 9-13
21-24 novembre, chiuso
Mostra a cura di Giacomo
Bollini, Loris Nadalini e
Fabrizio Pini
fu il predominio dei nazionalismi: ogni nazione
era convinta che la propria causa fosse giusta
e vedeva nelle nazioni vicine un possibile aggressore. La situazione dei nazionalismi balcanici, ad esempio, è sfociata in nuove guerre e
divisioni sanguinose fino alla fine del secolo da
poco concluso.
Inizialmente si parlò di “Grande Guerra” perché mai prima di allora un conflitto aveva raggiunto tale violenza e coinvolto tanti popoli e
nazioni. Con l’entrata in guerra di sempre più
Stati, fino a coinvolgere quasi tutto il globo,
venne chiamata “Guerra Mondiale” e fu solamente dopo il 1939, con lo scoppio di un’altra
guerra mondiale, che si definì il conflitto 1914
– 1918 “Prima Guerra Mondiale”.
In un primo momento si pensava che la guerra
si potesse concludere piuttosto rapidamente,
come spesso ci si augura all’avvio di ogni conflitto. In realtà si trasformò in una guerra di
posizione e di trincea che durò oltre quattro
lunghi anni. Anni che portarono distruzioni
mai viste prima e una carneficina prima di
allora impensabile. Una guerra che il Papa
di allora, Benedetto XV, non a caso definì
“un’inutile strage”: posizione condivisa anche
dall’attuale Papa Francesco, che in settembre
mentre rendeva omaggio ai caduti nel Sacrario
militare di Redipuglia, ha affermato: “la guerra è una follia”.
Lo Stato italiano ha deciso di ricordare l’avvenimento del centenario già dal 2014 in quanto
una parte di popolazione oggi italiana entrò in
guerra con gli austro-ungarici nel 1914. Una
scelta che vuole ricordare il sacrificio di tirolesi, trentini, sloveni, triestini, dalmati e
istriani che combatterono in Galizia, anche
se storicamente l’Italia entrò in guerra il 24
maggio 1915.
Con la mostra “Uomini al fronte” che l’associazione storico-culturale “Emilia Romagna
al Fronte” presenta in collaborazione con il
Comune di San Giovanni in Persiceto, si dà
quindi avvio alle celebrazioni del centenario
della Grande Guerra che proseguiranno anche
nel 2015 con un altro percorso espositivo dal
titolo “La guerra e l’altra guerra”.
Info: Ufficio Cultura: tel. 051.6812951
Urp del Comune di Persiceto n. verde 800.069678,
www.comunepersiceto.it
Cappello appartenuto al
maggiore Ricci Giovanni
caduto sul Podgora il
10/06/1915. Il copricapo fu
raccolto e spedito dai suoi
soldati alla moglie che lo
custodì fino alla morte.
Sono ben visibili i due fori
di proiettile che lo uccisero
Elmo Adrian italiano
custodito per anni
dal generale Caviglia
a ricordo del suo
attendente caduto
in seguito a scoppio
ravvicinato di granata
le cui schegge lo
colpirono al petto e
alla testa
Corazza Farina. Era una
protezione che avevano in
dotazione gli assaltatori italiani;
doveva essere antiproiettile
tuttavia in questo esemplare si
vedono più colpi austriaci che
l’hanno perforata
Coppia di elmi Farina modello basso e
modello alto.
Si tratta dell’elmo piu’ raro in dotazione
all’esercito italiano.
Era destinato ai reparti d’assalto che
dovevano infiltrarsi tra i reticolati nemici
Raro elmo
austriaco
modello
Berndorfer
Elmi tedeschi Pickelhaube chiamati anche
a punta.
L’esercito tedesco entrò in guerra con
questi copricapi nel 1914.
Gli alti comandi però si resero conto ben
presto che le schegge e i sassi proiettati
dalle esplosioni perforavano molto
facilmente le calotte in cuoio bollito o
feltro, nacque così l’elmo d’acciaio
Elmo tedesco in acciao. Si tratta
sicuramente dell’elmo meglio progettato.
Fu ideato da un gruppo di ufficiali e medici
chirurghi specializzati in ferite alla testa.
Nel 1918 i comandi capirono che colorando
la calotta con varie tonalità, gli elmi
risultavano meno visibili al nemico.
Nacque così il primo mimetismo.
Quattro soldati
che combatterono
quella guerra.
In ordine da
sinistra:
austriaco, italiano,
americano tedesco
Elmo Adrian italiano
del 55° reggimento
fanteria brigata
Marche