2 - Italiano - Loescher Editore

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Prova
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Testo A
La biblioteca circolante del distretto di Westminster1
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Fu tutta colpa dei cani. Di norma, dopo aver scorrazzato nel giardino salivano da
veri snob i gradini dell’ingresso principale, e generalmente li faceva entrare un
valletto in livrea.
E invece quel giorno, per qualche ragione, si precipitarono di nuovo giù dai gradini, girarono l’angolo e la regina li sentì abbaiare a squarciagola in uno dei cortili.
La biblioteca circolante del distretto di Westminster, un grande furgone come
quello dei traslochi, era parcheggiata davanti alle cucine. Era un’ala del palazzo
che a Sua Maestà non era molto familiare, e certo non aveva mai visto la biblioteca parcheggiata lì, vicino ai bidoni della spazzatura, e neppure l’avevano mai
vista i cani, il che spiegava tutto quel baccano; così la regina, non essendo riuscita a zittirli, salì gli scalini del furgone per andare a scusarsi.
L’autista, seduto di spalle, stava attaccando un’etichetta su un libro, e sembrava
che l’unico frequentatore della biblioteca fosse un ragazzo magrolino coi capelli
rossi e un grembiule bianco, che leggeva rannicchiato nel passaggio. Poiché nessuno dei due aveva notato la nuova arrivata, lei tossicchiò e disse:
«Mi spiace per questo tremendo chiasso». Al che l’autista si alzò di scatto e batté
la testa contro lo scaffale dei Dizionari, mentre il ragazzo balzò a sua volta in
piedi ribaltando Fotografia & Moda.
La regina si affacciò allo sportello. «Zitte sciocche creature» disse; una mossa
mirata a dare all’autista-bibliotecario il tempo di ricomporsi e al ragazzo di raccogliere i libri, come puntualmente accadde. Poi aggiunse:
«Non l’abbiamo mai vista da queste parti, signor...»
«Hutchings, Maestà. Tutti i mercoledì, signora.»
«Davvero? Ne eravamo all’oscuro. Viene da lontano?»
«Solo da Westminster, Maestà.»
«E lei...?» domandò rivolta al ragazzo.
«Norman, Maestà. Seakins.»
«E dove lavora?»
«Nelle cucine, Maestà.»
«Oh. Lei ha molto tempo per leggere?»
«Non proprio Maestà.»
«Nemmeno noi, sa. Anche se adesso che siamo qui, immaginiamo sia il caso di
prendere in prestito un libro.»
Il signor Hutchings sorrise con aria premurosa.
«Ci saprebbe dare un consiglio?» disse la regina.
«Cosa le piace Maestà?»
La regina esitò, perché a dire il vero non lo sapeva. Non aveva mai avuto molto
interesse per la lettura. Leggeva, naturalmente. Ma la passione per la lettura la
lasciava agli altri. Era un hobby e la natura del suo mandato non prevedeva
hobby. Il jogging, il giardinaggio, gli scacchi, l’alpinismo, l’aeromodellismo, la
1. Westminster: distretto di Londra in cui si trova Buckingham Palace, la residenza dei sovrani d’Inghilterra.
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decorazione delle torte... No. Gli hobby implicavano predilezioni e le predilezioni andavano evitate; prediligere significava anche escludere. Quindi lei non prediligeva. Il suo mandato le richiedeva di manifestare interesse, non di provarlo.
Inoltre, leggere non era agire, e lei era una donna d’azione. Così perlustrò con lo
sguardo il furgone tappezzato di libri e temporeggiò. «Occorre una tessera per
prendere libri in prestito?»
«Non c’è problema» disse il signor Hutchings.
«Noi siamo in pensione» dichiarò la regina non sapendo bene se facesse differenza.
«Può prendere in prestito fino a sei libri, Maestà.»
«Sei? Oh, santo cielo!»
Intanto il ragazzo coi capelli rossi aveva fatto la sua scelta e diede il libro al bibliotecario perché timbrasse le schede all’interno. Sempre per prendere tempo, la
regina guardò il volume.
«Cosa ha scelto, signor Seakins?» aspettandosi, beh, non sapeva cosa – ma non
quello. «Oh. Cecil Beaton2. L’ha conosciuto?»
«No, Maestà.»
«Già, certo, lei è troppo giovane. Veniva sempre qui a fare foto. Un po’ prepotente. Si metta lì, si metta là. Clic, clic. E adesso c’è un libro su di lui?»
«Diversi, Maestà.»
«Davvero? Si vede che prima o poi scrivono un libro su tutti quanti.»
Lo sfogliò. «Ci sarà un mio ritratto da qualche parte. Eccolo qui. Però lui non
faceva solo il fotografo, disegnava anche scenografie. Oklahoma!, cose del genere.»
«Penso che fosse My Fair Lady3, Maestà.»
«Ah sì?» disse la regina, poco avvezza a esser contraddetta.
«Dove ha detto che lavora lei?» Rimise il libro nelle manone arrossate del ragazzo.
«Nelle cucine, Maestà.»
La regina non aveva ancora risolto il suo problema. Andandosene a mani vuote,
temeva di dare al signor Hutchings l’impressione che la biblioteca fosse in qualche modo carente. Poi, su uno scaffale di volumi piuttosto consunti, vide un nome che ricordava. «Ivy Compton-Burnett4! Posso leggere questo.» Prese il libro e
lo diede al bibliotecario perché lo timbrasse.
«Che bellezza!» Prima di aprirlo lo tenne in mano senza convinzione. «Oh.
L’ultimo prestito risale al 1989.»
«Non è un’autrice popolare, Maestà.»
«E come mai? L’ho nominata Dama.»
Il signor Hutchings si trattenne dal dire che non era necessariamente quella la via
per arrivare al cuore del pubblico.
La regina guardò la foto sulla quarta di copertina. «Sì. Mi ricordo quella pettinatura, come la crosta di una torta che le cingeva la testa.» Sorrise e il signor
Hutchings capì che la visita era terminata. «Arrivederci.»
2. Cecil Beaton: fotografo e costumista inglese (1904-80).
3. Oklahoma! ... My Fair Lady: due famosi musical da cui sono stati tratti film. Beaton vinse l’Oscar, nel
1964, per i costumi del secondo.
4. Ivy Compton-Burnett: scrittrice inglese di successo (1884-1969).
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Prova
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Il bibliotecario chinò il capo come gli avevano detto di fare nel caso si fosse presentata una simile evenienza, e la regina si diresse verso il giardino mentre i cani
riprendevano ad abbaiare furiosamente.
Alan Bennett, La sovrana lettrice, Milano, Adelphi, 2007
A1. La regina scopre che
 A. c’è un furgone parcheggiato davanti alla biblioteca di Westminster.
 B. nel distretto di Westminster c’è una biblioteca circolante.
 C. la biblioteca di Westminster consegna i libri a domicilio.
 D. nella cucina del palazzo lavora un bibliotecario.
A2. Perché la regina va a scusarsi con l’autista del furgone?
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A3. Il signor Hutchings dice alla regina che
 A. per prendere i libri in prestito occorre la tessera.
 B. per prendere i libri in prestito non è un problema se non si possiede la tessera.
 C. può prendere i libri in prestito perché è in pensione.
 D. può prendere quanti libri desidera.
A4. La regina
 A. non legge mai.
 B. ha la lettura tra i suoi hobby preferiti.
 C. ha una grande passione per la lettura.
 D. non ha mai avuto molto interesse per la lettura.
A5. Che cosa vuol dire la frase «Così perlustrò con lo sguardo il furgone tappezzato di libri e temporeggiò» (righe 45-46)?
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Prova
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A6. Indica la struttura che corrisponde alla seguente frase complessa: «Sorrise e
il signor Hutchings capì che la visita era terminata» (righe 83-84).
 A. Principale – coordinata – oggettiva.
 B. Principale – coordinata – relativa.
 C. Principale – concessiva – relativa.
 D. Principale – soggettiva – coordinata.
A7. Perché la regina non vuole andare via a mani vuote?
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A8. Il testo che hai letto è
 A. un testo narrativo.
 B. un testo argomentativo.
 C. un testo descrittivo.
 D. un saggio.
A9. Nella frase «“E come mai? L’ho nominata Dama”» (riga 79), il pronome personale apostrofato è
 A. La e si riferisce al signor Hutchings.
 B. La e si riferisce alla regina stessa.
 C. La e si riferisce a Ivy Compton-Burnett.
 D. Lo e si riferisce al signor Hutchings.
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Prova
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Testo B
I neuroni specchio
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A volte gli esperimenti producono risultati che deviano dalle attese dei ricercatori. Di solito la deviazione è modesta: la spiegazione di un certo fenomeno si arricchisce di qualche dettaglio interessante, ma il quadro complessivo non cambia
di molto.
Più di rado nel corso di una ricerca si presenta inaspettatamente un fenomeno del
tutto nuovo. Se i ricercatori sono in grado di coglierne la rilevanza, dalla scoperta
nata per caso emerge una novità straordinaria, capace di aprire un campo di studio eccitante e del tutto inesplorato.
Horace Walpole era un diplomatico inglese presso la corte fiorentina quando nel
1754 coniò il termine “serendipità” (serendipity in inglese) per definire la capacità di fare per caso scoperte fortunate. Il termine, oggi usato quasi esclusivamente
nel gergo scientifico, deriva da un’antica fiaba persiana in cui tre prìncipi del regno di Serendip (nome arabo per Sri Lanka) «si imbattevano continuamente, per
caso e per loro sagacia, in scoperte di cose che non stavano cercando», come si
legge negli scritti di Walpole.
La scoperta della penicillina è uno degli esempi più famosi di serendipità. Durante la prima guerra mondiale i soldati feriti morivano a frotte in seguito a infezioni
dall’esito quasi sempre fatale. Alexander Fleming, che prestava servizio come
medico ufficiale presso un ospedale da campo, era rimasto fortemente impressionato da questa tragedia. Così, al ritorno dal fronte, si mise all’opera per trovare
medicinali antisettici più efficaci di quelli in uso all’epoca. Nel 1928 notò per
caso che alcune colture di batteri, che erano state contaminate da una muffa, crescevano molto meno di altre non inquinate. Fleming intuì che quel tipo di muffa,
il Penicillium notatum, rilasciava nell’ambiente una sostanza capace di bloccare
la crescita dei bacilli. La pubblicazione dell’osservazione di Fleming passò però
quasi inosservata nella comunità scientifica, che aveva ormai dimenticato le tante
morti da setticemia avvenute durante la Grande guerra. E il Penicillium notatum
sarebbe probabilmente finito nel dimenticatoio se lo scoppio della seconda guerra mondiale non avesse rinnovato l’allarme per ferite e infezioni inguaribili, e
riacceso l’interesse per gli antisettici. Grazie al lavoro di Fleming si arrivò in
breve tempo alla produzione delle prime fiale di penicillina, l’antibiotico che dagli anni Quaranta a oggi ha salvato milioni di vite umane, contribuendo ad allungare di qualche decennio l’aspettativa di vita media.
Anche lo studio degli atti motori ha conosciuto un episodio di serendipità. Siamo
ancora all’Università di Parma, all’inizio degli anni Novanta. Giacomo Rizzolatti, Luciano Fadiga, Leonardo Fogassi e Vittorio Gallese sono alle prese con i
neuroni motori. In laboratorio ci sono spesso noccioline americane: a volte sono
l’oggetto con cui le scimmie compiono azioni, a volte la ricompensa per un compito appena eseguito con un oggetto diverso. Le arachidi però fanno gola a tutti,
non solo ai macachi. Così capita che, nella pausa fra una registrazione e l’altra,
chi segue gli esperimenti ne “rubi” qualcuna dal contenitore preparato per gli animali.
In occasione di qualcuno di questi “furti”, proprio nel momento in cui il ricerca-
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tore di turno sta portando alla bocca una manciata di noccioline, l’oscilloscopio
che registra l’attività dei neuroni della scimmia emette un tac-tac-tac molto singolare. Il macaco infatti è fermo e non sta interagendo con nessun oggetto.
Come mai i neuroni che normalmente si attivano quando la scimmia è in azione,
per esempio quando porta alla bocca un’arachide, ora “sparano” quando a mangiare l’arachide è qualcun altro?
Inizialmente si pensa a una bizzarria sperimentale, a uno di quei “rumori di fondo” senza importanza che a volte “sporca” la raccolta dei dati. La bizzarria però
si ripete in modo troppo sistematico per essere tale. E non soltanto con le noccioline, ma con tanti oggetti diversi, tutte le volte che un ricercatore compie davanti
al macaco un’azione che l’animale già conosce per esperienza diretta.
Insomma, passata l’incredulità iniziale ci si convince che quei fatti curiosi meritino qualche approfondimento. Comincia così una serie di esperimenti volti a
studiare l’attività dei neuroni della scimmia quando questa, anziché agire, osserva le azioni di altri soggetti. Nel corso di questi esperimenti si scopre che esistono dei neuroni che si attivano sia quando la scimmia compie una certa azione,
per esempio quando con la mano porta alla bocca un acino di uvetta, sia quando
essa osserva la medesima azione effettuata dallo sperimentatore.
Data la loro capacità di attivarsi “riflettendo” le azioni degli altri, a quelle cellule
della corteccia premotoria è dato il nome di neuroni specchio. Si tratta di neuroni
che si comportano come neuroni motori quando si attivano per un’azione propria, mentre mostrano la propria peculiarità quando si attivano in risposta alla
stessa azione compiuta da altri.
Come i “cugini” motori, anche i neuroni specchio si attivano ciascuno in modo
molto specifico per una certa azione. Lo scopo dell’azione altrui è quindi il criterio fondamentale in base al quale queste cellule nervose possono essere classificate, in analogia con i neuroni motori, in “neuroni-afferrare”, “neuronistrappare”, “neuroni-tenere”, “neuroni-lasciare” e così via.
Giacomo Rizzolatti, Lisa Vozza, Nella mente degli altri, Bologna, Zanichelli, 2008
1.
Il termine serendipity indica
 A. la capacità di fare per caso scoperte fortunate.
 B. l’abilità diplomatica di Horace Walpole.
 C. il metodo scientifico-sperimentale.
 D. la serenità necessaria per compiere esperimenti scientifici.
B2. Qual è uno degli esempi più famosi di serendipità?
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B3. La scoperta dei neuroni specchio è avvenuta
 A. durante la prima guerra mondiale.
 B. durante la seconda guerra mondiale.
 C. all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso.
 D. negli anni Quaranta del secolo scorso.
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Prova
2
B4. Che cosa significa la frase «uno di quei “rumori di fondo” senza importanza
che a volte “sporca” la raccolta dei dati» (righe 50-51)?
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B5. Che cosa significa la frase «i neuroni [...] ora “sparano”»? (righe 47-48)
 A. Mandano impulsi che disturbano gli strumenti di rilevazione.
 B. Si attivano mandando impulsi all’oscilloscopio che registra l’attività dei
neuroni della scimmia.
 C. Si attivano nel momento sbagliato compromettendo i risultati della ricerca.
 D. Si attivano neuroni che non corrispondono all’azione compiuta.
B6. Passata l’incredulità iniziale, i ricercatori
 A. smettono di dare noccioline alla scimmia.
 B. addestrano la scimmia a distinguere l’uvetta dalle arachidi.
 C. eseguono gli esperimenti mettendo la scimmia davanti a uno specchio.
 D. eseguono esperimenti per studiare l’attività dei neuroni della scimmia.
B7. Il testo che hai letto è
 A. un testo descrittivo.
 B. un testo scientifico.
 C. un testo narrativo.
 D. un testo argomentativo.
B8. Indica la struttura che corrisponde alla seguente frase complessa: «La pubblicazione dell’osservazione di Fleming passò però quasi inosservata nella
comunità scientifica, che aveva ormai dimenticato le tante morti da setticemia avvenute durante la Grande guerra».
 A. Principale – relativa esplicita – relativa implicita.
 B. Principale – relativa esplicita – temporale.
 C. Principale – oggettiva – relativa esplicita.
 D. Principale – temporale – relativa.
B9. Nella frase «Se i ricercatori sono in grado di coglierne la rilevanza» (riga 6), a
che cosa si riferisce la particella pronominale -ne?
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Prova
2
Testo C
Scarpe comode e idee chiare
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Meta ambita per amanti e appassionati d’arte, il Louvre è sicuramente il museo
più famoso e visitato di Parigi. La struttura del museo appartiene a un palazzo
medievale dei re francesi che da più di due secoli è configurato come museo. Lo
stile architettonico del complesso racchiude 800 anni di storia. La fondazione del
museo risale al 1793. Suddiviso in 7 dipartimenti, il Louvre offre collezioni appartenenti alle prime civiltà del Mediterraneo, fino a raggiungere la cultura del
XIX secolo.
L’ultima modifica apportata al complesso è la piramide d’ingresso (situata al
centro della corte Napoléon), completata nel 1989 e progettata dall’architetto
Ieoh Ming Pei. Alta più di 21 metri, la struttura geometrica della piramide è costituita da una sottile lastra di vetro sostenuta da una rete molto fine di tubi di
acciaio inossidabile; rappresenta una visione futuristica dello spazio e un uso alternativo dei materiali.
Per visitare il Louvre sono indispensabili due cose: un paio di scarpe comode e
una buona pianificazione di cosa non vedere. Perché, a meno che non dedichiate
al museo almeno tre giorni del vostro soggiorno a Parigi, non riuscirete a vedere
tutto: quindi decidete prima della visita cosa vi interessa realmente e tralasciate
tutto il resto senza rimorsi.
Non esiste un solo Louvre. Ne esistono tanti, quanti sono i gusti artistici personali di ogni essere umano.
Un’avvertenza: il Louvre è una specie di organismo vivente che non si ferma
mai. Le opere che vi presentiamo possono essere state temporaneamente spostate
perché sottoposte a manutenzione o perché in giro per il mondo per qualche mostra. Quindi, un po’ di pazienza.
Inoltre, come nella peggiore tradizione italiana, anche il Louvre non ha abbastanza personale per lasciare aperte tutte le sale, tutti i giorni. Quindi alcune sale sono aperte solo alcuni giorni a settimana.
COME ARRIVARE AL LOUVRE
Con la metro: linea 1 stazione Palais-Royal/Musée du Louvre
Bus: 21, 24, 27, 39, 48, 68, 69, 72, 81, 95
Batobus
ORARI DEL MUSEO
Il Louvre è aperto dalle 9 alle 18, ogni giorno eccetto il martedì e i seguenti giorni festivi: 1 gennaio, 1 maggio, 15 agosto, 25 dicembre.
Il mercoledì e il venerdì è prevista un’apertura prolungata fino alle 22.
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Prova
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COSTO DEL BIGLIETTO DEL LOUVRE
L’ingresso al Louvre è gratuito ogni prima domenica del mese e il 14 luglio.
Il biglietto costa 9 euro e vale per l’intera giornata.
Il mercoledì e il venerdì dopo le 18 il prezzo del biglietto scende a 6 euro.
COME ACCEDERE AL MUSEO
L’entrata del museo si trova esattamente sotto la piramide di vetro, ma assai meno caotico è l’ingresso in Rue de Rivoli 99.
Piramide (ingresso principale): dalle 9.00 alle 22.00
Passaggio Richelieu (accesso consentito a singoli già muniti di biglietto, gruppi e titolari di formule-sconto): dalle 9.00 alle 18.00
Galleria du Carrousel (accesso da Rue de Rivoli 99 o dal giardino du Carrousel): dalle
9.00 alle 22.00
Porte des Lions (accesso dal giardino du Carrousel o da le quai des Tuileries): dalle
9.00 alle 17.30
www.viaggioineuropa.it; www.parigiviaggi.it; http://www.france.it/louvre.html;
Parigi, La guida verde Michelin, 2008
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2
Prova
C1. Indica tra le seguenti notizie quelle vere e quelle false, in base a quanto è detto nel testo.
Vero
Falso
a.
È il museo più famoso e visitato di Parigi.


b.
È il museo più famoso e visitato del mondo.


c.
È situato in un palazzo medievale dei re francesi.


d.
È configurato come museo da più di due secoli.


e.
È configurato come museo dal primo Novecento.


C2. Che cos’è la Pyramide (Piramide) al centro della pianta?
 A. Una Piramide egizia trasportata in Francia da Napoleone.
 B. Una moderna costruzione in vetro progettata per fare da ingresso al museo.
 C. Il monumento funebre di un architetto cinese vissuto in Francia.
 D. Un reperto archeologico risalente alla più antica costruzione del palazzo.
C3. Perché per visitare il Louvre è indispensabile indossare «un paio di scarpe
comode» (riga 14)?
 A. Perché si estende su una superficie vastissima.
 B. Perché l’ingresso dalla piramide è scomodo.
 C. Perché le collezioni sono dislocate su quattro piani.
 D. Perché il cortile d’accesso è in terra battuta.
C4. Quanti giorni sarebbero necessari per visitare l’intero museo?
 A. Una settimana.
 C. Almeno tre giorni.
 B. Un’intera giornata.
 D. Almeno cinque giorni.
C5. «Non esiste un solo Louvre» (riga 19) significa che
 A. musei con questo stesso nome sono presenti in molte altre città della Francia.
 B. il museo è in grado di adattarsi ai gusti di tanti visitatori e di soddisfarli.
 C. la quantità e varietà delle sue collezioni moltiplica le possibilità di visita.
 D. ci sono moltissimi musei che possono competere con il Louvre.
C6. Come si spiega nel testo che «il Louvre è una specie di organismo vivente che
non si ferma mai» (righe 21-22)?
 A. Perché è come se i quadri e le statue avessero un’anima.
 B. Perché i visitatori si sentono come a casa loro.
 C. Perché vengono acquistate sempre nuove opere da esporre.
 D. Perché le opere possono essere spostate per svariati motivi.
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2
Prova
C7. Arrivando a Parigi di lunedì, potrò visitare il Louvre il giorno seguente?
 A. Sì, perché è il museo più importante di Parigi.
 B. No, perché il museo è chiuso di martedì.
 C. Sì, ma solo se sono in un gruppo con la guida turistica e l’interprete.
 D. Sì, ma solo se sono in viaggio d’istruzione con la scuola.
C8. Se vado a Parigi durante una delle vacanze dalla scuola, in quali dei seguenti
giorni festivi posso trovare il museo aperto?
Aperto Chiuso
a.
Il giorno di Pasqua.


b.
Il giorno di Natale.


c.
Il giorno di Capodanno.


d.
Il 14 luglio, festa nazionale.


e.
Il giorno di Ferragosto.


C9. A partire da quale ora del mattino è possibile entrare nel museo?
....................................................................................................................................
C10. Se voglio risparmiare sul costo del biglietto, quale possibilità non mi è utile?
 A. Entrare la prima domenica del mese.
 B. Entrare il mercoledì dopo le ore 18.
 C. Entrare il venerdì dopo le ore 18.
 D. Entrare il lunedì dopo le ore 18.
C11. Indica nella tabella le informazioni vere e quelle false.
Vero
Falso
a.
Si può entrare dai quattro ingressi con gli stessi orari.


b.
Si può entrare dai quattro ingressi con orari differenziati.


c.
L’ingresso dal Passaggio Richelieu è limitato a chi è già
prenotato o munito di biglietto.


d.
L’ingresso dalla Porte des Lions è quello che chiude più
tardi di tutti.


e.
L’ingresso dalla Piramide è quello che chiude prima
di tutti.


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11
Prova
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C12. Il testo che hai letto è
 A. un articolo di cronaca tratto da un quotidiano.
 B. un saggio di storia dell’arte.
 C. un breve racconto letterario.
 D. una pagina con informazioni turistiche.
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2
Prova
Grammatica
1.
Nelle frasi seguenti, gli (anche unito ad altre particelle) può essere articolo o
pronome. Distingui di volta in volta la sua funzione mettendo una crocetta
nella rispettiva casella.
Articolo Pronome
2.
3.
a.
Mario si è alzato tardi e sua madre gli ha detto
di sbrigarsi.


b.
Gli occhi le facevano male per lo sforzo.


c.
Diglielo tu che è insopportabile!


d.
La colpa non è sempre degli altri.


e.
La polvere si accumula sempre negli angoli e sotto
i letti.


f.
Agli agi cittadini preferisco l’aria buona della
campagna.


g.
Mandagli subito il curriculum se non vuoi perdere
un’opportunità!


h.
Gino ha avuto un attacco di nervi e gli ho dato
un calmante.


Analizza il seguente periodo: «Se passiamo per il centro per raggiungere casa
tua, risparmieremo un bel po’ di strada». Distingui le diverse proposizioni
che lo compongono completando la tabella.
Principale
.....................................................................................
Subordinata di 1° grado
.....................................................................................
Subordinata di 2° grado
.....................................................................................
Usando l’imperativo, il congiuntivo esortativo o l’infinito, trasforma le seguenti frasi nominali in divieti / consigli / ordini / raccomandazioni diretti.
Segui l’esempio.
Es. Il consiglio di un medico a un paziente fumatore con una tosse persistente.
Smetta di fumare.
1.
La raccomandazione della madre di un ragazzo neopatentato che sta andando
il sabato sera in discoteca con la sua nuova auto.
....................................................................................................................................
....................................................................................................................................
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13
Prova
2.
2
Il divieto di calpestare la curatissima erba del prato in un parco pubblico.
....................................................................................................................................
....................................................................................................................................
3.
L’ordine di uno spazientito allenatore di calcio a un giocatore troppo individualista.
....................................................................................................................................
....................................................................................................................................
4.
Le indicazioni fornite da un passante a un’anziana turista che desidera visitare
un museo.
....................................................................................................................................
....................................................................................................................................
4.
Dal seguente brano sono state tolte dieci forme verbali. Completa le proposizioni, coniugando opportunamente i verbi tra parentesi.
Era sufficiente che, nel mio stesso letto, il mio sonno (essere) ................................
profondo e tale da distendere completamente il mio spirito, ed ecco che questo
(abbandonare) ................................... la mappa del luogo dove (addormentarsi)
......................................... e, svegliandomi nel pieno della notte, io non sapevo più
dove (trovarsi) .................................... e, in un primissimo momento, nemmeno
chi (essere) ....................................; avevo nella sua semplicità primaria soltanto il
sentimento dell’esistenza così come può fremere nella profondità di un animale;
(essere) .................................... più privo di tutto dell’uomo delle caverne; ma a
quel punto il ricordo – non ancora del luogo dove mi trovavo, ma di alcuni dei
luoghi dove (abitare) ....................................... e avrei potuto essere – veniva a me
come un soccorso dall’alto per strapparmi dal nulla al quale da solo non (riuscire)
........................................... a sfuggire; in un secondo scavalcavo secoli di civiltà e
le immagini, confusamente (intravedere) ..........................................., di qualche
lampada a petrolio, poi di alcune camicie col collo piegato, (ricomporre)
..................................... a poco a poco i tratti originali del mio io.
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto, Milano, Mondadori, 1983
5.
Nei seguenti periodi sono contenuti alcuni errori ortografici (dieci in tutto):
correggili.
1.
– Sta tranquilla! – m’ha detto il medico – il neo è del tutto innocquo.
....................................................................................................................................
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14
Prova
2.
2
Giorgio è un’insegnante preparato, ma un pò troppo severo con i suoi studenti.
....................................................................................................................................
3.
Ho la senzazione che uno picnic non sia igenico: ci sono sempre troppe formiche!
....................................................................................................................................
....................................................................................................................................
4.
Paolo è molto coraggioso e nei momenti di pericolo da il meglio di sé.
....................................................................................................................................
5.
Che cosa fà lo zio a questora sul terrazzo?
....................................................................................................................................
6.
Nella frase «So bene quali sono state le ragioni che ti hanno spinto ad agire in
modo tanto scortese », il che è
 A. pronome relativo con funzione di soggetto.
 B. pronome relativo con funzione di complemento oggetto.
 C. congiunzione subordinante che introduce una soggettiva.
 D. congiunzione subordinante che introduce un’oggettiva.
7.
In ciascuno dei seguenti gruppi di parole, segna con una crocetta l’iperonimo.
Segui l’esempio.
Es. rosso
 giallo
 verde
 blu
 colore
1.
2.
3.
4.
5.
 lunedì
 parente
 esagono
 brasiliani
 riso
 martedì
 cugino
 figura geometrica
 ecuadoriani
 orzo
 venerdì
 nonno
 triangolo
 venezuelani
 cereale
 domenica
 zio
 quadrato
 sudamericani
 grano
 giorno
 cognato
 cerchio
 argentini
 miglio
8.
Che cosa hanno in comune le parole cane, fumo, latte, collo, gioco?
 A. Sono tutte parole derivate mediante suffisso.
 B. Sono tutte parole derivate mediante prefisso.
 C. Sono tutte parole composte.
 D. Sono tutte parole primitive.
9.
In quale dei seguenti periodi la virgola è collocata nel posto sbagliato?
 A. Quando piove, il viottolo diventa del tutto impraticabile per il fango.
 B. Paolo è molto intuitivo, ma studia poco.
 C. Maria, hai scritto una poesia che merita di essere pubblicata!
 D. Maria, ha scritto una poesia che merita di essere pubblicata.
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15
Prova
10.
2
Per ciascuno dei seguenti gruppi di significati scrivi la parola polisemica corrispondente.
1. Misura dello spazio occupato da un corpo solido; area di memorizzazione di
dati su disco rigido; intensità percepita di un suono; quantità generica misurabile; libro rilegato.
....................................................................................................................................
2. Parte del vegetale dedita all’assorbimento di sostanze minerali e acqua; parte
invariabile della coniugazione di un verbo; inverso dell’elevamento a potenza;
parte del dente non visibile.
....................................................................................................................................
3. Azione che si prefigge uno scopo preciso; una transazione tra un cliente e una
banca o tra più banche; intervento chirurgico; insieme di attività militari o di
polizia; procedimento che da uno o più dati noti permette di ricavarne un altro.
....................................................................................................................................
4. La parte del corpo umano tramite la quale il braccio si unisce al tronco e con
esso si articola; un taglio di carne bovina; un elemento costitutivo di un ponte;
attore coprotagonista che accompagna e porge le battute al personaggio principale dando così rilievo alla scena rappresentata.
....................................................................................................................................
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