Da Schio alla Nasa, grazie a un iPhone L’ultima versione del celeberrimo smartphone di casa Apple consente il teletrasporto? No, per questo dovremmo aspettare ancora un bel pezzo. Però, con un po’ di conoscenze informatiche l’iPhone può quasi trasformarsi in una bacchetta magica, capace di condurci verso traguardi e soddisfazioni inimmaginabili fino a qualche anno fa. Infatti, diventare sviluppatore è semplicissimo: chiunque può realizzare applicazioni per iPhone o iPad, e poi distribuirle sull’App Store, gratis o a un costo solitamente molto ridotto. Non si contano più gli esempi di fortunate “apps” scaricate da migliaia se non milioni di utenti, realizzate per professione o per hobby da programmatori di ogni età, nazionalità o estrazione sociale. Unico limite: la propria fantasia. Questa volta la creatività e l’intraprendenza vestono i panni di Giacomo Saccardo, sorridente scledense di ventiquattro anni, studente d’informatica all’Università di Trento, e sviluppatore di applicazioni per l’iPhone. Inizialmente per diletto personale, ma ora per un ente di tutto rispetto: la NASA. La storia di Giacomo inizia come molte altre, con un ragazzo da sempre appassionato di videogames e Internet, ma più in generale affascinato dall’informatica e dalla tecnologia. Appena entrato in possesso del suo primo Mac Book e dell’iPhone, che custodisce con la cura di un collezionista, per Giacomo è stato immediato tuffarsi nello sviluppo di apps, un’ottima valvola di sfogo per la sua passione. Dopo aver ottenuto un buon numero di downloads, e pure qualche soldino, con le sue prime creazioni, dettate da un genuino desiderio di imparare e sperimentare, provvidenziale è l’incontro a inizio anno tra Giacomo e Dennis Bastieri, ricercatore all’Università di Padova, cui il giovane scledense racconta la propria esperienza di sviluppatore-fai-da-te, non riuscendo a nascondere il grande entusiasmo. Questa informale chiacchierata si trasforma ben presto in una collaborazione tra Giacomo, Bastieri e Patrizia Caraveo (direttrice dell’INAF, l’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica) volta alla realizzazione di “Fermi Sky”, una app per seguire spostamenti e informazioni del satellite della NASA Fermi. A seguito di questa positiva esperienza, e grazie alla soddisfazione di Patrizia Caraveo, Giacomo riceve l’opportunità di sviluppare una seconda applicazione per la NASA, stavolta per la missione Swift. Un gran bella opportunità, visto che la realizzazione della nuova app non sarebbe avvenuta tra le scrivanie di Trento e Schio, ma avrebbe richiesto tre mesi di collaborazione “full time” tra Giacomo e i membri della missione Swift. Così, Giacomo prepara le valige e vola oltreoceano, per trascorrere l’estate allo Swift Mission Operations Center, presso la Penn State University, in Pennsylvania, sotto la supervisione del dottor Jamie Kennea, ricercatore in astronomia e astrofisica. I mesi estivi, un periodo di indubbia crescita personale e professionale, si concretizzano nell’applicazione “NASA Swift”, ora disponibile per iPhone, iPod Toch e iPad. NASA Swift è un’applicazione indirizzata a tutti gli astronomi, professionisti e appassionati, che possono accedere in tempo reale alle scoperte del satellite Swift, incaricato di osservare i Gamma Ray Burst (in breve GRB), o esplosioni di raggi gamma. Queste esplosioni sono i fenomeni di maggior energia finora osservati nell’universo – la potenza di alcuni di essi supererebbe quella del Big Bang – e avvengono in galassie esterne alla Via Lattea, generati dall’accrescimento di materia su un buco nero, a seguito di eventi quali il collasso gravitazionale di una stella. L’applicazione realizzata da Giacomo, consente di tenere d’occhio gli ultimi trenta GRB scoperti da Swift, osservandone i dati (gli stessi dati utilizzati dagli scienziati della NASA!), visualizzandone la posizione nel cielo e le immagini nello spettro dei raggi gamma e ultravioletti. Un’opzione consente di ricevere una notifica via SMS non appena Swift rileva un nuovo GRB, funzionalità molto utile soprattutto ai professionisti, che possono tempestivamente puntare i telescopi nella corretta direzione per osservare queste esplosioni, della durata massima di qualche minuto. Quando riceve i complimenti per le sue creazioni, con un po’ di modestia, Giacomo sottolinea che il lavoro di squadra è stato il segreto della buona riuscita di questi progetti, e che mai ce l’avrebbe fatta senza il supporto di Bastieri, Caraveo, Kennea e, soprattutto, del grafico di professione e amico di lunga data Andrea Briguglio, responsabile della veste grafica di tutte le applicazioni firmate da Giacomo. Di fronte alla classica domanda riguardo ai progetti per il prossimo futuro, Giacomo non ha dubbi. La sua priorità è, manco a dirlo, portare a termine gli studi all’Università di Trento, ma naturalmente non nasconde il desiderio di sviluppare la prossima applicazione per la NASA. L’impressione è che “Fermi Sky” e “NASA Swift” siano l’inizio di una lunga serie di successi scaricabili sull’App Store, siano essi applicazioni per la NASA o, magari, divertenti videogiochi che appassioneranno migliaia di persone. Senza dubbio, un utilissimo introito in attesa della Laurea, e un prezioso biglietto da visita per la futura carriera professionale di Giacomo. Diciamolo, Steve Jobs sarebbe stato orgoglioso di questo giovane e creativo programmatore scledense.