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Esplosione di colori nell’Area Marina Protetta “Isola di Bergeggi” (dott. Simone Bava)
Il mimetismo in mare è cosa comune, poiché la maggior parte degli organismi traggono
vantaggio dal fatto di essere visibili meno facilmente, in primis per non essere predati e/o
per predare con maggior efficacia. Classico esempio delle colorazioni criptiche sono le
seppie, i polpi, gli scorfani insieme ad altri numerosissimi “colleghi in travestimento”.
Scorfano nero (Scorpena porcus) (Foto Simone Bava)
Scorfanotto (Scorpena notata) adagiato su un “ramo” di gorgonia rossa (Foto Simone
Bava)
Bavosa gattoruggine (Parablennius gattoruggine) (Foto Simone Bava)
Bavosa (Foto Massimo Corradi)
Polpo (Octopus vulgaris) su posidonia (Foto Simone Bava)
Grongo (Conger conger) e murena (Muraena helena) (Foto Massimo Corradi)
Pesce ago cavallino (Syngnathus typhle) (foto Massimo Corradi)
Questi organismi, oltre ad avere il colore dell’ambiente in cui vogliono celare la loro
presenza (omocromia), spesso ricordano anche le forme dell’ambiente che li circonda
(omomorfia). Anche senza bisogno di conoscere la complessa ecologia di molti pesci, è
per esempio facile intuire l’habitus pelagico o bentonico della maggior parte degli
esemplari di pesci, anche osservandoli sul banco di una pescheria, in base alle gradazioni
di colore del corpo. Le tonalità del blu sono indossate dagli organismi che vivono in mare
aperto (pelagici), come i pesci azzurri, gli squali del largo ed i cetacei.
Luccio di mare o barracuda (Sphyraena viridensis) (Foto Simone Bava)
Tombarello (Auxis rochei) (Foto Simone Bava)
Ricciola (Seriola dumerilli) (Foto Simone Bava)
Pesce luna (Mola mola) (Foto Simone Bava)
Stenella striata (Stenella coeruleoalba) (Foto Simone Bava)
La convergenza evolutiva ha portato organismi così diversi tra loro, come i pesci ed i
mammiferi marini (e gli ittiosauri nel passato), ad assumere un “travestimento” simile.
Spesso questi organismi presentano un dorso scuro ed un ventre più chiaro (ombra
inversa), in modo che se visti dal basso o dall’alto possano apparire meglio mimetizzati. Gli
organismi interessati da colorazioni appariscenti sono spesso ascritti al dominio del fondo
(bentonico): semplicemente tentano di richiamare le varietà di colori presenti nelle
comunità del fondo; per questo semplice motivo gli abitanti dei substrati molli sono spesso
di colore sabbia.
Scorfano rosso (Scorpena scrofa) (Foto Simone Bava)
Cavalluccio di mare (Foto Massimo Corradi)
I pesci ascritti al gruppo dei così detti “pesci piatti” hanno la peculiarità di essere colorati
nel solo lato del corpo visibile dall’alto. Questi interessanti abitanti degli ambienti sabbiosi,
esattamente come gli altri pesci, nei primi giorni di vita dopo la schiusa, nuotano sulla
verticale dorso-ventre, fino a quando non raggiungono il fondo (le uova dei
pleuronettiformi ospitano all’interno di essi una goccia di olio che le fa galleggiare e
schiudere in superficie). Da questo momento in poi, presentano un lato del corpo più
colorato (il destro nel caso di sogliole e passere di mare ed il sinistro nel caso dei rombi)
che disporrà di entrambi gli occhi grazie ad una graduale migrazione di uno di essi: in
questo modo entrambi gli occhi potranno guardare cosa succede intorno a loro verso
l’alto, mentre l’altro lato (quello poggiato sul fondale) rimarrà depigmentato per tutta la
vita dell’animale; a questo punto il pesciolino nuoterà disteso su un fianco per il resto della
sua vita. Gli amanti della cucina si potranno rendere conto di ciò osservando durante la
pulizia di un pesce piatto, dove sono posizionate la bocca, l’apertura anale e le viscere.
Rombo di rena (Bothus podas) (Foto Massimo Corradi)
Grazie a complesse risposte nervose e muscolari, a partire da un impulso visivo, alcuni
organismi (vertebrati e cefalopodi meglio degli altri) riescono a cambiare colore in tempo
reale attraverso l’uso di particolari cellule dette cromatofori. La possibilità di disporre di
occhi, sistema nervoso, muscolatura e cromatofori hi-tech fa si che alcuni organismi
riescano a modificare colore e forma del proprio corpo in tempo reale. Sott’acqua i colori
non appaiono come fuori, infatti la luce del sole penetra in modo diverso le profondità, e
più si scende nei fondali e più le radiazioni visibili delle colorazioni calde vengono
assorbite velocemente. Al di sotto dei 5 metri di profondità, per esempio, il rosso appare
come un colore neutro decisamente mimetico. Il sub lo sa molto bene e per questo
vengono utilizzate da lui potenti torce (…e flash dai fotografi) per godere delle tinte
accese celate dai fondali, come per esempio il rosso fuoco delle gorgonie e del corallo.
Ma i colori, oltre a servire per mimetizzarsi nell’ambiente, servono anche per comunicare
stati emotivi ed ormonali. Noto è il caso dell’intelligente polpo che, quando spaventato,
tende ad assumere colori che virano verso il bianco e, quando irritato, tende a diventare
rossastro. Ancora più interessanti sono le livree riproduttive. In natura il fatto che il maschio
sia più colorato e appariscente della femmina è cosa comune, basta immaginare
l’esempio terrestre del fagiano. Gli individui di sesso maschile, quando la life history della
specie prevede combattimenti e/o rituali nuziali, presentano una colorazione
estremamente più vistosa della femmina.
Tordo rosso (Simphodus mediterraneus) (Foto Simone Bava)
Tordo fasciato (Labrus mixtus = Labrus bimaculatus) in livrea secondaria (Foto Massimo
Corradi)
Tordo fasciato (Labrus mixtus = Labrus bimaculatus) in livrea primaria (Foto Simone Bava)
Tordo fasciato (Labrus mixtus = Labrus bimaculatus) in livrea primaria (Foto Simone Bava)
Tordo pavone in livrea secondaria (Simphodus tinca) (Foto Simone Bava)
Noto è il caso dei labridi (famiglia a cui appartengono tordi e verdononi). Per esempio le
donzelle (scientificamente denominate Coris julis e in Liguria dette “ziguele”), simpatici
pesciolini costieri che hanno la particolarità di essere ermafroditi insufficienti proterogini.
Sembrano delle parolacce, ma queste parole altro non vogliono dire che la specie
donzella nasce con entrambe le gonadi femminili e maschili (ermafroditi), che non è in
grado di fecondarsi da sola (insufficiente), e che raggiunta la prima maturità sessuale
diventa femmina (proterogini), detta in questo caso livrea primaria. Ogni cambiamento
del sesso è seguito da un mutamento importante di colorazione dell’animale. Durante
questo periodo, la femmina entra a far parte di un harem di femmine, all’interno del
quale è presente un unico e fortunato maschio, poiché è l’unico addetto
all’inseminazione di tutte le femmine. Andando avanti con l’età, le gonadi femminili
regrediscono e avviene la maturazione di quelle maschili. Questo mutamento è seguito
da un cambiamento di livrea. Alcune volte capita che l’inversione sessuale sia più rapida
del cambio di colorazione, consentendo perciò ad un maschio in livrea primaria di
entrare nell’harem di un maschio dominante e fare bizzeffe a sue spese.
La primavera in mare è stagione di amori, anche se alcuni organismi preferiscono altre
stagioni, vuoi per motivi trofici o altro; d’altra parte in mare le temperature sono più miti
che in terra, grazie al volano termico costituito da tanta massa d’acqua.
I subacquei che frequentano l’Area Marina Protetta, grazie alla grande quantità di cernie
brune che hanno ripopolato i suoi fondali a partire dall’instaurarsi dei regimi di protezione
(effetto “riserva”), nella stagione estiva potranno apprezzare le differenti colorazioni di
individui di età diversa, a partire da un marrone di base, che è ricoperto con macchie
chiare di forma, dimensione e densità diversa in base all’età dell’animale. La cernia è
anch’essa proterogina: la prima maturazione gonadica arriva intorno ai 5 kg di peso
dell’animale e la seconda intorno ai 10 kg. Il pescatore subacqueo che negli anni
precedenti l’istituzione dell’AMP selezionava per taglia gli individui catturati, e cioè
sparava principalmente individui di taglia grande, ha decisamente destrutturato la
popolazione incidendo direttamente sulla sex ratio della specie. Durante la stagione degli
amori i grossi maschi dominanti scandagliano nervosamente il proprio territorio, e tengono
sotto controllo le proprie femmine. Nel caso in cui avvenisse il decesso del maschio
dominante la femmina più grossa dell’harem, se in possesso dell’età minima per
l’inversione sessuale (circa 10 anni), andrà incontro ad un cambio di sesso indotto da
condizioni “sociali” e non genetiche.
Cernia bruna (Epinephelus marginatus) (Foto Massimo Corradi)
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